22 December, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno sulla riorganizzazione delle sedi Inps in Sardegna.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha ripreso l’esame, iniziato nella seduta pomeridiana di ieri, della mozione n. 374 (Forma e più) sul piano di riorganizzazione delle sedi Inps ed il suo impatto sul territorio regionale. Alla mozione è stata accorpata la n. 265 (Truzzu e più) di analogo contenuto.

Prima dell’esame dei documenti il consigliere Piermario Manca (Pds), sull’ordine dei lavori, ha segnalato le numerose domande giacenti per gli allevatori del settore ovini bloccate per mancanza di personale, suggerendo di integrare gli addetti con unità appartenenti a Laore, come si è fatto in altre circostanze.

Riprendendo la discussione delle mozioni sulla riorganizzazione dell’Inps la consigliera del Pd Daniela Forma, prima firmataria della mozione n. 374, ha letto al Consiglio il testo di un ordine del giorno unitario, frutto della sintesi delle due mozioni e degli spunti emersi dal dibattito di ieri. L’ordine del giorno prevede, fra l’altro, che la riorganizzazione dell’Inps privilegi i parametri di copertura del territorio, di vicinanza all’utente ed ai contesti economicamente fragili con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali interessate. Inoltre, prosegue il documento, la Regione si attiverà sia per la sospensione dei licenziamenti che per assegnare alla Sardegna una quota di assunzioni previste all’interno della nuova pianta organica dell’istituto.

Successivamente i consiglieri sono intervenuti per dichiarazioni di voto.

Per i Riformatori sardi, il consigliere Michele Cossa, favorevole, ha evidenziato che in occasione dei tagli dello Stato o delle banche «ci si preoccupa delle conseguenze negative anche per l’occupazione, lasciando però sullo sfondo la questione dell’efficienza dei servizi su cui occorre puntare». Certamente, ha aggiunto, «quello dell’efficienza non è il caso dell’Inps come dimostrato dalla vicenda dei fondi per Garanzia giovani, bloccati per 4 mesi vanificando lo stesso intervento-elemosina; la politica si deve porre questo problema e, rispetto alla Gallura che rivendica la Provincia. c’è bisogno anche in questo caso di servizi efficienti alle imprese, che ora arrivano dopo 3 anni».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, favorevole, ha definito il documento un pannicello caldo rispetto ad una vertenza molto più ampia che deve avere al centro il fenomeno dell’arretramento dello Stato dal territorio regionale; questo è anche un costo reale dell’insularità deve che deve essere tenuto in grande considerazione, per cui il presidente della Regione deve riferire al Consiglio in tempi brevi sulle iniziative avviate perché altrimenti tutto il lavoro dell’Assemblea sarà stato inutile».

Sempre per Forza Italia il consigliere Giuseppe Fasolino, favorevole, ha sostenuto che «la mozione deve far riflettere perché l’Inps è l’ennesimo ente che si allontana dal cittadino, che giustamente protesta per l’aumento della distanza con le istituzioni, senza dimenticare che anche Abbanoa sta smobilitando gli uffici periferici in molti territori dell’Isola». Il Consiglio, a suo giudizio, «non può stare fermo a guardare e, sotto questo profilo, anche il discorso della provincia Gallura è una grande lamentela dei cittadini perché o le province non ci sono per nessuno o ci sono per tutti; la riforma di questi enti non si è fatta e quindi la Gallura ribadisce la volontà dell’autonomia, perché provincia vuol dire servizi reali alla comunità e se non interveniamo il risultato del 4 marzo sarà solo il primo di una lunga serie».

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta, favorevole, ha invitato tutti a «partire da una riflessione sulla presenza degli uffici sul territorio e, al di là dell’Inps, bisogna riflettere su molte altre funzioni importanti che progressivamente vengono meno». Ultimo esempio in ordine di tempo che riguarda La Maddalena che paga una sorta di doppia insularità, ha ricordato Pierfranco Zanchetta, «il cambio di rotta rispetto ai recenti accordi stipulati con la Difesa attraverso la Marina per la scuola sottufficiali che sarà dirottata a Taranto». Riprendendo il tema della provincia Gallura, Pierfranco Zanchetta ha affermato che «il collega Michele Cossa ha ragione quando dice che la Gallura ha bisogno di efficienza ma sbaglia quando dice che la provincia è stata un ente inutile».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, favorevole, ha sottolineato che «ci sono funzioni fondamentali che lo Stato deve assolutamente garantire ed è un dato di fatto che le province hanno subito tagli impressionanti e non sono più in condizione di poter erogare servizi ai cittadini soprattutto nelle zone interne, cosa che la Sardegna non si può permettere». Tornando al tema dell’Inps, ha concluso, «va ricordato che si occupa di pensioni e lavoro e questo basta per comprendere il suo ruolo strategico e farci capire che il Consiglio deve tenere alta l’attenzione su questi problemi».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, favorevole, ha osservato che «il documento è l’occasione per mettere a punto una nuova strategia della Regione che non ha fatto quanto poteva in materia di presenza dello Stato, ad esempio, su sicurezza e trasporti». Per quanto riguarda la Regione, ha proseguito, «la riforma degli Enti locali non è stata una risposta adeguata come quella sanitaria sanità; forse perciò non è solo l’Inps che sta abbandonando il territorio ma tutta la politica, perché nei nostri piccoli comuni stanno chiudendo scuole, caserme, uffici del lavoro e questo tema deve entrare con forza nell’agenda della politica».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha messo l’accento sul fatto che, dopo il dibattito di ieri, «il Consiglio ha positivamente virato su una impostazione complessiva profondamente diversa dal rivendicazionismo sterile e deferente per mettere a fuoco problemi veri; va bene l’acquisizione del piano di riorganizzazione dell’Inps come base di confronto con il territorio ed il Consiglio che non vogliono più subire scelte esterne, un livello di confronto inedito che deve essere applicato ed allargato non solo alla vicenda Inps (pur importante), come vedremo fra poco occupandoci delle politiche agricole».

Il consigliere di Forza Italia Mariano Contu, favorevole, ha ricordato che «sembra che l’Inps svolga i suoi compiti senza contropartite ma non è così perché la Regione ha spesso anticipato risorse ingenti per la cassa integrazione e la Regione ha fatto la sua parte sia pagando gli stessi servizi che a volte anche i costi degli uffici attraverso le amministrazioni locali; di qui l’invito a far pesare anche questo elemento sul tavolo delle trattative».

La consigliera del Pd Daniela Forma, nelle conclusioni, ha ringraziato tutti i gruppi per il senso di responsabilità dimostrato di fronte ad una questione molto sensibile per la Sardegna. L’impegno della Regione, h detto, «è molto concreto non solo sull’Inps ma sulla presenza complessiva dello Stato, fermo restando che l’Inps ha comunque un suo specifico di grande interesse perché si occupa di misure a sostegno del reddito, ammortizzatori sociali e pensioni che rivenstono molta importanza per la nostra Regione; positivo perciò l’impegno della Giunta a proseguire in modo serrato il confronto con Governo tenendo informato il Consiglio».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo ai voti l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato all’unanimità.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame delle mozioni riguardanti i lavoratori dell’Aras e dell’Apa, presentate dal Pds e da Forza Italia.

Illustrando quella del Pds il capogruppo Gianfranco Congiu ha messo in evidenza che lo scopo del documento è quello di trasferire le risorse per il pagamento degli arretrati, risolvere contenzioso, attuare la legge regionale 3/2009 per il trasferimento dei lavoratori Aras nell’agenzia Laore. Da questo contesto, ha sostenuto Gianfranco Congiu, «emerge il problema trasversale del mondo zootecnico, perché troppe volte sentiamo parlare di associazioni private ma bisogna tener conto che la Regione agisce nell’interesse pubblico; aggiungerei di conseguenza alla mozione il fatto che la Regione ha emanato un decreto, già nel 1982, con cui riconosce giuridicamente l’associazione allevatori e non è fatto banale, significa che c’è il senso di tutela della specificità (anche genetica) del nostro patrimonio zootecnico e questo è l’approccio giusto che va contrapposto ad ogni ipotesi di fusione che sarebbe con-fusione».

Per il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, «il dibattito sta arrivando al cuore di molti problemi che hanno al centro la specificità della Sardegna e, se le agenzie agricole non fanno il proprio lavoro, è anche perché irresponsabilmente sono state lasciate libere in una situazione di sudditanza rispetto al continente come per il sangue dell’anglo arabo». In altre parole, ha aggiunto, «bisogna definire i compiti di chi lavora al miglioramento della genetica e alle attività di vero benessere animale e tutto in fondo nasce da qui, da una confusione di ruoli che vanifica gli effetti positivi degli interventi e delle risorse impiegate; le agenzie vanno quindi profondamente riformate ed i lavoratori riassorbiti, questo è il compito del Consiglio».

Illustrando la mozione di cui è primo firmatario il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «è necessario impegnarsi a fondo per il riconoscimento di un sacrosanto diritto dei lavoratori Ara e Apa perché ora non possiamo pensare che la responsabilità sia di qualcun altro o replicare mozioni e atti parlamentari». Bisogna fare qualcosa di più e la Giunta deve attivarsi con urgenza, ha esortato Pittalis, «per dire basta con la reverenza a Roma e con Sardegna che mette soldi ed altri che prendono le decisioni, secondo uno schema che deve essere invertito, richiamando all’ordine i commissari». La settimana scorsa, ha ricordato il capogruppo di Forza Italia, «abbiamo risolto i problemi della Hydrocontrol, per cui ora dobbiamo fare altrettanto perché la situazione è sostanzialmente la stessa; in conclusione delle due l’una, o hanno preso in giro l’assessore o si sta tagliando fuori il Consiglio ma è certo che bisogna immediatamente revocare i licenziamenti, peraltro di dubbia legittimità».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha detto di credere nelle istituzioni, nel Consiglio e nell’autorevolezza della Giunta, per cui «auspico che non si ripeta il film già visto dell’ordine del giorno che non serve a nessuno e soprattutto non serve ai lavoratori licenziati; è inammissibile che per i commissari nominati fuori della Sardegna il primo atto della riorganizzazione siano i licenziamenti». Ho fiducia anche nell’assessore, ha concluso Daniele Cocco, «però questo è il tempo delle risposte e la prima deve essere la revoca dei licenziamenti».

Per il Pd il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini, sul piano operativo, ha messo in luce che «il problema immediato del ritardo nei pagamenti degli stipendi ai lavoratori Ara, manifesta l’evidente incapacità della macchina amministrativa regionale, con alcuni profili da verificare che potrebbero portare anche alla rimozione da incarichi». Quanto alla vicenda dei lavoratori Apa, secondo Franco Sabatini, «non possiamo accettare imposizioni da Roma senza alcuna interlocuzione, con la Regione ed i sindacati, senza tralasciare il tema generale di una forte resistenza ad applicare il trasferimento dei lavoratori da Ara a Laore; assumiamoci dunque le nostre responsabilità rivendicando il ruolo dell’assistenza tecnica pubblica su zootecnia sarda magari con una agenzia regionale o una società in house, affidiamo alla commissione Agricoltura una istruttoria rapida per scrivere una riforma e portiamola in Aula».

Piermario Manca, del Pds, ha espresso dissenso su trattamento unitario dei problemi Ara e Apa che invece sono distinti. Per quanto riguarda l’Ara, ha precisato, «ci sono stati quattro anni di attese inutili e, a parte il problema contingente, dobbiamo capire quale deve essere il futuro per la zootecnia sarda». Dopo aver ricordato le vicende dell’Aia che «prima mette due commissari e poi licenzia i lavoratori pagati dalla Regione e trasferisce alcune attività nella Penisola» Manca ha sostenuto che «tutto questo significa che allora non contiamo niente di fronte ad una situazione che vede una legge regionale non applicata, molti professionisti che lavorano da 35 anni in una Regione che vive da zootecnia, ed una Regione che paga l’80% dei costi e non incide sulle scelte». Tutto questo è inaccettabile, ha concluso, «ed è urgente che la Regione recuperare il suo ruolo».

L’on. Alessandra Zedda (FI) è partita nel suo intervento dalla “necessità di rivedere le agenzie che si occupano del settore agropastorale” ed ha aggiunto: “Credo che la Regione debba agire con un solo strumento normativo e con un solo comportamento. Quando la Regione ha voluto sistemare i problemi delle agenzie lo ha fatto in passato egregiamente. Non possiamo essere noi i primi che ritardano nei pagamenti o nelle riorganizzazioni di Ara e delle Apa: per quale ragione si è fermata questa riorganizzazione? Noi ci lamentiamo dello Stato che depotenzia i servizi in Sardegna e spostiamo a Ravenna i conti correnti”. L’oratore ha parlato dei licenziamenti in atto: “Bisogna capire cosa sta succedendo una volta per tutte e stoppare una volta per tutte i licenziamenti, come d’altronde chiedono le mozioni che stiamo discutendo”.

Per il Pd ha preso la parola l’on. Luigi Lotto e ha detto: “Sembrava che il problema fosse in via di soluzione e invece non è così. Ma certo il Consiglio regionale ha fatto quello che doveva fare, questo sì. Una cosa voglio dire: le Ara e le Apa svolgono funzioni differenti e le Apa fanno parte del sistema nazionale ma sono state scaricate sulle Regioni. La soluzione è una società in house? Parliamone, sentiamo cosa ne pensa al Giunta. Qualche sindacato propone di costituire un’azienda speciale. Vediamo. Certo nessuno di noi può accettare che 350 persone da domani vadano a spasso”.

L’on. Giovanni Satta (Psd’Az) ha detto che “il problema della riforma riguarda tutta Italia e non solo la Sardegna. Non è accettabile che i commissari con tanta arroganza abbiano operato licenziamenti illegittimi nelle Aia sarde e chiedo all’assessore Caria di prendere a cuore questa situazione e di affrontarla, non fidandosi dell’Aia che ha una situazione deficitaria ed è piena di debiti. Intanto i licenziamenti vanno sospesi e poi per l’Ara dobbiamo metterci noi a fare una riforma in senso sardo, visto che la legge comunitaria ce lo consente”. Per LeU ha preso la parola l’on. Eugenio Lai, che ha detto: “I cittadini guardano lontano dalla politica quando la politica non è in grado di cogliere l’essenza dei problemi. Noi non accettiamo l’idea che la politica trovi capri espiatori: dobbiamo assumerci la nostra responsabilità di legislatori e salvare i 13 dipendenti Aia licenziati. E dobbiamo creare un ente sardo che possa dare risposte alle esigenze del mondo agropastorale.  Questo deve fare la buona politica”. Il Pd è intervenuto con l’on. Antonio Solinas, che ha detto. “Dal 2009 si discute di questi temi e il Consiglio approvò la legge regionale 3 subito all’inizio di quella legislatura. Non spetta a noi dare attuazione alle leggi, visto che le risorse sono disponibili E in quella legislatura si chiedeva alla giunta regionale di attuare le norme della legge 3. E’ inaccettabile che due commissari romani vengano e gestiscano soldi e licenziamenti: fermiamo le bocce e verifichiamo che fine hanno fatto i finanziamenti che abbiamo erogato”. “E’ paradossale la giornata odierna, con la Regione che per peccati di omissione determina una situazione molto grave in un pezzo fondamentale della nostra economia, il settore agropastorale e la zootecnia”: lo ha detto l’on. Michele Cossa (Riformatori). E ha aggiunto: “Dobbiamo dare seguito allo sdegno, bloccando i licenziamenti  e soprattutto trovando una soluzione definitiva a una soluzione di precariato che non ha senso”. Per l’on. Paolo Truzzu (FLI) “non è accettabile che si debba arrivare sempre con l’acqua alla gola ad affrontare i problemi. Anche io ho iniziato l’avventura in quest’Aula con una mozione Aras, nel luglio del 2014. Oggi lo ribadisco: o la legge non è applicabile e va cancellata; oppure la legge deve essere applicata. Non ci sono alternative e oggi siamo a bomba, sempre sullo stesso punto: nessuno deve poter decidere sul futuro della zootecnia sarda, se non i sardi. Ed è chiaro che questa giunta e non solo questa deve rispondere di cosa è accaduto in questi anni. Non c’è un disegno sul futuro della zootecnia in Sardegna e questo lo dicono alcuni della maggioranza, non noi. Avete perso quattro anni inseguendo le piccole cose e da come parlate si vede che avete ricominciato la campagna elettorale”. “Già ieri in capigruppo ho manifestato la mia preoccupazione su questo tema sul quale regna la confusione totale”, ha detto l’on. Gianluigi Rubiu (Udc). “Si tratta di associazioni private alle quali la Regione manda con molto ritardo il loro contributo. E non è accettabile. Come non è accettabile che noi andremo via da quest’Aula senza aver risolto il  problema dei lavoratori licenziati, mentre è in corso il tentativo di portare a Roma i registri degli alberi geneaologici zootecnici della Sardegna. Questi sono fatti gravissimi che vanno affrontati in commissione, per risolverli”. Per l’oratore “non si possono stabilizzare e regionalizzare i dipendenti di Apa e Ara ma possiamo costituire una società in house che si faccia carico di questa gestione e assumere i lavoratori. Ma non si possono bloccare i finanziamenti perché equivale a bloccare gli stipendi dei dipendenti”. Il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, ha ricapitolato le proposte in campo: “Prima di tutto dobbiamo fermare i licenziamenti ma è altrettanto vero che non si è data attuazione alla legge regionale del 2009. Dobbiamo sistemare le professionalità con gli strumenti giuridici consentiti oggi e con la consapevolezza delle differenze tra il personale Ara e quello Apa. Ci aspettiamo una proposta concreta dalla giunta e in tempi rapidi: la soluzione può essere un’azienda in house o un’azienda speciale”. Per la giunta ha preso la parola l’assessore Pierluigi Caria (Agricoltura), che ha espresso la posizione dell’esecutivo: “Condivido la mozione dell’on. Gianfranco Congiu ma deve essere chiaro che Apa e Ara sono due associazioni private che prestano servizi alla Regione per il tramite di Laore.  E se il problema dal 2009 non è stato risolto una qualche ragione ci deve essere. Ma la tutela dei posti di lavoro deve essere garantita e dobbiamo affrontare il problema degli stipendi non pagati da quasi un anno all’Apa  e pure quello della tutela del mondo dell’agricoltura e dell’allevamento. Io rilancio rispetto a quello che sta affermando l’Aula: sono pronto alla riorganizzazione delle agenzie, di tutte le agenzie, anche se siamo alla fine della legislatura”. L’assessore Pierluigi Caria ha proseguito su Apa e Ara: “In questi mesi ci siamo riuniti per affrontare il problema del personale e dei conti , visto che i debiti delle Apa hanno superato 4 milioni di euro, con 60 tecnici e 30 amministrativi in carico. Ma è chiaro che serve un piano industriale per capire come si devono riorganizzare le Apa e come devono rimanere in piedi una volta risanati i conti. Siamo disposti a dare una mano sulla riconversione del personale, sulla riformazione e sui pensionamenti anticipati ma in accordo con i dipendenti e con i sindacati. Io ho già chiesto la sospensione dei licenziamenti ai commissari e ho aggiunto che non è accettabile procedere in questo modo senza preventivamente informarci. Sto ancora aspettando il progetto dei due commissari ma posso già dire che l’incontro dovrà tenersi il 22 marzo. L’aspettative, invece, dei lavoratori dell’Ara è differente ce ne stiamo occupando”. Per l’assessore al Personale, Filippo Spanu “la situazione dell’Aras è quella che sto seguendo. direttamente e che sto cercando di risolvere ma abbiamo bisogno di un orientamento politico coeso e chiaro. La norma del 2009 aveva dei problemi di applicazione e i problemi si sono poi aggravati  con i decreti Brunetta e Madia. Abbiamo dunque cercato di dare esecuzione a una legge che si è rivelata, nei fatti, inapplicabile sotto il profilo dei vincoli che impediscono le assunzioni. Anche gli enti in house e le aziende speciali stanno sotto vincoli della Ue per il Piano di sviluppo rurale e della legge Madia, che dovranno essere esaminati prima di procedere: noi abbiamo il dovere di muoverci ma anche il dovere della verità. E’ chiara la posizione del Consiglio regionale: riformare con legge il sistema di sostegno e di aiuto alle campagne. Voglio però precisare che la Regione non ha fatto una stabilizzazione che non seguisse quanto previsto dalla legge del Consiglio regionale”.

In sede di replica, il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu (primo firmatario della mozione n. 392) ha riconosciuto la “buona fede” dell’assessore Pierluigi Caria ma ha lamentato con durezza la sottovalutazione del dato politico e cioè “che cosa  fare del sistema agricolo della  Sardegna”. «L’assessore è un politico – ha spiegato l’esponente della maggioranza – e dovrebbe avere scolpita la “Esse” di Sardegna e della sardità e non può dunque limitarsi ad una difesa d’ufficio del comparto zootecnico ma deve farsi carico del rilancio della zootecnia e dell’agricoltura in Sardegna».

Sempre in sede di replica, in qualità di presentatore dell’interpellanza n. 331, il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha ribadito le volontà manifestate dal Consiglio regionale nel corso dell’articolato e partecipato dibattito: la salvaguardia dei posti di lavoro nell’associazione regionale allevatori (ARA) e a Apa insieme con l’invito alla commissione Agricoltura perché sia predisposto un disegno di legge che risolva definitivamente il problema. «L’assessore Pierluigi Caria – ha quindi concluso Attilio Dedoni – assuma però in Aula l’impegno per ritirare i licenziamenti in Ara».

Interpellanza 331 replica di Attilio Dedoni (Rifromatori), c’è la necessità ceh la commissione presenti un disegno di legge, perché ordini del giorno vengono vanificati. Il Consiglio vuole un animante salvaguardare i posti di lavoro e trovare le soluzioni adeguate per Apa e Ara. La commissione prepari un disegno di legge e lo porti subito in Aula: vogliamo risolvere il problema. Subito l’impegno all’assessore per ritirare i licenziamenti.

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, ha ribadito la richiesta dello “stop ai licenziamenti dei tredici dipendenti Ara” e si è detto indisponibile a siglare “ordini del giorno inutili”. «Da qui si esce con qualcosa di immediatamente praticabile – ha dichiarato il consigliere della maggioranza – o un disegno di legge o l’impegno della commissione di produrlo in tempi brevissimi».

Alessandra Zedda (Fi) si è detta siamo in linea con quanto affermato da Gianfranco Congiu, Attilio Dedoni e Daniele Cocco, ma ha ribadito che insieme con l’impegno del Consiglio serve un impegno serio da parte della Giunta: «Acceleriamo i tempi e se occorre una nuova norma siamo pronti a discutere da subito».

Piermario Manca (Pds) ha definito “limitate” le risposte fornite dagli assessori Caria e Spanu: «Serve riorganizzare la zootecnia e ricordo all’assessore che non si vive di parole ma servono fatti e serve dire entro quanto sarà proposta la legge».

Antonio Gaia (Upc): «Condivido le considerazioni dell’assessore Spanu e mi preme non prendere in giro i lavoratori: se si può fare qualcosa diciamo subito cosa possiamo fare, tenendo conto delle norme nazionali e costituzione».

Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp) ha ribadito l’invito al lavoro nella commissione Agricoltura con due obiettivi: dare prospettiva  al mondo agropastorale e tutelare i diritti dei lavoratori. «Ci sono 13 lavoratori che vanno a casa – ha concluso il consigliere della maggioranza – e quindi serve trovare una soluzione immediata».

Luigi Lotto (Pd) ha annunciato al disponibilità della commissione da lui presieduta a prendere in carico le questioni di Ara e della zootecnia ma ha rpecisato che “ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità”.

Valerio Meloni (Pd): «È necessario risolvere problema Ara e Apa ma non si perda l’occasione per affrontare la rivisitazione dell’articolazione della agenzie: cogliamo dunque l’occasione e portiamo in Aula anche la riforma delle agenzie agricole».

Alessandra Zedda (Fi): «Nessuno cerca stabilizzazioni non in linea con le norme e la costituzione ma Consiglio e giunta siano impegnati per risolvere il problema dei lavoratori e per la riorganizzazione di Agris, Laore e Argea».

Franco Sabatini (Pd) ha lamentato il continuo ritardo nei pagamenti all’Ara ed ha invitato l’assessore a ricercare le ragioni di tali ingiustificate pratiche. Il presidente della commissione Bilancio ha quindi incalzato l’esecutivo affinché “entro dieci giorni si presenti un disegno di legge, oppure provvederà la commissione Agricoltura in sede redigente”.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu (Udc) ha auspicato una soluzione immediata per i lavoratori: «La commissione stabilisca termini e date e non serve riparlare di tutto per poi non concludere niente».

Marco Tedde (Fi): «Il dato politico che emerge dal dibattito è la sfiducia del centrosinistra verso l’assessore dell’Agricoltura». A giudizio del consigliere della minoranza “spetta a lui l’onere della proposta e non serve scaricare responsabilità sulla commissione”.«Vogliamo la proposta della Giunta – ha concluso Tedde –  che salvaguardi i posti di lavoro dell’Ara e che riforma enti e agenzie agricole».

Il consigliere Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp) ha quindi chiesto una sospensione dei lavori sulle mozioni per consentire a Giunta e commissione di esaminare un’eventuale proposta normativa.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi ricordato che senza un ordine del giorno unitario devono essere votate le mozioni in discussione. Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, di è detto contrario alla sospensione ed ha chiesto lumi sulla programmazione dei lavori dell’Aula. Il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu, ha però reiterato la richiesta di sospensione per predisporre un documento unitario e il presidente del Consiglio ha accordato la sospensione ed ha annunciato la ripresa dei lavori al pomeriggio e l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo.