5 November, 2024
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Le “lollas” – casette storiche – di un villaggio disabitato attorno a un nuraghe si trasformeranno per un weekend di fine agosto in padiglioni, palchi musicali, musei, sedi di laboratori interattivi e convegni. È l'”Expo della musica sarda”, ovvero “Is sonus de is perdas fittas” che animerà il micro centro attorno alla chiesa di San Simone a dieci chilometri da Escolca – nel sud Sardegna – dal pomeriggio di sabato 31 agosto alla sera di domenica primo settembre (l’ingresso giornaliero ha un costo di 5 euro). L’evento – organizzato dall’associazione culturale Iscandula, in collaborazione con la Pro loco di Escolca – è dedicato alla memoria di Antonello Trudu (cultore di musica sarda del paese). Un evento pionieristico nel suo genere che punta al dialogo tra realtà istituzionali come il Conservatorio e le tante scuole di launeddas attive da decenni. Un luogo di confronto tra poeti, suonatori itineranti (organetto, launeddas, benas, fisarmonica) ed il pubblico. Un percorso che si snoda tra mostre fotografiche, dibattiti di archeoastronomia, prove pratiche con gli strumenti tradizionali della musica sarda affiancati dai Maestri, concerti e infine – ogni sera – Bell’Arrosa, un ballo sardo collettivo sotto le stelle di fine estate nella prima e unica discoteca dedicata alle danze isolane. Il tutto arricchito dalla presenza del noto fotoreporter nazionale Uliano Lucas, da concerti e performance improvvisati nonché dai servizi del punto ristoro.
Il programma. In apertura, alle 17.00, di sabato 31 agosto i saluti del sindaco di Escolca, Eugenio Lai e del presidente della Pro loco, Aldo Piras. Il padrone di casa Dante Olianas, presidente dell’associazione Iscandula e direttore artistico, presenterà brevemente il programma e l’idea di partenza: la prima fiera della musica sarda, un luogo di scambio e di crescita per addetti ai lavori ma anche per i profani. Alle 17.30, il primo degli incontri del sabato che saranno coordinati dal giornalista Pier Sandro Pillonca, il tema è archeologia e archeoastronomia: interverrà Arnold Lebeuf (ex docente di Storia delle Religioni a Cracovia) con un contributo su Il pozzo di Santa Cristina, un osservatorio lunare; a seguire Mauro Peppino Zedda – archeoastronomo di Isili, autore di diverse pubblicazioni sulla civiltà nuragica – con Il significato astronomico dei nuraghi e L’allineamento del nuraghe del villaggio di Nuraxi al solstizio estivo. Alle 18.00, si discute di sviluppo con gli imprenditori locali, per una sessione di interventi dal titolo Idee e pratiche per lo sviluppo del territorio. Parleranno Viviana Sirigu, responsabile del panificio Kentos, Artemio Olianas, responsabile delle cantine Olianas di Gergei, Paolo Cortis, responsabile di Zafferano Cortis di Villanovafranca; in chiusura ancora Dante Olianas dialogherà su Le potenzialità turistico-culturali del villaggio di Nuraxi.
Domenica pomeriggio primo settembre si continua con gli appuntamenti moderati da Enzo Vacca noto Liboriu (artista e socio fondatore di Iscandula). Il via alle 17.00, con il convegno “La musica sarda nella scuola italiana”, interverranno Giorgio Sanna e Gianluca Floris, rispettivamente direttore e presidente del Conservatorio di Cagliari. Il primo illustrerà “Il ruolo istituzionale dei Conservatori nella valorizzazione della cultura del territorio”, il secondo scenderà nei dettagli con “L’esperienza della classe di Launeddas al Conservatorio di Cagliari”. In chiusura Paolo Zedda – ex consigliere regionale e primo firmatario della legge 22/2018 sulla disciplina della politica linguistica regionale – parlerà de “Una tutela della lingua sarda e delle arti proprie della Sardegna”. Dalla lingua sarda all’antropologia, alle 18.00, con “La Sardegna di Bentzon”, il più importante studioso della musica sarda. L’intervento di Ignazio Macchiarella, docente di Etnomusicologia dell’Università di Cagliari si concentrerà su: “Bentzon nella ricerca sulla musica sarda”, è quindi la volta di Uliano Lucas che analizzerà – da fotoreporter – “La Sardegna nelle foto di Bentzon dal ’55 al ’65”; a seguire la testimonianza di Christian Ejlers, compagno di viaggio di Andreas Bentzon con: “La Sardegna degli anni ’50 vista da due giovani intellettuali danesi”. Infine, “Un omaggio a Bentzon”, a cura di Paolo Frau, ex assessore della Cultura del comune di Cagliari.

Le attività. In alcune “lollas” del villaggio sarà visitabile la mostra fotografica Nimbus con gigantografie, sagome e i formati 50 x 50. Sono tutte riproduzioni degli scatti dell’antropologo danese Bentzon realizzate tra il 1955 e il 1965. Una lolla in particolare sarà dedicata al rapporto stretto tra il danese con il Maestro di Villaputzu che suonava ad Escolca per il carnevale, Antonio Lara: un viaggio attraverso foto e lettere. Alle 19.30 di sabato e domenica una guida d’eccezione: il fotoreporter di fama internazionale, Uliano Lucas.
In altre lollas ancora musica dal vivo con l’opportunità di interagire insieme ai Maestri-costruttori. Nei laboratori: launeddas (Franco Melis, Luciano Montisci, Peppe Cuga, Giancarlo Seu, Nino Mura ed Ignazio Olianas), sonallas ossia campane (Ignazio Floris, da Tonara), set di campanacci (Pitano Perra), tamborra-tamburo (Gavino Sedda, Gavoi), benas e altri oggetti sonori (Mondo Usai, Seneghe). Chiudono il cerchio con la voce che si fa strumento il gruppo tenore Su cuntrattu di Seneghe che si esibirà il 31 agosto, mentre i cantori Filippo Urru e Rossano Cardia (basciu e contra) accompagneranno i poeti Paolo Zedda e Severino Monni si potranno ascoltare il primo settembre.
Vibrazioni del passato: nella lolla numero 4 (dentro il nuraghe) si potranno osservare da vicino le repliche degli strumenti dei bronzetti nuragici. Non solo una semplice esposizione: si potrà sentire il loro suono, da confrontare con quello di altri strumenti del Mediterraneo. Il laboratorio è a cura di Pitano Perra (esperto costruttore di strumenti musicali di Maracalagonis).
Spazio alla sperimentazione musicale sotto la guida dei Maestri di launeddas arrivati dal Campidano, dal Sinis e dal Sarrabus sulla scia di corsi e scuole già avviate. Le lollas diventano così punti di contatto tra le scuole di musica di Gigi Arisci (Cagliari), Stefano Cara (Sinnai), Andrea Pisu e Giancarlo Seu di Villaputzu, Stefano Pinna (Cabras), Orlando Mascia (Maracalagonis, Capoterra e Villa San Pietro), Franco Melis (Tuili), Bruno Camedda (Musei, Maracalagonis, Santadi, Siliqua, Elmas e Ussana).
Musica e poesia saranno anche itineranti grazie al gruppo di artisti in movimento: il tenore Su cuntrattu de Seneghe, i poeti Severino Monni e Paolo Zedda insieme al cantante Alberto Zucca; alle launeddas Peppe Cuga, Franco Melis, Nino Mura, Paolo Olianas e Giancarlo Seu che suonerà anche la fisarmonica insieme a Marcello Caredda. All’organetto diatonico Luca Schirru.
La locandina dell’evento è stata realizzata da Massimo Congiu Carboni, suonatore di launeddas, architetto e grafico.

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Il suono di quelle launeddas arrivava da lontano ed era il testimone per eccellenza della Scuola del Campidano. Per questo il giovane antropologo danese Andreas Fridolin Bentzon, un pioniere nello studio dello strumento principe della tradizione sarda, arrivò nel 1958 fino a loro: ai “maestri di Pirri”, Tziu Efisiu Cadoni e Tziu Beniaminu Palmas. I due erano infatti considerati – insieme a Dionigi Burranca – massimi esponenti della scuola del sud Sardegna, sebbene entrambi fossero dei “trapiantati”: il primo da Ussana, il secondo da Sinnai. Erano arrivati molti anni prima nel centro alle porte di Cagliari per poter stare più vicino ai Maestri, apprendere tecniche e suonate, nonché trovare occasioni di ingaggio. Bentzon li consultò – durante una delle sue missioni sul campo – come suonatori, ma anche come “giudici” esperti; erano infatti anziani – soprattutto Palmas (classe 1875) ormai non suonava più – ma, considerata la proficua carriera, poteva prestare i suoi giudizi sulle registrazioni raccolte. In particolare si espresse sul lavoro di Pasquale Erriu, originario di San Nicolò Gerrei, allievo di Giannicu Pireddu; oltre alle consulenze, invece, Tziu Efisio Cadoni (classe1891) poté condividere anche la sua musica: era infatti ancora attivo. Bentzon non perse l’occasione e registrò alcuni brani religiosi di straordinaria potenza che furono inseriti nel disco preparato per il noto antropologo Alberto Mario Cirese, in seguito pubblicato in Lp nel 1974 e recentemente rieditato, in versione ufficiale, dall’associazione culturale Iscandula.

A quasi settant’anni da quell’incontro proprio l’associazione culturale Iscandula con la collaborazione della Regione Sardegna, del Comune di Cagliari, della Municipalità di Pirri, di Labimus/ Dipartimento di Storia Beni Culturali e del Territorio dell’Università di Cagliari e la Scuola Secondaria di primo grado Giacomo Leopardi di Pirri, ha realizzato alcune ricerche sulla biografia dei due Maestri, sui materiali lasciati e sui loro strumenti che, per l’occasione, riprenderanno vita e saranno suonati da alcuni giovani suonatori. A questo lavoro collettivo è dedicato l’evento aperto a tutti – estimatori, appassionati o semplici curiosi – di venerdì 22 dicembre (alle 17.00) presso il teatro della Scuola in via dei Partigiani a Pirri.

Il programma. A dare il benvenuto al pubblico saranno Valentino Pusceddu, dirigente scolastico; Paolo Secci, presidente della Municipalità di Pirri; Paolo Frau, assessore alla Cultura del Comune di Cagliari e le nipoti dei due suonatori: Maria Grazia Cadoni – nipote di Tziu Efisiu Cadoni – e Tilde Cabras, nipote di Tziu Beniaminu Palmas. Parola quindi a Dante Olianas, presidente dell’associazione culturale Iscandula, che coordinerà gli interventi arricchendo la serata di aneddoti e curiosità soprattutto sul rapporto tra il giovane Bentzon e i due Maestri di Pirri: spazio alle fonti dirette con la lettura di passi estrapolati dal Diario dello studioso danese. La prima relazione sarà a cura di Giulia Vaccargiu, ricercatrice dell’Università di Cagliari, collaboratrice di Labimus, dipartimento di Storia Beni Culturali e territorio, che illustrerà la sue ricerche sulla vita di Tziu Efisiu Cadoni e le sue attività artistiche condotte attraverso l’analisi incrociata di documenti e testimonianze.  

La biografia dell’altro Maestro, Tziu Beniaminu Palmas, sarà raccontata da Michele Deiana, suonatore di launeddas e ricercatore, che ha raccolto le informazioni “sul campo” direttamente dai familiari. All’ingegner Pitano Perra (esperto di musica tradizionale sarda e costruttore di strumenti) il compito di presentare l’analisi e le misurazioni fatte sulle launeddas originali di Palmas che risultano tra le più antiche di cui si abbia notizia. Non solo numeri e descrizioni ma si potrà ascoltare la loro melodia: saranno infatti suonate dal vivo insieme alle copie fedeli realizzate da Perra e dal Maestro costruttore Luciano Montisci. A seguire Gianluca Piras, anche lui ricercatore e suonatore, approfondirà il tema con un intervento dedicato: Is sonus de Tziu Beniaminu Palmas. Chiuderà il ciclo di interventi Pietro Frau, ricercatore e curatore della mostra sui due Maestri che il pubblico potrà osservare e commentare in serata. Prima dei saluti il concerto di launeddas di Michele Deiana e Gianluca Piras.

 

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Una scoperta inattesa e una ricerca dettagliata a caccia dell’identità, della storia, e dei suoni di tre strumenti ritrovati. Si tratta di launeddas di autore ignoto – probabilmente costruite attorno agli anni Cinquanta – che appartengono alla collezione del Museo Sardo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Cagliari. Un tesoro nascosto rinvenuto dal presidente dell’Associazione Iscandula, Dante Olianas, durante una delle ricerche sulla musica tradizionale sarda, grazie ai suggerimenti del coordinatore del museo, il dottor Marco Melis.  

È nata così l’idea di scandagliare il loro passato con un esame scientifico a partire dalle loro caratteristiche tecniche. Il compito è stato affidato a due rinomati costruttori ed esperti di strumenti sardi: i maestri Luciano Montisci e Pitano Perra. Al loro fianco un team di tre giovani suonatori e costruttori – Gianluca Piras, Michele Deiana e Graziano Montisci – che hanno misurato, restaurato e reso di nuovo funzionanti gli strumenti. Nonché ne hanno riprodotto delle copie fedeli per ricrearne le sonorità.

Ai risultati di questo importante lavoro è dedicato l’incontro di martedì 20 dicembre, alle 18.00, a Cagliari presso la sede dell’Associazione, in via Azuni, 46. Gli interventi, destinati anche a semplici appassionati, saranno poi accompagnati dalle note della musica delle launeddas.

In apertura il saluto di Emanuele Sanna, docente di Antropologia dell’Università di Cagliari e responsabile del Museo; a seguire Paolo Frau, assessore alla Cultura del Comune di Cagliari e Dante Olianas, presidente dell’associazione Iscandula.

La parola passa quindi a Marco Melis, dottore di ricerca in Scienze Antropologiche, che illustrerà la storia e le rare collezioni conservate nel piccolo ma prezioso Museo dell’Università, spesso sconosciuto pure agli appassionati di etnografia. Dante Olianas racconterà come sono stati ritrovati gli strumenti e come è nato, e si è concretizzato, il progetto. Spazio quindi ai ricercatori: Michele Deiana, spiegherà l’analisi delle caratteristiche tecniche; parlerà poi Gianluca Piras che ha misurato le tre launeddas (secondo i parametri utilizzati dall’antropologo danese Andreas Bentzon, uno degli studiosi più importanti della musica tradizionale sarda); e infine Graziano Montisci, che ha collaborato con Perra alla ricostruzione.

A seguire i maestri Luciano Montisci e Pitano Perra illustreranno le loro impressioni: la datazione, il probabile identikit dei costruttori, la qualità dello strumento, l’uso che ne è stato fatto e le problematiche emerse durante le sessioni di lavoro. Dalla teoria alla pratica: a seguire un concerto di launeddas in cui verranno utilizzati sia gli strumenti ritrovati, sia le copie ricostruite. Si esibiranno i suonatori Gianluca Piras, Michele Deiana e Graziano Montisci. In chiusura un buffet aperto a tutti a base di prodotti sardi.