23 November, 2024
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«La lettera al ministro Giovanni Tria non è una mossa elettorale ma una forte, decisa, convinta richiesta – che ribadisco – di chiudere la stagione degli accantonamenti avendo di fatto il Governo chiuso quella dell’austerità e del risanamento del debito pubblico nazionale. Chi dice che ci siamo svegliati adesso e che facciamo richieste al Governo Conte solo perché non amico, è in malafede o ha memoria corta: la Giunta Pigliaru ha impugnato le ultime tre finanziarie dei governi Renzi e Gentiloni e la battaglia sugli accantonamenti la portiamo avanti da anni. Non esistono governi amici ma l’interesse dei nostri cittadini e della nostra regione, e in nome di quegli interessi sono convinto che si debba portare avanti una battaglia comune, qui in Sardegna e in Parlamento, ognuno nel suo ruolo ma con uno stesso obiettivo per riprenderci quei 684 milioni da destinare a politiche di sviluppo.»
Lo dice l’assessore del Bilancio Raffaele Paci. Per quanto poi riguarda il ritiro dei ricorsi, Raffaele Paci ricorda ancora una volta che «i bilanci non si  fanno con le sentenze della Corte Costituzionale, infatti gli stessi giudici scrivono che serve il passaggio politico per trovare l’accordo. La Corte fa sentenze, non scrive i bilanci, né quelli statali né quelli regionali. Quindi è del tutto inutile continuare a evocare ricorsi che non avrebbero di certo garantito automaticamente l’arrivo di miliardi di risorse, mentre con gli accordi firmati abbiamo chiuso la vertenza entrate rimasta aperta per dieci anni assicurando 900 milioni di arretrati e 150 in più all’anno. Non per questo – incalza Raffaele Paci – abbiamo rinunciato a impugnare tre Finanziarie consecutive dello Stato perché le ritenevamo lesive degli interessi della Sardegna. Rilancio perciò la richiesta al ministro Tria e ribadisco, soprattutto, la necessità che questa sugli accantonamenti debba essere una battaglia comune, anche in questo momento di campagna elettorale con le coalizioni che si contrappongono su diversi argomenti. Lo ripeto, con estrema chiarezza: non possiamo accettare che il governo decida di aumentare l’indebitamento per avere 40 miliardi in più da spendere e allo stesso tempo chieda alla Sardegna 684 milioni per risanare il debito pubblico», conclude Raffaele Paci. 

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Si è riunito oggi, nella sala Lussu di Villa Devoto, l’Osservatorio LavoRas, il piano per l’occupazione della Regione da 128 milioni di euro. LavoRas è diviso in due macromisure: Cantieri (45 milioni per quelli di nuova attivazione e 21 per quelli già esistenti) e Bonus occupazionali (61 milioni). L’Osservatorio ha il compito di monitorare l’andamento del programma, e oggi sono stati ufficializzati i dati durante la riunione con il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, gli assessori della Programmazione, Raffaele Paci (che cura la parte cantieri) e del Lavoro, Virginia Mura (che si occupa della parte bonus occupazionali), la conferenza permanente Regione-Enti Locali, i sindacati, i datoriali, Insar e Aspal. Per quanto riguarda la misura Cantieri, sono 371 i Comuni sardi che hanno presentato 560 progetti, con i quali saranno creati 2.784 nuovi posti di lavoro, una media di 5 posti di lavoro a cantiere. Per quanto invece riguarda la misura Bonus occupazionali, le  domande di incentivo per il bando under 35 sono 153, e riguardano 190 lavoratori. Per il bando over 35 ci sono già 67 istanze a 3 giorni dalla pubblicazione. Il bando per gli over 55, infine, sarà pubblicato entro qualche giorno.

«LavoRas è nato per dare risposte concrete e rapide all’emergenza occupazione, mettendo in moto l’economia e dunque creando le condizioni per migliorarla – dice il presidente Francesco Pigliaru -. Siamo intervenuti direttamente creando i cantieri, e allo stesso tempo con gli incentivi occupazionali abbiamo voluto aiutare le imprese ad assumere nel 2018, anche per amplificare la ripresa dell’economia. I dati oggi ci dicono che la parte che riguarda i cantieri ha funzionato e che dobbiamo perfezionare quella dei bonus, che non ha ancora raggiunto i risultati che ci aspettavamo. Sappiamo però che LavoRas è una macchina complessa e innovativa, dunque partendo dai dati emersi dall’Osservatorio rafforzeremo le parti che ne hanno più necessità, lavorando con determinazione per raggiungere gli obiettivi previsti.»

Delle 560 proposte di cantieri di nuova attivazione, 550 sono state presentate in forma singola e 10 in forma aggregata. Solo 6 Comuni non hanno presentato domanda, dunque ci sono 159.952 euro di contributi non assegnati. Insar ha completato l’istruttoria di 555 cantieri (il 99%), per un valore di 43,1 milioni (96% del totale). Di questi, 14 riguardano tipologie fuori catalogo. Il cofinanziamento comunale per i progetti istruiti e di 555.148 euro, ovvero l’1.3%. 4 progetti sono in attesa di integrazioni, uno deve essere valutato dalla cabina di regia. I 2.784 posti di lavoro attivati dai 555 progetti già istruiti si suddividono in 7 tipologie: Ambiente (208 cantieri per 1094 occupati), Beni culturali e archeologici (57 cantieri e 272 occupati), Edilizia (129 cantieri per 679 occupati), Reti idriche (8 cantieri e 69 occupati), Valorizzazione attrattori culturali (38 cantieri e 131 occupati), Patrimonio pubblico e efficientamento procedure comunali (101 cantieri per 409 posti), Interventi fuori catalogo (14 cantieri  per 130 posti di lavoro). I primi cantieri apriranno nelle prossime settimane.

«Con i cantieri diamo una opportunità immediata ai disoccupati garantendo un lavoro subito e allo stesso tempo mettiamo le basi per raccogliere frutti permanenti, perché i cantieri comunali si tradurranno in servizi migliori per i cittadini e maggiore sicurezza per il territorio. Siamo molto soddisfatti degli ottimi dati emersi oggi, con una grande risposta da parte dei Comuni che hanno presentato i loro progetti – sottolinea Raffaele Paci -. Finalmente manca pochissimo all’apertura dei primi cantieri, già nelle prossime settimane, è stato un lavoro complesso e impegnativo che però ha portato ai risultati che volevamo. La misura cantieri ha dimostrato tutta la sua efficacia, dunque la rifinanzieremo nella prossima Finanziaria per potenziarla ulteriormente.»

La parte di LavoRas dedicata agli incentivi per l’occupazione, sommabili a quelli nazionali, va potenziata e resa più efficace per dare  risultati migliori di quelli registrati fino ad oggi. È questa la conclusione condivisa oggi dall’Osservatorio. «Stiamo lavorando per rafforzare questa misura, puntando prima di tutto su una comunicazione e informazione più capillare con le aziende e nei territori – sottolinea l’assessore Virginia Mura -. Ci saranno di aiuto i job account, personale specializzato in forza all’Aspal, per informare le aziende sarde potenzialmente interessate su tutti gli strumenti a loro disposizione, per incrementare al massimo le assunzioni».

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L’assessore del Bilancio Raffaele Paci ha scritto al ministro Giovanni Tria una lettera in cui, all’indomani della decisione del Governo di aumentare il deficit al 2,4% per liberare 40 miliardi di euro da destinare ad altre politiche, chiarisce la posizione della Regione. Se è finito il periodo dell’austerità e della necessità di risanare il debito pubblico, allora è finito anche il tempo di pagare i 684 milioni all’anno di accantonamenti che servono, appunto, solo ed esclusivamente a sanare il debito. La lettera è stata inviata anche a tutti i parlamentari sardi. 

Di seguito, il testo integrale.

«Illustre Ministro Tria,

Prendo atto che la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza approvata dal Consiglio dei Ministri indica un rapporto tra deficit e Pil al 2,4% per gli anni 2019, 2020 e 2021, e che questo incremento dell’indebitamento pubblico permetterà di avere a disposizione circa 40 miliardi di euro in più da spendere con la manovra 2019. Non entro nel merito delle scelte operate dal Governo, che sicuramente avrà valutato attentamente gli effetti di questa decisione, anche per il futuro. Ciò che qui mi preme sottolineare nella mia qualità di responsabile del bilancio della Regione Autonoma della Sardegna, è che la scelta del Governo decreta, di fatto, la conclusione della stagione del “risanamento” dei conti pubblici dello Stato Italiano, per il quale è stato chiesto, a partire dal 2012 e anche alla nostra regione, un forte contributo sotto forma di “accantonamenti”. Se dunque è chiusa la stagione del risanamento, dovrebbe esserlo anche quella degli accantonamenti. Ricordo infatti che gli accantonamenti sono un prelievo forzato che lo Stato effettua sulle entrate dell’Irpef che lo Statuto Sardo, legge di rango costituzionale, assegna alla Sardegna. In particolare, alla Sardegna spettano i 7/10 dell’Irpef che però nella realtà si riducono ai 5/10, tenendo conto dei 684 milioni che lo Stato ha trattenuto nel 2018, così come negli anni precedenti e futuri. Ricordo anche che la Corte Costituzionale, pur ribadendo che tutte le Regioni devono contribuire al risanamento dei conti nazionali, ha in più occasioni stabilito la illegittimità di norme che prevedono gli accantonamenti per un periodo illimitato, perché di fatto modificano in modo surrettizio e unilaterale lo Statuto della Sardegna. E ricordo, infine, che l’accordo sul nostro contributo alla finanza pubblica è scaduto nel 2017 e che da allora il presidente Pigliaru ha inviato numerose e motivate richieste di forte riduzione. Tuttavia, né il Governo precedente né quello attuale hanno mai dato risposte concrete alle nostre proposte. Adesso però non ho dubbi che il Governo Conte, avendo sancito la fine del periodo dell’austerità e del risanamento dei conti pubblici nazionali, potrà restituire alla Sardegna, all’interno di quella manovra  finanziaria da 40 miliardi in fase di predisposizione, le risorse che le spettano di diritto, eliminando gli accantonamenti o riducendoli fortemente. Gli accantonamenti, infatti, erano e devono restare strettamente finalizzati solo ed esclusivamente a quella politica di risanamento dei conti pubblici a quanto pare non più necessaria. Mi sembra un atto doveroso, peraltro rispettoso delle sentenze della Corte Costituzionale, e sono certo che raccoglierà il pieno appoggio di tutti i parlamentari sardi, in quanto restituirà alla nostra Regione le proprie risorse che potremo così adeguatamente utilizzare per garantire servizi e prospettive di sviluppo ai nostri cittadini.»

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«Da tecnico della materia qual è, l’assessore Paci sa bene che non c’è alcuna correlazione tra la manovra Conte e il tema degli accantonamenti. Ma come per tutti i maggiori problemi che attanagliano l’isola, il vicepresidente della giunta regionale prova a fare la voce grossa solo ora che a Roma non c’è più il governo amico di centrosinistra e usa strumentalmente l’argomento per provare a ridare fiato alla campagna elettorale per le regionali che vede la Giunta Pigliaru in estrema difficoltà.»

Lo afferma il senatore del Movimento 5 Stelle Emiliano Fenu, in risposta alla lettera inviata dall’assessore regionale del Bilancio Raffaele Paci al ministro dell’economia Giovanni Tria.

«La questione degli accantonamenti è ben chiara ai parlamentari del Movimento, così come è ben chiaro che la situazione economica dell’isola è stata aggravata dagli accordi capestro firmati a suo tempo da Pigliaru e Paci con i governi di centrosinistra. Noi ci impegneremo per far sì che si liberino risorse per l’isola, ma non sulla base delle fragili argomentazioni espresse da Paci nella sua lettera al ministro Tria. A differenza di quanto afferma l’assessore Paci, il disastro che il governo Conte ha ereditato dai precedenti governi sostenuti dal centrodestra e dal centrosinistra non consente purtroppo di chiudere la stagione del risanamento. La scelta che questo governo ha fatto – conclude Emiliano Fenu – è invece quella di orientare diversamente le risorse per la crescita, senza mutare il rapporto deficit/pil.»

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Lunedì 1 ottobre, alle 10.30, nella sala Lussu di Villa Devoto, si riunirà l’Osservatorio LavoRas per l’aggiornamento sullo stato di attuazione degli interventi attivati. Con il presidente Francesco Pigliaru e gli assessori del Lavoro Virginia Mura e della Programmazione Raffaele Paci, saranno presenti i componenti della Conferenza permanente Regione-Enti Locali, i sindacati e le associazioni datoriali.

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Via libera dal Governo al progetto preliminare della Snai (Strategia nazionale per le aree interne) Gennargentu-Mandrolisai da 7 milioni e mezzo di euro. La presidenza del Consiglio dei ministri l’ha ufficialmente comunicato al sindaco di Tonara Flavia Loche, referente del progetto che, in occasione di “Autunno in Barbagia”, ha accolto oggi l’assessore della Programmazione Raffaele Paci, ufficializzando insieme a lui la notizia. 

L’approvazione da parte di Palazzo Chigi è un passo avanti molto importante nell’iter del progetto, che va definitivamente chiuso entro l’anno per assicurarsi il finanziamento che è per metà a carico dello Stato e per metà a carico del Bilancio regionale. Un progetto  “antispopolamento” che punta a promuovere lo sviluppo locale per garantire ai 14.382 cittadini dell’area (in discesa del 14% tra il 2002 e il 2016) l’accesso ai servizi essenziali: istruzione, salute, mobilità.

«È il contesto migliore, quello di oggi qui a Tonara, per ricevere la notizia dell’approvazione del progetto da parte del Governo – dice Raffaele Paci -. Il progetto, e in generale la strategia Snai,  punta a garantire servizi essenziali per migliorare la qualità della vita dei residenti in zone geograficamente disagiate. Ma sappiamo bene che, oltre ai servizi, l’elemento fondamentale per combattere lo spopolamento è creare opportunità di lavoro e sviluppo, partendo dalle caratteristiche e peculiarità locali. Esattamente la filosofia che è alla base di manifestazioni come Autunno in Barbagia, dove si valorizzano le nostre tradizioni, il nostro patrimonio culturale unico al mondo, la nostra enogastronomia e il nostro artigianato per incuriosire visitatori e attirare turisti. In questo modo si mette in moto l’economia, si crea sviluppo e dunque occupazione, si ripopolano i territori dove grazie alla Snai ci saranno anche servizi che funzionano.»

«Qui oggi vediamo migliaia di turisti, entusiasti, allora dobbiamo essere capaci di far conoscere ed esportare queste nostre ricchezze, di varcare i confini della Sardegna – sottolinea il vicepresidente della Regione -. E questo è possibile solo nel momento in cui si fanno scelte strategiche e condivise, favorendo l’aggregazione di servizi tra i Comuni, mettendo insieme i produttori per puntare sui mercati esterni, valorizzando fortemente l’identità e le competenze locali, puntando sulla specializzazione in una visione globale e internazionale, grazie anche all’alta tecnologia. Tutto questo è stato racchiuso nel progetto, che sono sicuro sarà fondamentale per rilanciare l’economia locale.»

La Snai Gennargentu-Mandrolisai è la seconda finanziata in Sardegna dopo l’Alta Marmilla, già chiusa e operativa. «È un esperimento estremamente importante e complesso, nel quale abbiamo creduto sin dall’inizio. Il problema dello spopolamento delle aree interne va affrontato in modo integrato, e può essere risolto solo se i paesi, le piccole comunità, i singoli artigiani uniscono le forze e lavorano per un intero territorio col costante supporto delle amministrazioni, esattamente come stiamo facendo in questo territorio», ha concluso Raffaele Paci.

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«Abbiamo tantissimi strumenti a disposizione per le tipologie più svariate di investimenti, 250 milioni per far crescere i nostri imprenditori, dai più piccoli ai più grandi. In più ci sono i bandi nazionali, per esempio Resto al Sud, e quelli europei. Per renderli efficaci al massimo bisogna fare gioco di squadra, farli conoscere attraverso una capillare animazione territoriale e individuare le procedure più rapide per accorciare i tempi di erogazione. Il lavoro lo creano le imprese e noi come Regione continuiamo a mettere a disposizione risorse e strumenti per farle crescere.»

L’ha detto l’assessore della Programmazione e vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, aprendo alla MEM di Cagliari i lavori di “InvestEu”, opportunità per le imprese ed il territorio. 

«Sui nostri bandi abbiamo ottenuto una straordinaria risposta delle imprese, che a ogni appuntamento hanno con le loro richieste sempre superato l’importo disponibile – ricorda Raffaele Paci -. È un segnale forte e molto positivo, perché significa appunto che le imprese vogliono investire, e se vogliono investire vuol dire che hanno di nuovo finalmente fiducia nel futuro dopo la crisi più terribile della nostra storia. Per questo motivo ci siamo impegnati a rifinanziare i bandi laddove ne emerga la necessità, garantendo non senza sforzo che tutte le domande in regola e con un progetto valido verranno finanziate. Abbiamo messo a punto finanziamenti per le nuove imprese e per quelle già operative, per accompagnarle sui mercati e per favorirne gli ormai  indispensabili processi di innovazione e internazionalizzazione e dunque competitività, siamo al fianco delle start-up (e quelle guidate dai giovani portano la Sardegna al primo posto per numero in Italia), investiamo in un settore come quello dell’Aerospazio che per la nostra regione sta diventando una solida realtà, sosteniamo la Ricerca che è irrinunciabile e la Cultura, e per dare un’occasione in più alle imprese stiamo realizzando la Zes, Zona Economica Speciale, nelle aree industriali retroportuali dell’isola.»

Infine, i Bandi Territoriali. «È una delle più importanti novità all’interno della programmazione territoriale, che punta a garantire aiuti su precisi settori di intervento individuati nel Progetto di Sviluppo Territoriale come strategici. Un risultato che per anni in passato si è cercato di raggiungere senza successo e che finalmente noi siamo riusciti a realizzare – spiega il vicepresidente della Regione -. Quindi sostegno alle imprese, che creano sviluppo e occupazione e dunque crescita economica con ricadute positive nel territorio e di riflesso in tutta la regione, ma ancora più mirato per garantire risultati migliori. Una scelta che incarna la  filosofia della programmazione territoriale, dove i progetti nascono dal basso perché sono le comunità che ci dicono quali sono i loro punti di forza da sostenere e valorizzare».

I due fronti da potenziare e rafforzare sono quelli dei tempi e della diffusione di informazione su tutti gli strumenti disponibili. «Serve una forte animazione, e la stiamo facendo in tante zone insieme a UnionCamere, bisogna fare una informazione capillare perché spesso i nostri piccoli imprenditori non conoscono tutti gli strumenti disponibili, serve una rete di consulenti che diffonda le informazioni tecniche. E poi, i tempi: avrei davvero voluto fossero più rapidi, ma ci sono regole ferree perché parliamo di soldi pubblici e dunque procedure complesse che spesso portano via più tempo del previsto. Adesso riusciamo finalmente a usare il credito d’imposta, abbiamo messo a disposizione 15 milioni, e facciamo il possibile per tagliare i tempi. Andiamo avanti con convinzione e determinazione – conclude Raffaele Paci – per assicurare ai nostri investitori tutti gli strumenti necessari a generare opportunità, ricchezza e occupazione per la nostra regione»

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La Regione accoglie la richiesta dei Comuni sardi che lamentano gravi problemi di bilancio. Oggi gli assessori degli Enti locali Cristiano Erriu e del Bilancio Raffaele Paci hanno garantito, nel corso della Conferenza permanente Regione-Enti Locali, che la Giunta interverrà immediatamente in sede di assestamento di Bilancio con 5 milioni, che potranno essere incrementati fino a 10 durante i lavori del Consiglio regionale, e con circa 40 milioni per il triennio 2019-2021 attraverso la Finanziaria. Alla Conferenza, con gli assessori Cristiano Erriu e Raffaele Paci, erano presenti il presidente dell’Anci Emiliano Deiana, il presidente del Cal Andrea Soddu, il sindaco metropolitano Massimo Zedda, il delegato Aiccre Antonello Atzeni.

«È importante precisare che questi sono debiti fuori bilancio certamente non causati da una cattiva gestione ma da sentenze passate in giudicato per vicende vecchie anche di trent’anni – sottolinea Cristiano Erriu -. Abbiamo perciò deciso di intervenire in soccorso dei Comuni in un momento di grave difficoltà per tutte le Amministrazioni, già provate dai tagli dello Stato, non solo per risanare i bilanci ma anche per garantire ai cittadini i servizi a cui hanno diritto.»

«Lo stanziamento attraverso l’assestamento di Bilancio permetterà ai Comuni di avere i soldi in cassa già nei primi giorni di novembre – spiega Raffaele Paci -. Abbiamo ritenuto doveroso intervenire subito, perché i Comuni si sono trovati a gestire debiti vecchissimi e non generati da loro: avevano stimato in 45 milioni l’importo necessario a sanare i loro bilanci, e con quello che oggi riusciamo a garantire fra assestamento e Finanziaria soddisfiamo pienamente la richiesta. La cosa molto importante, oltre l’intervento immediato, è la programmazione sul prossimo triennio, che consentirà ai sindaci di poter amministrare con maggiore tranquillità e prospettiva.»

Da tutti i rappresentanti degli enti locali è stato espresso forte apprezzamento per questo intervento senza precedenti da parte della Regione. I sindaci hanno messo in evidenza l’importanza di uno stanziamento che non è una tantum per quest’anno ma appunto si allunga su tutto il prossimo triennio.

Altro punto all’ordine del giorno della Conferenza permanente Regione-Enti Locali, lo stanziamento di 600mila euro ciascuno a favore delle Unioni dei Comuni che si sono aggregate per l’elaborazione e la gestione dei progetti di programmazione territoriale.

 

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I Riformatori sardi presenteranno nella prossima finanziaria un emendamento che punta a riconoscere alla Regione gli introiti sui prodotti petroliferi lavorati in Sardegna.

Lo ha annunciato il coordinatore regionale del partito Pietro Fois, precisando che con questa decisione «ripartiamo dalla finanziaria del 2014 della Giunta Cappellacci, quando l’inserimento dei proventi delle accise nel bilancio della Regione fu approvato all’unanimità (centro sinistra compreso) sia in commissione che in Aula, scelta poi sconfessata dall’accorso sulle entrate sottoscritto col Governo da Francesco Pigliaru e Raffaele Paci, che ritirarono il ricorso davanti alla Corte Costituzionale».

«Oggi attraversiamo un passaggio storico delicatissimo – ha proseguito Pietro Fois – perché dobbiamo scegliere se batterci per un principio sacrosanto riconosciuto in Italia ed in Europa, o rassegnarci ad una Regione senza risorse che non può fare nulla per lo sviluppo dato che oltre la metà del bilancio è assorbita dalla sanità.»

All’impegno sulle accise e sul riconoscimento dell’insularità, ha concluso il coordinatore dei Riformatori sardi, «condizioneremo la nostra partecipazione alla coalizione di centro destra».

Nel dettaglio, l’emendamento dei Riformatori sardi alla prossima finanziaria dovrebbe indicare la cifra simbolica di 1 miliardo di euro anche se, in base ad alcune stime, il valore reale dei prodotti petroliferi lavorati nelle raffinerie sarde dovrebbe aggirarsi sui 5 miliardi.

«Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Raffaele Paci – ha poi sottolineato il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale Attilio Dedoni – per noi sono colpevoli di un atteggiamento da zerbini nei confronti dello Stato, dopo la rinuncia ad un ricorso che poteva essere vinto, anche per il precedente della Sicilia, ed avrebbe portato all’aumento strutturale delle entrate della Regione.»

«Oggi tutti partecipano ad una gara sull’autonomia – ha osservato il consigliere Michele Cossa – ma non c’è nessuna vera autonomia senza autonomia finanziaria, ecco perché quella sulle accise è la partita più importante che la Sardegna deve giocare e vincere: ora vedremo chi ci sta e chi ha veramente a cuore il futuro della Sardegna.»

«Quella sulle accise – ha ricordato il consigliere Alfonso Marras – è una battaglia storica dei Riformatori ed uno dei motivi che mi hanno spinto ad aderire al partito: una autonomia regionale dei fatti e non delle parole per fare davvero qualcosa di concreto per la Sardegna.»

Per il consigliere Luigi Crisponi, «quella dei Riformatori è una azione forte e responsabile che vuole riportare in carreggiata la Regione dopo la disastrosa inversione ad U del centro sinistra, una azione civile e di grande attualità nell’interesse dei sardi».

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Un protocollo d’intesa fra Regione Sardegna (l’unica in Italia) e BEI, Banca Europea per gli Investimenti, per migliorare la qualità dei progetti finanziati con i fondi comunitari della programmazione 2014-2020 a vantaggio di imprese e Comuni. L’obiettivo sarà raggiunto attraverso l’attivazione di strumenti finanziari per sostenere interventi di rigenerazione urbana e per facilitare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese a tassi agevolati. Uno degli strumenti che sarà rifinanziato e attivato anche nel ciclo di programmazione 2014-2020 è, per esempio, il fondo Jessica. I settori prioritari in cui si articolerà la collaborazione sono: ricerca e innovazione, efficienza energetica, investimenti sociali, sviluppo urbano sostenibile, agricoltura. 

L’accordo è stato firmato oggi, nella sala Lussu di Villa Devoto, dal vicepresidente della Regione Raffaele Paci e dal vicepresidente BEI Dario Scannapieco. Una collaborazione che si rafforza anche sulla base di accordi già avviati in precedenza, come l’apertura lo scorso anno di una linea di credito da 100 milioni di euro da parte di BEI denominata “Sardinia Financial Instrument Financing”, da assegnare a banche operanti sul territorio della Sardegna che, raddoppiando gli importi, li metteranno a disposizione delle piccole e medie imprese sarde per poter accedere a nuove linee di finanziamento con tassi particolarmente vantaggiosi (operazione supportata dalla Regione con il proprio Fondo di garanzia).

«Con questo accordo formalizziamo una importante collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, che riconosce la serietà e l’affidabilità della Regione da noi governata. Abbiamo lavorato molto per ottenere questo risultato, per nulla scontato, e siamo molto soddisfatti di esserci riusciti, unica regione italiana a sottoscrivere un’intesa di questo tipo per avviare con BEI una collaborazione a 360 gradi, strutturata e a lungo termine – dice Raffaele Paci -. Con questa operazione vogliamo riuscire a spendere ancora meglio le risorse europee, attraverso progetti che sempre più migliorino la qualità della vita dei cittadini nelle nostre città. Allo stesso tempo vogliamo continuare a dare un nuovo impulso alla nostra economia e un ulteriore aiuto alle imprese, creando tutte le condizioni favorevoli per poter investire, innovarsi, creare nuova occupazione e consolidarsi in modo da poter affrontare la sfida dei mercati internazionali. Ringrazio dunque la BEI – conclude il vicepresidente della Giunta regionale della Sardegna – per la fiducia nella Regione e per l’importante supporto tecnico che potrà garantirci.»

La Banca Europea per gli Investimenti è l’istituzione dell’Unione europea che eroga finanziamenti a lungo termine finalizzati a sostenere la crescita e l’occupazione negli Stati membri dell’UE e in Paesi extra UE. I suoi obiettivi prioritari consistono nel sostenere l’innovazione, lo sviluppo delle competenze e le piccole e medie imprese, nonché nell’operare a favore del clima e dello sviluppo di infrastrutture strategiche. Per garantire il maggiore impatto possibile della propria attività, la BEI investe in progetti sostenibili combinando i propri prestiti con fondi dell’UE e fornendo consulenza su aspetti tecnici e finanziari. Dal 2015 la BEI sostiene la ripresa economica anche grazie al cosiddetto Piano Juncker.

«Con l’accordo di oggi, la BEI e la Regione Sardegna formalizzano una partnership consolidata nel campo dei fondi strutturali, con l’intento di promuovere l’attuazione di ulteriori strumenti finanziari e ottimizzare l’uso delle varie fonti di finanziamento nazionali, regionali e dell’UE – spiega il vicepresidente della Banca Europea per gli Investimenti -. Tali strumenti non mirano a sostituire i finanziamenti “a fondo perduto”, ma ad integrarli in un’ottica di sinergie complessive: più fonti di finanziamento e più soggetti possono essere mobilitati ed indirizzati verso obiettivi di investimento per lo sviluppo. Se vogliamo puntare sulle prospettive dell’innovazione nella finanza locale occorre pero’ intervenire anche per offrire supporto tecnico alle amministrazioni per metterle in grado di progettare investimenti compatibili con l’uso di strumenti strumenti finanziari non tradizionali. Con questo accordo quadro, la BEI offrirà alla Regione un ampio portafoglio di prodotti, inclusi servizi di advisory per studi di fattibilità e/o studi ex-ante. Lo sforzo del Gruppo BEI – conclude Dario Scannapieco – è quello di mettere a disposizione, oltre a finanza a buone condizioni, assistenza tecnica per aiutare l’amministrazione a produrre progetti validi e che possano contribuire allo sviluppo regionale.»

La Regione stabilirà le condizioni organizzative e logistiche per un dialogo strutturato con la BEI sull’esecuzione del Protocollo. Nelle prossime settimane saranno promossi incontri che coinvolgano le istituzioni, gli enti regionali specifici, gli enti pubblici locali e regionali e i concessionari per informarli sulle opportunità offerte dalla BEI nell’ambito del Protocollo.