20 July, 2024
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Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale questa mattina a approvato tre mozioni (n. 35 – Anedda e più – su Equitalia; n. 143 – Dedoni e più – sul dimensionamento della rete scolastica regionale; n. 86 – Comandini e più – sul sovraffollamento delle carceri) e la proposta di legge sul numero degli assessori nelle giunte comunali.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la mozione  n. 35 (Anedda e più) “Sulla stabilizzazione delle imprese e la tutela dei lavoratori”. Il presidente ha quindi dato la parola al primo firmatario della mozione, il consigliere Fabrizio Anedda (Sinistra sarda).

Anedda ha ricordato in apertura che le gravi difficoltà di accesso al credito hanno creato enormi problemi al mondo delle aziende sarde con ricadute negative sull’occupazione mentre la ripresa economica, di cui si avvertono alcuni segnali a livello nazionale, non riguarda ancora la Sardegna ed il suo tessuto produttivo. «La crisi – ha sostenuto Anedda – ha determinato anche la crescita esponenziale del numero di aziende indebitate con il fisco, con il debito corrente che si sovrappone a quelli pregressi provocando un drammatico effetto a catena con la perdita della cosiddetta regolarità che, a sua volta, comporta l’impossibilità di riscuotere i crediti presso la pubblica amministrazione e partecipare alle gare pubbliche». «Un circolo vizioso – ha aggiunto il consigliere – che appesantisce ulteriormente il carico fiscale fino a raddoppiare o triplicare il debito originale; nello stesso tempo Equitalia concentra la sua attenzione su una certa tipologia di contribuenti deboli, trascurando i grandi evasori, spesso per irregolarità formali di lieve entità da cui partono procedure che riguardano beni mobili ed immobili dell’impresa, che sotto questa pressione rischia di uscire definitivamente dal mercato». Lo scopo della mozione dunque, ha precisato l’esponente di Sinistra sarda, «è quello di far intervenire la Regione per arrivare ad una rateizzazione dei debiti delle aziende fino a 120 mesi usufruendo inoltre di un ulteriore credito per fare fronte alle emergenze fiscali, ed una moratoria di 3 anni da cui si può entrare od uscire a seconda delle necessità». «Con questi interventi – ha osservato Anedda – moltissime aziende potrebbero scongiurare il rischio della chiusura; occorrono però anche misure di sistema, a partire dallo snellimento e dalla semplificazione di procedure e controlli ed occorre soprattutto dare vita all’agenzia sarda delle entrate».

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, a nome della Giunta, ha affermato che il tema trattato dalla mozione «è di enorme rilevanza e merita la massima attenzione del Consiglio, che peraltro più volte è intervenuto sull’argomento». Nel merito e pur riconoscendo la validità delle critiche espresse nei confronti di Equitalia, Paci ha ricordato che «la Regione non ha possibilità di intervento diretto però può sicuramente impegnarsi per favorire l’adozione di misure più adeguate alla situazione del sistema economico regionale, con un orientamento più favorevole alle imprese soprattutto in questo momento di crisi, perché il fallimento di una azienda, in definitiva, è un danno per lo stesso erario». «La Regione – ha precisato Paci – sta già intervenendo sui crediti erariali propri con dilazioni fino a 17 anni, revisioni dei piani di ammortamento e sospensione dei pagamenti fino ad un massimo di 18 mesi, anche se il volume complessivo di questi crediti è ben poca cosa rispetto alla massa totale». Nello stesso tempo, ha comunicato l’assessore della Programmazione, «si sta lavorando in collaborazione con l’Agenzia entrate, Equitalia, l’Abi e la Sfirs per mettere a punto interventi di sistema cominciando dalla ristrutturazione del debito da breve a medio e lungo termine, provvedimento che formalmente spetta gli istituti di credito ma a questo risultato, ad esempio, si può arrivare anche attraverso i Confidi con legge approvata ieri e la stessa Sfirs come operatore di mercato con un fondo di circa 5 milioni». Spero che queste azioni si concretizzino a breve scadenza – ha aggiunto l’assessore – fermo restando che sul piano generale resta il tema della semplificazione su cui stiamo lavorando nonostante non sia un compito facile; fra poco sarà completato un Disegno di legge della Giunta che ha lo scopo di liberare le imprese dal fardello eccessivo di una fittissima rete di controlli e prima dell’estate arriverà il Consiglio un altro Disegno di legge con cui viene istituita l’Agenzia sarda delle entrate, nel quadro della revisione complessiva della politica fiscale, di accertamento e di riscossione diretta anche di compartecipazioni erariali, in quest’ultimo caso attraverso un accordo con lo Stato disciplinato da specifiche norme di attuazione».

In sede di replica il consigliere Anedda ha ringraziando l’assessore Paci sottolineando che gli interventi annunciati vanno nella giusta direzione e ribadendo che «il tema centrale da affrontare è quello di liberare l’impresa dal peso dei debiti correnti e pregressi».

Per dichiarazione di voto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalia ha ricordato la presentazione di una interrogazione del suo gruppo e sottolineando le convergenze di merito ha chiesto di aggiungere alla mozione le firme dei consiglieri di Forza Italia.

Il consigliere del Cd Roberto Desini ha comunicato l’adesione del suo gruppo mettendo l’accento sulla proposta del suo gruppo in materia di Agenzia regionale delle entrate, «per superare l’approccio punitivo nei confronti delle imprese ed introdurre un sistema di valutazione caso per caso».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha anch’egli condiviso i contenuti della mozione lamentando però che «di imprese si parla purtroppo troppo poco in Consiglio, ci vorrebbe una intera sessione di lavori dedicata ai problemi delle imprese».

Anche il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha aderito alla mozione con le firme del suo gruppo, definendo «convincente» la risposta dell’assessore.

Il consigliere Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia) ha annunciato la sottoscrizione della mozione come «segnale forte di attenzione al mondo delle imprese».

Il consigliere di Sardegna Vera Michele Azara ha annunciato l’adesione del suo gruppo.

Il consigliere Augusto Cherchi (Soberania-Indipendentzia), intervenendo a sostegno della mozione, ha messo l’accento sull’importanza dei «tempi brevi» annunciato dall’assessore per la costituzione dell’Agenzia sarda delle entrate.

Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha comunicato la sua adesione ribadendo necessità di «stringere i tempi» per la costituzione dell’Agenzia sarda di riscossione.

Il capogruppo del Pds’Az Angelo Carta, pur non chiedendo di aggiungere alla mozione le firme del suo gruppo, ha affermando di condividere la mozione, annunciando il voto favorevole.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha apprezzato il lavoro svolto dai presentatori della mozione, dichiarando il pieno sostegno del gruppo all’iniziativa.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il vice presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato all’unanimità, con 54 voti. 

Subito dopo l’approvazione della mozione, il presidente del Consiglio Ganau, tornato sul banco della presidenza, ha aperto la discussione sulla proposta di legge n. 229 “Numero degli assessori comunali. Modifiche alla legge regionale n. 4 del 2012 (Norme in materia di Enti Locali)”, portata all’attenzione dell’Aula attraverso la procedura d’urgenza prevista dall’art. 102 del Regolamento.

Roberto Desini, capogruppo del Centro Democratico e primo firmatario del documento, si è rimesso al testo che introduce modifiche alla normativa vigente permettendo un arrotondamento all’unità superiore nel calcolo del numero degli assessori comunali che, in ogni caso, non potrà superare un quarto del numero dei consiglieri. La modifica alla norma consentirà di portare da 3 a 4 il numero degli assessori nei comuni fino a tremila abitanti.

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente Gianfranco Ganau, acquisito il parere favorevole della Giunta, ha messo in votazione il passaggio agli articoli che ha ottenuto il via libera dall’Aula. Si è poi passati all’esame dei singoli articoli che sono stati approvati in rapida successione. Il testo finale della legge è stato approvato con 45 voti a favore e 2 contrari.

L’Aula è poi passata all’esame della mozione n. 143 (Dedoni e più) e di alcune interpellanze sul dimensionamento della rete scolastica regionale (Arbau e più – Dedoni e più).

Il primo firmatario della mozione n 143 Attilio Dedoni /(Riformatori) ha chiesto chiarezza sull’azione della Giunta nei confronti dello Stato. «La normativa è di difficile interpretazione – ha sottolineato l’esponente della minoranza – ciò che considero disarmante è l’atteggiamento debole della Giunta nei confronti del Governo nazionale».

Secondo Dedoni, con l’approvazione del Piano di dimensionamento scolastico non si sono difese le prerogative della Regione in materia di istruzione. «A qualcuno sfugge che nella finanziaria del 2009 erano stati inseriti due commi che rimarcavano la piena autonomia della Regione sulla scuola. La Sardegna ha una sua peculiarità: l’orografia non consente un agevole sistema di trasporti, non siamo in pianura Padana o in Emilia Romagna dove i paesi sono contigui e si possono organizzare assetti scolastici diversi».

Il capogruppo dei Riformatori ha poi ricordato che nel 2009 la finanziaria della Regione venne impugnata dal Governo davanti alla Corte Costituzionale ma la Consulta diede ragione alla Sardegna respingendo il ricorso. «Quella sentenza riconobbe l’autonomia dell’Isola. Il dirigente scolastico regionale risponde all’assessorato, non può essere un dirigente a dettare la linea delle politiche scolastiche». Dedoni ha infine invitato l’Aula a tenere sempre presenti gli interessi della Sardegna: «Se non facciamo questo – ha concluso – saremmo sempre succubi».

E’ quindi intervenuto Efisio Arbau, capogruppo di Sardegna Vera e primo firmatario dell’interpellanza sul dimensionamento scolastico. «L’iniziativa è dello scorso luglio – ha precisato Arbau – proponeva un approccio metodologico diverso: arrivare a un piano di dimensionamento scolastico uscendo dal seminato della burocrazie. L’obiettivo era quello di avviare una serie di conferenze territoriali per dare un ruolo da protagonista alle comunità locali».

Arbau ha quindi invitato tutti i colleghi ad uscire dalla polemica del momento e a provare a programmare. «E’ vero che il Governo non si comporta bene e l’Unione Europea è lontana – ha rimarcato l’esponente della maggioranza – ma il dato fondamentale è che noi non siamo organizzati: non c’è ancora una riforma degli Enti locali e sulla scuola siamo all’anno zero».

Secondo Arbau, la programmazione deve partire dal territorio: «Questo approccio ci viene suggerito dal “Piano Barca”. Trasporti, istruzione sanità sono i tre argomenti su cui fondare un nuovo modello di sviluppo locale. Serve una nuova legge sulla scuola, altrimenti si perde tempo».

Arbau ha quindi affrontato nello specifico i contenuti del Piano di dimensionamento scolastico varato dalla Giunta regionale: «Abbiamo perso un’occasione – ha sottolineato il capogruppo di Sardegna Vera – i comuni potevano essere messi nelle condizioni di programmare. Abbiamo deciso dall’alto e abbiamo prodotto un vulnus nei territori e diversi ricorsi al Tar. I comuni trattati male li avremo contro anche nella prossima programmazione».

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione generale dando la parola al presidente della Commissione Cultura Gavino Manca (Pd).

«Siamo in una fase particolare e gestiamo un tema in base a una legge vecchia di trent’anni – ha rimarcato Manca – nella riscrittura della legge 31, il Consiglio regionale deve essere chiamato a partecipare al percorso. La norma deve essere chiarita. Il parere delle Commissioni sul Piano di dimensionamento scolastico deve essere vincolante».

Manca ha poi difeso l’operato del Governo nazionale: «Gli standard europei dicono che siamo un paese arretrato, Renzi cerca di porvi rimedio, non vedo disattenzione da parte del Governo nazionale, né di quello regionale».

Luca Pizzuto (Sel) ha espresso forti perplessità sul contenuto della mozione. «Avete avuto a che fare con i dimensionamenti scolastici, avete un rappresentante i commissione cultura della Camera e potevate sollevare la questione – ha detto Pizzuto rivolgendosi al collega Dedoni – la battaglia invece è stata fatta dal nostro assessore. Il Governo ha riconosciuto la nostra diversità, sappiamo che il dimensionamento non è una cosa facile, ma non accettiamo che si accusi  un assessore di aver leso l’integrità del Consiglio regionale».

Pizzuto ha poi rivendicato i risultati conseguiti dalla Giunta regionale: «Sono stati messi in campo strumenti per garantire il servizio allo studio: libri di testo gratuito, raddoppio borse di studio per gli universitari e per gli studenti delle scuole medie superiori, bus per consentire i collegamenti nei paesi che hanno subito il dimensionamento. Il progetto per la scuola è innovativo, mira a costruire un sistema scolastico dal basso». 

L’assessore della Pubblica Istruzione, Claudia Firino, ha riconosciuto, in apertura del suo intervento dai banchi della Giunta, l’importanza di una discussione sul tema della scuola ed ha auspicato che il confronto e il dibattito possano, in futuro, riguardare l’intera questione scuola piuttosto che limitarsi all’importante problema del dimensionamento scolastico. «Un atto complesso e difficile – ha detto la Firino – dove la Regione si trova a mediare tra i provvedimenti nazionali, le norme regionali e le esigenze di diversi territori dell’Isola». «A tale complessità – ha spiegato l’assessore – si è aggiunta, quest’anno, l’assenza delle Province che, per le note questioni legate alle soppressione degli enti intermedi, non hanno potuto esercitare le utili funzioni di interazione con i territori. Siamo andati noi nei territori ed abbiamo anche assunto le decisioni che ci competono ad iniziare da quelle tendenti all’eliminazione delle cosiddette pluriclassi che non rappresentano, come è noto, la nostra modalità preferita di scuola». L’assessore ha quindi ricordato le iniziative assunte per sopperire ai disagi creati nelle comunità ad incominciare dallo stanziamento di 8 milioni di euro per garantire il trasporto degli studenti. «Fondi – ha precisato la delegata dell’istruzione della Giunta Pigliaru – che non sono stati sottratti all’agricoltura, perché sono fondi non spesi e che sarebbero andati perduti se non impegnati entro l’anno in corso».

Claudia Firino ha quindi ribadito il positivo ruolo del Consiglio regionale con la formulazione del parere della competente commissione sul piano di dimensionamento scolastico ed ha assicurato una partecipazione attiva anche in vista della predisposizione del piano di dimensionamento per il prossimo anno. L’assessore ha anche assunto l’impegno a porre in essere iniziative utili a rafforzare il confronto con i territori ed ha annunciato l’approvazione di una delibera nella quale è inserita la previsione che il piano di dimensionamento scolastico sarà discusso in termini di programmazione negoziata. «Un processo dunque codificato – ha proseguito la Firino – che garantisce partecipazione ed ascolto delle comunità».

La responsabile dell’istruzione ha quindi ricordato la recente sentenza della Corte costituzionale che, tra le altre, conferma la piena tutela della continuità didattica («ci teniamo particolarmente anche noi a prescindere dal pronunciamento dell’Alta corte») e fa riferimento all’ accordo Stato-Regione che – così ha dichiarato la Firino è fermo dal 2012 -. Lavoriamo perché le nostre peculiarità siano salvaguardate e affermate», ha proseguito l’assessore, che ha evidenziato i benefici del programma “Iscol@” («è anche un’azione di supplenza della Regione verso ciò che il governo non fa per la scuola della nostra isola») ed ha sottolineato che il piano di dimensionamento scolastico non solo «non tocca un solo docente» ma anzi «gli accorpamenti non riducono l’organico, garantiscono la continuità didattica ed un surplus di servizi come il  tempo pieno e il tempo prolungato».

Ulteriori precisazioni sono state inoltre fornite sul tema dell’offerta scolastica («saranno inseriti non meno non meno di 400 insegnanti precari nei piani di potenziamento della nostra offerta scolastica») anche per ribadire l’esercizio di spazi di “autonomia” da parte della Regione: «Abbiamo potenziato l’offerta didattica nonostante il ministero avesse chiesto di non attivare nuovi corsi». L’assessore ha quindi concluso il suo intervento con ulteriori rassicurazioni in ordine alla condivisione e alla partecipazione per la definizione del piano di dimensionamento scolastico per il prossimo anno.

Nell’intervento di replica, il presentatore della mozione, Attilio Dedoni (Riformatori), si è detto “parzialmente soddisfatto” delle precisazioni offerte dall’assessore della Pubblica Istruzione, ed ha evidenziato con forza la necessità di procedere in tempi rapidi con l’approvazione di una nuova legge sulla scuola sarda. «Serve un alto di qualità da parte di tutti – ha concluso il capogruppo della minoranza – ed è tempo di riscrivere insieme le norme sulla scuola e la formazione professionale».

Dopo la rinuncia all’intervento da parte del capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, il presidente del Consiglio, Ganau, ha concesso la parola per dichiarazione di voto al consigliere del Pd, Gavino Manca. Il presidente della Seconda commissione ha invitato l’intero Consiglio e la Giunta a considerare il governo Renzi «come un governo amico della Sardegna» anche sul tema della scuola. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato, a titolo di esempio, gli stanziamenti riservati all’Isola per la scuola: «45 milioni di euro trasferiti alla nostra Regione contro i 12 milioni stanziati alla Toscana». «Dicendoci le verità – ha concluso Gavino Manca – possiamo costruire un percorso insieme per migliorare la scuola nell’interesse di tutti i sardi».

Non essendoci altri consiglieri iscritti a parlare, il presidente del Consiglio ha posto in votazione la mozione n. 143 (Dedoni e più) che non è stata approvata con 30 no e 23 voti favorevoli.

Successivamente, il Consiglio ha iniziato l’esame della mozione n.86 (Comandini e più) “Sul sovraffollamento delle carceri italiane. Obbligo dello Stato italiano di conformarsi alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del giorno 8 gennaio 2013” ed il presidente ha dato la parola al primo firmatario, il consigliere del Pd Piero Comandini, per la sua illustrazione.

Piero Comandini ha ricordato sia la condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo di Starsburgo che alcuni passaggi dell’intervento dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sul sovraffollamento delle carceri, «che non può considerarsi un problema circoscritto all’interno delle mura carcerarie ma riguarda tutta la società, gli operatori, la polizia penitenziaria, le famiglie, le persone, i valori fondamentali sanciti della nostra Costituzione». «In Sardegna – ha proseguito Comandini – la situazione è ancora critica, perché al sovraffollamento si somma la mancanza di operatori sociali ed il sottodimensionamento degli organici della polizia penitenziaria, un contesto generale molto grave che determina numerosi atti di autolesionismo, di violenza e di suicidi, denunciati recentemente dal sindacato Sappe che ha lanciato un nuovo allarme sugli istituti dell’Isola al ministro della Giustizia Orlando. La carceri sarde non sono solo sovraffollate, sono anche quelle dove i detenuti non hanno opportunità di lavoro e dove, ad Alghero è stata chiusa l’unica scuola in Italia che consentiva ai reclusi di conseguire il diploma alberghiero; oggi in Sardegna ci sono 1950 detenuti, dato in aumento, solo 1.800 agenti di polizia penitenziaria, dato in diminuzione, ma soprattutto sono ii arrivo 200 detenuti sottoposti al regime del 41bis, un quarto di quelli del territorio nazionale». «Sono dati allarmanti – ha concluso il consigliere del Pd – che richiedono alcuni interventi urgenti: la possibilità di rientro in Sardegna per quanti operano fuori, la diversificazione dello spessore criminale detenuti, il contrasto alle strategie del Dap sull’ulteriore incremento dei detenuti del 41bis e l’avvio di programmi in grado di ripristinare nelle carceri sarde condizioni di vivibilità coinvolgendo le istituzioni interessate come università e scuole per sviluppare misure alternative all’altezza di un Paese civile e democratico».

La consigliera Annaaaria Busia, del Centro democratico, ha lamentato la particolare gravità della situazione della Sardegna dal punto di vista sociale ed umano, oltre che finanziario, perché «il piano carcere dei precedenti governi ha portato ad una concentrazione abnorme di detenuti nelle carceri sarde che, fra poco saranno riempite oltre misura, cominciando dai detenuti del 41 bis che arriveranno in Sardegna da tutte gli istituti di pena del Nord, dopo la ribellione di quelle Regioni che ha imposto alle istituzioni la modifica del 41bis e l’avvio dei trasferimenti di massa». «C’è molta indifferenza della politica che non ha compreso le conseguenze di questi processi – ha affermato ancora la Busia – dall’intasamento dei tribunali di sorveglianza alla sanità regionale alla difficoltà nei rapporti dei detenuti con le loro famiglie mentre, per quanto riguarda la polizia penitenziaria, va applicato il protocollo d’intesa siglato a suo tempo della Giunta Soru con il ministero della Giustizia per favorire la cosiddetta territorialità della pena, senza allentare la vigilanza suoi nuovi trasferimenti di detenuti in regime di 41bis ed anzi promuovendo sia le pene alternative che l’utilizzo delle colonie penali sarde perfettamente funzionanti».

Il consigliere Roberto Desini (Centro democratico) ha definito la mozione «attualissima» come dimostrano i numeri e ricordando le sue visite nell’ex carcere sassarese di San Sebastiano dove si sono realizzate molteplici attività a sostegno della condizione dei detenuti, ha sollecitato «un approccio diverso con il mondo carcerario, superando ostilità e pregiudizi, anche perché in carcere non ci sono solo i reclusi ma moltissimi lavoratori che vivono un pesante stato di disagio». «Purtroppo – ha lamentato – il piano del Governo di trasformare l’Isola in un grande penitenziario va avanti nella sottovalutazione della politica regionale, fatto che provocherà ripercussioni negative sul tessuto sociale per cui vanno prese precauzioni straordinarie; la mozione aiuta perciò ad una riflessione complessiva sul problema senza dimenticare l’aspetto umano e la necessità di un reinserimento sociale, per cui sosterremo la mozione anche con le nostre firme».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sel) ha richiamato in apertura i valori costituzionali secondo i quali l’esecuzione della pena deve essere ispirata da principi di civiltà con l’obiettivo di rieducare i detenuti, «il contrario di quanto avviene in l’Italia dove si buttano in carcere migliaia di persone e poi tutti se ne disinteressano». «Il nostro compito – ha affermato – è invece quello di riflettere a fondo sulla funzione rieducativa del carcere che rappresenta un valore assoluto per tutta la comunità e la Regione, in particolare, deve potersi occupare dei detenuti in una ottica di rieducazione e con l’attenzione alle condizioni sociali che possono aver determinato alcuni comportamenti criminali; questo è il sistema migliore per ridurre sia la criminalità che le recidive».

L’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro ha sottolineato la centralità del tema per la democrazia Italia e per l’Italia nei confronti dell’Europa, «perché siamo uno Stato di diritto e, partendo da questa riflessione la Regione deve poter fare la sua parte, almeno sotto tre principali profili: sollecitare provvedimenti di clemenza pur essendo la materia di competenza parlamentare, negoziare con lo Stato interventi sulle strutture per ridurre il sovraffollamento e verificare costantemente la situazione istituti di pena sardi». «Un’Aula che si occupa dei diritti fondamentali della persona – ha concluso Demuro – torna alle sue migliori origini».

In sede di replica, il consigliere Piero Comandini (Pd) ha ringraziato gli intervenuti e la Giunta, ribadendo che «la politica regionale non può essere distratta, cominciando dalla preoccupazione per i detenuti in regime di 41bis che potrebbero essere concentrati in Sardegna con i rischi correlati denunciati dalla magistratura sarda, e dal problema degli della polizia penitenziaria e dalla necessità di cambiare norme vecchissime che impediscono al personale della polizia di lavorare nell’Isola».

Per dichiarazione di voto, la consigliera Annamaria Busia ha ringraziato l’assessore Demuro per i richiami alla Costituzione ribadendo che «il sovraffollamento delle carceri sarde è determinato dall’anomala presenza dei 41 bis che non erano previsti al momento della costruzione dei nuovi istituti; è accaduto in realtà che parte fondi dei sono stati spostati proprio per la realizzazione delle sezioni speciali ridimensionando gli spazi per i detenuti comuni, a questa scelta ci dobbiamo ribellare».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la mozione n.86 che il Consiglio ha approvato all’unanimità, con 45 voti favorevoli. Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha messo in discussione la proposta di legge n.33 (Dedoni e più) “Norme sui controlli delle merci in ingresso in Sardegna”.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi), primo firmatario del documento, ha evidenziato la necessità di procedere a ulteriori verifiche e approfondimenti chiedendo di riportare in Commissione la proposta di legge.

Il presidente Ganau ha quindi messo ai voti la richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge  n.33 che ha ottenuto il via libera dall’Assemblea.

Il presidente ha dichiarato chiusa le seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La Sardegna è stata premiata con 33 milioni di euro per le ottime performance nella spesa dei fondi, anche comunitari, per il miglioramento del Servizio idrico integrato e la Giunta ieri, su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, ha dato il via libera all’attuazione degli interventi da realizzare con quell’importo, aggiornando il Piano d’Azione Obiettivi di Servizio del Quadro Strategico Nazionale (QSN) e chiudendo così un percorso avviato circa un anno fa.
Il meccanismo di incentivazione previsto introduce infatti un sistema di competizione fra le varie Regioni ed è legato al raggiungimento di risultati verificabili e predefiniti, fissati a livello nazionale, nell’erogazione di alcuni servizi (istruzione, servizi di cura alle persona, gestione del servizio idrico integrato e dei rifiuti urbani) considerati essenziali per la qualità della vita, l’uguaglianza delle opportunità dei cittadini e la convenienza a investire delle imprese. Il meccanismo premia inoltre la capacità virtuosa delle Amministrazioni di integrare la politica regionale aggiuntiva con le politiche ordinarie. Alle Regioni che raggiungono i valori target previsti per i diversi Obiettivi viene riconosciuta una premialità finanziaria proveniente dalle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione.
«Con questi 33 milioni di premialità – ha detto Paci – viene riconosciuto il miglioramento degli indicatori sul Servizio Idrico Integrato, quello cioè che riguarda la filiera dell’acqua per uso civile, e che comprende per esempio la depurazione delle fogne, la potabilizzazione dell’acqua, la realizzazione degli impianti di sollevamento e messa in sicurezza, l’efficientamento delle reti di distribuzione idrica. Oggi, dopo il via libera del ministero dello Sviluppo Economico, avviamo l’attuazione degli interventi previsti approvando l’aggiornamento del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio e dunque di fatto iniziamo a spendere questi soldi, il che permetterà di realizzare interventi importantissimi nel settore.»
Per garantirne la massima diffusione, il Piano sarà ora inviato al Partenariato istituzionale, economico e sociale e pubblicato sul sito istituzionale della Regione.

Raffaele Paci 14

Palazzo della Regione 4 copia

La Giunta insieme alle Università di Cagliari e Sassari chiederà immediatamente al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca di riaprire il bando chiuso lo scorso 21 maggio in modo da consentire il finanziamento da parte della Regione delle borse di specializzazione per i giovani laureati sardi. È stato deciso ieri nell’incontro fra gli assessori della Sanità Luigi Arru e della Programmazione e Bilancio Raffaele Paci e i rettori delle Università di Cagliari Maria Del Zompo e Sassari Massimo Carpinelli. Il milione di euro annunciato non può invece essere destinato alle borse di studio, come erroneamente valutato in un primo momento: verrà utilizzato dalle Università per accrescere le competenze dei giovani medici laureati in Sardegna in modo che possano essere in futuro più competitivi nei concorsi nazionali. In bilancio sono confermati i 6,9 milioni per il finanziamento delle borse di specializzazione già attivate.

La Giunta Pigliaru, nonostante la situazione di tagli al proprio bilancio e la netta riduzione delle proprie entrate dovuta alla crisi economica, ha sempre prestato grande attenzione al tema della formazione, nella forte convinzione che solo investendo sui giovani e sulla istruzione si crea sviluppo per il futuro, concetto alla base di tutto il Programma regionale di sviluppo. La programmazione unitaria sulla istruzione del 19 maggio scorso impegna 179 milioni per la scuola e 170 per l’università. Al sistema universitario regionale, dopo un costante confronto con i rettori, sono stati stanziati 60 milioni per l’edilizia universitaria, 20 per favorire la partecipazione degli studenti universitari (borse di studio, affitto casa), 14 per il programma Master & Back, 3 per la mobilità internazionale (Erasmus), 12 per l’ERSU, 6 per l’università diffusa, 22 per il fondo di finanziamento delle università di Cagliari e Sassari, 10 per l’alta formazione universitaria (dottorati, ricercatori a tempo determinato), 5 per la ricerca.

Raffaele Paci 12 copia

L’assessore regionale della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, ha espresso soddisfazione per il via libera dell’Aula di via Roma alla legge di riforma dei Confidi.

«Siamo soddisfatti: con la legge di riforma dei Consorzi Fidi attesa da molti anni e approvata oggi dal Consiglio regionale, finalmente le imprese sarde diventeranno più competitive grazie a un sistema più snello e stabile e a un percorso più semplice e certo di accesso al credito. Gli effetti della riforma si vedranno da subito anche sull’economia della Sardegna.»

Tre le novità fondamentali: il Fondo unico da 5 milioni presso l’assessorato della Programmazione che sostituirà i precedenti tre, collocati presso gli assessorati del Lavoro, dell’Artigianato e Commercio e dell’Industria, destinato a integrare i fondi rischi dei Confidi. Seconda novità, il Fondo di stabilizzazione, volontaristico, per cercare di prevenire i rischi di sistema, in particolare l’effetto domino dopo la caduta di un consorzio: non un fondo di salvataggio ma di prevenzione di eventuali crisi e, infine, l’Osservatorio Confidi. I principi base della riforma sono premialità per incentivare i Consorzi, regole chiare e uniformi per tutti, rendicontazione efficace e rete di sicurezza.
«Le imprese sarde hanno bisogno di Confidi sani, in grado di svolgere il ruolo di aiuto e sostegno nel processo di investimento. Perciò abbiamo riorganizzato un sistema che da anni ormai non riusciva più a dare risposte concrete alle esigenze delle imprese – sottolinea il vicepresidente della Regione -. Con questa legge, la cui dotazione finanziaria sarà incrementata appena possibile, razionalizziamo, modernizziamo e rendiamo più efficiente il sistema Confidi, ai quali garantiamo un adeguato supporto regionale, rafforzando i meccanismi virtuosi di impiego delle risorse pubbliche e regolarizzando l’erogazione dei contributi per garantire e migliorare l’accesso al credito delle medie, piccole e micro imprese sarde e dei liberi professionisti. È una legge dall’articolato semplice, in otto articoli, messa a punto in un anno di lavoro dopo decine di incontri con le parti, che mette in campo regole nuove e certe e sta attenta ai meccanismi del mercato. Ringrazio tutti i consiglieri per il lavoro in Commissione dove la legge è stata approvata all’unanimità e per il dibattito in Aula – conclude l’assessore Paci -. La riforma non era più rinviabile, nell’esclusivo interesse delle imprese sarde che, da oggi in poi, possono contare su un sistema completamente rinnovato.»
Il percorso della riforma è iniziato ufficialmente lo scorso 27 febbraio con la costituzione del Fondo Unico in manovra finanziaria. Subito dopo, una serie di incontri fra Regione e Consorzi e l’approvazione del disegno di legge in Giunta il 31 marzo seguita dal via libera della Commissione all’unanimità il 3 giugno.

Traghetti Arbatax e La Maddalena copia

Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sulla continuità territoriale tra la Sardegna e le isole minori. Autorizzazione all’individuazione di un soggetto idoneo allo svolgimento delle attività di supporto tecnico, economico-finanziario e legale alla correlata procedura di gara. Il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza del provvedimento, il consigliere di Sardegna Vera Michele Azara.

Azara ha ricordato i passaggi principali del testo in commissione dove, sia pure con l’astensione dei gruppi di opposizione, sono state condivise  finalità ed obiettivi del provvedimento, utilizzando il ricorso all’advisor, secondo la procedura che sarà seguita anche per la privatizzazione della Saremar.

Secondo il relatore di minoranza Giuseppe Fasolino, di Forza Italia, le motivazioni dell’astensione dell’opposizione riguardano essenzialmente gli effetti del provvedimento sulla mobilità marittima, «perché manca una inversione di tendenza rispetto alla situazione attuale nella prospettiva di una gestione razionale del settore che garantisca anche il superamento delle attuali tensioni occupazionali». Sono fatti già emersi in Consiglio in occasione del dibattito su una mozione dedicata all’argomento, ha ricordato Fasolino, criticando il provvedimento anche perché «così come è stato proposto rappresenta un inconsapevole giudizio di sfiducia nell’assessorato regionale dei Trasporti che avrebbe potuto gestire direttamente le procedure di gara».

A nome della Giunta, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha espresso un giudizio positivo, conforme a quello della commissione.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve sospensione della seduta, prima di passare alla votazione. Il presidente Ganau ha accolto la richiesta.

Alla ripresa della seduta il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli del provvedimento, che il Consiglio ha approvato con 26 voti favorevoli e 19 astensioni.

Successivamente l’Assemblea ha approvato i 3 articoli del disegno di legge 198 e, con 25 voti favorevoli, il provvedimento nel suo complesso.

La seduta si era aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Disegno di legge n. 199/A (Giunta regionale) – Interventi in materia di consorzi di garanzia fidi. Il presidente ha quindi dato la parola al relatore di maggioranza del provvedimento, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd).

Sabatini ha ricordato in apertura il voto unanime commissione, al termine di un articolato percorso di audizioni che ha visto protagonisti gli operatori del settore. Scopo della legge, ha affermato, «è quello di rafforzare il sistema semplificandolo, attraverso la creazione di un unico fondo di garanzia sotto il controllo dell’assessorato della programmazione, la riduzione del numero dei consorzi che diventeranno però molto più forti e in grado di fornire maggiori garanzie gli operatori economici». Va sottolineato inoltre, ha proseguito Sabatini, «il ruolo positivo della Sfirs anche per quanto riguarda il nuovo istituto dell’osservatorio che dovrà seguire con grande attenzione l’evoluzione del fenomeno; ci sono le condizioni, in altre parole, per mettere a disposizione del sistema delle imprese uno strumento per superare il problema strutturale di accesso al credito delle aziende sarde come dimostrato anche recentemente dal report di Bankitalia sull’economia regionale». Resta sullo sfondo sotto questo profilo, ha precisato il consigliere del Pd, «la questione delle condizioni di credito ancora troppo alte per le imprese sarde rispetto al mercato nazionale, ed è auspicabile che anche su questo punto l’osservatorio operi con la massima attenzione; per quanto riguarda le risorse c’è l’impegno comune ad aumentarle e ad utilizzare a fondo, nello stesso tempo, le disponibilità residue».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Sinistra sarda), in una breve premessa, ha sintetizzato l’evoluzione storica dei consorzi fidi in Sardegna, «nati dall’intelligenza delle piccole imprese con l’aiuto delle istituzioni, diventando però nel tempo potentati politici e finanziari che hanno drenato una massa ingente di risorse pubbliche impiegandone una parte, quella dell’aggio sulle risorse erogate, con finalità improprie». La Regione, ha poi lamentato il consigliere Anedda, «in questi anni non si è preoccupata di vigilare sull’andamento dei consorzi e di controllare l’efficacia della loro azione sul sistema economico sardo, così come la Regione non è intervenuta per sostenere le imprese che avevano difficoltà di accesso ai progetti ed ai fondi europei». Oggi i confidi, ha detto ancora Anedda, «sono essi stessi imprese in difficoltà, a partire dal mantenimento dei circa 500 lavoratori del settore e, con questa legge, stiamo facendo un intervento di assistenza; serve perciò chiarezza perché queste non sono politiche attive del lavoro e non produrranno niente per la Sardegna, fermo restando che la riforma serve ed i controlli sono necessari, ma occorre in realtà un nuovo ruolo per questi organismi, che devono occuparsi di ristrutturare i debiti delle aziende per farle sopravvivere e, soprattutto, farle ripartire».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha condiviso in parte le considerazioni del consigliere Anedda, sottolineando che «c’è molto bisogno di fare chiarezza in un mondo che ha inciso spesso negativamente sull’economia sarda». Il testo, secondo la Zedda, «presenta poi alcune lacune, perché va bene la creazione di un unico fondo presso la programmazione regionale ma la dotazione finanziaria è del tutto inadeguata; basti pensare 5 milioni erano negli anni passati la dotazione del solo settore commercio; è auspicabile dunque che le norme di attuazione e direttive servano a risolvere i gravi problemi di accesso al credito per le imprese sarde, svantaggiate anche dalla normativa nazionale ed europea, e sarà importante sotto questo profilo fare un buon regolamento ma ancora di più incrementare la disponibilità finanziaria». Se ben impiegate, ha sostenuto il vice capogruppo di Forza Italia, «sono risorse ben spese per l’economia sarda». Sulla concreta applicabilità della nuova legge, Zedda ha espresso qualche riserva, soprattutto per ciò che concerne «i criteri di ammissibilità e premialità che non sono del tutto chiari ed il percorso di accorpamento dei consorzi che forse non tiene conto delle specificità da salvaguardare; tutte ragioni che ci impongono di partire con il piede giusto, senza dimenticare la necessità di un nuovo rapporto con l’Unione europea per definire i possibili contrasti fra questa legge e le norme europee in materia di tutela dalla concorrenza e aiuti di stato». La Zedda ha infine annunciato l’astensione del gruppo di Forza Italia.

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha rimarcato la centralità delle imprese per il sistema economico isolano. «Parlare oggi di Consorzi Fidi significa parlare di impresa – ha detto Crisponi – finora si sono affrontate le emergenze, oggi si discute una proposta di legge che cerca di dare una mano d’aiuto al sistema produttivo isolano».

L’esponente della minoranza, pur riconoscendo l’importanza del provvedimento in discussione, ha rilevato la necessità di procedere ad ulteriori approfondimenti. «I Consorzi Fidi nell’ultimo decennio sono stati l’unico elemento a fianco delle imprese, un polmone al quale poter attingere per contrastare la carenza di liquidità al contrario del sistema del credito che ha rappresentato spesso un ostacolo. Per questo – ha sottolineato Crisponi – vanno potenziati».

Secondo il consigliere dei Riformatori, la proposta della Giunta lascia aperte una serie di problematiche e criticità, prima fra tutte l’esiguità delle risorse messe in campo: «Cinque milioni di euro sono pochi – ha rimarcato Crisponi – c’è poi l’assenza di un programma dettagliato per l’individuazione del fabbisogno dei vari comparti e la conseguente distribuzione dei fondi. La decisione di destinare le risorse a un fondo unico è sbagliata».

Crisponi ha quindi proposto di affidare alla Sfirs la gestione diretta delle risorse e l’individuazione in legge di alcuni obiettivi da raggiungere in modo da eliminare i profili di discrezionalità: «Si può pensare per esempio ad un sistema di restituzione delle somme non utilizzate».

Per Marco Tedde (Forza Italia) «prosegue il momento difficile per l’economia sarda nonostante i trionfalismi di qualche amministratore regionale. Dopo 17 mesi la Giunta non è ancora riuscita a disegnare un orizzonte di prosperità per il sistema economico isolano».

Tedde ha poi parlato di un’incoerenza di fondo tra gli enunciati e gli atti concreti. «Nelle dichiarazioni programmatiche della Giunta la creazione di un ambiente favorevole per gli investimenti era ritenuta un pilastro per affrontare la crisi – ha sottolineato Tedde – così non è stato. Non c’è stata semplificazione burocratica, non è stato facilitato l’accesso al credito, si è invece evidenziata una scarsa attenzione verso le imprese con la mancata proroga del piano casa  e l’aumento dell’Irap».

Il consigliere di Forza Italia ha poi rimarcato l’insufficienza dei fondi messi a disposizione: «Questo disegno di legge è un pannicello caldo caratterizzato da un fondo asfittico, cinque milioni non bastano».

Dubbi da parte di Tedde anche sulla riorganizzazione dei Consorzi Fidi: «L’articolo 1 sembra andare verso una razionalizzazione del sistema ma negli articoli successivi si parla di altre cose».

Tedde, annunciando l’astensione del suo gruppo, ha comunque assicurato un contributo fattivo alla legge: «Noi siamo al fianco delle imprese – ha concluso – quello che voi state facendo non è sufficiente».

E’ poi intervenuto il consigliere dei Riformatori Michele Cossa che ha parlato di legge necessaria per venire incontro alle difficoltà delle piccole e medie imprese.

«La norma introduce elementi di certezza che erano assolutamente necessari per un sistema ormai incancrenito. Tra questi, il ruolo attribuito alla Sfirs e la decisione di affidare a un solo assessorato la gestione unitaria del sistema dei Consorzi Fidi».

Cossa ha poi espresso alcune perplessità sulla dotazione finanziaria della legge: «Cinque milioni di euro non bastano – ha detto l’esponente della minoranza – gli operatori ne chiedevano venti. In questo modo la legge rischia di essere inefficace». Secondo Cossa, infine, occorre dare attuazione concreta ai provvedimenti: « C’è la necessità di indicare priorità e indirizzi per superare le lentezze del sistema burocratico».

Giudizio positivo sul disegno di legge da parte del capogruppo del Psd’Az Angelo Carta. «Si vuole migliorare il rapporto tra Regione e i Confidi – ha detto Carta – bene l’individuazione di un unico assessorato per la gestione del sistema, così come la creazione del fondo di stabilizzazione: «E’ una bella trovata, la Regione manda un messaggio ai Confidi perché si aggreghino, in questo modo si cerca di mettere rimedio alla frammentazione. I Confidi avranno 18 mesi di tempo per decidere». Carta ha infine criticato l’esiguità della dotazione finanziaria ma nel complesso promosso il disegno di legge che – ha concluso – «cerca di dare risposte al mondo delle imprese e alle difficoltà di accesso al credito».

Il presidente ha quindi dato la parola all’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, il quale ha ringraziato il relatore e tutti i consiglieri per i contributo dato alla legge di riforma, «attesa da decenni, che faceva parte delle dichiarazioni programmatiche dei diversi presidenti che si sono succeduti». Paci ha poi elencato i punti fondamentali della legge, che riconosce il ruolo del Consiglio regionale, e che ha l’obiettivo di evitare la frammentazione, individua meccanismi di premialità per i confidi, introduce il fondo di stabilizzazione con meccanismi di salvaguardia e istituisce l’osservatorio dei Confidi. L’idea di razionalizzare il sistema, ha spiegato l’assessore, è nata dalla volontà di creare un sistema che sia favorevole e funzionale alle imprese. Si tratta di una legge che cerca di dare un ulteriore contributo al settore produttivo, ha spiegato Paci, che non ha però l’ambizione di risolve il problema del credito e delle imprese. Per quanto riguarda i fondi assegnati, Paci ha affermato che 5 milioni sono scarsi, ma in questo momento non era possibile fare di più. Paci ha reso noto all’Aula che la Regione sta pagando i residui passivi pari a 22 milioni. Allo stato attuale, ha concluso, ne sono stati già erogati 16 milioni.

Il presidente del Consiglio ha dichiarato conclusa la discussione generale sul Dl n.199 ed ha concesso la parola al consigliere Fabrizio Anedda per la dichiarazione di voto sul passaggio agli articoli. Il capogruppo del Misto ha preannunciato voto favorevole pur ribadendo perplessità in ordine ai rilievi circa l’esiguità delle somme stanziate a favore dei consorzi Fidi ed ha ricordato come siano le banche a scegliere il consorzio fidi a cui affidarsi e non le imprese.

La vice capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha dichiarato il voto di astensione ed ha ribadito che le somme a favore dei consorzi Fidi sono insufficiente “perché gli stanziamenti previsti nel recente passato derivano da stime appropriate e opportune valutazioni”. «Maggiore risorse destinate ai consorzi – ha concluso Alessandra Zedda – significa favorire l’effetto moltiplicatore dei positivi effetti nell’accesso al credito da parte delle imprese».

Il voto di astensione è stato preannunciato anche dal consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, che ha ricordato che  le imprese hanno necessità dei Consorzi Fidi ma che questi devono avere obiettivi prestabiliti e risorse consistenti.

L’Aula ha quindi proceduto con l’approvazione del passaggio agli articoli ed il presidente dell’assemblea, Gianfranco Ganau, ha posto in votazione l’articolo 1 (Finalità ed ambito di applicazione) che è stato approvato con 32 sì, un voto contrario e 19 astenuti.

Aperta la discussione sull’articolo 2 (Fondo unico destinato all’integrazione dei fondi rischi dei confidi) nei quali è indicata la dotazione annuale di 5 milioni di euro, il presidente del Consiglio ha concesso la parola al consigliere Marco Tedde (Fi) per l’illustrazione dell’emendamento aggiuntivo che proponeva la limitazione, nel territorio della Sardegna, dell’intervento del fondo di garanzia nazionale (art. 2 comma 100, lettera a) della legge 13.12.1996 n. 662) alla controgaranzia dei fidi iscritti al registro delle imprese della Sardegna, per importi fino ai 100mila euro. L’esponente dell’opposizione ha auspicato l’introduzione in legge del correttivo al fine di garantire maggiore sostegno alle imprese, limitando l’intervento del fondo nazionale di garanzia che comporta rating e condizioni più restrittivi che non agevolano l’accesso al credito.

Il presidente della III commissione, Franco Sabatini (Pd), ha espresso il parere negativo della commissione, seguito da quello dell’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, che pur riconoscendo la correttezza e la serietà della questione posta con l’emendamento Tedde, ha sottolineato il rischio della creazione di potenziali condizioni di “protezionismo per i consorzi fidi” attraverso la limitazione al ricorso al fondo nazionale. «Il tutto – ha concluso Paci – a discapito della concorrenza e con danno all’impresa».

Il capogruppo del Psd’Az. Angelo Carta, è intervenuto a sostegno dell’emendamento: «Non è protezionistico e sono le banche che scelgono il consorzio fidi, non le imprese».

Posto in votazione l’articolo 2 è stato approvato con 33 voti favorevoli e l’Aula non ha approvato l’emendamento aggiuntivo a firma Tedde e più.

In sequenza e con distinte votazioni a scrutinio elettronico sono stati approvati l’articolo 3 (Regime di aiuto); l’articolo 4 (Fondo di stabilizzazione); l’articolo 5 (Osservatorio dei confidi) e l’articolo 6 (Abrogazione).

Il presidente del Consiglio a quindi annunciato all’Aula la presentazione dell’emendamento orale del consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, che punta all’eliminazione delle parole “decorsi i quali se ne prescinde” alla fine del comma 1 dell’articolo 7 (disposizioni transitorie e finali) in riferimenti al termine indicato in legge per il parere delle commissione alle deliberazioni della Giunta sui criteri di ammissibilità, sui settori prioritari e quanto dunque previsto al comma 23 dell’articolo 2; al comma 3 dell’articolo 4 e all’articolo 5 del testo di legge.

Dopo una serie di chiarimenti, preso atto che l’emendamento del consigliere Cossa modifica in ordinatorio, il termine perentorio indicato nel testo di legge a proposito dei pareri della commissione, il presidente del Consiglio l’ha dichiarato accolto, insieme con un altro emendamento orale, proposto dal consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, che ha registrato il sostegno anche del presidente della V commissione, Luigi Lotto (Pd) e che modifica la parola “commissione” in “commissioni”, stabilendo dunque che deve essere acquisto il parere della commissione III e della commissione V (entrambi competenti sulla materia).

Posto in votazione con le modifiche intervenute per effetto dell’accoglimento dei due emendamenti orali, l’articolo 7 è stato approvato con 34 voti favorevoli, così anche l’articolo 8 (Entrata in vigore) con 33 sì. L’Assemblea ha quindi proceduto con la votazione finale della legge che è stata approvata.

Cristiano Erriu
L’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, ha affrontato il tema della riforma degli Enti locali, questa mattina, nel corso dell’audizione in Consiglio regionale di fronte alla Prima (Autonomie e Riforme) e Terza Commissione (Bilancio), alla quale ha partecipato anche l’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci.
«È ormai urgente, imprescindibile e non più rinviabile l’approvazione della riforma degli enti locali della Sardegna, soprattutto alla luce della situazione finanziaria che riguarda le nostre Province – ha detto Erriu -. La situazione è particolarmente grave poiché, come è noto, la legge statale di stabilità per il 2015 ha previsto per l’anno in corso un taglio di un miliardo di euro per tutte le Province e le città metropolitane: riferito alla Sardegna, parliamo di circa 55 milioni di euro per il solo 2015. Per gli anni successivi, la legge di stabilità prevede un taglio per ulteriori due miliardi per il 2016 e addirittura tre miliardi per il 2017. Un ritardo nell’approvazione della riforma comporterà un aggravamento della situazione economico-finanziaria che diventerà strutturale nei prossimi anni.» 
L’assessore Erriu ha ripetuto più volte che «è nella responsabilità del Consiglio regionale e della Giunta trovare soluzioni finanziarie all’interno delle risorse di bilancio approvate di recente, per coprire il fabbisogno finanziario delle otto Province sarde. Alcune di esse hanno una percentuale di incidenza delle spese di personale, rispetto alla spesa corrente totale, che supera il 42% a fronte di una media nazionale pari a circa la metà. È necessario, perciò, che questa situazione sia affrontata seriamente e in tempi strettissimi».«La soluzione va trovata all’interno della Conferenza regionale sulle Autonomie locali – ha sottolineato l’assessore della Programmazione e BIlancio Raffaele Paci -. Convocheremo perciò al più presto il tavolo tecnico per approfondire la situazione e decidere tutti insieme come trovare le risorse necessarie ad affrontare questo momento di emergenza.»A proposito del Patto di stabilità, il Consiglio dei ministri in settimana dovrebbe approvare il decreto legge sugli enti locali, in accordo con l’Anci, che prevede misure sostanziali di attenuazione delle sanzioni per le Province che hanno sforato il Patto nel 2014. Tale misura consentirà alle Amministrazioni provinciali di non dover sopportare le sanzioni inizialmente ipotizzate.

Altro tasto dolente è quello delle società in house delle stesse Province. «Ci sono esempi di società in house – ha commentato l’assessore Erriu – che hanno intrapreso un percorso di razionalizzazione dei costi già da tempo, mentre altre Province stanno ragionando e valutando l’esternalizzazione dei servizi per abbattere i costi generali ormai insostenibili».

L’assessore Erriu, al termine dell’audizione, s’è impegnato a convocare al più presto il tavolo tecnico all’interno della Conferenza regionale sulle Autonomie locali.

Sede Provincia via Mazzini Sede Provincia Medio Campidano 1 copia

L’emergenza venutasi a determinare nelle ex Province, dopo il commissariamento e i tempi lunghi nell’elaborazione e quindi nell’approvazione della legge di riforma del sistema degli enti locali, è stata affrontata questa mattina in una seduta congiunta delle commissioni auAutonomia e Bilancio del Consiglio regionale,

Subito la convocazione di un tavolo tecnico con i rappresentanti delle associazioni degli enti locali e gli amministratori delle province sarde per esaminare la drammatica situazione finanziaria in cui versano gli enti intermedi e indicare una possibile via d’uscita alla conferenza permanente Regione-Enti locali. Parallelamente, l’apertura di una vertenza nei confronti dello Stato per una rivisitazione della legge di stabilità.

Sono le proposte scaturite dalla seduta, svoltasi in presenza degli assessori degli Enti locali, Cristiano Erriu e della Programmazione, Raffaele Paci.

I tempi sono stretti per trovare una soluzione che consenta di garantire una continuità nell’erogazione dei servizi finora assicurati dalle province e di scongiurare i possibili licenziamenti dei lavoratori delle società in house a partire dal 1° luglio. Per questo, i presidenti Francesco Agus e Franco Sabatini, hanno convocato d’urgenza una seduta congiunta delle due commissioni consiliari.

I rappresentanti della Giunta hanno confermato le difficoltà nel reperimento delle risorse per coprire i buchi di bilancio delle province causati dai pesanti tagli decisi dal Governo, circa 51 milioni di euro per il 2015.

Una boccata d’ossigeno potrebbe arrivare dal decreto che il Consiglio dei ministri si appresta ad approvare e che consentirà di abbattere dell’80% le sanzioni di 17 milioni di euro comminate alle province di Nuoro, Sassari e Medio Campidano per lo sforamento del patto di stabilità. Misura però insufficiente per far fronte al fabbisogno finanziario degli enti intermedi, privati, da quest’anno, della principale fonte di sostentamento, il gettito della RC Auto, prelevato forzosamente dallo Stato.

Serve, dunque, una soluzione per affrontare l’emergenza, in attesa del riordino degli enti locali che il Consiglio regionale discuterà nelle prossime settimane. «C’è stato un comportamento sleale da parte dello Stato che ha sottratto alle province le risorse finanziarie lasciando loro le funzioni da esercitare – ha detto l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu – adesso è necessario trovare una soluzione di sistema per evitare il caos». A rischio, oltre ai posti di lavoro dei precari e dei dipendenti delle società in house, ci sono anche gli stipendi del personale delle ex province sarde, circa 1800 unità. «Impensabile che di tutto questo si faccia carico la Regione – ha aggiunto Erriu – la soluzione passa attraverso operazioni contabili e di bilancio, ma per far questo serve un patto interistituzionale».

L’interlocuzione con il sistema degli enti locali servirà a capire in quale settore si andranno a reperire le risorse. «La Regione non ha i soldi per coprire il buco – ha detto l’assessore al Bilancio Raffaele Paci – la Giunta è disponibile a discutere eventuali spostamenti di fondi. E’ un tema che richiede grande senso di responsabilità da parte di tutti. In ogni caso occorre accelerare i tempi della riforma degli enti locali che consenta di affrontare strutturalmente la questione».

I tempi sono strettissimi: «Entro dieci giorni bisogna individuare un percorso per evitare l’interruzione di servizi – ha detto il presidente della Prima Commissione Francesco Agus – in questa fase è importantissimo condividere le politiche di bilancio».

«Regione ed Enti locali saranno in grado di trovare una soluzione per la copertura finanziaria – ha sottolineato il presidente della Terza commissione Franco Sabatini – in questo momento è necessario evitare atteggiamenti demagogici e lavorare nell’interesse di tutti».

Palazzo della Regione 2 copia
La Giunta regionale ha deciso di difendere il Piano di dimensionamento scolastico resistendo in Giudizio contro il ricorso presentato al Tar della Sardegna dai Comuni di Siligo, Cossoine e Codrongianos e dall’Unione dei Comuni del Meilogu nei confronti della Regione per l’annullamento, previa sospensione, del piano di riorganizzazione e di razionalizzazione della rete scolastica e dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2015-2016.Nel corso della seduta di ieri è stato nominato il commissario straordinario per il comune di Villanovaforru dopo che lo scorso 31 maggio, come ha spiegato l’assessore Cristiano Erriu, non è stato raggiunto il quorum del 50% dei votanti alle elezioni comunali. Si tratta di Marinella Montis, 72 anni, segretario comunale in pensione.

Su proposta dell’assessore Raffaele Paci, viene riportata al Centro unico di responsabilità della pubblica istruzione la gestione complessiva dei fondi destinati alla realizzazione di una Azienda Zootecnica didattica presso il dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari, che rientra nell’Accordo di programma quadro rafforzato, “Infrastrutture strategiche regionali per la conoscenza”. Viene dunque trasferito un milione e mezzo di euro dal Centro regionale di Programmazione alla Pubblica Istruzione.

La Giunta ha deciso, su proposta dell’assessore Donatella Spano, di non sottoporre a ulteriore procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale quattro progetti. Si tratta di: interventi urgenti di costruzione e manutenzione di opere idrauliche e sistemazione dei compluvi interni all’abitato di Villanova Strisaili, in Ogliastra, proposti dal Comune; variante al progetto di coltivazione e contestuale ripristino di una cava di granito in località L’Alcu nel Comune di Luogosanto (Olbia Tempio), proposto da Sardinja Graniti; rinnovo dell’autorizzazione all’attività di cava e progetto di ripristino di una cava di granito in località Monti Latu, a Luogosanto, proposto da Mistral Graniti e, infine, ampliamento dell’insediamento produttivo adibito al recupero e alla lavorazione di materiali metallici della ditta Autodemolizioni Pusceddu Antonio s.r.l. nella zona P.I.P. in località Sa Turrita nel comune di Siamaggiore (Oristano), proposto dalla ditta stessa.

Via libera al programma di tenuta dei Libri Genealogici e alla effettuazione dei controlli funzionali: la Giunta, accogliendo la richiesta dell’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, ha approvato l’assegnazione dei contributi, programmati con una somma di 3.300.000 euro, alle Associazioni Provinciali degli Allevatori. E’ stato poi accordato il nulla osta all’approvazione della prima variazione al bilancio di previsione dell’esercizio finanziario anno 2015 e pluriennale 2015-2017 di Agris.

La Giunta ha autorizzato il comune di Macomer a utilizzare le economie, ovvero le somme non spese, del programma straordinario di edilizia residenziale pubblica del 2002: l’assessore Paolo Maninchedda ha spiegato che del milione e 600mila euro disponibili, tutti fondi statali, ne sono stati impiegati solo poco più di 550mila. L’esecutivo ha perciò dato il via libera all’uso del milione residuo e alla stipula di un accordo di programma con il Comune di Macomer. E’ stato poi modificato lo Statuto di Area per adeguarlo alle disposizioni della legge regionale del 25 novembre 2014 (“Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione”): in particolare si è reso necessario intervenire rispetto al ruolo del distretto territoriale, non più come entità organizzativa improntata a un principio gerarchico ma come ambito territoriale di riferimento e competenza per l’azione dei Servizi periferici dell’azienda.

Sono Valentina Santoni e Giovanni Tìana i componenti del collegio dei revisori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna designati dalla Giunta su proposta dell’assessore Luigi Arru. Via libera anche alle modifiche alla delibera di Giunta 52/10 del 10 dicembre 2013, che definisce i criteri delle prestazioni erogabili dai laboratori di base, e di base con settori specializzati, prevedendo per la tutela dei pazienti che alcune di queste siano effettuate esclusivamente in ambulatori situati in istituzioni di ricovero, ovvero in ambienti protetti. E’ stato poi modificato l’ambito territoriale di assistenza primaria della Asl di Cagliari in seguito al trasferimento del comune di Nuraminis dal Distretto 5 (Sarcidano – Barbagia Seulo – Trexenta) al distretto 1 Cagliari che sarà così composto: Monastir, Sestu, Ussana e Nuraminis. Approvato definitivamente, infine, il finanziamento indistinto della spesa sanitaria di parte corrente 2013 dopo il passaggio in Consiglio.

Nulla osta della Giunta su proposta dell’assessore Claudia Firino all’immediata esecutività del Bilancio di previsione annuale 2015 e pluriennale 2015-17 dell’Istituto etnografico di Nuoro approvato dal Consiglio di amministrazione lo scorso 13 maggio.

 

Cagliari 7

Il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, e il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, hanno sottoscritto stamane un protocollo d’intesa da 55 milioni di euro per la riqualificazione urbana e l’inclusione sociale di Cagliari. Le risorse arrivano da fondi europei: una parte di questi, 15 milioni del Por (Programma operativo regionale), sarà utilizzata per l’edilizia popolare a Is Mirrionis e San Michele con il recupero di alcuni stabili. Gli altri 40 milioni sono invece fondi del Pon (Programma operativo nazionale) destinati a Cagliari, città metropolitana individuata come Autorità urbana nel Programma operativo nazionale Metro, e prevedono quattro “azioni”: agenda digitale metropolitana (banche dati), mobilità ciclopedonale, illuminazione pubblica, telecontrollo e telegestione e social innovation (ad esempio autogestione dei palazzi comunali da parte dei condomini). In questo caso, la Regione fornirà al Comune supporto tecnico-logistico.
Per quanto riguarda Is Mirrionis, non si faranno solo ristrutturazioni col riuso dell’hangar del quartiere e di alloggi, ma sono previsti interventi “sociali” anche per aiutare la nascita di nuovi posti di lavoro. «È un momento di forte innovazione, siamo i primi in Italia a fare programmazione unitaria, a mettere insieme le risorse, a intervenire sulle aree urbane e le zone interne e a raccordare il tutto con i programmi nazionali del Pon Metro nel quale Cagliari è una delle 14 aree urbane selezionate – dice il vicepresidente Paci -. Questo ci consente di fare interventi mirati, senza sovrapposizioni, mettendo insieme risorse e procedure, per la riqualificazione della città. Questo protocollo d’intesa viene preso ad esempio anche da altre realtà che si sono dimostrate molto interessate a procedere sulla stessa strada. Nella programmazione precedente con i fondi europei abbiamo aperto molti cantieri, fatto interventi infrastrutturali sulle strade e sugli apparati tecnologici. Adesso c’è bisogno di pensare alla coesione sociale e a dare servizi, infatti l’intervento su Is Mirrionis vuole ridare tessuto sociale al quartiere e risposte alla popolazione».
«Siamo intervenuti su Sant’Elia e lo stiamo facendo su San Michele e Is Mirrionis, con una cifra importante per migliorare le condizioni dei cittadini che vivono nel quartiere – dice il sindaco Zedda –. Migliorarle dal punto di vista sociale ma anche economico, per le attività produttive presenti nella zona, e urbano con la riqualificazione dei luoghi, anche quelli di aggregazione e incontri. È previsto anche il recupero di strutture pubbliche già esistenti per realizzare servizi di cura socio-sanitaria e il miglioramento della qualità degli spazi di vita nel quartiere, ma quello che fa la differenza – conclude Zedda – è che questa volta gli interventi principali sono di carattere sociale ed economico.»
Il direttore del Centro Regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu, sottolinea proprio l’inedita collaborazione fra due amministrazioni, quella regionale e quella comunale. «Credo che siamo le uniche amministrazioni in Italia a collaborare prima dell’approvazione del programma da parte di Bruxelles, anzi le altre neanche si parlano, per decidere cosa fare e come farlo. Abbiamo una grande responsabilità rispetto a queste risorse – sottolinea Cadeddu – dobbiamo usarle rispettando i tempi e usarle bene, e per questo è fondamentale la collaborazione: perché altrimenti i soldi che si perdono, quelli che non vanno a Cagliari, non è che vengono dirottati altrove, se ne tornano a Bruxelles».

Search engine friendly contentL’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, il direttore del Centro Regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu, e l’Autorità di gestione dei fondi Fesr, Graziella Pisu, hanno presentato ieri pomeriggio al partenariato socio-economico e istituzionale della Sardegna lo stato di avanzamento del negoziato sui fondi europei Fesr, a disposizione dell’Isola ci sono 930 milioni di euro, per illustrare le modifiche apportate in base alle indicazioni dell’Europa e accogliere eventuali ulteriori suggerimenti. Entro questo mese il programma Fesr sarà definito per essere poi approvato dall’Unione Europea fra luglio e settembre prossimi. Subito dopo, si potrà dare concretamente il via agli interventi.
Sono passate da 120 a 35 le linee di intervento per concentrare le risorse dei fondi Por Fesr 2014-2020 sui settori più strategici, come richiesto dall’Unione Europea, passando per un confronto costante con sindacati, associazioni, parti economiche, enti locali e una visione unitaria della programmazione dei fondi.
«Dobbiamo correre, fare bene e non perdere tempo – ha detto l’assessore Paci -. Siamo nella fase finale del negoziato e l’incontro di oggi serve a presentare al nostro partenariato le novità che si sono avute in questi mesi dopo il dialogo con l’Unione Europea e ad ascoltare le loro opinioni. Pur non avendo ancora tutti i programmi operativi approvati, finora infatti è stato approvato solo il Programma Operativo Fse (Fondo sociale europeo), stiamo già lavorando all’interno della Cabina di regia e dell’Unità di progetto della programmazione unitaria per definire gli interventi con la visione d’insieme che è alla base della programmazione unitaria dei fondi sulla quale è impostata la manovra finanziaria. Abbiamo già chiuso gli interventi sulla priorità Istruzione, quindi Scuola e Università, porteremo in Giunta la prossima settimana quella del lavoro e siamo a un buon stato di elaborazione anche per competitività e quindi la strategia per le imprese.»
Durante l’incontro, svoltosi nella sala anfiteatro di via Roma, a Cagliari, è stato anche presentato il Pra, Piano di rafforzamento amministrativo, ossia uno strumento necessario per l’approvazione del programma che ha l’obiettivo di migliorare la gestione dei fondi strutturali anche attraverso il rafforzamento delle competenze interne all’amministrazione regionale, puntando sulla indispensabile qualità istituzionale necessaria alla gestione delle risorse. L’assessore Paci spiega poi la filosofia d’intervento rispetto ai territorio.
«Stiamo lavorando per garantire la crescita armonica delle aree interne e di quelle urbane, basandoci sugli attrattori ambientali, culturali, turistici delle singole zone, facendo cioè una lettura ambientale del territorio. Per fare tutto e bene dobbiamo superare la lettura settoriale dei fondi: la visione dev’essere unitaria per diventare sempre più strategica. Infine – ha concluso il vicepresidente della Regione – maggiore concentrazione dei fondi che significa maggiore sicurezza di riuscire a spendere i soldi, perché le risorse sono più legate alle vere priorità.»