25 November, 2024
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Imane Khelif, pugile algerina, ha vinto la medaglia d’oro, nella categoria pesi Welter, alle Olimpiadi di Parigi/2024. Il suo torneo pugilistico venne turbato dal ritiro intempestivo della rivale italiana Angela Carini dopo un primo potente pugno al volto. Nei media italiani si creò subito uno schieramento:
– quelli pro-Carini che accusavano Imane Khelif d’essere impropriamente sul ring femminile nonostante avesse caratteristiche fisiche di tipo maschile;
– quelli pro-Khelif che sostenevano la legittimità di quell’incontro in quanto non vi erano dubbi sulla sua femminilità.
E’ riemerso il problema dell’”identità di genere”.
Per capire in quale assurdo ginepraio ci siamo addentrati, convinti di dire cose semplici sul chi sia maschio e chi sia femmina, è necessario rivedere su quali basi storiche, giuridiche e biologiche si identificano il sesso maschile e femminile.
Il problema dell’identità di genere nell’essere umano viene discusso approfonditamente da oltre 2.500 anni, ad iniziare dalla mitologia greca, dai filosofi, dai biologi, dai religiosi, dagli psicologi, dai sociologi dai giuristi, e oggi dai social.
L’”identità” in generale, da quella razziale, a quella culturale, a quella religiosa, etc., è una questione difficilissima. Se ne accorse tristemente Carlo Linneo, il naturalista che per primo tentò di definire il genere “HOMO” nel lontano 1758. Egli ebbe molte difficoltà: venne avversato dagli opinionisti del tempo, quando pubblicò la sua prima classificazione dei resti ossei fossili che “identificò” come appartenenti al genere “HOMO” All’inizio classificò come “Homo” tutti gli scheletri fossili associabili ad attività intelligenti come la fabbricazione di utensili. Con sua sorpresa, nella società civile, in quella scientifica e nella religiosa emersero vivaci contestazioni quando si vide che aveva incluso fra gli “Homo” anche i resti fossili delle grandi scimmie antropomorfe che precedevano l’“Homo sapiens”. A causa di problemi di identità ideologica egli allestì subito una seconda classificazione in cui separò accuratamente l’“Homo sapiens”, dall’”Homo Abilis”, dallo Australopitecus” e dall’Homo Heidebergensis. Così distinse quelli con cranio più piccolo (Ominini) da quelli con cranio più grande.
Fra quest’ultimi incluse l’Uomo di Neanderthal (estinto 25.000 anni fa), e l’Uomo di Flores (estinto 12.000 anni fa).
Già questo fatto dimostra quanto sia difficile definire chi sia “Homo” e chi non lo sia. E’ sicuro che l’”Homo sapiens” deriva per evoluzione dalla scimmia, ed è sicuro che durante l’evoluzione del DNA siano comparsi un numero enorme di aspetti somatici e forme diverse sia di “ominini” che di uomini. E il percorso dell’evoluzione non è finito. Continua ancora oggi come in passato.
Proprio a causa della continua e ininterrotta evoluzione di A-G-T-C (che sono i mattoni del DNA, e di A-G-T-U (i mattoni di RNA), la nostra specie è riuscita a sopravvivere nel pianeta Terra. Tale differenziazione e mutazione continua dei caratteri genetici, inarrestabile nel tempo, venne capita e descritta da Charles Darwin nel suo libro “L’Origine delle specie” del 1859. Egli capì che il cambiamento continuo del cammino della differenziazione genetica attraverso le mutazioni, era necessario per avere sempre a disposizione il tipo di “umano” più adatto a sopravvivere nelle varie condizioni avverse che si sarebbero incontrate.
Watson e Crik nell’anno 1953 si scoprì la “doppia elica del DNA” e aprì la strada “progetto Genoma”.
Nel 1983 il Governo Americano affidò la direzione del centro di ricerche genetiche a Francis Collins affinché sequenziasse completamente il DNA umano. Nell’anno 2000 Bill Clinton e Tony Blair presentarono al mondo la prima bozza dell’intero DNA umano allestita da Craig Venter e Francis Collins. Nel discorso di presentazione Bill Clinton previde la possibilità di analizzare e separare in laboratorio i vari geni contenuti nel DNA (quelli che definiscono il colore dei capelli, degli occhi, della corporatura, della differenziazione sessuale, dell’intelligenza, dei tumori e delle malattie genetiche, etc.). Si prospettò già allora la possibilità di eseguire procedure di ingegneria genetica allo scopo di migliorare il genoma.
Questa nuova possibilità di interferire sull’opera dei Madre Natura ha creato una rivoluzione: prima del 2000 le mutazioni nell’evoluzione genetica erano opera esclusiva di Madre Natura; dal 2000 l’Uomo può interferire sull’ordine naturale dell’Evoluzione. La possibilità di indurre, in laboratorio, mutazioni pilotate del DNA, genererà una nuova definizione della “identità umana”. Necessariamente verranno distinti gli Uomini “mutati in laboratorio” da quelli “non mutati” e potrà derivarne un problema sociale.

Verranno discriminati i “migliorati geneticamente” e quelli “non migliorati” dotati del solo DNA naturale. Ne potrà derivare un problema sociale e politico già sperimentato in epoche recenti: “l’eugenetica” o selezione della “razza migliore”. Potrà imporsi uno nuovo strato sociale di super-umani dominanti e uno strato sociale di umani, inferiori geneticamente, assoggettati ai primi.

Il problema di “identità di genere”, appena sfiorato, e impropriamente gestito, col caso Khelif-Carini, sarà nulla in confronto a ciò che potrà avvenire in futuro.
Oggi, 11 agosto 2024, chiuse le Olimpiadi rimane in piedi un clima di “scontro identitario di genere”.
Uno scontro di cui esistono documenti storici da almeno 2.500 anni a questa parte.
Gli antichi Greci si limitavano a prendere semplicemente atto di ciò che vuole la Natura. Già Platone fece descrivere ad Aristofane lo spettro delle diverse manifestazioni di genere sessuale connaturate all’Umanità. Essi ritenevano che la perfezione stesse nella somma delle qualità di genere e fra le divinità vennero inclusi gli “ermafroditi”. Soggetti dotati di qualità maschili e femminili. Il tema sulla esistenza in Natura degli “intersessi”, secoli prima di Platone, era stato già affrontato dalla filosofia trascendentale iraniana che aveva dato luogo allo sviluppo di una corrente culturale molto influente: quella degli gnostici.
Questi ritenevano che il Demiurgo avesse creato un’umanità imperfetta e che questa avrebbe potuto avvicinarsi al Dio perfetto attraverso la “conoscenza”. Secondo la loro visione tutto era imperfetto; assolutamente tutto e tutti gli esseri viventi avrebbero potuto migliorarsi solo con la “conoscenza”.
Questo concetto di imperfezione connaturata all’uomo entrò in tutte le religioni successive e ne nacque la distinzione tra un “mondo del Bene” e un “mondo del Male”. Ne derivarono correnti intellettuali che estremizzarono il significato di “male”, insito nel sesso e nella capacità riproduttiva degli esseri umani, tanto che giunsero ad imporre ai seguaci imposizione di astinenza assoluta dal sesso e il divieto di procreazione. Fu la corrente dei Catari. Nel 1200 i Catari vennero dichiarati eretici dai Cristiani e la loro corrente fu soffocata nel sangue.
Fu una strage basata sulla lotta culturale scatenata dal diverso modo di concepire l’idea di “identità” sia dell’essere umano, sia della distinzione maschio/femmina.
In quel caso la diversa idea di “identità” venne risolta con una strage. Sappiamo che in seguito, con la retorica della “identità”, anche nella storia recente avvennero altre assurde stragi.
La scienza del 1900 ha dimostrato che l’“identità sessuale” è un concetto che necessita di una classificazione riconosciuta da protocolli allestiti dalla Comunità scientifica internazionale.
In base a quei protocolli la “identità sessuale “ può essere determinata da:
1° Gli ormoni: la prevalenza di testosterone indirizza verso la mascolinità. La prevalenza di Estrogeni indirizza verso la femminilità.
2° La psiche: determina il convinto orientamento personale di genere verso una personalità maschile o femminile.
3° Il DNA: I cromosomi sono in numero di 46 n distinti in 23 coppie; la 23ª coppia è XX nelle femmine, XY nel maschio.
Gli scienziati indicano 4 modelli diversi utilizzabili nell’identità sessuale:
a) Sesso somatico o fenotipo: è dato dai caratteri sessuali primari che sono i testicoli e il pene nel maschio; la vagina, l’utero e le ovaie nelle femmine.
b) Sesso ormonale: prevalenza di gonadotropine e ormoni sessuali (più testosterone nei maschi, più estrogeni nelle femmine).
c) Sesso psichico: orientamento della personalità prevalentemente maschile o femminile (indipendentemente dal sesso genetico, somatico, ormonale).
d) Sesso genetico: XY per i maschi; XX per le femmine.
All’interno di queste 4 classi esiste un’infinita variabilità sui vari gradi di differenziazione sessuale esistenti tra il modello maschile e quello femminile. La variabilità può comportare anche cambiamenti temporanei dell’orientamento sessuale: è la “fluidità di genere”.
Gli studiosi di Biologia molecolare (specialisti in genetica medica) e di ormoni (endocrinologi) dimostrano continuamente l’esistenza di modelli diversi di sessualità.

Nella pratica Urologico-Ginecologico-Andrologica si incontrano due sindromi che possono essere esempi utili per chiarire questi concetti:
Primo esempio: la Sindrome di Morris. E’ una sindrome dovuta alla assenza di recettori per il testosterone. Si tratta di neonati geneticamente maschi (XY) che non sviluppano i caratteri sessuali maschili perché il testosterone non riesce ad attivare i recettori delle cellule somatiche. Questi soggetti sono tuttavia sensibili agli estrogeni. Il risultato finale sarà lo sviluppo di un feto che alla nascita si presenterà con caratteri sessuali femminili. Anche lo sviluppo successivo (adolescenza-maturità) sarà caratterizzato da aspetto generale femminile sia nei caratteri sessuali primari (genitali esterni) che in quelli secondari (ghiandole mammarie, pannicolo adiposo, cute, peli). Questi soggetti presenteranno un’altezza superiore alla media femminile.
L’ostetrica che accoglierà questi bambini alla nascita noterà la presenza della vulva, della vagina e l’assenza dei testicoli. Nel momento della compilazione del certificato di nascita che verrà consegnato all’Anagrafe l’ostetrica certificherà la nascita di una bambina. Con quell’atto si certifica l’“assegnazione di genere”.
Con quell’atto, riconosciuto dalle leggi di tutto il mondo il neonato è per lo Stato una “femmina”.
Esistono anche forme di “insensibilità incompleta al testosterone “ che daranno luogo ad altre varianti con fenotipi ancora differenti.
Secondo esempio: la Sindrome di Klinefelter. In questo caso la 23ª coppia avrà un cromosoma sessuale in più: XXY.
I bambini con sindrome di Klinefelter nascono con aspetto dei genitali esterni di tipo maschile.
Successivamente i caratteri genitali primari saranno ipotrofici mentre i caratteri sessuali secondari svilupperanno in senso femminile (ginecomastia, cute senza peli scarsa muscolatura). Questi individui, come quelli con sindrome di Morris, non saranno fertili.
Esistono poi casi di varianti femminili con un eccesso di cromosomi sessuali: la 23ª coppia sarà rappresentata da tre X, ovvero XXX. La tripla X darà luogo alle “superfemmine” con caratteri femminili molto pronunciati (formosità).
Esistono casi con tripla Y, ovvero YYY. Si tratta dei “supermaschi”. Avranno possente muscolatura, sviluppo scheletrico aumentato, saranno eccellenti nello sport e saranno aggressivi.
Esistono casi da difetto di cromosomi nelle 23ª coppia. E’ il tipico caso della Sindrome di Turner (la 23ª coppia è sostituita da una sola X). Si tratta di neonate bambine che avranno uno scarso sviluppo dell’apparato genitale, dei caratteri secondari e dello sviluppo scheletrico.
Tutte queste varianti avranno grandi difficoltà a riprodursi.
Dopo queste premessa si comprende che l’”identità di genere” può essere molto difficile da definire.
Per evitare di entrare nella trappola dell’“identità” il CIO (Comitato Internazionale Olimpico) ha convenuto che il sesso ufficiale dell’atleta è il “sesso assegnato” alla nascita dal pubblico ufficiale a ciò deputato: l’ostetrica.
Durante les “Jeux Olympiques Paris 2024″ il CIO ha scelto il parametro della certezza legale basato su una convenzione internazionale.
Se fossero stati ignorati i parametri di “identità di genere” riconosciuto dai Parlamenti si sarebbe corso il rischio di discriminare un numero enorme di persone legittimate ad esistere godendo dei diritti costituzionali.
Nel mondo della Sessuologia esiste, con un certa frequenza, la richiesta di “riassegnazione di genere”.
Sono i casi in cui viene contestato il “sesso assegnato alla nascita”.
In questo caso la Legge affida agli scienziati esperti la decisione sul come indirizzare la riassegnazione.
Prendiamo il caso di un individuo che alla nascita sia stato assegnato al genere maschile, che però abbia manifestato in seguito un orientamento in senso femminile, e che chieda una “riassegnazione” al genere a cui sente di appartenere. In tal caso la Commissione di esperti, riunita dal Giudice, dovrà definire:
– a – quale sia il sesso somatico (l’aspetto fisico),
– b – quale sia il sesso genetico nel DNA (XX oppure XY),
– c – quale sia il sesso ormonale,
– d – quale sia il sesso psichico.
L’aspetto sessuale più difficilmente modificabile è il sesso psichico . Si tratta di soggetti che potrebbero entrare in uno stato di profonda sofferenza, fino all’autolesionismo nel caso non venissero soddisfatti nella loro identificazione psichica. Per questo motivo il “sesso psichico” sarà il parametro guida.

Il giudice, una volta ottenuti i pareri certificati dagli specialisti potrà autorizzare la messa in atto delle procedure per la “riassegnazione di genere”. Il chirurgo urologo e quello plastico ridefiniranno l’anatomia dei caratteri sessuali primari in senso femminile (raramente si fa in senso maschile).
L’Endocrinologo riequilibrerà l’assetto ormonale in senso femminile. Il sociologo e lo psicologo sosterranno l’inserimento sociale. Le spese potranno essere a carico dello Stato.
In questo caso il problema da risolvere ha un iter ben definito.
Il problema più grande, per il quale non esiste ancora un iter definitivo, si trova nei soggetti che non sono chiaramente orientati. Sono i Gender-fluid.

L’identificazione di genere è un tema studiatissimo da almeno 25 secoli e, nonostante l’impegno di eccellenti studiosi, il tema è aperto. Per questo, nonostante la sommarietà di quanto riferito, è difficile pensare che le scarne e deficienti informazioni diffuse con linguaggio così elementare dai social, possano essere utili a produrre un’opinione pubblica corretta. Il tema dell’”identità” è un tema sensibile e, se mal gestito, è pericoloso: può indurre dinamiche di esclusione, di discriminazione, fino al razzismo e alla violenza.

Mario Marroccu

Chiusura di sipario domani, domenica 24 aprile, a Iglesias per l’Oktave festival – OKTV, la tre giorni di mostre, installazioni, performance, dj set, masterclass e workshop dove l’arte e la scienza dialogano con le tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale.

Anche per l’intera giornata di domani sarà ricchissimo il ventaglio di proposte – tutte gratuite – pensate per cittadini, turisti e curiosi. Tra le novità della giornata spiccano l’installazione (nel centro culturale di via Cattaneo) di No hay banda, dove il concetto di spettacolo e di spettatore si intersecano in una esperienza multisensoriale ispirata al film “Mulholland drive” di David Lynch.

In serata invece, musica sperimentale con “Supranu Records Showcase”, in programma dalle 21.00 alle 22.00 nel giardino della biblioteca comunale. Si tratta di un progetto dell’artista lcc01234art, al secolo Emanuele Balia. A seguire sarà proposto “OKTV After Party”, il dj set dell’artista Stziopa, nome d’arte di Stefano Manconi.

Queste sono invece le altre proposte.

Installazioni. Nella villa dell’Associazione mineraria sarda c’è “ArtExMachina”, di Nima Gazestani e Simone Lumini. I grandi capolavori di artisti come Vincent Van Gogh o Frida Kahlo reinterpretati dalle macchine che ne propongono non una versione su tela, ma una digitale e interattiva in grado di avvolgere il visitatore in un ambiente immersivo.

Mostre. Nel Centro culturale di via Cattaneo è possibile visitare “OBSOLETE – NFT Social Expo. Gli NFT, l’arte digitale e le critpo-valute per mitigare le criticità socio-culturali”, la prima esposizione in Sardegna dedicata gli NFT (acronimo che sta per Non Fungible Token, cioè opere d’arte che popolano i mercati digitali). Ad accompagnare la mostra è allestimento legato al tema dell’obsolescenza e del riciclo.

Nella galleria di vico Domenico Meli c’è “Prompt Art Meta_Poiesis: IVLVS.MP4. Inconscio collettivo, algoritmi e reti neurali artificiali, scoprire la dimensione archetipa della A.I.”: testi antichi appartenenti al patrimonio antropologico ancestrale dell’umanità, come l’Odissea di Omero o il Mahābhārata di Vyāsa, vengono dati in pasto ad algoritmi addestrati nella creazione di arte visiva, dando vita ad opere originali stampate con “plotter su tela”, che esplorano la “visione archetipica” definita da Platone e dal filosofo Carl Gustav Jung.

Fluxus tribute. Nel Chiostro di San Francesco, dalle 15.00 alle 18.00, i più piccoli possono partecipare a dei laboratori artistici che omaggiano Nam June Paik, pioniere della videoarte e componente del network di artisti Fluxus (di cui fecero parte anche John Cage e Yoko Ono), e Joseph Beuys, pittore e performer tedesco.

Pic nic elettronico. Spazi di socialità sono quelli offerti dal Pic-Nic elettronico: dalle 12 alle 19 nel Giardino della Biblioteca comunale si potrà consumare un pranzo al sacco circondati da intallazioni artistiche, multimediali e sonore

Masterclasss e workshop. Nel Centro culturale di via Cattaneo proseguono le lezioni rivolte alle scuole primarie, medie e superiori di Iglesias e del liceo “Siotto Pintor” di Cagliari. In compagnia di insegnanti d’eccezione come Simone Lumini, ingegnere del suono, produttore musicale, cantante, Guido Tattoni, direttore di NABA- Nuova Accademia di Belle Arti, Milano, Riccardo Mantelli, artista e creative technologist, Nima Gazestani, interaction designer esperto nello sviluppo di installazioni interattive si affronteranno temi come “Pensiero parametrico e immaginazione computazionale”, dedicato ai nuovi approcci artistici basati sull’uso di strumenti non convenzionali come la programmazione, la new media art e l’arte generativa, cioè la capacità dell’intelligenza artificiale di creare sistemi autonomi in grado di produrre contenuti multimediali.

Dop questa sezione primaverile, Oktave festival- OKTV ritornerà dal 21 al 25 giugno per il suo segmento estivo. La manifestazione è organizzata dall’associazione Academia Terra, dietro la direzione artistica di Simone Lumini, ed è finanziata dal comune di Iglesias.

 

Da venerdì 22 a domenica 24 aprile Iglesias ospita il segmento primaverile della prima edizione di Oktave Festival – OKTV, tre giorni di mostre, installazioni, performance, dj set, masterclass e workshop dove l’arte e la scienza dialogano con le tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale.

Organizzata dall’associazione Academia Terra, dietro la direzione artistica di Simone Lumini, la manifestazione è realizzata in collaborazione con NABA – Nuova Accademia di Belle Arti Milano, la Fondazione Pinuccio Sciola, l’Associazione Culturale Tina Modotti e l’associazione EIA, Exploring Artificial Intelligence in Art, ed è una delle prime in Sardegna dedicata interamente alla “New Media Art”.

Estetiche post anni 2000 e post-internet animeranno l’iniziativa, nata in seno a un progetto triennale dedicato a tecnologia e cultura che lega i diversi partner con il territorio che li ospita (il progetto è interamente finanziato dal comune di Iglesias) e che sposa il digitale come forma di arte pubblica.

Accanto alle masterclass e ai workshop che coinvolgeranno gli studenti e le studentesse delle scuole primarie, medie e superiori di Iglesias e del liceo “Siotto Pintor” di Cagliari, sarà proposto un ampio ventaglio di iniziative aperte al pubblico, tutte gratuite.

Workshop. Ogni mattina dalle 9.00 alle 14.00 nel centro culturale di via Cattaneo appuntamento con il “NABA Boot Camp”, i workshop dedicati al creative coding (la capacità di usare elementi della programmazione per produrre arte) e all’interaction design (disciplina che esplora l’interazione tra uomo e macchine). Nella rosa dei docenti ci saranno esperti di primo piano come lo stesso Simone Lumini, ingegnere del suono, produttore musicale, cantante e direttore artistico, Guido Tattoni, direttore di NABA- Nuova Accademia di Belle Arti, Milano, realtà accademica insignita per il secondo anno consecutivo del prestigioso titolo di QS World University Rankings by Subject come migliore istituto italiano in ambito Art&Design, Riccardo Mantelli, artista e creative technologist, Nima Gazestani, interaction designer esperto nello sviluppo di installazioni interattive.

FLUXUS Tribute. Sono i laboratori artistici per l’infanzia che venerdì e sabato dalle 15.00 alle 18.00 saranno proposti nel giardino della biblioteca comunale e omaggeranno Nam June Paik, pioniere della videoarte e componente del network di artisti Fluxus (di cui fecero parte anche John Cage e Yoko Ono), e Joseph Beuys, pittore e performer tedesco.

Masterclass. Il 22 e 23 aprile dalle 17.00 alle 19.00 ancora nel centro culturale di via Cattaneo, Riccardo Mantelli e Guido Tattoni terranno diverse panel divulgativi: si va dal “Pensiero parametrico e immaginazione computazionale”, dedicato ai nuovi approcci artistici basati sull’uso di strumenti non convenzionali come la programmazione, alla new media art e all’arte generativa, cioè la capacità dell’intelligenza artificiale di creare sistemi autonomi in grado di produrre contenuti multimediali.

Pic-Nic Elettronico. Ogni giorno dalle 12.00 alle 19.00 il Giardino della biblioteca comunale si trasforma in uno spazio di socialità: la chiamata alla popolazione, ai visitatori, ai curiosi e ai  turisti è partecipare a un pranzo al sacco atipico, in cui gli spazi di verde pubblico sono popolati da installazioni artistiche, multimediali e sonore.

Mostre. Da venerdì a domenica, dalle 9,30 alle 21,30, la Galleria Lamarmora di vico Domenico Meli, tra gli spazi più affascinanti della città mineraria, propone “Prompt Art Meta_Poiesis: IVLVS.MP4. Inconscio collettivo, algoritmi e reti neurali artificiali, scoprire la dimensione archetipa della A.I”: testi antichi appartenenti al patrimonio antropologico ancestrale dell’umanità, come l’Odissea di Omero o il Mahābhārata di Vyāsa, vengono dati in pasto ad algoritmi addestrati nella creazione di arte visiva, dando vita ad opere originali stampate con “plotter su tela”, che esplorano la “visione archetipica” definita da Platone e dal filosofo Carl Gustav Jung.

“OBSOLETE – NFT Social Expo. Gli NFT, l’arte digitale e le critpo-valute per mitigare le criticità socio-culturali”. E’ la prima mostra di NFT (acronimo che sta per Non Fungible Token, cioè opere d’arte che popolano i mercati digitali) realizzata in Sardegna. Verrà inaugurata la mattina del 22 aprile alle 10,30 nel Centro Culturale di via Cattaneo e sarà accompagnata da un allestimento legato al tema dell’obsolescenza e del riciclo.

Installazioni. Dal 22 al 24 aprile dalle 10.00 alle 19.00 la villa dell’Associazione mineraria sarda ospita “ArtExMachina”, di Nima Gazestani e Simone Lumini. I grandi capolavori di artisti come Vincent Van Gogh o Frida Kahlo, reinterpretati e ridipinti dalle macchine che ne propongono non una versione su tela, ma una digitale e interattiva in grado di avvolgere il visitatore in un ambiente immersivo.

Dal 24 aprile nel centro culturale di via Cattaneo sarà visitabile “No hay banda”: qui il concetto di spettacolo e di spettatore si intersecano in una esperienza multisensoriale ispirata al film “Mulholland drive” di David Lynch.

Live performance. Per tutta la durata della rassegna dalle 17.00 alle 21.00 in piazza La Marmora l’attrice e performer Michela Atzeni, in collaborazione con Riccardo Sarti ed Academia Terra, propongono BOXIS, performance in cui l’utilizzo della voce e dei paesaggi sonori si configura come una forma d’arte pubblica.

Domenica 24 aprile dalle 21.00 alle 22.00 nel giardino della biblioteca comunale c’è “Supranu Records Showcase”: musica sperimentale con l’artista lcc01234art, al secolo Emanuele Balia. A seguire sarà proposto “OKTV After Party”, il dj set dell’artista Stziopa, nome d’arte di Stefano Manconi: ancora musica sperimentale per chiudere questa sessione del festival che ritornerà, per la sua quella estiva, dal 21 al 25 giugno.

«Il festival è un compendio di didattica e arti performative che si sviluppa su due cornici temporali – spiega il direttore artistico del festival, Simone Lumini – La prima, quella che andiamo a proporre adesso, accanto a mostre e performance, si concentra molto sulla didattica perché in questo periodo dell’anno i ragazzi sono più facilmente raggiungibili. Nella sezione in programma a giugno il cuore della manifestazione saranno soprattutto gli spettacoli serali”.

«Iglesias farà da apripista a un’iniziativa in Sardegna inedita – commenta l’assessora della Cultura del comune di Iglesias, Claudia Sanna – L’amministrazione ha investito con entusiasmo su questo progetto che rappresenta una novità anche sotto il profilo della comunicazione e con cui auspichiamo un importante coinvolgimento dei giovani.»

 

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«La Sardegna è una zona che io definisco una Pompei del mare non compresa, con i suoi nuraghi, i menhir, e una ricchezza di siti archeologici impressionante. In questo nuovo libro non troverete mai Atlantide, ma l’isola di Atlante». A Sergio Frau, giornalista e autore del volume “Le colonne d’Ercole” e del recente “Omphalos”, è stato assegnato il Premio Lawrence 2017, durante la conferenza stampa tenutasi nella carrozza Bauchiero (di recente ricostruzione) alla Stazione di Monserrato, in occasione della seconda giornata della decima edizione del “Festival Internazionale della Letteratura di viaggio D. H. Lawrence”. «Con questo libro che è un ponderoso e documentario saggio, ma anche una appassionata, colta e affascinante narrazione, l’autore si dimostra uno scrittore a 360° e un entusiasta ricercatore a cui la Sardegna per prima deve un ringraziamento e un incoraggiamento a valorizzare e diffondere il suo lavoro di ricerca». Questa in sintesi la motivazione del premio letta dal sindaco di Mandas, Marco Pisano, durante l’incontro di sabato mattina.

Un riconoscimento prestigioso per la sua carriera e per il suo nuovo libro “Omphalos” (Edizioni Nun Neon) che arriva dopo un decennio di ricerca e che gli verrà consegnato ufficialmente stasera, alle 21.00 in occasione dell’ultima giornata del festival, a Mandas. «Il nuovo libro di Sergio Frau arriva dodici anni dopo le Colonne d’Ercole e di questa ulteriore inchiesta non possiamo che essere orgogliosi. Gli studi e le ricerche sul nostro passato non possono che aiutarci a crescere e noi abbiamo il dovere di stimolare la curiosità nei giovani e di indurli a scoprire la memoria della loro cultura, e l’importanza della Sardegna al centro del Mediterraneo», ha aggiunto il primo cittadino di Mandas. Un libro che disegna un grande affresco di miti, civiltà, religioni, esplorando e utilizzando le fonti di biblioteche, i grandi autori della storia. «Non sono il primo a dire che Atlante è al centro del mondo, ne hanno già parlato Eschilo, Omero, Plutarco, Esiodo, Socrate, Aristotele, Platone, Diodòro Siculo – ha sottolineato Sergio Frau -. Stavolta ho fatto due volte il giro del mondo: prima dal punto di vista archeologico, perché volevo capire che tipo di contatti ci potevano essere nella preistoria e il secondo era capire quale è l’aldilà della varie fedi. E l’aldilà scopro che è sempre un altrove, ma è sempre un altrove dove tramonta il sole, e il sole tramontava da noi». Un viaggio affascinante tra «costellazioni e archeoastronomia, riti e miti che hanno guidato il pensiero umano dei millenni sino alle soglie della storia come ce la raccontano i testi scritti», citando ancora la motivazione del premio all’autore romano, ospite ieri sera nella sede del compendio culturale di San Francesco per la presentazione del suo libro.

E sulle tracce del viaggio in Sardegna, isola sacra ombelico del mondo, si conclude oggi, domenica 8 ottobre, il festival di letteratura di viaggio dedicato allo scrittore inglese D.H. Lawrence e alla sua opera “Sea and Sardinia”. Si parte dalla mattina alle 11.00 con la premiazione Concorso scolastico sul tema La letteratura di viaggio; alle 11.30 la presentazione del libro “Giampiero Marras Meloni. Identikit di un patriota sardo” (Alfa Editrice) di Costanzo Anacleto Bàrmina, un viaggio tra le nazioni senza Stato d’Europa e d’Italia; alle 18.00 il viaggio oscuro nella seconda metà del ‘700 di “Son luce e ombra” di Eliano Cau (Condaghes) ambientato per le vie mute del Barigadu e del Mandrolisai; alle 19.00 si parlerà con l’autore Maurizio Feo del libro “La malaria in Sardegna” (edizioni Grafiche del Parteolla), presentazione a cura di Gianni Murgia; alle 20.00 tra parole, poesia e musica si chiude il festival domenica alle 21.30 con l’artista emergente algherese Davide Casu che con il suo concerto, sul palco insieme a tre grandi musicisti tra i più stimati della scena jazz nazionale e regionale quali Marcello Peghin (chitarra), Salvatore Maltana (contrabbasso) e Gianrico Manca (batteria), e le sue poesie raccolte nel volume “Poetica” disegna rotte e itinerari mentali arricchiti dall’uso delle lingue sardo, catalano, italiano, facendosi apprezzare con crescente successo nei palchi sardi e non solo. Un fitto intrecciarsi di incontri, scambi e contaminazioni tra cultura, turismo, buon cibo e immersione in una genuina identità sarda.