24 November, 2024
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La Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara si è aggiudicata la VI edizione del Premio Interdistrettuale “Sanna Randaccio”, assegnato ogni anno, su iniziativa dei club della Sardegna, per gratificare “uomini,  donne, enti o associazioni che, attraverso studi, ricerche scientifiche, progetti, attività professionale, o di volontariato o di assistenza, abbiano l’obiettivo di rendere migliori le condizioni di vita, di salute, giuridiche, artistiche, morali o ambientali di singoli competenti delle fasce deboli e svantaggiate o dell’intera comunità”.

Il riconoscimento, conferito nei giorni scorsi durante una cerimonia organizzata dal Rotary Club di Ozieri, guarda in particolare alla “mission sociale e culturale” della Fondazione, in linea con quei principi di etica e credibilità che motivano il Premio dedicato al rotariano Raffaele Sanna Randaccio, noto per l’impegno nel debellare il flagello della malaria nell’Isola.

La candidatura della Fondazione, proposta dal Rotary Club Iglesias, nasce in considerazione della natura dell’organizzazione i cui scopi sono rivolti alla salvaguardia e alla promozione del patrimonio culturale e minerario dei luoghi e dei siti legati al culto di Santa Barbara, patrona dei minatori, valorizzando l’itinerario storico, naturalistico, ambientale e religioso denominato, appunto, “Cammino Minerario di Santa Barbara”. 

«Il Premio “Sanna Randaccio” – ha detto il presidente della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, Mauro Usaiè un riconoscimento alla particolare sensibilità sociale, ambientale e culturale profusa quotidianamente dalla nostra organizzazione e lo accogliamo con grande orgoglio, a conferma degli sforzi, compiuti in questi anni dalla struttura della Fondazione che rappresento, per valorizzare il Sud Sardegna, le risorse locali e il turismo sostenibile. E’ un premio di riconosciuta eccellenza ha sottolineatoche arriva in un momento di grande attenzione per le comunità locali e di crescita del settore turistico e culturale, anche attraverso lo sviluppo di attività legate all’accoglienza e alla promozione della conoscenza dei nostri territori.»

Il Cammino Minerario di Santa Barbara, con i suoi 500 km di percorso diviso in 30 tappe che attraversano il cuore del Sulcis-Iglesiente-Guspinese-Arburese, rappresenta un’importante attrattiva turistica destinata a richiamare pellegrini e camminatori da tutto il mondo, desiderosi di esplorare la storia delle miniere e di vivere un’esperienza autentica. L’afflusso di visitatori, in questi anni, ha contribuito realmente allo sviluppo del settore della ristorazione e dell’ospitalità soprattutto in quei centri marginali rispetto alle località turistiche di massa, offrendo opportunità di lavoro e favorendo la crescita delle attività locali senza mai perdere il tratto identitario e la fermezza nel proporre un turismo responsabile e consapevole dell’ambiente. 

«E’ motivo di grande soddisfazione assegnare il Premio Sanna Randaccio, edizione 2024, alla Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, che si è contraddistinta, fin dalla sua nascita, come organizzazione, seria, credibile e radicata nel contesto sociale e culturale del territorio – ha commentato Pino Licari, presidente del Rotary Club Iglesias -. Il Premio nasce proprio con l’intento di gratificare personaggi, enti e organizzazioni no profit di alto livello impegnate in attività di solidarietà sociale, per onorare la memoria di chi, con grande senso di altruismo, ha fatto e dato tanto in favore della sua terra.»

Alla Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, presente alla cerimonia di premiazione con il consigliere del Cda e presidente dell’associazione “Pozzo Sella”, Massimo Sanna, accompagnato dal tecnico Massimo Melis, è stata consegnata la statuina in bronzo raffigurante un fenicottero, opera dell’artista Stefano Cherchi.

Per il Rotary erano presenti Pino Licari e Franco Morittu, rispettivamente presidenti dei Club Iglesias e Ozieri, Gabriele Andria, presidente della Commissione Distrettuale per il Premio Sanna Randaccio, e Adriana Muscas segretaria distrettuale e Governatore del distretto 2080 per l’anno rotariano 25/26.

 

La dottoressa Maria Mameli è la nuova presidente del Rotary Club Carbonia. Ha ricevuto il collare dalla presidente uscente Valbrana Dana Vargiu, nel corso della cerimonia del passaggio della Campana e del 35° anno di attività del Rotary Club Carbonia, svoltasi nella sala riunioni del Lu’ Hotel.
Numerosi gli ospiti presenti, tra i quali il sindaco di Carbonia Pietro Morittu, il vicesindaco Michele Stivaletta, l’assessora della Cultura Giorgia Meli, il segretario Distrettuale Francesco Danero, il Capitano comandante della compagnia dei carabinieri  di Carbonia Enrico Santurri, il presidente del Rotary Club Iglesias Pino Licari.
Nel corso della serata, il socio Roberto Monticelli ha presentato il filmato che ha racchiuso i 35 anni di storia del Rotary Club di Carbonia.
Il sindaco Pietro Morittu e l’intera Amministrazione comunale augurano buon lavoro alla nuova presidente del Rotary Club Carbonia, la dott.ssa Maria Mameli, psicologa e psicoterapeuta, con l’auspicio di rinsaldare ulteriormente il rapporto di proficua collaborazione, consolidato nel corso dei 35 anni dalla fondazione, con la comunità di Carbonia.
Giampaolo Cirronis
         

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E’ stata inaugurata questa mattina, a Santadi, all’inizio della prima delle due giornate di iniziative (“Omaggio ad un Maestro”) organizzate dalla Cantina Santadi, la via Giacomo Tachis, intitolata a re degli enologi italiani, scomparso il 6 febbraio 2016, all’età di 82 anni. Erano presenti, tra gli altri, la figlia Ilaria, il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore dell’Urbanistica e degli Enti locali Cristiano Erriu, originario di Santadi e già sindaco di Santadi; numerosi sindaci dei Comuni del Sulcis; alcuni dei più autorevoli esponenti del mondo dell’enologia italiana, al quale Giacomo Tachis ha dedicato la sua vita; numerosi rappresentanti, a vario titolo, dello stesso universo vitivinicolo nazionale; ufficiali dell’Arma dei carabinieri, con il comandante provinciale colonnello Luca Mennitti, il maggiore Pino Licari ed il comandante della Compagnia di Carbonia Lucia Dilio; Roberto Petza, uno degli chef stellati che con le loro ricette hanno partecipato alla stesura del libro.

Al termine della breve cerimonia, aperta dal sindaco Elio Sundas e conclusa dal parroco di Santadi don Giampiero Marongiu, è iniziato un interessante un incontro nella nuova elegante sala convegni, nel corso del quale è stato presentato un libro sulla vita del grande enologo, “Giacomo Tachis – Mescolavin”, pubblicato dalla Fondazione ChiantiBanca che custodirà e renderà fruibile, tra l’altro, la sua preziosa biblioteca personale.

In apertura dei lavori, moderati da Carlo Cambi, giornalista ed editore, è stato inaugurato il busto di Giacomo Tachis, con un breve discorso dell’autore Carlo Pizzichini. Sono seguiti alcuni interventi che hanno permesso di ricostruire la vita e l’operato di Giacomo Tachis: nell’ordine hanno parlato Antonello Pilloni, presidente della Cantina Santadi e grande amico di Giacomo Tachis (nel suo secondo intervento, Antonello Pilloni, ha rimarcato che, dopo il padre, Giacomo Tachis è stato una delle due persone, l’altra il grande dirigente sardista Giovanni Battista Melis, che hanno segnato maggiormente la sua formazione); il presidente della Regione Francesco Pigliaru, che ha sottolineato come la Cantina Santadi sia un’eccellenza per l’intera Sardegna, un esempio molto positivo da seguire in un territorio segnato da grandi difficoltà legate alla crisi dell’apparato produttivo industriale; il marchese Piero Antinori, delle mitiche Cantine Antinori, con le quali Giacomo Tachis ha collaborato per oltre 30 anni e grazie alla cui disponibilità, ha potuto poi avviare una collaborazione con la Cantina Santadi, che ha portato alla nascita del “Terre Brune” ed alla promozione dei vini della Cantina Santadi in tutto il mondo, scrivendo la storia del carignano e, successivamente, anche la collaborazione con la Cantina Argiolas di Serdiana, con la quale ha “inventato” il “Turriga”; Amedeo Alpi, professore ordinario dell’Università di Pisa, grande amico ed estimatore di Giacomo Tachis; i responsabili di alcune grandi realtà vitivinicole di Sicilia (altra grande isola amata quasi come la Sardegna da Giacomo Tachis), Trentino Alto Adige e Toscana, con le quali ha avuto rapporti di collaborazione il grande enologo; Luciano Piras, presidente del Gal Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari; Andrea Cappelli e Bruno Bruchi, autore e fotografo del libro e Stefano Mecocci, presidente della Fondazione ChiantiBanca.

Nella parte finale dell’incontro, un’artista presente ha donato alla Cantina Santadi un ritratto di Giacomo Tachis, realizzato con una tecnica speciale ed un materiale assolutamente originale: il vino.

La due giorni prevede per domani, domenica 11 novembre, un seminario promosso dall’Agenzia Laore e dal Gal Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari, su “Le produzioni agroalimentari a marchi. Carignano e dintorni”.

Breve scheda di Giacomo Tachis.

Originario di Poirino (Torino), Giacomo Tachis ha studiato alla Scuola di enologia di Alba ed ha lavorato per tantissimi anni in Toscana e in Sardegna. Ha lasciato l’attività di winemaker nel 2010 per dedicarsi, nella sua casa di San Casciano Val di Pesa, in Toscana, a studiare, a scrivere e a custodire antichi volumi, da appassionato bibliofilo. Ha inventato, negli anni, grandissimi vini, pluripremiati ed esportati con successo in tutti i Continenti, tra i quali, in Toscana, il Tignanello, il Solaia ed il Sassicaia, e, in Sardegna, il Terre Brune della Cantina Santadi ed il Turriga della Cantina Argiolas di Serdiana. Ha diretto per 32 anni le Cantine Antinori.

Nel mese di luglio 2011 Giacomo Tachis non poté partecipare, per le precarie condizioni di salute, ai festeggiamenti organizzati dalla Cantina Santadi per il raggiungimento del traguardo del mezzo secolo di attività, ai quali teneva tantissimo. Nel corso della cerimonia echeggiò il suo nome, in quanto grande amico del presidente Antonello Pilloni e della Sardegna, in particolare del Sulcis.

Nel 2014 Giacomo Tachis ha ricevuto la massima onorificenza della Regione Toscana, la medaglia d’oro con il simbolo del Pegaso, ritirata dalla figlia Ilaria perché impossibilitato a muoversi.

Oggi la Cantina Santadi è diventata patrimonio di tutto il territorio. Di qui un primo riconoscimento all’amico per eccellenza, Giacomo Tachis, al quale l’allora sindaco di Santadi, Cristiano Erriu (oggi assessore dell’Urbanistica e degli Enti locali della Regione Sardegna), proprio nei giorni del 50° della Cantina Santadi, ha concesso, con delibera unanime dell’intero Consiglio comunale, la cittadinanza onoraria.

Per festeggiare i suoi 50 anni di attività, nel 2011 la Cantina Santadi ha creato un altro vino, “Sardos”, magnum prodotto in lotto unico di 13.500 pezzi, frutto delle migliori selezioni di diverse annate di Carignano con piccole aggiunte di vitigni internazionali (Cabernet e Merlot), studiato e concepito da Giacomo Tachis.

Ora, con la via a lui dedicata, all’ingresso del paese, proprio davanti alla Cantina, il nome di Giacomo Tachis resterà per sempre legato alla città di Santadi.

Giampaolo Cirronis

                                                                                                                                     

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Non si fermano gli sbarchi di migranti algerini sulle coste del Sulcis. Dopo i 178 di ieri, a bordo di 9 diverse piccole imbarcazioni, nel corso della notte ne sono arrivati altri 49, a bordo di tre barchini. 17 sono sbarcati nell’isola di Sant’Antioco, in località Cala Sapone; 12, tra i quali un bambino, a Porto Pino. In entrambi procedono i carabinieri della Compagnia di Carbonia, guidati dal maggiore Pino Licari. I restanti 20 sono arrivati all’interno del porto di Sant’Antioco, direttamente davanti alla sezione navale della Guardia di finanza.

Viste le perduranti buone condizioni meteorologiche, è probabile che gli sbarchi proseguano ancora nel corso della giornata. Questi arrivi massicci hanno creato grande preoccupazione al sistema dell’accoglienza, perché gli spazi disponibili nel centro di prima accoglienza di Monastir sono ormai tutti occupati e si rende necessario e indispensabile un intervento per porre un freno agli sbarchi. Ieri il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha chiesto nuovamente l’intervento del ministro dell’Interno Marco Minniti, visto e considerato che il precedente appello per porre un freno al fenomeno, non ha sortito alcun effetto, tanto che ad oggi sono stati già abbondantemente superati i numeri dell’intero 2016, nel corso del quale i migranti giunti nella costa sud-occidentale dell’isola erano stati 1.106.

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Si moltiplicano gli sbarchi di migranti sulle coste del Sud Sardegna, in larga parte nel Sulcis. Il loro numero è in continuo aggiornamento. Dopo i 62 sbarcati ieri sera, intorno alle 23.00, a Porto Pino, presi in carico dalla Guardia di Finanza che ha rinvenuto 3 barchini; i 26 arrivati intorno alle 3.30 ancora a Porto Pino (tra i quali c’erano due donne), presi in carico dai carabinieri della Compagnia di Carbonia guidati dal maggiore Pino Licari, e i 14 al porto di Cagliari, presi in carico dalla Guardia Costiera, altri sbarchi sono stati registrati questa mattina. 4 algerini sono sbarcati a Domus De Maria; 9 a Sant’Antioco, 5 dei quali sono stati trovati in piazza e 4 si sono consegnati agli uomini della Guardia di Finanza; altri 37, tra i quali due donne e un bambino, sono arrivati alle 10.10 a Porto Pino, su due barchini; l’ultimo sbarco, al momento, a Porto Tramatzu, 13 uomini, all’interno del Poligono militare.

Altri 9 algerini sono stati rintracciati a fine mattina in località Corrumanciu, a Porto Pino. In serata ne sono arrivati 4 a Porto Tramatzu. Il numero complessivo della sola giornata odierna è arrivato, dunque, a quota 178.

La traversata e gli sbarchi ieri sera e nel corso della notte sono stati favoriti dalle favorevoli condizioni meteorologiche, da stamane il tempo sta cambiando ma gli arrivi, per il momento, non si fermano.

Nonostante tutti gli impegni assunti nelle ultime settimane, tra la Regione Sardegna, il ministero dell’Interno e le autorità nordafricane, continuano incessantemente gli sbarchi sulle coste del Sulcis di migranti provenienti dall’Algeria e la situazione per l’accoglienza si fa ogni giorno più difficile.

Foto d’archivio.

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Continuano senza sosta gli sbarchi di migranti sulle coste del Sulcis. Il loro numero è in continuo aggiornamento. Ieri sera, intorno alle 23.00, sono stati ben 62 i clandestini arrivati a Porto Pino, altri 26 intorno alle 3.30. Sul posto nel primo caso si sono recati gli uomini della Guardia di Finanza che li hanno presi in carico per tutte le incombenze di competenza, nel secondo i carabinieri della Compagnia di Carbonia guidati dal maggiore Pino Licari.

Altri 14 algerini sono arrivati al porto di Cagliari, presi in carico dalla Guardia Costiera ed altre segnalazioni di sbarchi sono arrivate da Sant’Antioco e dal Poligono militare di Capo Teulada, il cui numero è in corso di aggiornamento.

La traversata e gli sbarchi ieri sera e nel corso della notte sono stati favoriti dalle favorevoli condizioni meteorologiche ma da stamane il tempo sta cambiando e, presumibilmente, questo peggioramento dovrebbe portare ad un rallentamento degli sbarchi.

Nonostante tutti gli impegni assunti nelle ultime settimane, tra la Regione Sardegna, il ministero dell’Interno e le autorità nordafricane, continuano incessantemente gli sbarchi sulle coste del Sulcis di migranti provenienti dall’Algeria e la situazione per l’accoglienza si fa ogni giorno più difficile.

Foto d’archivio.

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Si è svolto questa mattina, presso la Caserma “S. Pisano” di Teulada, il passaggio di consegne al comando del XVIII Battaglione “Poggio Scanno” dei Bersaglieri, tra il tenente colonnello Marco Pelliccioni ed il tenente colonnello Alessandro Latino. Hanno presenziato alla cerimonia, tra gli altri, il consigliere regionale Paolo Luigi Dessì, i sindaci dei comuni di Teulada Daniele Serra, di Sant’Anna Arresi Teresa Pintus, di San Giovanni Suergiu Elvira Usai, il comandante della Compagnia dei carabinieri di Carbonia maggiore Pino Licari.

La breve cerimonia ha avuto il suo clou con l’intervento di saluto del comandante uscente Marco Pelliccioni, che ha ringraziato tutti gli uomini del Battaglione, schierati sul piazzale, l’ingresso del nuovo comandante Alessandro Latino e, infine, il discorso del colonnello Gabriele Cosimo Garau, 83° comandante del III Reggimento Bersaglieri, arrivato a Teulada due mesi fa ma già inserito perfettamente nel nuovo incarico professionale e nel nuovo ambiente.

Alleghiamo un ampio album fotografico della cerimonia.

                                    

            

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Una brillante operazione dei carabinieri della Compagnia di Carbonia, guidati dal maggiore Pino Licari, grazie all’intuizione di un appuntato del Nucleo Radiomobile, ha portato all’arresto di due corrieri olandesi trovati in possesso di 11 kg di cocaina.

Nella giornata di ieri, i militari dell’aliquota operativa della Compagnia di Carbonia, con il successivo ausilio del personale delle stazioni di Tratalias, Sant’Antioco e Cortoghiana ed il supporto aereo del velivolo CC46 dell’11° Elinucleo di Elmas, hanno arrestato Silvano Fasano, nato a Emmen, in Olanda, il 19 gennaio 1988, residente a Emlichheim (D) Ringr Strasse n. 4, cittadino olandese, conducente dell’autovettura BMW targata NOHZI 915 di sua proprietà; e Stefan Lazarov, nato a Emmen, in Olanda, il 22 aprile 1990, ivi residente a Laan Van Het Kwekebos 295, cittadino olandese, alla guida dell’autovettura Wv Golf targata 4LZG19 (NL).

Nella mattina di ieri, una pattuglia del Nucleo Radiomobile era impegnata lungo la costa sulcitana, in normali controlli di polizia, implementati in funzione anti terrorismo, vista anche la notevole presenza di turisti nelle località marine del Sulcis e, mentre si trovava in uno dei centri turistici della Compagnia, l’attenzione dei militari è stata attirata dalla presenza, notata più volte, di due auto, una olandese ed una tedesca, che sembrava girassero a vuoto. Verso le 11.30, gli stessi sono stati visti affiancati mentre discutevano tra loro ed i militari hanno deciso di controllarli, chiedendo l’ausilio di una pattuglia della stazione di Tratalias, dove il CTE è abilitato alla lingua inglese. I due sono stati controllati genericamente ed hanno riferito ai militari di essersi persi, perché il navigatore gli aveva fatto sbagliare strada e che erano arrivati alle 6.30 al porto di Olbia. Hanno aggiunto di non sapere con precisione dove dovessero andare e che sarebbero stati chiamati da una persona a loro sconosciuta che li doveva accompagnare ad un villaggio turistico. Viste tali incongruenze e che uno dei due diceva di non parlare l’italiano, ma dal nome e dal cognome la sua origine era palese, i militari, per togliersi ogni scrupolo, dopo aver fatto giungere sul posto altre due pattuglie e l’elicottero del Nucleo di Elmas per una migliore vigilanza, hanno condotto i due presso il Comando della Compagnia di Carbonia, in modo di avere gli spazi adeguati ad ospitare le due auto in sicurezza.

La prima perquisizione ha dato esito negativo, ma lo stato di agitazione del Fasano, proprietario della BMW, ha convinto i militari a portare le due auto in officina, per un controllo più approfondito.

Nel frattempo, attaccato alle chiavi della Golf, è stato notato un telecomando che, premuto casualmente da un militare, ha causato, con la sorpresa di tutti, uno strano rumore nella BMW, come se si aprisse qualcosa all’interno.

La stessa prova è stata effettuata in officina e, pertanto, è stato aperto il longherone lato guida e, con sorpresa, è stato visto uno sportellino che si apriva, al cui interno, in un vano appositamente ricavato, sono stati rinvenuti dieci panetti di sostanza stupefacente, tipo cocaina, del peso complessivo di 11 kg. Gli ultimi due panetti erano legati tra loro con del cordino blu che consentiva in tal modo di estrarli senza fatica.

Da un controllo accurato, sono emersi il ricevitore del telecomando ed il meccanismo di apertura.

I due corrieri, sicuramente con compiti diversi, sono rimasti stupiti dal rinvenimento, asserendo di non saperne nulla. Le due auto, lo stupefacente, la somma complessiva di 1.900 euro e quanto ritenuto utile ai fini dell’indagine, pertanto, è stato sottoposto sotto sequestro.

Al termine degli accertamenti di rito, i due corrieri sono stati trasferiti presso la Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Uta, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

 

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E’ stata sottoposta a sequestro penale la villetta di via Cristoforo Colombo 31, in località Medadeddu, alla periferia di Carbonia, nella quale alle prime luci dell’alba ha perso la vita una donna di 58 anni, Anna Maria Merola, vittima di un’asfissia a causa del violento incendio che ha avvolto l’abitazione. La donna dormiva al piano superiore della villetta e, anche a causa di problemi di deambulazione per una recente frattura riportata ad una gamba, non è riuscita a mettersi in salvo dalle fiamme e dal fumo che proveniva dal piano terra, dove avrebbe preso il via l’incendio, presumibilmente a causa di problemi all’impianto elettrico con un climatizzatore. Sono riusciti a mettersi in salvo, invece, gli altri cinque occupanti la villetta, il marito, i due figli e le rispettive fidanzate, una delle quali si sarebbe lanciata dalla finestra, finendo all’ospedale Sirai di Carbonia per accertamenti.

L’incendio si sarebbe sviluppato intorno alle 4.10 del mattino. I primi ad accorrere sono stati alcuni vicini di casa che hanno chiamato i vigili del fuoco del distaccamento di Carbonia, prontamente intervenuti, poi raggiunti dai colleghi di Cagliari. Sono state spostate in tutta fretta le auto parcheggiate davanti all’abitazione, per una delle quali si è reso necessario spaccare un cristallo. E’ stato sollecito anche l’arrivo sul posto dei carabinieri della Compagnia di Carbonia, guidati dal maggiore Pino Licari, e poi del dirigente del commissariato di Polizia, Gabriella Chiara Comi, e del dirigente della Digos di Cagliari Giampaolo Caredda.

I soccorsi sono stati molto disagiati, si sono protratti per alcune ore e il fumo denso ha creato problemi anche ad alcuni vigili del fuoco. I militari hanno portato via dall’abitazione i fucili di proprietà del marito della donna, dirigente di Polizia in pensione.

                     

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Dramma alle prime luci dell’alba, a Medadeddu, alla periferia di Carbonia. Una donna, Anna Maria Merola, 58 anni, dipendente della Asl 7 di Carbonia, ha perso la vita in un incendio sviluppatosi in una villetta al n° civico 31 della via Cristoforo Colombo, per cause ancora in fase di accertamento. All’interno si trovavano il marito, due figli e le rispettive fidanzate. Tutti e cinque sono riusciti a mettersi in salvo (le due ragazze si sarebbero lanciate da una finestra e una si trova ricoverata all’ospedale Sirai di Carbonia per accertamenti), mentre Anna Maria Merola non ce l’ha fatta, rimasta imprigionata all’interno di una stanza. Sul posto, intorno alle 5.00, si sono recati i carabinieri della Compagnia di Carbonia guidati dal maggiore Pino Licari, e i vigili del fuoco di Carbonia e Cagliari che hanno spento le fiamme. Intorno alle 9.00 i vigili del fuoco sono entrati nuovamente nell’abitazione, nella quale era ancora presente il corpo della donna, in attesa dell’intervento del medico legale.

Le strutture dell’abitazione, ristrutturata alcuni anni fa con molte componenti in legno, avrebbero subito gravi danni.