19 July, 2024
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Il nuovo assessore dei Trasporti, Carlo Careddu, ha giurato stamane in Consiglio.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito ha prestato giuramento il nuovo assessore regionale dei Trasporti Carlo Careddu.

L’Assemblea ha proceduto all’elezione del nuovo Difensore Civico e del Garante regionale per l’Infanzia. Nella votazione per il Difensore Civico Felicetto Contu ha riportato 39 voti (schede bianche 9, nulle 7), al di sotto del quorum prescritto di 40 voti. Il Consiglio ha dunque effettuato un secondo scrutinio, nel quale Contu è stato eletto con 42 voti (bianche 10, nulle 4).

Terminata la votazione, l’Aula ha proceduto all’elezione del Garante per l’Infanzia e l’adolescenza. Anche in questo caso il quorum prescritto è di 40 voti. Hanno riportato 20 voti ciascuno Donatella Olla e Giangiacomo Pisotti, per cui il presidente ha rinviato la votazione al pomeriggio, in modo da permettere ai gruppi di raggiungere un accordo.

Ha preso poi la parola l’on. Giorgio Oppi (Udc) sull’interpellanza 253 (Oppi e più) sui tagli del bosco Marganai.

Secondo l’oratore, protagonista suo malgrado sulla stampa anche italiana per la vicenda del taglio al Marganai, «è tempo che l’assessore Spano ci dica qual è, a chiare lettere, la sua opinione sul taglio indiscriminato sugli alberi del Marganai. Non voglio parlare del fuoco di queste settimane a Iglesias né di come viene gestita la protezione civile ma chiedo che sia necessario  che mi si chieda scusa per essere stato accusato anche dalla  stampa di cose che non ho fatto nella mia qualità di assessore all’Ambiente».

Ha risposto, dunque, l’assessore Spano: «Abbiamo l’occasione per chiarire che questi aspetti hanno riguardato  l’istruttoria tecnica ma non l’indirizzo politico. Tutte le informazioni che mi hanno fornito Forestatas e il Corpo forestale dicono che a Marganai si è venuto a formare un accumulo di massa legnosa dopo la chiusura delle miniere alle quali venivano destinati in passato i pali ricavati dai tagli del bosco ceduo di Marganai. Dei 5mila ettari del bosco Marganai il piano prevedeva tagli alla base ovviamente autorizzati anche dal ministero (e non disboscamento) per 34 ettari dal 2011 sino al 2015. Facciamo così chiarezza su ogni aspetto, compreso il piano forestale regionale. Non ci sono dunque questioni di rilevanza politica né per quanto riguarda l’assessore precedente né per quello attuale».

Per replica l’on. Giorgio Oppi ha detto: «Non sono soddisfatto dei numeri offerti dall’assessore e ricordo che nel 2009 ero assessore e non potevo essere favorevole a quel disboscamento. Non intendo essere accusato di cose che non ho fatto e che sono contrarie alla mia forma mentis e a Iglesias, la città che tanto mi ha dato».

L’on. Daniele Cocco (Mdp) ha illustrato la proposto di legge sull’Ipab “San Giovanni Battista” di Ploaghe, precisando che si tratta di «un’interpretazione autentica che chiarisce che il personale viene trasferito alla Asl territorialmente competente».

Per l’on. Annamaria Busia (Campo progressista Sardegna) «c’è una equivocità nella formulazione e sul punto ci sono pronunce giurisdizionali molto chiare. Mi duole e sono a disagio ma non credo sia questo il percorso corretto, anche nell’interesse dei lavoratori».

Per l’on. Salvatore Demontis (Pd) «è ben vero che la legge da noi approvata nei mesi scorsi voleva disciplinare anche il trasferimento del personale dell’Ipab ma è anche vero che il personale risulta danneggiato. Ecco perché si rende necessaria oggi questa interpretazione autentica».

Anche l’on. Marco Tedde (FI) è intervenuto e ha detto: «Se le ex Ipab sono enti pubblici assimilabili agli enti strumentali è vero dunque che gli ex dipendenti non devono fare un concorso per accedere ai ruoli di altre pubbliche amministrazioni. Questo lo dice la Corte dei conti e anche l’Anac». L’oratore ha poi suggerito un emendamento orale «in modo da superare una volta per tutte la via crucis che abbiamo fatto fare ai lavoratori della ex Ipab».

Per l’on. Antonello Peru (FI) «il provvedimento corregge un errore dell’Aula, come è stato ben motivato. Mi sono assentato per un po’ di tempo e torno in Aula e vedo che si torna a discutere sull’Ipab San Giovanni Battista».

Per l’on. Roberto Desini (Pds) «questa Ipab torna con molto mio dispiacere nel dibattito del Consiglio regionale. Tutta la politica ha sfruttato in passato senza ritegno il bacino elettorale del San Giovanni Battista, sino a calpestare la dignità delle persone. Dove sono andate a finire le vagonate di milioni di euro messi a disposizione negli anni dal Consiglio regionale all’Ipab di Ploaghe? Chi le ha spese e per cosa? Non certo li hanno presi i lavoratori. Mi aspetto dall’assessore Arru un segno di coerenza tra quello che dice lui e quello che fa il suo assessorato».

Per dichiarazione di voto l’on. Annamaria Busia (Cps) ha detto: «Ho indicato prima una pronuncia che riguarda proprio il passaggio del personale da un ente pubblico a un altro».

Sull’aspetto finanziario della norma l’on. Roberto Desini ha chiesto all’assessore al Bilancio «se il trasferimento del personale all’Asl comporta maggiori oneri. Abbiamo forti dubbi che sia a saldo zero».

L’assessore Raffaele Paci ha chiarito affermando che «gli oneri finanziari sono già indicati nella legge già approvata».

L’on. Roberto Desini (Pds) ha letto per dichiarazione di voto il dispositivo di una pronuncia della Corte dei conti. L’on. Marco Tedde (Fi), invece. Ha sostenuto che «tali principi non si applicano al caso della Ipab di Ploaghe, nonostante si tratti di un ente pubblico. L’analisi del sangue non è stata fatta in occasione di tante mobilità di personale dall’ex Ipab alla Asl: perché andrebbe fatta ora?».

Per l’on. Salvatore Demontis (Pd) «non si sta violando l’articolo 97 della Costituzione, che riguarda l’accesso alla pubblica amministrazione e non il transito».

 La legge è stata poi approvata.

L’Aula ha poi approvato anche una legge relativa allo stanziamento a favore del Tpl (ddl 436/A Reiscrizione delle economie di stanziamento  nell’ambito dei trasferimenti di cui al dl 46 del 21 febbraio 2008).

Sul punto l’on. Pietro Pittalis (FI) ha richiamato l’importanza di realizzare il ponte di Oloè tra Bitti e Oliena, che crea enormi disagi ai turisti e all’economia in genere. L’assessore Paci ha assunto l’impegno a sollecitare l’assessore ai Lavori pubblici per il ponte di Oloè. «A volte siamo però impotenti davanti ai ritardi di Anas».

Anche l’on. Luigi Crisponi ha denunciato la situazione del ponte di Oloè: «Assessore Paci, abbiamo necessità di capire se i 12 milioni di euro per realizzare quell’opera pubblica ci sono o no. La comunità di Oliena è totalmente isolata e le tensioni sociali si sprecano».

Per il sardista Angelo Carta «la vicenda di Oloè  è paradigmatica: fu la Procura di Nuoro a chiuderlo e la Provincia a riaprirlo, sostenendo non fosse in imminente pericolo di crollo. Una nuova perizia della Procura lo fece chiudere. Due ingegneri hanno detto cose opposte e il diritto alla mobilità intanto è negato».

Annamaria Busia (Cps) ha detto che “non si può parlare seriamente di lotta allo spopolamento si tengono i cittadini in questa condizione”.

Per l’on. Pietro Pittalis (FI) «non c’è difficoltà a ritirare l’emendamento ma invito a valutare con urgenza una soluzione provvisorio ma fattibile per ripristinare il ponte di Oloè».

La legge è stata poi approvata.

Il presidente Ganau ha sospeso i lavori, che riprendono alle 16.00.

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Il Consiglio regionale si riunirà martedì 25 luglio, alle 10.00. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo che si  è riunita questa mattina. Ha partecipato alla conferenza l’assessore alla programmazione Raffaele Paci. Primo punto all’ordine del giorno, dopo il giuramento del nuovo assessore ai trasporti,  l’elezione del Difensore civico e del garante per l’infanzia. Seguirà l’esame del disegno di legge 436 Reiscrizione delle economie di stanziamento nell’ambito dei trasferimenti di cui al decreto legislativo 21 febbraio 2008, n. 46 (Norme di attuazione dello statuto speciale della Regione autonoma Sardegna concernenti il conferimento di funzioni e compiti di programmazione e amministrazione in materia di trasporto pubblico locale)” e del disegno di legge 439 “Riconoscimento debiti fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettere a) ed e), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e successive modifiche ed integrazioni”. All’ordine del giorno anche l’esame del Testo unificato sul turismo e della Proposta di legge (Dedoni e più) Tutela e disciplina della raccolta dei funghi ipogei”.

La seduta del 1 agosto sarà invece dedicata all’insularità e alla presentazione della delibera sardo – corsa ratificata a Santa Teresa il 4 luglio. Saranno invitati anche i deputati sardi eletti nel Parlamento europeo. La presidente del gruppo misto Annamaria Busia ha ribadito l’urgenza che il presidente della giunta Francesco Pigliaru riferisca in Consiglio sui risultati del G7 sui trasporti che si è svolto a Cagliari il 21 e 22 giugno. Le comunicazioni del presidente Pigliaru sono previste nella seduta pomeridiana del primo agosto.

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Via libera della Giunta regionale alla prima variazione di bilancio di 22 milioni di euro che passa ora all’esame del Consiglio regionale. «Abbiamo deciso di non lavorare a un unico assestamento di bilancio ma a una prima variazione parziale a cui seguiranno altre in base alle disponibilità di risorse che man mano riusciremo ad avere – ha detto l’assessore del Bilancio Raffaele Paci -. Le esigenze da soddisfare con questa prima manutenzione legislativa sono già molte: siamo riusciti a recuperare 22 milioni con una intensa opera di spending review attraverso la chiusura di conti correnti regionali non più utilizzati da tanti anni. Oggi diamo risposta alle esigenze più urgenti, dai Consorzi di Bonifica alle Province, dai Vigili del fuoco, che svolgono un ruolo assolutamente fondamentale nella campagna antincendi, agli eventi turistici e sportivi e allo stesso tempo assolviamo ad obblighi di legge già determinati. Nei prossimi mesi interverremo sulle altre priorità. Ancora una volta stiamo mettendo ordine nel bilancio regionale con grande impegno e con la massima e totale trasparenza.»
Dieci milioni di euro vanno al comparto dell’acqua, destinati a Enas per il pagamento dei costi energetici dei Consorzi di bonifica dando un importante ristoro agli agricoltori. Le Province beneficeranno di 4 milioni per garantirne il funzionamento messo in pericolo dai continui e ingenti tagli dello Stato; 1 milione sarà disponibile per gli eventi turistici, 800mila vanno alle società sportive per svolgere i campionati nazionali, 170mila euro ai vigili del fuoco. Per quanto riguarda le spese obbligatorie, 3 milioni e 650mila euro vanno al Fondo spese obbligatorie e 2 milioni e 300mila euro al Fondo passività potenziali.
Il disegno di legge prevede inoltre l’abrogazione di alcune norme impugnate dallo Stato per evitare il contenzioso e una serie di variazioni interne agli stanziamenti degli assessorati.

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I Riformatori sardi ritornano all’attacco della Giunta regionale sulla riforma della rete ospedaliera.

«Il Pd affossa la rete ospedaliera, gli alleati si sfilano, una giunta regionale che non si capisce più da chi è sostenuta». Questa è la situazione secondo i consiglieri regionali dei Riformatori sardi Michele Cossa e Attilio Dedoni dopo lo stop del Pd alla rete ospedaliera. «Francesco Pigliaru e Luigi Arru hanno subito l’ennesima, cocente umiliazione da parte del partito di maggioranza relativa. Si vede che si è ormai vicini alla fine della legislatura: la minaccia di mandare tutti a casa non fa più effetto – aggiungono Michele Cossa e Attilio Dedoni -. La cosa tragica è che nessuno di loro sembra minimamente preoccupato per il caos in cui sta precipitando la sanità sarda, oramai totalmente allo sbando. Con responsabilità ben precise: le lotte interne del Pd impediscono la nomina del direttore dell’Areus; Fulvio Moirano fiuta l’aria e diventa sempre più temporeggiatore e, a quanto pare, si guarda bene dall’adottare un atto aziendale che sarebbe palesemente illegittimo, lasciando che la barca vada alla deriva; numerosi provvedimenti adottati dai direttori generali (Brotzu in testa) anticipano del tutto impropriamente  la rete ospedaliera sono totalmente illegittimi in quanto basati su delibere della Giunta che usurpano il potere di programmazione, proprio del Consiglio regionale; Raffaele Paci non fornisce i numeri reali della spesa sanitaria per il 2016 – o forse non li ha affatto, ciò che sarebbe ancora più grave – contribuendo in modo significativo ad aggravare un intollerabile stato di incertezza. Vadano a casa subito.»

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A due anni dall’avvio del Por Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) 2014-2020, è stato programmato il 63,6% delle risorse (592 milioni di euro dei 930 complessivi a disposizione) e presentata la certificazione di 33 milioni, che a fine anno diventeranno 70. Nel 2018 ne verranno certificati altri 90, il che consentirà di centrare l’obiettivo di spesa previsto dei 165 milioni nei primi tre anni. Situazione positiva che consente di procedere a pieno ritmo con la programmazione e la spesa delle altre risorse: lo stato di avanzamento del Fesr presenta dunque notevoli progressioni, con l’attivazione di tutti gli Assi e un allineamento ottimale su programmazione e spesa certificata.
È stato ufficializzato durante i lavori del Comitato di sorveglianza riunito oggi a Cagliari, presieduto dall’assessore della Programmazione Raffaele Paci con l’Autorità di gestione Graziella Pisu. Ma c’è un altro importante risultato centrato dalla Regione: a marzo scorso è stata chiusa la programmazione 2007-2013 con un notevole successo, perché non solo sono state spese tutte le risorse disponibili (significa che neanche un euro è stato restituito a Bruxelles), ma sono stati rendicontati progetti per il 104% della cifra a disposizione, ovvero 1 miliardo e 400 milioni di euro invece del miliardo e 300 erogato dall’Europa grazie all’integrazione con i fondi regionali.
Il Comitato ha poi approvato la rimodulazione di 15 milioni per il credito d’imposta per le imprese. «Abbiamo deciso di inserire di una nuova misura sull’asse 3, quella del credito d’imposta, che servirà anche come volano per attivare risorse nazionali – spiega Raffaele Paci -. L’intervento che le imprese apprezzano, rapido e veloce, che con l’accesso ai contributi garantisce subito la defiscalizzazione».
Il Fesr, con 930 milioni di euro, è uno dei principali strumenti per il rilancio del sistema economico della Sardegna, attraverso interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, oltre che all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Alle sessioni di lavoro, che si sono protratte per tutta la giornata, hanno partecipato i rappresentanti della Commissione europea con il referente per la Regione Andrea Murgia, della Presidenza del Consiglio con Giuseppina Meli, della Agenzia di Coesione Territoriale con Edmondo Mone e del Partenariato istituzionale, economico e sociale.
Nello specifico, sull’Asse 1 sono state avviate procedure per 43,8 milioni sui 128 di dotazione, 60,5 sono impegnati in procedure di prossimo avvio e 24,5 sono invece da programmare. Asse II, Agenda digitale: 130 milioni disponibili, 125 in procedure avviate e 5,3 di prossimo avvio. Asse III, Competitività: su 213 milioni, 157 in procedure avviate, 53 di prossimo avvio e 3 da programmare. Asse IV, Energia sostenibile e qualità della vita: 150 milioni di cui 128 di procedure avviate, 3 di prossimo avvio e 19 da programmare. Asse V, Ambiente: 55 milioni, 37 in procedure avviate e 18,5 da programmare. Asse VI, Risorse, Natura, Cultura e Turismo: 164 milioni, 59 di procedure avviate, 1,6 di prossimo avvio e 103 da programmare. Asse VII, inclusione sociale: 51 milioni, 10,5 di procedure avviate, oltre 39 di prossimo avvio, un milione da programmare. Asse VIII, Assistenza tecnica: su 37 milioni sono state attivate procedure per quasi 31, di prossimo avvio per 1 milione e restano da programmare 5,5 milioni.
Apprezzamento per l’avanzamento dei lavori è stato espresso anche dai rappresentanti della Commissione europea che, sottolineando l’importante lavoro fatto sulla programmazione delle risorse (come detto circa 590 milioni su 930), ha ribadito la convinzione che la Sardegna riuscirà senza problemi a centrare l’obiettivo del 2018 (165 milioni spesi). «Sui fondi europei la parola d’ordine è correre, correre per non perdere i fondi ma anche programmarli e spenderli bene – dice il vicepresidente della Regione -. Stiamo lavorando proprio in questa direzione: siamo a un ottimo punto con la programmazione delle risorse, sulla spesa siamo sicuri di centrare l’obiettivo 2018, abbiamo ottime performance per esempio sulla programmazione territoriale fortemente condivisa con gli enti locali ma anche su programmi di internazionalizzazione, agenda digitale, competitività delle imprese, energia sostenibile, strategia di specializzazione intelligente e qualità della vita ma anche sugli interventi per la mitigazione del rischio ambientale. Continuiamo così, puntando dritti all’obiettivo». Apprezzamento è stato espresso anche per il nuovo Piano regionale dei rifiuti che, consegnato nei tempi previsti, secondo la Commissione europea con ottimi contenuti ha soddisfatto i requisiti richiesti per la spendita dei fondi. «La novità di quest’anno è che ci sono controlli in itinere sugli obiettivi, senza aspettare la fine della programmazione. Un ulteriore stimolo a lavorare bene e rapidamente. I fondi europei sono un’occasione enorme per la Sardegna – conclude Raffaele Paci -. Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti ma lavoriamo per migliorarli a vantaggio della qualità della vita di tutti i sardi».

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«Nel bilancio ci sono 3.094 milioni, più 130 per ripianare il disavanzo della sanità già accertato del 2016. Tuttavia, anche se non ci sono ancora dati ufficiali (che comunque arriveranno a breve) si sa già che ci vogliono almeno 250 milioni per coprire la spesa sanitaria del 2016. Come ha fatto anche quest’anno l’assessore della programmazione a sbagliare i conti? Ma soprattutto da dove pensa di prendere i 120 milioni che mancano? Lo chiede il consigliere regionale dei Riformatori Michele Cossa, che ha presentato oggi un’interrogazione urgente indirizzata al presidente Francesco Pigliaru e all’assessore Raffaele Paci.

«Sin dall’inizio hanno parlato di sprechi e di tagli alla sanità. Non risulta che abbiano eliminato i primi, né che siano riusciti in alcun modo a comprimere la spesa, come dimostrano i conti. Tutti gli anni si assiste a questa pantomima. In compenso, la situazione della sanità sarda è precipitata ben oltre il livello di guardia, come dimostrano anche le preoccupazioni espresse a gran voce dai medici e dal personale del SSR – aggiunge Michele Cossa -. La stessa ASL unica è stata impostata contro il buon senso: avrebbe dovuto centralizzare l’amministrazione e decentrare sui territori l’organizzazione sanitaria, mentre si è fatto l’esatto contrario. La medesima cosa stanno facendo con la grande pianificazione: si fa la la rete ospedaliera senza che si sappia nulla della rete dei servizi territoriali. Un modo di procedere che caratterizza questa maggioranza – conclude Michele Cossa -, che inizia a costruire cominciando dal tetto e non dalle fondamenta.»

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La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso sugli accantonamenti ma nella sentenza ci sono almeno tre elementi favorevoli alla Regione messi nero su bianco dai giudici: non ci può essere nessuna imposizione unilaterale di nuovi tributi, non è ammissibile l’allungamento a tempo indeterminato degli accantonamenti e c’è la assoluta necessità di tenere conto, prima di qualunque decisione, delle singole situazioni economiche in cui si interviene. Proprio da questi elementi riparte la battaglia della Giunta per chiedere la forte riduzione degli accantonamenti.
«La sentenza tocca in modo importante la componente accantonamenti che riguarda il finanziamento alla sanità: non riceviamo contributi dal sistema nazionale ma ci viene chiesto di sostenerlo e questo è un evidente paradosso – spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Il terreno di confronto è politico e una sentenza sfavorevole non ci può convincere a desistere. C’è un accordo con lo Stato, ma se le entrate vengono progressivamente ridotte violando in modo sistematico quanto stabilito dall’articolo 8 dello Statuto, quell’accordo viene meno per decisione unilaterale. Per questo è necessario tornare a fare un forte, robusto appello alla leale collaborazione, punto per noi fondamentale. Sentirò subito anche gli altri presidenti delle Regioni a Statuto speciale accomunate dalla stessa sentenza per valutare un’azione comune che porti ai risultati che vogliamo.»
«Siamo assolutamente convinti delle nostre ragioni sulla questione degli accantonamenti e già da oggi rilanciamo la battaglia per il riconoscimento dei nostri diritti. Una battaglia che vogliamo accelerare e combattere insieme a tutta la maggioranza e non solo, perché appartiene a tutta la Sardegna e vogliamo garantire pari diritti ai nostri cittadini – sottolinea l’assessore della Programmazione Raffaele Paci -. Dal 2012 abbiamo pagato 3 miliardi e 300 milioni di accantonamenti, è il momento di dire basta. Siamo di fronte a una sentenza complessa, che ovviamente rispettiamo e che ricordo interviene sulla correttezza procedurale senza entrare nel merito. A noi spetta invece il confronto politico e una ferma rivendicazione: non cederemo di un passo, perché quei 700 milioni all’anno che ci vengono chiesti sono soldi nostri, che vogliamo poter usare per politiche di sviluppo e crescita calibrate sulle necessità della Sardegna. Con questi accantonamenti viene di fatto cambiato lo Statuto della Sardegna arbitrariamente, perché si porta la nostra compartecipazione nel caso per esempio dell’Irpef, da 7 a 5 decimi, modificando una norma di rango costituzionale con una legge normale. Allora andiamo avanti, si apre un confronto e se serve anche un conflitto. Lo Stato non ci può imporre accantonamenti perpetui senza scadenza.»
«La sentenza di oggi è inaccettabile, a maggior ragione a fronte del percorso virtuoso che la Regione ha avviato negli ultimi anni in Sanità. Stiamo soppesando la spendita di ogni euro – aggiunge l’assessore della Sanità Luigi Arru – riuscendo al contempo ad assicurare cure importanti come quella per le persone con epatite C o le terapie con farmaci innovativi. Il diritto alla salute è garantito costituzionalmente e i pazienti sardi non sono cittadini di serie B.»
Nella sentenza i giudici scrivono anche che, in virtù delle norme di attuazione che hanno chiuso la vertenza entrate, lo Stato non può rivendicare riserve erariali con la Sardegna. Proprio oggi la Giunta ha impugnato per la seconda volta il decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze che prevede di tenere nelle casse dello Stato, appunto come riserve erariali, il maggior gettito generato dalle tasse automobilistiche in conseguenza di una legge del 2006, poco meno di 4milioni e mezzo di euro. «Una cifra non enorme, ma noi lo impugniamo per una questione di principio – conclude Raffaele Paci -. Nelle norme di attuazione è stabilito con molta chiarezza che alla Regione Sardegna non si applicano le riserve erariali se non in caso di eventi eccezionali e imprevedibili. Quindi, ancora una volta, quei 4 milioni devono restare nelle nostre casse».

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Una formale segnalazione alla direzione nazionale dell’Anas sui gravi ritardi dei cantieri sulle strade statali 195 e 554 e l’immediata attivazione di due tavoli tecnici con amministratori, forze dell’ordine, Protezione Civile e 118 per individuare entro luglio soluzioni urgenti che consentano di superare le emergenze in particolare nella stagione estiva. Sono queste le decisioni prese dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto di Cagliari Tiziana Costantini su richiesta della Regione, per affrontare i problemi legati ai cantieri infiniti sulle cosiddette strade delle vacanze. Tempi certi per la fine dei cantieri, garanzie sulla sicurezza di cittadini e turisti, soluzioni immediate per affrontare nel miglior modo e con meno disagi possibile la stagione estiva sono state le richieste unanimi degli amministratori presenti. E mentre le notizie sulla 554 sono moderatamente positive, con l’annuncio della riapertura della quattro corsie a ottobre, la fine dei cantieri sulla 195 è ancora molto lontana per problemi legati alla ditta che ha in capo i lavori.
Era stato il vicepresidente della Regione Raffaele Paci, che allora aveva l’interim ai Lavori Pubblici, subito dopo aver incontrato il capo compartimento Anas per la Sardegna Valter Bortolan a scrivere al prefetto Tiziana Giovanna Costantini lo scorso 13 giugno per chiedere la convocazione urgente del Comitato. Oggi Raffaele Paci ha partecipato insieme all’assessore dei Lavori Pubblici Edoardo Balzarini, alla presenza dei dirigenti Anas, di sindaci e assessori della zona interessata (Capoterra, Domus de Maria, Pula, Sarroch, Villa San Pietro, Maracalagonis, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Sinnai, Villasimius) e delle forze dell’ordine. Raffaele Paci ed Edoardo Balzarini hanno consegnato al prefetto un report stilato sulla base della situazione attuale con la collaborazione dei sindaci, che fotografa nel dettaglio le problematiche più urgenti e chiede l’intervento della Prefettura su due fronti: i rapporti con l’Anas e l’attivazione di soluzioni tampone immediate che permettano di superare le criticità aggravate dall’arrivo della stagione estiva.
«La priorità assoluta dell’amministrazione regionale è la tutela della sicurezza dei cittadini e dei turisti che stanno arrivando sempre più numerosi con l’avvicinarsi dell’estate – ha detto Raffaele Paci -. Ma la situazione di queste strade è assolutamente inadeguata sia dal punto di vista della viabilità che della sicurezza, in caso per esempio di incidente e ambulanze che hanno urgenza di passare: siamo tornati indietro di vent’anni e questo non è in alcun modo sostenibile. Le tempistiche di realizzazione degli interventi si stanno protraendo oltre i termini inizialmente previsti in modo assolutamente inaccettabile, con notevoli disservizi anche alle attività economiche dell’area. Chiediamo perciò con forza ad Anas – ha concluso il vicepresidente della Regione – di mettere immediatamente in atto ogni iniziativa utile a superare queste condizioni di emergenza e garantire le indispensabili condizioni di sicurezza.»
«C’è un limite a tutto – ha dichiarato l’assessore Edoardo Balzarini riferendosi alle numerose sollecitazioni della Regione nei confronti di Anas rimaste senza risposta – non è tollerabile che la sicurezza delle persone sia ostaggio delle valutazioni economiche di un’impresa. Ribadiamo la nostra posizione sul fatto che Anas debba procedere alla rescissione contrattuale, in assenza di risposte concrete dell’impresa entro luglio. L’amministrazione regionale a suo tempo chiese ad Anas una linea più decisa, oggi prendiamo atto che c’è una maggiore attenzione su questo aspetto. Si tratta di una decisione impattante ma eticamente obbligata: sollecitiamo una risposta entro il mese di luglio, non si può più perdere altro tempo. Per quanto riguarda le soluzioni immediatamente praticabili al fine di ridurre il più possibile i rischi e i disagi – ha aggiunto Edoardo Balzarini – proponiamo un tavolo tecnico che in un mese stabilisca come procedere, sulla base di proposte come l’implementazione della segnaletica, l’avvio di una attività informativa rivolta a residenti e turisti, il potenziamento del presidio delle forze dell’ordine sulle strade e la verifica della possibilità di percorsi alternativi.»
In particolare, l’intervento viene richiesto per la tratta dei lavori di costruzione della Nuova S.S. 195 “Sulcitana” – Tratto Cagliari – Pula (lotti 1° e 3° e opera connessa Sud) e dei lavori di ripristino di un tratto della Nuova S.S. 554, danneggiato a seguito di un evento franoso che ne ha comportato lo smottamento per circa 200 metri.
Nelle scorse settimane, l’ex assessore Paolo Maninchedda aveva coinvolto la Procura della Repubblica, inviando segnalazioni sulla pericolosità ed i rischi legati alle due strade.

 

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«Nel bilancio ci sono 3.094 milioni, più 130 per ripianare il disavanzo della sanità già accertato del 2016. Tuttavia, anche se non ci sono ancora dati ufficiali (che comunque arriveranno a breve) si sa già che ci vogliono almeno 250 milioni per coprire la spesa sanitaria del 2016. Come ha fatto anche quest’anno l’assessore della programmazione a sbagliare i conti? Ma soprattutto da dove pensa di prendere i 120 milioni che mancano?» Se lo chiede il consigliere regionale dei Riformatori Michele Cossa, che ha presentato oggi un’interrogazione urgente indirizzata al presidente Francesco Pigliaru e all’assessore della Programmazione Raffaele Paci.

«Sin dall’inizio hanno parlato di sprechi e di tagli alla sanità. Non risulta che abbiano eliminato i primi, nè che siano riusciti in alcun modo a comprimere la spesa, come dimostrano i conti. Tutti gli anni si assiste a questa pantomima. In compenso, la situazione della sanità sarda è precipitata ben oltre il livello di guardia, come dimostrano anche le preoccupazioni espresse a gran voce dai medici e dal personale del SSR – aggiunge Michele Cossa -. La stessa ASL unica è stata impostata contro il buon senso: avrebbe dovuto centralizzare l’amministrazione e decentrare sui territori l’organizzazione sanitaria, mentre si è fatto l’esatto contrario. La medesima cosa stanno facendo con la grande pianificazione: si fa la la rete ospedaliera senza che si sappia nulla della rete dei servizi territoriali. Un modo di procedere – conclude Michele Cossa – che caratterizza questa maggioranza, che inizia a costruire cominciando dal tetto e non dalle fondamenta.»

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La sala convegni del Centro ricerche Sotacarbo ha ospitato questa mattina un incontro organizzato dal coordinamento del Piano Sulcis, d’intesa con l’assessorato regionale della Programmazione, che ha coinvolto i principali soggetti di ricerca che hanno ricevuto, nel corso degli ultimi anni, un importante impulso alla crescita delle attività, grazie alle risorse rese disponibili attraverso il Piano Sulcis.

Il Piano Sulcis veicola, su base pluriennale, oltre 43 milioni di euro verso la ricerca e 5 milioni di euro per lo sviluppo delle competenze. A questi si aggiungono altri rilevanti stanziamenti per investimenti in ricerca, localizzati nel Sulcis, per esempio per il progetto ARIA, non compresi nel Piano ma estremamente affini a questo per contenuti ed obiettivi.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Carbonia, Paola Massidda; il Magnifico rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo; il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi; tecnici del Centro regionale di Programmazione; il presidente della Sotacarbo Alessandro Lanza; il presidente della Carbosulcis Antonio Martini; l’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna Giorgio Sanna; il deputato Francesco Sanna; i consiglieri regionali Luca Pizzuto e Gianluigi Rubiu; alcuni sindaci dei Comuni del territorio. I lavori sono stati conclusi dall’intervento dell’assessore del Bilancio e Programmazione nonché vicepresidente della Giunta regionale, Raffaele Paci.

Nel corso dei lavori, abbiamo intervistato il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi; e l’assessore del Bilancio e Pdella rogrammazione Raffaele Paci.