19 July, 2024
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La Giunta regionale ha destinato 2 milioni e mezzo di euro alla provincia di Nuoro per permetterle di garantire gli equilibri di bilancio del 2017. Un intervento finanziario straordinario proposto dall’assessore Raffaele Paci con una variazione di Bilancio. La copertura è stata trovata utilizzando la ripulitura di alcuni capitoli di spesa regionali.
La situazione critica della provincia di Nuoro era stata illustrata dall’amministratore straordinario Costantino Tidu durante l’incontro dello scorso 20 ottobre con Paci e con l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu. All’incontro avevano partecipato anche gli amministratori di Sassari, Oristano e Sud Sardegna.
«Con questo disegno di legge risolviamo il grave e ormai insostenibile problema della insufficienza di fondi necessari per garantire la stabilità dei conti e l’erogazione dei servizi ai cittadini – dice Raffaele Paci –. La provincia di Nuoro, infatti, non ha ancora approvato il bilancio di previsione per il 2017, e lo squilibrio di 2 milioni e mezzo è dovuto soprattutto ai prelievi forzosi imposti dallo Stato sui tributi provinciali che impediscono sia il corretto svolgimento delle funzioni istituzionali che l’erogazione dei servizi ai cittadini. Oggi manteniamo un impegno che io stesso ho preso in Consiglio regionale, dove ora questo ddl dovrà essere esaminato e approvato, e permettiamo alla Provincia di riprendere in pieno le sue funzioni.»
Le altre Province, invece, sono riuscite a chiudere in pareggio il bilancio e al momento non necessitano di uno stanziamento straordinario di risorse.
«Siamo ben consapevoli – commenta l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu – della criticità finanziaria che attraversano tutti gli enti intermedi che hanno utilizzato gli avanzi di gestione sinora accumulati e che, a partire dal prossimo esercizio finanziario, si troveranno in grave difficoltà. Tanto più che sembrerebbe che, anche per il 2018, lo Stato intenda penalizzare le Province sarde, escludendole dal riparto del Fondo nazionale. Tuttavia, nonostante questo futuro a tinte fosche, lo stanziamento destinato alla provincia di Nuoro consente a tutto il sistema delle Province sarde di chiudere in condizioni di equilibrio finanziario.»
Quella di oggi è la quarta legge di variazione di bilancio approvata dalla Giunta negli ultimi tre mesi. Le precedenti avevano come destinatari settore agricolo, Protezione Civile, Vigili del Fuoco e Province (22 milioni), comparto ovicaprino (30 milioni), sanità e spazi finanziari per i Comuni (rispettivamente 114 e 31 milioni), per un totale di 205 milioni di euro.

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«Una manovra insoddisfacente e le politiche del lavoro, senza un cambio di strategia che superi l’impostazione della flexicurity, continueranno ad essere fallimentari». Sono le parole con le quali il segretario regionale della Cgil, Michele Carrus, ha “bollato” la Manovra 2018 e che rappresentano, nella sostanza, il giudizio formulato anche dal segretario della Cisl, Francesco Piras, da quello della Ugl, Sandro Pilleri e dal componente la segreteria Uil, Andrea Lai, sulla legge di Stabilità, illustrata questa mattina in commissione Bilancio dall’assessore, Raffaele Paci.

I quattro rappresentanti delle organizzazioni sindacali, nei loro rispettivi interventi e seppur con differenti argomentazioni, hanno infatti concordato sulla sostanziale insoddisfazione per le misure e gli stanziamenti destinati alle politiche per il lavoro. «Gli indicatori statistici – ha spiegato Michele Carrus – quand’anche certificano un leggero aumento dell’occupazione ci dicono anche che tali incrementi sono del tutto slegati dalle politiche del lavoro messe in campo dalla Regione in questi ultimi tre anni». La priorità, a giudizio di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, resta quella di realizzare un piano di lavoro con risorse adeguate ad affrontare quella che resta un’emergenza per la Sardegna.

Le sigle sindacali hanno salutato invece con favore i tempi con quali si procede nella discussione della Manovra che, per la prima volta da quando è incominciata la Legislatura, dovrebbe essere approvata prima della fine dell’anno.

Cisl, Uil e Ugl hanno dichiarato contrarietà alla proposta della Cgil per un innalzamento delle aliquote Irap e Irpef (nella legge di Stabilità approvata in Giunta restano invariate rispetto allo scorso anno) mentre hanno concordato sulla necessità di misure utili per accelerare la spesa, nonché sull’utilizzo dei fondi Ue in funzione aggiuntiva non sostitutiva rispetto agli stanziamenti regionali e statali.

Il segretario della Cgil ha inoltre svolto un approfondimento su una serie di aspetti legati al diritto allo studio ed ha auspicato il rifinanziamento delle borse di studio, del contributo per gli alloggi ed anche delle agevolazioni per gli studenti fuori sede che utilizzano i trasporti pubblici.

Nel corso dell’audizione che ha aperto in Consiglio la sessione di Bilancio, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha, al contrario, evidenziato una serie di indicatori positivi ad incominciare da un leggero incremento del Pil sardo («il prodotto interno lordo ha un segno più dopo sette anni in diminuzione e vogliamo sostenere e accompagnare questa prima ripresa in atto») ed anche delle entrate da tributi propri e compartecipati, pari a 6 miliardi e 276 milioni di euro (nel 2017 erano 6.150.000.000). Per ciò che attiene la generale situazione del bilancio regionale, l’assessore ha sottolineato il perdurare del “peso” della sanità ma ha affermato che «con l’approvazione della nuova rete ospedaliera e la riduzione dei costi dell’inefficienza, nel 2019 la sanità sarda sarà riportata ad un livello di spesa accettabile che ricomprenderà tutti i livelli essenziali di assistenza ed i costi prodotti dalle scelte strategiche (extra Lea) del Consiglio regionale».

Resta centrale il tema degli accantonamenti, la cui vertenza in atto con lo Stato centrale dovrà concludersi prima della discussione in Aula della Manovra da 9 miliardi e 235 milioni di euro. A questo proposito l’assessore, anche in risposta ad alcune sollecitazioni dei consiglieri Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp) e Gianfranco Congiu (PdS), ha confermato la richiesta per una riduzione degli accantonamenti (684 milioni di euro) e la contrarietà alla sigla dell’“intesa con lo Stato” che porterebbe ulteriori 165 milioni di accantonamenti per il 2018, così come a suo tempo stabilito nella legge finanziaria nazionale del 2015.

Raffaele Paci ha inoltre confermato i livelli minimi delle aliquote di Irap (2.93) ed Irpef (1.23) («un innalzamento ai livelli delle altre Regioni produrrebbe un incremento nelle entrate di circa 230 milioni ma preferiamo lasciare tali risorse nelle disponibilità di imprese e cittadini») ed ha approfondito i capitoli riguardanti gli interventi per le imprese e quelli riferiti alle programmazione territoriale. «Gli interventi a sostegno del sistema delle imprese – ha spiegato l’assessore – sono pari a 255 milioni di euro, mentre i bandi già esitati ammontano a 142 milioni e contano circa 1.800 domande per un totale di investimenti che supera il mezzo miliardo di euro». 

Sono invece 300 i milioni di euro destinati alla programmazione territoriale, i cui progetti interessano oltre il 90% dei Comuni dell’Isola, mentre per ciò che attiene il fondo unico per gli Enti Locali (circa 600 milioni di stanziamento) l’assessore ha auspicato una revisione dei criteri di ripartizione delle risorse («il 40% è ripartito in misura uguale per i 377 Comuni dell’Isola»).

In bilancio, ma senza una specifica destinazione ed all’interno del Fnol, ci sono inoltre 40 milioni di euro: è questa la posta “libera” la cui destinazione è proposta in completa autonomia alla commissione ed al Consiglio. Paci ha inoltre invitato i commissari del parlamentino presieduto da Franco Sabatini (Pd) a considerare la Manovra «come un documento dinamico, così come dimostrano le tre variazioni di bilancio approvate nell’anno in corso».

In conclusione del suo intervento l’assessore ha quindi informato i consiglieri della nuova variazione di bilancio che sarà approvata in Giunta nella seduta di domani e che riguarda le province.

Il presidente della commissione Franco Sabatini (Pd), nel suo intervento conclusivo ha sottolineato il generale miglioramento delle condizioni finanziarie della Regione ed ha espresso un giudizio positivo sugli effetti del cosiddetto bilancio armonizzato («è più veritiero e ci aiuta a ridurre i residui passivi e a migliorare la spesa»). L’esponente della maggioranza ha quindi rimarcato il mantenimento dei livelli minimi delle aliquote di Irap e Irpef e l’assenza del ticket in sanità: «È una manovra equilibrata ma resta prioritario affrontare il fenomeno delle povertà ed è per questo non abbasseremo la guardia sul fronte delle politiche sociali».  

Le audizioni della commissione proseguono martedì 7 novembre a partire dalle 10 con Confindustria, Confapi, Confartigianato e Cna. Alle 12.00: Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Oilos, Lega coop, Confcoop, Unicoop, Agci e Unci. Alle 16.00: Confesercenti e Confcommercio. Alle 17.30: Anci e Asel.

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Le due Unioni di Comuni Terralbese e Linas uniscono le forze e presentano un’unica manifestazione d’interesse per la programmazione territoriale all’assessore della Programmazione Raffaele Paci, accolto a Terralba dal sindaco Sandro Pili, dai presidenti delle Unioni, dai sindaci e dal partenariato economico e sociale del territorio. Il progetto coinvolge 9 Comuni (Arborea, Marrubiu, San Nicolò Arcidano, Terralba, Uras, Arbus, Gonnosfanadiga, Guspini e Villacidro) per un totale di quasi 64mila abitanti e numerosi imprenditori, che la Regione ritiene una presenza necessaria ed irrinunciabile nell’elaborazione dei progetti.
«Sono convinto che la decisione di aggregarsi e presentare una sola manifestazione d’interesse con un’unica idea di sviluppo del territorio sia la scelta giusta – ha detto Raffaele Paci -. In questo territorio ci sono elementi caratterizzanti come fascia costiera, ambiente, allevamento e produzioni agricole e possono essere fortemente valorizzati per creare sviluppo e dunque occasioni di lavoro. Tradizione e innovazione sono le parole che più ho sentito negli interventi degli imprenditori, e questa credo sia la strategia vincente: siamo in grado di garantire prodotti primari molto migliori di tutti gli altri grazie al nostro ambiente. Poi però quei prodotti devono essere riconosciuti e riconoscibili, perché questo aiuta ad aumentarne il valore sul mercato e dunque il prezzo di vendita, quindi è giusto puntare sulla qualità come volete fare col vostro progetto per garantire quella unicità che il consumatore, ma ormai anche il turista, cerca.»
Il vicepresidente della Regione ha poi ricordato alcuni fra i più importanti stanziamenti destinati dalla Giunta per promuovere lo sviluppo nei territori: per fare solo qualche esempio, 300 milioni per la programmazione territoriale, 20 milioni per le zone umide, 30 per l’irriguo dove urge installare contatori per il controllo del consumo dell’acqua e avviarsi così sempre più verso una agricoltura di precisione, 50 milioni per le dighe che potranno finalmente essere collaudate e potranno così invasare più acqua, più di 50 milioni erogati a Comuni e Province per rifare l’asfalto delle loro strade oltre a quelli per le strade rurali, la banda ultralarga. E, nello specifico per questo territorio, 16 milioni contro il dissesto idrogeologico del Terralbese e il bacino del rio Mogoro. «Purtroppo, i tempi di realizzazione delle infrastrutture importanti in Italia sono lunghissimi, ma le risorse le stiamo mettendo – ha assicurato Raffaele Paci -. Faremo ancora di più sulla semplificazione ma siamo, e io per primo, quotidianamente impegnati sul fronte della burocrazia per ridurre i tempi e semplificare ancora di più le procedure».
La strategia punta tutto sulla Qualità. Che si declina nell’intero territorio in processi produttivi, lavoro, prodotti, benessere animale, genuinità delle produzioni alimentari e ambiente. Dieci le azioni proposte in due Assi (Sviluppo Economico e Servizi alla persona): servizi tecnologici migliori (acqua, energia, internet a banda larga); riordino fondiario; snellimento delle procedure amministrative e attrazione di investimenti; ripristino della rete viabile comunale, provinciale e rurale; crescita e diffusione delle competenze; promozione dell’associazionismo e della collaborazione tra imprese attraverso la creazione di un unico grande brand delle produzioni del territorio; pianificazione territoriale delle ex miniere minerarie; sviluppo turistico attraverso l’integrazione fra coste e interno; potenziamento dei servizi ai cittadini una gestione condivisa tra le amministrazioni interessate (migliore viabilità interna, servizi per l’infanzia, aggregazione sociale attraverso cinema, teatri, piscine, parchi all’aperto, più edilizia popolare e migliore gestione del servizio di smaltimento rifiuti).
Da oggi inizia il lavoro dei tavoli tecnici con la Regione, per arrivare in tempi rapidi alla definizione puntuale degli interventi e quindi alla firma dell’accordo di programma nel più breve tempo possibile.

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La Manovra Finanziaria per il 2018 con 7 miliardi e 792 milioni di euro rafforza le spese su lavoro, tutela della salute, cultura, istruzione e università, turismo, ambiente, politiche sociali. Supporta gli investimenti privati in tutti i settori produttivi e nei comparti pubblici (infrastrutture, bonifiche, protezione del territorio), mantiene il Fondo unico da 600 milioni per gli Enti locali, i 30 milioni del Reis e i 70 per i cantieri comunali e la salvaguardia dell’occupazione in situazioni di crisi. E, soprattutto, sostiene fortemente le famiglie, lasciando nelle loro tasche 130 milioni, e le imprese lasciandone 100: la Giunta ha infatti deciso di non aumentare le tasse, che restano le più basse d’Italia, e di non introdurre – unica regione – il ticket farmaceutico. Rispetto ai 7,6 miliardi dell’anno scorso (erano 7,2 nel 2016), si registra dunque un incremento delle entrate del 2%, dovuto sia al ciclo economico in ripresa sia alla chiusura della Vertenza Entrate con lo Stato, che ha assicurato alla Sardegna 900 milioni di arretrati e la certezza di 150 milioni all’anno. L’uscita dal patto di stabilità nel 2014 garantisce che tutte le risorse possano essere spese, permettendo così di incrementare le spese correnti e pagare debiti risalenti a molti anni fa. Quest’anno, poi, l’impegno della Giunta ad approvare la manovra nei tempi previsti è stato perentorio, per evitare l’esercizio provvisorio e garantire certezza della spesa sin dal primo giorno dell’anno prossimo: approvata il 17 ottobre dalla Giunta, si conta che il Consiglio regionale riesca a licenziarla entro dicembre.
«Portare alla discussione la nostra proposta di finanziaria ad ottobre, cioè ben prima di quanto si sia fatto sinora, significa poter mettere queste risorse in circolo, a favore delle famiglie e delle imprese, con molti mesi di anticipo rispetto al passato – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, che ha ringraziato l’Assessorato per il lavoro svolto -. L’economia è in ripresa, come dimostrano alcuni segnali importanti che, via via, si vanno consolidando: basti citare la crescita del pil e il calo del tasso di disoccupazione, tornato a livello del 2012 dopo anni drammatici. Se, come è, le finanziarie servono ad aiutare questi segnali di ripresa, a renderli più forti, più robusti, più veloci in senso positivo, questa è, di fatto, la finanziaria della ripresa. La graduale uscita dalla crisi ci permette di avere entrate in leggera crescita – ha aggiunto il presidente Pigliaru, sottolineando come più denaro significhi – più servizi per i nostri cittadini, stando particolarmente attenti a chi è maggiormente in difficoltà, a chi è malato. Gli stanziamenti per la Sanità restano importanti, in attesa che l’applicazione della Riforma ne renda i servizi più efficienti ed efficaci, così come importante è il finanziamento per reddito di inclusione sociale e l’investimento per la scuola: tutte cose che servono alla Sardegna intesa come sistema economico, ma anche alla società sarda, direttamente alle persone. Va in questo senso la decisione di mantenere le tasse più basse d’Italia sia per le famiglie che per le imprese, così da favorire lo sviluppo e i consumi: scelte che crediamo alla base di ogni buona amministrazione e buona politica». In riferimento alla questione accantonamenti, infine, Francesco Pigliaru ha ribadito che sul punto la Regione ha una posizione chiara e ferma: «Riteniamo che 684 milioni siano troppi per la Sardegna e dal Governo aspettiamo ancora una risposta che sta tardando ad arrivare. Vogliamo una netta riduzione e vogliamo anche sapere qual è la regola con cui vengono calcolati. Vogliamo conoscerla e avere la certezza di essere trattati con equità, una certezza che in questo momento decisamente non c’è».
156 milioni per l’istruzione, con il potenziamento di Iscol@, la lotta alla dispersione scolastica e la formazione degli insegnanti. Cultura e Sport: 73 milioni per la valorizzazione dei Giganti di Mont’e Prama ma anche per le industrie creative, le residenze artistiche e un piano straordinario di scavi archeologici. 55 milioni vanno al Turismo per l’allungamento della stagione, l’attivazione di sistemi di iperconnessione con i visitatori e la valorizzazione in chiave turistica dei tratti identitari dell’isola. Con 50 milioni per l’edilizia si lavorerà a un piano di manutenzione degli alloggi Area, all’efficientamento energetico degli edifici pubblici e a nuovi progetti di housing sociale. 627 milioni vanno alle politiche per l’Ambiente: con un piano di investimento da 17 milioni saranno acquistati moderni mezzi multiuso per il potenziamento del sistema regionale della Protezione civile nelle attività di prevenzione e gestione dei rischi (incendi, alluvioni, smottamenti). E poi bonifiche dei siti inquinati, gestione dei rifiuti, contrasto all’erosione costiera. La politica per i trasporti può contare su 554 milioni: fra le priorità, oltre alla continuità territoriale aerea e marittima, la mobilità urbana, le reti ciclabili, l’interconnessione fra hub portuali e aeroportuali, il potenziamento e l’integrazione dei trasporti su ferro e gomma. 346 milioni sono destinati a Politiche sociali e Famiglia: servizi per la prima infanzia, strutture per i servizi sociali e reddito di inclusione sociale le priorità. Alla Sanità sono destinati 3 miliardi e 488 milioni: oltre a garantire i Lea, saranno riorganizzate le cure territoriali, attuate la riforma della rete ospedaliera e il piano di riqualificazione e riorganizzazione del sistema sanitario regionale mediante il monitoraggio delle spese e la valutazione globale dei livelli essenziali di assistenza. Sviluppo economico ed energia, 134 milioni: innovazione, sviluppo tecnologico, internazionalizzazione per rendere sempre più competitivo il “Sistema Sardegna” e poi metanizzazione e mobilità elettrica. Per lavoro e formazione ci sono 124 milioni: lavoratori socialmente utili, Parco Geominerario, lista speciale tutelata dalla legge 42 i principali destinatari. Agricoltura (186 milioni) e Pesca (158) puntano su politiche di sostegno al settore agricolo e alimentare, sostegno all’ovicaprino, bandi per la pesca e lotta durissima alla peste suina africana che si vuole completamente eradicare in tempi brevi.
«Stiamo facendo la nostra parte per portare la Sardegna fuori dalla crisi, con numerose politiche attive. Il mutuo infrastrutture da 700 milioni, la spesa totale dei fondi della programmazione comunitaria 2007-13 con 300 cantieri aperti, le politiche attive per il lavoro, Iscol@ con 250 milioni, mille cantieri e 3000 posti di lavoro in tutta l’Isola, la banda ultralarga e i 54 milioni per portarla in tutti i paesi, la spesa dei primi fondi del Patto per la Sardegna, la programmazione territoriale e i bandi per le imprese – ha sottolineato l’assessore del Bilancio Raffaele Paci -. I segnali positivi si iniziano a vedere, col Pil che finalmente cresce dopo 7 anni, i dati sull’occupazione, il boom del turismo e la crescita dell’export nell’agroindustria. E in questo contesto si inserisce la nostra Finanziaria, che punta a potenziare la ripresa rafforzando il tessuto economico, sociale e lavorativo della Sardegna. Non aumentiamo le tasse, rinunciando a incassare 230 milioni che lasciamo alle famiglie per aiutarle a spendere e alle imprese per aiutarci a creare sviluppo e occupazione. Stiamo lavorando molto e con grande impegno per centrare obiettivi che possono cambiare il futuro della Sardegna e dei nostri giovani. Anche per questo – ha concluso Raffaele Paci – vogliamo riuscire ad approvare la Finanziaria entro dicembre: è il momento di correre, per dare in fretta le risposte che la gente si aspetta da noi.»
In Sardegna l’aliquota unica Irpef resta al valore minimo di 1,23%. Una scelta condivisa solo da Bolzano, Valle D’Aosta e Veneto, dove però la situazione economica e la ricchezza della popolazione sono decisamente più floride. Per le altre regioni la situazione cambia nettamente: si va dall’1,73 fisso di Abruzzo, Calabria, Sicilia al 2,03 della Campania per arrivare al ventaglio fra l’1,23 e il 3,33% delle altre regioni che hanno adottato il metodo della tassazione differenziata con vari scaglioni in base al reddito. Se portassimo l’aliquota al livello delle altre regioni che sono in piano di rientro della Sanità (condizione in cui di fatto ci troviamo) – ovvero al 2,03% di Campania, Piemonte e Lazio – nelle casse della Regione arriverebbero 130 milioni in più, da spendere per realizzare politiche espansive ma che verrebbero sottratte alle famiglie. L’Irap resta ferma al 2,93%. La base nazionale è fissata al 3,90% e la troviamo in Friuli Venezia Giulia, Valle D’Aosta, Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto. Al 4,73% l’ha innalzata la Regione Marche, al 4,97% la Campania. Il 4,82% tocca a Sicilia, Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia. Aliquote più basse le troviamo solo nelle ricche Trento (2,30) e Bolzano (2,68). Oltre a tenere l’Irap al minimo, ne garantiamo l’azzeramento alle nuove imprese che si insediano in Sardegna per i primi 5 anni di attività: una scelta fatta per aiutare la fase iniziale di investimento ma anche per promuovere una politica di attrazione degli investimenti. Se in Sardegna portassimo l’Irap alla base nazionale del 3,9, la Regione incasserebbe 50 milioni di euro in più, se invece la portassimo al livello delle altre regioni in Piano di rientro della Sanità (4,8-4,9), la Regione di milioni in più ne incasserebbe 100, togliendoli però di fatto alle imprese.
Anche nel 2018 saranno trattenute entrate erariali, spettanti alla Regione Sarda in base allo Statuto, per complessivi 684 milioni di euro, pari a circa il 10% del totale. A questi si dovrebbero aggiungere altri 165 milioni di accantonamenti sui quali però la Regione ha negato l’intesa allo Stato. Continuando a imporre cifre così corpose, senza scadenza e senza intesa (condizioni decretate invece dalla Corte Costituzionale) lo Stato di fatto sta unilateramente modificando il nostro Statuto, che ha rango costituzionale, stabilendo che nelle nostre casse debbano arrivare 5 decimi dell’Irpef e non più i 7 decimi previsti, ovvero 2 decimi in meno di quello che ci spetta. La richiesta della Sardegna, che è oggetto di una trattativa in corso col governo, è di una forte riduzione degli accantonamenti per il prossimo triennio.
Nel biennio 2017-2018 solo con il Fondo di Sviluppo Regionale (Fesr) sono già in corso o stanno per essere pubblicati 18 bandi per tutte le tipologie di investimento con oltre 250 milioni di incentivi messi a disposizione delle imprese. Parole d’ordine: tempi rapidi, procedure snelle e lotta alla burocrazia. Quindi bandi a sportello, che a ogni click day hanno registrato non solo il tutto esaurito ma oltre il doppio delle richieste rispetto alle somme disponibili: chiaro segnale di ripresa e di voglia di investire da parte delle imprese. La Regione si è perciò impegnata a finanziare tutti i progetti validi con nuove risorse. Ai bandi si aggiungono altri importanti strumenti quali il microcredito o il social impact investing e le varie misure specifiche di incentivazione degli investimenti in agricoltura, allevamento e pesca. 

Tra le azioni con un forte impatto a favore dei territori e dello sviluppo va ricordata la programmazione territoriale che vede ormai impegnata la quasi totalità del territorio coinvolgendo oltre il 90% della popolazione e dei comuni della Sardegna. La manifestazione di interesse delle Unioni dei Comuni, la Strategia Nazionale per le aree interne (Snai), il Piano di rilancio del Nuorese, gli Interventi territoriali integrati, il Pon per la città metropolitana, il Piano Sulcis sono le diverse tipologie di programmazione nel territorio in concreta fase di attuazione. La Regione ha messo in gioco ingenti risorse (circa 300 milioni) e sta dando tutto il supporto ai territori (istituzioni locali, partenariato economico e sociale, cittadini) che diventano protagonisti del proprio progetto di sviluppo. È questo il modo per dare risposte concrete al tema, complesso ma vitale, dello spopolamento delle aree interne e periferiche favorendo concrete opportunità di lavoro e quindi di sviluppo.
Un fondo cospicuo di 40 milioni è stato infine lasciato completamente libero da destinazione per la condivisione di ulteriori azioni strategiche all’interno dei lavori consiliari, anche sulla base delle audizioni delle parti istituzionali, economiche e sociali. Si prosegue così il metodo, già sperimentato con successo nella scorsa finanziaria, per il quale l’individuazione di alcune priorità deve essere decisa insieme, dalla Giunta, dal Consiglio, dalle istituzioni locali e dai cittadini attraverso le loro rappresentanze sociali ed economiche. In questo modo la legge finanziaria diventa un momento importante di confronto, di elaborazione e, soprattutto, di scelte per favorire lo sviluppo e l’inclusione di tutti i sardi. 

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Province, gli assessori Erriu e Paci incontrano gli amministratori

Gli assessori regionali degli Enti locali e della Programmazione, Cristiano Erriu e Raffaele Paci, questa mattina hanno incontrato gli amministratori straordinari delle province di Sassari, Nuoro, Oristano e Sud Sardegna, rispettivamente Guido Sechi, Costantino Tidu, Massimo Torrente e Giorgio Sanna, per discutere delle criticità finanziarie dei quattro enti di secondo livello. Alla riunione hanno partecipato anche il presidente della Commissione Autonomia del Consiglio regionale, Francesco Agus.
I quattro amministratori hanno rappresentato uno scenario complesso, aggravato dai tagli statali e soltanto in parte alleviato dall’intervento della Regione con cospicue risorse.
«Pur avendo chiuso in pareggio i bilanci 2017, con la sola eccezione della provincia di Nuoro, gli enti – ha sottolineato l’assessore Cristiano Erriu – non hanno più fondi disponibili per garantire alcune funzioni, come il trasporto degli studenti disabili delle scuole secondarie di secondo grado e lo sfalcio delle pertinenze stradali. Inoltre, non si riesce più a provvedere al mantenimento dei livelli occupazionali delle società in house. È a rischio la copertura per le spese correnti e i servizi essenziali, anche alla luce del mancato turn over del personale.»
«Ho preso nell’Aula del Consiglio regionale l’impegno formale per una variazione di bilancio a favore delle Province, in modo da garantire il funzionamento dei servizi per i cittadini – ha detto l’assessore Raffaele Paci -. Le difficoltà finanziarie purtroppo ci sono e le ha anche la Regione, così come tutti gli Enti collegati, a causa delle sempre più frequenti e inaccettabili decisioni dello Stato di fare tagli, ultimo esempio quello del trasporto disabili di cui ovviamente ci siamo immediatamente fatti carico anche se non è una spesa che spetta a noi. Stiamo già facendo una ricognizione per cercare risorse che non sono ancora state impegnate, contemporaneamente stiamo lavorando alla nuova manovra che vogliamo approvare entro dicembre in modo da non ricorrere all’esercizio provvisorio e dare così certezza di spesa a tutti, confermando completamente gli stanziamenti per gli enti locali: entro una decina di giorni la variazione di bilancio per le Province sarà pronta – ha concluso Raffaele Paci -, in modo da garantire le spese correnti e i servizi essenziali, contemporaneamente affrontiamo il tema nella finanziaria regionale e spingiamo perché si faccia lo stesso a livello nazionale.»

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ed il vicepresidente ed assessore del Bilancio Raffaele Paci, intervengono oggi a pochi giorni dall’attesa sentenza sull’articolo 3 della legge istitutiva dell’Ase, impugnato dal Governo e con la Regione che ha deciso di resistere.

«Crediamo fortemente nell’Agenzia sarda delle Entrate – dice Francesco Pigliaru -: è uno dei punti qualificanti del nostro programma di governo e un pezzo importante verso quel controllo fiscale che è essenziale per la nostra regione. Siamo anche convinti che l’articolo 3 sulla possibile, futura riscossione diretta dei tributi regionali, con la clausola specifica di un preliminare accordo con lo Stato, sia stato scritto nel pieno rispetto delle leggi nazionali. A nostro avviso, quindi, non c’è invasione delle competenze statali da parte di quelle regionali. Per questo motivo sto facendo forti pressioni sul premier Paolo Gentiloni perché il Governo ritiri il ricorso, c’è ancora tempo per farlo e continuerò a insistere perché sono convinto delle nostre ragioni, come abbiamo già dimostrato costituendoci immediatamente in giudizio per difendere le nostre posizioni e i diritti di tutti i sardi.» 
«Voglio però dire con chiarezza che la legge che istituisce l’Agenzia delle Entrate resta valida e legittima nelle sue parti essenziali, perché appunto l’impugnazione riguarda una norma di prospettiva, importante ma non immediatamente operativa e sui cui contenuti continueremo comunque a lavorare. La strada in ogni caso è segnata – conclude Francesco Pigliaru – e la percorreremo per acquisire, attraverso accordi con la commissione paritetica, il diritto anche all’accertamento e alla riscossione.»
«Abbiamo sempre creduto nell’importanza dell’Ase e del ruolo strategico che avrà nel controllo e nella tutela dei nostri conti pubblici regionali rispetto al non sempre facile rapporto con lo Stato – sottolinea il vicepresidente ed assessore del Bilancio Raffaele Paci -. Subito dopo l’approvazione in Consiglio della legge che istituisce l’Agenzia sarda delle Entrate, abbiamo avviato tutte le procedure per la nomina del direttore generale: attualmente c’è un bando aperto per il reclutamento esterno e, dunque, dal prossimo 1 gennaio l’Ase sarà pienamente operativa. Con questa Agenzia – conclude Raffaele Paci – saremo più autonomi, efficienti e riusciremo a farci riconoscere tutte le entrate che ci spettano senza avere il dubbio che qualcosa non sia arrivata nelle nostre casse. Garantendo il totale e autonomo controllo sul nostro fisco, tuteliamo la Sardegna e tutti i cittadini.»

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E’ stato pubblicato il primo bando territoriale della Sardegna che prevede 4,2 milioni per le imprese della Gallura (risorse del Por Fesr), di cui 700mila destinati alla qualità della vita e il resto al settore turistico, è una delle più importanti novità all’interno della programmazione territoriale per quelle zone dove si riscontra una concentrazione adeguata di imprese e punta a garantire aiuti su precisi settori di intervento individuati nel Progetto di Sviluppo Territoriale come strategici. Le imprese di tutti gli altri settori stanno invece già partecipando, e potranno continuare a farlo, ai bandi validi per tutto il territorio regionale. 

«È un traguardo importante, che per anni in passato si è cercato di raggiungere senza successo – dice l’assessore della Programmazione Raffaele Paci-. Sono bandi calibrati sulle esigenze specifiche delle imprese che operano nel territorio che partecipa alla programmazione territoriale, le cui risorse devono essere investite in progetti di filiera ben individuati per sostenere i settori considerati prioritari per lo sviluppo del territorio. Cominciamo dalla Gallura, sono in arrivo i bandi territoriali dell’Ogliastra e altri ne individueremo all’interno dei tanti progetti che stanno compiendo il loro percorso. Quindi sostegno alle imprese, che creano sviluppo e occupazione e dunque crescita economica con ricadute positive in tutta la regione, ma ancora più mirato per garantire risultati migliori. Una scelta che incarna la filosofia della programmazione territoriale, dove i progetti nascono dal basso perché sono le comunità che ci dicono quali sono i loro punti di forza da sostenere e valorizzare.»

Per il bando territoriale destinato alle imprese che partecipano al progetto “La città di paesi della Gallura”, è prevista una procedura valutativa a sportello. Le domande potranno essere caricate sulla piattaforma a partire dalle 12 del 7 novembre prossimo e potranno essere presentate a partire dalle 12 del 21 novembre fino alla chiusura del bando, prevista per il 21 dicembre 2017. Il bando è rivolto alle imprese micro, piccole e medie che intendano proporre investimenti nel territorio delle due Unioni di Comuni che hanno partecipato al progetto di sviluppo: nuove imprese (valore del piano da 15mila a 500mila euro), imprese esistenti T1 (da 15 mila a 150mila euro) e imprese esistenti T2 (da 200mila a 500mila euro).

Il progetto “La città di paesi della Gallura” è stato chiuso il 9 gennaio, subito dopo approvato dalla Giunta e definitivamente decollato con la firma dell’accordo di programma e la chiusura della convenzione attuativa. Si tratta di un progetto territoriale da 56 milioni di euro, un percorso virtuoso nel territorio per valorizzarne tutte le potenzialità che coinvolge 16 Comuni e 70mila abitanti.

«Tanti Comuni che hanno sviluppato insieme un progetto importante, che vede la valorizzazione piena del territorio, dei percorsi naturalistici, delle vie dell’acqua, dei progetti culturali, del trenino verde. Un progetto di sviluppo che vuole legare la costa con l’interno, uniti all’agroalimentare e alle tradizioni per assicurare un’offerta assolutamente unica e potenzialità enormi per la Sardegna in termini di sviluppo – conclude Raffaele Paci -. All’interno del progetto, i bandi territoriali assicureranno risorse alle imprese coinvolte, che devono fare rete e ampliare gli orizzonti dello sviluppo di un intero territorio.»

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Il vicepresidente della Regione Raffaele Paci ha partecipato, alla Fiera di Cagliari, alla presentazione del Piano triennale 2018-2020 dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare. Proprio nella terra dei Progetti Aria e Sar-Grav, l’INFN ha scelto infatti di confrontarsi sul suo futuro e condurre l’analisi della propria politica scientifica.
«Entrambi questi progetti sono legati a teorie che hanno vinto il premio Nobel, e questo può dare visibilità e reputazione anche alla nostra regione – ha detto nei saluti iniziali il vicepresidente Raffaele Paci -. La Sardegna è una terra di grande qualità della vita, di clima eccellente, di ambiente ottimo, di cultura, tradizioni e archeologia ma anche di tecnologia e innovazione. Ed è su tutto questo che vogliamo puntare, come dimostra bene il fatto di utilizzare altissima tecnologia e innovazione per riconvertire luoghi storici come le nostre miniere. Siamo un’isola, a volte difficile da raggiungere, ma vogliamo creare connessioni con le competenze, le idee, il capitale umano, i ricercatori che qui trovano un ecosistema ideale.»
Il progetto Aria, grazie a un Accordo di Programma tra INFN, Regione Sardegna, Carbosulcis, e con la collaborazione delle Università di Cagliari e Sassari, attuerà la conversione della miniera di Seruci, in chiusura, in un’infrastruttura tecnologicamente avanzata che riuscirà a produrre Argon 40 puro, necessario alle attività dell’esperimento DarkSide nel Gran Sasso. Anche per il secondo progetto, Sar-Grav, viene utilizzata una miniera, quella di Sos Enattos a Lula, dove ci saranno laboratori per lo studio delle onde gravitazionali ed esperimenti di fisica fondamentale.
«Come Regione siamo fortemente convinti di andare in questa direzione, stiamo investendo molte risorse economiche e supportando i progetti – ha assicurato il vicepresidente della Regione -. Nel Piano delle infrastrutture, per esempio, il presidente Pigliaru ha insistito perché venissero messi 30 milioni di euro per la ricerca di base fatta con le Università e i centri pubblici. Su questo vogliamo continuare a puntare: ricerca, innovazione e idee. Abbiamo una collaborazione con l’Inaf per il Radiotelescopio di San Basilio che ha seguito il tuffo della sonda Cassini, abbiamo il Joint Innovation Center di Huawei e Crs4 punto di riferimento italiano per le Smart and Safe City, abbiamo eccellenze e professionalità importanti, e imprese che vengono qui a investire e creare posti di lavoro. E quindi – ha concluso Paci – voglio ribadire e confermare in questa occasione che c’è la totale disponibilità della Regione a continuare la collaborazione su questi e altri progetti, per far diventare la Sardegna il punto centrale di incontro e confronto dei network internazionali di ricerca.»
 

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La nuova dura critica arrivata dall’ex assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, uno dei due leader del Partito dei Sardi, ha riscaldato nuovamente il clima in seno alla maggioranza di centrosinistra che guida la Regione e in serata è arrivata, puntuale, la replica di Pietro Cocco, capogruppo del Partito democratico.

«Invito il Partito dei Sardi ad abbassare i toni dello scontro all’interno della maggioranza  su argomenti sui quali non hanno l’esclusiva perché sono patrimonio di tutto il Centrosinistra – scrive Pietro Cocco in una nota -. Siamo tutti d’accordo sul fatto che la cifra annuale di partecipazione trattenuta dallo Stato alla Sardegna è eccessiva, ma se è vero che la nostra Regione non può più sopportare il peso di trattenute di questa entità, è altrettanto vero che il tavolo della trattativa è sempre aperto a Roma nella massima trasparenza e si sta avviando un percorso condiviso di ridimensionamento per un problema che dura da tanto tempo.»

«Noi partecipiamo annualmente con 684 milioni di euro, una cifra che non da oggi riteniamo eccessiva ed è su questo che il presidente Pigliaru ha riavviato le trattative su mandato ricevuto dal Consiglio per rivendicare con maggiore forza i nostri diritti – aggiunge Pietro Cocco -. Va anche ricordato che il nostro rapporto con il Governo in questi ultimi anni di leale collaborazione  ha  prodotto i suoi effetti: Ci sono stati una serie di risultati che il Partito dei sardi omette di dichiarare o fa finta di non conoscere e mi riferisco al fatto che col Governo Renzi siamo riusciti a strappare la chiusura delle Norme di Attuazione dello Statuto, a farci dare 900 milioni di euro di arretrati e 150 milioni di euro in più di entrate certe per ogni anno.»

«Inoltre non va scordato, perché non è un dettaglio,”il Patto per la Sardegna” che ha significato per la nostra Isola ricevere 3 miliardi di euro. Credo, pertanto, che in questo momento sia utile e necessario che ognuno dia il proprio contributo – conclude il capogruppo del Partito democratico – evitando fughe in avanti che dividono e non contribuiscono a risolvere i problemi.»

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I rapporti tra i partiti della maggioranza di centrosinistra che guida la Regione, sono sempre più tesi, in particolare tra il Partito dei Sardi e il Partito democratico. Altro tema di scontro è quello degli accantonamenti, per i quali ieri il presidente Francesco Pigliaru e il vicepresidente ed assessore della Programmazione Raffaele Paci hanno incontrato una delegazione del Governo, a Roma.

L’ex assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, uno dei due fondatori del Partito dei sardi (l’altro è Franciscu Sedda), ha commentato con toni molto duri i risultati dell’incontro avuto ieri dal presidente e dal vicepresidente della Giunta con il sottosegretario Maria Elena Boschi, in un intervento pubblicato nel sito www.sardegnaeliberta.it .

«Come sempre più spesso accade – ha scritto Paolo Maninchedda -, i giornali di oggi non servono a capire ciò che è realmente successo ieri.
Ieri è accaduto che il Presidente della Sardegna e l’Assessore del Bilancio sono andati a Roma a parlare col sottosegretario italiano Boschi di accantonamenti.
Secondo un copione, sbagliato e già visto sugli accantonamenti, la delegazione della Giunta ha impostato una missione importante su un problema creato a suo tempo dalla Giunta stessa, senza discutere prima con le forze di maggioranza e col Consiglio della strategia relativa alla questione delle Entrate.»
«Il capogruppo del Partito dei Sardi Gianfranco Congiu ha chiesto la sospensione dei lavori dell’Aula, la riunione dei capigruppo e ha ottenuto che il Presidente della Giunta vada in Consiglio e riferire – ha aggiunto Paolo Maninchedda –. È accaduto che solo dopo che il PdS ha imposto alla Giunta di non condurre trattative bilaterali senza mandato su questioni così rilevanti, è venuto fuori un profluvio di comunicati rassicuranti da parte della Giunta che garantivano che non c’era alcuna intenzione di ignorare le forze politiche e le istituzioni della Sardegna. In realtà, la missione dalla grazia Boschi si era già svolta sotto il segno dell’esclusivismo presidenziale.»
«Oggi sui giornali questa sequenza dei fatti, che è sostanza, diviene un minestrone, e noi addirittura veniamo iscritti non tra coloro che hanno difeso il diritto sacrosanto dei sardi di sapere che cosa si va a dire al Governo italiano prima di dirlo – ha concluso Paolo Maninchedda -, ma iscritti d’ufficio in grassetto tra i protestatari e non tra coloro che difendono la dignità delle istituzioni.»