25 November, 2024
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Nasce una nuova offerta turistica, con un unico grande parco metropolitano da Molentargius a Santa Gilla, con i due stagni attraversati da battelli. Questa mattina la “traversata” inaugurale con il vicepresidente della Regione ed assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano e il sottosegretario del ministero dell’Ambiente, Silvia Velo. «La traversata di oggi ha un valore fortemente simbolico – dice il vicepresidente Paci -. I sindaci dei sette Comuni coinvolti – Cagliari, Quartu Sant’Elena, Selargius, Quartucciu, Assemini, Elmas, Capoterra – oggi invitano la Regione a fare insieme questo percorso verso la costituzione di un parco regionale più ampio e importante che abbracci anche la Sella del Diavolo e il Colle di Sant’Elia per la piena valorizzazione di queste zone umide. Le risorse ci sono: entro l’anno la Regione farà tutto quanto di sua competenza per far nascere il Parco, e siamo certi che anche tutte le altre istituzioni collaboreranno al raggiungimento di questo traguardo. La Sardegna è ricca di aree umide, quindi la nostra idea è di costruire un grande progetto coinvolgendo tutti gli assessori competenti e i territori coinvolti all’interno della programmazione unitaria. La zona da Molentargius a Santa Gilla è un importante esempio, ma ne abbiamo altri nelle zone di Oristano, Sulcis, Ogliastra, Olbia. Sono vere e proprie ricchezze naturali all’interno delle quali vogliamo sostenere l’attività dei pescatori – conclude il vicepresidente -. Possono dare nuovi posti di lavoro, rafforzare fortemente l’attività dei pescatori e contribuire a migliorare la nostra economia avendo però come prima regola la salvaguardia ambientale. Pensiamo a quanto i turisti sono disposti a spendere per poter fare un giro in battello, vedere i fenicotteri, dedicarsi all’ittiturismo, ed è su questo che dobbiamo puntare fortemente».
«Esiste una grande potenzialità tecnica e politica per affrontare in maniera unitaria le esigenze di tutela ambientale e valorizzazione delle zone umide. Un Parco unico sarebbe lo sbocco naturale dell’area metropolitana di Cagliari» ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, che ha sottolineato la multifunzionalità dei sistemi quale punto fondamentale nelle nostre politiche ambientali.
La traversata in battello è stata seguita dal convegno “La valorizzazione del sistema ambientale dell’area cagliaritana nel contesto della strategia nazionale di tutela delle zone umide”, organizzato da Legambiente nel teatro comunale di Elmas con il sottosegretario Velo e amministratori nazionali, regionali e locali. Presente al dibattito anche l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu.
«L’istituzione della Città metropolitana di Cagliari, ente di governo e di programmazione strategica – sottolinea l’assessore Erriu – è la novità che consentirà un deciso passo in avanti del raggiungimento dell’obiettivo della gestione del compendio lagunare Molentargius-Santa Gilla, che potrà contare su una dotazione finanziaria e di immobili utili ad una gestione integrata di tutte le potenzialità ambientali, produttive e turistiche del compendio stesso.»
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La Giunta regionale ha aderito al nuovo “Accordo per la ripresa 2015” sottoscritto dall’ABI e dalle associazioni imprenditoriali. Su proposta dell’assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del territorio, Raffaele Paci, ha approvato una delibera che prevede l’adesione all’iniziativa “Imprese in Ripresa” in tema di allungamento dei finanziamenti e sospensione dei pagamenti delle piccole e medie imprese nei confronti del sistema bancario. L’Esecutivo ha inoltre deciso di estendere l’elenco delle agevolazioni pubbliche regionali con l’applicazione dei benefici previsti dall’Avviso comune firmato nel 2009 da Governo, ABI e imprenditori. L’elenco è stato modificato in base alle richieste pervenute dall’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, dall’Assessorato dell’Industria e dal Centro Regionale di Programmazione. Intanto, la Regione sta predisponendo una proposta normativa per fornire supporto alle piccole e medie imprese in difficoltà finanziaria. La proposta, complementare all’iniziativa “Imprese in ripresa”, sarà compatibile con le norme comunitarie in materia di aiuti di Stato. L’obiettivo è di supportare le aziende che si trovano in difficoltà anche a causa dell’eccessiva esposizione debitoria verso gli istituti di credito.
«E’ un intervento con il quale vogliamo aiutare il sistema imprenditoriale della Sardegna a superare una crisi terribile come quella degli ultimi anni – spiega l’assessore Paci -. Adesso stiamo lavorando a una proposta per aiutare anche le piccole e medie imprese in difficoltà finanziaria, e non è escluso che potremo intervenire con moratoria anche sulle imprese in difficoltà. La Giunta metterà in atto tutti gli strumenti di sua competenza – come ha già fatto mettendo a punto una serie di strumenti finanziari, azzerando l’Irap per le nuove imprese e tenendola al minimo per le altre – per aiutare le imprese sarde a tornare sul mercato più forti e competitive e sostenere così la ripresa dell’economia regionale.» 
«È una misura utile per l’intero tessuto imprenditoriale della Sardegna e, in particolare, per le imprese che hanno problemi di liquidità – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Sostegno al credito e crescita devono andare di pari passo. Il provvedimento approvato oggi si aggiunge a tutti gli altri strumenti messi in campo dalla Giunta per sostenere nuovi investimenti dei privati e consolidare la ripresa dell’economia isolana.»
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Il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, è intervenuto all’assemblea regionale di Confcooperative a Cagliari con l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, alla presenza del presidente nazionale Maurizio Gardini.

«Portiamo il brand Sardegna fuori dall’Isola, sui mercati internazionali – ha detto Raffaele Paci -. Questa è la grande sfida per le imprese sarde quindi anche per le cooperative, che sono un esempio virtuoso per la loro capacità di fare rete, fondamentale per imporsi in contesti più grandi e strutturati. La Regione, da parte sua, farà tutto il possibile per accompagnare e favorire un processo di internazionalizzazione e innovazione ormai non più rinviabile per garantire un reale salto di qualità al settore.»
Il vicepresidente ha ricordato le iniziative della Giunta per aiutare le imprese: dalle politiche keynesiane, ovvero l’investimento pubblico per far ripartire il privato nel momento in cui è in difficoltà, all’inserimento dell’agroalimentare nella strategia intelligente S3 all’interno della nuova programmazione dei fondi europei Fesr. E poi l’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive che in Sardegna è la più bassa d’Italia con l’azzeramento per 5 anni alle nuove imprese. «Dobbiamo attrarre investitori, dimostrare loro che scommettere sulla Sardegna è vincente. Ma per fare questo – sottolinea l’assessore Paci – dobbiamo assolutamente fare due cose: velocizzare i tempi dei bandi e sburocratizzare un sistema che rischia di far scappare gli investitori e dunque far perdere grandi occasioni alla nostra terra. Lo stiamo facendo: abbiamo approvato le nuove direttive alle imprese, con bandi a sportello e tempi rapidi. È finito il tempo delle sigle incomprensibili e delle attese eterne: le imprese avranno risposte in tempi rapidi. I segnali di ripresa ci sono: c’è meno disoccupazione, più lavoro, un Pil che di poco ha ricominciato a crescere. Noi dobbiamo intercettarli, in fretta e bene, e consolidarli perché diventino il terreno fertile su cui far crescere le imprese sarde, come in questi anni hanno dimostrato di saper fare le cooperative, raggiungendo qui in Sardegna traguardi importanti a livello internazionale.»
«Ci troviamo in un processo riformatore di innovazione istituzionale che riguarda il sistema delle autonomie locali e la nuova legge di governo del territorio – ha aggiunto l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu -. Da parecchi anni siamo più proiettati verso un’economia sociale di mercato. Perciò è sempre più attuale il principio espresso nell’articolo 1 della legge n. 381 del 1991: le cooperative hanno lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità, la promozione umana e l’integrazione sociale dei cittadini. Mi ha fatto molto piacere apprendere dal presidente Gardini che si va verso le cooperative di comunità: l’idea che l’impresa si possa fare a prescindere dal profitto, pensando anche al prossimo e alla comunità in cui opera, coniugando attraverso lo scopo mutualistico un interesse generale all’interesse individuale e al lavoro, è un fatto molto importante.» 

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Con l’approvazione della Manovra Finanziaria la Giunta regionale mette a disposizione della Sardegna oltre 7 miliardi e 400 milioni di euro per sostenere la ripresa, favorire lo sviluppo e avviare il risanamento del debito in Sanità, una voragine non più sostenibile che rosicchia 300 milioni in più all’anno rispetto a quanto dovrebbe. Al lavoro fatto in Commissione, che aveva già portato all’azzeramento dell’aumento di Irpef e Irap e al totale rifinanziamento del fondo per le politiche sociosanitarie grazie a ulteriori 30 milioni, si aggiungono gli incrementi deliberati dall’Aula di via Roma: 5 milioni e mezzo in più sono stanziati per le politiche del lavoro, 5 per il sistema universitario, 6 per la Cultura fra biblioteche, teatri e scuole civiche, 4 milioni e 200mila euro per le Attività produttive.
«È una Manovra strategica che mette in campo risorse importanti per riformare e rendere più efficiente la Sanità e sostenere lo sviluppo della Sardegna, che finalmente registra i primi segnali di ripresa con più crescita, più lavoro e meno disoccupazione» dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru, sottolineando come questa Finanziaria vada vista complessivamente anche rispetto alle risorse europee che valgono un miliardo in più. «Durante tutto il percorso, la maggioranza ha mostrato grande coesione e determinazione – aggiunge il presidente Pigliaru -, doti che saranno ancor più essenziali nella fase che si va ad aprire ora. Serve una forte accelerazione da parte del Consiglio per portare avanti le riforme di cui la Sardegna ha urgente bisogno, a partire dalla ASL unica e la rete ospedaliera, passaggi fondamentali per assicurare risparmi e migliore qualità nella sanità, sino alla legge sulla semplificazione e alla legge urbanistica.»
«Oggi chiudiamo due mesi di lavoro e confronto in Consiglio, lavoro molto intenso ma estremamente utile perché il primo importante risultato è stato l’azzeramento dell’aumento delle tasse, un impegno preciso che abbiamo mantenuto, strada che non era percorribile prima dell’approvazione del preconsuntivo – sottolinea l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci -. Abbiamo trovato le risorse per sistemare il pacchetto delle politiche sociali, 30 milioni di fondi europei immediatamente disponibili, e poi ci sono una serie di stanziamenti per affrontare i temi più delicati e le priorità individuate insieme alla maggioranza e quindi lavoro, cultura, università. Abbiamo anche un importante piano di opere pubbliche che contribuirà a dare un’ulteriore scossa all’economia, muovendo imprese e creando nuova occupazione.»
In particolare, il pacchetto Lavoro mette in campo 1 milione e mezzo in più per i cantieri verdi, altrettanti per i cantieri in utilizzo con i lavoratori socialmente utili, ancora 1 milione e mezzo per i lavoratori in house delle Province e un milione per l’interramento dei cavi telefonici aerei. Per l’Università l’importo aggiuntivo di 5 milioni sarà suddiviso fra legge 26 (2 milioni e 600mila euro), Ersu (1 milione), ricerca dunque legge 7 (1 milione) e Università diffusa (400mila euro). Ci sono poi 930mila euro per la tutela e la promozione della lingua sarda, 600mila euro per il nuovo Fondo Unico che finanzia le Onlus che accolgono gli ex detenuti, 1 milione 400mila euro in più agli Enti locali – ai quali è già destinato il Fondo Unico da 600 milioni di euro – per garantire il funzionamento di scuole civiche di musica, bande e Pro Loco. Un milione e 600mila euro in più andranno ai diversi teatri della Sardegna, 500mila euro alle biblioteche che saranno così per il 90% a carico della Regione, 400mila euro alle società sportive o che gestiscono campi sportivi per l’acquisto di defibrillatori. Viene garantito annualmente il contributo di 1 milione e mezzo all’anno all’Istituto Zooprofilattico. La seconda Finanziaria della Giunta Pigliaru, infine, risana i debiti delle aziende di trasporto pubblico locale come già fatto per l’Arst e porta al 10% l’Iva per i Marina Resort.

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«La sinistra targata Raffaele Paci e Paolo Maninchedda è andata dritta per la sua strada, nonostante le numerose proposte, serie e concrete, avanzate dal centrodestra per modificare, in meglio, la Finanziaria 2016 appena varata dal Consiglio regionale.»

Lo ha detto Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Il centrosinistra e la Giunta dei professori si sono mostrati sordi rispetto alle nostre sollecitazioni ma, soprattutto, ciechi davanti alla reale situazione della Sardegna, che avrebbe meritato un’analisi ponderata e rispettosa delle vere emergenze dei sardi. Ma niente. Ci troviamo di fronte a un documento contabile che tutto fa meno che offrire le giuste risposte ai cittadini.»

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Consiglio regionale A1

Il Consiglio regionale ha approvato sette articoli della Manovra Finanziaria 2016: 7; 7 bis; 8; 9; 10; 10 bis e 11 del Dl. 297 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2016 e per gli anni 2016-2018 – Legge di Stabilità 2016 e relativi allegati).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo la formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’art. 7 (Disposizioni in materia di trasporti) del Dl n. 297 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2016 e per gli anni 2016-2018. Legge di Stabilità 2016 e relativi allegati).

Il presidente della commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Aprendo il dibattito, il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha sottolineato che il problema dei trasporti evidenzia, per l’ennesima volta, «la mancanza di una strategia globale diversa dalle solite proroghe in via sperimentale e provvisoria, capace soprattutto di superare le molte criticità di cui si sono occupate più volte i media: dalla Tirrenia per i collegamenti con Corsica attraverso le Bocche di Bonifacio, al passaggio del personale fra Saremar e Delcomar per contratti, dalla situazione di Meridiana che nel periodo pasquale ha impedito a molti emigrati di fare rientro nell’Isola a causa dei costi eccessivi, ai problemi delle società sportive per cui manca una tariffa accessibile, dai pendolini Cagliari-Sassari alla grottesca situazione delle strade». Nel complesso, ha concluso Tocco, «siamo di fronte ad un disastro, che rende perfino impossibile capire quando si potrà vedere qualcosa di decente per i sardi».

Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha affermato che «ci si sarebbe aspettato dalla finanziaria un intervento concreto in una materia delicata come quella dei trasporti, mentre invece assistiamo ad una ulteriore testimonianza del fallimento della Giunta Pigliaru, e soprattutto i sardi assistono da due anni e mezzo a questa parte ad una vera e propria controrivoluzione che ha cancellato quanto di buono era stato fatto nel passato». Ryanair è scappata dalla Sardegna, ha ricordato Orrù, «producendo danni diretti ed indiretti immensi, dalla generazione Erasmus agli emigrati al turismo, tutto finito in pochi giorni per non spendere 15 milioni». Per non parlare del trasporto ferroviario, ha aggiunto il consigliere, «con il nuovo pendolino che va come una vecchia Panda e i sassaresi, per esempio, si sono arrangiati utilizzando il nuovo strumento di Blablacar». Questa Giunta insomma, secondo Orrù, «verrà ricordata anche per essere stata schiaffeggiata da Alitalia, lasciando i sardi isolati e sequestrati nella propria Regione, tutta la Sardegna è rimasta bloccata e paralizzata e forse perfino Soru aveva intravisto qualcosa di giusto ma Pigliaru non ha dato retta; gli unici che arrivano in Sardegna con regolarità sono i clandestini, i quali avranno perfino la dedica di Sa Die de sa Sardigna con cui, fra l’altro, si traccia un inaccettabile parallelismo fra l’emigrazione sarda e quella attuale, al solo scopo di strumentalizzare i sardi come ha fatto l’assessore della Cultura per le sue campagne a favore dell’immigrazione».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha detto di non voler aggiungere nulla all’elenco delle inefficienze dei trasporti tracciate dai colleghi ma, ha osservato, «in queste vacanze pasquali, per la prima volta, si è lavorato in casa perché da fuori non è arrivato nessuno, perché sono mancati all’appello i turisti provenienti dal mercato internazionale e mondiale; praticamente c’è un nuovo sistema domestico ma su questo, purtroppo, non si può immaginare nessun tipo di sviluppo». La finanziaria, peraltro, ha rilevato Crisponi «si riduce ad un articoletto con quattro commi sul trasporto locale, delineando uno scenario che taglia fuori la Sardegna da ogni prospettiva, nonostante il lavoro avviato molti anni fa; una brutta marcia indietro, una realtà preoccupante che grava soprattutto sul sistema low cost mentre attendiamo la famosa sentenza da Bruxelles e l’estate è sempre più vicina, è evidente che siamo finiti ai margini del mercato turistico».

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha detto che «è più facile parlare di quello che non c’è, si fatica a capire quale politica dei trasporti si voglia fare nel settore aereo e non solo per garantire continuità e opportunità per turisti, ma per quanto incide profondamente sul modello di sviluppo che intendiamo sostenere perché, a ridosso del trasporto, c’è grande indotto che è cresciuto molto in questi anni». Io credo, ha poi sostenuto Solinas, «che ci debba essere un qualche equilibrio fra vettori tradizionali e low cost, posto che non sono intercambiabili e che sarebbe preferibile un low cost  che affianchi il modello tradizionale». Soffermandosi sulle vicende dell’aeroporto di Alghero e della sua società di gestione, controllata pressoché interamente dalla Regione, Solinas ha auspicato che il calo delle presenze non determini anche «la perdita di valore per un asset fondamentale della Regione, soprattutto mentre si avvicina la gara; ritengo comunque che, mentre lo Stato ha trasferito altre risorse alla Sardegna per la continuità territoriale, «c’era spazio per dare l’idea di un disegno nuovo che si vuole perseguire perché il sistema ha bisogno di certezze e ci vuole un approfondimento che non si può risolvere col mantra dell’eredità del passato».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sottolineato che «tema  richiederebbe ben altro spazio, tuttavia siccome non ci sono politiche nei trasporti si fa in fretta ad esaminare quanto è stato fatto in questi due anni, dalla continuità territoriale al low cost; la verità è che si sono fatti gravissimi passi indietro, con la conseguenza che da isolani siamo diventati isolati, con gravi problemi economici, culturali, sociali e sanitari, e con danni difficilmente quantificabili per tutto il territorio regionale». Dopo aver ricordato le due mozioni di sfiducia presentate nei confronti dell’assessore, Tedde ha fornito alcune cifre sintetiche sul trasporto aereo: «ad Alghero siamo passati da 24 a 3 rotte, è finita un’epoca perché con questi voli spariranno anche almeno 200 milioni di ricadute economiche, ma piange anche Cagliari che perde 8 voli pur avendo altre alternative».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha ricordato di aver ricevuto da Alitalia invito «un messaggio per affrettarsi a prenotare gli ultimi posti». Ora non abbiamo neanche quelli, ha detto, «ed è impossibile che il governo regionale non si sia accorto di questo: siamo in mezzo al mare con il punto più vicino a 240 chilometri, ecco perché abbiamo parlato di una finanziaria senz’anima, perché ci rendiamo conto che il turismo, senza interventi, non può avere dimensioni competitive». Non riusciamo nemmeno a campare sulle disgrazie altrui, ha protestato Dedoni, «perché a fronte della note vicende che hanno riguardato Tunisia, Libia ed Egitto, di fatto la Sardegna ha chiuso il maggior numero possibile di rotte verso l’esterno, un problema che si rivelerà molto duro per il popolo sardo».

Ha quindi preso la parola il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti, Pierfranco  Zanchetta, che ha rivolto i complimenti alla Giunta e all’assessore ai Trasporti per aver portato positivamente a compimento l’operazione di privatizzazione della Saremar. «Dal 2012 i collegamenti per le Isole minori sono costati alla Regione 50 milioni di euro. Essere riusciti a traghettare verso la privatizzazione la compagnia Saremar è un risultato importante per riaffermare il principio che lo Stato ha il dovere di trasferire le risorse alla Regione per garantire un pubblico servizio».

L’esponente della maggioranza ha poi sollecitato la necessità di risolvere altre questioni, a partire da quella del personale ex Saremar. «E’ un aspetto che deve essere chiarito in tutti i suoi rivolti, sia per il personale di bordo che di terra – ha affermato Zanchetta – altra questione riguarda la tratta che collega Santa Teresa a Bonifacio: attualmente è in regime di deregulation e dal 1° aprile inizierà il nuovo servizio. Quali sono i percorsi che si stanno compiendo e che garanzie ci sono per il personale Saremar?».

Il capogruppo di Cps si è soffermato, infine, sulla partita delle tariffe: «So che non era possibile prevederlo nel bando – ha concluso Zanchetta – ma credo che sia necessario estendere la tariffa per i residenti a tutti i sardi. Servirebbe a incentivare anche il turismo interno, le tariffe sono troppo alte, i sardi devono poter circolare liberamente all’interno del proprio territorio».

E’ poi intervenuto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu che ha espresso un giudizio negativo sulla gestione dei trasporti, a partire dalla vicenda Saremar: «Dal 1° aprile la Saremar non esisterà più, al suo posto opereranno altre due compagnie – ha detto Rubiu – il percorso di privatizzazione, accompagnato da molte polemiche, ha lasciato per strada morti e feriti. Per i dipendenti Saremar è sparito il regime della continuità nel rapporto di lavoro».

Rubiu, dopo aver ricordato all’assessore ai Trasporti l’assemblea infuocata tenutasi a Carloforte alcuni mesi fa, ha accusato la Giunta di non aver mostrato sensibilità verso le popolazioni delle Isole minori e verso i lavoratori Saremar: «Chi ha mantenuto in piedi e salvato un’azienda – ha rimarcato Rubiu – è stato trascurato».

Critiche infine sulla gestione dei trasporti marittimi verso la penisola. «Le promesse fatte da Onorato alla Leopolda non sono state mantenute – ha sottolineato il capogruppo dell’Udc – una famiglia di 4 persone arriva a pagare 863 euro per venire in Sardegna. Non siamo più un’isola turistica, non c’è libertà di scegliere, ogni volta che decidiamo di spostarci ci sono una marea di difficoltà. E’ impensabile che oggi un turista scelga la Sardegna quando in Croazia, Spagna e, fino a poco tempo fa, Nord Africa si propongono pacchetti a costi minori».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha parlato di “fallimento totale” delle politiche dei trasporti della Giunta Pigliaru. «Una cosa è fare il bravo docente universitario – ha detto Pittalis rivolgendosi all’assessore ai Trasporti Massimo Deiana – altra è invece svolgere al meglio il ruolo di assessore. Possiamo anche convenire sulle azioni programmatorie, ciò che contestiamo sono i risultati ottenuti: lei e il presidente Pigliaru siete corresponsabili di due anni di fallimento sul fronte dei trasporti».

Pietro Pittalis ha parlato di situazione di monopolio nei collegamenti navali per la penisola. «Si registrano aumenti tra il 40 e 70% che lasciano indifferenti il governo regionale – ha detto Pittalis – il diritto alla mobilità ai sardi viene negato cosi come ci sono problemi per il turismo e per il traffico merci».

Secondo il capogruppo di Forza Italia la Giunta continua a fare propaganda: «Nella storia autonomistica sarda il vostro esecutivo è quello che ha investito meglio nella propaganda perché dispone di giornalisti che sanno fare il loro lavoro – ha detto Pittalis – al di là della comunicazione di facciata c’è però il vuoto».

L’esponente della minoranza ha poi ricordato le continue lamentele provenienti dagli operatori turistici: «Ristoratori e albergatori puntano l’indice contro il sistema dei trasporti – ha detto Pittalis – sono due anni di fallimento a partire dalla la fuga di Ryanair. Mentre in Sardegna rimangono aperte le questione dell’aeroporto di Alghero a Comiso l’Unione Europea ha dato il via libera. Sono più bravi i siciliani o c’è qualcosa che non va? Per non parlare di Meridiana e del treno veloce, altri elementi che dimostrano la totale inadeguatezza delle politiche dei trasporti di questa giunta regionale. Spero che il viaggio che avete fatto in pompa magna in Corsica vi sia servito per imparare dalla loro esperienza».

Conclusi gli interventi dei consiglieri, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta per la replica.

L’assessore ai Trasporti, Massimo Deiana, ha ricordato che le disposizioni contenute in finanziaria riguardano alcuni aspetti di carattere normativo e incidono in minima parte sul bilancio complessivo dedicato alle politiche dei trasporti. «Stiamo parlando di 20 milioni di euro su un bilancio di 400 milioni – ha detto Deiana – le norme completano un’opera di risanamento contabile, organizzativo e produttivo delle nostre aziende di trasporto locale».

Deiana ha poi specificato che i 15 milioni di euro indicati nel primo comma dell’articolo 7 saranno destinati, dopo il risanamento dell’Arst portato a termine lo scorso anno,  a sanare le pendenze delle altre società di trasporto pubblico locale. «In passato abbiamo evitato di riconoscere l’adeguamento Istat del costo di trasporto pubblico che ha generato debiti nei confronti delle aziende – ha sottolineato Deiana – se chiediamo efficienza e organizzazione dobbiamo pretendere che questi soggetti operino senza vantare crediti per decine di milioni nei confronti della Regione».

Deiana ha poi difeso l’operazione Saremar: «La Regione spendeva 16 milioni di euro l’anno per garantire i collegamenti verso le isole minori, ora quei soldi li mette lo Stato – ha rimarcato Deiana – una parte verrà destinata per intervenire a favore dei lavoratori che non troveranno adeguato ricollocamento o per allineare le prestazioni pensionistiche agli standard dovuti. Quanto a Saremar, il servizio pubblico continuerà ad esserci e, dal punto di vista tariffario, sarà molto, ma molto più favorevole. La gara ha determinato ribassi d’asta molto interessanti che produrranno una tariffazione quasi uguale tra residenti e non residenti».

Poi, rivolto al capogruppo dell’Udc Rubiu, Deiana ha detto: «Non solo non ci sono morti e feriti ma, nella vicenda Saremar, non c’è nemmeno un contuso: tutti i lavoratori stanno ricevendo la chiamata d’imbarco, per gli amministrativi è stata firmata una convenzione per farli transitare ad Arst».

Si è quindi passati alla votazione degli emendamenti. Il presidente Ganau ha messo ai voti l’emendamento soppressivo totale n. 218 (Zedda e più) che è stato respinto con 29 voti contrari e 16 a favore.

«Se la politica dei trasporti è quella illustrata dall’assessore si capisce perché versano in queste condizioni». Così la consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha replicato rese dall’assessore Deiana ed ha insistito: «Registriamo un flop assoluto nei trasporti terrestri, aerei e marittimi».

Anche il consigliere Marco Tedde (Fi) ha replicato duramente all’assessore Deiana («non siamo distratti dalle festività pasquali ma l’assessore è invece distratto a Carnevale come a Pasqua e lo sarà anche per Ferragosto»). L’esponente della minoranza ha fatto poi riferimento alle critiche mosse dal segretario regionale del Pd, all’operato dell’assessore Deiana ed ha invitato giunta, maggioranza e partito democratico a confrontarsi tra loro.

Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha insistito sulle recenti polemiche tra Soru e Deiana ed ha però “rivendicato” «nei confronti di Soru e dell’assessore, la tariffa unica e lo sviluppo dei collegamenti low cost in Sardegna». L’esponente della minoranza ha quindi invitato maggioranza, giunta e Pd a confrontarsi soprattutto con gli operatori dei trasporti e del turismo.

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha invitato i consiglieri della minoranza a ritirare gli emendamenti soppressivi: «Sono stati utili per consentire il confronto e gli interventi in Aula sul tema dei trasporti ma, qualora approvati, cancellerebbero commi importanti per la sopravvivenza delle aziende del trasporto pubblico come Arst, Atp e simili». L’esponente della minoranza ha concluso dichiarando voto contrario agli emendamenti soppressivi dell’articolo 7.

Il consigliere di Fi, Edoardo Tocco, ha sottolineato che gli interventi dei consiglieri della minoranza “rappresentano ciò che è un sentimento comune in materia di trasporti, soprattutto in riferimento al settore aereo”. «Noi cerchiamo di pungolarla – ha concluso Tocco – e per migliorare la sua azione può provare ad ascoltare e qualche volta anche a rispondere alle interrogazioni, soltanto io ne ho presentato a decine e mai nessuna ha avuto risposta».

Il consigliere Antonello Peru (Fi) ha parlato di “un’isola fuori dal mondo e un’Isola che non c’è”, in riferimento alle condizioni in cui versano i trasporti in Sardegna. Il vice presidente del Consiglio ha criticato  l’accordo del ’97,  Soru-Prodi («fa pagare continuità territoriale aerea e trasporto pubblico ai sardi») ed analoghe considerazioni negative ha ricolto per l’atteggiamento della Giunta in ordine alla fuga dei low cost dall’Isola («si vuole far pagare i voli scontati agli operatori del turismo») ed ha quindi evidenziato come a pagare le conseguenze più pesanti le subisca il Nord Ovest della Sardegna. «Non va meglio nei trasporti marittimi – ha concluso Peru – dove avete sostituito un monopolio di stato con un monopolista privato».

Attilio Dedoni (Riformatori) ha replicato al consigliere del Psd’Az, Solinas, sull’opportunità di ritirare gli emendamenti soppressivi ed ha ribadito le critiche per l’operato dell’assessore Deiana: «E’ sufficiente leggere le cronache per comprendere la drammatica situazione in cui versa il trasporto aereo, gommato e marittimo».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha definito l’articolo 7 della finanziaria “l’articolo dei rattoppi” ed ha preannunciato voto favorevole agli emendamenti soppressivi confermando un giudizio negativo per le politiche dei trasporti e per l’intera finanziaria.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha criticato l’intervento dell’assessore Massimo Deiana («stendiamo un velo pietoso sul suo intervento, perché non ha dato risposta ad una sole delle questioni poste») ed ha mostrato perplessità sulla formulazione del comma 1 laddove si stabilisce che le aziende del trasporto pubblico debbano rilasciare “formale accettazione e liberatoria” al momento del trasferimento da parte della Regione delle ritardate erogazioni delle provvidenze.

«E’ lo stesso  lo stesso identico inciso che è inserito nelle norme che hanno sanato la posizione debitoria della Regione verso l’Arst e le debenze della Regione verso le aziende del trasporto pubblico locali risalgono agli anni ricompresi tra il 2010 2 2014». Così l’assessore dei Trasporti ha replicato alle dichiarazioni della minoranza ed ha affermato che la Regione “sana senza danni e interessi eccessivi la posizione nei confronti delle aziende”.

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione l’emendamento 219=627 che non è stato approvato con 33 contrari e 15 favorevoli.

La consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, è intervenuta per dichiarazione di voto sugli emendamenti 220=628 e nel corso del suo intervento ha sollevato il “caso” di assunzioni per il tramite di un’agenzia di lavoro interinale, a discapito dei lavoratori del progetto “lavor@bile”.

Posto in votazione l’emendamento n. 220=628 non è stato approvato con 30 contrari e 15 favorevoli.

Il consigliere di Sel, Luca Pizzuto, ha invitato i presentatori al ritiro degli emendamenti n. 221=629, soppressivi del comma 3 dell’articolo 7, «perché puntano alla cancellazione della clausola di salvataggio del personale Saremar».

Attilio Dedoni (Riformatori) ha raccolto l’invito del consigliere Pizzuto, seguito dall’altro firmatario Paolo Truzzu (Fd’I).

Sugli emendamenti n. 222=630 è intervenuta la consigliera Alessandra Zedda che ha insistito sulla denuncia del caso dei lavoratori del progetto “Lavor@bile” ma il presidente Ganau, dopo averla invitata ad attenersi all’argomento oggetto dell’emendamento in discussione, ha tolto la parola alla consigliera della minoranza.

Marco Tedde (Fi) ha ribadito l’invito per cancellare il comma 4 dell’articolo 7 ed ha lamentato presunti “gestacci” all’indirizzo dei consiglieri della minoranza.

Il presidente del Consiglio ha affermato di non aver notato atteggiamenti e comportamenti non consoni e l’Aula non ha approvato con 32 contrari e 15 favorevoli l’emendamento n. 222=630. Non approvato neanche il n. 361 (32 no, 16 sì); il n. 362 (32 no e 16 sì); il n. 413 (30 no e 15 sì) e il n. 363 (32 no e 15 sì). Quindi il presidente Ganau ha posto in votazione il testo dell’articolo 7 (Disposizioni in materia di trasporti) che è stato approvato con 31 sì e 15 no.

Dopo non aver approvato gli emendamenti aggiunti (nn. 257 e 258) all’articolo 7, il Consiglio ha quindi avviato la discussione generale dell’art.7/Bis (Disposizioni in materia di turismo).

Il presidente della commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

La consigliera Annamaria Busia (Sdl), illustrando un suo emendamento al comma 2 dell’articolo, ha messo l’accento sul fatto che «recepisce una norma nazionale in materia di promozione del settore nautico e turistico, che introduce per i cosiddetti Marina Resort l’Iva agevolata al 10% relativa ai mezzi in esse alloggiati come nelle altre strutture ricettive all’aria aperta». Pur mantenendo alcune criticità, ha proseguito, «interviene su materie a competenze concorrente nel rispetto del principio di leale collaborazione fra Stato e Regioni, alcune delle quali peraltro avevano legiferato in modo autonomo come Liguria, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia optando per il regime agevolato». La norma della Sardegna, ha concluso la Busia, interviene su un settore che assicura oltre 1800 posti-barca in 74 porti, luoghi in cui ogni 100 euro di spesa ne genera ben 256 nel sistema; è un fatto positivo per il turismo sardo e la portualità turistica, che ha ottenuto il riconoscimento da importanti associazioni di categoria».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha replicato che «recepire la norma nazionale, peraltro positiva, apre alcuni altri problemi non marginali come il riferimento puntuale alle strutture e la loro classificazione; ritengo poi che in qualche modo siano state negate all’assessore le sue prerogative di intervento sullo specifico della nostre su realtà locali». Inoltre, ha continuato, «la normativa regionale poggia su due leggi che già ci sono e serve un lavoro di coordinamento per inserire le nuove disposizioni nel sistema attuale; prevedo quindi difficoltà di applicazione da parte delle strutture amministrative, la fretta è stata come sempre cattiva consigliera e sarebbe utile una breve sospensione dei lavori per effettuare alcuni micro-inserimenti nel testo».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha sollecitato una decisione sulla proposta di sospensione.

La consigliera Annamaria Busia (Sdl) l’ha definita superflua, nel senso che sono sufficienti le delibere applicative della Giunta.

Riprendendo il suo intervento il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha definito la strada dell’emendamento «singolare, perché si sarebbe potuto fare molto di più e l’argomento lo meritava certamente soprattutto in questo momento dopo che abbiamo parlato delle enormi difficoltà del sistema dei trasporti; per esempio non c’è niente sul turismo gastronomico o religioso e niente sulle fiere a cominciare da quella internazionale della Sardegna che doveva aprire fra dieci giorni, mentre l’ente è stato soppresso».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha osservato che «trasporti e turismo vanno di pari passo eppure li trattiamo in modo scollegato ed hanno comunque uno spazio inferiore a quello che meriterebbero; il turismo, in particolare, non può essere esaurito da questo breve intervento anche perché comprende artigianato e commercio». Parlando della soppressione dell’Ente fiera decisa dalla Camera di Commercio di Cagliari, Carta lo ha definito «un segnale molto negativo nei confronti del sistema delle imprese perché lo strumento merita di avere una prospettiva oltre ai posti di lavoro che finora ha assicurato». Quanto allo sviluppo turismo costiero e portuale, secondo il consigliere sardista «va bene ma non si risolve con questo ma semmai col piano regionale dei porti, la riflessione consigliata dal collega Crisponi sarebbe stata utile».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto di provare «imbarazzo per un articolo considerato come mera appendice dell’articolo sui trasporti, cosa che resterà negli annali del Consiglio regionale; è troppo riduttivo trattare in questo modo un settore che dovrebbe essere il vero motore dello sviluppo della Sardegna, ed è sbagliato non raccogliere i consigli dell’opposizione delegando tutto alla Giunta». Mi vergogno, ha concluso, «per l’ennesima dimostrazione che questa finanziaria non ha davvero un’anima, però sono sicuro che la gente saprà distinguere le cose concrete dalla solita propaganda del governo regionale».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha osservato che va rimarcato l’errore di rinchiudere in un articolo di risulta il turismo in Sardegna, dove c’è bisogno perlomeno di altri 20.000 posti barca; oltretutto l’articolo è scritto male ed ha obiettivi confusi corretti solo parzialmente da un emendamento orale». E’evidente, ha precisato, «che il governo regionale è distratto rispetto ad uno dei più grandi settori di sviluppo della Regione, sviluppo legato a tanti fattori i cui risultati, tuttavia, non possono essere dati acquisiti per sempre». Soffermandosi sull’Ente fiera di Cagliari con 17 dipendenti senza lavoro, «non licenziati ma per strada dopo la soppressione dell’Ente a soli venti giorni dall’apertura della campionaria, la Giunta deve esprimersi non foss’altro perché l’Ente possiede le due più grandi strutture congressuali della Sardegna».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha definito «imbarazzante parlare di turismo in queste condizioni, è un pasticcio che lo stesso assessore non ha potuto non vedere pur facendo buon viso a cattivo gioco; il problema è che non si sa dove appendere questa norma, una specie di post-it che non si sa dove appendere, un intervento atipico dove c’è molto da rivedere, sorpassato e scopiazzato da un Dl strutturato della legislatura precedente e da una Pl del marzo scorso». Di solito, ha concluso, «quando si copia bisogna migliorare il testo mentre qui è accaduto il contrario; se l’emendamento l’avessimo proposto noi sarebbe stato strappato in mille pezzi, invece ragioni di bassa cucina lo faranno passare, perché forse domani ci sarà un tiolo da qualche parte ma non ci sarà un buon servizio alla Sardegna».

Dopo che il Consiglio ha respinto alcuni emendamenti della minoranza è stato messo in votazione il testo dell’articolo.

Per dichiarazione di voto, la consigliere di Sdl Annamaria Busia ha invitato l’opposizione a «farsene una ragione, ci siamo riusciti, nel passato nonostante aveste scopiazzato voi non ci siete riusciti, questa norma consente di abbassare l’Iva al 10% e tutti i dettagli vengono affidati alla Giunta; gli argomenti che avete proposto non c’entrano nulla, la norma è chiarissima e porterà un numero maggiore di diportisti in Sardegna». Mi auguro anche, ha concluso, «che il collega Tedde sia più misurato».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha replicato che gli dispiace il risentimento della collega Busia ma confermo che «il testo non è copiato ma scopiazzato da una norma della Giunta Cappellacci che risale al 2013, che non era una norma appesa ad un filo come quella che avere fatto». E’evidente, infatti, «che la Giunta deve attuare disposizioni di legge e non inventarne di nuove, era una buona occasione che la maggioranza ha mancato».

Il consigliere Luigi Crisponi ha espresso anch’egli dispiacere per il fatto che la collega Busia si sia accalorata, perché «la norma è seria e importante è un errore il semplice adeguamento alla normativa nazionale, dimenticando le esigenze specifiche della Sardegna; ora mancano le necessarie direttive per l’assessorato e l’individuazione di precisi per la Giunta che, nella situazione attuale, potrà solo incollare la norma nazionale sull’impianto precedente, se la si vuole approvare in questo modo di proceda pure, pensavo di astenermi ma ora voterò contro».

Il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha tenuto a tranquillizzare il collega Crisponi «perchè il mare è tranquillo, stiamo facendo pagare meno ai nostri diportisti e questo è un risultato; Tedde fa il disfattista a prescindere ma l’emendamento dà una risposta importantissima al settore turistico compreso l’indotto».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, ha sottolineato che il centro destra «non ha bisogno di lezioni tantomeno in materia di imposizione fiscali, casomai è il centro sinistra che è passato alla storia per le tasse sul lusso che noi abbiamo contrastato; lo spirito dell’emendamento è accoglibile perché abbiamo bisogno di interventi rivolti all’abbattimento della pressione fiscale, però abbiamo posto solo un problema reale perché così come è scritto il provvedimento non coglie nel segno e non garantisce il migliore funzionamento del sistema in una Sardegna competitiva».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha ribadito la condivisione del provvedimento ricordando però che «un minuto di sospensione avrebbe risolto tutto e migliorato il testo con lievissime modifiche, ora l’assessore spieghi il perché della sua scelta».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il testo dell’articolo che il Consiglio ha approvato con 30 voti favorevoli.

Subito dopo è iniziato l’esame degli emendamenti aggiuntivi. Approvato, con 41 voti favorevoli ed uno contrario, soltanto il n.823 (Busia e più) che, integrato con un emendamento orale della stessa consigliera Busia, prevede il sostegno finanziario (fino al 31 dicembre di quest’anno) alle strutture organizzate per la sosta ed il pernottamento dei diportisti, il cui trattamento normativo è assimilato a quello delle strutture ricettive all’aria aperta.

L’Aula è poi passata all’esame dell’articolo 8 “Contributo al fondo per l’integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dall’Amministrazione regionale” che stanzia 20 milioni di euro a favore del FITQ e 500mila euro per l’adeguamento dei relativi supporti informatici.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, prima di procedere con il suo intervento, ha chiesto chiarimenti sull’assenza dell’assessore al personale Gianmario Demuro.

Il presidente Ganau, scusandosi con tutto il Consiglio, ha spiegato di essersi dimenticato di comunicare l’assenza dai lavori dell’assessore Demuro preventivamente annunciata alla Presidenza. «L’assessore Demuro è oggi fuori sede a ha detto Ganau a lo sostituisce l’assessore agli enti Locali Erriu».

Si è quindi passati all’esame degli emendamenti soppressivi totali e parziali dell’articolo 8 sui quali la Commissione e la Giunta hanno espresso parere contrario, mentre gli emendamenti aggiuntivi sono stati dichiarati inammissibili.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha contestato la decisione di dichiarare inammissibili gli emendamenti aggiuntivi: «Ne prendo atto ma non sono d’accordo – ha spiegato Dedoni – in questi emendamenti si parla di trattamento di quiescenza, argomenti contenuti in finanziaria. Siamo perfettamente in tema, non si modifica nulla».

Ha quindi preso la parola il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha dichiarato di volere rinunciare al suo intervento e ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi: «E’ come parlare tra sordi – ha detto Pittalis – manca in Aula l’assessore al personale al quale avremmo voluto porre delle specifiche domande. Ci sono persone che attendono risposte ma queste risposte in Finanziaria non ci sono».

Al capogruppo di Forza Italia ha replicato l’assessore al Bilancio Raffaele Paci: «Capisco l’intervento di Pittalis – ha spiegato Paci – l’assessore Demuro aveva impegni familiari, voi tutti lo conoscete: è persona rispettosa, era dispiaciuto di non essere presente. Quanto al FITQ, è una questione alla quale occorre mettere mano. Negli anni sono stati creati strati diversi di aventi diritto con prerogative, privilegi e obblighi diversi. E’ un tema di grande importanza sul quale nei prossimi mesi il Consiglio sarà chiamato ad esprimersi. Stiamo mettendo ingenti risorse sul Fitq, va verificata la sostenibilità dell’attuale sistema e individuate norme per la messa in sicurezza del Fondo».

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’articolo 8 che è stato approvato con 31 voti a favore e 13contrari.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’articolo 9 “Misure per la contrattazione collettiva e la mobilità del personale del sistema Regione”

Sentito il parere di Commissione e Giunta sugli emendamenti, il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento soppressivo n.227 che è stato respinto dall’Aula con 31 voti contrari e 11 a favore. Stessa sorte per gli emendamenti n. 228=636 e 229=637 entrambi bocciati.

Sull’emendamento soppressivo n. 230 è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha chiesto chiarimenti sull’esito delle interlocuzioni tra Giunta e sindacati dei dipendenti dell’Ente Foreste. «In questo articolo si prevedono 337 mila euro annui per la contrattazione collettiva del personale dell’Ente Foreste – ha detto Pittalis- mi sembra una cifra inadeguata. Il contratto è fermo dal 2010 per il blocco delle contrattazioni nella Pubblica Amministrazione. Oggi è possibile intervenire ma ha senso farlo solo se si prevedono risorse adeguate per lo scopo. Come sostengono i sindacati, 337mila euro sono un’inezia. Tra l’altro, mi risulta che la dirigenza dell’Ente Foreste abbia avuto un adeguamento abbastanza sostenuto, cosa che non avviene per il resto del personale dipendente. E’ possibile un’integrazione di risorse per dare risposte al comparto? L’Ente Foreste è l’unico settore che non ha usufruito del trattamento di cui sono stati beneficiari tutti gli altri dipendenti della Regione. E’ un’ingiustizia alla quale occorre porre rimedio».

L’assessore al Bilancio Raffaele Paci ha riferito di aver incontrato, insieme agli assessori all’Ambiente e al Personale, i rappresentanti sindacali dell’Ente Foreste. «E’ stato un incontro positivo nel quale si è parlato non solo di contrattazione collettiva ma anche della legge di riforma del settore – ha spiegato Paci – ai dipendenti dell’Ente Foreste è stata comunque destinata, in proporzione, la stessa cifra stanziata per la contrattazione collettiva degli altri dipendenti regionali. Abbiamo accolto la richiesta di un adeguamento per chi ha stipendi molto bassi, siamo inoltre rimasti d’accordo sulla possibilità di reperire risorse aggiuntive all’interno del bilancio dell’Ente. Ci vedremo dopo la finanziaria per fare il punto della situazione. Se ci sarà la necessità di intervenire lo si potrà fare con l’assestamento di bilancio». L’emendamento n.230 è stato ritirato.

Respinti, invece, gli emendamenti soppressivi nn. 231, 232 e 692, mentre ha ottenuto il via libera dall’Aula l’emendamento sostitutivo parziale n. 576 presentato dalla Giunta regionale che fissa in 3 milioni e 259mila euro la cifra destinata alla contrattazione collettiva dei dipendenti regionali per il 2016.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il testo finale dell’articolo 9 che è stato approvato con 30 sì e 14 no.

Il Consiglio è poi passato all’esame dell’articolo 10 “Norma in materia di provvidenze, agevolazioni o vantaggi”. Acquisito il parere sugli emendamenti di Commissione e Giunta, il presidente ha messo in votazione l’emendamento soppressivo n. 233. Per dichiarazioni di voto è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha sollecitato un iter semplificativo per facilitare le transazione tra Regione e cittadini-debitori: ««E’ un problema che viene ripetutamente segnalato da chi ha debiti nei confronti della Regione e ha difficoltà a concluder accordi transativi – ha detto Pittalis – non si capisce a quali uffici ci si debba rivolgere. Si tratta di creare all’interno dell’amministrazione di una struttura che possa occuparsi di questo. Le risposte alle richieste dei cittadini arrivano dopo 8-10 mesi».

L’assessore al Bilancio Raffaele Paci, condividendo le preoccupazioni espresse dal capogruppo di Forza Italia, ha riconosciuto le difficoltà ad individuare gli uffici ai quali rivolgersi. «Stiamo cercando di semplificare – ha detto Paci – l’assessorato di riferimento sarà quello del Bilancio e il servizio competente quello del Credito». Messo in votazione, l’emendamento n.233 è stato respinto con 31 voti contrari e 14  a favore. Bocciati, in rapida successione, anche gli emendamenti soppressivi nn. 234=641, 235=642, 236=643, 237=644 e 645.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo che è stato approvato con 31 voti favorevoli e 14 contrari.

Disco rosso invece per gli emendamenti aggiuntivi n. 275, 285, 286 e 287.

Sull’emendamento aggiuntivo n.288 è intervenuto il primo firmatario Marco Tedde (Forza Italia): «E’ una proposta finalizzato ad eliminare uno scempio che grava sul sassarese: il Palacongressi del Lido di Alghero – ha detto Tedde – la Regione fa finta che questa struttura non esista, invece potrebbe essere utilizzata per fare diverse cose. Bisogna porsi il problema, non si può pensare di buttare 25 milioni di euro. La struttura è in stato di abbandono, con un milione di euro in un triennio potrebbe essere recuperata e utilizzata. Occorre intervenire subito, prima che diventi irrecuperabile». Messo in votazione, l’emendamento n.288 è stato respinto.

Bocciato anche l’emendamento n. 289 (Tedde e più) che proponeva di stanziare 300mila per uno studio di fattibilità finalizzato alla riqualificazione dell’area agricola pubblica di Surugheddu-Mamuntanas recentemente messa in vendita dalla Regione. «Si tratta di un’area di 1300 ha di grande pregio che potrebbe funzionare da volano per l’intero territorio del Nord Ovest – ha detto Tedde – è stato uno sbaglio pubblicare la manifestazione di interesse per la vendita. C’erano idee pensate da Laore che aveva previsto il recupero delle strutture a fini turistici e attività agricole d’eccellenza. Questa ipotesi è stata cestinata, ora aspettiamo che un imprenditore dica cosa bisogna fare». Posto ai voti, l’emendamento è stato respinto. Successivamente sono stati bocciati tutti gli altri emendamenti aggiuntivi presentati dalla minoranza.

All’esame dell’aula l’articolo 10 bis “Integrazione alla legge regionale n. 25 del 1988”. Nella discussione generale è intervenuto  Daniele Cocco (SEL) che ha chiesto alla giunta, dopo l’approvazione della Finanziaria, di incontrare le compagnie barracellari per discutere il loro ruolo in materia di incendi. Non possiamo permetterci – ha detto Daniele Cocco – di fare a meno di questa forza lavoro. Dello stesso parere il consigliere Pd Roberto Deriu e il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha  ricordato che gli emendamenti soppressivi sono stati presentati proprio per attirare l’attenzione su questa categoria. Pietro Pittalis ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi e ha invitato la giunta a chiarire bene la posizione delle compagnie barracellari. E’ triste in una finanziaria – ha detto ancora – non sentire né l’assessore del turismo né l’assessore del lavoro. Questo testimonia profonde carenze in questi due settori. L’assessore alla programmazione Raffaele Paci ha confermato l’impegno di incontrare al più presto le compagnie barracellari per affrontare il tema degli incendi anche alla luce della riorganizzazione del settore. Queste assicurazioni hanno fatto sì che il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ritirasse l’emendamento 726. Il Consiglio ha approvato l’articolo 10 bis (presenti 47, sì 46) e l’emendamento 578. Questo emendamento, presentato dalla giunta regionale, prevede l’inserimento dell’articolo 10 ter “Black list dei soggetti esercenti attività di rilascio di garanzie in via professionale”. E’ stato approvato anche l’articolo 11 (norma finanziaria). I lavori si sono conclusi. Il Consiglio è stato convocato per domani mattina alle 10.00.

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato oggi l’articolo 5 della Manovra finanziaria, contenente disposizioni in materia di enti locali, pianificazione paesaggistica e urbanistica, edilizia residenziale pubblica e lavori pubblici, e l’articolo 6, su interventi nel settore dei beni e dei servizi culturali, informazione, spettacolo e sport.

In apertura di seduta, il presidente della commissione e la Giunta hanno illustrato i pareri sugli emendamenti presentati. L’assessore Raffaele Paci in particolare si è riservato un parere più compiuto, volta per volta, sugli aggiuntivi.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha ricordato che l’articolo, in qualche modo, «riporta indietro nel tempo quanto si discuteva la riforma degli Enti locali che abbiamo criticato con forza perché dannosa per la Sardegna, perché fa scivolare verso il sud, anche come accentramento di risorse, verso la città metropolitana di Cagliari». Rispetto a questo processo, ha lamentato Tedde, «la rete metropolitana ipotizzata per Sassari, che in realtà era solo una presa in giro per recuperare alcuni consiglieri riottosi di maggioranza, la stessa finanziaria dimostra che evidentemente quei consiglieri hanno risposto male la loro fiducia tanto è vero che le risorse sono pari a zero».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha sottolineato positivamente il fatto che «il fondo unico per gli Enti locali non sia stato ridimensionato, perché ha rappresentato una conquista importante che lascia spazi di autonomia alle amministrazioni, mentre in passato i Sindaci erano costretti a presentarsi con il cappello in mano davanti all’assessore di turno». Però, ha protestato Cossa, «ci sono riduzioni consistenti su voci che hanno una incidenza rilevante, dalle Pro loco alle bande musicali, dalle scuole civiche di musica alle compagnie barracellari; possono sembrare cose marginali solo a chi non ha avuto esperienza negli enti locali ma, invece, mobilitano migliaia di persone molto spesso con attività di volontariato». Oltretutto, ha aggiunto, «non si tratta di emolumenti ma di interventi rivolti solo ad incoraggiare iniziative sui territori; quanto alla loro collocazione nella finanziaria sarebbe sbagliato metterle nel fondo unico perché devono avere una destinazione precisa, a parte il fatto che siccome il fondo unico è rimasto invariato vuol dire che queste risorse sono state tagliate ed occorre, perlomeno, riportarle al livello del passato».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sel) ha respinto le interpretazioni della minoranza, sostenendo che «è giusto intervenire per cambiare finanziarie che tagliavano su sociale, cultura e lotta alle povertà; questa, al contrario, ha risorse importanti in questi settori ma è sempre meglio restare vigili per evitare l’assalto alla diligenza da parte di chi privilegia l’economia rispetto ai bisogni delle persone».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha osservato in apertura che «la realtà è diversa dai sogni di Pizzuto, perché la difesa dei ceti deboli non si fa solo riconoscendone la debolezza e dispensando elemosine ma piuttosto togliendoli dalla loro condizione creando sviluppo e occupazione, attraverso un sistema privato che ha anche una sua dimensione sociale; vanno bene i sussidi ma, se reddito di cittadinanza deve essere, allora va riconosciuto anche alle casalinghe che fanno un lavoro enorme, posto che la vera libertà è prima di tutto la libertà dal bisogno».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha affermato che il collega Cossa ha ragione quando parla di impegni assunti per le compagnie barracellari, «credo che noi dobbiamo intanto varare al più presto la legge di riforma, poi prevedere le risorse necessarie a sostegno di una realtà presente nell’80% del territorio della Sardegna, che svolge un lavoro importante anche su protezione civile». Mi è giunta notizia, ha continuato Cocco, «di un comunicato delle compagnie con cui si annuncia la decisione di rifiutare la firma di protocolli con i Comuni in materia di protezione civile; questa sollecitazione va raccolta (se non in questa fase subito dopo) anche con l’intervento capigruppo, perché sarebbe drammatico un loro disimpegno, è vero che le risorse sono state sostanzialmente mantenute ma riconosciamo che non sono sufficienti».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha segnalato che «rischia di passare sotto silenzio una scelta che per noi è inquietante, forse non interamente attribuibile alla Giunta, con cui si introduce attraverso un emendamento una norma che nasconde l’accentramento in capo alla Giunta del Piano dei lavori pubblici, prevedendo una semplice comunicazione alla commissione». In pratica, ha insistito, «la Giunta fa quello che le pare e le piace e comunica le sue decisioni su un Piano, lo ricordiamo, che ha una dotazione di 700 milioni; forse qualcuno si è reso conto di aver esagerato ed infatti è poi comparso un altro emendamento che annulla il precedente ma resta la traccia della scarsa considerazione che la Giunta ha della sua stessa maggioranza e del Consiglio».

Conclusi gli interventi dei consiglieri, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta.

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci ha chiarito che non sono stati fatti tagli per le scuole civiche di musica, le bande musicali, le compagnie barracellari e le pro loco. «La conferenza degli enti locali ha affrontato il problema delle riduzione dei finanziamenti – ha detto Paci – l’obiettivo è quello di non penalizzare i comuni. C’è stata la piena assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni locali. I comuni decideranno, nell’ambito della loro autonomia gestionale, quali voci finanziare ».

Paci ha poi definito “urgente” la revisione del Fondo Unico. «Per affrontare le emergenze abbiamo previsto una serie di emendamenti condivisi che consentiranno di ripristinare alcune voci. Per questo abbiamo dato parere positivo all’emendamento n. 821».

L’assessore degli Enti Locali Cristiano Erriu ha invece spiegato che i commi 2 e 4 dell’articolo 5 disciplinano due cose diverse: il primo prevede l’acquisizione di dati cartografici per l’estensione del piano paesaggistico alle zone interne, il secondo riguarda un’attività di ricerca. «Entrambe le azioni – ha chiarito Erriu – hanno come obiettivo l’adeguamento del primo ambito costiero e l’estensione alle zone interne del piano paesaggistico».

L’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha invece fugato i dubbi sul sospetto che la Giunta volesse avocare a se le competenze sul Piano delle Infrastrutture esautorando il Consiglio. «L’articolo 4 della legge n.5 del 2005 vincola il Consiglio ad esprimersi una sola volta sul Piano delle infrastrutture – ha detto Maninchedda – noi con questa norma della finanziaria interveniamo per rendere possibile l’aggiornamento del provvedimento. Oggi, se cade un ponte o si rompe un argine, l’assessorato non può intervenire senza una modifica del Piano».

Ha poi preso la parola il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) che ha accolto favorevolmente il chiarimento dato dalla Giunta. «Emerge chiara la volontà che quando c’è un atto dell’esecutivo che chiama in causa il Consiglio è necessario coinvolgere la Commissione competente. L’emendamento poteva creare un fraintendimento. Né noi, né la Giunta – ha concluso Lotto – volevamo cambiare le regole».

Si è quindi passati alla votazione degli emendamenti soppressivi parziali n.195= 554= 604 che sono stati respinti con 30 voti contrari e 17 a favore.

Bocciati anche gli emendamenti soppressivi 196=605; 197=606 e 198=607.

E’ poi intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis  per annunciare il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi parziali della minoranza. «Abbiamo raggiunto l’obiettivo di porre in evidenza alcune anomalie contenute nell’articolo 5 – ha detto Pittalis – c’è pero un’altra questione che merita attenzione: il comma 1 prevede che i soldi destinati, fino allo scorso anno, alle province vengano ripartiti tra le province ancora esistenti, le Unioni dei Comuni e la Città Metropolitana.  Se così è fermatevi e trovate il modo di correggere la norma. Altrimenti è una vergogna, così si comprimono le aspettative dei comuni che non fanno parte della Città Metropolitana».

A Pittalis ha replicato l’assessore degli Enti locali Erriu: «Invito i consiglieri a leggere il comma 1 con la legge 2 che stabilisce i criteri per governare i flussi finanziari gestiti dagli enti territoriali – ha detto l’assessore – sappiamo che i fondi transitano verso le associazioni dei Comuni e la Città Metropolitana ma sappiamo anche che la Città Metropolitana ha molte entrate proprie. La legge 2 consente di disciplinare il riparto delle risorse affrontando le criticità. Si applica il principio che il personale segue le funzioni. Se le funzioni rimangono alle province è giusto che queste conservino i finanziamenti,  se le funzioni transitano ai Comuni i denari devono essere trasferiti alle amministrazioni civiche. Altro discorso riguarda invece la finanza pubblica statale. Le risorse per gli enti locali sono ridotte. E’ un tema che cercheremo di governare».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti sostitutivi parziale nn. 341, 342, 343, 397, 398, 399, 400, 401, 402, 403, 404, 405, 34 e 406 che sono stati bocciati in rapida successione

L’Aula ha quindi approvato il testo dell’articolo per poi passare all’esame degli emendamenti aggiuntivi.

Sull’emendamento n.666 è intervenuto il consigliere di Forza Italia Antonello Peru: «Questo emendamento ha l’obiettivo di dare certezza e tranquillità almeno per il 2016 ai lavoratori delle società in house delle province stanziando la somma di 5 milioni di euro – ha detto Peru – vedo che la maggioranza ne ha presentato un altro che stanzia 1,5 milioni di euro. Vorremmo capire se queste risorse sono sufficienti per il 2016. Solo per Sassari servono due milioni di euro. Se la Giunta dice che queste risorse sono sufficienti avremmo la garanzia per i lavoratori e per l’erogazione di servizi fondamentali per i cittadini».

A Peru ha risposto l’assessore Paci: «Ho imparato che le certezze non esistono – ha detto il responsabile della Programmazione – cerchiamo di fare il possibile.  Con un  milione e mezzo di euro proviamo a dare qualche risposta con l’impegno, se i fondi non sono sufficienti, di intervenire in altro modo. Il sistema va riorganizzato dopo il passaggio di competenze dalle province alle Unione dei comuni. Oggi non ci sono le risorse necessarie per dare sicurezze a tutti».

Messo in votazione, l’emendamento 666 è stato respinto con 33 voti contrari e 18 a favore.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n. 810 che emenda il 720 con il quale si stanzia la somma di 1,5 milioni di euro a favore delle società in house. Entrambi gli emendamenti sono stati approvati.

Il presidente Ganau ha poi aperto la discussione sull’emendamento n.710 (Tendas e più) per il quale Giunta e Commissione hanno presentato un invito al ritiro.

Il primo firmatario Mario Tendas (Pd) ha annunciato l’intenzione di mantenerlo. Subito dopo è intervenuto il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino che ha chiesto di poter apporre anche la sua firma all’emendamento.

Mario Tendas ha quindi spiegato la ratio della proposta : «L’emendamento mira a dare risposte alle persone che hanno subito danni nell’alluvione del 2013. Finora si è mostrata attenzione per il settore pubblico mentre i privati non hanno ottenuto nessun ristoro – ha affermato Tendas – al problema sono interessati un’ottantina di paesi. Le recenti deliberazioni della Giunta hanno introdotto criteri che rendono difficoltose le procedure per l’assegnazione delle risorse. Non viene preso in considerazione chi ha subito danni inferiori a 10mila euro. Le somme messe a disposizione coprono solo il 5% dei danni subiti. Non si possono dimenticare situazioni che hanno creato danni notevoli alle persone e alle amministrazioni comunali».

Il capogruppo di Sovranità, Democrazia e Lavoro Roberto Desini  ha chiesto di presentare un emendamento orale per prevedere che il ristoro dei danni venga riservato anche ai comuni colpiti dall’alluvione del giugno 2014.

Sulla proposta di Tendas si è detto d’accordo anche il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni che ha chiesto di aggiungere la sua firma a quelle dei presentatori dell’emendamento.

Giuseppe Meloni (Pd) ha annunciato il suo voto favorevole. «Le leggi che vengono approvate in Consiglio devono essere applicate. Questo significa trovare anche le risorse necessarie per attuare le norme. Abbiamo votato una legge per il ristoro dei danni dei privati colpiti dall’alluvione finanziandola con un milione di euro – ha detto Meloni – questa è l’occasione propizia per rimpinguare il fondo. 5 milioni sono pochi ma un segnale deve essere dato».

Eugenio Lai (Sel) ha proposto un’ulteriore integrazione orale all’emendamento n.710 chiedendo di prevedere tra i beneficiari degli indennizzi anche i comuni colpiti dalla grandinata del 2015.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato i colleghi a “non ridurre a barzelletta un tema di questa portata” e chiesto alla Giunta di chiarire la propria posizione sull’argomento.

L’assessore Paci, replicando a Pittalis, ha ribadito l’invito al ritiro dell’emendamento. «Il tema è serio, ma non si può votare un emendamento di questo genere per le persone colpite dall’alluvione del 2013. Perché non del 2014 o 2015? Ricordo le polemiche nate quando si è proposto di destinare risorse del Fondo Unico per le emergenze lavoro – ha detto Paci – con un emendamento si vorrebbero sottrarre 5 milioni di euro alle finalità pubbliche per intervenire a favore dei privati. Chi ha subito danni dall’alluvione merita attenzione ma non con un emendamento di questo genere. Tendas ha avuto il merito di segnalare che oltre ai danni al patrimonio pubblico esistono anche quelli al patrimonio privato».

E’ quindi intervenuto il primo firmatario dell’emendamento annunciandone il ritiro.

Il consigliere di Forza Italia ha chiesto al proprio capogruppo di far proprio l’emendamento: «L’assessore dice che stiamo utilizzando soldi pubblici per andare incontro ai privati. E’ stato fatto inoltre un paragone con altri eventi calamitosi che non regge, le motivazioni per un intervento a ristoro dei danni dell’alluvione 2013  sono nei dati. Forse non ci ricordiamo cosa è successo, volete che qualcuno vi ricordi i morti del 2013 per farvi capire che è stata un’alluvione diversa dalle altre? Se i privati non possono contare sul pubblico su chi possono contare?».

Il capogruppo sardista Angelo Carta ha dichiarato di voler far proprio l’emendamento: «Lo Stato ha stanziato 5 milioni per l’istituzione di una zona franca nei comuni colpiti dall’alluvione del 2013 – ha ricordato Carta – il ministero dello Sviluppo Economico avrebbe dovuto fare un decreto ad hoc. Così non è stato: i 5 milioni non sono mai arrivati. Cosa ha fatto la Regione per sollecitare l’erogazione delle risorse? Visto che siamo stati scippati dallo Stato di 5 milioni, credo che non sia una bestemmia stanziare l’1% del Fondo Unico a favore dei comuni alluvionati».

Luca Pizzuto (Pd) ha espresso solidarietà a Tendas. «Spesso ci facciamo portatori di istanze dolorose che poi, nei meandri del Consiglio, non vengono accolte – ha detto Pizzuto – è un problema che riguarda tutti: la finanziaria, nonostante gli importanti risultati raggiunti sul fronte della vertenza entrate, non è sufficiente a coprire i bisogni di cui siamo portatori. Serve aprire una riflessione su come riaprire la partite sul piano nazionale». Pizzuto ha quindi annunciato di non voler partecipare al voto.

Daniele Cocco (Sel) si è detto invece in sintonia con l’assessore Paci. «L’argomento è stato discusso in Commissione. Sul Fondo Unco c’è stato un accordo chiarissimo – ha detto Cocco – sottrarre risorse al Fondi unico sarebbe una perequazione al contrario. Sosteniamo l’esigenza di ristorare i danni, ma i soldi non possono essere presi dal Fondo Unico».

Il presidente della Commissione “Governo del Territorio” Antonio Solinas (Pd), rispondendo al consigliere Fasolino, ha difeso l’atteggiamento assunto dalla maggioranza. «Se abbiamo presentato l’emendamento è perché c’è sensibilità – ha detto Solinas – non può però essere messa a rischio una grande conquista come il Fondo Unico».

Voto contrario ha annunciato il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini: «Chi può essere contrario a ristorare i danni dei privati? Chi non può capire lo sfogo di Fasolino? L’ho vissuto anch’io in Ogliastra nel ’99. Anche allora vennero stanziati 12 milioni di euro dallo Stato mai trasferiti ai comuni. Carta, che ha fatto l’assessore ai Lavori pubblici, dica quando sono stati stanziati i fondi per ristorare i privati. La Commissione ha valutato gli argomenti e ha stabilito che 5 milioni non servono a nulla. Intervenire sul Fondo unico è inutile, sarebbe difficile anche individuare i soggetti a cui dare priorità di risposte. Non è questo il modo di affrontare il problema. Meglio intervenire sul piano delle infrastrutture per mettere in sicurezza i paesi o pensare a un provvedimento di legge».

Per Luigi Lotto (Pd) presidente della Commissione “Attività Produttive” «quando si ritira un emendamento è perché si fa una scelta politica, come quando si è deciso di tornare indietro sulla possibilità di prelevare 8 milioni di euro dal Fondo Unico. Se Tendas ritira l’emendamento tutto il resto appare strumentale».

Angelo Carta (Psd’Az) ha precisato di non voler misurare la sensibilità di nessuno. «Ho posto una questione – ha detto Carta – la V Commissione ha approvato una risoluzione per chiedere alla Giunta di attivarsi per l’istituzione della zona franca nei comuni colpiti dall’alluvione. Finora si sono persi 5 milioni di euro. O ci impegniamo a recuperare quei soldi altrimenti dobbiamo fare qualcos’altro».

L’assessore Paci ha garantito l’impegno della Regione: «Nei giorni scorsi ho parlato con il Capo di gabinetto della Presidenza che sta lavorando alla partita insieme a Palazzo Chigi. Ci sono difficoltà a stabilire il perimetro dei comuni beneficiari. Noi stiamo sul pezzo – ha concluso l’assessore alla Programmazione – non è nostra intenzione perdere nemmeno un euro».

Dopo l’intervento dell’esponente dell’esecutivo il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 710.

Emendamento che, su richiesta del consigliere Fasolino, è stato fatto proprio dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis. Messo in votazione è stato respinto con 29 voti contrari e 16 a favore. 

Annunciata la votazione dell’emendamento n. 546, il primo firmatario Gianni Tatti (Udc) ha ricordato l’accordo per i Comuni dell’Alta Marmilla («sono i più disastrati della Sardegna») ed ha spiegato che con l’approvazione dell’emendamento si offrono all’esecutivo gli strumenti per combattere lo spopolamento. L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha ricordato che l’Alta Marmilla gode di specifiche e mirate risorse a valere su fondi nazionali e di programmazione europea: «Non è necessario dunque, data la limitatezza delle risorse regionali, stanziare specifici fondi del bilancio regionale».

L’Aula non ha quindi approvato l’emendamento 546 e con successive e distinte votazioni gli emendamenti n. 252, 253, 548, 254, mentre il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha accolto l’invito al ritiro per l’emendamento n. 276. Non approvato l’emendamento 345. Nel merito dell’emendamento 549 e sull’emendamento all’emendamento 821 è intervenuto il consigliere di Fi, Antonello Peru, per chiede alla giunta il ritiro dell’emendamento 549. 

Il presidente ha proceduto ponendo in votazione l’emendamento n. 821 che sostituisce parte dell’emendamento 549 (entrambi approvati con due distinte votazione), reintroducendo così il parere della commissione competente all’aggiornamento periodico del piano delle opere e delle infrastrutture di cui all’articolo 4 della legge 9 marzo 2015 n. 5 approvato.

Quindi il consigliere dell’Udc, Gianni Tatti, ha accolto l’invito al ritiro dell’emendamento n. 550 e dopo una breve sospensione dei lavori, l’onorevole Daniela Forma (Pd) ha accolto l’invito al ritiro per l’emendamento 551. Anche il consigliere Luigi Lotto (Pd) ha accolto l’invito al ritiro per due emendamenti a sua firma: il numero 422 e il n. 816. L’Aula non ha quindi approvato l’emendamento 559 e il n. 786 mentre il consigliere del Pd, Walter Piscedda, ha accolto l’invito al ritiro dell’emendamento n. 552.

Il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru, è intervenuto a sostegno dell’emendamento a sua firma (n. 667) tendente a garantire i fondi necessari per la messa in sicurezza della Rotonda di Platamona, il cui muro perimetrale, lo scorso luglio, è crollato sui bagnanti provocando cinque feriti di cui uno in gravi condizioni. Posto in votazione, l’emendamento 667 non è stato approvato con 30 no e 16 sì. Il consigliere del Pd, Luigi Lotto, ha quindi accolto l’invito al ritiro dell’emendamento 423, tendente a stanziare risorse per la Rotonda di Platamona. A conclusione dell’intervento del consigliere Lotto (Pd), assessore Paci è intervenuto per ribadire l’impegno della Giunta per reperire le risorse utili ai lavori di messa in sicurezza e ripristino della rotonda di Platamona.

Approvato l’emendamento n. 813 che emenda l’emendamento 749, anch’esso approvato, che abroga il secondo periodo del comma 4 bis dell’articolo 2 della legge 24\2014 n. 19.

Non approvati, invece, gli emendamenti n. 271, 273, 274, 276 e 346.

Approvato, invece, nonostante l’invito al ritiro, l’emendamento n. 555, firmato dai consiglieri del gruppo Sel che, così come spiegato dal consigliere Agus, stabilisce che “avanzi di amministrazione degli enti locali possano essere impiegati in progetti e opere da realizzarsi per il miglior utilizzo sociale ed economico di immobili di proprietà comunale o del demanio regionale assegnati al comune”. La votazione, il cui scrutinio è stato il seguente, 32 sì e 13 no, si è tenuta dopo che l’assessore del Bilancio aveva dichiarato che l’emendamento era soggetto ad impugnativa qualora fosse stato approvato.

Analoga situazione si è verificata in occasione della votazione dell’emendamento n. 556, per il quale il gruppo di Sel non ha accolto l’invito al ritiro. Il consigliere Eugenio Lai (Sel) ne ha spiegato le motivazioni dichiarando che con l’approvazione dell’emendamento si tutelano quei Comuni che per cause non imputabili alla loro responsabilità hanno sforato il patto di stabilità 2015 e che dimostrino di rientrare dallo sforamento entro l’anno 2016.

La consigliera di Sdl, Anna Maria Busia, ha dichiarato voto a favore («in qualche occasione è opportuno forzare la mano anche a rischio di impugnazione» e l’Aula, con 29 sì, 16 no e 2 astenuti, ha approvato l’emendamento 556. Il consigliere di Sel, Luca Pizzuto, ha invece accolto l’invito al ritiro per l’emendamento 557 e il Consiglio con successive e distinte votazioni non ha approvato gli emendamenti n. 558, 668, 669. Concluse le votazioni degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 5, l’Aula ha proceduto con l’esame degli emendamenti e dell’articolo 6 (Interventi nel settore dei beni e dei servizi culturali, informazione, spettacolo e sport). Il presidente Gianfranco Ganau ha elencato tutti gli emendamenti presentati e il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha dichiarato il parere che è risultato favorevole solo per i seguenti emendamenti: 753, 815, 754, 561 e emendamento all’emendamento 812, 562, 755, 563, 564 e per emendamento all’emendamento 802 e 819, 756, 721, 757, 676, 758, 759, 572, 760, 761 e emendamento all’emendamento 820, 762; mentre ha invitato i presentatori al ritiro degli emendamenti: 567, 571, 268 e 712, e ha dato parere contrario per tutti gli altri emendamenti presentati all’articolo 6.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione dell’art. 6 (Interventi sui beni e i servizi culturali, informazione, spettacolo e sport).

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha messo in evidenza che l’articolo prevede «una serie una serie di interventi importanti nel sistema-Regione ma mostra, ancora una volta, l’assenza di una strategia complessiva mentre, in realtà, le scelte della maggioranza scontentano un po’ tutti perché avete fatto una specie di gioco delle tre carte; sulle scuole paritarie che subiscono tagli significativi, sull’università per cui ci si aspettava qualcosa di diverso, sul cinema che concentra risorse solo sulla film commission, per continuare con i beni museali, i teatri con fondi assegnati solo a piccole strutture private come quella di Sassari azzoppando il Lirico e abbandonando, ad esempio, il Teatro delle Saline».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Antonello Peru.

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha condiviso l’intervento della collega Zedda, in particolare su scuole paritarie che, ha detto, «svolgono in Sardegna un ruolo essenziale nella scuola dell’infanzia con funzioni di supplenza in molti Comuni; la maggioranza ha mostrato un approccio ideologico punitivo dimenticando che i genitori pagano una doppia tassazione». C’è poi, ha ricordato, «un problema che riguarda l’emendamento della maggioranza che prevede 1 milione di euro in base alla legge 56 per organismi che hanno subito in passato tagli superiori al 40%; la finalità è giusta ma si determinano disparità di trattamento evidenti».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, riprendendo la questione della scuole paritarie si è soffermato sul «calvario di queste benemerite istituzioni, sempre trattate senza amore dal centro destra, mentre da parte nostra non c’è nessuna preclusione ideologica o uno sfavore pregiudiziale, anzi riconosciamo che contribuiscono in modo determinante al sistema formativo regionale colmando lacune della struttura pubblica». Non abbiamo risolto il problema, ha proseguito, «c’è ancora da fare e tutto non può essere risolto tutto con la finanziaria, ma la scuola resta comunque al centro degli obiettivi programmatici dell’amministrazione e quando cadrà la polvere che un po’ tutti solleviamo emergerà che la scuola esce rafforzata e ritrova speranza nel futuro». Sulla cultura, ha poi osservato Deriu, «ho sentito giudizi troppo teneri  dell’opposizione forse perchè devono farsi perdonare un passato non brillante; voglio però ricordare che sul cinema si investe in modo reale ed intenso valorizzando anche cose buone del passato perché convinti che sia un formidabile per l’immagine della Regione e la stessa identità del popolo sardo». Ci sarà modo di intervenire ancora, ha concluso il vice capogruppo del Pd, «e su questo abbiamo assunto impegni precisi con un ordine del giorno sul diritto allo studio, sul quale Giunta ha comunque già pacchetto di interventi di sostegno».

Il consigliere Paolo Zedda (Soberania-Indipendentzia) ha definito la cultura elemento qualificante della finanziaria su cui occorre però, a suo avviso, fare alcune considerazioni. La nazione Italia, ha sostenuto, «è nata prima dello Stato grazie all’arte, perché l’arte crea potenza ed unità e questa deve essere anche la nostra prospettiva mentre noi, purtroppo, sostanzialmente neghiamo questa dimensione». Eppure, ha proseguito citando la stretta relazione fra la situazione sarda e turismo, «dovremmo capire la sua enorme capacità di attrazione di visitatori ed investimenti e di volano dell’economia». Se l’amministrazione si vuole caratterizzare sotto questo profilo, ha poi precisato, «secondo noi lo fa troppo poco, nonostante abbiamo concentrato il nostro spazio emendativo sulla correzione di alcune iniziative comprese nell’art. 6 sull’arte e sulla e lingua, perché non solo crediamo nella centralità di questo settore nella nostra comunità, ma siamo convinti che abbia ancora un grandissimo potenziale inespresso». Chiediamo perciò più attenzione per la nostra identità e, ha detto ancora, «un maggiore equilibrio fra le risorse assegnate alle grandi compagnie che acquistano prodotti dall’esterno e le piccole che producono nella Regione raccontando la nostra storia, così come nel cinema serve equilibrio fra le grandi produzioni ed i produttori locali, nelle arti, nella musica e nelle lingua».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha condiviso gli argomenti del collega Zedda che ha elencato alcuni buoni propositi, aggiungendo che «bisogna essere intelligenti per affermare che dentro la nazione italiana c’è la nazione sarda, con tutte le sue varianti autonomiste». Il problema centrale, a suo giudizio, «è che la politica per la lingua e la cultura sarda da tempo ha perso il riferimento del Consiglio regionale salvo occasioni sporadiche». In proposito ha citato l’esperienza della Catalogna, «dove da cento dialetti catalani nacque poi una sola lingua salvo poi assistere ad una nuova stagione di frammentazione, con un percorso analogo a quello della Sardegna; io sono per la lingua di ciascun paese ma è chiaro che ci vuole un intervento normativo strutturale perché attorno a questo si costruisce un robusto tessuto culturale e identitario, rilanciando la storia della Sardegna nel Mediterraneo».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, raccogliendo le sollecitazioni «interessanti» emerse dal dibattito ha osservato che «da questo contesto generale manca una valutazione sulle politiche culturali fin qui seguite dalla Giunta, oltretutto con risorse largamente insufficienti». Il collega Deriu, ha detto ancora, «non può lavarsi la coscienza con un ordine del giorno sulle scuole paritarie ed il diritto allo studio perché, nei fatti, ciò significa ammettere il fallimento delle pochissime azioni avviate da due anni a questa parte, basta ricordare la protesta di appena qualche giorno fa sotto il palazzo del Consiglio regionale di tutto il mondo dello spettacolo e la singolare manifestazione per il diritto allo studio cui hanno partecipato il Rettore dell’Università ed il Sindaco di Cagliari che hanno sfilato non si sa bene contro chi, se contro Renzi o contro Pigliaru o addirittura contro se stessi».

A nome della Giunta l’assessore della Pubblica istruzione Claudia Firino ha affermato che «questa finanziaria testimonia allo stesso tempo un impegno importante e inversione di tendenza perché, nonostante una situazione complessa, si aumentano gli stanziamenti in alcuni comparti, affrontando alcune emergenze e scegliendo di consolidare alcuni investimenti strutturali con scelte molto chiare». Per lo spettacolo, ha ricordato, «è stato stanziato 1 milione in più così come sono state aumentate le risorse per altri settori: l’informazione, il cinema dove sono stati sbloccati i bandi sbloccati dopo cinque anni, il sistema radio televisivo allargato a tv, radio e nuovi media, lo sport, la scuola e università con l’incremento del fondo unico e i fondi per le decentrate, il diritto allo studio con le nuove borse e la scuola con progetti mirati». Per quanto riguarda le scuole paritarie, ha concluso l’assessore, «non abbiamo alcun pregiudizio ideologico ed anzi abbiamo confermato i fondi». Si può certamente può fare di più, ha detto infine, «ma l’inversione di tendenza c’è». (Af)

Dopo l’intervento dell’assessore, il presidente Ganau ha messo in votazione gli emendamenti all’articolo 6. Il capogruppo di Forza Italia Pietro  Pittalis ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi totali e parziali. Rivolgendosi però all’assessore alla Pubblica Istruzione ha detto che non c’è nessuna ragione di enfatizzare i finanziamenti sull’informazione o sulle scuole paritarie. Il presidente della Seconda commissione Gavino Manca (Pd) ha sottolineato che  effettivamente  sul sistema dell’informazione  c’è stato uno stanziamento di 800.000 euro, ma che c’è l’impegno, in sede di assestamento, di trovare altre risorse. L’attenzione – ha assicurato –   è massima. Il presidente della Terza commissione Franco Sabatini (Pd) ha sottolineato che, per le  scuole paritarie, per il 2016 sono stati stanziati 18 milioni di euro. Il presidente della Quinta commissione Luigi Lotto (Pd) ha precisato che il teatro di Sassari non è privato ma è un teatro comunale. Pietro Pittalis (Forza italia) ha sottolineato il grande ruolo sociale delle scuole paritarie e ha detto che le risorse stanziate sono insufficienti.

Il testo dell’articolo 6 è stato approvato.

Sono stati approvati gli emendamenti: 753 che nel comma 4 dell’articolo 6 sostituisce lo stanziamento di 1.000.000 con 1.500.000; l’emendamento all’emendamento 815 che sopprime dall’emendamento 753 le parole “e 2016 – 2017”; l’emendamento 754 che, nel comma 5 dell’articolo 6, sostituisce 600.000 alla parola 500.000; l’emendamento 812 (emendamento all’emendamento 561) che prevede uno stanziamento di 1.000.000 a favore degli organismi di spettacolo che, nell’ultimo triennio, hanno subito una riduzione dei contributi superiore al 40%. Approvato anche l’emendamento 561 che aggiunge il comma 1 bis all’articolo 1 dell’articolo 6. Questo comma prevede che, a decorrere dal 2016 i termini per la presentazione delle istanze per la concessione dei contributi per le attività di spettacolo dal vivo (di cui all’art. 56 della legge regionale n. 1 del 1990) sono stabiliti annualmente con decreto dell’assessore competente. Sono stati poi approvati anche due emendamenti orali sull’anno gramsciano  presentati da Eugenio Lai  e da Attilio Dedoni. Prima dell’approvazione dei due emendamenti orali , il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto maggiori delucidazioni sugli importi e sui capitoli di spesa. L’assessore alla pubblica istruzione ha risposto che il capitolo era quello sulla valorizzazione dei personaggi illustri della Sardegna e la capienza totale era di 100.000 euro. Approvato anche l’emendamento 563   sull’utilizzo delle eventuali economie relative alle risorse erogate ai sensi della legge regionale 7 agosto 2007, n. 7; l’819 (emendamento all’emendamento 564) che prevede la copertura finanziaria agli interventi pluriennali dei consorzi universitari di Nuoro e Oristano; il 564 che aggiunge il comma tre bis all’articolo 6 prevedendo che dal 2016 la dotazione del fondo a favore delle sedi universitarie decentrate della Sardegna sia ripartita tra il Consorzio per la promozione degli studi universitari della Sardegna centrale di nuoro, tra il Consorzio Uno di Oristano e l’università di Sassari per i corsi universitari avviati presso le sedi suburbane di Alghero e Olbia.  Questo emendamento approvato prevede anche l’aggiunta di un comma ter che prevede che alla ripartizione del fondo provvede la giunta regionale , su proposta dell’assessore competente, previa valutazione dell’offerta formativa dei corsi universitari decentrati con le università di Cagliari, Sassari e con i Consorzi universitari di Nuoro e di Oristano; alle dotazioni per gli anni successivi si provvede con legge di stabilità. Approvato anche l’emendamento 562 che autorizza per l’anno 2016 la spesa di euro 400.000  a favore della fondazione Sardegna Film Commission e l’emendamento 802 (emendamento all’emendamento 564) che aggiunge al comma 3 ter dell’emendamento 564 le parole “determinato per l’anno 2016 in euro 5.900.000”  (R.R.)

L’aula ha quindi approvato l’emendamento all’emendamento n. 822 (Zedda e più) che stanzia 50mila euro per il funzionamento del Museo- Villaggio minerario di Rosas nel Comune di Narcao.

Via libera anche all’emendamento n. 756 (Sabatini e più) che mette a disposizione 300mila euro per il funzionamento del Nuovo Teatro comunale di Sassari. 

L’aula ha poi respinto gli emendamenti della minoranza nn. 256, 671 e 672 che proponevano il finanziamento di 200mila euro come contributo aggiuntivo alla manifestazione Autunno in Barbagia, 300mila euro per il restauro della chiesa di San Pietro di Tuili, 600mila euro per contributi alle società sportive.

Disco verde invece per gli emendamenti n. 721 che destina 300mila euro a favore del Teatro di Sardegna e n. 757 che prevede un finanziamento di 200mila euro per le attività di valorizzazione dei sistemi lagunari dell’Isola.

Il Consiglio ha poi respinto gli emendamenti nn. 691, 569, 565, 568, 566 e 570

Sull’emendamento n. 674 è intervenuta la consigliera Alessandra Zedda che ha insistito sull’opportunità di concedere un finanziamento di 300mila euro per la ristrutturazione del Teatro Saline di Cagliari. «Si tratta di un contributo che consentirebbe di evitare un investimento superiore – ha detto Zedda – chiedo all’assessore di farsene carico. E’ durissima doverci rinunciare per così poco,  si tratta di un intervento di messa in sicurezza». Messo in votazione l’emendamento è stato respinto.

Stessa sorte per l’emendamento 722, mentre ha ottenuto il parere positivo dell’aula l’emendamento all’emendamento 676 n. 809 (Zedda Alessandra) che stanzia 200mila euro per l’integrazione del programma della legge n17 del ’99 (Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna).

Sono stati poi bocciati gli emendamenti nn. 678 e 680 mentre hanno ottenuto il via libera gli emendamenti n.758 (30mila euro a favore della Fondazione Memoriale Giuseppe Garibaldi) e 759 (400mila euro a favore delle radio locali) entrambi proposti dalla maggioranza, primo firmatario Franco Sabatini.

Respinti, in rapida successione, gli emendamenti nn. 360, 272, 283 e 284, il Consiglio ha approvato l’emendamento n. 572 (Rubiu e più) che stanzia 50mila euro a favore dell’associazione di mutuo soccorso di Carloforte per la tutela del Cineteatro.

Successivamente sono stati respinti gli emendamenti nn. 681, 684, 685, 686, 689.

Disco verde infine sull’emendamento 760 (100mila euro a favore dell’Associazione Enti locali per le attività culturali e di spettacolo) e sull’emendamento all’emendamento 761 n.820 che autorizza la spesa di 520mila euro per la promozione di progetti finalizzati alla diffusione e promozione della lingua e della cultura sarda e  762 (100mila euro per l’istituzione su tutto il territorio regionali dei Centri per la cultura della nonviolenza). Tutti gli emendamenti erano stati presentati dalla maggioranza, primo firmatario Franco Sabatini.

Concluse le votazioni, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 29 marzo alle 15.00.

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Consiglio regionale 3 copia

E’ in discussione, in Consiglio regionale, l’articolo 4 della Manovra Finanziaria, “Disposizioni in materia di sanità e politiche sociali”.

Stamane, in apertura di seduta, il presidente della commissione Bilancio e la Giunta hanno illustrato i pareri sugli emendamenti presentati.

Il consigliere sardista Marcello Orrù ha premesso di non voler intervenire in modo approfondito sulla sanità «perché fra poco arriva la riforma rete ospedaliera in commissione» ma, sulle politiche sociali, ha osservato che «ci sono pochissime risorse in particolare per il sassarese e proprio in questi giorni è arrivato sul tavolo dell’assessore un dossier dell’ azienda ospedaliera di Sassari in cui si lamentano carenze gravissime (anche durante i periodi di degenza) nell’assistenza a causa di innumerevoli problemi riguardanti farmaci, presidi, personale medico e infermieristico». In materia di personale, Orrù ha fortemente criticato un recente provvedimento della Asl di Sassari con cui «si è affidata ad un medico siciliano la riorganizzazione del dipartimento di salute mentale e delle dipendenze; è uno schiaffo ai moltissimi medici sardi disoccupati». Soffermandosi infine sulle politiche per la famiglia, Orrù ha dichiarato che nella finanziaria «non c’è niente di importante, nonostante moltissime famiglie sarde siano in difficoltà e in condizioni di disagio socio-economico; sarebbe perciò il momento per la Regione di istituire un assessorato con delega specifica».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha parlato della parte della finanziaria relativa alla sanità come «documento-ghigliottina per il bilancio regionale dei prossimi anni». I piccoli ospedali sono in enorme difficoltà in tutti i territori, ha ricordato Tocco, «e questo è segnale negativo sull’efficacia della riforma, in uno scenario in cui Cagliari, Olbia e Sassari la stanno facendo da padroni a discapito di altre aree dell’Isola; in queste aree i processi di spopolamento continueranno con gravi conseguenze su aree interne e costiere molto importanti come Tempio, Bosa e Lanusei, con impatti altamente negativi, per quanto concerne i centri costieri, anche sulla stagione turistica».

Il consigliere Lorenzo Cozzolino (Pd) ha espresso la sua soddisfazione. «anche da operatore del settore» per gli stanziamenti nelle politiche sociali, in particolare per  i 33 milioni più altri 8 per i disturbi mentali (di cui almeno 2 servirebbero per andare incontro alle esigenze delicatissime dei beneficiari della legge 20), «risorse preziose alleviare i disagi di tantissime famiglie sarde in condizioni di povertà che ora avranno nuove opportunità, sia di inclusione sociale che di reinserimento lavorativo». Questo è un segnale forte, ha concluso, «per una fascia della nostra popolazione che si trova in condizioni di bisogno».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha ricordato che «dall’inizio della legislatura diciamo tutti che la sanità è il grande problema della Regione, è stata costituita anche una commissione di inchiesta, è stata predisposta una legge di riforma della rete ospedaliera per ridurre posti letto e migliorare prestazioni». Stiamo chiedendo sacrifici a tutti, ha aggiunto Truzzu, «ma ora sappiamo che c’è un buco cui bisogna fare fronte con aumenti di tasse ed un piano di rientro ed abbiamo bloccato le assunzioni però, di fronte allo sforzo enorme di contenere i costi, arriva una denuncia alla Corte dei conti con cui si mettono in luce alcune vicende alle consulenze della Asl di Sassari, decisioni che fra l’altro coincidono temporalmente con l’annuncio dell’assessore Demuro di tagliare le consulenze». Nel frattempo, ha concluso Truzzu, «con un provvedimento molto sovranista, un medico toscano è stato nominato nuovo coordinatore della rete regionale trapianti, oltretutto con trattamento economico massimo; è un esempio devastante».

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) ha sottolineato che «il problema fondamentale è sapere quanto costa e che servizio offre la sanità sarda e, sotto il profilo della spesa, i dati del Ministero dell’economia dice da 2006 a 2014 si è registrato un disavanzo crescente, mentre nel 2015 si è realizzato un raffreddamento spesa grazie al lavoro di tavolo specifico di monitoraggio sui costi di beni e servizi». Il disavanzo attuale, ad avviso di Ruggeri, «viaggia sì attorno ai 400 milioni però vanno considerati costi extra come quelli su farmaci innovativi, Irap e contratti del personale; è necessario perciò distinguere fra gli elementi del buco dei conti ed i costi reali, mentre sul piano generale va ricordato che in questa finanziaria il sistema viene sotto finanziato per oltre 100 milioni, con stati tagli che faranno emergere in seguito alcuni problemi di liquidità». La sanità sarda, ha detto ancora Ruggeri, «ha bisogno di misure draconiane preservando il diritto alla salute, misure che non possono essere introdotte mantenendo la rete ospedaliera attuale; è poi sbagliato assecondare pulsioni territoriali che non guardano la realtà, quella di una Sardegna che si trova agli ultimi posti in materia di qualità e adeguatezza di servizi e prestazioni, di qui la necessità di rilanciare il progetto di Asl unica come elemento necessario per il controllo spesa».

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha definito la sanità “il punto centrale della legge di bilancio non solo perché impegna oltre la metà delle risorse ma anche perché rappresenta la cartina di tornasole del livello di civiltà raggiunto”. L’esponente della minoranza ha criticato “la prassi del centrosinistra nel tentar di scaricare le responsabilità sulle precedenti gestioni” ed ha affermato: «Siete due anni al governo della Regione e dovrebbero incominciare a vedersi i primi risultati che invece non ci sono perché peggiorano assistenza e conti e ovunque operatori e cittadini lamentano disagi». Oppi ha quindi mostrato perplessità su una serie di azioni poste in essere dall’assessore: dall’accorpamento degli ospedali Brotzu, Oncologico e Microcitemico, passando per il blocco del turnover che non è rispettato in alcune aziende sanitarie. «Si sono ridotti i trapianti – ha incalzato il leader dei centristi – e al Brotzu come all’Aou di Sassari mancano operatori e personale». Oppi ha riconosciuto un miglioramento nella spesa farmaceutica, ma solo in riferimento a primi mesi del 2016 ed ha ribadito le critiche per la gestione della vicenda del Mater Olbia («ogni giorno si comunicano date diverse per l’apertura mentre non è stata ancora presentata alcuna domanda di accreditamento delle strutture, si aggiunga che dal 1 gennaio 2018 le risorse per il Mater confluiranno in quelle impiegate per le cliniche private, con immaginabili conseguenze»). Il consigliere dell’Udc ha quindi concluso ricordando la recente nomina, come responsabile dei trapianti, di un professionista della Toscana ed ha auspicato una “nuova strategia condivisa dall’intero Consiglio”.

 Il consigliere dei Socialisti, Raimondo Perra, ha affermato che “i costi della sanità, in Sardegna, crescono per una serie di ragioni tra le quali non si devono trascurare l’incidenza di una popolazione anziana ma anche il più elevato livello di inappropriatezza dei ricoveri”. «Così come – ha proseguito il presidente della Sesta commissione – la spesa farmaceutica si è ridotta ma dobbiamo tenere presente che siamo una regione con un’elevata incidenza di alcune malattie invalidanti come epatite e sclerosi». «Abbiamo cercato di porre rimedio a un disavanzo mostruoso – ha spiegato l’esponente della maggioranza – e siamo riusciti a tamponare la falla senza mettere le mani nelle tasche ei cittadini».

«Non tutto va bene – ha ammesso Perra – e permangono una serie di criticità come l’inadeguata posta in bilancio inadeguata per la parte corrente che mi auguro possa trovare risposta con successivi interventi».

Mondo Perra ha concluso preannunciando un emendamento per stanziare 2 milioni di euro per consentire ai Comuni il pagamento delle spettanze della legge 20 e auspicando la creazione del registro tumori.

Il consigliere Gianni Tatti (Udc) ha invitato la Giunta a “guardare al paziente prima ancora che ai conti e a lavorare perché  la riduzione della spesa si concretizzi nel taglio agli sprechi e non nel taglio ai servizi”.

L’esponente della minoranza ha dichiarato di condividere le dichiarazioni rese recentemente dall’assessore Arru riguardo la necessità di un piano specifico per la realtà sarda e di contrastare l’idea che il problema della sanità possa essere affrontato solo in base al numero degli abitanti: «Un cittadino del centro Sardegna deve avere gli stessi servizi di chi risiede nei due poli di Cagliari e Sassari». Tatti ha concluso dichiarandosi “deluso” da quanto scritto in finanziaria ed ha chiesto lumi sulle chiusure di alcune guardie mediche, come quelle dei piccoli centri di Usellus e Baressa.

La consigliera, Alessandra Zedda (Fi), ha rivolto critiche alle recenti azioni poste in essere dall’assessore della Sanità, ed in particolare per l’accorpamento del Brotzu, dell’Oncologico e del Microcitemico («quali benefici ne sono derivati ai pazienti?»). L’esponente dell’opposizione ha definito “false illusioni” quelle sul Mater Olbia ed ha affermato che “l’unico dato certo delle politiche sanitarie è il commissariamento, con relative proroghe, delle asl della Sardegna senza che si conoscano quali risultati hanno ottenuto i commissari e quali obiettivi abbiano centrato”. «Stiamo ammazzando la sanità privata che muore di “fuori badget” – ha concluso Alessandra Zedda – e così mortificate le poche cose che funzionano nella sanità sarda».

Il consigliere Marco Tedde (Fi) ha ribadito la centralità della sanità ed ha dichiarato che “è difficile gestire la sanità in Sardegna”. A giudizio di Tedde non “emerge la volontà e la capacità di invertire la tendenza”. Il consigliere della minoranza ha criticato duramente la gestione dei commissari straordinari delle Asl: «Sono diventati dei governatori nelle rispettive aziende, senza controllo e contano più dello stesso assessore». Tedde ha quindi definito “un fallimento” tutte le azioni poste in essere dalla Giunta per tentare di colmare il buco della sanità, ad iniziare dall’aumento di irpef e irap passando per la mancata applicazione delle disposizioni sul blocco del turnover. Marco Tedde ha concluso denunciando “disparità nei trattamenti tra i diversi territori” ed ha evidenziato come di recente anche alcuni consiglieri del centrosinistra abbiano richiesto, in un’interpellanza, le dimissioni dell’assessore Luigi Arru.

Ha quindi preso la parola il consigliere dell’Udc Giuseppe Pinna (Udc) che ha rivolto un monito all’Aula sul rischio chiusura, a causa dei tagli alla spesa, di vari presidi sanitari. «Auspico che l’efficientamento dell’Areus possa metterci una pezza altrimenti saranno dolori – ha detto Pinna – le zone interne sono scarsamente considerate eppure rappresentano il cuore pulsante dell’Isola. Se questo non funziona, gli effetti saranno devastanti».

Il rappresentante della minoranza ha poi rivolto un appello alla maggioranza per il riavvio della vertenza con lo Stato sulle entrate fiscali:« Se non si risolve questa vertenza tra qualche tempo noi sardi  saremmo costretti a partire sui barconi».

Al termine dell’intervento del consigliere Pinna, ha assunto la presidenza il vicepresidente Eugenio Lai che ha dato la parola al capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula. L’esponente sovranista, dopo aver espresso apprezzamento per l’operato dell’assessore alla Sanità Luigi Arru, ha sollecitato più attenzione sul fronte della prevenzione dei tumori. «In passato la Regione sarda ha adottato le campagne nazionali di screening oncologico avviando controlli periodici per la prevenzione del cancro alla mammella, alla cervice uterina e al colon retto – ha affermato Usula – lo screening ha riguardato migliaia di donne, oggi le adesioni sono in netto calo perché non è possibile eseguire gratuitamente i test e, in alcuni casi, le distanze tra i luoghi di residenza dei pazienti e i presidi dove eseguire gli esami sono troppo marcate».

Usula ha quindi auspicato lo stanziamento di più risorse per la prevenzione e un loro migliore utilizzo: «La diagnosi precoce di un tumore consente di dare speranza di vita normale alle persone e, allo stesso tempo, permette di avere benefici anche dal punto di vista del contenimento della spesa: un intervento in endoscopia ha costi minori rispetto a un intervento chirurgico invasivo».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha ricordato, in premessa, il peso della sanità sul bilancio regionale: «La voce relativa al sistema sanitario rappresenta oltre il 50% della spesa della Regione Sardegna – ha detto Dedoni – ciò impedisce di indirizzare le manovra finanziaria su politiche per lo sviluppo e per l’occupazione. E’ una condizione che viene da lontano, ma oggi permangono situazioni che aggravano ulteriormente i costi della sanità».

Secondo Dedoni, si è fatto poco sul fronte delle riforme: «Non si è riorganizzato il sistema sanitario né la rete ospedaliera – ha rimarcato – mi pare che anziché cercare condizioni virtuose per ridurre gli sprechi e rendere efficace l’azione amministrativa si prosegua con le vecchie logiche».

Il capogruppo dei Riformatori, dopo aver sottolineato che l’obiettivo della sanità è quello di garantire le migliori prestazioni ai malati, ha chiesto chiarimenti sulla gestione delle Asl: «Entro il 31 marzo dovranno rinominati i commissari, si va verso un regime commissariale in cui ci sono padroni che ordinano e altri che eseguono. Il sistema denunziato dai sindacati dei medici grida vendetta. Le selezioni e i concorsi aggirano il blocco del turn over».

Luca Pizzuto (Sel) ha sollecitato una discussione «approfondita e articolata» sull’articolo 4. «E’ un tema che riguarda non solo la sanità ma tutto il bilancio sul quale la sanità ha una parte rilevante – ha sottolineato Pizzuto – apprezzo l’approccio eroico da parte dell’assessore che cerca di governare un groviglio di interessi va avanti da molto tempo».

L’esponente di Sel ha poi espresso un giudizio positivo sulla decisione di confermare in finanziaria le somme destinate alla sanità con l’obiettivo di garantire a tutti il diritto alla salute. «Il cuore della manovra è la spesa sociale,  il livello di civiltà di una società è il modo con cui ci si approccia agli ultimi – ha detto Pizzuto – Enrico VIII prevedeva l’impiccagione per chi chiedeva l’elemosina e rubava beni di prima necessità. I poveri, durante il suo regno, sparirono. Vennero impiccate 72mila persone. E’ un sistema di welfare che oggi si vorrebbe riportare in auge in molti paesi europei e forse anche nel nostro».

Secondo Pizzuto, il livello di civiltà del governo regionale si misurerà nella sua capacità di creare politiche attive in grado di far uscire le persone dalla povertà. «Va bene il contenimento della spesa – ha concluso il consigliere di maggioranza – ma questo va fatto mettendo al centro le persone e non con il taglio dei fondi. In questa finanziaria si deve marcare una prospettiva di sinistra sulla gestione della spesa sociale».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha evidenziato che «i costi della sanità sarda sono enormi e non consentono alla Regione di fare molto altro; per ogni sardo si spendono oltre 2000 euro l’anno, più di 170 al mese, cifre che dovrebbero escludere il ritorno alla povertà, cosa che invece non è». Secondo Carta non si può retrocedere sul livello dei servizi, «perché i presidi territoriali sono indispensabili, vanno migliorati e resi più efficienti, mentre invece la retrocessione c’è, su ospedali, guardie mediche, servizi e prestazioni». Eppure, ha osservato, «da una maggioranza di centro sinistra sarebbe stato lecito aspettarsi il contrario, eppure ha fatto il job act, il salvataggio delle banche e non dei risparmiatori, ha tutelato le compagnie petrolifere ed abbandonato gli operari Alcoa; che nessuno dica che così si difendono i poveri, quello che sta accadendo è profondamente diverso e, in particolare, è sbagliato abbandonare la famiglia che i famosi 170 euro al mese non li vede, perché non c’è nessuna alternativa se vogliamo difendere la nostra società».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha riportato il recente articolo di un quotidiano secondo il quale «la sanità sarda è nel caos». Al di là delle qualità personali, ha aggiunto, «i risultati dell’assessorato sono deludenti e la finanziaria non mette rimedio nemmeno agli errori dello scorso anno mentre, quanto alle politiche sociali, ci sono stati tagli molto forti anche per la non autosufficienza». In tutti i territori della Sardegna, ha poi ricordato Rubiu, «amministrazioni locali e popolazioni si stanno ribellando con grandi manifestazioni popolari di protesta perché in effetti sulla sanità non c’è stato nessun cambio di rotta, solo maggiori debiti, caduta della qualità dei servizi, liste di attesa raddoppiate, perfino servizi sanitari in ambulanza che trasferiscono i pazienti da un andito all’altro». Il capogruppo dell’Udc ha concluso richiamando l’attenzione della Giunta sulla situazione del personale della Asl n.7 «nel caos per operazioni di trasferimento di reparti, personale ed attrezzature che sembrano non avere fine».

Ha riassunto la presidenza dell’Assemblea il presidente Gianfranco Ganau.

Il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha ricordato in apertura le sue dichiarazioni in una recente riunione della commissione d’inchiesta sulla spesa sanitaria, per ribadire che «molte cose non vanno, non voglio essere corresponsabile della cappa di ipocrisia che grava sulla politica e negli anni ha provocato alla sanità sarda danni enormi con una gestione scorretta, caratterizzata appunto da eccessive ingerenze e connivenze della politica nel sistema; sono cose che tutti lo sappiamo ma che nessuno». Nella sanità c’è del marcio, ha insistito Desini, «perché vengono ripetutamente stravolte le regole, per esempio a Sassari dove nella Asl n.1 ci sono 120 amministrativi in più rispetto alla pianta organica ed invece mancano tecnici di radiologia e di laboratorio; ecco perché non riusciamo a dare risposte ai sardi, che l’assessore denunci davvero le richieste di raccomandazione come ha annunciato, io non voglio niente, voglio solo che certe schifezze non si ripetano».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha invitato tutti «a cercare di fare una analisi equilibrata, perché è interesse comune uscire da una situazione molto difficile, con livelli di  spesa fuori controllo che hanno una incidenza elevatissima sui conti della Regione». Alcuni buoni risultati ci sono, ha continuato Cocco, «come nella spesa farmaceutica è calata di oltre 6 milioni nonostante i 25 utilizzati per i prodotti innovativi, un investimento importante che va inquadrato in una rivendicazione nei confronti dello Stato per ottenere una deroga per Sardegna che paga per intero la sua sanità». Al di là delle politiche settoriali, Cocco ha messo l’accento sull’importanza della «riforma per istituire nuovi servizi, centri della salute, ospedali di comunità, la centrale acquisti ed il servizio di emergenza-urgenza». La fase del commissariamento, ha inoltre auspicato Cocco, «deve essere superata subito dopo la finanziaria riorganizzando la rete con una asl unica o altre soluzioni e tutto questo va fatto rapidamente, riorganizzando ogni luogo della Sardegna che deve essere raggiunto ma non in condizioni uguali dappertutto».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, rivolto all’assessore della Sanità Luigi Arru, ha messo in evidenza che «dai banchi dell’opposizione sono state segnalate situazioni di politica sanitaria che non vanno, con esempi concreti riguardanti alcuni ambiti locali, a differenza della maggioranza che ha accusato l’assessore di portare alla sanità allo sfascio, a conferma del fatto che molti si ergono a grandi moralizzatori dimenticando di leggere bene i propri curriculum professionali e politici, compreso il ricorso a società interinali». Penso che aumenterà il lavoro della commissione d’inchiesta, ha previsto Pittalis, «perché partiti da prefisso si sono trovati ad avere cifre elettorali importanti proprio per l’invadenza della politica; la realtà è che le direttive ai commissari le danno altri, altrimenti non sarebbero nate nuove strutture complesse e nuove consulenze ignorando graduatorie; abbiamo l’impressione che alcune cose passino sulla testa dell’assessore».

A nome della Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha assicurato che è sua abitudine assumersi ogni responsabilità, «fornendo dati oggettivi, non articoli di giornale ma documenti ufficiali secondo cui in molti reparti delle asl sarde le soglie di qualità e di sicurezza sono al di sotto delle soglie scientifiche». Il cambiamento delle politiche sanitarie è un problema di tutto il mondo occidentale, ha detto ancora l’assessore, «e temi di tale complessità non possono essere trasferiti sul piano della polemica sul nuovo coordinatore dei trapianti, scelto per puntare su politiche innovative perché in Sardegna registriamo in preoccupante aumento dei dinieghi alle donazioni; sono temi che riguardano le rigidità nell’orario di lavoro ed il blocco del turn over, la presenza dei medici che in Sardegna è superiore alla media nazionale e stiamo controllando dove sono e cosa fanno». Non stiamo partendo affatto da zero, ha detto ancora Arru, ricordando che «in Sardegna abbiamo hospice contro il dolore che sono una avanguardia a livello nazionale e prima non c’erano, abbiamo tutti i dati sui pazienti sardi affetti da sclerosi multipla dai quali emerge che abbiamo il primo posto in Europa con 300 malati ogni 1000 abitanti per cui possiamo impostare su basi nuove e solide il rapporto con lo Stato su basi concrete; in definitiva stiamo aumentando qualità e tutele, non garantendo tutto dappertutto rinforzando le nostre strutture con l’aumento di specialisti».

Concluso il dibattito generale,  è cominciato l’esame degli emendamenti presentati all’articolo 4.  Dopo una serie di emendamenti bocciati per alzata di mano senza interventi, Pietro Pittalis capogruppo di Forza Italia Sardegna ha dichiarato di ritirare tutti gli emendamenti soppressivi totali. Li abbiamo presentati – ha detto – per stimolare un ampio dibattito sui problemi della sanità sarda. Li ritiriamo ma ci riserviamo di intervenire sugli emendamenti aggiuntivi.

L’unico emendamento soppressivo totale mantenuto dall’opposizione è stato il 186 (uguale al 602). Questo emendamento intendeva sopprimere il comma 17 sulla figura degli Utenti e familiari esperti (UFE). Su questo emendamento il capogruppo di Forza Italia ha chiesto il voto segreto. L’emendamento non è stato approvato (votanti 55, sì 25, no 30, astenuto il presidente Ganau).

Approvato, invece, per alzata di mano, l’emendamento 529, sostitutivo parziale del comma 5 dell’articolo 4. Questo emendamento prevede la sostituzione dell’articolo 1 della legge regionale 3 dicembre 2015, n. 32 (Disposizioni in materia di sanità pubblica. Prime misure per la copertura delle perdite pregresse). Per l’anno 2016 la somma di  114.518.000 euro è destinata al ripiano del disavanzo per il 2014 delle aziende del servizio sanitario regionale, la somma di euro 14.557.000 al rimborso dei crediti delle aziende sanitarie locali verso le gestioni liquidatorie delle cessate UUSSLL e la somma di 28.761.000 euro è destinata ad assicurare alle aziende del servizio sanitario regionale il recupero delle risorse assegnate con la deliberazione della giunta regionale n. 50/40 del 5 dicembre 2006 (Indirizzi per la gestione economico-finanziaria delle aziende sanitarie). Questo emendamento sopprime, inoltre, il comma 1 dell’articolo 2 della legge regionale 3 dicembre 2015 n. 32 (copertura delle perdite pregresse).

E’ stato votato il testo dell’articolo 4 con due emendamenti orali presentati da Rossella Pinna (Pd) al comma 17 e dal presidente della commissione Sanità Raimondo Perra sul comma 14. 

Posto in votazione l’Aula non ha approvato l’emendamento 687 e successivamente il n. 358 mentre sull’emendamento 741 il capogruppo di Sdl, Roberto Desini, ha proposto un emendamento orale per riservare i contributi solo alle società sportive iscritte all’albo regionale, ma il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, si è dichiarato contrario e il Consiglio ha votato l’emendamento n. 741 nella originaria formulazione che stanzia 400 mila euro per l’acquisto di defibrillatori alle società sportive e ai gestori di impianti sportivi.

Via libera anche l’emendamento n. 742 che stanzia 1.500.000 euro all’Izs di Sassari; via libera anche all’emendamento n. 531 che autorizza la Giunta ad utilizzare le risorse della legge 9/2015 anche per prestazioni effettuate nel 2016 e all’emendamento n. 532 che riassegna alle Asl che hanno perseguito gli obiettivi per lo sviluppo dell’Adi le somme di quelle Asl che non hanno sviluppato i servizi di assistenza domiciliare integrata.

Approvato successivamente anche l’emendamento n. 336 che indica il tempo di tre mesi per l’integrazione sino a 10 milioni di euro del fondo per la non autosufficienza.

Sull’emendamento n. 337 il consigliere Pizzuto (Sel) ha espresso perplessità sulla cosiddetta “copertura a salvaguardia” che ammonta a 10 milioni di euro e il consigliere di FdI, Paolo Truzzu, ha presentato un emendamento orale, accolto dall’Aula, per fissare in 90 giorni il tempo concesso alla giunta per l’approvazione dei programmi di cui al comma 13 dell’articolo 4.

Posto in votazione l’emendamento 337 è stato approvato mentre non è stato approvato l’emendamento n. 393.

Dichiarato decaduto l’emendamento n. 811 che emendava l’emendamento n. 533, il consigliere Luca Pizzuto (Sel) ha dichiarato di declinare l’invito al ritiro formulato dal relatore della maggioranza e presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd). Pizzuto ha quindi sottolineato la valenza politica dell’emendamento 533 che prevede l’utilizzo dei fondi per il sostegno alle persone e alle famiglie in condizioni di disagio, di cui al comma 13 dell’articolo 4, “anche per la realizzazione del reddito di inclusione sociale”.

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha dichiarato che il tema del reddito di inclusione sociale è nell’agenda della giunta e della maggioranza e consentire che i fondi per il sostegno alle famiglie e alle persone disagiate “può essere una proposta da recepire e un segnale positivo per i giovani disoccupati”.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha chiesto chiarezza alla Giunta e alla maggioranza: «Le spese sociali non sono legate alla sanità ed è un danno la confusione che si fa tra assistenza, beneficenza e sanità». «La povertà – ha concluso Dedoni – non si sana con le elemosine».

Il capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula, è intervenuto per comunicare di essere tra i sottoscrittori dell’emendamento 533 insieme anche con il capogruppo di Upc-Socialisti, Pierfranco Zanchetta.

Il consigliere di SdL, Gianfranco Congiu, ha preannunciato voto contrario: «Il tema del reddito di cittadinanza va affrontato in un dibattito serio e nelle sedi preposte e deve realizzarsi con l’apposito iter legislativo».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, pur riconoscendo la validità della proposta di un reddito di inclusione ha definito l’emendamento “posticcio in una finanziaria senza soldi” ed ha concluso: «E’ soltanto propaganda ed è tutto una bugia».

Il consigliere Marco Tedde (Fi) ha dichiarato: «Non ci interessa partecipare al dibattito tutto interno alla maggioranza e l’emendamento è solo propaganda per fare qualche minuto di gassosa senza gas».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, è intervenuto a sostegno dell’inziativa e dell’emendamento: «Il reddito di inclusione sociale è nel programma di governo ed è arrivato il momento di realizzarlo, per questo invito tutti a non trascurare la valenza  politica dell’emendamento».

Il consigliere di Sdl, Augusto Cherchi, ha ricordato di essere tra i firmatari della proposta di legge, esitata in Sesta commissione, per il reddito di inclusione sociale ma – ha affermato – non credo che il reddito di inclusione sociale possa passare con un emendamento in finanziaria e per questo dichiaro voto contrario.

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione l’emendamento n. 533 che non è stato approvato con 27 no e 23 sì.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento aggiuntivo n. 659 (Zedda e più) che proponeva lo stanziamento di un milione di euro a favore dello Ierfop per contrastare e ridurre l’abbandono e la dispersione scolastica delle persone con disabilità sensoriale, fisica e intellettiva.

«E’ un tema rilevante – ha detto Alessandra Zedda (Forza Italia) – stiamo parlando di persone con disabilità che vanno aiutate».

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci ha annunciato lo stanziamento di 150mila euro per lo Ierfop. «E’ la somma attualmente disponibile nel bilancio regionale – ha spiegato l’assessore – capisco che non sia tantissimo ma è sempre meglio dello zero finora iscritto nel capitolo di bilancio».

La consigliera Zedda, pur sottolineando l’insufficienza delle risorse, ha annunciato il ritiro dell’emendamento apprezzando lo sforzo fatto della Giunta.

L’Aula ha quindi respinto l’emendamento n.249 (Dedoni e più) che proponeva anch’esso lo stanziamento di 1 milione di euro a favore dello Ierfop.

Sull’emendamento n.658 ha preso la parola Alessandra Zedda (Forza Italia): «Si tratta di una proposta presentata anche nella scorsa finanziaria – ha spiegato la consigliera azzurra – proponiamo uno stanziamento di 400mila euro per programma di sport terapia a favore dei disabili. Non è un aumento di spesa ma un provvedimento di indirizzo. Ottenuto il parere favorevole della Giunta, l’emendamento è stato approvato dall’aula.

Bocciato invece l’emendamento n. 660 (Zedda e più) che proponeva lo stanziamento di 5 milioni di euro per la concessione di prestiti previdenziali e misure di sostegno al reddito a favore di lavoratori espulsi dal mercato del lavoro.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n.338 con il quale si proponeva di incrementare con 3 milioni di euro il fondo per le borse di studio degli specializzandi in medicina: «Lo scorso anno i fondi sono stati tagliati – ha detto Paolo Truzzu (FdI) – oggi sono previsti in bilancio 6,9 milioni di euro per le borse già avviate, ma non c’è un euro per le nuove borse. Senza questi soldi molti giovani medici non avranno la possibilità di frequentare i corsi di specializzazione. Lo stanziamento non è un costo ma un investimento. I medici che si specializzano trovano subito lavoro».

Roberto Deriu (Pd) ha annunciato il voto contrario all’emendamento spiegandone le ragioni: « Non vorremmo che ci facesse confusione – ha detto Deriu – abbiamo previsto misure a favore delle università anche riguardo a questa materia, gli interventi sono stati concordati con gli atenei e i rappresentanti degli studenti».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato che la posta in bilancio per gli specializzandi era di 11 milioni e si è poi ridotta a 7 milioni. «Il problema è consentire ai laureati in medicina di potersi specializzare – ha detto Pittalis – non serve mettere i soldi nel calderone per l’università ma occorre finalizzare le risorse alle specializzazioni integrando un fondo attualmente insufficiente».

Giorgio Oppi (Udc) ha ricordato che i costi delle specializzazioni sono aumentati nel corso degli anni. «Sono sopravvenute nuove esigenze – ha detto Oppi – in alcuni casi manca personale, in Sardegna ci sono pochi anestesisti. L’esperienza dello scorso anno dice che ridurre ulteriormente gli stanziamenti crea difficoltà».

Angelo Carta (Psd’Az) ha annunciato il suo voto favorevole: «La maggioranza parla di sostegno al sociale e ai giovani – ha affermato il capogruppo sardista – questo emendamento dà possibilità alla maggioranza di tradurre in fatti concreti le enunciazioni di principio». Messo in votazione, l’ emendamento n. 338 è stato respinto con 30 voti contrari e 22 a favore.

L’Aula ha poi bocciato in rapida successione gli emendamenti nn. 718, 280, 282 e 250.

Sull’emendamento n.281 è intervenuto il consigliere di Forza Italia Marco Tedde: «Chiediamo di prevedere un finanziamento di 2 milioni di euro per i lavoratori in house delle province che rischiano di perdere il loro posto di lavoro – ha detto Tedde – senza questo intervento sono a rischio alcuni servizi fondamentali per i cittadini finora garantiti dagli enti locali». L’emendamento è stato respinto.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento n.266 presentato dal consigliere di sinistra sarda Alessandro Unali con il quale si proponeva lo stanziamento di 300mila euro per l’avvio di una campagna di informazione in tema di sicurezza sui posti di lavoro. Il consigliere Unali non ha accolto l’invito al ritiro da parte della Commissione spiegandone le ragioni: «I morti sul lavoro non diminuiscono, servono più informazione e campagne di prevenzione mirate».

Voto contrario all’emendamento è stato annunciato dal consigliere Luigi Crisponi (Riformatori): «Una parte dei soldi per finanziare la campagna informativa verrebbe sottratta all’università di Nuoro – ha spiegato Crisponi – una proposta che non può essere accolta». L’emendamento è stato bocciato.

Stessa sorte per gli emendamenti aggiuntivi nn. 339, 340, 394, 395, 396, tutti della minoranza, mentre gli emendamenti n. 534, 535 e 541, presentati dalla maggioranza, sono stati ritirati.

Disco verde, invece per l’emendamento di sintesi n. 818 che accorpa il n.744 e 270. A favore dell’emendamento, che istituisce un fondo annuo di 600mila euro all’anno per le comunità di accoglienza dei detenuti, si è schierata la consigliera del Centro Democratico Annamaria Busia: «Con questo emendamento diamo un supporto stabile alle comunità di accoglienza e consentiamo a soggetti imputati e condannati di poter usufruire di misure alternative alla detenzione – ha detto Busia – il sostegno pubblico fino ad ora si è limitato a interventi che non sono in grado di garantire seri percorsi di recupero».

Busia, dopo aver sottolineato l’importante decisione assunta dalle comunità di recupero che da qualche messe hanno deciso di associarsi, ha ribadito la necessità di garantire percorsi rieducativi efficaci. «Tenere le persone in comunità anziché in carcere consente un grande risparmio economico. Ospitare un detenuto in un penitenziario costa 150 euro al giorno contro i 55 euro delle comunità. Inoltre, gran parte dei soldi viene utilizzata per attività educative – ha concluso Busia – la permanenza nei centri di accoglienza e di rieducazione abbatte drasticamente le percentuali di recidiva».

Voto favorevole ha annunciato anche Luca Pizzuto (Sel). «E’ un emendamento importante per sviluppare un sistema di aiuti nei confronti di chi sbaglia».

Il presidente della Commissione Bilancio, Franco Sabatini, ha rilevato l’assenza dell’indicazione della copertura finanziaria nell’emendamento di sintesi da recuperare, eventualmente, dall’emendamento n. 744.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, pur d’accordo con il contenuto della proposta, ha auspicato una diversa modalità di individuazione degli stanziamenti. «Lo Stato spende 150 euro al giorno per tenere un detenuto in carcere – ha detto Dedoni – in questo caso la cifra giornaliera per le comunità è di 55 euro. Si consente allo Stato di risparmiare. Chiediamo almeno che questa operazione non vada a carico del bilancio regionale».

Di diverso avviso il capogruppo di Forza Pittalis: «E’ un tema sensibile – ha detto Pittalis – lo dico da avvocato. In questi casi non bisogna aspettare l’intervento dello Stato. Questo emendamento è un segnale forte di solidarietà vera. Si fa cosa utile e meritoria»

Giudizio positivo anche da parte dei capigruppo di Sovranità, Democrazia e Lavoro, Roberto Desini, e dei Cristiano Popolari Socialisti, Pierfranco Zanchetta, che hanno annunciato il loro voto favorevole.

L’emendamento di sintesi n. 818 è stato approvato.

Via libera anche all’emendamento n. 817 (Piscedda e più) che stanzia 150mila euro a favore degli Enti autorizzati alle adozioni internazionali con sede in Sardegna.

Respinti invece gli emendamenti della minoranza nn. 794, 541, 542, 662 e 663.

Successivamente il Consiglio ha respinto una serie di emendamenti presentati dall’opposizione: approvati, invece, gli emendamenti aggiuntivi nn. 743 e 745 (Sabatini e più). Il primo stanzia per il 2016 la somma di 4,5 milioni per il finanziamento di cantieri in cui potranno essere impiegati, presso vari soggetti della pubblica amministrazione, lavoratori provenienti dalla cassa integrazione o altri ammortizzatori sociali. Il secondo finanzia con 300.000 per l’anno 2016 lo sviluppo e la valorizzazione del servizio civile volontario.

Sull’emendamento n.483 il consigliere Paolo Truzzu, primo firmatario, ha lamentato che «nella finanziaria, anche se i dati statistici che riguardano la Sardegna sono disastrosi perché in pochi anni mancheranno 500.000 sardi; per questo proponiamo detrazioni per le famiglie numerose e 1000 euro per ogni bambino fino ai 5 anni, considerando che negli ultimi 10 la natalità è calata del 15%, vogliamo dire ai sardi che si può scommettere nuovamente sulla famiglia».

Messo ai voti, l’emendamento n. 483 è stato respinto con 31 voti contrari e 20 favorevoli.

Sull’emendamento n. 654 il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ricordato che la proposta fa riferimento all’impiego dei a lavoratori disabili e da questo, ha aggiunto, «prendiamo spunto per denunciare la mancata applicazione di una legge della Regione, con motivazioni incomprensibili».

Il Consiglio ha poi respinto l’emendamento n. 654 con 32 voti contrari e 20 favorevoli.

 

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Palazzo della Regione 2 copia

La Giunta regionale ha approvato definitivamente, su proposta dell’assessore Raffaele Paci le direttive di attuazione per gli aiuti alle imprese: aiuti alle start up innovative, alle imprese in fase di avviamento e sviluppo, alle nuove imprese innovative e alle piccole e medie imprese. Le direttive di attuazione degli incentivi alle imprese per la programmazione 2014-2020 – discusse, elaborate e messe a punto con gli assessorati del Lavoro, dell’Industria, dell’Artigianato e Turismo e della Pubblica Istruzione – sono state approvate dalla Giunta lo scorso 19 febbraio dopo essere state condivise con sindacati, imprese, amministratori. Cardine delle direttive è la semplificazione, e la conseguente velocizzazione, di bandi e procedure per mettere in campo 500 milioni destinati alle imprese in Sardegna, la quota europea (quella che necessita appunto delle direttive di attuazione) dei 725 deliberati a settembre.
E’ stata disposta l’immediata attivazione della procedura di acquisizione in comando per tre figure professionali in arrivo da altre pubbliche amministrazioni, su proposta dell’assessore Gianmario Demuro: due, con competenze in materia di cave e attività estrattive, destinate alla direzione generale dell’Industria; una terza riguarda la direzione dei servizi finanziari. La Giunta ha approvato i criteri proposti dall’assessore Cristiano Erriu per la redazione dell’elenco dei revisori dei conti degli enti locali. Secondo quanto previsto dal riordino del sistema delle autonomie locali (art. 36 della legge regionale n. 2 del 4 febbraio 2016) si dovrà procedere con l’estrazione pubblica dei liberi professionisti abilitati. Sino a quando non sarà pienamente operativo tale meccanismo di nomina dei revisori (che passerà per l’approvazione da parte dell’assessore regionale degli Enti locali), si applicheranno le norme attualmente in vigore. Inoltre, la Giunta ha approvato lo schema del protocollo d’intesa sull’attuazione, monitoraggio e qualificazione delle funzioni e del personale coinvolto nel processo di riordino istituzionale, in particolare quello delle Province. L’esecutivo ha delegato gli assessori degli Enti locali e degli Affari generali alla firma del Protocollo che sarà sottoposto per la sottoscrizione alle organizzazioni sindacali e ai rappresentanti delle Associazioni dei Comuni.
La Giunta, su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, ha deciso di non sottoporre all’ulteriore procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via) il progetto di coltivazione e recupero ambientale della cava di argillite “Bruncu Orri” di Nuraminis, a condizione che siano rispettate e recepite le prescrizioni. Escluso da ulteriore procedura di Via, sempre nel rispetto di prescrizioni, anche l’intervento per l’impianto di smaltimento e recupero di rifiuti speciali non pericolosi proposto a Olbia. L’Esecutivo ha approvato il nulla osta alla esecutività della proroga dell’esercizio provvisorio del bilancio per l’anno 2016 sino al 30 aprile per Ente foreste. Si è infine espresso positivamente sull’intesa con la Capitaneria di Porto di Cagliari sul Piano di gestione dei rifiuti del porto turistico di Marina Piccola.
È stato definitivamente approvato, infine, come richiesto dall’assessore Virginia Mura, l’istituzione del Fondo Social Impact Investing, in seguito al parere favorevole della Commissione competente del Consiglio regionale, trasmesso lo scorso 10 marzo.

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Il Consiglio regionale ha approvato questa sera l’articolo 3 della Manovra finanziaria. Intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha comunicato al Consiglio l’esito dell’incontro con i lavoratori Alcoa a Carbonia, cui hanno partecipato anche i consiglieri Luca Pizzuto, Angelo Carta, Edoardo Tocco e Gianluigi Rubiu. Abbiamo espresso solidarietà ai lavoratori, ha ricordato Cocco, «assumendo anche impegni su una difficile vertenza che va accelerata sia con l’intervento del presidente Pigliaru che con la decisione di investire del problema il presidente del Consiglio Renzi, cosa che si sta cercando di fare lavorando sul costo dell’energia che deve tornare ad essere competitivo sul mercato mondiale; agiremo anche, attraverso un documento dell’Assemblea, presso i parlamentari sardi».

Sempre sull’ordine dei lavori, il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha sottolineato che «la situazione appare molto più grave di quanto si potesse pensare, perché i tre sindacalisti non hanno nessuna intenzione di scendere dal silos dell’azienda a sessanta metri di altezza senza risposta concrete; siamo di fronte ad una partita complicata ma è indispensabile che il Consiglio si faccia carico del problema con tutto il suo impegno per sensibilizzare il presidente del Consiglio, anche attraverso il documento dei capigruppo».

Successivamente il Consiglio ha ripreso la discussione degli emendamenti collegati all’art. 3, respingendo una serie di proposte presentate dall’opposizione.

Approvato, invece, l’emendamento n.738 (Sabatini e più) che prevede uno stanziamento di 200.000 euro l’anno per il triennio 2016-2018 a favore dei Comuni per la realizzazione di centri comunali di raccolta dei rifiuti (eco-centri).

Sull’emendamento n. 800, relativi agli interventi di bonifica dall’amianto, il consigliere Gianmario Tendas (Pd) ha proposto un emendamento orale ricordando che, a fronte dello stanziamento di 1.4 milioni, «c’è esigenza non solo di assicurare la attività bonifica ma anche la sostituzione del materiale inquinante con materiale eco-compatibile, con particolare riferimento agli edifici pubblici».

Il presidente Ganau ha comunicato che la proposta sarà esaminata in sede di votazione del testo dell’articolo.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è detto d’accordo con Tendas «ma a condizione che si aumentino le risorse altrimenti la lotta all’amianto diventa solo una enunciazione di principio, dato che è evidente che sostituire i materiali dopo la bonifica costa di più».

Il presidente Ganau ha preso atto delle volontà manifestate, ribadendo il rinvio al testo.

Successivamente, il Consiglio ha votato e respinto una serie di emendamenti dell’opposizione.

Approvato, invece, l’emendamento n. 518, proposto dalla Giunta, che prevede l’aumento delle risorse fino a 1.5 milioni di euro per il ripristino di opere pubbliche danneggiate da calamità naurali.

Il presidente ha messo in votazione il testo dell’articolo.

Il consigliere Gianmario Tendas, del Pd, ha riformulato la sua proposta di emendamento orale, condividendo alcune considerazioni del collega Pittalis e ricordando la presentazione di altri per incrementare la spesa cui non si è potuto dare seguito per problemi finanziari. «E’ vero tuttavia – ha aggiunto Tendas – che negli anni successivi ci sono 9 milioni per il 2017 ed il 2018, risorse con cui cercheremo di ovviare alla mancata sostituzione del materiale che in passato non si faceva».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha formulato un altro emendamento orale al comma 22 con cui si prevede un intervento nell’agro del comune di Irgoli, proponendo l’estensione dell’intervento anche al Comune contiguo di Orosei. Si tratta in sostanza di declassificare alcuni terreni comunali, originariamente destinati all’uso boschivo e pascolativo.

Il presidente ha quindi messo in votazione il testo dell’art.3 con le modifiche introdotte. Il Consiglio ha approvato.

Si è poi passati all’esame degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 3.

L’Aula, con votazione palese, ha subito respinto l’emendamento n. 694 (Carta e più) che proponeva azioni di sostegno oltre che per le aree marine protette già esistenti anche per quelle di nuova istituzione.

Approvato invece l’emendamento n.763 (Sabatini e più) che stanzia un milione di euro per interventi di risanamento estetico-ambientale attraverso l’interramento dei cavi telefonici aerei e l’eliminazione delle palificazioni.

Via libera anche all’emendamento n.806 che emenda il n.520 e consente di recuperare una quota di 10 milioni di euro dalle somme giacenti presso Ismea. Denari da destinare alla costituzione di un Fondo finalizzato ad interventi per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese che operano nel settore della produzione agricola primaria e della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. 

Disco verde anche per l’emendamento n.520 che stanzia 800mila euro per il finanziamento e progettazione di opere di competenza dei Consorzi di Bonifica.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n.279 (Tedde e più) che proponeva un finanziamento di 2,2 milioni di euro per le bonifiche della pineta Mugoni di Alghero, semidistrutta da un incendio.

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia ha descritto un quadro preoccupante: «Nella zona erano presenti diversi campeggi abusivi, l’incendio ha provocato danni ingenti, se non si interviene immediatamente con le bonifiche ambientali si rischia l’inquinamento di un area di grande pregio. Serve un intervento coraggioso per non avere rimpianti in futuro».

Al consigliere Tedde ha replicato l’assessore all’Ambiente Donatella Spano: «E’ molto chiaro alla Giunta il valore della pineta Mugoni – ha detto Spano – siamo intervenuti con rapidità quando c’è stato l’incendio, stiamo ora coordinando azioni di messa in sicurezza avendo ben presente questa problematica di un’area che fa parte del Parco e della riserva marina. Siamo consapevoli e per questo interverremo per cercare di trovare le risorse per le bonifiche della pineta e di altre aree del Nord Sardegna».

Messo in votazione, l’emendamento 279 è stato bocciato con 30 no e 20 sì.

Il presidente ha quindi messo in discussione l’emendamento n. 420 per il quale la Commissione aveva rivolto un invito al ritiro ai presentatori. Il primo firmatario, Luigi Lotto (Pd) ha annunciato il ritiro dell’emendamento in discussione e di quello successivo (n. 421). ha detto Lotto – il problema è chiaro a tutti. C’è una zona dove un incendio ha provocato un danno ambientale non sopportabile in una area di questo pregio. A noi interessa che la Giunta abbia presente il problema».

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n.422 (Lotto e più) che proponeva il rifinanziamento di 600mila euro per interventi definanziati in base alla legge 5 del 2015. «C’è un problema che riguarda le opere realizzate dai alcuni comuni per le quali era stato fissato il termine di 90 giorni dall’approvazione della legge – ha spiegato Lotto – alcune amministrazioni, pur avendo finito le opere, non sono riuscite a presentare la documentazione. Chiedo alla Giunta di fare una valutazione e di verificare la possibilità di intervenire».

Ha quindi preso la parola l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci: «La situazione è nota – ha affermato l’esponente dell’esecutivo – è dovere di tutti, quando si fissano delle regole farle rispettare. Si sono verificati degli inconvenienti, ho incontrato personalmente i sindaci. C’è l’impegno a prendersi cura dei problemi anche con la collaborazione dei comuni. A condizione però di mantenere le regole altrimenti si rischia di aprire una voragine nei conti pubblici. Cercheremo soluzioni che non siano penalizzanti per le amministrazioni».

Sulla questione ha preso la parola anche la consigliera del Pd Daniela Forma: «Ho presentato in proposito un emendamento all’articolo 5 – ha annunciato Daniela Forma – molti comuni, in particolare quelli più piccoli, temono di non poter recuperare la parte dei soldi anticipati per la realizzazione di opere delegate. Noi abbiamo dato tempi precisi ma i comuni hanno avuto notizia delle disposizioni solo a maggio, 25 giorni prima della scadenza. Per risolvere la questione si era chiesto un provvedimento urgente per evitare i problemi che si stanno ponendo oggi. Anche i comuni hanno sollecitato una soluzione con una raccolta di firme. Purtroppo è mancata un’azione incisiva da parte dell’Anci. Serviva un prospetto che quantificasse gli importi ma non è stato possibile».

Il presidente Ganau ha sottolineato che l’emendamento in discussione affronta una materia trattata nell’articolo 5 e proposto quindi di rimandarne l’esame. Il primo firmatario Luigi Lotto (Pd) ha acconsentito alla richiesta. L’emendamento n. 422 verrà discusso nell’esame dell’art 5.

L’Aula è quindi passata all’emendamento n.656 ( Peru e più) che propone di rifinanziare con 2 milioni di euro i progetti a sostegno dell’albergo diffuso. «Non capisco perché sia stato bocciato in commissione – ha detto Peru – nella precedente finanziaria era stato condiviso dalla maggioranza, purtroppo i soldi non sono stati spesi perché l’assessore al Turismo non è stato in grado di programmare il rilancio dei centri storici e delle zone interne. L’approvazione di questo emendamento favorirebbe il turismo ambientale, metterebbe un freno allo spopolamento dei paesi del centro Sardegna e rilancerebbe l’economia dei piccoli comuni. Spero in una riflessione della maggioranza».

A favore dell’emendamento si è pronunciata anche Alessandra Zedda (Forza Italia): «Le disposizioni della precedente finanziaria sono rimaste lettera morta – ha detto Zedda – quel finanziamento rappresentava un’opportunità. Pigliaru e Maurandi avevano condiviso questa linea strategica per il rilancio del turismo delle zone interne. Stiamo riproponendo le stesse cose dello scorso anno. Riflettete, sul turismo non avete messo un euro, questa è la politica del gambero, sembra assurdo che non abbiate colto l’invito ad intervenire per favorire lo sviluppo delle zone interne. Bastano due milioni di euro da combinare con le risorse comunitarie. Speriamo in un sussulto da parte della maggioranza».

Dello stesso tenore l’intervento di Luigi Crisponi (Riformatori): «Qui non si parla solo di turismo ma di economia sociale. Si vuole dare sostegno alle zone colpite dall’effetto ciambella – ha detto Crisponi – solo così si creano pari opportunità di sviluppo e mercato a luoghi altrimenti destinati all’abbandono. La proposta mira al recupero dei centri storici. E’ un emendamento di buon senso».

Il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento n.656 che è stato respinto con 31 voti contrari e 21 a favore.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento n. 657 (Peru e più) con il quale si proponeva di stanziare 2 milioni di euro per gli interventi di monitoraggio dell’erosione costiera. Secondo il primo firmatario, si tratta di «un fenomeno preoccupante  per contrastare il quale la regione non stanzia un euro».

Il consigliere Antonello Peru ha poi ricordato che negli ultimi 40 anni si sono perduti 107 km di costa e 321mila km quadrati di spiaggia. «Facendo una valutazione economica a metro quadro possiamo dire che la Sardegna ha perso oltre un miliardo e 200mila euro – ha detto l’esponente della minoranza – entro il 2030 si perderà l’equivalente di altri 2 miliardi di euro. Chiediamo di studiare il fenomeno erosivo come si fa in altre parti d’Italia».

A Peru ha risposto l’assessore all’Ambiente Donatella Spano: «Rassicuro l’on. Peru, la Giunta non ignora il problema dell’erosione costiera e l’aumento del livello del mare dovuto a fattori climatici – ha detto Spano – abbiamo previsto 24 milioni di euro su fondi europei per contrastare il fenomeno. Inoltre abbiamo deliberato l’acquisto del sistema Rete Onda Marina per controllare l’effetto erosivo delle onde sulle coste sarde».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento: «Bene ha fatto il collega Peru a presentarlo – ha rimarcato Fasolino – lo dico da sindaco di un comune costiero che vede piano piano salire il livello dell’acqua e vede sparire le spiagge. Non è solo un problema economico ma anche burocratico, cercare di salvare una spiaggia sta diventando impossibile. Servono tempi certi per intervenire, il problema è serio: il 90% dei turisti viene in Sardegna per le spiagge, se le perdiamo perderemo anche l’industria delle vacanze».

Giorgio Oppi (Udc) si è detto convinto che l’assessore accoglierà le sollecitazioni. «Si tratta di inserire altri comuni nei finanziamenti statali. Ricordo di aver finanziato da assessore dll’Ambiente interventi a favore dei comuni di Stintino, Dorgali e Orosei. L’assessore farà una graduatoria per programmare gli interventi, servirà una cifra consistente».

Messo in votazione, l’emendamento n. 657 è stato respinto con 30 voti contrari e 21 a favore.

L’Aula non approvato per alzata di mano e con successive e distinte votazioni gli emendamenti aggiuntivi all’articolo 3 n. 325, 326, 327 e 328.

All’emendamento n. 715 è stato presentato il sostituivo totale n. 795 ed il sostitutivo totale n. 801.

Acquisito l’emendamento orale del capogruppo di Sel, Daniele Cocco, che cassa il termine “prioritariamente”, contenuto al comma b) dell’articolo 19 bis introdotto dall’emendamento n. 801, in riferimento alle graduatorie di cui all’avviso 2015 per i cantieri verdi, ha preso la parola il consigliere, Gianni Tatti (Udc) che ha invitato la Giunta ad assicurare lo scorrimento completo della graduatoria 2015, ricordando i numerosi ricorsi presentati da diversi Comuni a seguito di comunicazioni non conformi trasmessi dagli uffici regionali.

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha rassicurato il consigliere Tatti e l’intero Consiglio sull’incremento delle risorse (1,5 milioni di euro che si aggiungono ai 5 milioni originariamente stanziati) così da garantire le somme necessarie per lo scorrimento completo della graduatoria 2015 dei cantieri verdi.

Posto in votazione l’emendamento n. 801 è stato approvato ed ha comportato la decadenza dell’emendamento n. 739.

Non approvato neppure l’emendamento n. 277 mentre sul 278 è intervenuto il consigliere di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula che ha dichiarato voto contrario ed ha chiesto lumi sull’inammissibilità dell’emendamento n. 524. Il presidente Gianfranco Ganau ha chiarito che la proposta modificativa provocava uno squilibrio nel bilancio e come tale non poteva essere ammessa.

Il consigliere, Marco Tedde (Fi) nel merito dell’emendamento ha spiegato che si rende necessario un piccolo stanziamento per garantire il ritiro dei rifiuti solidi urbani nel porto di Alghero, a seguito del rimpallo di competenze tra il Comune e la Regione che nella scorsa stagione estiva ha causato disagi ed ha bloccato la raccolta rifiuti nell’area portuale.

Posto in votazione l’emendamento n. 278 non è stato approvato e si è passati all’emendamento n. 525 al quale è stato presentato un sostitutivo parziale n. 807 che è stato approvato e riduce a 50.000 euro (erano 80.000) le spese “per la ricerca, la tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio carsico e speleologico e per il catasto speleologico regionale”, autorizzate con l’approvazione dell’emendamento n. 525.

Sull’emendamento 526 l’assessore Paci ha presentato un emendamento orale (che è stato acquisito senza opposizioni dall’Aula) per la correzione della posta in bilancio, da 26.200.000 euro a 25.000.000 per il 2018, dello stanziamento a favore del progetto interministeriale interregionale “Parco Geominerario”. La Consigliera Anna Maria Busia (SdL) ha chiesto che l’emendamento, in quanto attinente alla questione Ati-Ifras, fosse discusso insieme all’emendamento presentato a sua firma, il n.269, ma il presidente Ganau ha spiegato che l’emendamento 269 andava posto in votazione insieme con il 527.

La consigliera Busia è quindi intervenuta per dichiarazione di voto ed ha argomentato con la rappresentazione della situazione dell’Ati-Ifras, costituita nel 2001 con il fine di stabilizzare i lavoratori socialmente utili e che con uno stanziamento iniziale di 93 miliardi di lire, ha proseguito fino al 2012 quando si sono aggiunte le società consortili “Geoparco”, “Geosar” e “Geosulcis” che «hanno contribuito ad incancrenire la situazione».

Il Consiglio ha quindi approvato l’emendamento n. 526, con 32 favorevoli e 13 contrari, che insieme con gli stanziamenti triennali per il progetto “Parco geominerario” impone alla Giunta «entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge l’individuazione del soggetto incaricato dell’attuazione e del monitoraggio delle misure di politica attiva» e soprattutto, «l’affidamento per l’esecuzione degli interventi con procedura di evidenza pubblica».,

Posti in discussione gli emendamenti 527 e 269, la consigliera Annamaria Busia (SdL) ha proseguito con la questione Ati-Ifras evidenziando che «si continua anche con questa finanziaria a destinare 25 milioni di euro per mantenere al lavoro 500 Lsu che, all’inizio però erano poco più di 300, e il tutto, ha proseguito la Busia significa che ognuna delle unità lavorative ha un costo che è passato dai 38.000 euro annui ai 47.000 euro anno».

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha prima proposto una modifica orale di carattere prettamente tecnico che è stata successivamente accolta dall’Aula ed è dunque entrato nel merito delle osservazioni fatte dalla consigliera di maggioranza, Anna Maria Busia. «La questione Ati-Ifras – ha spiegato Paci – è complessa e delicata ma è noto che la convenzione scade quest’anno e abbiamo stabilito che gli affidamenti saranno fatti con evidenza pubblica, perché se è vero che serve garantire i circa 500 lavoratori è altrettanto opportuno garantire trasparenza e competizione».

Il capogruppo di Sdl, Roberto Desini, ha quindi chiesto la votazione con voto palese elettronico e il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha fatto osservare alla consigliera Busia la non corrispondenza dei dati sul numero dei lavoratori impiegati nell’Ati-Ifras.

La consigliera Busia è quindi intervenuta per spiegare le ragioni del mancato ritiro dell’emendamento a sua firma (il n. 269) nonostante l’invito in tal senso formulato dalla Giunta e dalla commissione. «E’ giusto garantire i lavoratori – ha dichiarato la Busia – ma questa vicenda richiede una posizione netta da parte della giunta. Le precedenti commissioni per il monitoraggio degli interventi non hanno portato risultati e noi continuiamo a stanziare  fondi per un progetto e ad un’Ati senza neppure avere certezza su quanti siano i lavoratori effettivamente impiegati».  «È una situazione che impone il vaglio dell’esecutivo, perché a fronte di un costo effettivo degli Lsu pari a poco più di 20mila euro l’anno, vogliamo capire dove finiscono le restanti cifre introitate dall’Ati-Ifras».

Posto in votazione l’emendamento n. 269 non è stato approvato con 25 contrari e 8 favorevoli.

Il capogruppo del Psd’Az ha ritirato l’emendamento n. 693 («l’assessore ha dichiarato che si sta procedendo alla tariffa unica») mentre il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha dichiarato: «Ritengo che la tariffa unica non sia utile ma ho fiducia nell’assessore Spano».

L’Aula ha quindi esaminato l’emendamento n. 814, di sintesi degli emendamenti n. 329 e 784, a firma Truzzu (FdI) e Sabatini (Pd) e la consigliera del Pd, Rossella Pinna, ne ha illustrato contenuto e finalità. «Con l’approvazione di questa modifica – ha spiegato la Pinna – la Giunta entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge potrà procedere con le verifiche per il riconoscimento dell’area di crisi nelle province del Medio Campidano e di Oristano».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-FdI) ha dichiarato di condividere l’emendamento di sintesi ed ha ricordato che l’iniziativa è stata ispirata dall’ex consigliere Gianni Lampis ed è stata sottoscritta anche dal capogruppo dei Riformatori, Attlio Dedoni. Il consigliere dell’Upc, Antonio Gaia ha espresso perplessità sull’utilizzo del termine provincia in riferimento al Medio campidano suggerendo la modifica con “ambito territoriale” mentre il consigliere Tendas (Pd) ha rinunciato all’intervento. Posto in votazione l’emendamento 814 è stato approvato e l’Aula ha dato il via libera anche all’emendamento aggiuntivo al comma 22 bis proposto dal consigliere del Pd, Roberto Deriu, che applica le disposizioni previste sugli usi civici anche al comune di Orosei.

Il presidente Ganau ha quindi dichiarati conclusi i lavori ed ha convocato il Consiglio per domani alle 10.00.

Consiglio regionale 42 copia