25 November, 2024
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In attesa della nuova riunione della Conferenza dei servizi, fissata per mercoledì prossimo 8 febbraio, proseguono al Palazzo della Regione, in viale Trento, a Cagliari, l’occupazione della sala riunioni ed il presidio sul piazzale all’esterno. Ieri i lavoratori hanno ricevuto la visita del vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, che ha portato “solidarietà assoluta e totale”della Regione, a nome di tutta la Giunta. Raffaele Paci si è prima fermato all’esterno di viale Trento, dove la protesta contro il parere del Mibact continua, e ha poi incontrato i cinque operai che occupano la sala riunioni al primo piano della torre, ribadendo che la Giunta sta facendo tutto il possibile per risolvere rapidamente la situazione.

I lavoratori Eurallumina stanno ricevendo numerosi attestati di solidarietà. Ieri hanno ricevuto sacchetti di viveri dalla Rsu della Portovesme srl; dal panificatore di Cagliari Augusto Fonnesu; da Giancarlo Casciu, titolare di un catering a Carbonia, che ha preparato un piatto di pasta calda nella tenda del presidio, per i presidianti esterni e per gli occupanti interni; da Claudia Mariani, titolare di una ditta dell’indotto dell’Eurallumina, che da Portoscuso ha portato acqua e frutta; e ancora diverse dimostrazioni di solidarietà spontanea.

Un’anziana e anonima signora, alle prime luci del giorno, ieri ha portato ai lavoratori che hanno trascorso la notte in tenda, un pacchetto con alcune paste per la colazione. Non si contano, infine, le testimonianze fatte di un semplice saluto, anche attraverso messaggi, ai lavoratori impegnati nella difficile battaglia per il lavoro.

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La seduta di aggiornamento della Conferenza di servizi Eurallumina è stata formalmente convocata per mercoledì 8 febbraio. Questa mattina il vicepresidente della Regione Raffaele Paci ha portato “solidarietà assoluta e totale” della Regione, a nome di tutta la Giunta, agli operai Eurallumina. Raffaele Paci si è prima fermato all’esterno di viale Trento, dove la protesta contro il parere del Mibact continua, e ha poi incontrato i cinque operai che occupano la sala riunioni al primo piano della torre, ribadendo che la Giunta sta facendo tutto il possibile per risolvere rapidamente la situazione. All’esterno del Palazzo di viale Trento, intanto, prosegue il presidio non stop di alcune decine di lavoratori.

L’assessore della Difesa Donatella Spano già nella serata di martedì si era recata in viale Trento per incontrare i lavoratori, ed ha nuovamente incontrato ieri la Rsu per informare personalmente della convocazione formale. L’assessore ha rassicurato sul rigore nella tempistica, sinora puntualmente rispettata dagli Uffici e comunicato che in Regione prosegue il lavoro di approfondimento in merito agli aspetti ambientali e paesaggistici in vista della seduta della prossima settimana.

       

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Il Consiglio regionale, riunitosi dopo la conclusione della manifestazione di agricoltori, allevatori e pescatori sotto il Palazzo di via Roma, si è riunito ed ha approvato la risoluzione della Quinta Commissione sulla crisi del comparto ovicaprino nella sua versione originaria.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con l’elezione di tre segretari dell’Assemblea.

Prima dell’inizio delle operazioni elettorali, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha richiamato l’attenzione dell’assessore dell’Industria sulla mobilitazione dei lavoratori Eurallumina perché, ha affermato, «un boiardo di Stato rappresentante dei Beni Culturali, ha bloccato l’iter di una conferenza di servizi che si auspicava positiva per la ripresa dell’attività dello stabilimento». Non si può subire un ennesimo rinvio, ha sostenuto, «con motivazioni incredibili, per cui sollecito l’assessore ad intervenire in tempi rapidi per la soluzione della vertenza». Pittalis, rivolgendosi poi all’assessore del Lavoro, ha ricordato la complessa vicenda dei lavoratori Ati-Ifras, «per i quali c’è il problema di non aver ancora ricevuto le spettanze di dicembre e gennaio; un incontro si può anche rinviare di qualche giorno ma queste due mensilità del 2016 devono essere saldate, anche perché mi risulta che l’azienda abbia provveduto agli adempimenti di propria competenza».

Successivamente, il presidente del Consiglio ha insediato il seggio elettorale per l’elezione di tre segretari dando inizio alle operazioni di voto. Al termine dello scrutinio sono risultati eletti i consiglieri per il gruppo Cps Antonio Gaia (33 voti), per i Riformatori Michele Cossa (19) e per il Psd’Az Marcello Orrù (13).

Subito dopo il presidente ha insediato il seggio per l’elezione di una componente della commissione Pari opportunità, in sostituzione di una dimissionaria. Al termine dello scrutinio è risultata eletta Erika Floris, con 31 voti.

Il presidente del Consiglio ha quindi chiesto all’on. Satta (Upc) se la mozione sulla crisi del settore lattiero caseario a sua firma sia da intendersi ritirata. L’on. Satta ha replicato dicendo che la sua «mozione aveva l’obiettivo di anticipare i problemi ai quali si dovrà dare comunque risposta. E per questo, siccome l’obiettivo di discutere di questi temi è stato raggiunto come testimoniano i lavori di oggi dell’Aula, ritiro la mozione».

Il Consiglio regionale ha poi affrontato la risoluzione 20 sulla grave situazione che sta attraversando il settore lattiero-caseario ovicaprino regionale. La risoluzione è stata votata nei giorni scorsi dalla commissione Agricoltura e illustrata dal suo presidente, on. Luigi Lotto (Pd).

Per l’oratore «era necessario elaborare il tema, anche con audizioni, e per questo la commissione ha lavorato in queste settimane, sentendo tutte le parti sociali. Il latte è il comparto che da solo rappresenta il 40 per cento del settore agricolo e rappresenta il maggior export agricolo della Sardegna. Peraltro la pastorizia è praticata in quasi tutta l’Isola con la speranza di un reddito adeguato, anche grazie alla redditizia produzione del pecorino romano».

L’on. Lotto ha aggiunto che «per uscire da questa crisi ciclica, che si ripete da anni, abbiamo bisogno che il Consorzio del pecorino romani operi al servizio dell’intero comparto. Abbiamo anche bisogno di dati certi sulla produzione, per monitorare i flussi del mercato. Nella risoluzione affrontiamo anche il tema del pegno rotativo per migliorare le condizioni di accesso al credito per i produttori: dobbiamo rimettere i pastori in condizione di tornare in banca e di avere il prestito di campagna. C’è anche un accordo con le banche, nella risoluzione che abbiamo votato, per consentire l’intervento di anticipazione dell’intero importo. L’altro tema è accelerare le procedure di pagamento del “benessere animale” anticipando a febbraio una gran parte del pagamento. Questo significa mettere liquidità nelle casse delle imprese agricole. Insieme, dobbiamo attivare con il ministero la filiera del settore ovicaprino, del quale ancora non conosciamo i dati reali».

L’on. Lotto ha poi suggerito la necessità di «utilizzare tutti i fondi comunitari e attivare con il ministero gli interventi per la vendita del pecorino romano in emergenza».   

L’on. Pietro Pittalis (Forza Italia) ha chiesto che «sia distribuito a tutti i consiglieri il documento che ci è stato consegnato dalla delegazione della Coldiretti e dei sindaci nell’incontro che abbiamo avuto insieme agli altri capigruppo». Il presidente Ganau ha concordato.

Per l’on. Cherchi (Forza Italia) «il vero problema è che l’assessora non solo non c’è ora ma non era presente nemmeno quando c’era. E questi sono i risultati. La risoluzione della commissione Agricoltura la condivido ma non è altro che un elenco di programmi e azioni che dovranno essere messi in campo nel tempo.  In realtà tutto questo la Regione avrebbe dovuto metterlo in piedi tre anni e mezzo fa, non oggi. E oggi per questo è sceso in piazza il mondo agricolo insieme ai sindaci. Compreso il sindaco di Cagliari che sta dalla parte degli allevatori e critica dunque questa vostra maggioranza. Ora tocca al Consiglio regionale dare la risposta e dare un aiuto diretto, 30 milioni di euro, che devono andare direttamente alle aziende sulla base del numero di capi posseduto». L’on. Cherchi, che era stato assessore all’Agricoltura della precedente giunta Cappellacci, ha ricordato come l’attuale esecutivo «abbia operato per porre nel nulla i risultati raggiunti dal precedente assessore».

Ha poi preso la parola l’on. Giuseppe Fasolino (FI), secondo cui «è davvero comprensibile lo sfogo del collega Cherchi, che è stato assessore all’Agricoltura. Non dobbiamo inventarci nulla. Dobbiamo solo far voltare la politica dalla parte delle imprese, con l’umiltà necessaria per ascoltare cosa ci dicono le imprese e i lavoratori. E la vostra risposta è rappresentata emblematicamente dal fatto che da due mesi siamo senza assessore dell’Agricoltura e voi non lo nominate perché non vi accordate».

Per la Base ha preso la parola l’on. Ledda, che ha detto: «Io sono per i pastori e per chi munge: non sono di nessuna impresa agricola e di nessuna organizzazione, nonostante quello che si dice ad arte. E dunque posso parlare liberamente di questi problemi partendo dal prezzo del latte, che è il primo problema: mezzo euro in cooperative; 0,60 nelle industrie. Abbiamo un’urgenza in un settore primario: ci sono circa 50 mila quintali di pecorino romano in eccesso, che valgono circa 30 milioni di euro. Si ritira se i produttori si impegnano contestualmente a pagare il latte 0.80 euro al litro. Ma se la risoluzione rimane così io non la voto, lo dico ora: il primo punto per salvare il comparto è sollevare il prezzo del latte».

L’on. Tedde (Forza Italia) ha ricordato che «non è da un giorno che si parla di questa crisi e in questi mesi il governo regionale non ha mosso un dito. Giusto due giorni fa, fuori tempo massimo, il ministro Martina ha garantito a parole un intervento ma il risultato è che la manifestazione di oggi è stata ulteriormente potenziata. Se poi aggiungiamo che da due mesi il comparto agricolo sardo è comunque del tutto senza un governo si comprende la portata del disastro che viviamo».

Per l’on. Tendas (Pd) «mancano dati univoci sulla produzione del comparto e questo certo non aiuta, come non aiuta la mancanza di un osservatorio del comparto. Non è possibile pianificare il futuro senza numeri, al di là dell’attuale emergenza. Piuttosto che riprendere i 13 punti della risoluzione, mi limito a dire che l’Organizzazione interprofessionale va sostenuta da tutto il Consiglio perché funzioni e nasca così la filiera, in un modo definito e organizzato».

Per i Riformatori sardi è intervenuto l’on. Luigi Crisponi: «La discussione dellac commissione Agricoltura ha partorito il topolino perché non diversamente può definirsi il testo della risoluzione. E’ uno schiaffo alle aspettative del mondo produttivo agricolo e fa solo sorridere che chiediate la nascita di una nuova direzione generale quando ancora manca pure l’assessore all’Agricoltura. Da nessuna parte c’è traccia di un vostro intervento per fermare la caduta libera del prezzo del latte. Avete il dovere della serietà e non sulla spinta della piazza».

Il capogruppo Fabrizio Anedda (Misto) ha ricordato quanto emerso nelle audizioni in commissione Agricoltura circa le emergenze del prezzo del latte e la sovra produzione di formaggio tipo pecorino romano (una domanda da 240mila di quintali contro un’offerta di 350mila quintali). L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato le altre penalizzazioni che affliggono il comparto soprattutto in  riferimento alla mancanza di liquidità per industriali e allevatori.

Anedda ha definito “apprezzabile” la risoluzione ed ha reclamato maggiore attenzione al comparto ovino evidenziandone le trasformazioni e i cambiamenti intervenuti nel corso degli anni.

Il consigliere di Fi, Stefano Tunis, ha posto l’accento sul fattore “tempo” per affermare che “l’emergenza del mondo delle campagne non concede alla politica neppure un giorno in più”. L’esponete della minoranza ha affermato, rivolgendosi ai banchi della Giunta: «La vostra presenza o la vostra assenza è indifferente per la risoluzione dei problemi ed è questo che caratterizza l’attuale situazione».

Tunis ha lamentato la mancata programmazione degli interventi ed ha sottolineato come gli allevatori siano schiacciati dai produttori e da chi commercializza i formaggi. «I pastori – ha affermato il consigliere Fi – sono i responsabili della nostra tradizione produttiva e del nostro patrimonio ovicaprino ed è per questo che non possiamo chiedergli di diventare manager, perché spetta alla politica correggere e colmare lo svantaggio che provoca il mercato ai nostri pastori».

Il consigliere del Partito dei sardi, Piermario Manca, ha affermato di condividere la risoluzione e il cosiddetto pegno rotativo ma lo ha definito “non sufficiente perché serve contingentare la produzione 2017 di pecorino romano a 220.000 quintali”. L’esponete della maggioranza ha auspicato un maggior impegno contro i falsi nelle produzioni tipiche e nelle azioni per incentivare la diversificazione produttiva.

Piermario Manca ha quindi riaffermato l’esigenza di istituire l’organismo pagatore sardo ed ha proposto che sia la Regione ad anticipare i soldi dovuti agli agricoltori, insieme con il riordino di Argea e Laore e con la semplificazione burocratica, la revisione del Psr e il riordino fondiario.

L’ulteriore richiesta formulata dal consigliere Pds è stata il finanziamento immediato della continuità territoriale delle merci.

Il consigliere regionale di Fi, Ugo Cappellacci, ha fatto riferimento alla richiesta di collaborazione formulato dalla maggioranza per confermare la disponibilità della minoranza ma ha invitato la giunta e gli esponenti del centrosinistra ad un cambio di approccio e atteggiamento: «Basta con l’atteggiamento sbnob da parte di chi si sente in cattedra,  perché c’è sempre da impare se si ha la capacità di ascoltare».

L’esponente della minoranza ha quindi ribadito il senso di responsabilità delle forze di opposizione e ha ricordato gli allarmi gridati da Coldiretti un anno fa «e rimasti inascoltati da chi invece doveva intervenire». «Siamo a un punto di non ritorno – ha dichiarato l’ex governatore del centrodestra – l’agricoltura è alla fame e rischia di perdere anche la dignità, per questo affermo che servono sostegno al reddito e non è un problema di di assistenzialismo ma l’esigenza di trovare soluzioni».

Cappellacci ha quindi affermato che come minimo sono necessari 30 milioni in finanziaria ed ha concluso con un invito alla Giunta: «Scendete in piazza con la gente perché oggi ha vinto il mondo delle campagne che era in piazza».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dapprima fatto i complimenti alla Coldiretti per la manifestazione e poi ha duramente polemizzato con lo stesso Cappellacci e l’ex assessore dell’Agricoltura, Oscar Cherchi («Il problema non è iniziato oggi né otto anni fa è un problema che da sempre ci riguarda e credo che in questi mesi qualche passo in vanti si sia fatto»).

«La commissione agricoltura ha fatto un buon lavoro – ha affermato l’esponente della maggioranza – ma forse serve invertire le priorità perché il punto centrale è la diversificazione del prodotto, è inutile, infatti, continuare produzione in esubero di pecorino romano».

Antonio Solinas ha dunque proposto di condizionare gli interventi della Regione alla diversificazione del prodotto.

Emilio Usula (Rossomori-Misto) ha definito la risoluzione una presa d’atto della crisi del comparto lattiero caseario ed ha affermato che i contenuti della risoluzione sono in linea con gli impegni e i programmi avviati dall’ex assessore Elisabetta Falchi.

Il consigliere passato all’opposizione dopo le dimissioni dell’assessore Falchi non ha nascosto amarezza “per gli ostacoli frapposti da chi invece doveva agire in sintonia con l’assessore allora in quota Rossomori, anziché in contrasto”.

Usula ha invitato tutti all’impegno e alla chiarezza ed ha ricordato le criticità del comparto, dalla cronica assenza di programmazione delle produzioni casearie, alla conflittualità tra industria e allevatori e dalla dipendenza da un unico prodotto e da un unico mercato dell’intera filiera del latte.

«Le buone politiche hanno bisogno di adeguate risorse in finanziaria – ha concluso Emilio Usula – e questo impegno è ancora insufficiente e manca anche nella legge di stabilità in discussione nelle commissioni del Consiglio».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta ha auspicato l’unanimità del Consiglio per ricercare le migliori soluzioni per il comparto agricolo. «Perché gli agricoltori hanno manifestato sotto il Consiglio? – ha dichiarato l’esponente della minoranze – mancano forse leggi o strumenti per consentire alla giunta di operare?». «La risposta – ha spiegato il capogruppo – è nella risoluzione che di fatto boccia la giunta, perché  ben undici punti riportano leggi e provvedimenti che la giunta doveva rendere operativi ed attuare».

«Non manca l’assessore all’Agricoltura – ha incalzato Carta – manca la Giunta ed ecco perché gli agricoltori sono qui in Consiglio».

Il capogruppo Psd’Az ha quindi differenziato le responsabilità che stanno in capo alla maggioranza e alla minoranza ma ha confermato disponibilità nella ricerca di soluzioni efficaci.

Carta ha proposto alla centrosinistra di “cancellare le marchette dalla legge di stabilità e di mettere mettiamo 40 milioni di euro per il comparto agricolo”.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha ricordata la discussione della mozione Satta e più per evidenziare che a distanza di dieci giorni nulla è cambiato se non che è stata proposta una risoluzione della commissione che però “non soddisfa le attese del mondo delle campagne”.

Dedoni ha ricordato le penalizzazioni del comparto ed ha invitato il Consiglio a “dare al mondo delle campagne la possibilità di salvarsi”.

L’esponente della minoranza si è detto favorevole alla soluzione de minimis e alla programmazione delle produzioni del pecorino.

«Dobbiamo ricreare il sistema agricolo sardo – ha concluso Dedoni – e dico a Paci che non è vero ciò che afferma quando dice che 40 milioni di euro per il comparto agricolo sardo sono troppi».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha rimarcato l’esigenza di risposte ai problemi drammatici del mondo delle campagne ed ha ringraziato Coldiretti per “essere venuta qui a ricordarci le nostre responsabilità”. Daniele Cocco ha riconosciuto ritardi nelle risposte all’agricoltura ma ha escluso colpe per chi ha governato in questi ultimi anni.

«Dobbiamo essere seri – ha affermato il capogruppo Sel – e dire quali sono le risorse che mettiamo a disposizione con la finanziaria regionale e chiedo la convocazione immediata delle commissioni Agricoltura e Bilancio per aprire il confronto con il sistema bancario».

Ha quindi preso la parola il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu che, in apertura del suo intervento, ha chiesto alla politica di essere conseguente rispetto alle considerazioni fatte nei dibattiti precedenti: «Se è vero che l’agropastorizia è il settore trainante dell’economia sarda si  individuino gli interventi da fare – ha detto Rubiu – mi sembra invece che oggi si stia perdendo tempo. Stiamo assistendo a una lezione di filosofia, la paura è che non si produca nulla o si partorisca un topolino». Secondo Rubiu, la risoluzione approvata dalla Quinta Commissione non basta: «Forse non abbiamo capito la gravità della situazione. Serve una Commissione d’Inchiesta regionale che controlli l’andamento del mercato. Si verifichi se le quantità del latte prodotto e del formaggio venduto sono reali».

Rubiu ha quindi indicato una soluzione: «Basta stanziare l’un per cento del bilancio regionale per aiutare il settore. Non sono d’accordo nel dare 2000 euro ad azienda. Oggi Coldiretti non è venuta a chiedere l’elemosina ma a chiedere dignità per il settore. Si decida di stanziare l’1% che potrebbe soddisfare sia le misure de minimis che il ritiro delle giacenze di pecorino romano dal mercato».

Rubiu si è infine soffermato sulle lentezze dei bandi del Psr 2014-2020 in particolare quello per il primo inserimento in agricoltura. «I ritardi hanno di fatto escluso dai bandi i giovani che avevano investito su un progetto tre anni fa e che oggi hanno superato i 40 anni di età».

Anche Gianfranco Congiu, capogruppo del Partito dei Sardi, ha ricordato che già alcuni mesi fa, nel settembre del 2016, erano state presentate mozioni e proposte per mettere ordine nel settore agropastorale. «Siamo stati i primi a portare nel dibattito pubblico il tema del refresh – ha detto Congiu – allora qualcuno guardava con dileggio queste iniziative e oggi si accorge dell’importanza del problema. Da tempo abbiamo segnalato i ritardi dei bandi ma non è il momento dei processi. Tutto questo ha origine da una struttura inadeguata. Il primo intervento strutturale è quello di implementare le strutture dell’assessorato. Uno dei problemi è non avere interlocutori. Occorre separare il settore ittico da quello zootecnico creando due diverse direzioni».

Secondo l’esponente del Pds, la risoluzione non può affrontare e risolvere il problema. «La Quinta Commissione ha fatto un lavoro serio e onesto, ma il dibattito non può essere anestetizzato con una risoluzione ben fatta. Occorre tener viva l’attenzione, bisogna tutelare il comparto attraverso la tutela dei prodotti, combattendo i tentativi di contraffazione (caso pecorino romano del Lazio). Così difendo il mercato e metto in pratica buone politiche che generano un buon prezzo del latte. Una delle proposte da seguire è quella dell’anticipazione bancaria dei premi comunitari».

Per il capogruppo del Pd Pietro Cocco non serve oggi fare polemica ma lavorare a soluzioni serie, concrete e immediate. «Oggi c’è stata una grande manifestazione di popolo, è stata portata in piazza una protesta che abbiamo il dovere di ascoltare. Occorre intervenire rapidamente, ho ascoltato molto bene le rivendicazioni dei pastori e dei sindaci. Il comparto ovicaprino è un settore strategico, la risoluzione propone alcuni punti come il pegno rotativo, il rispetto dell’accordo con Abi per le anticipazioni, il potenziamento delle garanzie dei Consorzi Fidi – ha detto Cocco – bene anche la proposta di un’anticipazione bancaria dei premi del Psr con la Regione che garantisce sui fondi da trasferire agli allevatori». 

Cocco, dopo aver ringraziato la Commissione per il buon lavoro svolto, ha posto l’accento sulla richiesta di Coldiretti di un aiuto per garantire liquidità alle aziende agropastorali. «L’associazione di categoria propone il de minimis come misura immediata. Non so se questa sia la soluzione, ma sono pronto a discuterla – ha affermato il capogruppo del Pd – giudico più percorribile la proposta dell’on. Ledda per il ritiro dal mercato delle giacenze di pecorino romano condizionata dalla stipula di un patto tra trasformatori e pastori. Su questo fronte potrebbero essere messi in campo 20 milioni di euro per un’operazione che mira a far risalire il prezzo del latte».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis  ha definito il dibattito surreale. «Si fa la ricognizione dei problemi passati ma, a parte l’intervento di Cocco che propone una misura residuale e inadeguata. non ho sentito dalla maggioranza un’indicazione sul da farsi. E’ un elenco di ovvietà su cose che la Giunta avrebbe dovuto fare da tempo. Ci vuole la pazienza del mondo agropastorale per sopportare la chiacchiera».

Pittalis ha quindi annunciato che la minoranza non voterà la risoluzione. «Vi pare che un’opposizione seria debba sottoscrivere un documento che anziché impegnare la Giunta invita ad accelerare gli interventi già attivati. Ci sono adempimenti di carattere amministrativo che hanno necessità della politica. Ai funzionari e agli impiegati qualcuno deve dire di fare in fretta. Non si può parlare di cose future senza considerare le inadempienze pregresse come i premi degli anni scorsi ancora da pagare. Questo è il modo di dare risposte a chi oggi si è messo in marcia verso Cagliari?».

L’esponente della minoranza si è detto infine d’accordo su alcuni provvedimenti di carattere finanziario come il pegno rotativo «ma – ha concluso – ci sono altre azioni che può fare il Consiglio ma sulle quali la Giunta si deve impegnare oggi. Sulla compensazione del reddito dei pastori prevista dalla legge 15 c’è l’impegno a stanziare 30 o 40 milioni di euro? Siete d’accordo a stanziare le risorse per dare serenità al comparto? Questi sono i fatti che contano e non la chiacchiera».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola al vicepresidente della Giunta regionale Raffaele Paci per la replica.

«Abbiamo parlato altre volte di questo tema importante, oggi siamo davanti alla proposta di una risoluzione nelle quale si trovano misure immediate e altre strutturali che non risolvono il problema in modo definitivo – ha detto Paci – dobbiamo esserne consapevoli. Per questo è importante dare risposte concrete a chi sta attraversando una grave crisi. Se il tema è l’assenza di un assessore all’agricoltura lo si potrebbe risolvere immediatamente nominandone un altro, ma non è così».

Raffaele Paci ha poi invitato l’Aula a riflettere sui temi veri: «Siamo di fronte a un settore in cui la quantità di pecorino romano prodotta determina il prezzo. Se se ne produce troppo il prezzo crolla. Per uscire dalle crisi periodiche che colpiscono l’anello più debole della catena occorre stabilizzare le produzioni. Come? I cartelli non funzionano esiste l’organizzazione interprofessionale che finalmente è stato costituita dopo due anni. Questo è il soggetto che può legittimamente stabilire le quantità di pecorino romano da produrre. Quella è la soluzione del problema. Servono interventi strutturali per non doverci trovare tra qualche anno a parlare della stessa cosa. Questa è la strada maestra. Lavoriamoci tutti insieme – ha proseguito Paci – la Regione è pronta a dare supporto all’Oilos. Occorre fissare la quantità dei dop e delle produzioni primarie in modo che l’intera filiera abbia un’equa remunerazione».

Secondo il vicepresidente della Giunta un altro elemento importante è rappresentato dalla necessità di avere dati certi sulla produzione. «Ogni organizzazione dà i suoi numeri. E’ una cosa incredibile. E’ possibile gestire il più importante settore dell’economia sarda senza avere certezza sui dati? Ci deve essere l’obbligo di conoscere tutti i numeri del settore – ha sottolineato l’esponente dell’esecutivo – occorre poi ricostruire un clima di fiducia nella filiera e accompagnare questo con gli strumenti indicati per favorire la diversificazione della produzione e la modernizzazione del settore».

Paci ha poi difeso l’operato della Giunta:  «Non si parte da zero, sarebbe ingeneroso nei confronti del precedente assessore. Sono stati pagati 138 milioni di premi Pac e Psr, entro marzo saranno pagati altri 100 milioni (26 dell’indennità compensativa, 30 del benessere animale, 6,4 di liquidazioni pregresse, 38 del premio unico). Ci sono poi altri strumenti creditizi operativi: il pegno rotativo porterà liquidità alle aziende di trasformazione e darà benefici anche ai pastori. C’è l’accordo con le banche per le anticipazioni dei premi Psr e il potenziamento delle garanzie dei Consorzi Fidi. Tutto questo non basta, servono anche interventi per affrontare le emergenze. Questi però non sono nella disponibilità dell’assessore. C’è una Finanziaria “aperta”, le misure possono essere discusse e individuate dalla Commissione Bilancio».

Sulle parole del vicepresidente Paci è intervenuto con toni polemici il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che è stato richiamato formalmente dal presidente Ganau.

Paci ha quindi concluso il suo intervento ribadendo che la Regione è disponibile ad ascoltare tutte le proposte: «Una in particolare riguarda il ritiro del prodotto invenduto per incidere sul prezzo del latte. Può essere una buona idea a patto che abbia ricadute sulla produzione primaria. Non siamo interessati a dare garanzie alle imprese di trasformazione. Ogni intervento deve andare a vantaggio di tutta la filiera della filiera con un prezzo del latte remunerativo per i pastori – ha detto Paci – riguardo al de minimis non ritengo che sia ciò che serve per aiutare il settore ma, se la maggioranza ritiene che questa sia la strada giusta, non sarà la Giunta ad opporsi. Non credo però che risolva il problema dello stock invenduto, il prezzo del latte rimarrà basso. Servono interventi per rialzare il prezzo e dare garanzia ai pastori per lo sviluppo delle aziende».

Dopo l’assessore Paci, in replica, è intervenuto  Luigi Lotto (Pd) che ha ricordato che proprio dalle audizioni sono scaturite le proposte contenute nella Risoluzione. «Nel documento  – ha detto – abbiamo tenuto conto di tutto quello che ci ha chiesto il mondo agro pastorale. In commissione è emersa la consapevolezza di valutare bene la situazione.  Serve una rivoluzione – ha concluso –nel mondo della trasformazione del latte. Il presidente della Quinta commissione ha  fatto un appello  a tutti i protagonisti della filiera: basta con le divisioni, dobbiamo raggiungere i risultati uniti. Nella filiera devono entrare tutti .  Il clima in aula è diventato molto teso e il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto al presidente Ganau in base a quale  articolo del Regolamento le Risoluzioni vengono trattate come le mozioni».

Oscar Cherchi, per dichiarazione di voto, ha detto che riportare la calma dopo aver sentito l’assessore Paci è difficile. «Oggi – ha aggiunto l’esponente di Forza Italia rivolgendosi al vicepresidente della Giunta – l’ho vista in imbarazzo perché i dati che le hanno dato non erano esaurienti».

Per Gianluigi Rubiu (Udc) questa Risoluzione è un elenco di buoni propositi.  Però – ha aggiunto ironicamente – l’assessore Paci ci rassicura perché ci dice che nel documento che andiamo a votare c’è il “pegno rotativo” o il “pecorino bond”. Rubiu chiede interventi concreti: deve essere la Regione a quantificare quanti soldi intende  destinare al settore

Giovanni Satta (Misto) ha rimarcato il ritardo con cui si affronta l’argomento. Siamo davanti all’eccezionalità – ha sottolineato –  bisogna trovare misure eccezionali. Per Satta è necessario nominare al più presto  l’assessore all’agricoltura.

Per Daniele Secondo Cocco (Sel) attaccarsi così in aula  è stucchevole. Questa Risoluzione non è un libro dei buoni propositi. La Giunta si deve impegnare a dare  risposte all’emergenza.

Luigi Lotto, presidente della Quinta commissione, è intervenuto per chiarire che nella Finanziaria si metteranno 18 milioni di fondi regionali per il comparto. Con i fondi statali si può arrivare a 22 milioni, e forse anche a  26 milioni.

Marco Tedde (Forza Italia) ha definito imbarazzante l’intervento dell’assessore Paci che è partito dal 2011 facendo la cronistoria di quello che è successo in passato. Per Tedde la Giunta deve risolvere i problemi attuali non fare una politica da Ponzio Pilato.

Daniela Forma (Pd) ha detto che l’iniziativa della Coldiretti di questa mattina è stata molto utile, ora spetta al Consiglio accogliere positivamente gli imput che arrivano dal mondo produttivo. Per la consigliera Pd senza l’agricoltura e l’allevamento la Sardegna non si salva.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha detto che la base può essere la risoluzione ma che il documento deve essere emendato con le richieste che arrivano dai lavoratori del comparto. Per Fasolino sarebbe opportuno ritirare il documento  e lavorarci per raggiungere un testo condiviso. 

Gaetano Ledda (Misto) ha aggiunto di essere deluso dall’intervento del capogruppo Pittalis. Io non sono d’accordo sul de minimis, si tratta di un’elemosina ridicola. Abbiamo bisogno di 30 milioni di euro. La politica, che deve rispondere all’emergenza, li deve trovare.

Per Angelo Carta (Psd’Az) nessuno vuol dare elemosine, ma quando si parla di diversificazione bisogna essere chiari. Se i soldi ci sono, Lotto ne ha già trovato 26 milioni, scriviamoli nella Risoluzione. Stasera dobbiamo andarcene non con un invito generico al presidente della giunta ma con l’impegno scritto di trovare i 30 milioni di euro.

Luigi Crisponi (Riformatori)  ha sottolineato la necessità di emendare la Risoluzione con le richieste del mondo agro pastorale. Oggi – ha concluso – dovevamo sancire l’apertura di un  tavolo di pacificazione tra il Consiglio e il mondo delle campagne. Così non è stato.

Attilio Dedoni (Riformatori )  ha detto che tutti sono d’accordo a voler risolvere il problema ma dobbiamo trovare una soluzione urgente. Il capogruppo dei Riformatori ha ribadito che non voterà  una Risoluzione che non dice nulla.

Fabrizio Anedda (Misto) voterà a favore della Risoluzione e ha detto che a volte della “de minimis” si parla a sproposito.

Gianluigi Rubiu (Udc) ha ribadito che la Risoluzione deve essere integrata con le proposte fatte dalla Coldiretti e, soprattutto, va scritto quanti soldi vanno destinati al settore.

Pietro Cocco (PD) è intervenuto ancora una volta chiarendo le integrazioni da inserire nella Risoluzione. Prima di tutto cambiando la parola “invita” con “impegna” e poi integrando il punto 2 e il punto 4b. Inoltre, nella Risoluzione  si introdurrà un nuovo punto che prevede di inserire a favore del comparto (con un emendamento in Finanziaria) la somma di 14 milioni di euro.  

Per Pittalis la proposta di Pietro Cocco è un passo avanti  ma non risolve  il problema. «Vogliamo – ha concluso – un impegno chiaro che venga dalla giunta».

Dopo una breve sospensione, il presidente del Consiglio ha concesso la parola al presidente della commissione Agricoltura, Luigi Lotto che ha illustrato le modifiche introdotte al testo della risoluzione: l’invito al presidente diventa “impegno al presidente” e al punto 2 si aggiunge dopo benessere animale “anche con apposite convenzioni del sistema del credito”; il punto 4b è sostituito parzialmente dalla dicitura “attivare un intervento con fondi regionali per facilitarne la ripresa del prezzo del latte”; è inserito un nuovo punto con la dicitura “ci si impegna presentare emendamenti per 14 milioni di euro per raggiungere gli obiettivi indicati nella risoluzione”.

Il capogruppo Fi, Pietro Pittalis, ha dichiarato favore alle modifiche introdotte ed ha proposto a nome della minoranza l’inserimento della seguente dicitura: «Tutti gli  interventi sono finalizzati a far sì che prezzo del latte non sia inferiore agli 80 centesimi di euro al litro».

Luigi Lotto (Pd) si è detto favorevole ad introdurre ulteriori precisazioni e il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha affermato di essere d’accordo nell’inserire la dicitura proposta dal capogruppo Pittalis ma ha riportato perplessità manifestate dagli uffici: «Nel caso sia possibile inserire l’indicazione degli 80 centesimi sono pronto a scriverla perché sono stato il primo a proporla».

E’ quindi intervenuto il vicepresidente della Regione Raffaele Paci: «Ritengo opportuno aggiungere nuovi punti alla risoluzione – ha detto Paci – stanziare 14 milioni di euro è un impegno importante. Vorrei dire però che il prezzo del latte non lo stabiliamo noi. Possiamo dire che le misure sono finalizzate all’aumento del latte ma non ha senso indicare un prezzo. La Regione stanzia le risorse, il latte in futuro potrà essere pagato 80, 90 o un euro a litro. Questo non lo possiamo dire noi altrimenti prendiamo in giro la gente».

Il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni ha chiarito le ragioni della minoranza: «Non si vuole stabilire un prezzo ma dire che tutte le misure sono finalizzate esclusivamente all’aumento del prezzo del latte ad almeno a 80 centesimi a litro. Altrimenti non votiamo la risoluzione».

Gaetano Ledda (La Base) ha invece ribadito che la somma necessaria per venire incontro ai pastori e riportare il prezzo del latte a un livello accettabile è di 30 milioni di euro. «Solo così si riesce a togliere il tappo della sovraproduzione – ha detto Ledda – non è vero che non possiamo scrivere il prezzo. L’Oilos lo può fare. La Regione stanzia i soldi a condizione che si paghi il latte a 80 centesimi a litro. In questo modo i soldi vanno direttamente ai pastori. Sono loro che stanno morendo».

Oscar Cherchi (Forza Italia) ha invitato l’Aula a procedere: «Ci sono due proposte in campo: una del presidente della Quinta Commissione Lotto e una della minoranza che chiede di scrivere in modo che tutti gli interventi devono essere finalizzati ad avere il prezzo del latte almeno a 0,80 centesimi a litro. Altrimenti non voteremo la risoluzione».

Luigi Lotto (Pd) ha chiarito che le integrazioni alla risoluzione puntano a garantire la  ripresa del prezzo del latte.

Il presidente Ganau ha sollecitato l’Aula ha dare una risposta agli emendamenti orali proposti da Lotto.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito che la minoranza voterà una risoluzione con le integrazioni richieste.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha invece chiesto di avere chiarimenti sulle posizioni diverse assunte dal presidente della Commissione Agricoltura Luigi Lotto e dal capogruppo del Pd Pietro Cocco.

E’ quindi nuovamente intervenuto il presidente Ganau: «Le posizioni sono chiare se non c’è accoglimento degli emendamenti orali la risoluzione rimane quella originaria».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha invitato la maggioranza a fare uno sforzo arrivare a una posizione unitaria e scrivere che il prezzo deve aumentare. «Troviamo il modo di dire che troviamo congruo il prezzo di 0,80, ci stiamo avvitando sul tetto. Non vanifichiamo lo sforzo fatto finora. Altrimenti la responsabilità ricadrà su tutti. Non possiamo fissare il prezzo ma dire che l’obiettivo minimo è portare il prezzo a 0,80 centesimi a litro».

Giorgio Oppi (Udc) ha invitato tutti a essere chiari: «Noi diciamo di scrivere 0,80 centesimi, se questo non c’è non votiamo».

Su richiesta della maggioranza il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta per alcuni minuti.

Alla ripresa dei lavori il capogruppo Pietro Cocco (Pd) ha proposto l’inserimento della dicitura degli 80 centesimi di euro quale prezzo minimo del latte nelle premesse della risoluzione.

Il capogruppo Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha dichiarato: «La dicitura degli 80 centesimi di euro inserita nelle premesse della risoluzione non serve ma va inserita negli impegni della Giunta».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, preso atto della contrarietà agli emendamenti orali proposti da Lotto e Pietro Cocco ha posto in votazione la risoluzione nella sua versione originaria. L’Aula con 26 favorevoli, 18 contrari e 3 astenuti ha approvato la risoluzione e il presidente Ganau ha annunciato la convocazione dell’Assemblea per oggi, giovedì 2 febbraio, alle 10.30.

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«La valorizzazione dell’agricoltura produttiva è sempre al centro dell’azione della nostra Giunta. Con il mondo delle campagne e con i propri rappresentanti ci siamo sempre confrontati e continuiamo a farlo oggi con la delegazione di Coldiretti che abbiamoascoltato in conferenza dei capogruppo.»

Così il vice presidente Raffaele Paci, con l’interim all’assessorato dell’Agricoltura, a margine dell’incontro che si è tenuto per oltre due ore nella presidenza del Consiglio regionale. «Ci stiamo  nuovamente scontrando con problemi che abbiamo da decenni e dobbiamo affrontarli contemporaneamente su due direttrici: quella strutturale e quella emergenziale. Se ci concentriamo sulla rabbia di oggi, comprensibilissima per la difficile situazione che migliaia di pastori devono affrontare, perdiamo di vista le cause del problema. La discussione sulla legge Finanziaria è ancora aperta in Commissione Bilancio e lì possiamo lavorare per trovare le giuste soluzioni».

Il vice presidente ha quindi illustrato i diversi interventi che in questi mesi si sono concretizzati e quelli da attuare nelle prossime settimane.

«In questo momento – ha osservato Paci – ci troviamo di fronte a una crisi del prezzo del latte ovino a cui abbiamo risposto, dal punto di vista strutturale, con la costituzione dell’Organizzazione interprofessionale latte ovino sardo (Oilos), unico interlocutore della Regione che raggruppa due terzi di tutto il comparto ovicaprino, e con diversi strumenti finanziari dedicati, soprattutto, al mondo della cooperazione: dal Pegno rotativo al Pecorino bond. Sul versante dell’emergenza abbiamo avuto la rassicurazione, dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, sullo sblocco da parte di AGEA di circa 100 milioni di pagamenti comunitari arretrati: risultato raggiunto grazie a un lavoro costante di Giunta, Consiglio regionale, parlamentari sardi e associazioni di categoria.»

Sempre in raccordo con il ministero c’è lo strumento dell’inserimento del Pecorino romano nella raccolta dei formaggi sul bando agli indigenti oltre alle proposte licenziate dalla Quinta Commissione attività produttive sul sostegno alla diversificazione delle produzioni dei formaggi o al sostegno per il ricambio delle pecore a fine carriera.

Secondo i dati elaborati dall’Agenzia Argea negli ultimi 12 mesi fra premi PAC e pagamenti PSR sono stati liquidati per l’Agricoltura sarda 138 milioni e 196mila euro, mentre entro marzo sono previsti i pagamenti su Indennità compensativa 2016 (26milioni di euro), Benessere animale 2016 (30milioni), liquidazioni pregresse di Argea (6,4milioni), Premio unico 2016 (38milioni).

Il rinvio del bando sulla Misura 6.1, precisano le strutture dell’assessorato dell’Agricoltura, è stato deciso a seguito delle richieste di sospensioni giunte da 26 amministrazioni comunali colpite nelle scorse settimane dalle forti nevicate, per cui hanno dichiarato anche lo stato di Calamità naturale, e dalla Federazione regionale dei dottori Agronomi e dei dottori Forestali della Sardegna.

«Le manifestazioni – ha spiegato Paci – sono sempre utili per arricchire il confronto e il dibattito con nuove idee che giungono dagli operatori sul campo. Proprio grazie al continuo confronto con le associazioni agricole, nella seconda metà del mandato, come Giunta porteremo avanti la riforma delle Agenzie agricole regionali, portando questi soggetti ad essere più presenti sui territori e meno a Cagliari. Sosterremo inoltre chi davvero lavora in campagna, rimodulando e rivedendo alcuni strumenti del PSR.»

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Si è tenuta questa mattina, a Cagliari, un’assemblea molto partecipata fra la maggior parte degli attori della filiera del comparto ovicaprino: Oilos (Organizzazione interprofessionale latte ovino sardo), associazioni di categoria agricola, i consorzi del Pecorino romano e del Pecorino sardo, mondo cooperativistico, pastori e industriali. Unico punto all’ordine del giorno il futuro del mercato dei formaggi isolani e gli interventi urgenti per venire incontro alle esigenze del comparto condizionato, in questa ultima campagna, dal crollo del prezzo del Pecorino romano che determina la retribuzione del latte ai pastori. Un prezzo del latte che quest’anno si è attestato, come base di partenza per la stagione 2016-2017, intorno ai 60 centesimi al litro.

«L’analisi dei dati di produzione è la strada maestra per costruire un futuro stabile per pastori e trasformatori, con quote di formaggi che garantiscano le esigenze del mercato e al contempo impediscano fluttuazioni finanziarie pericolose per tutti – ha detto il vice presidente della Regione, Raffaele Paci, in apertura dei lavori -. Con un confronto costruttivo fra le parti si possono quindi gettare le basi per la programmazione del mercato del Pecorino romano e quindi del prezzo del latte per i produttori.»

«Come Giunta abbiamo presentato più proposte alla Quinta Commissione del Consiglio regionale dove si è elaborato un report di interventi che domani sarà illustrato a tutti i consiglieri dell’Assemblea sarda. Ieri sera – ha precisato Raffaele Paci – è giunta da Roma l’assicurazione del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, sull’inserimento del Pecorino romano nella raccolta dei formaggi sul bando agli indigenti. Fra le nostre proposte c’è inoltre quella che, come intervento temporaneo e di integrazione al reddito dei pastori, mette a disposizione risorse per accompagnare fuori dalla produzione le pecore a fine carriera superiori ai 4 anni di vita. Ci sono poi le proposte sul sostegno alla diversificazione delle produzioni di formaggi oltre agli strumenti finanziari, già attivi e particolarmente utili al mondo cooperativistico, che vanno dal Pegno rotativo al Pecorino bond garantiti grazie alla collaborazione con l’Abi e la finanziaria regionale Sfirs.»

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Tutto in 17 giorni: il 9 gennaio la chiusura del progetto a Tempio Pausania, martedì scorso il via libera della Giunta e ieri sera la firma dell’accordo di programma da parte del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci con i presidenti delle Unioni di Comuni Alta Gallura (Toni Stangoni) e Gallura (Luca Montella). “La città di paesi della Gallura”, progetto territoriale da 56 milioni di euro decolla, forte anche dei 133 milioni destinati alle strade e a interventi per La Maddalena e ai 750mila euro per la valorizzazione degli edifici di culto con particolare valore storico e culturale. Il progetto è stato firmato anche dall’amministratore straordinario della Provincia di Sassari, Guido Sechi. «È il secondo accordo di programmazione territoriale che viene chiuso e finanziato in poco più di un mese. Si tratta di una prova evidente della grande voglia di rinascita che c’è in tutte le zone della Sardegna e che noi sosteniamo con forza», dice il presidente Pigliaru.

«Abbiamo voluto una programmazione territoriale che avesse come protagonisti assoluti i Comuni, che hanno pienamente colto il messaggio rielaborandolo in progetti validi e impostati secondo le loro esigenze e la loro visione di crescita. La Gallura rilancia il ruolo dei Paesi, che conservano e valorizzano memoria e tradizioni ma allo stesso tempo sanno guardare al futuro facendo rete e ampliando così gli orizzonti di uno sviluppo comune. Un progetto importante e ambizioso che contribuirà in modo decisivo al rilancio dell’economia e dell’occupazione.»

L’Accordo prevede l’individuazione di un soggetto attuatore unico (Unione di Comuni Alta Gallura) che sarà responsabile del coordinamento e dell’attuazione degli interventi, del monitoraggio e del controllo e che opererà come centrale unica di committenza: questo significa meno burocrazia e dunque tempi più brevi. É un progetto plurifondo (FESR – FEASR – FSE) e plurifonte: comunitaria e nazionale (FSC – PAC), che integra nuovi interventi di sviluppo con ulteriori interventi già valorizzati nell’ambito di altre politiche della Regione e prevede bandi territorializzati per 7 milioni di euro destinati alle imprese.

“La Città di Paesi della Gallura” è un percorso virtuoso nel territorio per valorizzarne tutte le potenzialità, un progetto che coinvolge 16 Comuni e 70mila abitanti e che porterà sul territorio 56 milioni di euro (32,5 di nuova finanza e 23,5 per perfezionare e valorizzare interventi regionali già programmati per esempio con Iscol@ e il mutuo infrastrutture) oltre ai finanziamenti per strade, infrastrutture e edifici di culto. «Tanti Comuni hanno sviluppato insieme un progetto importante, che vede la valorizzazione piena del territorio, dei percorsi naturalistici, delle vie dell’acqua, dei progetti culturali, del trenino verde. Un progetto di sviluppo che vuole legare la costa con l’interno, ed è questa la strategia vincente: il mare e la costa, uniti all’agroalimentare e alle tradizioni, assicurano un’offerta assolutamente unica e potenzialità enormi per la Sardegna in termini di sviluppo», sottolinea Raffaele Paci.

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Vanno avanti in Commissione Bilancio le audizioni sulla Manovra Finanziaria 2017. La seduta odierna è stata interamente dedicata all’agricoltura con particolare riferimento alla crisi del settore lattiero-caseario e alle misure da mettere in campo per provare ad arginarla. L’organismo consiliare, guidato da Franco Sabatini, ha sentito in audizione i rappresentanti di Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri, i rappresentanti dei pastori e il vicepresidente della Regione Raffaele Paci in sostituzione del presidente Pigliaru che ha assunto l’interim dell’Agricoltura dopo le dimissioni dell’assessore Elisabetta Falchi.

L’esponente dell’esecutivo ha illustrato alla Commissione le proposte della Giunta per il superamento della crisi determinata dal crollo del prezzo del latte ovino. Quattro le linee direttrici del documento messo a punto dall’assessorato, alcune di natura congiunturale, altre a lungo termine. «E’ necessario individuare soluzioni con ricadute positive per tutta la filiera – ha detto Paci – la Regione non può stabilire il prezzo del latte ma può invece fare molto per migliorare la filiera produttiva».

Per affrontare le emergenze Paci ha proposto tre diverse misure: 1) un fondo di 4 milioni di euro per la “rottamazione” dei capi ovini di età superiore ai 4 anni in modo da abbassare la quantità del latte prodotto;  2) l’inserimento del pecorino romano nell’elenco dei formaggi da acquistare con i fondi del bando Agea e da destinare agli indigenti; 3) un contributo per ridurre i costi di trasporto per le aziende che operano in zone di montagna.

Due invece gli interventi strutturali: un fondo da 8 milioni di euro per la diversificazione del prodotto e uno (da quantificare) per la destagionalizzazione delle produzioni.

Il vicepresidente della Giunta ha poi illustrato alla Commissione gli strumenti messi in campo per facilitare l’accesso al credito delle aziende agropastorali. «Ci sono misure già operative come l’accordo firmato da Regione e Abi che consente ai pastori di ottenere l’anticipazione del 100% dei contributi relativi a misure del Psr come l’indennità di compensazione e il benessere animale – ha affermato Paci – abbiamo inoltre già messo a disposizione 7 milioni di euro per potenziare il sistema dei Consorzi Fidi. Entro 15 giorni saranno invece attivati gli aiuti in conto interessi per il credito di esercizio. In questo caso la somma stanziata è di 2,5 milioni di euro». Altre due misure su cui si punta molto per venire incontro alla filiera sono il pegno rotativo e il pecorino bond: «La prima consentirà alle aziende di trasformazione di dare in garanzia le forme di pecorino romano per ottenere prestiti dalle banche. La seconda, invece, permetterà di trovare altri strumenti finanziari alternativi al credito. In questo caso potranno essere ricercate nuovi canali di finanziamento offrendo in pegno la propria produzione».

Altri interventi riguardano, infine, l’accelerazione dei pagamenti del PSR 2014-2020. Il mondo delle campagne deve infatti ricevere ancora 64 milioni di euro sui 156 complessivi. Il direttore generale dell’assessorato Sebastiano Piredda ha annunciato che questa mattina sono stati autorizzati i primi pagamenti per 2,5, mentre altri 10 saranno disponibili entro gennaio. Nella prima decade di febbraio, inoltre, si spera di ottenere l’85% delle anticipazioni sulle indennità compensative, circa 26 milioni di euro. La Regione infine chiederà di avere anche l’anticipazione dei premi per il benessere animale che, in caso di esito positivo, consentirebbe al comparto di incassare una cifra considerevole “tra i 52 e i 60 milioni di euro”.

E’ stato poi il turno delle associazioni di categoria che hanno espresso un giudizio critico sulla manovra. «La Finanziaria 2017 mette a disposizione 311 milioni di euro ma sono somme del Psr (153 milioni) o destinate a finanziare l’apparato (144 milioni di euro per le agenzie, i consorzi di bonifica e le associazioni degli allevatori) – hanno detto i rappresentanti di Copagri, Cia e Confagricoltura – per i produttori non c’è nulla». Alfonso Orefice di Coldiretti ha definito la manovra incoerente rispetto al Documento di programmazione economica regionale. «Manca un obiettivo, mancano le scelte strutturali e un piano a lungo termine. Se ne prenda atto».

Le associazioni dei pastori hanno invece sollecitato misure rapide per dare ristoro al mondo delle campagne. «Le aziende hanno bisogno di liquidità – ha detto il leader del Movimento pastori sardi Felice Floris – lo strumento sono gli aiuti de minimis della legge 15. I pastori sono disperati, servono risposte immediate». Anche Fortunato Ladu, pastore e attivista delle campagne, ha sottolineato l’esigenza di stanziare somme immediatamente disponibili. «Il 50% delle aziende non è bancabile – ha detto Ladu – inutile rivolgersi agli istituti di credito. Sarebbe invece utile e urgente ottenere dall’Inps la sospensione dei pagamenti previdenziali».   

Richiesta alla quale si sono unite, con qualche distinguo, le organizzazione di categoria. Secondo il segretario di Confagricoltura Luca Sanna la crisi si sarebbe potuta evitare con una seria programmazione: «I trasformatori hanno però rifiutato di sottoscrivere il piano per la produzione di pecorino romano – ha detto Sanna – i pastori sono stanchi di subire le conseguenze degli errori altrui. Per evitare questo serve un Authority del latte alla quale affidare poteri sanzionatori. Deve però essere un soggetto terzo, siamo contrari alla istituzione di un servizio dedicato al settore ovricaprino presso la Direzione Generale dell’Assessorato all’Agricoltura».

Il coordinatore di Copagri Pietro Tandeddu ha invocato maggior senso si responsabilità da parte di tutti gli operatori: «La crisi è dovuta alla sovraproduzione di pecorino romano – ha sottolineato Tandeddu – il settore deve essere capace di autoregolamentarsi. Non è ammissibile andare contro la regola principe del mercato della domanda e dell’offerta. I trasformatori puntino su altre produzioni. Gli incentivi devono essere finalizzati alla diversificazione dei prodotti caseari».

Martino Scanu, presidente della Cia ha infine suggerito un’accelerazione delle procedure per l’erogazione dei premi del Psr «E’ questo un modo per garantire liquidità alle aziende – ha detto Scanu – occorre allo stesso tempo impedire che le scorte di formaggio vengano svendute. Come? Ritirando dal mercato una quantità significativa di pecorino romano in attesa di tempi migliori».

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini, al termine delle audizioni, ha assicurato l’impegno del Consiglio a lavorare insieme alla Giunta per una soluzione condivisa. «In questo momento le polemiche non servono a nulla, occorre individuare strumenti efficaci per dare sostegno al mondo delle campagne». La crisi del settore lattiero-caseario sarà affrontata dall’Assemblea il prossimo 1° febbraio con la discussione della risoluzione approvata ieri dalla Commissione “Attività Produttive”.  

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«Sullo scippo delle risorse destinate alle Province delle Regioni a statuto speciale, occorre non perdere tempo investendo immediatamente della questione il Consiglio regionale.»

La richiesta arriva da Ignazio Locci (Forza Italia), vicepresidente del Consiglio regionale, che non si accontenta «delle promesse più o meno rassicuranti e del guizzo di schiena dritta dell’assessore Raffaele Paci».

«E’ necessario venga dato ai commissari delle Province pieno mandato affinché siano autorizzati ad azzerare le aliquote dei tributi provinciali – aggiunge Ignazio Locci -: un provvedimento che darebbe forza a questa vertenza, nella quale in gioco c’è molto di più del classico scippo di risorse cui ci ha abituato il Governo centrale. Sebbene si tratti di tasse provinciali, le riscossioni risultano iscritte nei bilanci degli enti intermedi soltanto virtualmente. Ergo: i soldi ottenuti mettendo le mani nelle tasche dei contribuenti vengono automaticamente girati allo Stato. E per la gestione delle Province, che esistono e hanno dei costi, non torna indietro nulla. Il paradosso è che non solo abbiamo sulla schiena la croce degli accantonamenti, ma versiamo tasse senza alcun tornaconto per le Province: mentre queste continuano ad esistere, lo Stato ritiene che le Regioni a statuto speciale debbano pagarne per intero i costi gestionali. Siamo realmente di fronte a una violazione del principio di parità. I commissari non facciano i gabellieri di Stato e vengano fornite indicazioni precise e pieni poteri per portare a zero le aliquote dei tributi. Solo così – conclude il vicepresidente del Consiglio regionale – potremo avere, forse, l’opportunità di discutere alla pari con lo Stato.»

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«Solo attraverso una massiccia dose di innovazione tecnologica affiancata al capitale umano riusciremo a crescere, ad aprirci e a entrare nei mercati internazionali superando i limiti dell’insularità e anzi diventando centrali grazie a un settore in cui la Sardegna ha sempre vantato competenza ed eccellenze. Oggi siamo pronti ad affiancare il percorso delle imprese sarde verso l’obiettivo 4.0 per avviare quella che viene considerata la quarta rivoluzione industriale». L’ha detto l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, aprendo i lavori del convegno Impresa 4.0 organizzato a Cagliari da Confindustria digitale alla presenza del presidente nazionale Elio Catania per presentare il Digital Innovation Hub, lo sportello intelligente di supporto alle imprese voluto da Confindustria per veicolare e spiegare alle imprese il Piano nazionale Industria 4.0 del ministero dello Sviluppo economico.
«La Regione sostiene con tantissimi strumenti questo processo di innovazione, che non si applica solo ai settori ad alta tecnologia, ma anche all’edilizia, all’agricoltura, all’artigianato o al turismo. Basta pensare al nostro artigianato che su Amazon ha avuto una vetrina internazionale e un grande successo, siamo stati la prima regione italiana a sbarcare sul sito di e-commerce più importante al mondo, o alla tecnologia digitale applicata ai Giganti di Mont’e Prama – ha ricordato Raffaele Paci -. Mettiamo a disposizione finanziamenti per le imprese che accompagniamo in tutto il loro percorso sin dalla nascita dell’idea con il sostegno alle stare up, ma anche strumenti come la strategia s3, il fablab, l’agenda digitale. Ed è indispensabile un legame stretto con la scuola e l’Università per la formazione delle nuove competenze di cui c’è enorme richiesta, e anche in questo caso siamo presenti con il coding di Iscol@ e il supporto al contamination lab delle Università.» 
La collaborazione fra pubblico e privato è fondamentale per centrare rapidamente gli obiettivi, ha sottolineato il vicepresidente della Regione: «Solo la collaborazione fra pubblico e privato può dare quella spinta necessaria allo sviluppo e alla crescita. Noi ci siamo e siamo pronti ad accompagnare la nuova sfida che le imprese 4.0 lanciano con il Digital Innovation Hub: sono disponibili ingenti risorse nazionali nel progetto Industria 4.0 e risorse europee in Horizon 2020, allora uniamo le forze di imprese e Regione per intercettarle. Siamo pronti anche a studiare la possibilità che il Digital Innovation Hub occupi uno spazio nell’ex Manifattura Tabacchi, a supporto delle imprese creative culturali che fanno arte, cinema, musica, teatro, cultura in quel magnifico spazio nel cuore della città».

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L’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, ha spiegato ieri sera in una conferenza stampa le iniziative che la Giunta regionale assumerà per opporsi all’esclusione della Sardegna dalla ripartizione delle risorse del fondo nazionale destinato agli enti locali.
«Ci opporremo in tutte le sedi allo schema di DPCM che esclude le Province sarde e la Città Metropolitana di Cagliari dalla ripartizione delle risorse del fondo nazionale (969 milioni di euro) destinato agli enti locali, in quanto porrebbe in una posizione di evidente disequilibrio tutti gli enti intermedi sardi e renderebbe impossibile garantire le funzioni fondamentali provinciali – ha detto Cristiano Erriu nell’incontro che si è tenuto in Assessorato, con la partecipazione del sindaco metropolitano Massimo Zedda, il presidente del Cal Andrea Soddu e il presidente dell’Anci Sardegna Pier Sandro Scano -. Lo faremo a partire dalla Conferenza Unificata convocata a Roma per giovedì mattina, ma siamo pronti a farlo anche in Parlamento con la chiamata a raccolta di deputati e senatori sardi. Chiaramente coinvolgeremo e chiederemo il pieno appoggio al Consiglio regionale e agli organi rappresentativi degli enti locali (Cal e Anci), che oggi sono qui presenti.»
All’incontro ha partecipato il vicepresidente della Regione Raffaele Paci, il quale ha annunciato che «qualora il testo proposto non venga modificato, la Regione sta preparando il ricorso da presentare alla Corte Costituzionale anche per altri aspetti della legge di stabilità, come ad esempio la spesa sanitaria per i farmaci innovativi, per i quali siamo obbligati a sostenere per intero la spesa ma anche per gli accantonamenti e altri fondi dai quali la Sardegna rischia di restare esclusa».