24 November, 2024
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La consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma ha depositato un’interrogazione indirizzata al Presidente della Regione e all’assessore Regionale della Programmazione e Bilancio Raffaele Paci, per avere informazioni puntuali sui risultati ottenuti con il Bando Progetti di Filiera e di Sviluppo Locale nelle aree di crisi e nei territori svantaggiati (PFSL) di cui alla Legge Regionale n. 3/2009 art. 2, commi 37 e 38 – rientrante nella Programmazione delle risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007/2013 oramai conclusasi.

«La martellante crisi economica che ancora interessa pienamente la Sardegna Centrale e le immani difficoltà in cui operano gli imprenditori in tale territorio – scrive Daniela Forma nell’interrogazione – richiedono una puntuale valutazione delle misure messe in campo dalla Regione Sardegna in questi anni per dare risposte a tali criticità come pure richiedono una valutazione sugli impatti produttivi ed occupazionali delle risorse messe a disposizione per tale territorio.

Il Progetto di Filiera e di Sviluppo Locale nelle aree di crisi e nei territori svantaggiati (PFSL) il cui soggetto responsabile è il Centro Regionale di Programmazione (CRP)prosegue Daniela Forma – è stato uno dei principali strumenti con il quale la Regione Sardegna ha inteso fornire questa risposta.

Considerato che circa un mese fa ho fatto richiesta di accesso formale per acquisire le informazioni utili a valutare i risultati ottenuti dal suddetto strumento e, ad oggi, non ho ancora ricevuto tali informazioni – dichiara Daniela Forma – ritengo che non sia più rinviabile una attenta valutazione di quali siano stati gli obiettivi raggiunti da uno strumento che ha creato tante aspettative nella Sardegna Centrale.

Fare questa attenta valutazione è indispensabile per comprendere quali programmi e obiettivi darci nel breve, medio e lungo periodo per dare risposte ad un dramma economico ed occupazionale che ancora soffoca le speranze dei cittadini e delle imprese delle aree di Macomer, Ottana, Nuoro e Siniscola.

Pertanto – conclude Daniela Formaho chiesto di sapere, relativamente al Bando Progetti di Filiera e di Sviluppo Locale nelle aree di crisi e nei territori svantaggiati (PFSL) – (Legge Regionale n. 3/2009 art. 2, commi 37 e 38) P.O. FESR 2007/2013 – Asse VI – Obiettivo Operativo 6.2.2.c “Misure di sostegno alle attività di impresa nelle Aree di Crisi e nei territori svantaggiati della Sardegna”: quante siano state le domande ammesse a contributo relative al PSL Sardegna Centrale; quale fosse la somma totale degli investimenti previsti e del contributo richiesto e, soprattutto, quanti soggetti siano riusciti a portare a termine gli investimenti.»

 

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La Giunta regionale ha approvato lo schema di Protocollo d’Intesa con il MISE per l’attuazione del Piano Multiregionale nell’ambito dell’intervento Mirror GOV/SAT/COM. Quest’ultimo dovrà sostenere la realizzazione del sistema satellitare per telecomunicazioni istituzionali ITAL-GOV/SAT/COM, inserito nel più vasto Programma di Space Economy.
Il Protocollo, che oltre alla Regione Sardegna vede coinvolte altre 12 Regioni, favorisce la ricaduta e i benefici degli sviluppi tecnologici della Space Economy sui territori interessati dal Programma. A sottoscrivere lo schema di Protocollo sarà l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras. Lo prevede una delibera, presentata d’intesa con l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, approvata oggi dall’esecutivo. La stessa delibera dà mandato all’Autorità di Gestione del POR FESR 2014-2020 di compiere gli atti necessari a predisporre gli strumenti funzionali per attuare il Piano Multiregionale, del valore complessivo di 100 milioni di euro (oltre 42 milioni a carico del MISE, il resto a valere sulle risorse messe a disposizione dalle Regioni). La Sardegna cofinanzia il Piano con 2 milioni di euro, di cui 833mila destinati proprio al Programma inserito nel Protocollo d’Intesa. Sono previste agevolazioni, nella forma di contributo diretto alla spesa, alle imprese e agli organismi di ricerca che realizzeranno i progetti di ricerca e sviluppo. La stazione appaltante sarà l’Agenzia Spaziale Italiana, sulla base di un successivo accordo attuativo che dovrà essere stipulato con il MISE. Lo stesso Protocollo prevede la costituzione di un Comitato tecnico del quale farà parte anche un rappresentante della Regione Sardegna.
«Oltre al lavoro che la Giunta svolge per salvaguardare e consolidare il tessuto produttivo esistente, stiamo scommettendo su alcuni settori ad alta intensità tecnologica che diano prospettive di nuovo investimento e nuovo lavoro a imprese e lavoratori», afferma l’assessore Maria Grazia Piras.

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Nuovo passo in avanti del progetto Aria, nelle miniere della Carbosulcis, finanziato dalla Regione Sardegna con 2 milioni e 700mila euro per la produzione, tra l’altro, di isotopi del gas argon, richiesti in grande quantità perché essenziali per lo studio della materia oscura all’interno del programma nazionale Darkside.
Lo stato di avanzamento delle attività di riconversione degli impianti della società partecipata dalla Regione sono stati illustrati oggi nel corso di una visita agli impianti alla quale hanno partecipato la vice ambasciatrice degli U.S.A., Kelly Degnan, il vicepresidente della Regione Raffaele Paci, l’assessora dell’Industria Maria Grazia Piras, l’amministratore di Carbosulcis, Antonio Martini, il professor Cristiano Galbiati, dell’Università di Princeton e il professor Alberto Devoto, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, partner scientifici del progetto Aria. La visita si è svolta nel sito minerario e ha interessato in particolare l’area del pozzo Seruci, dove sarà installata una colonna di distillazione criogenica dell’altezza di 350 metri.
«Abbiamo mostrato alla vice ambasciatrice americana il nostro innovativo progetto per le miniere della Carbosulcis, con la collaborazione dell’Università di Princeton e dell’Istituto Nazionale di fisica nucleare, col pieno appoggio della Regione che sta garantendo un importante finanziamento – spiega Raffaele Paci -. È il nostro futuro puntare sull’innovazione e sulla tecnologia, utilizzare le nostre strutture minerarie, che sono un pezzo importante della storia del nostro passato, per guardare al futuro, passando dalla produzione di carbone alla valorizzazione di queste infrastrutture per fare ricerca e innovazione. Non c’è solo questo esempio, abbiamo anche la miniera di Sos Enattos a Lula che si è candidata per ospitare un laboratorio europeo per lo studio delle onde gravitazionali, e i progetti legati a Sotacarbo. Insomma – conclude Raffaele Paci – un insieme di vecchie tradizioni minerarie che guardano al futuro, alla nuova tecnologia e a nuova occupazione.» 
«Il nostro obiettivo è traghettare l’industria della Sardegna in un’altra era – afferma l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Per farlo servono progetti coraggiosi e all’avanguardia. Qui a Nuraxi Figus stiamo portando avanti il piano di dismissione della miniera, così come previsto dal cronoprogramma che prevede la cessazione delle attività estrattive entro quest’anno. Stiamo mettendo le basi per costruire, anche attraverso i programmi di ricerca, opportunità di lavoro per i giovani, i quali stanno dimostrando di saper accettare le nuove sfide che il mondo propone. È compito della Regione accompagnarli in questo percorso con una adeguata formazione e preparazione.» 
Nel pomeriggio, a Villa Devoto, il presidente Francesco Pigliaru ha ricevuto la vice ambasciatrice Degnan, in Sardegna per una serie di incontri istituzionali oggi e domani. Oltre alle valutazioni legate all’illustrazione dei progetti e alla storia del sito minerario, l’incontro si è allargato a considerazioni di più ampio respiro sui progetti legati all’ICT e all’internazionalizzazione, all’allungamento della stagione turistica e alla trattativa in atto con la Commissione europea sul tema dei trasporti aerei.

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Il 2018 sarà l’anno in cui le aziende sarde riprendono ad assumere giovani e meno giovani. È questo l’auspicio che ha guidato la costruzione del solido programma delle Politiche attive per il Lavoro varate oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro Virginia Mura e presentate alla stampa dal presidente Francesco Pigliaru, la stessa Mura e l’assessore Raffaele Paci. Le misure approvate, con gli incentivi all’assunzione e gli assegni formativi, costituiscono il terzo capitolo di LavoRas, il piano per il lavoro della Regione da quasi, complessivamente, 128 milioni di euro (e di ulteriori 70 all’anno per il 2019 e il 2020). Contano su una dotazione di 43,1 milioni di euro per incentivi all’occupazione e assegni formativi, 18,3 milioni per interventi specifici – compresi 4,8 milioni per rimodulazioni. Nelle precedenti sedute, la Giunta Pigliaru aveva già dato via libera ai primi due pilastri del Piano: la prima parte (nella seduta del 6 febbraio) dedicata alla prosecuzione dei Cantieri occupazionali già operativi e finanziata con 21,26 milioni; la seconda (nella riunione del 20 febbraio), relativa ai Cantieri occupazionali di nuova attivazione, che può contare su uno stanziamento di 45,2 milioni di euro.

Le politiche attive approvate oggi, come accennato, sono suddivise in due linee di attività: un piano di incentivi all’assunzione, per i quali sono disponibili 34 milioni, e un programma di assegni formativi, che può contare su uno stanziamento di 9,1 milioni. Si tratta di misure disegnate per agganciarsi in modo organico, senza sovrapposizioni ed anzi con la possibilità di sommarsi, agli sgravi contributivi contemplati dalla legislazione nazionale, in modo da accrescere i vantaggi per i destinatari con l’obiettivo di ottenere la massima efficacia in termini di risultati occupazionali.

L’incentivo regionale consiste in un finanziamento per ogni lavoratore assunto, destinato alle imprese che hanno almeno una sede operativa nel territorio regionale. Per i contratti a tempo indeterminato (stipulati entro il 31 dicembre) il contributo massimo su base annua è pari a 4 mila euro per ogni assunto. Nel caso di contratti a tempo determinato, (della durata minima di 12 mesi), il finanziamento è pari a 3 mila euro a lavoratore, rimodulabile proporzionalmente in caso di contratto di lavoro part time.

Il contributo regionale può cumularsi con gli sgravi contributivi previsti – per le assunzioni – dalla legislazione nazionale. Per ogni assunto a tempo indeterminato, in pratica, un’azienda potrebbe godere sia dei 4 mila euro del contributo regionale, sia degli 8 mila euro (massimi) dello sgravio contributivo previsto dalle misure nazionali. Vantaggi cumulabili, per rendere conveniente assumere, e in particolare assumere giovani. Della dotazione complessiva di 34 milioni, infatti, 22 milioni sono riservati all’assunzione di disoccupati di massimo 35 anni, 10 milioni all’assunzione di over 35, e 2 milioni all’assunzione di lavoratori disabili. In ognuno di questi segmenti, il 25% viene destinato alle aziende che assumano a seguito di un tirocinio e il 15% alle aziende che assumeranno dopo o a condizione di una formazione complementare.

Accanto agli incentivi occupazionali, e agganciabile ad essi, è l’assegno formativo, misura che ha come obiettivo colmare i disallineamenti tra le competenze richieste dalle imprese e quelle possedute dai lavoratori. Per gli under 35, l’intervento mira all’acquisizione di competenze in particolare nei settori dell’innovazione e digitali. Per i soggetti over 35, l’obiettivo è favorire l’occupazione di soggetti con maggiore difficoltà di inserimento lavorativo. A gestire la misura sarà l’ASPAL, per il tramite dei Centri per l’Impiego territorialmente competenti che individueranno anche situazioni in cui le competenze richieste dall’azienda non sono reperibili immediatamente all’interno dell’offerta formativa disponibile nel sistema della formazione regionale accreditata. In questi casi verrà erogato al disoccupato un assegno formativo individuale, che l’interessato potrà indirizzare verso una struttura formativa di proprio interesse, per acquisire la competenza mancante.

Per situazioni di particolare criticità, ad esempio quelle che riguardano bacini di lavoratori disoccupati e privi di ogni forma di sostegno del reddito, LavoRas prevede un piano di interventi finanziato complessivamente con 18,3 milioni di euro.

Di queste risorse, quasi 7 milioni saranno riservati per politiche attive per i lavoratori che provengono da situazioni di crisi aziendale e che non beneficiano di ammortizzatori sociali, con l’obiettivo di avviarli al reingresso nel mercato del lavoro o alla creazione d’impresa. 5 milioni sono riservati ad incentivare l’occupazione dei lavoratori over 55: un target di popolazione che, quando viene espulsa dal mercato del lavoro, riscontra elevate difficoltà di rioccupazione e spesso si avvicina pericolosamente alla soglia della povertà. A livello sperimentale, la misura sfrutta le opportunità offerte dalla tipologia contrattuale del lavoro intermittente, che a livello nazionale e regionale sta riscontrando una crescita rilevante. Essa è rivolta sia ai datori di lavoro che già occupano lavoratori over 55, (con l’obiettivo di incrementare il numero delle giornate lavorate), sia a datori di lavoro che intendano effettuare nuove assunzioni con questa tipologia contrattuale. Ciò consentirà, inoltre, ai lavoratori più prossimi alla pensione di maturare utili contributi previdenziali. Inoltre, è previsto uno stanziamento di 1,2 milioni per servizi di accompagnamento alla creazione d’impresa.

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Si è tenuta oggi al Lazzaretto di Cagliari la presentazione delle tre proposte per il nuovo stadio di Cagliari.

Gli studi di progettazione Tractebel Engie con Gau Arena, J+S con One Works e Sportium hanno illustrato al pubblico i propri lavori. Tre opere concepite da team che offrono le massime competenze ed esperienze in fatto di impiantistica, architettura, progettazione urbanistica; tre opere con forti riferimenti all’identità e caratterizzate da una profonda appartenenza territoriale.

Ha introdotto l’evento il presidente rossoblù Tommaso Giulini: «Inizia oggi per il Cagliari e per la città un percorso pazzesco che ci porterà verso la nostra creatura. I tre progetti sono l’uno molto diverso dall’altro e questo mi pare che sia la cosa più importante nella scelta che dovremo effettuare».

Subito dopo è intervenuto il vicepresidente della Regione Sardegna Raffaele Paci: «La Giunta regionale supporta pienamente questo percorso. Un anno fa abbiamo firmato un protocollo d’intesa con il Cagliari Calcio che prevede una partecipazione della Regione, attraverso la Sfirs con i fondi Jessica, qualora il Cagliari Calcio dovesse vincere l’appalto per realizzare l’opera che diventerà un vettore importante per tutta l’Isola. La costruzione del nuovo stadio di calcio è un investimento importante per Cagliari e per l’intera regione, non solo dal punto di vista sportivo ma anche turistico».

Ha preso quindi la parola il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda: «Il nuovo stadio sarà la casa della nostra squadra, delle altre discipline sportive, della musica e del tempo libero. Sarà un’altra occasione di crescita, di lavoro, per il quartiere Sant’Elia e per la città. Un impianto inserito in un contesto di riqualificazione che è in corso e che andrà avanti con nuovi interventi. Un impianto per i tifosi, un luogo vivo tutti i giorni dell’anno, un oggetto architettonico di pregio per Cagliari e per la Sardegna».

Ospite speciale il vicepresidente dell’UEFA e DG della FIGC Michele Uva: «Vedo entusiasmo e passione nel vostro lavoro. Faccio i complimenti al Cagliari Calcio per la competenza e la credibilità del percorso intrapreso. La partecipazione e la sinergia con Regione e Comune sicuramente consentirà il raggiungimento del risultato migliore».

Il consigliere d’amministrazione del Cagliari Calcio Stefano Signorelli: «Siamo partiti da 25 progetti per arrivare a 3 che hanno fornito gli output più completi. Entro aprile faremo la scelta definitiva, ma il progetto è da ritenere un punto di partenza per la realizzazione definitiva ed esecutiva». Un’opera tanto rilevante come il nuovo stadio del Cagliari necessita del massimo coinvolgimento possibile, di trasparenza e condivisione. I lavori dei progettisti potranno essere visionati da tutti i tifosi a partire da domani 1° marzo e sino al 9, in un’esposizione pubblica all’interno dell’Area Hospitality della Sardegna Arena.

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Antonio Asàra è stato nominato dalla Giunta regionale direttore generale dell’Agenzia sarda delle entrate. 56 anni, laureato in Economia e Commercio, dirigente del settore finanziario al comune di Arzachena, Antonio Asàra ricoprirà per tre anni il ruolo affidatogli, in aspettativa dall’attuale incarico. Il bando per la manifestazione di interesse era stato pubblicato lo scorso 11 settembre, con scadenza al 13 novembre. Hanno presentato domanda 17 candidati. La scelta è stata fatta dopo la valutazione di curricula e requisiti anche attraverso un colloquio con i candidati idonei, con il supporto tecnico dei direttori generali della Presidenza, del Bilancio e del Personale.
Con la nomina del direttore generale l’Ase, istituita con legge del Consiglio a ottobre del 2016, diventa ufficialmente operativa. «L’Agenzia sarda delle Entrate è un pezzo importante per il controllo fiscale complessivo, essenziale per la nostra regione – dice l’assessore del Bilancio Raffaele Paci -. Primo compito dell’Ase sarà, infatti ,il calcolo preciso delle nostre spettanze, grazie a un monitoraggio costante e a una trattativa paritaria fatta da addetti specializzati direttamente con Roma. L’Agenzia accentrerà la riscossione dei tributi regionali propri e monitorerà costantemente il flusso dei tributi di spettanza regionale. In prospettiva puntiamo al riversamento diretto nelle casse regionali dei tributi erariali compartecipati, un passaggio già previsto dalle norme di attuazione, che richiede un accordo con lo Stato già avviato». 
Lo scorso ottobre, la sentenza della Corte Costituzionale aveva dato ragione alla Sardegna contro il ricorso dello Stato sulla legittimità dell’Ase. I giudici avevano dichiarato l’Ase legittima, dando il via libera all’avvio della sua attività. Non solo. La Corte aveva richiamato lo Stato al dovere della trasparenza e della massima condivisione sui tributi dovuti alla Regione, perché se non lo facesse ne comprometterebbe l’autonomia. Ancora, i giudici avevano sottolineano che se ci fosse stata la dovuta chiarezza sulle somme da versare nelle casse della Regione, la vertenza entrate durata oltre dieci anni e chiusa nel 2016 dall’attuale Giunta con le norme di attuazione, non sarebbe mai esistita. Per quanto invece riguarda l’unica contestazione accolta, su un aspetto formale e del tutto marginale ovvero il conto corrente su cui il governo deve versare i soldi alla Regione, viene fatta decadere la norma contenuta nella legge regionale che prevedeva il versamento sul conto dell’Ase non ancora accreditato nel circuito della Tesoreria.

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Hanno giurato oggi nell’Aula di via Roma, due nuovi consiglieri regionali: Valerio Meloni (Pd) e Gian Filippo Sechi (Udc). La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proceduto alla surroga del consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna, recentemente deceduto. Al suo posto è subentrato il primo dei non eletti Gian Filippo Sechi. Successivamente l’Assemblea ha esaminato le dimissioni del consigliere del Pd Salvatore Demontis. Le sue dimissioni sono state accolte con votazione a scrutinio segreto, nella quale si sono espressi a favore 25 consiglieri, 20 hanno votato contro e 3 sono stati gli astenuti, i consiglieri Christian Solinas del Psd’az, Paolo Dessì del Misto e Alessandro Unali del Pds. Al termine dello scrutinio il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta per convocare la Giunta per le elezioni che dovrà indicare il sostituto di Salvatore Demontis.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato lettura della delibera della Giunta per le elezioni cui è stato indicato Valerio Meloni come subentrante.

Conclusi gli adempimenti legati alla composizione dell’Assemblea,il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n. 483 (disposizioni urgenti in materia di elezioni dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali).

Poco dopo, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha espresso la sua difficoltà a stare in Aula, «come tanti altri consiglieri impegnati in campagna elettorale», senza la presenza dell’assessore dell’Agricoltura «che deve riferire all’Aula la situazione dell’Aras, il mancato trasferimento dei fondi a Laore, e le difficoltà dei lavoratori Apa 7 dei quali, in queste ore, hanno ricevuto lettere di licenziamento, fatto di inaudita gravità». Su questi temi, ha sostenuto, «c’è la sensibilità dei colleghi di tutti gli schieramenti per cui il Consiglio deve occuparsene con urgenza e dare risposte chiare». Chiedo quindi, ha concluso, «un incontro dell’assessore con i lavoratori, anche dopo i lavori del Consiglio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha affermato che «sui problemi di Aras il Consiglio ha lungamente dibattuto e c’è anche una proposta di legge del Pd sulla stabilizzazione, per cui nostro orientamento è da sempre favorevole come abbiamo ribadito anche recentemente in sede di conferenza dei capigruppo». Stiamo parlando, ha aggiunto Cocco, «di un patrimonio professionale notevole della Regione che opera in tutti i territori della Sardegna, i cui costi sono sostenuti da fondi regionali così come per l’Apa; il problema riguarda la definizione delle procedure, in tempi molto rapidi, tenendo conto delle novità normative nel frattempo intervenute anche a livello nazionale».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha ricordato che, sulla vicenda, «ci sono percorsi avviati ma non conclusi da troppo tempo; ora occorre accelerare nel rispetto della volontà di tutto il Consiglio perché non si tratta di argomenti da campagna elettorale ma di problemi seri che riguardano la comunità regionale».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha affermato che «è il momento di mettere a regime quei lavoratori che hanno fornito alla Regione un servizio fondamentale per la tenuta del sistema agricolo sardo; ne parliamo da molte legislature senza risultati ed è giunto il momento di decidere, senza dimenticare la riforma complessiva degli enti regionali agricoli che ad oggi producono solo burocrazia».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha ricordato che, oltre alla legge che va applicata, «vi sono comportamenti adottati in senso positivo in altre situazione uguali e simili, come per esempio i lavoratori del San Giovanni Battista di Ploaghe, questi lavoratori sono retribuiti quindi l’intervento è a costo zero per la Regione».

Il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto (Pd) ha manifestato il suo  dispiacere nel vedere il Consiglio regionale continuare una discussione «a 9 anni dall’applicazione della legge che prevedeva la stabilizzazione di questi lavoratori all’interno di Laore; non è giusto, insomma, che un problema del genere si lasci morire nella disattenzione di ben due esecutivi, a questo punto se la legge non va bene si cambi, altrimenti la si applichi, in modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità».

Per il Pds il consigliere Piermario Manca ha condiviso la richiesta di un confronto con l’assessore dell’Agricoltura in Aula, ricordando che Consiglio ha fatto grandi sforzi per approvare il bilancio in tempi regolari mentre poi, da 2 mesi, i lavoratori non ricevono lo stipendio». L’Unione europea, ha proseguito, «ha cambiato alcune normative sugli alberi genealogici e può essere una buona occasione per decentrare tutte le competenze in Sardegna».

Il neo consigliere Valerio Meloni ha dichiarato che «l’ampio consenso sui problemi dei lavoratori Aras ed Apa, manifestato in numerose occasioni, riguarda in realtà un percorso (attraverso interlocuzioni con associazioni di categoria e lavoratori) per la ricerca delle migliori soluzioni». In altre parole, a giudizio di Valerio Meloni, «la volontà comune c’è ma occorre stare dentro il tetto delle assunzioni imposto dal Governo nazionale».

Giovanni Satta, del gruppo Misto, si è detto «allibito perché su questo argomento non c’è niente di politico, Pietro Pittalis ha parlato di 7 lettere di licenziamento e vorremmo che fosse data una risposta a questi lavoratori che, come tanti altri, hanno operato al servizio della Regione per decine di anni: la Regione è in ritardo, anche rispetto lle tendenze nazionali di riforma e non c’è dubbio che gli assessori Raffaele Paci e Pierluigi Caria debbano dare risposte chiare».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha criticato in modo forte la «rincorsa ai licenziamenti fino a portare in Aula in modo inaccettabile il dibattito; è necessaria la presenza del’assessore e c’è anche una nostra mozione sulla quale non torniamo indietro e riguarda la mancata disponibilità di fondi presso Laore». La cosa più grave, secondo Congiu, «è che i licenziamenti vengono pensati altrove e questo mi fa rabbrividire, pur essendo la Regione una sorta di socio di maggioranza». «Oggi – ha concluso Gianfranco Congiu – il quadro legislativo consente di accentrare in Sardegna queste competenze e io sono stufo di subirle».

A nome della Giunta il vice presidente Raffaele Paci, dopo aver annunciato la disponibilità dell’assessore Caria al confronto in Aula, ha annunciato che «i pagamenti destinati a Laore per il pagamento degli stipendi ai lavoratori sono stati formalizzati il 13 febbraio scorso, per cui gli stipendi arriveranno con sollecitudine, fermo restando che i tempi tecnici del dopo finanziaria sono quelli che sono». «Per il resto – ha aggiunto Raffaele Paci – si sta lavorando ad una riforma complessiva di unificazione di Ara ed Apa nel cui ambito sarà affrontato il problema delle stabilizzazioni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito di non aver detto niente sul merito delle questioni insistendo però sulla richiesta di confronto con l’assessore perché, ha nuovamente sottolineato, «in ballo ci sono 350 posti in organico che non vorrei fossero già assegnati in altri settori, a parte il fatto che commissari gestiscono la situazione da Roma mentre qui i licenziamenti intanto vanno avanti».

Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che gli uffici stanno verificando la disponibilità dell’assessore Pierluigi Caria a partecipare ai lavori dell’Aula.

Poco dopo il Consiglio ha cominciato l’esame del disegno di legge 483 sulle elezioni delle Province e dei Consiglio provinciali, sulla base dell’art. 102 del regolamento e di un accordo unitario dei capigruppo.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha brevemente riassunto i termini della questione ricordando che, rispetto alla prima scadenza del 31 dicembre 2017, «si è registrato il ricorso di alcuni Sindaci i quali, di fronte alla scadenza, hanno sostenuto che non avrebbero potuto partecipare e quindi essere rappresentanti; per questo spostare termine è quanto mai opportuno, magari prolungando la scadenza di 45-120 giorni». Per il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu è condivisibile la proposta all’attenzione del Consiglio «che rende giustizia e riporta la democrazia nel sistema Province che era venuta meno con lunghi commissariamenti». Abbiamo contrastato la scadenza del 31 dicembre, ha affermato, «a favore di una norma sulla rappresentanza che di fatto reinserisce il 50% dei Comuni sardi; siamo poi disponibili ad individuare di comune accordo un ulteriore allungamento del termine».

Il presidente della commissione Autonomia Francesco Agus (Campo progressista) ha osservato che «è preferibile arrivare ad un accordo con tutti i Comuni per prolungare il termine; è vero poi che questo è un piccolo intervento su legge riforma che non deve far dimenticare la necessità di riprenderla in mano, soprattutto perché è una legge modellata sulla Delrio e sul referendum costituzionale ma le cose poi sono andate diversamente e bisogna prenderne atto con nuovi contenuti e nuove risorse».

Per il Pds il consigliere Roberto Desini ha parlato di «piccoli accorgimenti giusti per togliere le Province dalla mano dei burocrati ma è opportuno che, da qui a giugno, ci si metta al lavoro per rivedere il sistema regionale delle Province e la riforma del 2016, ormai completamente superata ma formalmente in vigore e rilevante anche dal punto di vista finanziario, perché costringe la Regione a forti interventi finanziari per consentire agli enti intermedi di chiudere i bilancio». Sono contro le elezioni di secondo livello, ha aggiunto, «perché sono una grande ipocrisia mentre tutti sanno che un Sindaco fare bene nel suo Comune e contemporaneamente nell’esecutivo provinciale».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, ha espresso la posizione favorevole del suo gruppo per uno spostamento dei termini ma, ha avvertito, «senza andare troppo in là».

L’assessore Cristiano Erriu si è detto favorevole alla proposta di rinvio delle elezioni ma ha suggerito un differimento della data. «C’è la necessità di alcuni adempimenti organizzativi. Sarebbe meglio fissare le elezioni dopo il 45° giorno dal voto per il rinnovo dei consigli comunali stabilendo come termine ultimo il 15 ottobre 2018.

Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) ha annunciato il suo voto favorevole al provvedimento ma, allo stesso tempo, ha invocato una modifica della legge di riordino degli enti locali. «L’assetto delle province deve essere rivisto alla luce dell’esito del referendum sulle province e delle indicazioni dell’Unione Europea che ha sottolineato la necessità di scegliere gli organi rappresentativi attraverso elezioni dirette e non di secondo livello. Oggi noi votiamo la proroga ma chiediamo di rimettere in discussione la legge. Le province non stanno funzionando».

La consigliere di Forza Italia Alessandra Zedda ha invece annunciato la sua decisione di uscire dall’Aula e di non partecipare al voto.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo mette in votazione il passaggio agli articoli. Il Consiglio ha approvato in rapida successione gli articoli 1” Modifiche all’articolo 26 della legge regionale n. 2 del 2016 (presidente della provincia)” e 2 “Modifiche all’articolo 27 della legge regionale n. 2 del 2016 (Consiglio provinciale). Via libera anche all’emendamento orale proposto dall’assessore Erriu con il quale si stabilisce che la data delle elezioni dei nuovi consigli provinciali sarà fissata a partire dal 45° giorno dalla elezione dei consigli comunali e non oltre il 15 ottobre 2018.

Successivamente sono stati approvati anche gli articoli 3 “Norma finanziaria” e 4 “Entrata in vigore”. Si è poi passati alla votazione del testo finale della legge che è stato approvato all’unanimità (46 favorevoli su 46 votanti).

Ha quindi chiesto la parola il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, per sollecitare ancora una volta la presenza in aula dell’assessore all’agricoltura Pierluigi Caria.

All’esponente della minoranza ha risposto il presidente Gianfranco Ganau: «L’assessore Caria si trova fuori Cagliari, gli uffici stanno contattando la sua segreteria per verificare la disponibilità ad essere presente in Aula prima della conclusione dei lavori».

Il Consiglio è quindi passato all’esame della proposta di legge n. 482 “Disposizioni varie in materia sanitaria”.

Pietro Cocco, capogruppo del Pd e primo firmatario del provvedimento, ha spiegato gli obiettivi della proposta. «Interveniamo sulla sanità convenzionata che costituisce il perno della riforma delle cure primarie. Questa proposta mette ordine sul tema delle indennità da corrispondere ai medici del 118 e di continuità assistenziale. Il comma 3 dell’art. 1 ha lo scopo di adeguare gli stanziamenti destinati al finanziamento delle indennità aggiuntive della continuità assistenziale che, nei precedenti accordi integrativi sono stati fortemente sottodimensionati».

Pietro Cocco ha quindi annunciato la presentazione di un emendamento, firmato da tutti i capigruppo, che interviene sulle aziende ospedaliere e l’Ats per garantire il funzionamento dei servizi.

Augusto Cherchi (Pds)  pur riconoscendo l’urgenza di sanare una situazione sul fonte delle indennità dei medici in continuità assistenziale ha posto un problema per il futuro. «Cosa succederà da dicembre in poi? Questa legge sana una situazione pregressa. Il rischio è di pagare le prestazioni solo se effettivamente svolte. Verrà pagato solo l’atto di salire in ambulanza. Così si sminuisce il lavoro dei medici».

Per Marco Tedde (Fi) la sanità sarda attraversa un momento molto difficile. «Mancano i farmaci, gli strumenti per le sale operatorie, l’acqua calda nel reparto di neurochirurgia a Sassari. E’ un disastro totale. Da novembre dello scorso anno ci sono problemi anche nella sanità convenzionata che è un perno del sistema. Da allora l’Ats ha comunicato ai medici di base e di guardia medica la sospensione delle loro indennità. Oggi si cerca di fare una sorta di condono intervenendo sull’autonomia privata con una legge. Il problema va risolto ma con gli strumenti giusti. Intervenire con una legge su un contratto collettivo non è possibile. La Regione Sardegna non ha queste competenze».

Sulla stessa lunghezza d’onda Edoardo Tocco (Forza Italia). «La sanità convenzionata ha un ruolo importante, in alcuni casi sta implodendo per una problematica di sistema – ha detto Tocco – la riforma ha creato un distacco completo dai territori. Perché si va avanti con gli atti aziendali senza attendere la risposta del Mef? E’ vero che si vogliono tagliare le guardie armate nelle guardie mediche?».

Critico anche l’intervento di Giorgio Oppi (Udc): «Sarebbe stato opportuno andare in Commissione prima di portare la legge in aula – ha detto Oppi – i problemi della sanità sono sotto gli occhi di tutti, da dicembre la situazione peggiorerà. Sul Mater Olbia, volete dire qualcosa? A oggi non esiste nessuna deroga, è solo un “pour parler”. Dire che si partirà a giugno è una buffonata».

Ha quindi preso la parola per la replica l’assessore alla sanità Luigi Arru: «Stiamo cercando di porre rimedio a una situazione partita nel 2017 che riguarda sia il contratto collettivo nazionale che l’integrativo regionale. La delibera vuole dare un’interpretazione corretta su ambedue. Le regioni sono state sollecitate a farlo. Riteniamo strategico il ruolo dei medici di continuità e del 118 nell’ottica dell’integrazione dei servizi territoriali e di quelli ospedalieri». L’assessore ha poi indicato gli obiettivi dell’azione della Giunta: «Vogliamo impegnare e valorizzare i giovani medici anche nelle forme contrattuali, si vuole fare ragionamento con i sindacati per valorizzare le guardie mediche nella Case delle salute. Ci interessa cambiare la modalità di fare medicina. Il disegno di legge ci permette di dare un’interpretazione alla norma nazionale. La delibera consente di chiarire molti punti e di tranquillizzare operatori che svolgono ruolo importante».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che ha ottenuto il via libera dall’Aula.

Successivamente sono stati approvati gli articoli 1 “Disposizioni in materia di sanità convenzionata” e 2 “Norma finanziaria” e i relativi emendamenti.

Il testo finale è stato approvato con 30 voti a favore su 30 votanti. 16 gli astenuti

Il presidente Ganau ha quindi dichiarato conclusa la seduta annunciando che l’assessore all’agricoltura Pierluigi Caria parteciperà alla Conferenza dei capigruppo convocata per le 13.30.

Il Consiglio si riunirà il prossimo 26 febbraio alle 10.30, in seduta solenne, per le celebrazioni del 70° anniversario dell’approvazione dello Statuto speciale alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. 

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Lavoras

LavoRas, il piano per il lavoro da 128 milioni, è arrivato alla volata finale. Dopo gli ultimi incontri svoltisi a Villa Devoto con sindacati, associazioni datoriali, Anci, Cal e la condivisione con la maggioranza, martedì prossimo LavoRas sarà presentato in Giunta. Subito dopo, il piano sarà portato all’attenzione delle commissioni consiliari per raccogliere eventuali osservazioni e integrazioni, e sarà infine approvato definitivamente dall’Esecutivo. Durante gli incontri, convocati dal presidente della Regione Francesco Pigliaru con gli assessori del Lavoro Virginia Mura e della Programmazione Raffaele Paci, sono state illustrate le linee portanti del Piano approvato dal Consiglio attraverso la Finanziaria 2018. Due le tipologie di intervento previste, i cantieri diretti per garantire risposte alle situazioni di emergenza e gli incentivi alle imprese per favorire le assunzioni, misura con un respiro più strutturale. È previsto un Osservatorio che monitorerà costantemente l’andamento e l’efficacia di LavoRas.

«Il lavoro è una priorità e siamo perfettamente consapevoli che la disoccupazione è uno dei problemi più gravi che la Sardegna si trova a dover affrontare. Fin da subito ci siamo impegnati per risolverlo lavorando con serietà e concretezza, e i dati finalmente incoraggianti ci dicono che siamo sulla strada giusta – spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Questo vogliamo fare anche con LavoRas, un piano innovativo di estremo rilievo, che mette insieme un importante finanziamento regionale straordinario con finanziamenti nazionali ed europei ancora liberi che stiamo programmando su politiche utili a tutte le categorie attualmente in difficoltà – aggiunge il presidente Pigliaru -, con una particolare attenzione per i giovani ma anche per chi il lavoro l’ha perso e non riesce a reinserirsi, per le donne, per chi ha competenze più specifiche e per chi invece è meno specializzato. È un altro, cruciale tassello nelle politiche che portiamo avanti per abbattere la disoccupazione e creare nuove opportunità per i nostri ragazzi, perché possano costruire in Sardegna il loro presente e il loro futuro.»

LavoRas ha una dotazione finanziaria per il 2018 che ammonta precisamente a 127 milioni e 760mila euro. Quattro le macromisure previste: cantieri di nuova attivazione, 45 milioni e 200mila euro; cantieri già operativi, 21 milioni e 260mila euro; politiche attive, 48milioni divisi fra incentivi assunzionali e assegni formativi; altri interventi specifici (13,2 milioni). La misura cantieri di nuova attivazione dà la possibilità ai Comuni, direttamente o tramite le cooperative sociali, di assumere lavoratori con difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro per un periodo di 8 mesi. Finanziando i cantieri già operativi si confermeranno gli interventi avviati con fondi regionali negli anni scorsi sui cantieri verdi, i lavoratori in utilizzo e quelli socialmente utili (LSU), i cantieri affidati a Forestas. All’interno delle politiche attive sono previsti interventi per incentivare le imprese ad assumere personale qualificato, a tempo determinato per almeno 12 mesi o a tempo indeterminato, a tutele crescenti e in aggiunta alle misure nazionali attraverso un mix combinato di azioni: si punta a sostenere giovani, disoccupati e inoccupati over 35, persone con disabilità, lavoratori coinvolti in situazioni di crisi, disoccupati over 55. Particolare attenzione ai giovani, con azioni a sostegno della trasformazione dei tirocini in contratti a tutele crescenti o, quando non possibile, almeno a tempo determinato e con assegni formativi per garantire i profili professionali richiesti dalle imprese. Infine, con gli altri interventi specifici si agirà su specifiche situazioni di crisi e categorie di lavoratori e se necessario, sul potenziamento delle altre misure.

«I confronti che abbiamo avuto con le parti sociali sono stati molto proficui, e ci hanno permesso di definire gran parte degli interventi che compongono LavoRas – dice l’assessore regionale del Lavoro -. Non solo: anche le misure sulle quali si è concordato di svolgere alcuni ulteriori approfondimenti , sono in avanzato stato di definizione, in particolare quelle che riguardano gli incentivi e le politiche attive. In pochissimo tempo – conclude l’assessore del Lavoro – potremo disegnare in maniera ottimale anche i particolari di questa parte del Piano LavoRas, in modo da collegarlo nel modo più efficace con le misure nazionali e assicurare così le migliori opportunità ai lavoratori e alle imprese sarde».

Gli importi destinati ai cantieri saranno gestiti dai Comuni, direttamente se hanno spazi assunzionali oppure attraverso le cooperative sociali. Sei le tipologie dei cantieri previsti da LavoRas. Ambiente e dissesto idrogeologico: per esempio progetti di valorizzazione e messa in sicurezza del patrimonio ambientale, sistemazione di aree di particolare pregio ambientale, prevenzione di calamità naturali e rischio idrogeologico, sistemazione dei reticoli idrici. Beni culturali e archeologici: dunque campagne di scavo, potenziamento della fruibilità dei siti per esempio con i boxoffice. Edilizia: manutenzione straordinaria di edifici pubblici. Reti idriche: censimento, digitalizzazione e monitoraggio delle reti idriche. Valorizzazione attrattori culturali ovvero progetti di salvaguardia e fruizione di beni culturali e siti archeologici. Patrimonio pubblico e miglioramento delle procedure comunali, per esempio efficientamento energetico e catalogazione dei beni.

«Sono molto soddisfatto di quello che abbiamo fatto in questi mesi, rispettando i tempi previsti e incontrando più volte i sindacati, le imprese, i rappresentanti degli enti locali e tutti i soggetti interessati a LavoRas, di cui abbiamo accolto richieste e suggerimenti. È un piano importante e fortemente condiviso – sottolinea l’assessore della Programmazione Paci -, un punto davvero qualificante della nostra azione di governo, su cui stiamo lavorando moltissimo concentrando tutto il nostro impegno. Ora siamo alle battute finali, il passaggio in Giunta è fondamentale per arrivare rapidamente al varo definitivo del piano, con cui offriamo interventi emergenziali ma anche strutturali e un ventaglio di possibilità per le imprese che va dal tempo determinato all’indeterminato. L’attenzione alla creazione di lavoro stabile da parte della Giunta è massima, come dimostrano le tante azioni messe in campo a cominciare dai bandi per le imprese che rendono disponibili 250 milioni in due anni. Proseguiremo in questa direzione – conclude Raffaele Paci – mettendo in campo ogni intervento utile.»

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«È una relazione particolarmente severa, che noi prendiamo come stimolo a fare sempre meglio, ma ricordo che ci sono vincoli esterni che rendono difficile e a tratti impossibile procedere con la rapidità e l’efficacia che per primi vorremmo, dal blocco dei turn over all’impossibilità di ricorrere a consulenze sul bilancio armonizzato.»

L’ha detto l’assessore del Bilancio Raffaele Paci intervenendo alla Corte dei Conti subito dopo la relazione sulla verifica del rendiconto 2016 della Regione.

«Ci sono norme del bilancio armonizzato di non facile lettura, sia nella interpretazione che nella applicazione, e indubbie difficoltà ad affrontare i cambiamenti organizzativi che dall’armonizzato derivano: lo dimostra il fatto che lo Stato pretende dalle amministrazioni regionali il bilancio armonizzato ma per se stesso continua a rinviarlo. La Sardegna sul bilancio armonizzato non ha fatto sperimentazione, ci siamo trovati di fronte a norme nuove e complesse, spesso farraginose, e da questo sono dipesi i ritardi. Il 2016 è stato poi un anno particolarmente complicato – ha ricordato Paci – perché dopo la sentenza della Corte abbiamo dovuto modificare ben quattro leggi, nonostante la gestione 2016 fosse ormai chiusa e corretta, per la contestazione di un aspetto che riguardava 31 milioni e, ricordo, era puramente formale e non intaccava in alcun modo nella sostanza la legge di bilancio. Ma nonostante questo, abbiamo raggiunto risultati importanti: forte abbattimento del debito regionale, certezza delle entrate, tempi più rapidi nei pagamenti, forte riduzione dell’abbandono scolastico, impegno sulle politiche sociali come nessun altra regione italiana, certificazione di tutti i fondi europei della programmazione 2007-2013.»

Il vicepresidente della Regione ha poi sottolineato la necessità di chiarire nel merito alcuni aspetti evidenziati nella relazione perché, al di là del controllo formale, ci sono una serie di valutazioni su cui è importante fare chiarezza.

 

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Paci zone umide

«Il Parco regionale di Molentargius-Santa Gilla-Sella del Diavolo è un’opportunità di sviluppo e rafforzamento dell’intera area metropolitana di Cagliari, e la Regione sta accompagnando questo percorso con convinzione. Puntiamo sulla tutela ambientale che resta prioritaria ma anche a potenziare le attività produttive nella zona umida – dalla produzione del sale all’itticoltura -, vogliamo incentivare la nascita di attività turistiche e sportive e puntare sul wellness, in modo da incentivare l’occupazione. Abbiamo un enorme tesoro in mezzo alla città e ora dobbiamo accelerare con il processo di costituzione formale del Parco: lavoriamo per proteggere l’ambiente ma vogliamo anche valorizzarlo, costruire ricchezza, creare posti di lavoro intorno a questa straordinaria ricchezza ambientale.»

L’ha detto l’assessore della Programmazione Raffaele Paci chiudendo al Teatro delle Saline il convegno organizzato in occasione della Giornata mondiale delle Zone Umide.

Erano stati i sindaci dei sette Comuni coinvolti (Cagliari, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius, Elmas, Capoterra e Assemini), dopo la navigazione simbolica ad aprile 2016 in battello dell’intero tratto fino a Elmas, a chiedere l’intervento della Regione per far partire il progetto. Dopo poco più di un mese, la Giunta ha approvato la delibera di indirizzo proposta dall’assessore Paci, includendo il Parco nella Programmazione Unitaria 2014-20 per garantire il necessario coordinamento tecnico-amministrativo.

«Il percorso da Molentargius a Santa Gilla che abbraccia anche la Sella del Diavolo e il Colle di Sant’Elia, con i suoi fenicotteri rosa e la piena valorizzazione delle sue zone umide, può diventare un’attrattiva straordinaria per turisti di tutto il mondo – sottolinea Raffaele Paci -. È un territorio con una straordinaria valenza ambientale e un’elevata concentrazione di valori naturalistici, con oasi di protezione faunistica, zone umide tutelate, siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale confinanti con i Sic Torre del Poetto e Monte Sant’Elia, Cala Mosca e Cala Fighera. Ora bisogna procedere rapidi sulla perimetrazione per arrivare alla costituzione del Parco. Ci sono 4 milioni di euro disponibili da programmare sugli interventi che saranno considerati più strategici, risorse importanti che vanno investite nel modo migliore.»