20 July, 2024
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La Giunta regionale ha dato il via libera all’utilizzo dei primi 150 milioni di euro di riserve erariali per abbattere il debito pubblico della Sardegna. 
L’impegno del Governo risale allo scorso ottobre: con il comma 5 dell’articolo 38 del ddl Stabilità aveva riconosciuto alla Sardegna il diritto a trattenere nell’Isola il ricavato delle cosiddette riserve erariali, ovvero le tasse finalizzate esclusivamente all’abbattimento del debito pubblico.
«Avevamo fatto una promessa e la manteniamo: da oggi i sardi hanno l’assoluta certezza che il loro sacrificio, quello di pagare più tasse come imposto dal governo, è effettivamente destinato a estinguere solo ed esclusivamente i debiti maturati in Sardegna – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci -. È un risultato importante, che lo stesso Consiglio regionale ci ha chiesto di portare a casa attraverso l’ordine del giorno unitario approvato all’unanimità lo scorso 2 ottobre. I soldi dei sardi, dunque, rimangono ai sardi. E allo stesso tempo viene fortemente ribadita la sovranità della Sardegna in materia di entrate così come stabilito dal nostro Statuto.» 
Il debito dell’intero sistema pubblico nazionale raggiunge 2.168 miliardi di euro (36.000 euro per ciascun italiano) e continua inesorabilmente a crescere, alimentato dal costo annuale degli interessi (circa 90 miliardi all’anno). Lo Stato, per cercare di ridurre il peso di questo debito ha introdotto negli ultimi anni alcune “tasse di scopo”, ossia imposte dedicate specificamente all’abbattimento del debito pubblico (le cosiddette “riserve erariali”). In altri termini è stato chiesto ai cittadini di fare ulteriori sacrifici (aumento dell’IVA dal 20% al 22% e l’aumento delle tasse sulla benzina, per ricordare gli esempi più noti) con l’impegno però ad utilizzare queste risorse aggiuntive unicamente per ridurre i debiti e non per generare altra spesa. La rivendicazione della Sardegna, vinta dalla Giunta Pigliaru, nasce dal conflitto fra la decisione dello Stato di riservare a sè queste nuove entrate e il diritto della Regione alla compartecipazione a tutte le entrate erariali.
Le riserve sono previste a partire dal 2014 e sino al 2018 (legge n. 147, 2013) e per la Sardegna ammontano a circa 230 milioni all’anno.

La commissione Bilancio e Programmazione, con il voto a favore dei gruppi della maggioranza, il voto contrario di Fi e Fdi e l’astensione di Udc, Psd’Az e Riformatori, ha dato il via libera al Dl 205 che sostituisce la tabella “E”, nella quale sono riportate le spese autorizzate dall’articolo 4 della Finanziaria 2015, quelle cioè previste per realizzare opere e infrastrutture attraverso la contrazione di un mutuo da 700 milioni di euro.

Il provvedimento è stato illustrato, nella commissione presieduta da Franco Sabatini (Pd), dall’assessore regionale del Bilancio, Raffaele Paci, che ha evidenziato il carattere tecnico delle modifiche da sottoporre all’attenzione dell’Aula. In sostanza, si tratta di una misura precauzionale riferita ai 23 milioni di euro destinati per il rinnovo dei mezzi di trasporto Arst e allo stanziamento di un milione di euro per gli edifici di culto.

«Su questi due interventi – ha affermato Paci – sono stati riscontrati problemi di ammissibilità al finanziamento col mutuo sotto il profilo soggettivo dei beneficiari finali degli interventi (l’Arst è una società a totale partecipazione regionale e gli edifici di culto non restano di proprietà della Regione o dello Stato) e pertanto – ha proseguito l’assessore – sono sostituiti nella tabella “E” dal cofinanziamento regionale di una parte delle spese di investimento previste nella nuova programmazione comunitaria 2014-2020».

L’ulteriore modifica riguarda la rimodulazione degli interventi a favore del settore scuola-università (52.441 milioni di euro) e del piano delle opere infrastrutturali (417 milioni di euro). A questo proposito l’assessore Paci ha annunciato che sardi. Per quanto attiene le procedure per il muto da 700 milioni, l’assessore ha confermato l’indizione del bando pubblico ed ha auspicato che entro il prossimo giugno si completino tutte le procedure.

I consiglieri Ignazio Locci (Fi) e Paolo Truzzu (Fdi-Sardegna) sono intervenuti nel merito delle somme originariamente destinate al rinnovo dei mezzi di trasporto e inserite (nella nuova formulazione della tabella “E”) sul fondo unico di programmazione comunitaria proponendone, rispettivamente, la destinazione per le zone interne e per la riqualificazione dell’edilizia pubblica.

La consigliere Alessandra Zedda (Fi) ha lamentato l’assenza di “dati certi” sui programmi di spesa della Regione e la mancata informazione sulla cosiddetta armonizzazione del bilancio regionale. Alessandra Zedda ha inoltre auspicato maggiore chiarezza sui programmi e sulla relativa spesa nel settore dell’edilizia scolastica.

Il consigliere Giorgio Oppi (Aps) ha suggerito una migliore specificazione della descrizione degli interventi per l’ammodernamento dei mezzi di trasporto nella nuova formulazione della tabella “E”.

Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha chiesto ed ottenuto dall’assessore Paci rassicurazioni sull’ammodernamento dei mezzi di trasporto pubblico dell’Arst e sul ricorso al leasing, così come era stato fatto ai tempi della Giunta Soru.

A margine del dibattito sul Dl 205, il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha evidenziato il problema dei cosiddetti “lavoratori in utilizzo” e, nel corso del suo breve intervento di replica, l’assessore Paci ha assicurato il suo impegno per garantire che le risorse a tal proposito desinate in Finanziaria, siano utilizzate per l’impiego di quella tipologia di lavoratori nelle pubbliche amministrazioni.

La commissione, dopo il via libera a maggioranza, ha nominato il presidente Franco Sabatini relatore in Aula del Dl 205.

Il provvedimento, considerata l’urgenza, sarà sottoposto all’attenzione della conferenza dei capigruppo per l’immediata iscrizione all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio, ai sensi dell’articolo 102 del vigente regolamento interno.

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Palazzo della Regione 2 copia

La Giunta regionale ha attribuito alle aziende sanitarie regionali le risorse destinate al finanziamento indistinto della spesa per l’esercizio 2014, in totale 2 miliardi e 897 milioni di euro suddivisi fra le Aziende Sanitarie Locali (Asl 1 Sassari 477 milioni e 800mila euro, 2 Olbia 210 milioni e 600mila, 3 Nuoro 281 milioni e 900mila, 4 Lanusei 87 milioni e 830mila, 5 Oristano 253 milioni, 6 Sanluri 139 milioni e 700mila, 7 Carbonia 195 milioni e mezzo, 8 Cagliari 841 milioni e 300mila euro), Aziende Ospedaliere (160 milioni e 570mila euro al Brotzu di Cagliari) e Ospedaliero-Universitarie di Cagliari (134 milioni e 200mila euro) e Sassari (114 milioni e mezzo). Infine è stato prorogato di quattro mesi l’incarico ai Commissari straordinari delle Aziende Sanitarie nominati lo scorso 20 dicembre.

Sono stati stanziati inoltre 250mila euro di contributi, per l’acquisto di ambulanze medicalizzate, alle Associazioni di volontariato senza scopo di lucro che operano nell’assistenza agli infermi. L’assessore della Sanità Luigi Arru, che ha proposto la delibera, ha spiegato che in Sardegna sono operative 24 ambulanze medicalizzate su 50 che sarebbero necessarie. I 250mila euro saranno assegnati dopo la pubblicazione di un bando a cui possono partecipare solo le associazioni convenzionate con il servizio 118 che hanno a disposizione solo un mezzo. Le domande di contributo devono essere trasmesse all’Assessorato della Sanità entro 20 giorni dalla data di pubblicazione sul Buras della delibera, che definisce criteri e modalità per l’erogazione. Sempre su proposta dell’assessore Arru, l’Esecutivo ha approvato il programma assistenziale per ragioni umanitarie relativo al 2015: in pratica, la Regione autorizza le Asl a erogare, compatibilmente con le risorse disponibili, prestazioni che rientrano in programmi assistenziali a favore di cittadini non appartenenti all’Unione Europea e che necessitano di cure urgenti di alta specializzazione per il trattamento di gravi patologie. Le cure sono destinate a cittadini provenienti da Paesi nei quali non esistono o non sono facilmente accessibili competenze medico-specialistiche e non sono in vigore Accordi di reciprocità relativi all’assistenza sanitaria. L’assessore Arru ha ricordato che la Sardegna si è finora fatta carico di 10-12 casi all’anno, prevalentemente bambini sottoposti a trapianti nell’ospedale Microcitemico di Cagliari.

Proposto dall’assessore del Lavoro, Virginia Mura, il disegno di legge sull’autorizzazione di spesa per l’anticipazione degli ammortizzatori sociali in deroga. Con il testo, approvato dalla Giunta, si chiede di modificare la legge regionale 27 del 2013 in modo da permettere la sua applicazione anche per l’anno in corso. A questo scopo potranno essere utilizzate le risorse disponibili all’Inps relative alle compensazioni effettuate dall’Ente previdenziale a seguito dei pagamenti dei trattamenti concessi nel 2013.
Su proposta del presidente Francesco Pigliaru, approvato il via libera ai provvedimenti dell’Autorità di Bacino sulla revisione e sull’aggiornamento del Piano di gestione del distretto idrografico e del rischio alluvioni. Nonché quelli relativi al rapporto preliminare sulla Valutazione di impatto ambientale e all’istituzione del tavolo di coordinamento sull’azione Comunitaria in materia di acque.
Su proposta dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, è stato approvato il disegno di legge sul riordino della materia forestale. L’esigenza è prima di tutto quella di dotare la Regione, unica in Italia ad esserne priva, di una norma organica. Nonché quella di superare le criticità riferite all’assetto organizzativo dell’Ente foreste e di elaborare una nuova regolamentazione fondata su un impianto razionale ed efficace e su un sistema integrato di pianificazione, gestione e controllo dell’attività istituzionale. Un’unica disciplina, in base alla proposta della Giunta, regolamenterà la conservazione, lo sviluppo e la gestione del patrimonio boschivo. È stato poi prorogato per 6 mesi l’incarico al commissario dell’Ente Foreste.
Varata, quindi, su proposta dell’assessore del Bilancio Raffaele Paci, la delibera sui tempi di attuazione dell’armonizzazione dei bilanci degli enti e delle agenzie regionali, come richiesto dal Ministero dell’Economia.
Su proposta dell’assessore del Turismo, Commercio e Artigianato Francesco Morandi, la Giunta ha dato il via libera alla rimodulazione di 270mila euro di fondi Por Fesr della programmazione 2007-13 destinandoli alla promozione della Sardegna a Expo 2015, attraverso guide turistiche, cartine e flyers. Approvate definitivamente le direttive con gli incentivi per la realizzazione di postazioni per la promozione di prodotti locali.
È stata definitivamente approvata, dopo il passaggio nella commissione Agricoltura del Consiglio regionale, la delibera proposta dall’assessore Elisabetta Falchi che definisce gli aiuti per il pagamento dei premi assicurativi dovuti per i danni alla produzione agricola. Approvato anche il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario del 2015 e pluriennale 2015-2017 di Argea.
Attivato, infine, il patto verticale incentivato che porterà ai Comuni 27,311 milioni di spazi finanziari in più.

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Un percorso più semplice per rendere il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese sarde già operante presso la Sfirs più facilmente utilizzabile da parte dei Confidi ed estensione del Fondo alle imprese agricole. L’ha deciso la Giunta regionale su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci.

«Con questa delibera vogliamo dare risposte adeguate alla necessità di credito delle imprese, con una revisione del contenuto delle direttive e adeguando definizioni e modalità di rilascio della garanzia – spiega il vicepresidente della Giunta -. Estendiamo poi il Fondo anche al settore agricolo per renderlo più competitivo».

Venendo incontro alle richieste formulate durante i diversi incontri e dopo aver esaminato la complessa normativa in materia, la soglia di accesso al Fondo, da parte dei Confidi, viene riportata da 35 a 10 milioni di garanzie rilasciate.

«Si tratta di una variazione di sostanza, che riconosce il ruolo anche dei Consorzi minori, attribuendo agli stessi specificità nella loro attività e nella loro vicinanza all’impresa – dice l’assessore Paci -. Il Fondo di Garanzia PMI ribadisce insomma il suo ruolo di strumento di contrasto al credit crunch anche in capo a Consorzi che proprio grazie alla propria minore dimensione sono in grado di assicurare supporto immediato alle imprese».

Il fondo viene poi esteso alle imprese agricole, tra le emissioni obbligazionarie sono compresi anche i minibond e le cambiali finanziarie e fra i soggetti ammessi a richiederne l’intervento sono ammessi gli “arranger/lead manager” e gli “sponsor”, favorendo così l’intervento di nuovi soggetti sul mercato locale. Fra le banche finanziatrici, infine, vengono inseriti le società di leasing e di factoring e gli altri intermediari finanziari, nonché gli Istituti di Moneta Elettronica (IMEL), regolarmente iscritti nell’apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia. Parallelamente, prosegue il percorso di riorganizzazione dei Consorzi Fidi, iniziato dalla costituzione del Fondo Unico da 5 milioni di euro approvato con la manovra finanziaria lo scorso 27 febbraio e seguito da una serie di incontri con i Consorzi e con gli assessori coinvolti nella riforma, quelli del Lavoro Virginia Mura, dell’Industria Maria Grazia Piras e dell’Artigianato e Turismo Francesco Morandi e dalla prima delibera di Giunta approvata il 31 marzo scorso. Ora il disegno di legge inizia il suo iter in Consiglio regionale.

Tre le novità più importanti:

1) il fondo unico che sostituirà i precedenti tre, collocati presso gli assessorati del Lavoro, dell’Artigianato e Commercio e dell’Industria, destinato a integrare i fondi rischi dei Confidi.

2) il fondo di stabilizzazione per prevenire eventuali rischi.

3) l’istituzione dell’Osservatorio Confidi.

«Stiamo riorganizzando un sistema che non riesce più a dare risposta alle esigenze delle imprese, e oggi abbiamo sistemato un altro importante tassello – conclude l’assessore Paci -. Vogliamo razionalizzarlo, modernizzarlo e renderlo più efficiente per garantire e migliorare l’accesso al credito e aiutare le imprese sarde e i liberi professionisti in un momento di grave difficoltà economica come quello che stiamo vivendo.»

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È sardo il principale fornitore di latte ovino in polvere della Cina: Alimenta, azienda agroalimentare di Macomer, quest’anno invierà circa 400 tonnellate di prodotto per la preparazione di latte per l’infanzia e bevande a base di latte per adulti, diventando così l’unico esportatore europeo di latte ovino in polvere e il principale esportatore italiano di prodotti lattiero caseari in Cina. «Un interessante esempio di imprese locali che fanno scommesse rilevanti e puntano sulla internazionalizzazione, riuscendo a conquistare importanti fette di mercato all’estero», ha detto il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, che ha incontrato il direttore generale di Alimenta, Simone Colombo.
Nel 2014 le esportazioni italiane di prodotti lattiero caseari in Cina erano costituite da circa 1.500 tonnellate di formaggi per un valore di 11,7 milioni di euro; 4.700 tonnellate di latte vaccino uht per un valore di 4,8 milioni di euro. Ipotizzando una certa stabilità delle esportazioni di latte confezionato e di formaggi le esportazioni di Alimenta per un valore di circa 3 milioni determineranno un incremento a livello nazionale del 20%. Fino al 2014 nell’Unione europea era autorizzata la produzione di latte per l’infanzia solo da ingredienti vaccini. L’ok agli ingredienti a base di latte di capra è arrivato sotto la spinta degli olandesi che sono i principali produttori europei di latte di capra in polvere, mentre resta vietata la produzione da ingredienti ovini nonostante sia indiscutibilmente riconosciuta la qualità e i benefici del latte di pecora, «sarebbe auspicabile avviare un percorso con l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare perché finalmente anche al latte ovino vengano riconosciute le possibilità di utilizzo autorizzate al vaccino e al caprino» aggiunge Colombo.
In Cina al contrario c’è una grande attenzione per la qualità dei prodotti e il latte di pecora è considerato il latte più digeribile per i bambini, meno propenso a generare allergie e quindi il più sano.

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«La Giunta regionale si sta impegnando al massimo per accelerare il pagamento del debito commerciale, percorso reso possibile dal superamento del patto di stabilità sancito dall’accordo di luglio scorso, ma lo Stato deve adoperarsi per rendere meno rigide alcune delle regole che di fatto bloccano questo percorso.» L’ha detto oggi il vicepresidente della Regione e assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, intervenendo dinanzi alla Corte dei Conti dopo la relazione del magistrato istruttore Valeria Mistretta su “Iniziative adottate dall’amministrazione regionale per accelerare il pagamento del debito commerciale. I risultati conseguiti “.

«La Corte dei Conti dice che la maggior parte dei problemi sono stati generati dall’esistenza del patto di stabilità, ed è apprezzabile che loro stessi lo riconoscano. Il non poter spendere soldi a causa di quei vincoli ha dato origine ai residui passivi e poi, a cascata, a tutti gli altri debiti, per esempio quelli con le pubbliche amministrazioni, la sanità e così via. E se questo problema è superato grazie alla fuoriuscita dal patto da noi voluta fortemente – spiega Paci – continuano a esistere nell’ordinamento dello Stato distorsioni che non rendono facile il superamento di questi tempi lunghi, per esempio il fatto che, come imposto dalle regole sul bilancio armonizzato, non si possa utilizzare la liquidità di fine 2014 per poter pagare i residui passivi».

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Su proposta dell’assessore Maria Grazia Piras, la Giunta regionale ha approvato la programmazione della spesa di 300mila euro per il completamento degli interventi di custodia, gestione e messa in sicurezza permanente del sito di Santu Miali, a Furtei. I lavori saranno svolti da IGEA. Altri 60mila euro, invece, sono stati destinati a coprire i costi della convenzione con la stessa IGEA per la proroga dei lavori di messa in sicurezza e di recupero ambientale a Monteponi.

La Giunta regionale ha adeguato inoltre la disciplina in materia di prerogative sindacali, applicando quanto previsto dalla legge n. 114 del 2014 sulla riduzione dei contingenti complessivi di distacchi, aspettative e permessi nella pubblica amministrazione. L’esecutivo, infatti, ha approvato la delibera proposta dall’assessore del Personale, Gianmario Demuro, per la riduzione del 50 per cento delle prerogative sindacali del personale dipendente. Tale riduzione non riguarda i permessi attribuiti alle Rsu. «Dopo un lungo e proficuo confronto con le organizzazioni sindacali, siamo arrivati alla soluzione che tiene insieme l’esigenza di razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica con la necessaria presenza sindacale in tutte le attività che riguardano il personale dipendente della Regione», sottolinea l’assessore Demuro. Il riparto tra le organizzazioni sindacali tiene conto della rappresentatività di ciascuna di esse. Dal monte ore assegnato per i permessi sindacali non sono detratte le ore necessarie per la partecipazione alla contrattazione collettiva e integrativa, oltre a quelle per la concertazione.

Su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, l’esecutivo regionale ha approvato il finanziamento della ristrutturazione della scuola elementare di Cala Gonone con 600.000 euro di fondi Po Fesr 2007-2013, all’interno di una logica multifunzione di attrazione territoriale da realizzare con l’Accordo di programma Quadro “SupraTutto – Sistema di valorizzazione turistica del territorio”, che prevede la realizzazione di infrastrutturazione turistica nei Comuni di Dorgali, Oliena e Orosei. Sempre su proposta dell’assessore Paci la Giunta ha dato il via libera anche all’armonizzazione dei sistemi contabili.
Si rafforza il servizio di controllo e di tutela ambientale nel nord Sardegna. La Giunta, su proposta dell’assessore Donatella Spano, ha approvato una delibera che consente al Corpo Forestale di estendere le attività nel Golfo dell’Asinara. Il provvedimento attribuisce alla giurisdizione della stazione forestale dell’Asinara l’intero territorio comunale di Porto Torres e di Stintino, oltre che parte del territorio comunale di Sassari. La delibera prevede che venga rafforzata l’azione del Coordinamento territoriale per l’ambiente del Parco dell’Asinara con l’accorpamento della Base operativa navale di Porto Torres. Al comando del Corpo Forestale spetterà il compito di progettare e organizzare il coordinamento della sorveglianza dei Reparti e di stipulare con l’Ente Parco dell’Asinara una convenzione per una reciproca e nuova collaborazione. Sempre su proposta dell’assessore Spano, l’esecutivo ha approvato lo Statuto del Parco Naturale regionale di Tepilora. Il Parco interessa i territori di Bitti, Lodè, Torpè e Posada e ha una superficie di oltre 7 mila e 800 ettari. Dell’assemblea dell’Ente Parco faranno parte il presidente della Provincia di Nuoro, i sindaci dei comuni interessati, il presidente dell’Ente Foreste e l’assessore regionale dell’Ambiente. Sarà compito dell’assemblea eleggere il presidente del Parco. Via libera, infine, all’attuazione delle direttive per gli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui di scarico. Le intese riguardano la Capitaneria di porto di Porto Torres sul Piano di gestione dei rifiuti dei porti di Castelsardo, Stintino e dell’Isola Rossa, nel comune di Trinità D’Agultu.
La Giunta ha dato il via libera al recepimento della proroga dell’Accordo tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano che prevede controlli veterinari: su proposta dell’assessore Luigi Arru la Giunta ha approvato lo schema di convenzione operativa tra Agea e Regione Sardegna per effettuare controlli nel campo della salute, sanità e benessere animale nelle aziende agricole sarde.
Su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, la Giunta ha approvato l’atto interpretativo delle disposizioni in materia di opere pubbliche (legge regionale del 9 marzo 2015).

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Sardegna Ricerche, a 30 anni dalla sua istituzione, si trasforma da Consorzio per l’assistenza alle piccole e medie imprese in Agenzia, come più volte sollecitato dalla Corte dei Conti.
L’ha deciso ieri la Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, che aveva ricevuto dallo stesso esecutivo il mandato di preparare un disegno di legge, messo a punto lavorando con gli uffici legale e del personale e approvato oggi. Anche in ossequio alla spending review, l’Agenzia avrà un direttore generale e un revisore dei conti e continuerà ad occuparsi di assistenza alle piccole e medie imprese, promozione della ricerca e dello sviluppo tecnologico, erogazione – a favore di imprese singole o associate – di servizi finalizzati all’introduzione di nuove tecnologie, alla modernizzazione della gestione e al sostegno delle attività aziendali. Soggetti partecipati dell’Agenzia restano il Crs4 (“Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna”), PCR (“Porto Conte Ricerche”) e la Fondazione IMC (“Centro marino internazionale – Onlus”). Per ora il personale mantiene lo stesso contratto, rientrando però nei principi della legge regionale 31.
«Stiamo ottemperando a quanto più volte richiesto dalla Corte dei Conti, che l’ultima volta a fine 2014 ha definito la trasformazione indispensabile – spiega l’assessore Paci -. Ridefiniamo la natura giuridica di Sardegna Ricerche, riordiniamo la missione prioritaria dell’Ente e delle strutture di ricerca collegate e razionalizziamo la composizione degli organi di gestione in linea con il contenimento dei costi che è un preciso obiettivo della Giunta. L’ente è interamente controllato dalla Regione, quindi la forma consortile, come sottolineato anche dai giudici contabili, è anacronistico e fuorviante – conclude il vicepresidente della Regione – anche perché lo statuto di Sardegna Ricerche non prevede più una organizzazione fondata sull’attività d’impresa».

Il disegno di legge passa ora al vaglio del Consiglio regionale per la discussione e l’approvazione finale.

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, gli assessori della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e degli Enti locali Cristiano Erriu e i presidenti di Anci Pier Sandro Scano e Cal Giuseppe Casti, hanno presentato nel corso di una conferenza stampa, la nuova programmazione territoriale.

Gli obiettivi sono rilanciare i territori, combattere lo spopolamento delle zone interne e favorire lo sviluppo dell’intera Sardegna puntando sulle vocazioni locali.

L’avviso pubblico attua la strategia regionale della Programmazione territoriale prevista nel Programma regionale di sviluppo 2014-2019: i Comuni, che dovranno associarsi in Unioni di Comuni – a loro volta anche associate fra loro – devono presentare i loro progetti. A disposizione, fra fondi europei infrastrutture, fondi nazionali e mutuo ci sono circa 4 miliardi di euro, e ogni Comune in forma associata non può partecipare a più di un progetto territoriale.
«Il modo per diffondere lo sviluppo è quello di ragionare insieme sulle possibilità che ogni territorio ha e, insieme, decidere su cosa scommettere, programmando il lavoro di tutti in quella direzione – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Dove esistono opportunità di sviluppo e di lavoro è molto più semplice mantenere i servizi e, di conseguenza, combattere lo spopolamento di cui soffrono le aree interne. Il nostro compito è, prima, dare un indirizzo, perché senza un’idea di sviluppo generale della regione ogni progetto resta isolato; poi, dialogando con i territori, dobbiamo lavorare sui dettagli. Dobbiamo essere consapevoli che lo sviluppo passa per le Unioni di Comuni che devono individuare strategie comuni: per raggiungere l’obiettivo gli interlocutori devono essere i territori.»

L’assessore Paci ha sottolineato che per la nuova programmazione territoriale sono stati fissati un orizzonte temporale molto ampio che si protrae per tutta la legislatura e una procedura aperta per consentire a tutti i territori di organizzarsi e presentare il proprio progetto. «Questo perché se un’Unione di Comuni non è pronta oggi, ha ancora molto tempo a disposizione. È importante che ci sia una forte visione di coerenza fra i progetti del territorio e la l’azione di questa giunta basata su una visione forte di politica anti-spopolamento che punta sugli attrattori culturali, naturali, turistici dei singoli territori. Abbiamo lanciato l’idea della programmazione unitaria – ha concluso il vicepresidente della Regione -. Adesso diamo valenza territoriale alla programmazione».

L’assessore Erriu ha ricordato che «siamo in fase di riforma degli enti locali, una riforma che punta a costruire un nuovo assetto istituzionale», all’interno del quale si colloca appunto la nuova programmazione territoriale. «Stiamo costruendo una dimensione del tutto nuova, molto stimolante: i Comuni sono il vero motore dello sviluppo e i protagonisti del cambiamento».

Oltre al via libera ufficiale alla programmazione territoriale, per Anci e Cal è molto importante l’avvio di un diverso rapporto istituzionale fra Regione e Enti locali. «C’è un ruolo nuovo rispetto al passato che si sta iniziando a costruire per i processi di programmazione fra amministrazione regionale e sistema degli enti locali – ha sottolineato Pier Sandro Scano -. Finora gli Enti locali erano parte dei progetti territoriali, ora c’è qualcosa di nuovo, che passa da un confronto serio e importante. La programmazione territoriale richiede una governance molto ben organizzata, in parte le Unioni ci stanno già lavorando ma serve la riforma. Utilizziamo l’autonomia speciale per potenziare Regione ed Enti locali e raggiungere risultati efficaci: la sfida da vincere – ha concluso Scano – è che tutta la Sardegna dev’essere abitata». Dunque, in questa nuova programmazione territoriale, la Regione «fa da cornice – ha spiegato il presidente del Cal Giuseppe Casti – ma dice ai territori: fate progetti, non potete sempre lamentarvi, mettetevi insieme e fate proposte mai più scollegate dal territorio. Ecco questa è la sfida da vincere: individuare le vocazioni dei territori, presentare progetti che le incarnino e avviare il rilancio dell’intera Sardegna».

«Una sfida che non è una gara fra territori – ha precisato il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu -. Non stiamo attuando una procedura competitiva, stiamo dicendo ai territori che di qui al 2018 possono presentare il loro progetto di sviluppo».

La Regione pagherà il 50% del cofinanziamento dei progetti europei di rilievo internazionale a carico di Comuni, Università, parti sociali ed economiche. L’ha deciso oggi la Giunta regionale che, su proposta dell’assessore regionale della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, ha stanziato un milione di euro approvando gli indirizzi per la predisposizione dell’Avviso 2015: in pratica, la partecipazione finanziaria dei soggetti interessati a programmi e progetti promossi da organismi nazionali, internazionali e Unione Europea, grazie all’intervento della Regione si riduce a un quarto dell’importo complessivo.
«Si tratta di progetti importanti, che richiedono grande impegno e molta competenza da parte di chi li propone e che sono fortemente competitivi a livello internazionale – spiega l’assessore Paci -. Dunque, abbiamo deciso di cofinanziarli per sostenere concretamente i Comuni e gli altri soggetti interessati in questa sfida importante, per non lasciarli soli e consentire loro di provare ad agganciare i soldi messi a disposizione da Bruxelles che possono davvero fare la differenza in un momento di crisi come questo. Soldi che vanno portati a casa con progetti di livello impeccabile – sottolinea il vicepresidente della Regione – evitando inutili dispersioni di risorse e duplicazioni, favorendo sinergie e puntando su proposte omogenee e di forte impatto.»
Nella valutazione dei progetti da parte della Regione sarà data priorità alle procedure connesse ai programmi a gestione diretta dell’Unione europea e alle aree tematiche che riguardano ricerca, competitività, sviluppo e innovazione, tutela e conservazione del patrimonio ambientale e culturale. Saranno ammessi alla procedura i progetti finanziati entro 12 mesi da oggi, ovvero dal momento dell’approvazione della delibera: nell’attribuzione del cofinanziamento sarà data priorità ai soggetti di natura pubblica, la quota massima di cofinanziamento sarà del 50% e comunque mai superiore a 200mila euro. Il cofinanziamento in favore dei soggetti privati è ammesso nel rispetto delle soglie previste degli aiuti di Stato.

«Se i progetti che arriveranno saranno numerosi e di qualità – conclude l’assessore Paci -, siamo disponibili ad aumentare il fondo regionale per il cofinanziamento.»