Raffaele Paci: «La lettera al ministro Giovanni Tria non è una mossa elettorale ma una forte, decisa, convinta richiesta – che ribadisco – di chiudere la stagione degli accantonamenti».
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«La lettera al ministro Giovanni Tria non è una mossa elettorale ma una forte, decisa, convinta richiesta – che ribadisco – di chiudere la stagione degli accantonamenti avendo di fatto il Governo chiuso quella dell’austerità e del risanamento del debito pubblico nazionale. Chi dice che ci siamo svegliati adesso e che facciamo richieste al Governo Conte solo perché non amico, è in malafede o ha memoria corta: la Giunta Pigliaru ha impugnato le ultime tre finanziarie dei governi Renzi e Gentiloni e la battaglia sugli accantonamenti la portiamo avanti da anni. Non esistono governi amici ma l’interesse dei nostri cittadini e della nostra regione, e in nome di quegli interessi sono convinto che si debba portare avanti una battaglia comune, qui in Sardegna e in Parlamento, ognuno nel suo ruolo ma con uno stesso obiettivo per riprenderci quei 684 milioni da destinare a politiche di sviluppo.»
Lo dice l’assessore del Bilancio Raffaele Paci. Per quanto poi riguarda il ritiro dei ricorsi, Raffaele Paci ricorda ancora una volta che «i bilanci non si fanno con le sentenze della Corte Costituzionale, infatti gli stessi giudici scrivono che serve il passaggio politico per trovare l’accordo. La Corte fa sentenze, non scrive i bilanci, né quelli statali né quelli regionali. Quindi è del tutto inutile continuare a evocare ricorsi che non avrebbero di certo garantito automaticamente l’arrivo di miliardi di risorse, mentre con gli accordi firmati abbiamo chiuso la vertenza entrate rimasta aperta per dieci anni assicurando 900 milioni di arretrati e 150 in più all’anno. Non per questo – incalza Raffaele Paci – abbiamo rinunciato a impugnare tre Finanziarie consecutive dello Stato perché le ritenevamo lesive degli interessi della Sardegna. Rilancio perciò la richiesta al ministro Tria e ribadisco, soprattutto, la necessità che questa sugli accantonamenti debba essere una battaglia comune, anche in questo momento di campagna elettorale con le coalizioni che si contrappongono su diversi argomenti. Lo ripeto, con estrema chiarezza: non possiamo accettare che il governo decida di aumentare l’indebitamento per avere 40 miliardi in più da spendere e allo stesso tempo chieda alla Sardegna 684 milioni per risanare il debito pubblico», conclude Raffaele Paci.