25 November, 2024
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E’ iniziato questa mattina, in Terza commissione, l’esame della Manovra finanziaria 2016-2017. I lavori del parlamentino del Bilancio si sono aperti con la proposta di parere, formulata dal presidente Franco Sabatini (Pd), per ritenere ammissibili le norme della legge di stabilità stralciate dalla presidenza del Consiglio, in quanto norme “intruse”, ed  inerenti la gestione degli immobili trasferiti da aziende, enti, agenzie o dallo Stato, alla Regione sarda (commi 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10 dell’articolo 2).

Il parere è stato approvato con il voto a favore dei consiglieri della maggioranza, con il voto contrario dei rappresentanti del centrodestra e l’astensione del consigliere Psd’Az, Christian Solinas. Ai sensi dell’articolo 34 bis del regolamento interno, acquisto il parere della commissione Bilancio, spetterà in ogni caso al presidente del Consiglio comunicare all’Assemblea lo stralcio delle disposizioni estranee alla legge finanziaria.

La commissione ha quindi proseguito i lavori con l’audizione dell’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, che ha illustrato la manovra 2016-2017 seguendo la traccia della relazione politica allegata alla legge di stabilità.

«Ci aspettavamo una condizione economica migliore – ha esordito il vice presidente dell’esecutivo – e la riduzione del Pil 2015 se da un lato ci sorprende dall’altro conferma quanto siano deboli i segnali di crescita dell’economia.»

L’assessore ha dunque svolto una serie di considerazioni di carattere generale ed ha insistito sulla opportunità di valutare »attraverso una lettura complessiva» le risorse destinate ai capitoli dello sviluppo.

«Resta aperto il tema della Sanità – ha ammesso Raffaele Paci – e del suo eccessivo costo ma è evidente che siamo dinanzi a una situazione strutturale di disavanzo ed è per questo che affermiamo che servono riforme, perché se non riduciamo le spese per la sanità non abbiamo risorse sufficienti per sviluppare altro tipo di politiche.»

L’assessore ha però sottolineato i risparmi conseguiti nel 2016 per gli acquisti e le forniture (farmaceutica e protesi in particolare) ma ha anche evidenziato l’incremento dei nuovi bisogni per effetto dell’aggiornamento dei Lea (livelli essenziali di assistenza).

«Per questa ragione – ha affermato il vice Pigliaru – per il 2017 assegniamo 60 milioni in più al comparto della Sanità.»

«Al lavoro e al sociale – ha spiegato l’assessore – confermiamo invece le risorse dello scorso anno ma resta il tema della “copertura” per il reddito di inclusione sociale i cui importi sono raddoppiati passando da 15 a 30 milioni.»

Sul lavoro, ha precisato l’esponente dell’esecutivo, sono, tra gli altri, appostati 25 milioni di euro sul fondo Fnol, la cui destinazione sarà decisa sulle base delle indicazioni che saranno offerte dalla commissione.

Si è quindi passati all’illustrazione delle tabelle di sintesi delle entrate 2017 che ammontano a 7 miliardi e 634 milioni di euro, a cui si sommano un miliardo e 217 milioni di partite contabili (accantonamenti, 684 milioni, e partite di giro e contabili, 533 milioni) e 451 milioni tra fondo pluriennale vincolato e reimputate, per il totale  della manovra che è pari a 9 miliardi 302 milioni di euro.

Rispetto al 2016 sono cresciute le entrate tributarie (da 6 miliardi e 60 milioni a 6 miliardi e 150 milioni con un buon andamento Iva, mentre resta stabile l’Irpef e si riduce l’Ires) e sono valorizzati i trasferimenti statali e i fondi Fesr e Fse mentre i mutui ammontano a 249 milioni (nel 2016 erano 651 milioni) e comprendono 149 milioni dal mutuo infrastrutture e 100 milioni dal mutuo per le perenzioni («sono debiti contratti in precedenza che la Regione deve onorare con imprese e amministrazioni locali»).

L’assessore Paci ha quindi evidenziato i positivi risultati che, a suo giudizio, sono stati raggiunti grazie alla definizione della cosiddetta “vertenza entrate” ed ha affermato che «il confronto con lo Stato dovrà ora concentrarsi sull’annosa questione che attiene l’ammontare degli accantonamenti».

«Vogliamo contribuire al risanamento del debito pubblico dello Stato – ha incalzato il vice presidente – ma non troviamo giusto che la Sardegna debba pagare 684 milioni di euro ed è per questo che abbiamo impugnato la legge di stabilità 2016 e valutiamo di impugnare anche quella del 2017 perché non prevede la partecipazione della regione alla ripartizione del fondo per i farmaci innovativi.»

«Siamo cioè costretti – ha spiegato l’assessore – ad aumentare la spesa sanitaria per i nuovi Lea stabiliti dal governo ma non possiamo contare su risorse aggiuntive e siamo gravati dagli accantonamenti che è evidente devono essere ridotti di almeno 200 milioni di euro».

Il quadro generale delle spese (con l’introduzione del bilancio armonizzato vanno classificate in missioni e programmi definiti a livello nazionale) comprende le risorse regionali, le assegnazioni statali e le risorse aggiuntive del programma operativo regionale (Fesr, Fse, Feasr) e i piani di intervento infrastrutturali da attuare nel 2017 a valere sul fondo Fsc e sul Pac.

Le principali missioni sono: Istruzione e diritto allo studio, 162 milioni (63% fondi regionali, 32% statali e 4% Ue); attività culturali e sport, 66 milioni (98% fondi regionali, 2% statali); turismo 36 milioni (95% fondi regionali, 4% statali, 1% Ue); territorio ed edilizia abitativa, 57 milioni (55% Regione e 45% Stato); ambiente, 542 milioni (83% fondi regionali, 16% statali e 1% Ue); trasporti e mobilità, 547 milioni (65% fondi regionali, 34% statali e 1% Ue); politiche sociali, 306 milioni (83% fondi regionali, 16% statali e 1% Ue); salute 3.318 milioni (98% fondi regionali e 2% statali); sviluppo economico, competitività e energia, 130 milioni (55% fondi regionali, 23% statali e 22% Ue); politiche per il lavoro e formazione, 119 milioni (38% fondi regionali, 45% statali e 17% Ue); agricoltura e pesca, 311 milioni (96% fondi regionali, 2% statali e 2% Ue).

«Sia in Aula che in commissione ci sono spazi di miglioramento della manovra – ha concluso il suo intervento l’assessore Raffaele Paci – perché se è vero che il vincolo di bilancio lo abbiamo tutti, è altrettanto vero che, al suo interno, le scelte su come orientare la spesa sono di competenza del Consiglio regionale.» 

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La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha affrontato i problemi legati alla crisi del comparto lattiero caseario.

Davanti al parlamentino guidato da Luigi Lotto, sono sfilati i rappresentanti delle organizzazioni di categoria, della cooperazione, del Consorzio per la tutela del pecorino romano, dell’associazione dei pastori sardi e dell’Oilos. E’ stato poi sentito il vicepresidente della Giunta, Raffaele Paci, accompagnato dai vertici dell’assessorato dell’Agricoltura. Assente Confindustria per precedenti impegni dei suoi rappresentanti.

«Abbiamo ascoltato tutti gli operatori del settore. Martedì prossimo approveremo una risoluzione che sottoporremo all’attenzione dell’Aula – ha detto il presidente della commissione Luigi Lotto – l’obiettivo è dare una risposta in tempi rapidi al comparto. Il calo del prezzo del latte per la sovraproduzione di pecorino romano sta mettendo in ginocchio i pastori. Servono risposte concrete e interventi mirati.»

Diverse le posizioni delle associazioni di categoria che, per affrontare la crisi, hanno proposto soluzioni diverse: dagli interventi per il sostegno al reddito delle aziende agropastorali all’attivazione di strumenti creditizi passando per il ritiro dal mercato della produzione in eccesso con l’acquisto di grosse quantità di formaggio da destinare agli indigenti.

I rappresentanti delle cooperative hanno invece insistito sulla necessità di ragionare su logiche di filiera e di individuare strumenti per favorire l’aggregazione dei produttori. Su questo fronte si punta molto sul ruolo dell’Oilos, l’organizzazione interprofessionale dei produttori di latte ovino che si insedierà ufficialmente il 30 gennaio prossimo.

Un elemento che sembra mettere tutti d’accordo è l’esigenza di autoregolamentare la produzione di pecorino romano. Il mercato ne assorbe circa 250mila quintali all’anno ma nell’ultimo biennio ne sono stati prodotti circa 80mila quintali in più.

L’urgenza, oggi, è trovare un modo per compensare il crollo del prezzo del latte. Dalla Regione sono arrivate una serie di proposte operative, alcune per il breve periodo, altre a lungo termine.

Per affrontare le emergenze l’assessore Paci ha proposto tre diverse misure: 1) un fondo di 4 milioni di euro per l’abbattimento dei capi ovini di età superiore ai 4 anni in modo da ringiovanire il patrimonio zootecnico e abbassare la quantità del latte prodotto, 2) l’acquisto di pecorino romano da destinare agli indigenti. Su questo fronte è in corso una trattativa con il ministero per ottenere l’inserimento del formaggio sardo tra quelli da acquistare con i fondi del bando Agea; 3) un contributo per ridurre i costi di trasporto per le aziende che operano in zone di montagna.

Due invece gli interventi strutturali proposti: un fondo da 8 milioni di euro per la diversificazione del prodotto e uno (da quantificare) per la destagionalizzazione delle produzioni.

Per quanto riguarda il credito, sono già attive alcune misure concordate con le banche che consentono alle aziende di accedere con più facilità ai finanziamenti e altre per il potenziamento delle garanzie dei Consorzi Fidi. «Stiamo pensando anche ad altre soluzioni che saranno attivate a breve – ha aggiunto Paci – tra queste il pecorino bond, il pegno rotativo e gli aiuti in conto interessi per operazioni di credito a breve termine».

Altri interventi allo studio riguardano infine le misure del PSR 2014-2020 per le quali si cercherà di accelerare le procedure di attivazione. «L’anticipazione delle risorse per il benessere animale 2016 potrebbe essere uno strumento efficace per garantire liquidità ai pastori – ha sottolineato il presidente della commissione Luigi Lotto – in questo modo si libererebbero risorse importanti e immediatamente disponibili».

Martedì prossimo, la commissione stilerà un documento dettagliato di proposte. Dall’assessore Paci un auspicio: «Ciò che serve per affrontare la crisi è la condivisione di tutti – ha concluso Raffaele Paci – non possiamo permettere che il prezzo del latte sia sottoposto a continue oscillazioni, servono politiche serie per governare il mercato. Nella prossima finanziaria c’è un fondo dedicato alle emergenze. Non bisogna però utilizzarlo per puro assistenzialismo, meglio ragionare in prospettiva».

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Questa mattina il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha condiviso con il presidente del Consiglio Regionale, Gianfranco Ganau, la pubblicazione sul bilancio di metà mandato 2014-2016. Realizzata dall’Ufficio stampa della Giunta, la pubblicazione è stata illustrata al presidente Ganau dal vicepresidente dell’esecutivo Raffaele Paci. Il documento, tramite testi, tavole cronologiche, infografiche ed immagini, offre una panoramica sull’azione di governo portata avanti sinora dalla Giunta insieme alla maggioranza.

«Quando siamo arrivati alla guida della Sardegna, a marzo del 2014, eravamo consapevoli di avere davanti a noi una sfida enorme: governare una regione che stava attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia recente, impoverita, esausta, fortemente provata dagli effetti di una crisi economica profonda e da anni di non governo», scrive Francesco Pigliaru nell’introduzione alla pubblicazione, articolata in cinque capitoli tematici ognuno preceduto da un virgolettato del Presidente. «Eravamo consapevoli che c’era bisogno di un impegno serio e articolato, di un lavoro duro e costante. Lo abbiamo intrapreso con determinazione sin dal primo giorno, attuando passo per passo quanto i Sardi ci hanno incaricato di fare, promuovendo il nostro programma elettorale».

Il lavoro si sofferma, in particolare, su alcuni passaggi basilari destinati a incidere sul futuro della Regione. Si tratta di riforme coraggiose, come Sanità ed Enti locali, con le quali sono stati finalmente affrontati alcuni dei problemi strutturali della Sardegna, rese possibili grazie al fondamentale contributo della maggioranza in Consiglio regionale.

Accanto a passaggi come questi, che segnano il cambiamento e la cui complessità supera di gran lunga quella di una singola legislatura, ci sono gli altri grandi investimenti a lungo termine. Primo fra tutti quello sulla scuola. «Convinti che il futuro passa attraverso l’istruzione dei nostri ragazzi abbiamo puntato moltissimo sul progetto Iscol@ per dare loro scuole belle, nuove, di cui essere orgogliosi», spiega Francesco Pigliaru, che nel testo introduttivo prosegue sottolineando alcune scelte caratterizzanti questa prima parte di legislatura. «Abbiamo messo in campo tutte le migliori energie nella lotta contro la peste suina – sottolinea ancora il presidente della Regione -, perché l’illegalità di pochi deve smettere di tenere in ostaggio l’economia di tutti, contribuendo a far diventare il settore agro-alimentare volano di sviluppo diffuso. E per la prima volta abbiamo misurato gli svantaggi causati dalla condizione di insularità, ottenendo dal Governo risorse straordinarie per mitigarli.»

«Questo e molto altro abbiamo fatto e avviato, ancora tanto resta da fare – conclude Francesco Pigliaru -. Ci riusciremo continuando a unire le forze, ascoltando i territori e programmando le risorse in base alle loro reali esigenze, lavorando sempre di più sulla qualità istituzionale. Proseguiamo con fiducia, tenendo al centro del nostro impegno condivisione, semplificazione e trasparenza, per una Sardegna che deve essere finalmente terra di innovazione, di attrazione di investimenti, di benessere per i nostri cittadini.»

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Alla vigilia dell’avvio dell’esame in commissione bilancio, previsto nella riunione in programma domani, giovedì 19 gennaio, arrivano già le prime bordate dall’opposizione di centrodestra.

Il vicepresidente del Consiglio regionale, Ignazio Locci, esponente del gruppo Forza Italia Sardegna, ha diffuso una nota nella quale scrive che nel testo è presente «troppo poco Finanziaria intesa come strumento di crescita e sviluppo, molto guazzabuglio di provvedimenti inutili e pesanti in cui spiccano norme ordinamentali che meriterebbero di essere dichiarate intruse».

«Raffaele Paci e soci – aggiunge Ignazio Locci – ci hanno ormai abituato ai furbi tentativi, spesso maldestri, di utilizzo della Finanziaria come contenitore normativo in cui inserire un po’ di tutto, nella speranza di superare l’ostacolo del controllo preventivo delle opposizioni. Ma, purtroppo per loro, gli va male anche questa volta. Soltanto due giorni fa abbiamo avuto la grazia di vedere e studiare il testo della Finanziaria 2017: nessuna novità degna di nota, se non la conferma che il centrosinistra è manifestamente inadeguato alla guida della Regione.»

«A questo punto è necessario, così come previsto dal regolamento, sfoltire immediatamente il testo della Finanziaria epurandolo da tutte quelle norme intruse che testimoniano l’incapacità politica di questa Giunta, ormai arrivata al capolinea. E se nostro malgrado dobbiamo rimandare ancora una volta la ricetta per il rilancio dell’economia isolana, ci attendiamo comunque che si accelerino i tempi per mettere in circolo le risorse previste dal testo. La Sardegna ha sicuramente bisogno di una strategia di crescita valida (che evidentemente questo Esecutivo non è in grado di assicurare), ma l’urgenza adesso è che quanto previsto dal documento contabile venga attuato senza finire imbrigliato negli ingranaggi della burocrazia. L’obiettivo – conclude Ignazio Locci – è chiudere la stagione finanziaria in tempi ristretti, senza perdere ulteriore tempo.»

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Prenderà il via giovedì 19 gennaio, alle 11.30, nella Terza commissione del Consiglio regionale, presieduta da Franco Sabatini (Pd), con l’audizione dell’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, l’esame della manovra 2017-2019. Nel pomeriggio saranno invece auditi l’autorità di gestione dei fondi Fesr, Fse e Psr ed il direttore del centro regionale di programmazione che concluderà la prima delle otto sessioni tematiche in cui quest’anno è stato suddiviso il tradizionale ciclo di audizioni sulla finanziaria regionale.

Martedì 24 gennaio alle 10.00, l’audizione dell’assessore della Sanità, Luigi Arru aprirà la sessione dei lavori incentrata  sulla riforma e sulla spesa sanitaria che alle 11.30 si concluderà con l’audizione del direttore generale della Asl unica.

Nel pomeriggio, alle 16.00, sarà la volta del direttore dell’Inps, del direttore generale delle politiche sociali dell’assessorato della Sanità e delle associazioni del terzo settore e del volontariato che, insieme con la commissione, approfondiranno i temi legati alle misure di contrasto alle povertà in Sardegna.

Mercoledì 25, le delegazioni di Cgil, Cisl, Uil e Ugl apriranno alle 10 la giornata dedicata al lavoro e alle imprese che vedrà l’ascolto anche dei rappresentanti di Confindustria, Confapi, Confartigianato, Cna, Lega coop, Confcooperative, Unicoop, Agci e Unci.

La giornata dell’Agricoltura e dell’emergenza “prezzo del latte” è programmata per giovedì 26 gennaio: alle 10 audizione dell’assessore e a seguire Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri.

Commercio e Credito sono in agenda, invece, venerdì 27 gennaio con le audizioni (a partire dalle 10) di Confesercenti, Confcommercio e Banco di Sardegna, Credito sardo, Bnl, Abi sarda, Consorzi fidi, Fondazione Sardegna.

Le audizioni dei rettori degli Atenei di Cagliari e Sassari e del consorzio universitario di Oristano e Nuoro, in programma martedì 31 gennaio, alle 10, completano l’approfondimento sull’Università mentre, mercoledì 1 febbraio gli Enti locali (alle 10 audizione dell’assessore ed a seguire gli amministratori delle province, del Cal, dell’Anci, di Ups e Asel) concluderanno la sessione riservata alle amministrazioni locali, con particolare riferimento al fondo unico ed alle risorse destinate allo svolgimento delle funzioni in capo alle province.

La discussione generale in commissione, sulla manovra 2017-2019, dovrebbe dunque tenersi giovedì 2 febbraio per poi proseguire con l’esame dell’articolato.

Tutta la documentazione (compresi gli eventuali contributi che gli auditi consegneranno alla commissione) saranno disponibili on line nel sito del Consiglio regionale (www.consergsardegna.it) nella sezione della home page riservata  alle commissioni, alla voce “Sessione di bilancio 2017-2019”.

«Riteniamo che la suddivisione in temi delle audizioni – ha dichiarato il presidente  Franco Sabatini – possa agevolare la comprensione, la verifica ed il confronto  in commissione sulle questioni più urgenti e delicate che meritano di trovare risposte e risorse adeguate nella Manovra 2017-2019.»

Il presidente della commissione Bilancio auspica l’approdo in Aula della “Legge di Stabilità 2017” entro la fine di febbraio.    

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Riprenderanno domani, martedì 17 gennaio, i lavori delle commissioni permanenti del Consiglio regionale. Questo il calendario delle sedute:

In mattinata, alle 11,00, si riunirà la Sesta Commissione “Sanità”, guidata da Raimondo Perra (Psi), per la programmazione dei lavori.

Alle 11,30 è invece convocata la Seconda “Lavoro, cultura e formazione professionale” presieduta da Gavino Manca (Pd). All’ordine del giorno, l’esame del Piano di dimensionamento scolastico per l’anno 2017/2018. I lavori proseguiranno nel pomeriggio, alle 17.00, con l’audizione dell’assessore alla Pubblica Istruzione Claudia Firino.

Alle 17.30 si riunirà la Quarta Commissione “Governo del Territorio”. All’attenzione del parlamentino presieduto da Peppino Pinna (Udc), lo statuto dell’Agenzia “Forestas” sul quale sarà sentita l’assessore all’Ambiente Donatella Spano. I lavori proseguiranno mercoledì 18 gennaio, alle 10.00, con l’audizione dell’assessore ai Trasporti, Massimo Deiana, sulle problematiche della continuità territoriale aerea.  

Mercoledì si riunirà anche la Quinta Commissione “Attività Produttive” presieduta da Luigi Lotto (Pd) che dedicherà l’intera giornata allo stato di crisi del comparto lattiero-caseario. In mattinata, a partire dalle 10,00, sono previste le audizioni delle organizzazioni professionali di categoria, delle Centrali cooperative, di Confindustria e del Consorzio di tutela del pecorino romano. Nel pomeriggio, alle 15.30, saranno invece sentiti i rappresentanti dell’organizzazione interprofessionale latte ovino sardo (Oilos) e l’assessore alla programmazione Raffaele Paci.

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Progetti per 40 milioni di euro, 16 milioni di aiuti chiesti alla Regione e 471 domande presentate in meno di 50 giorni. Al primo posto si piazza l’artigianato che fa il boom nel Nuorese seguito da turismo, industria e servizi, commercio e cultura: il bando T1, quello che finanzia gli interventi alle imprese con tagli fra 15mila e 150mila euro, ha registrato il tutto esaurito una decina di giorni prima della scadenza con un overbooking di richieste, ma tutte le domande dichiarate ammissibili saranno finanziate anche se superano i 10 milioni di dotazione iniziale.

Grande successo, dunque, a dimostrare la voglia di ripresa e di impresa anche in Sardegna dopo anni di crisi nera non ancora finita e di cui l’intero Paese paga pesanti conseguenze, pur se i primi segnali di ripresa iniziano a esserci. Il bando sarà rifinanziato, ma intanto nel giro di qualche settimana usciranno il T2 che prevede finanziamenti fra 200mila e 800mila euro e il T1 per le nuove imprese. «Stiamo accelerando per far uscire i prossimi bandi prima possibile, per dare alle migliaia di imprenditori le risposte che aspettano – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci -. C’è una gran voglia di ripresa, l’abbiamo visto in ognuno degli incontri del Roadshow organizzato a novembre per presentare i bandi in tutti i capoluoghi. Abbiamo trovato una presenza straordinaria degli imprenditori, centinaia in ogni tappa per partecipare ai workshop e chiedere consulenza agli sportelli. Vogliamo che le imprese siano di nuovo protagoniste dell’economia, che riescano a guardare finalmente oltre la crisi. La Regione garantisce tutto il sostegno e gli interventi possibili, come già sta facendo, con bandi e finanziamenti ma anche semplificando al massimo le procedure e velocizzando i tempi con i bandi a sportello». 

Delle 471 domande arrivate dal 4 novembre al 20 dicembre con richieste di aiuto pari a 16 milioni di euro, 138 arrivano da Cagliari (e provincia), 98 da Nuoro, 60 da Olbia-Tempio, 58 da Oristano, altre 58 da Sassari, 30 dall’Ogliastra, 15 da Carbonia Iglesias e 14 dal Medio Campidano. Primo posto per l’artigianato (177 domande), secondo per industria e servizi (102), terzo a pari merito per commercio e turismo con 92 domande ciascuno e infine la cultura, che però conta anche su altri bandi specifici, con 8 domande. Anche per importo la spunta l’artigianato con 5 milioni e 200mila euro di aiuti richiesti, seguito da turismo (3 milioni e 900mila euro), industria e servizi (3 milioni e mezzo), commercio (3 milioni) e cultura (290mila euro). Per quanto riguarda la distribuzione geografica degli importi richiesti, al primo posto troviamo Cagliari (4 milioni e 800 euro), seguita da Nuoro (poco più di 3 milioni), Olbia-Tempio (2 milioni e 200mila euro), Sassari (2 milioni), Oristano (1 milione e 900mila), Ogliastra (1 milione e 100mila euro), Carbonia-Iglesias (570mila euro), Medio-Campidano (470mila euro). Da sottolineare il primo posto assoluto strappato da Nuoro nel settore Artigianato con 48 domande e 1 milione e 300mila euro di finanziamento richiesto.

Le tipologie degli interventi sono soprattutto tre: ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente, diversificazione della produzione con nuovi processi, diversificazione della produzione con nuovi prodotti. Anche in questo caso, prendendo in considerazione l’intero importo dei progetti (40 milioni) e non solo il contributo regionale, l’artigianato è al primo posto con 12 milioni e 800mila euro, segue il turismo con 10 milioni, poi Industria e Servizi con 8 milioni e 800mila euro, il commercio con 7 milioni e 400mila euro e infine la cultura con 700mila euro. 24 milioni saranno usati per ampliare gli stabilimenti, 8 per diversificare la produzione con nuovi processi e 7 per diversificare la produzione con nuovi prodotti, mentre poco più di 800mila euro sono destinati a vari interventi di diverso tipo.

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Si è svolto oggi in Regione, l’ultimo incontro tra Abi, Associazioni di categoria, Consorzi Fidi e Consorzio di tutela del Pecorino romano per definire i dettagli tecnici che rendono operativo lo strumento del pegno rotativo destinato a supportare il credito delle aziende operanti nella trasformazione del latte ovino con particolare riferimento al pecorino romano. La Sardegna è una delle prime regioni in Italia a dare attuazione al decreto interministeriale del luglio scorso.

Il pegno rotativo è una forma di garanzia sul formaggio a media e lunga stagionatura: i prodotti che hanno raggiunto almeno 5 mesi di stagionatura possono essere destinati a garanzia di linee di credito da concedere per la riqualificazione di finanziamenti in scadenza e/o per la concessione di prestiti di campagna. Particolarità importante dello strumento è il fatto che ciascuna azienda, laddove abbia nei suoi magazzini lo spazio necessario, manterrà il proprio prodotto seppure dato in pegno. In caso contrario potrà collocarlo in magazzini individuati congiuntamente da tutti i soggetti rappresentati al tavolo.
L’incontro di oggi chiude un rapido percorso avviato a settembre, in cui la Regione ha svolto il ruolo di facilitatore per la definizione degli aspetti tecnici che permetteranno nei prossimi giorni la stipula del protocollo d’intesa tra le parti.

«Col pegno rotativo – ha detto l’assessore della Programmazione Raffaele Paci – si fa un importantissimo passo avanti verso la razionalizzazione della filiera del pecorino romano introducendo in Sardegna un sistema di garanzia finora assente che consente di facilitare i rapporti fra il mondo bancario e i trasformatori del latte ovino.»
«Ringrazio tutti i partecipanti al tavolo per il grande impegno dimostrato nel voler raggiungere un obiettivo così importante. Da parte nostra – ha concluso l’assessore Paci -, per garantire il giusto equilibrio tra tutte le componenti, continueremo a seguire con la massima attenzione tutti i problemi relativi alla filiera lattiero caseario che ci vede già operativi con una serie di importanti e innovativi strumenti.»

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L’assessore regionale della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, ha presentato stamane, in una conferenza stampa, la Finanziaria 2017, improntata sulle priorità assolute a sociale, lavoro e politiche di sviluppo. Una manovra da 7 miliardi e 600 milioni (6 miliardi e 200 milioni di entrate proprie più gli stanziamenti europei e nazionali) che vuole intercettare i segnali di ripresa e rafforzarli in vista di una crescita che per il 2017 si annuncia più robusta. Intanto la Sardegna per la prima volta, tra le poche regioni in Italia, può contare sul Reis, il Reddito di inclusione sociale da 30 milioni di euro. Anche questa Finanziaria si basa sulla programmazione unitaria dei fondi regionali, europei e nazionali destinati, da un’unica Cabina di regia, a interventi strategici e condivisi.
Nessun taglio agli stanziamenti dell’anno precedente, niente aumento delle tasse, ancora l’Irap più bassa d’Italia con l’azzeramento per i primi 5 anni di attività. Vengono interamente confermati i 600 milioni del Fondo unico per gli enti locali, in proporzione il più alto d’Italia, ma gli stanziamenti a favore dei Comuni arrivano a circa 900 milioni contando le somme per lavoratori socialmente utili, scuole civiche di musica, musei, Pro Loco e i finanziamenti per la gestione integrata dei servizi alla persona. E 25 milioni ancora “liberi” la cui destinazione sarà decisa insieme al Consiglio regionale perché, ribadisce Paci, «la Finanziaria non è dell’assessore o della Giunta, è di tutti i sardi e dunque ho chiesto ancor prima dell’approvazione in Giunta la collaborazione di tutte le parti politiche, sociali, imprenditoriali per fare le migliori scelte possibili per i sardi. Da parte nostra c’è una scelta molto chiara: con questa Finanziaria vogliamo dare risposte al malessere e ai disagi lavorativi e sociali, ma allo stesso tempo vogliamo avviare e consolidare politiche di sviluppo per l’intera Sardegna».
Alle politiche sociali vanno 306 milioni di euro, 162 all’Istruzione, 66 ad Attività culturali e Sport, 36 al Turismo. Ci sono poi 57 milioni disponibili per il territorio e l’edilizia abitativa, 542 per l’ambiente, 547 per Trasporti e Mobilità, 130 milioni per competitività e energia, 119 per le politiche del lavoro e la formazione, 311 per Agricoltura e Pesca. Alla Sanità, infine, vengono assegnati 3 miliardi e 300 milioni di euro. «Sui costi della sanità dobbiamo continuare a lavorare molto, perché ridurne i costi significa liberare risorse preziose da investire nelle altre politiche per la Sardegna. Non ci possiamo più permettere una sanità che costa così tanto, e infatti abbiamo messo a punto un piano di risanamento che vogliamo completare in tre anni», sottolinea il vicepresidente della Regione.
Nel 2017, all’interno dei 605 milioni di stanziamento statale, saranno già spendibili i primi 241 milioni del Patto per la Sardegna da 3 miliardi firmato a luglio con il governo: soldi destinati soprattutto a infrastrutture, edilizia scolastica, trasporti, sistemi idrici, energia. Il mutuo infrastrutture tirerà 150 milioni di euro, il doppio rispetto all’anno scorso, il che significa cantieri e dunque possibilità di creare nuovi posti di lavoro. Con il Governo ci sono due questioni urgenti da risolvere: gli accantonamenti «che vanno pagati ma ridotti, perché la legge prevede che se subentrano nuove funzioni bisogna rivedere gli importi, e le nuove funzioni noi le abbiamo perché dobbiamo far fronte all’acquisto dei farmaci innovativi e ai nuovi Lea, quindi la somma di 680 milioni degli accantonamenti va assolutamente ridotta. Su questo la nostra trattativa con lo Stato è costante e ferma e resterà in piedi fino a che non otterremo il risultato. E poi rivendichiamo il diritto per la Sardegna ad accedere al fondo nazionale per i farmaci innovativi: stiamo parlando del riconoscimento di pari diritti ai nostri cittadini».
La Finanziaria, approvata a dicembre dall’Esecutivo, è stata trasmessa al Consiglio regionale e sarà ora discussa prima dalla terza Commissione Bilancio, poi dall’Aula.

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«C’è da rimanere senza parole davanti alle dichiarazioni dell’assessore Raffaele Paci sulla Finanziaria 2017. Soprattutto nella parte in cui parla di fantomatici risparmi della Sanità. I nuovi stanziamenti per il settore, infatti, saranno di tre miliardi e 300 milioni, a fronte di un bilancio di sette miliardi e mezzo.»

Lo scrive in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Il fatto è che sono state confermate più o meno tutte le poste dell’anno scorso – aggiunge Ignazio Locci -. Questo evidenzia e conferma il bilancio rigido di una Regione che soffre di un’ingessatura di spesa obbligatoria che si aggira intorno al pauroso 80%. Appare piuttosto sconveniente che il Presidente facente funzioni celebri una situazione dei conti che di fatto è drammatica. Rimangono i problemi che ci trasciniamo ormai da anni: resta aperto il tema della riscossione delle risorse dallo Stato, ci sono l’incognita degli accantonamenti, la questione entrate e, naturalmente, la faccenda Sanità. Quello con cui dobbiamo confrontarci, checché ne dica il professor Paci, è un bilancio che serve esclusivamente a tenere la Regione Sardegna così com’è. Non si registra nessun passo in avanti.»

«Se il Presidente facente funzioni intende festeggiare nonostante questo scenario oggettivamente drammatico, faccia pure: auguri a lui e al centrosinistra. Ma, soprattutto, auguri ai sindaci, dato che di fronte a questa situazione di incertezza, per le Amministrazioni locali sarà un’impresa predisporre i bilanci di previsione: anziché poter contare sulla Finanziaria come riferimento – conclude Ignazio Locci – i primi cittadini saranno costretti a dotarsi di una sfera di cristallo.»