24 November, 2024
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Domani la pubblicazione dell’avviso, il 22 giugno l’apertura della piattaforma per il caricamento delle domande e tre click day il 25, 26 e 27 luglio. Parte il nuovo Piano Imprese della Regione con 44 milioni di euro per tre nuovi bandi a sportello a sostegno delle imprese con sede operativa in Sardegna e per i primi due bandi territorializzati, novità assoluta all’interno della programmazione territoriale. Gli assessori della Programmazione Raffaele Paci, dell’Industria Maria Grazia Piras e del Turismo Barbara Argiolas hanno presentato tutti i nuovi bandi che comprendono le tipologie T1+T2 per le nuove imprese (investimenti fra 15mila e 500mila euro), T2 per le imprese già operative (fra 200mila e 800mila euro) e T4 (fra 5 e 20 milioni).
«Ancora bandi, in tempi certi e con procedure rapide. Stiamo sostenendo il mondo imprenditoriale e lo stiamo facendo con convinzione, perché sono le imprese a creare sviluppo e, dunque, occupazione – sottolinea Raffaele Paci -. Mettiamo a disposizione 44 milioni di euro, una novità assoluta cioè i bandi territorializzati, e la garanzia che tutte le imprese che sono pronte a investire e hanno i requisiti riusciranno ad avere accesso ai contributi. Con la procedura a sportello, chiesta a gran voce dalle associazioni di categoria, garantiamo la velocizzazione e la semplificazione delle procedure; allo stesso tempo diamo garanzie a quelle imprese che non saranno pronte per questo click day di riuscire comunque ad avere accesso ai finanziamenti nei bandi successivi. I bandi territorializzati per la Gallura e l’Ogliastra sono poi una importante novità, calibrati sulle imprese dei singoli territori all’interno della programmazione territoriale e solo a loro destinati, in modo da facilitare gli investimenti nelle linee di sviluppo individuate dalle singole zone.»
I tre bandi da 10 milioni ciascuno prevedono: aiuti alle imprese in fase di avviamento e sviluppo (T1 e T2, nuove imprese); competitività per le micro, piccole e medie imprese (T2); contratti di investimento (T4). Per quanto riguarda i bandi territorializzati, ci sono 4,2 milioni (cui si aggiungono ulteriori 2,8 milioni del Feasr) per le imprese della Gallura e 5 (più 2 del Feasr) per quelle dell’Ogliastra. Dopo la pubblicazione dell’avviso fissata per domani, il 22 giugno sarà aperta la piattaforma dove si potranno caricare le domande e completare tutte le procedure. Se la domanda è completa, l’imprenditore riceverà un codice che dovrà caricare nei click day già fissati per il 25 (imprese operative, T2), 26 (nuove imprese, T1 e T2) e 27 luglio (bandi territorializzati). Da domani sarà anche possibile presentare le manifestazioni d’interesse per i contratti d’investimento (T4).
«La mole di finanziamenti messi in campo dalla Regione è davvero consistente e mai come in questo periodo le imprese possono accedere a risorse fondamentali per la crescita e lo sviluppo – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras – . Stiamo accompagnando le aziende, quelle già attive e quelle che stanno nascendo, verso un percorso che porterà a investimenti importanti, soprattutto in termini di innovazione tecnologica. I dati indicano che sta aumentando la fiducia e le imprese vogliono investire: la Regione sta sostenendo questa fase di ripresa. Lo testimonia anche il successo ottenuto dai bandi predisposti dal nostro Assessorato, quelli del Programma di Internazionalizzazione, 16 milioni già spesi e altri 6 milioni da stanziare, e i bandi per l’Audit energetico, da 2,5 milioni di euro, con i quali le aziende hanno potuto realizzare interventi per contenere i costi energetici e, quindi, essere più competitivi sul mercato.»
«Sono bandi che mettono a disposizione grandi opportunità per le imprese turistiche, artigiane e del commercio – ha sottolineato l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, Barbara Argiolas -. Siamo impegnati in prima linea come Assessorato, in collaborazione col Centro regionale di programmazione, perché siamo consapevoli che soprattutto molte imprese dell’artigianato e del commercio sono piccole e hanno difficoltà a presentare le domande. Per questa ragione ci faremo promotori di una forte azione di informazione e comunicazione sul territorio regionale. Vogliamo essere quasi “facilitatori”, accompagnatori delle progettualità possibili per far sì che siano presentate domande corrette in grado di ottenere un esito positivo e che le micro e piccole imprese possano accedere ai finanziamenti a parità di condizioni con le aziende più grosse.»

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Confartigianato Imprese Sardegna esprime un cauto ottimismo per i nuovi bandi che andranno a incentivare le attività produttive sarde, presentati oggi a Cagliari, ma esprime rammarico il mancato sostegno alle microimprese regionali.

«Quando si sostengono le aziende sarde, in attesa di verificare il contenuto dei bandi in modo approfondito, siamo sempre cautamente favorevoli – commenta Stefano Mameli, segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – di certo auspichiamo che non vengano ripetuti gli stessi errori del bando T1, ovvero lunghi tempi di istruttoria e burocrazia quasi impenetrabile. Auspichiamo, inoltre, che le imprese vengano messe nelle condizioni di accedervi, cosa non sempre accaduta di recente.»

«Al contrario, il rammarico – aggiunge Stefano Mameli – viene dal notare che, per l’ennesima volta, viene rimandata la pubblicazione del bando, denominato “T0” destinato alle micro realtà produttive, approvato dalla Giunta regionale di luglio 2016.»

Il bando d’incentivazione delle micro, piccole e medie imprese della Sardegna, denominato “T0”, avrebbe il compito di rilanciare le piccole realtà produttive isolane, quelle che non superano i 10 addetti e che rappresentano il 96,6% del tessuto produttivo regionale, attraverso l’erogazione automatica di finanziamenti che non potranno oltrepassare il 50% dell’investimento e, in ogni caso, per un massimo di 15mila euro.

L’associazione di categoria, alla fine del 2016, scrisse all’assessore Raffaele Paci per chiedere la data di pubblicazione, per conoscere quali fossero esattamente le spese ammissibili e per capire se dentro queste fossero incluse anche quelle per l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature, come indicato dalla delibera regionale.

I punti di forza dell’intervento sarebbero la possibilità di acquistare non solo servizi ma anche attrezzature e macchinari, l’allargamento degli incentivi a tutti i settori produttivi, anche quelli che in passato non potevano partecipare, e le procedure a sportello. Tutto ciò significa l’accesso ai finanziamenti per tante attività, dall’edilizia al benessere, al commercio o ai servizi, per fare degli esempi e, soprattutto, tempi rapidi per l’assegnazione dei fondi.

Confartigianato Sardegna ribadisce come le imprese, soprattutto le micro per le quali il “T0” è stato pensato, abbiano bisogno anche di finanziamenti in attrezzature che consentano loro di essere più competitive e che per loro non esistono altre tipologie di incentivi (nemmeno il credito di imposta o il super ammortamento) altrettanto appetibili.

«L’auspicio – conclude Stefano Mameli – è che i bandi vengano pubblicati al più presto per consentire alle imprese di accedere ai finanziamenti nel minor tempo possibile e che si adottino sistemi snelli e veloci per l’attribuzione dei voucher, considerato che il tutto dovrà essere commisurato all’entità del finanziamento concesso.»

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Le imprese vincitrici dei bandi potranno immediatamente contare sull’intera somma di finanziamento del progetto grazie a una convenzione fra Regione e commissione regionale dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, approvata oggi in Giunta. Zero attese e niente tempi lunghi, dunque: le banche che aderiranno alla convenzione proposta dall’assessore del Bilancio Raffaele Paci metteranno subito a disposizione delle imprese il 100% dell’importo, e saranno poi rimborsate dalla Regione su un conto corrente vincolato e dedicato. «Una delle richieste che più frequentemente fanno le imprese è quella di accelerare i tempi delle procedure e dunque anche dell’erogazione dei finanziamenti – sottolinea Raffaele Paci -. Con questo obiettivo nasce la convenzione approvata oggi: garantire finanziamenti certi in tempi brevi alle imprese che potranno così avviare immediatamente la propria attività imprenditoriale, sganciandosi dai tempi delle procedure pubbliche che sebbene stiamo cercando di ridurre sono comunque più lunghi. In questo modo rendiamo più efficace il funzionamento della programmazione europea 2014-2020 che mette circa 750 milioni di euro a disposizione delle nostre imprese».

La Convenzione, che sarà firmata nei prossimi giorni, si colloca nel progetto “Banche 2020”, all’interno della strategia “Europa 2020” della commissione europea, messo a punto per garantire l’erogazione di servizi alle banche aderenti per facilitare il rapporto banche-imprese, assicurando un servizio di supporto specializzato mediante progetti finanziabili con le risorse comunitarie, con riferimento sia alle risorse gestite direttamente dalla Commissione sia a quelle cofinanziate e gestite a livello nazionale.

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Domani, mercoledì 31 maggio, dalle 15.30, al Crea-UniCa – Centro servizi di ateneo per l’innovazione e l’imprenditorialità-Università Cagliari, via Ospedale n. 121, Cagliari – i ricercatori dell’ateneo del capoluogo incontrano le imprese: tassello fondamentale per sviluppo del territorio e continuo rafforzamento con il mondo dell’accademia. La terza edizione di UniCa&Imprese – evento nato del 2015 – punta a favorire l’incontro e la collaborazione tra ricerca universitaria e tessuto imprenditoriale. L’iniziativa è curata da Annalisa Bonfiglio (pro rettore Innovazione e territorio) e Chiara Di Guardo (direttrice Crea). Alle 18.30, sono previsti gli interventi del rettore, Maria Del Zompo, dell’assessore regionale alla Programmazione, Raffaele Paci, dell’assessore comunale Attività produttive, Marzia Cillocu.

L’inaugurazione del Crea-UniCa coincide con Unica&Imprese. Il Centro servizi di ateneo per l’innovazione e l’imprenditorialità sorge per gestire i numerosi e variegati progetti che coinvolgono l’insieme dei settori scientifico-disciplinari condotti e sostenuti dall’Università di Cagliari. Tra questi, il Contamination Lab UniCa, volto alla promozione della cultura di impresa e indicato come best practice dal ministero dell’Economia, e il Contamination Up rivolto all’incubazione universitaria.

Gli imprenditori – in rappresentanza di oltre cento aziende – incontrano 46 docenti-ricercatori che danno informazioni sulla collaborazione con l’Università. Inoltre, viene presentato un set di servizi e opportunità: dallo sfruttamento della proprietà intellettuale al job placement, dai dottorati di ricerca in azienda ai finanziamenti per progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale. I ricercatori illustrano temi, know how, prototipi e provengono dalle principali aree scientifico-disciplinari dell’ateneo. Sardegna Ricerche e assessorato regionale Programmazione descrivono servizi e opportunità di finanziamento per le imprese. Agenzia Laore e assessorato regionale Agricoltura parlano dei Bandi su multifunzionalità e innovazione (fondi del PSR 2014/2020). Jeca (Junior enterprise Cagliari), associazione con un format diffuso nei principali atenei italiani, prende parte ai lavori con lo scopo di avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, rendendoli protagonisti nello svolgimento di reali progetti con aziende. Tra le oltre cento aderenti, si segnala la presenza di Sardex, Space, Endando, Sartek.

Il Crea ospita una mostra fotografica che racconta alcuni momenti della ricerca all’Università di Cagliari. Inoltre, si tiene un contest artistico – riservato agli studenti dei corsi di laurea, laurea magistrale, dottorato, specializzazione, master dell’ateneo – sul rapporto tra creatività, innovazione e imprenditorialità. Le opere concorrono a: 1) Premio giuria esperti: tre premi in denaro da cinquecento, mille e millecinquecento euro; 2) Premio social: dà la possibilità di esporre l’opera nella galleria Ab Factory (via Alagon, Cagliari) e di organizzare una mostra personale negli spazi del Crea-UniCa.

Alle 19.00, il Manuela Mameli Quintet si esibisce nel giardino situato in via Ospedale, tra il Crea-Unica e il Palazzo delle scienze. Il giardino è stato riassestato per l’occasione e messo a disposizione della popolazione universitaria e della città.

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il vicepresidente Raffaele Paci hanno ricevuto a Villa Devoto i vertici di ZTE, grande multinazionale cinese, quinto produttore in Europa e settimo al mondo di smartphone oltre che di prodotti di telecomunicazione. Per ZTE erano presenti il presidente ZTE Europa e Italia Hu Kun, il vicepresidente enterprise Tan Haipeng e altri importanti dirigenti dell’azienda. Con Pigliaru e Paci hanno preso parte all’incontro il rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo, il delegato del Rettore per l’ICT Gianni Fenu, i presidenti di Confindustria Sardegna Alberto Scanu e della Camera di Commercio di Cagliari Maurizio De Pascale, il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu, il presidente del Crs4 Luigi Filippini, il direttore di Sardegna Ricerche Giorgio Pisanu.
«Attrazione di investimenti, Ict, alta tecnologia. La Sardegna si propone come laboratorio di ricerca e innovazione, forte delle sue consolidate competenze nel settore dell’ICT che le hanno permesso di conquistare il primo posto in Italia per numero di start up innovative e il secondo per attrazione di capitali privati con le joint venture – sottolinea Francesco Pigliaru -. Siamo convinti che la Sardegna offra agli imprenditori nel campo dell’alta tecnologia tutte le condizioni favorevoli per investire: grandi competenze e forte propensione nei settori dell’alta tecnologia, un’amministrazione regionale assolutamente sensibile e attiva su questi temi. Più in generale, un ecosistema che lavora insieme e funziona: per questo oggi, già al primo incontro, abbiamo voluto che con l’amministrazione regionale fossero presenti anche l’Università e il mondo imprenditoriale».
«La Giunta ha già fatto molto per creare condizioni favorevoli ed attrarre investitori internazionali in Sardegna – ricorda Paci -. Basta ricordare la strategia di innovazione intelligente S3 e tutti gli altri interventi a cominciare dalla banda ultralarga, e poi zero tasse per 5 anni per le nuove imprese, l’Irap più bassa d’Italia, burocrazia ridotta all’essenziale, semplificazione amministrativa. Abbiamo quindi tutte le condizioni favorevoli, e lo dimostra il continuo interesse da parte di aziende come appunto la ZTE che – dopo Inpeco, Microsoft, Huawei, Bonifiche Ferraresi, Amazon – sta valutando la possibilità di fare investimenti in Sardegna che, proprio attraverso l’alta tecnologia, non solo può superare l’isolamento ma anche diventare un grande laboratorio di ricerca e innovazione, punto di riferimento a livello internazionale.» 
«L’Ateneo di Cagliari accoglie con entusiasmo questa nuova opportunità di collaborazione, anche perché da sempre si caratterizza come un ateneo multidisciplinare, in grado dunque di offrire la propria esperienza sia nel settore della ricerca ICT, sia negli altri campi che dovessero interessare i nuovi partner. D’altra parte, l’Università di Cagliari ha già solidi e pregressi rapporti con le istituzioni cinesi: è di pochi giorni fa la firma di un accordo con l’Università di studi internazionali di Pechino e con l’Istituto Confucio di Roma.
L’Ateneo cagliaritano – che mette a disposizione il proprio know how per la crescita economica del territorio e per attrarre nuove imprese – è anche un valido esempio di raccordo di ricerca e alta formazione tra pubblico e privato, che anche oggi hanno mostrato grande sintonia.»
«C’è grande attenzione da parte del mondo delle imprese per l’ipotesi emersa nell’incontro di oggi che ZTE possa fare investimenti in Sardegna» assicura il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu che ha anche illustrato le opportunità che offre il Digital Innovation Hub, già messo a disposizione di questa importante ipotesi di investimento. «Durante l’interessante e articolato confronto con i vertici della multinazionale cinese ho anche lanciato l’idea della Sardegna come piattaforma logistica per il Mediterraneo».
Nuovi incontri di approfondimento con ZTE sono già in programma nelle prossime settimane.

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La seduta antimeridiana n. 233 si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau che, dopo le formalità di rito, ha comunicato all’assemblea l’elezione di Annamaria Busia (Cp) a presidente del gruppo Misto e del consigliere dei Rossomori, Emilio Usula, vice capogruppo.

Gianfranco Ganau ha inoltre comunicato la modifica della denominazione del gruppo Partito Sardo d’Azione in “Psd’Az-La Base” e la richiesta del capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, per l’istituzione di una commissione speciale d’inchiesta sul rischio amianto in Sardegna, nonché la sentenza della Consulta sulla illegittimità costituzionale di alcune parti della legge di stabilità 2016.

Quindi il presidente del Consiglio ha pronunciato un breve intervento per ricordare il drammatico attacco terroristico di Manchester e portare la solidarietà e la vicinanza dell’assemblea sarda al popolo britannico: «Consentitemi in apertura dei lavori di questa Assemblea di ricordare quanto accaduto avantieri a Manchester, di porre per qualche istante la nostra attenzione alle ventidue vittime, al momento accertate, di un nuovo e terribile attacco, frutto dell’odio jihadista che ha guidato purtroppo la mano di un giovane cittadino inglese, nato in Gran Bretagna da genitori libici fuggiti dal regime di Gheddafi. Un matto, un terrorista, un giovane di 22 anni con la mente annebbiata da una ideologia che semina orrore e terrore, che cresce e si insinua nel disagio che caratterizza le grandi periferie della nostra Europa». «Un ventiduenne che sceglie di farsi saltare in aria, uccidendo ventidue persone e mutilando decine di ragazze e ragazzi – ha proseguito Ganau – adolescenti e bambini, riuniti per un concerto, durante un momento di festa e divertimento per condividere la stessa passione. Colpisce la scelta e la giovanissima età delle vittime, la più piccola aveva appena otto anni, e il bilancio dei feriti. Oggiha concluso il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda – qualsiasi commento rischia forse di stridere di fronte a tanto orrore, ma credo che l’Europa, l’Italia e con esse la nostra isola, abbiano ancora tanta strada da fare per non alimentare quest’odio e tutta questa follia. Alla Gran Bretagna e al suo popolo quest’Assemblea esprime tutta la propria vicinanza».

Al termine dell’intervento, l’Aula, su invito del presidente del Consiglio, ha osservato un minuto di silenzio.

Il presidente ha quindi introdotto il tema della sostituzione dei consiglieri regionali sospesi, a fare data dal 20 febbraio 2017, per effetto della legge Severino, Oscar Cherchi (Fi), Alberto Randazzo (Fi) e Mario Floris, e si è proceduto con il giuramento dei nuovi consiglieri Gennaro Fuoco e Mariano Contu, candidati nel collegio provinciale di Cagliari, rispettivamente nelle liste di Uds e Forza Italia, che sono così subentrati agli onorevoli Mario Floris e Alberto Randazzo.

Terminate le formalità del giuramento, il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto una breve sospensione dei lavori che il presidente del Consiglio ha accordato.

Alla ripresa, il presidente Ganau, ha informato l’assemblea che in merito alla sostituzione del consigliere Oscar Cherchi (Fi), la giunta delle elezioni – riconoscendo fondate le cause di ineleggibilità denunciate a partire dallo scorso febbraio da Domenico Gallus (secondo dei non eletti nella lista Fi del collegio provinciale di Oristano) contro Emanuele Cera (primo dei non eletti nella lista Fi del collegio provinciale di Oristano) per non avere rassegnato, entro il 13 gennaio 2014, le dimissioni da presidente della Saremar – ha proposto all’Aula la votazione della sospensione del giuramento di Emanuele Cera.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto la votazione segreta.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha annunciato l’abbandono dell’Aula («la giunta delle elezioni  è disorganica e conta sei componenti della  maggioranza e solo tre della minoranza»), seguito dal consigliere Psd’Az-La Base, Giovanni Satta («la Giunta delle elezioni non ha svolto il suo compito e investe il Consiglio di competenze che non sono proprie») e da Roberto Desini, Pds («evidenzio l’incongruità della legge Severino che consente al collega sospeso di percepire parte dell’indennità»). Il consigliere di Fi, Stefano Tunis, ha lamentato “una votazione al buio” («non ci sono stati i dovuti approfondimenti e non possiamo sostituirci al tribunale ordinario ed assistiamo all’oscena applicazione della legge Severino»).

Il presidente Gianfranco Ganau ha prima confermato che «spetta alla giunta delle elezioni la valutazione delle incompatibilità e ineleggibilità» ed ha quindi aperto la votazione a scrutinio segreto. L’Aula con 32 voti e favore e 12 contrari, ha accolto la proposta della giunta delle elezioni ed ha sospeso il giuramento di Emanuele Cera. 

Al termine dello scrutinio il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con Dl 415-Giunta regionale-che modifica le leggi regionali n.32 e 36 del 2016 in materia di bilancio 2016 e pluriennale 2016-2018 a seguito del ricorso del Governo e della sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito l’incostituzionalità delle norme.

Prima di affrontare il testo del provvedimento, sempre sull’ordine dei lavori, il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha richiamato l’attenzione dell’Aula sul fatto che «il 18 maggio scorso la conferenza di servizi relativa alla ripresa dell’attività dell’impianto della Portovesme srl si è conclusa con un nuovo rinvio determinando un forte allarme fra i lavoratori, i sindacati e la politica». L’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, ha poi ricordato Gianluigi Rubiu, «ha esposto ieri alla commissione quella che potrebbe essere la tempistica ma è evidente che, di fronte alla possibilità di perdere mesi ad attendere i pareri del Genio civile e del ministero dei Beni culturali, occorre una azione molto incisiva della Giunta per accelerare le procedure ed evitare che il 15 giugno prossimo la società sia costretta a chiudere l’impianto».

Il presidente Gianfranco Ganau ha assicurato che il problema è all’attenzione della conferenza dei capigruppo, che incontrerà a breve i lavoratori e le organizzazioni sindacali.

Successivamente il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza del Dl 415, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) per illustrare il provvedimento.

Franco Sabatini ha affermato in apertura che la legge, approvata in commissione dalla maggioranza col voto contrari dell’opposizione, «nasce dalla necessità di adeguare le leggi regionali alle decisioni della Corte Costituzionale, pronunciatasi a seguito di un ricorso del governo relativo alla copertura di un disavanzo di 32 milioni». Una interpretazione rigorosa della Consulta, ha sottolineato Franco Sabatini, «che ha determinato una sorta di paradosso considerando sia la rivendicazione della Regione di ingenti crediti dallo Stato, sia la correzione già operata dalla Regione all’interno dei dati di bilancio». «Con il Dl 415 – ha poi sostenuto – si effettua l’adeguamento al nuovo quadro previsionale, riformulando in parte il testo per renderlo più comprensibile, al termine di un grande lavoro della struttura tecnica regionale per allinearsi al Dl 118 che ha introdotto il principio del bilancio armonizzato pur non avendo partecipato alla sperimentazione triennale fatta da altre Regioni». Restiamo comunque in un contesto normativo, economico e finanziario molto complesso, ha concluso il presidente della commissione Bilancio annunciando alcuni emendamenti concordati con gli uffici, la Corte dei Conti e lo stesso ministero dell’Economia, «che richiede in prospettiva il rafforzamento delle risorse umane, finanziarie e strumentali della Regione».

Intervenendo per la relazione di minoranza, il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha parlato di un provvedimento tecnico correttivo della legge di bilancio per questione «forse minimale» sollevata dalla Corte Costituzionale, chiarendo però che l’opposizione ha votato contro «per questioni politiche perché i problemi del passaggio al bilancio armonizzato sono stati determinati dalla scelta della Giunta e della maggioranza di saltare la fase di sperimentazione; oggi, di fatto, siamo di fronte alle conseguenze di quella scelta sbagliata che la Giunta ha voluto fare ignorando i nostri rilievi e forse non è finita qui perché ci sono perfino emendamenti che correggono la correzione». Riflettiamo, dunque, ha concluso il consigliere, «se questo sia il modo corretto di procedere, proseguendo la strada della leale collaborazione con lo Stato che nella realtà si è tradotta nella politica di confrontarsi con lo Stato con il cappello in mano».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sottolineato che «il comportamento della Giunta sulle leggi di bilancio è indefinibile, perché è vero che ci sono difficoltà oggettive ma questo non può far dimenticare che è stato concesso al Governo di fare a suo piacimento salvo poi bacchettare la Regione, che si è proceduto con parifiche della Corte dei Conti in tappe successive e perfino con emendamenti della Giunta all’ultimo momento scavalcando per l’ennesima volta il Consiglio». Insomma, ha sintetizzato la Zedda, «i tecnicismi non possono nascondere gli errori politici per cui il nostro giudizio resterà contrario, anche perché ogni momento di ritardo è una pena per chi deve ricevere fondi dalla Regione e molto spesso si tratta delle categorie più deboli della società sarda e del sistema delle imprese».

Per la Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha dichiarato che, ferma restando la natura tecnica del provvedimento che comporta un aggiustamento delle leggi di bilancio dopo sentenza della Consulta, ha riconosciuto che la situazione «non fa piacere come non fanno piacere gli emendamenti, mi auguro che ci sia la parola fine ma non ne sono certo, spero di sì». «Questi sono i formalismi di cui stiamo morendo – ha lamentato l’assessore – pur comprendendo che affrontiamo una materia complicatissima nella quale è auspicabile che la sentenza della Corte serva a fare chiarezza». «Gli uffici della Regione – ha ricordato Raffaele Paci – hanno lavorato per mesi per riallineare disposizioni formali senza niente di gestionale movimentando gli stessi numeri, per cui spero davvero che siamo arrivati alla fine del percorso». «Credo anche – ha continuato Paci – che la nostra macchina istituzionale debba essere adeguata ed integrata da esperti e riorganizzata, fermo restando che col bilancio armonizzato stiamo garantendo più trasparenza e la possibilità di una costante verifica dell’andamento della spesa, mi preoccupa piuttosto che gli uffici regionali abbiamo dovuto tralasciare in questi mesi altre cose molto importanti come la finanziaria 2017, spero perciò che ora si possano concentrate nel dare risposte dalla Sardegna».

Per dichiarazione di voto il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) si è chiesto se sia normale e compatibile con dignità del Consiglio «correggere a maggio 2017 la legge di stabilità 2016, è la terza o la quarta volta che lo facciamo mentre la Corte Costituzionale sottolinea la grande confusione della nostra Regione». «Mi chiedo a questo punto – ha aggiunto – quando arriverà un bilancio credibile e definitivo e quando si abbandoneranno l’approssimazione e la supponenza che ha caratterizzato la vertenza entrate con la pretesa di fare pure l’apripista». «Oggi – ha concluso – Raffaele Paci ammette che ci vogliono esperti ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo fatto la figura dei dilettanti allo sbaraglio davanti al Governo».

Il capogruppo sardista Angelo Carta, contrario, ha detto di non voler sparare sull’assessore «che comunque non può eludere la sua responsabilità è nonostante l’atteggiamento costruttivo nei confronti dell’Aula». E’vero che «gli uffici hanno il fiato corto», ha concluso Carta, auspicando che da subito si inizi a lavorare sulla parte corrente, di cui la Sardegna ha molto bisogno.

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sostenuto che «la Sardegna ha commesso l’errore di applicare per prima il Dl 118 per cui adesso occorre fermarsi e definire le azioni necessarie per trovare la strada maestra per procedere correttamente e possibilmente in tempi rapidi, attraverso una task force di specialisti».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha definito forse superfluo affrontare i problemi della nostra Regione nei rapporti con lo Stato nella materia finanziaria. Esiste invece, a suo giudizio, «un serio problema politico perché ci sono debolezze strutturali da aggredire, dopo il contenzioso chiuso nel modo sbagliato col ritiro dei ricorsi che ha dimostrato la nostra debolezza, la mancanza di un tavolo di confronto e di una linea politica forte; la Sardegna ha bisogno di politiche di sviluppo e occupazione e di un fronte politico unitario disposto ad impegnarsi per il bene comune della Regione».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il Consiglio ha approvato gli articoli e gli emendamenti collegati alla legge, fino al voto finale, che ha visto 30 voti favorevoli e 19 contrari.

Dopo che l’on. Eugenio Lai ha chiesto l’inversione dell’ordine dei lavori per discutere subito le mozioni iscritte all’ordine del giorno, l’on. Antonio Solinas (Pd) ha sollecitato invece la discussione della proposta di legge sui funghi e così l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi). Per l’on. Roberto Deriu (Pd), invece, è opportuno meditare meglio sulla proposta di legge sui funghi.

Il vicepresidente del Consiglio Eugenio Lai, ha chiesto dunque la una breve sospensione dei lavori e il presidente Ganau ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa, il presidente Ganau ha comunicato che la conferenza dei capigruppo ha deciso di rinviare alla prossima seduta la discussione sulla proposta di legge sui funghi. I lavori sono dunque proseguiti con la mozione 239 del 18 giugno 2016 sul poligono militare di Teulada presentata dall’on. Gianluigi Rubiu (Udc). L’oratore ha detto: «Ho dialogato informalmente con il presidente Pigliaru e  abbiamo convenuto che sarebbe bene un approfondimento nella commissione competente. E magari in commissione possiamo chiedere ai rappresentanti delle Forze armate di essere presenti». Il Consiglio ha disposto il rinvio della mozione alla Prima commissione.

A seguire la mozione 136  (on. Paolo Zedda e più) sulla cannabis. L’oratore ha ricordato in premessa che il primo firmatario dell’atto fu l’ex on. Gavino Sale e ha aggiunto che «in Italia la cannabis è la sostanza psicotropa largamente più utilizzata, soprattutto dai giovani. Un mercato illegale che vale circa 60 miliardi di euro l’anno solo nel nostro Paese grazie al fallimento delle politiche proibizionistiche. Anche il dipartimento nazionale antimafia segnala la necessità di contrastare la criminalità organizzata con politiche di depenalizzazione della materia. I dati sulla legalizzazione sono incoraggianti, anche sotto il profilo della salute oltre che su quello della prevenzione della criminalità. Anche il consenso in ambito mondiale sta cambiando, nel senso che sta finendo l’associazione tra la cannabis e le altre droghe». L’oratore ha poi aggiunto: «Le caratteristiche della Sardegna consentono in modo ottimale la coltivazione della cannabis e la sperimentazione, con notevoli vantaggi per l’incremento delle entrate. Se legalizzassimo la cannabis in Italia, spenderemmo 541 milioni di euro in meno per i detenuti, 228 milioni di meno sull’ordine pubblico e 7 miliardi di incremento di entrate erariali. Evidenti sarebbero i riflessi per la Sardegna. Ecco perché noi chiediamo che la Sardegna sia capofila di un progetto sperimentale, in modo coraggioso».

Ha preso poi la parola l’on. Mariano Contu (FI), che ha detto: «Parlo da cittadino, da politico, da medico e da genitore di tre figli adolescenti. Da cittadino penso che i danni provocati da sostanze voluttuarie come alcol e fumo siano davanti a tutti. E da medico dico abbiamo bisogno di un ripasso sugli effetti dell’uso terapeutico della cannabis. Da genitore, poi, dico che è vero che i ragazzi si sballano col fumo della cannabis e questo è molto pericoloso per il loro sviluppo».

Per l’on. Fabrizio Anedda (Misto) «la cannabis è usata da millenni come analgesico. Un tempo regalavamo noi ragazzi la piantina alla nonna, che la coltivava per noi quando questo era proibito. E oggi siamo in grado di suggerire noi ai nostri nipoti come coltivare e usare la cannabis. Buona canna se uno vuole fumare».

Per l’on. Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) «non so che nonne avete avuto voi ma la mia non ha mai coltivato cannabis. Non sono però così convinto del fatto che l’Autonomia della Sardegna cresca approvando questa mozione. Attenzione che pure Luca Pani, il presidente della commissione del farmaco, ribadisce che un conto è l’uso a fine medico e un altro è la coltivazione libera. Se è vero che uno spinello non hai ucciso nessuno è anche vero che l’uso prolungato ha un impatto sul sistema sanitario e sociale».

Ha preso poi la parola l’on. Roberto Deriu (Pd), secondo cui «la mozione è troppo timida e non chiede nulla di speciale perché chiede al governo che ci pensi e che la Regione continui a pensarci. Se si vuole dare un segnale bisogna dire che questa pianta è dannosa per la salute quanto altre piante che noi abbiamo tra le più care e che ci danno quelle sostanze che consumiamo in modo abbondante. L’esito di questa mozione sarà minimo, quasi inesistente: dobbiamo impegnarci invece per intensificare un dibattito in Sardegna che ci porti a risultati concreti».

Luca Pizzuto (Sdp) ha invitato il Consiglio a riflettere sui vantaggi che il proibizionismo ha portato alle mafie e alle organizzazioni criminali. «La legalizzazione della cannabis consente di controllare il fenomeno, occorre liberarsi da posizioni ideologiche – ha detto Pizzuto – ricordo che Pasolini, pur contrario all’aborto, disse di essere favorevole alla sua legalizzazione perche consentiva di avere un controllo pubblico sulle interruzioni di gravidanza».

Il consigliere di Sdp ha quindi suggerito di provare a ragionare su come la Sardegna possa svolgere un ruolo d’avanguardia. «Non si può negare che molti ragazzi sardi si rechino in Olanda per sperimentare la cannabis. Quanto alla possibilità di coltivarla non è vero che nell’Isola non ci sia disponibilità di terreni, si tratta di una scelta. Possiamo provare a pensarci? Perché rinunciare a priori a produrre una sostanza che può avere effetti benefici per la salute?».

Il capogruppo di Cps, Pierfranco Zanchetta annunciando il suo voto favorevole alla mozione ha chiesto di poter aggiungere la sua firma al documento. «Finalmente si toglie il velo di ipocrisia. Stiamo parlando di legalizzazione e non di liberalizzazione della cannabis con prospettive interessanti per il suo uso a fini terapeutici».

Critico invece il giudizio del capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «Sono contrario alla liberalizzazione delle droghe. Contrario a discutere su un tema non decisivo per le sorti della Sardegna. Abbiamo rinviato legge sui funghi e discutiamo la mozione sulle droghe. Sono in difficoltà, da padre, a parlare di questo argomento. Mi vergogno delle cose sentite in quest’aula. Vorrei parlare della Sardegna dei pastori e dei centenari, mi dispiace invece parlare della Sardegna dei migranti, degli spacciatori di droga e dei delinquenti. Perché non liberalizzare anche le rapine in banca?».

Rubiu, infine, ha criticato l’intervento del consigliere Mariano Contu: «Il suo è stato un pessimo esordio. Gli agricoltori sardi non sono coltivatori di droga, Contu si vergogni di ciò che ha detto».

Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, ha preso le difese del collega Contu: «Si riferiva a un fenomeno diffuso e conosciuto. C’è una tendenza all’estirpazione di vigneti e alla coltivazione più redditizia della marijuana. Contu non parlava delle  aziende agricole ma di fenomeni criminosi che si verificano nell’Isola e sostituiscono forme sane di agricoltura».

Pietro Pittalis ha poi detto di essere contro ogni forma di protezionismo ma ha suggerito di affrontare il tema con attenzione. «Occorre pensare anche ai minorenni e una fascia di età che non ha la capacità di comprendere ciò che fa. Verso queste persone bisogna mostrare attenzione, la marijuana è porta d’ingresso per il consumo di droghe pesanti. Minimizzare dicendo che è meno pericolosa di altre droghe non ha senso. Se si parla di uso terapeutico stiamo parlando d’altro. Gli esperti confermano l’esistenza di danni all’apparato respiratorio. I consumatori abituali di cannabis sono a rischio più alto per schizofrenia e psicosi. Perché minimizzare e non tenere conto del problema?

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola all’assessore alla Sanità Luigi Arru per il parere della Giunta.

Secondo Luigi Arru la discussione deve essere affrontata su piani diversi: «Non c’è dubbio alcuno sull’utilità della cannabis a fini terapeutici. La sostanza ha effetti benefici nella terapia contro il dolore cronico, nel trattamento associato a chemioterapia e nella cura delle spasticità dei pazienti affetti da sclerosi multipla – ha affermato l’assessore della Sanità – penso che sia da valorizzare l’ipotesi che la Sardegna possa svolgere un ruolo importante sul fronte della ricerca. Ho perplessità invece sull’utilizzo della cannabis a fine ludico, nei giovani c’è un rischio più alto di psicosi. Dal punto di vista sanitario va bene valorizzare il prodotto a fini terapeutici. La produzione della molecola è oggi affidata a un istituto militare di Firenze. Occorre capire se può essere facilitata la produzione in Sardegna. Sulla mozione la Giunta si rimette alla decisione dell’Aula».

Ha preso quindi la parola Paolo Zedda (Sdp) primo firmatario della mozione.

«La cannabis è nociva. Nessuno lo mette in dubbio, è importante combatterne l’abuso – ha detto Paolo Zedda – è però meno nociva del tabacco e dell’alcol. Non si giustifica il fatto che per i primi due la vendita sia normata e per la marijuana no».

Secondo il primo firmatario della mozione la legalizzazione funziona meglio della repressione: «In nove Stati americani la legalizzazione ha determinato un calo dei consumi soprattutto tra i più giovani. Con un atteggiamento repressivo i giovani tendono a consumarne di più. La legalizzazione consentirebbe di sperimentare altre modalità di consumo per esempio attraverso la nebulizzazione della cannabis meno dannosa dell’inalazione del fumo».

Paolo Zedda, infine, ha ribadito l’obiettivo della mozione: «In parlamento non si riesce ad approvare una legge. Se l’Italia non se la sente perché non fare noi da apripista? E’ una buon provvedimento che produce effetti benefici prima di tutto sulla salute e a caduta sul sistema sanitario e giudiziario. Ciò che chiedo è avere, in modo responsabile, un po’ di coraggio. Concordiamo con lo Stato una normativa utile e mettiamola in pratica».

Rossella Pinna (Pd) ha annunciato il suo voto contrario alla mozione per come è stata formulata. «L’intervento dell’assessore dimostra che la cannabis non è una sostanza innocua – ha detto Rossella Pinna – la letteratura dichiara e certifica rischi più alti di schizofrenia e psicosi per i consumatori, stati d’ansia e aumento degli incidenti stradali. Va potenziato l’altro aspetto quello dell’utilizzo a fini terapeutici per il trattamento del dolore cronico. Faccio una proposta: cerchiamo di stralciare dal testo le parti che trattano l’uso ricreativo e ludico e concentriamoci invece sull’aspetto del miglioramento della salute dei pazienti e sull’uso terapeutico per il trattamento del dolore. Non si tratta di scegliere tra repressione e legalizzazione ma tra informazione e disinformazione».

Giudizio condiviso da Daniela Forma (Pd): «Non è corretto mettere insieme una discussione sull’uso della cannabis a uso terapeutico con il tentativo di dare un taglio ideologico sull’utilizzo a fini ludici – ha detto Daniela Forma – c’è inoltre un problema di coerenza: in passato il Consiglio ha approvato leggi per combattere la fetopatia alcolica e la ludopatia,  ora si vorrebbero legalizzare altre dipendenze. Serve invece un’azione di sensibilizzazione e informazione sull’utilizzo della cannabis nelle scuole, nei giornali e nelle tv. Questo consentirebbe di combattere l’uso delle droghe tra i giovanissimi. La mozione va riformulata, così com’è non la voto».

Anche Augusto Cherchi (Pds) ha annunciato il suo voto contrario: «Non si possono fare differenze tra droghe più o meno dannose. Condivido la posizione dell’assessore. Chiedo al presidente della Commissione di mettere in discussione una proposta di legge sull’uso terapeutico della sostanza. C’è bisogno di un approfondimento, sono contrario all’uso ludico della cannabis».

Anche il neo consigliere Gennaro Fuoco si è detto d’accordo con l’assessore sulla necessità di distinguere i due aspetti. «A livello nazionale lo studio per l’uso terapeutico della cannabis è in fase avanzata, attualmente noi la compriamo all’estero a costi esagerati, sarebbe auspicabile la produzione in Italia. No invece all’uso ludico».

Voto contrario anche da parte di Paolo Truzzu (FdI): «Per una volta sono d’accordo con Arru, da oggi è iscritto al gruppo dei moralisti bigotti – ha affermato Paolo Truzzu – certi ragionamenti sono disarmanti: come Aula abbiamo il dovere di proporre soluzioni che aiutino la comunità che amministriamo a migliorare le condizioni sociali».

Roberto Deriu (Pd) dopo essersi schierato a favore della proposta avanzata dalla collega Rossella Pinna ha replicato ad alcuni interventi dei consiglieri che lo avevano preceduto: «Il problema ideologico non è posto da chi chiede la legalizzazione. Ideologica è la posizione che differenzia sostanze ugualmente nocive. Il proibizionismo ha fallito in tutto il mondo. E’ sbagliato continuare a dire che occorre tenere alta la guardia aumentando il sovraffollamento carcerario e criminalizzando l’uso di alcune sostanze per difendere posizioni securitarie che non sono utili alla società e che fanno aumentare i reati. Il protezionismo è praticato dagli amici della criminalità. Occorre consentire la libera scelta senza pensare al posto degli altri, l’atteggiamento paternalistico è insopportabile».

Fabrizio Anedda (Comunisti Italiani) ha dichiarato la propria astensione e sostenuto la necessità di arrivare alla legalizzazione della cannabis per uso personale.

Per Michele Cossa (Riformatori) serve un approccio pragmatico e senza ideologie. «Condivido la posizione equilibrata assunta da Rossella Pinna. Sono disposto a discutere di tutto ma non posso accettare che il modello siano gli squallidi coffee shop olandesi. Sull’ uso terapeutico nessuno può dire nulla, le posizione ideologica sulla liberalizzazione hanno nuociuto sulla discussione. Sì all’uso terapeutico, molta prudenza sugli aspetti ludici».

Angelo Carta (Psd’Az), firmatario della mozione, condividendo la posizione della collega Pinna ha invitato gli altri presentatori a modificare l’impianto del documento escludendo l’uso ludico: «Sarebbe in ogni caso un passo in avanti – ha detto Angelo Carta – io voterò a favore ma chiedo agli altri firmatari di fare uno sforzo accettando di legalizzare la parte sull’uso terapeutico e rinviare la discussione sull’uso ludico».

Alessandro Collu (Pd) ha annunciato il suo voto a favore: «Non capisco certe affermazioni. Non è vero che con la liberalizzazione si aumenta il consumo – ha detto Alessandro Collu – in questo modo verrebbe eliminato il principale soggetto portatore di interessi: lo spacciatore».

Il presidente Ganau ha quindi chiesto il parere dell’Aula sull’emendamento orale presentato da Rossella Pinna.

Paolo Zedda (Sdp) ha quindi chiesto una breve sospensione della seduta per valutare la proposta.

Alla ripresa dei lavori Paolo Zedda ha espresso contrarietà alle modifiche proposte dalla collega Pinna chiedendo di mettere ai voti la mozione: «Limitare l’uso della cannabis a fini terapeutici cambierebbe completamente il significato della mozione. Ci sono altre 11 regioni che lo hanno già fatto. Serve un cambio di passo, anche l’uso ludico si combatte  meglio con la legalizzazione e non con la repressione».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo ai voti il documento che è stato respinto con 23 no e 19 sì.

Al termine della votazione Gianfranco Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. Il Consiglio sarà convocato a domicilio. 

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Il consigliere regionale del Partito democratico, Mario Tendas ha presentato un’interrogazione urgente,  con richiesta di risposta scritta, al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru all’Assessore alla programmazione bilancio Raffaele Paci e all’assessore alla difesa dell’ambiente Donatella Spano, sulla preoccupante situazione di degrado, con alto rischio incendi, in cui versano le strade di competenza dell’amministrazione provinciale di Oristano.

«Questa interrogazione – spiega Mario Tendas -, nasce dalla necessità di porre la giusta e doverosa attenzione, oltre che le necessarie misure preventive, sulla situazione di incuria e abbandono in cui versano la maggior parte delle strade provinciali a causa del mancato sfalcio delle erbacee.»

«Se non si provvederà quanto prima a ripulire i cigli delle strade provinciale – commenta Mario Tendas – c’è il rischio serio e reale che quest’anno  la situazione incendi possa essere addirittura più grave ed inquietante dello scorso anno quando, per esser chiari, erano stati registrati numerosi incendi alcuni dei quali, primo fra tutti, quello che aveva interessato le campagne di Sedilo e Aidomaggiore (con oltre 5.000 ettari di territorio interessato dalle fiamme) con danni incalcolabili all’economia e all’ambiente.»

L’amministrazione provinciale di Oristano, in forte sofferenza sia per la mancanza di risorse che di personale non può provvedere ad un’adeguata gestione del territorio e delle strade di propria pertinenza, e rischia addirittura pesanti sanzioni pecuniarie previste dalle prescrizioni regionali antincendio.

«Per questo motivo – conclude il consigliere regionale oristanese -, ho chiesto al presidente della Regione, all’assessore della Programmazione e Bilancio e all’assessore regionale della Difesa dell’ambiente -, quali azioni di prevenzione si intendono adottare al fine di  scongiurare che detti rischi possano realmente concretizzarsi,  mettendo a serio rischio la salvaguardia di numerosi siti ambientali di pregio sull’intero territorio provinciale.»

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«Sullo spopolamento delle zone interne non ci sono soluzioni facili, ma siamo qui oggi per cercarle insieme. Con una certezza: lo spopolamento, che è un fenomeno mondiale, si può fermare solo e soltanto se ci sono opportunità di lavoro diffuse nel territorio. E quindi ognuno deve fare la sua parte: la Regione, i Comuni e le imprese con progetti di ampio respiro e sviluppo che favoriscano un sistema produttivo sano che si autosostiene. I servizi da soli non bastano a tenere la gente nei paesi, serve il lavoro e servono quelle infrastrutture territoriali come la banda ultralarga che permettono di essere sempre connessi pur vivendo in un paese.»
Lo ha detto l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, intervenendo nella Torre Aragonese di Ghilarza al convegno della Cgil su spopolamento delle zone interne e processi migratori, con il segretario regionale, Michele Carrus ed il segretario nazionale Spi Cgil, Ivan Pedretti.

«Esiste una dinamica naturale dei Comuni. E questa è una certezza, un dato di fatto che va però certamente governato – ha sottolineato Raffaele Paci -. Oggi servono modelli di sviluppo diversi rispetto al passato e noi stiamo facendo la nostra parte, prima di tutto con la programmazione territoriale che portando avanti chiedendo ai territori di allearsi. Questa è la vera chiave: l’aggregazione. Servono processi di aggregazione dei Comuni, delle Unioni di Comuni o delle Comunità Montane, dobbiamo unire i servizi perché non è pensabile averli tutti presenti in ogni centro. I servizi possono essere distribuiti sul territorio e ai cittadini va data la possibilità di spostarsi.»

Mobilità, dunque. Anche questa va pensata con un approccio completamente diverso rispetto al passato, più dinamico e tecnologico, con mezzi e sistemi di spostamento flessibili che siano adeguati alle nuove esigenze, che servano per portare i bambini in scuole vere (e non in pluriclasse dannose per loro e il loro futuro), ad avvicinare l’anziano dal medico o alle Poste, o gli adolescenti al cinema nel centro vicino. «Non è un delitto che paesi vicinissimi e persino confinanti si pensino come quartieri di una città che al quel punto può offrire tutti i servizi che servono: unire le forze non significa rinunciare alla propria identità, al proprio stemma o al proprio nome, anzi è l’unica strada per garantirne la sopravvivenza».

Il vicepresidente della Regione ha poi ricordato le politiche messe in atto in questi tre anni dalla Giunta in questa direzione: oltre alla programmazione territoriale con 5 accordi già chiusi e finanziati, le politiche attive per il lavoro con la Flexicurity, i bandi per le imprese e le politiche di sostegno alle start up, e poi Iscola con 265 milioni investiti e 1174 cantieri già aperti e i 144 milioni per la banda ultralarga. «Stiamo facendo molto, e tanto altro possiamo e vogliamo fare. Turismo, ambiente, artigianato, beni culturali, agroalimentare sono le ricchezze su cui puntare in particolare nelle aree interne a rischio di spopolamento e in cui investire – ha concluso Raffaele Paci -, con una politica fatta di innovazione, alleanze, sinergie, in cui ogni territorio riesca a pensare in grande a garanzia anche del Comune più piccolo.»

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La Giunta regionale, riunita a Villa Devoto sotto la presidenza di Francesco Pigliaru, ha approvato l’accordo di programma “Marghine al centro”, sottoscritto dall’assessore della Programmazione Raffaele Paci lo scorso 6 maggio a Macomer all’interno della programmazione territoriale. Nel progetto, che porta sul territorio 24 milioni di euro e coinvolge 10 Comuni con oltre 22mila abitanti, il Marghine si ripensa e costruisce il suo futuro puntando sul rafforzamento dell’identità locale come attrattore principale: percorsi naturalistici e culturali, più opportunità ai cittadini in accessibilità, istruzione, qualità della vita e del tempo libero anche attraverso un avanguardistico e itinerante Festival della letteratura sportiva e un gemellaggio con il Galles nel nome di Benjamin Piercy.
E’ stata accolta la proposta dell’assessore Luigi Arru per l’istituzione del Comitato di Organizzazione delle Reti Integrate (CORI). Avrà il compito di definire una metodologia per l’accreditamento dei centri specialistici nelle reti di cura, in termini di competenze, di processi (linee guida, PDTA) e di casistica prodotta (volumi e esiti), nonché delle metodologie di governo di queste, per garantire uniformità di gestione indipendentemente dalla patologia di riferimento e il coordinamento, sotto il profilo metodologico, dei comitati tecnici regionali deputati allo sviluppo delle specifiche reti integrate di cura.
Sempre su proposta di Arru, è stato approvato il programma straordinario di ricognizione degli operatori soggetti a registrazione e operanti a livello della produzione primaria di mangimi e operazioni correlate (somministrazione di mangimi ai propri animali, sia che detti operatori li producano o meno; trasporto, stoccaggio e manipolazione di prodotti primari nel luogo di produzione; miscelazione di mangimi per il fabbisogno esclusivo dell’azienda). Nominato, infine, il Commissario straordinario dell’IPAB Asilo Infantile San Vittorio di Tuili: è stato scelto Andrea Locci.
La Giunta, su proposta dell’assesore degli Affari Generali Filippo Spanu, d’intesa con gli assessori dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda e dell’Industria Maria Grazia Piras, ha istituito l’Unità di Progetto denominata “Efficientamento energetico”. L’attività della nuova struttura è legata all’attuazione del programma per il quale sono disponibili 30 milioni di euro e che prevede l’efficientamento energetico negli edifici pubblici e la realizzazione di “smart grid”. L’Unità di progetto opererà quale unico centro di responsabilità amministrativa e dovrà assicurare una efficiente gestione integrata delle risorse in capo agli assessorati dei Lavori pubblici e dell’Industria.
Nulla osta, come richiesto dall’assessore Giuseppe Dessena, ai bilanci di previsione 2017, pluriennale e alle relative integrazioni dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico (I.S.R.E.) di Nuoro, come deliberato dal Consiglio di amministrazione.

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L’Europa della pace e della condivisione fa festa in Sardegna. Insieme ai giovanissimi studenti di scuola media arrivati a Cagliari da nove piccoli paesi dell’Isola per raccontare la loro Europa attraverso il cortometraggio Coins. «L’Europa non è solo regole e burocrazia ma una grande opportunità. Per noi, per costruire infrastrutture, per generare cultura, per garantire ai giovani la possibilità di studiare, vivere fuori e poi tornare nella loro terra con nuove conoscenze e competenze: una grande opportunità per la loro vita e per il loro domani – ha detto l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci aprendo la festa al Teatro delle Saline -. A un anno dalla Brexit le recenti elezioni francesi sono state un segnale importante, una netta inversione di tendenza e dimostrano che c’è ancora molta voglia d’Europa, che ci ha assicurato 60 anni di pace e ci garantisce un futuro.»

«La Sardegna è un pezzo d’Europa e sempre di più deve imparare a esserlo. Difendendo cultura, tradizioni, identità, ricordi ma tenendo ben presente che i nostri confini oggi sono quelli europei: dobbiamo pensare come una grande regione dove circolano molte risorse e soprattutto idee, principi, ideali. Questa è l’Europa che i sardi devono contribuire a costruire, perché è lì che ci sono le vere, grandi, solide opportunità per i giovani. Abbiamo festeggiato i trent’anni di Erasmus in questi giorni – ha aggiunto Raffaele Paci – e sono tantissimi i giovani sardi che vanno a studiare fuori. Che si aprono al mondo, che si confrontano con realtà diverse e altre culture, arricchendo un bagaglio personale che sarà per loro fondamentale. E che poi, con quel bagaglio, tornano qui in Sardegna a costruire la loro vita. Rilanciamo gli ideali e i principi dell’Europa per costruire tutti insieme un futuro migliore.»

Il cortometraggio Coins, 20 minuti per un inedito viaggio nel cuore dell’Europa, sarà in concorso nei principali festival cinematografici internazionali per i ragazzi. È il punto d’arrivo di un percorso iniziato a ottobre 2016 è concluso a febbraio scorso con 250 ragazzi. «Avete intitolato il vostro cortometraggio Coins, cioè monete – ha concluso Raffaele Paci -. Adesso andate in giro per l’Europa a spenderle, le vostre monete».