20 December, 2024
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L’amministratore delegato di Riverso Spa, ing. Raffaele Garau, ha tenuto ieri una seconda conferenza stampa, a distanza di 6 giorni dalla prima, per replicare alle accuse sulla gestione dell’impianto di “Serra Scirieddus”, in territorio del comune di Carbonia.
«Le relazioni annuali che ogni aprile la Riverso presenta agli enti competenti in cui si specificano i monitoraggi ambientali effettuati (acque, aria e territorio) non registrano nessuno sforamento dell’indice tabellareha detto Raffaele Garau nell’incontro pubblico che ha visto anche la partecipazione di amministratori locali e rappresentanti di diverse associazioni -. Siamo in regola con tutti i controlli dai documenti, pubblici e tutti visionabili, si può constatare come tutti i risultati dei controlli effettuati dai laboratori esterni e verificati dagli enti appositi siano a norma. Dal 2002 a oggi le ispezioni ufficiali sono state 26, oltre alle altre visite degli organismi di controllo. In nessuna circostanza è stata constatata infrazione o rilevata alcuna criticità ambientale. I controlli sulle falde e sull’acqua sono effettuati costantemente a monte e a valle e non c’è stato mai nessuno sforamento a parte condizioni endemiche del territorio ricco di manganese. Tra l’altro, non c’è alcun documento secretato: la discarica è controllata a monte e a valle da appositi dispositivi e in tutti gli anni di attività non c’è stato sforamento di alcun marker.»

Raffaele Garau ha spiegato la posizione dell’azienda sul fronte fideiussioni contratte per coprire i costi della «copertura finale della discarica» una volta dismessa, e quello di «gestione del sito dopo la chiusura» della durata di 30 anni, così come imposto dalle attuali normative.

«Per calcolare questi costi la Regione Sardegna ha previsto due algoritmi matematici legati alla superficie occupata dalla discarica e alla sua volumetriaha detto Raffaele Garau – ma parliamo di due algoritmi assolutamente errati che comportano per la Riverso una somma di 20 milioni di euro da garantire. Si tratta di una cifre assurda non corrispondenti ai veri costi che i titolari dovranno sopportare al termine dell’attività. Abbiamo più volte chiesto all’assessorato regionale dell’Ambiente di cambiare gli algoritmi ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E’ difficilissimo concedere una fideiussione di 20 milioni di euro a una società che ne fattura altrettanti. A fronte di costi reali da sopportare, certificati da una primaria società internazionale di ingegneria (la Golder) in circa 8,3 milioni di euro, già raccolti dalla Riverso grazie a un parziale accantonamento annuale per la cifra siamo stati costretti a raccogliere un massimale superiore di oltre il doppio. Non è, dunque, la nostra società a volersi aggirare tra i Paesi balcanici alla disperata ricerca di una compagnia compiacente, ma l’assurdità di un algoritmo matematico inventato dalla Regione che comporta massimali impossibili da raggiungere attraverso le compagnie assicuratrici tradizionali e costringere così società come la Riverso a trovare per forza una compagnia disposta a garantire questi massimali, per di più per avere garantita la copertura di un costo a cui Riverso ha già provveduto per suo conto.»
«Gli eventuali danni ambientali non vengono coperti dalle fideiussioni ma da assicurazioni ha aggiunto Raffaele Garauper questo la Riverso ha la copertura per oltre 5 milioni da una primaria compagnia assicurativa.»

«Presumibilmente entro ottobre 2021 termineremo le volumetrie attuali legate alle normative su cui stiamo operando e che ci consentono di smaltire rifiuti regionali ed extra regionali. Qualora la prossima autorizzazione integrata ambientale segua la ‘Via’ (Verifica impatto ambientale) della Regione che abbiamo impugnato (il Tar dovrebbe pronunciarsi a ottobre 2021, ndr) e che prevede per l’ampliamento la limitazione ai soli rifiuti regionali andremo ad avere un calo da 200 mila tonnellate a circa 50mila. In quel caso la nostra attività sarà decisamente ridimensionata perché da 20 milioni di fatturato si rischia di passare a 5ha concluso l’amministratore delegato di Riverso Spa -. Oggi non c’è alcun timore, salvo che non ci facciano chiudere certo è che in caso di ridimensionamento a causa di come andrà la questione sull’ampliamento, è normale che si dovrà rivedere l’organizzazione del lavoro: se dovessimo smaltire un quarto o un punto dell’attuale produzione, ovviamente anche le unità lavorative dovranno essere bilanciate sul lavoro che andremo a svolgere. Alcuni giorni fa l’istituto di credito dove la Riverso ha il conto corrente bancario mi ha invitato a chiuderlo spiegandomi che il motivo è dovuto alla campagna stampa in corso contro la nostra società: questa è stata la loro spiegazione. Insomma, oltre a tutto il resto, questi attacchi ci stanno costringendo ad affrontare anche gravi problemi gestionali.»

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«Riverso Spa è una vera e propria attività industriale: lavoriamo nel pieno rispetto delle norme ambientali e siamo in possesso di tutte le autorizzazioni, anche quelle integrate.» Raffaele Garau, amministratore delegato della società che gestisce la discarica di “Sierra Scirieddus”, ha incontrato questa mattina i sindaci di Gonnesa e Iglesias, i giornalisti e rappresentanti di associazioni ambientaliste, per illustrare le procedure di lavoro e smaltimento dei rifiuti, i verbali di controllo degli enti preposti e la documentazione e i contratti che regolamentano tutte le attività.

«Le autorizzazioni in nostro possesso – ha spiegato Raffaele Garau – ci consentono di riempire una volumetria complessiva di 1 milione 500 ila metri cubi circa nel nostro impianto, oltre ad una cella esterna per lane minerali aggiuntive di circa 45mila metri cubi. Finché non occuperemo questi spazi agiremo sotto l’egida delle autorizzazioni del 2011 e 2016 che non pongono alcuna limitazione sui rifiuti da trattare. Per l’ampliamento della discarica si vedrà in futuro. L’ultimo controllo ai nostri impianti è stato effettuato dal Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, soltanto pochi giorni fa, e se avessero riscontrato irregolarità ci avrebbero immediatamente chiusi. Insomma, se la nostra attività prosegue è evidente che siamo in regola.»

«In base alle autorizzazioni e alle norme nazionali ed europee possiamo trattare tutti i rifiuti speciali, che siano sardi o nazionali, e la normativa di settore è chiarissima in questo punto, con tanto di sentenze della Corte costituzionaleha aggiunto Raffaele Garaui rifiuti speciali, considerati come vere e proprie merci, possono circolare in tutta l’Unione europea anche se la Regione, finora, aveva faticato a recepirlo. Siamo in possesso di tutte le autorizzazioni Aia e su queste ci basiamo. Il Tar non ha ancora deciso ma si è riservato di farlo a ottobre.»

Raffaele Garau si è soffermato sul precedente Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali e, in particolare, della parte che prevede «autorizzazioni alla costruzione e all’esercizio degli impianti di stoccaggio definitivo, sia di nuova realizzazione che in ampliamento di impianti esistenti, destinate solo al conferimento di rifiuti prodotti nel territorio regionale», sottolineando che «questo contenuto, ancorché rappresenti un ‘indirizzo’ e non una ‘norma’, risulta palesemente in contrasto con le leggi nazionali vigenti e in particolare con le pronunce della Corte costituzionale l’8 gennaio 2021, inoltre, la stessa Regione ha deliberato il nuovo Piano recependo le normative nazionali ed europee permettendo, quindi, la libera circolazione dei rifiuti. Ma a novembre la Regione non aveva già pronto il piano? Perché allora quella delibera che ci limitava ai rifiuti regionali?».

Al centro delle polemiche c’è lo smaltimento dell’amianto, sul quale Raffaele Garau ha sottolineato che l’amianto in polvere sul territorio nazionale si può smaltire soltanto in un impianto che opera a Torino e Riverso «smaltisce solo due tipologie di rifiuti speciali pericolosi di questo tipo: terre contaminate da eternit, quindi inerti, e massicciate ferroviarie: ossia il pietrisco presente nelle rotaie che contiene naturalmente tracce di amianto. Questi materiali, in partenza, inoltre, hanno l’avallo della Asl perché trattati per non far uscire le fibre. Infatti, l’amianto è pericoloso se in fibre libere e se viene inalato – continua – in tema di rifiuti speciali, inoltre, conta la specializzazione e non la prossimità e questo lo certificano le stesse sentenze della Corte costituzionale, ed ecco perché c’è la libera circolazione dei rifiuti in tutta l’Unione europea».

«Dal 2002 ad oggi delle 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, non pericolosi e pericolosi stabili non reattivi, smaltiti da noi, solo 400mila arrivano da fuori regioneha aggiunto Raffaele Garau e fino a novembre 2017 non abbiamo mai smaltito rifiuti provenienti da fuori regione. Questo perché dal 2002 al 2011 riuscivamo a smaltire tranquillamente il quantitativo necessario per sopravvivere” Poi, a causa delle crisi industriali, lo smaltimento è crollato a 10-20 mila metri cubi all’anno rispetto ai 50-60mila sino al 2013 e da qui, dopo un primo periodo di difficoltà nel quale comunque non abbiamo mai licenziato nessuno, dal 2017 per insipienza e cecità dal fronte nazionale dove si sono esaurite tutte le discariche nazionali abbiamo avuto una ripresa prendendo rifiuti extraregionali autorizzati dalla normativa vigente. E non essendoci più la possibilità di smaltire nella Penisola, siamo tornati commercialmente competitivi. Per assenza di concorrenti. Anche perché se ci fosse concorrenza, nessuno dalla Penisola smaltirebbe in Sardegna a causa dei costi di trasporto.»

«Da sempre siamo oggetto di controlli sull’attività e da quando siamo aperti le ispezioni ufficiali sono state 26 – ricorda – sono pervenute dai vari enti di controllo, tra cui Arpas, Asl, Provincia, Regionale, Noe e Guardia costiera. In questi controlli non è mai stata rilevata alcuna criticità ambientaleha rimarcato l’amministratore delegato di Riverso -. Tra maggio e agosto 2020, inoltre , non c’è stato nemmeno percolato (acqua piovana che si mischia con rifiuti) da portare agli impianti di depurazione esterni – continua – inoltre nessun rifiuto può entrare da noi se non rientra in precisi codici autorizzati e non può entrare se non ha subito una certificazione analitica di smaltimento in discarica. Presumibilmente, entro settembre, termineremo la volumetria autorizzata senza limiti. Poi dovremo attendere l’autorizzazione dell’ampliamento. Non sappiamo cosa faranno Provincia e Tar ma se ipoteticamente ci daranno un’autorizzazione limitata a soli rifiuti regionali, stimiamo di passare da 200mila tonnellate a circa 50mila all’anno. Questo vorrebbe dire necessariamente ridimensionare con tutti i rischi anche sul fronte occupazionale per i 60 dipendenti. Speriamo che questo non accada.»

«Abbiamo presentato un’interrogazione al sindaco chiedendo che rendano pubbliche per tutti i cittadini le analisi periodiche che la Riverso fa ogni mese nel suo impianto e che comunicano ai Comuni», ha detto Emanuela Serra, consigliere comunale di opposizione del Movimento 5 Stelle al comune di Gonnesa. La richiesta è stata  raccolta dal sindaco Hansel Cristian Cabiddu. «Ci siamo attivati subito e abbiamo portato il Consiglio comunale qui per vedere l’impianto – ha detto il primo cittadino del Comune più vicino alla discarica, anche se la stessa ricade nel territorio del comune di Carboniaabbiamo voluto sentire le posizioni della Riverso in contraddittorio con le accuse. Appoggiamo la richiesta sulla possibilità di avere analisi che tranquillizzino la popolazione, oggi preoccupata da quello che si legge fare chiarezza è per tutti la cosa più importante.»

L’amministratore della Riverso, Raffaele Garau, che, pubblicamente, ha dato la disponibilità dell’azienda a comunicare alle amministrazioni locali i risultati delle analisi mensili.

«È vergognoso che il comune di Carbonia oggi non sia presente, eppure la discarica è nel suo territorioha detto Angelo Cremone, rappresentante di Sardegna Pulita la settimana scorsa, quando abbiamo letto sul giornale delle denunce sull’arrivo dell’amianto a Carbonia, ci siamo rivolti alla Forestale per far bloccare immediatamente l’eventuale traffico. Ma le nostre sollecitazioni non hanno sortito alcun effetto. Mi viene da pensare che non ci siano i presupposti per sospendere l’attività della discarica.»

 

 

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La Riverso Spa, la società che gestisce la discarica di Serra Scirieddus, ha organizzato un incontro per venerdì 12 marzo, alle ore 11.00, per illustrare ai sindaci dei Comuni del territorio e alla stampa le procedure di lavoro e smaltimento dei rifiuti, i verbali di controllo degli enti preposti «che sostiene l’Azienda attestano la regolarità delle attività» e la documentazione e i contratti che regolamentano tutte le attività della discarica Riverso di Carbonia. 

Le procedure di lavorazione e la documentazione saranno illustrate dall’amministratore delegato di Riverso, Raffaele Garau, che risponderà alle domande di sindaci e giornalisti.

«Riversofa sapere l’aziendaè un’attività industriale che opera nel totale rispetto delle leggi vigenti, in piena trasparenza ed è soggetta ai controlli delle Autorità preposte che dal 2002 a oggi non hanno mai rilevato alcuna segnalazione di inquinamento né reale, né potenziale, del territorio circostante.»

L’incontro si terrà nel rispetto della normativa vigente anticovid.