23 November, 2024
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Via libera al Pacchetto Famiglia da 65 milioni proposto dalla Giunta in Finanziaria ed approvato dalla Commissione Bilancio che oggi ha dato il via libera alla manovra da 8,2 miliardi. Un insieme di misure che punta ad aiutare fortemente le famiglie sarde riducendo le tasse, una serie di agevolazioni sui figli di diverse età, ristrutturazioni delle abitazioni private. Una politica mai realizzata in passato per aiutare, insieme ai più poveri con il Reis e ai disoccupati con LavoRas, una fascia sociale mai presa in considerazione per interventi dedicati. 

«La Finanziaria per il 2019 punta tutto su inclusione e sviluppo. Mette al centro le famiglie, protegge le fasce più deboli con il Reis, dà un’occasione ai disoccupati con LavoRas, progetta lo sviluppo per creare occupazione, azzera totalmente il decennale debito della sanità e investe fortemente sugli enti locali per rilanciare le zone interne e contrastare lo spopolamento, il tutto tenendo le tasse più basse d’Italia – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -. Abbiamo proposto con convinzione l’inserimento del Pacchetto Famiglia approvato oggi, perché crediamo sia giusto dare un aiuto concreto a quelle famiglie che sono la spina dorsale della nostra società, le famiglie che lavorano, che fanno studiare i loro figli e che con il loro impegno e i loro sacrifici quotidiani contribuiscono a far crescere l’economia. Una serie di interventi che agiscono su diversi fronti, dagli sgravi fiscali per ogni figlio a carico ai bonus per gli asili nido, dal trasporto gratis degli studenti alle ristrutturazioni edilizie fino a un aiuto per le coppie sterili. Un pacchetto che condividiamo con la nostra maggioranza e di cui siamo molto orgogliosi.»

Prima di tutto, gli sgravi fiscali per i figli a carico. Con 25 milioni di euro viene garantita la detrazione di 200 euro a figlio, fino ai 18 anni, per un reddito fino ai 55mila euro. 10 milioni e 500mila euro sono destinati al trasporto gratis per gli studenti di scuola media inferiore, superiore e per gli universitari. 25 milioni di euro sono destinati alla ristrutturazione delle abitazioni private, con un meccanismo di premialità per interventi che prevedono efficientamento energetico e vengono realizzati nelle zone interne, in ottica antispopolamento; 4 milioni, articolati in voucher, vanno ai genitori di bambini da 0 a 36 mesi per avere diritto a uno sconto sulle rette degli asili nido. Infine, con 350mila euro si aiuteranno le coppie con problemi di sterilità a cercare cure adeguate anche fuori dall’isola. A questo va aggiunto che in Sardegna si paga l’Irpef più bassa d’Italia (il che consente di lasciare 130milioni nelle tasche delle famiglie). Infine, sempre in tema di agevolazioni fiscali, la Finanziaria 2019 garantisce le tasse più basse d’Italia per le imprese (Irap), che possono così di fatto contare su 100 milioni in più per i loro investimenti. 

L’ultima manovra della Giunta Pigliaru vuole intercettare, rafforzare e amplificare i dati finalmente positivi dell’economia sarda: 40mila occupati in più rispetto al 2014, Pil cresciuto in media dell’1,2% all’anno nel triennio fra 2015 e 2017, tasso di disoccupazione sceso al 15.8% e settori in forte crescita come turismo, export e start up. «Stiamo portando in Consiglio una manovra espansiva, di forte crescita, che mette al centro le famiglie e si occupa delle fasce più deboli – ha sottolineato l’assessore del Bilancio Raffaele Paci -. Incentiviamo tutta la filiera dell’istruzione, azzeriamo il debito della sanità, aiutiamo le imprese ad essere innovative, rifinanziamo il Reis ed il Piano Lavoras e ci occupiamo dei territori e dello spopolamento. Rafforziamo gli interventi su infrastrutture, bonifiche, protezione del territorio, stanziamo 28 milioni sulla rete del gas metano, finanziamo i Comuni col Fondo Unico da 600 milioni, stanziando anche 50 milioni per le situazioni di dissesto finanziario e destinandone 70 alla programmazione territoriale per le politiche antispopolamento nelle zone interne, ci occupiamo delle Province con 15 milioni garantendo stipendi alle famiglie e servizi a cittadini». 

Nei primi giorni di dicembre la Finanziaria arriverà in Consiglio. 

 

 

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Nuova vita per lo Stagno di Posada, inserito nell’elenco delle Riserve naturali e riconosciuto dall’Unesco “riserva della biosfera” Mab. Con 400mila euro sarà acquisito dall’Ente Parco di Tepilora e valorizzato come zona umida nell’ambito del progetto di sviluppo locale da 15 milioni di euro firmato ad agosto dell’anno scorso da Regione e Unione di Comuni del Montalbo all’interno della Programmazione territoriale. L’ha deciso la Giunta, che su proposta dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci d’intesa con l’assessore dell’ambiente Donatella Spano, ha approvato lo stanziamento a favore dell’Ente Parco che lo acquisirà con 220mila euro e lo valorizzerà con i restanti 180mila. 

«Lo stagno di Posada, pur essendo all’interno del perimetro del Parco Regionale, non era nella disponibilità dell’Ente Parco, che invece ha più volte manifestato la necessità di acquisire e valorizzare un compendio di grande pregio, funzionale allo sviluppo dell’area di rilevanza strategica di Tepilora – dice Raffaele Paci -. Oggi abbiamo la possibilità di dare riscontro a questa esigenza, emersa in fase di co-progettazione del progetto di sviluppo territoriale, ma che in quel momento non era possibile soddisfare. Le zone umide sono una grande risorsa della Sardegna e vogliamo valorizzarle fortemente, e per questo abbiamo messo a punto una politica complessiva per gestirle al meglio. All’interno di questa politica, di sicuro la tutela ambientale è prioritaria, ma non parliamo solo di quella, perché vogliamo potenziare le attività produttive delle zone umide, incentivare la nascita di attività turistiche e sportive, salvaguardare e tutelare la forza lavoro occupata nelle attività economiche e allo stesso tempo promuovere nuova e qualificata occupazione, come l’Ente Parco Tepilora potrà fare con lo stagno di Posada.»

«Lo sviluppo sostenibile è l’unico possibile per il nostro futuro e il Parco sta lavorando dall’inizio in questa direzione. Il progetto è infatti un altro tassello di tutto quanto creato da quella stessa comunità, cioè da un territorio meritevole di ricevere risorse perché ha dimostrato di avere grandi capacità progettuali premiate persino dall’Unesco – afferma l’assessore Donatella Spano -. Il Parco regionale, a pochi anni dalla sua istituzione, ha fatto grandi progressi con un’attenta programmazione e valorizzazione delle risorse come esempio di area protetta che pensa sia alla propria comunità che ai visitatori, con particolare attenzione al turismo ecosostenibile.»

Il progetto “Tepilora, patrimonio accessibile a tutti”, punta su nuove potenzialità di sviluppo per le comunità locali grazie al lavoro coeso tra i territori che rientrano nell’Unione di Comuni del Montalto e l’Amministrazione regionale. «Abbiamo sempre creduto all’idea di sviluppo locale, alla forza delle persone che si mettono insieme, che progettano dal basso e non si arrendono a un futuro di spopolamento delle zone interne, puntando sulle loro caratteristiche e risorse per costruire un futuro più solido», conclude Raffaele Paci.

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La Giunta regionale ha destinato 5 milioni e 200mila euro per le sedi universitarie decentrate, così ripartite: circa 317mila euro all’Università di Sassari per i corsi istituiti per le sedi di Alghero, 526.240 euro per il corso della sede di Olbia e 2 milioni 25mila euro al consorzio Uno di Oristano e 2 milioni 332mila euro al Consorzio di Nuoro. Per le imprese culturali, saranno destinate invece risorse per 1 milione 300mila euro ripartite nei bandi CultureLab per 500mila euro, e IdentityLab per 800mila euro. Sempre su proposta dell’assessore della Pubblica Istruzione e della Cultura Giuseppe Dessena, è stata approvata la delibera che garantisce risorse per 2 milioni 500mila euro, ultima tranche del Piano Straordinario degli scavi archeologici, che prevede un totale di 8milioni 400 mila euro nel biennio 2017-2018. Un milione 50mila euro, con approvazione in via preliminare da parte della Giunta, è previsto per lo sviluppo delle iniziative musicali popolari: 700mila euro per le attività istituzionali e 350mila euro per la formazione.

Altri 100mila euro sono destinati per l’erogazione da parte dei Convitti dell’isola di posti semigratuiti agli studenti che li frequentano, appartenenti a famiglie con Isee non superiore a 20mila euro. Mentre, circa 35mila euro andranno a sostegno degli interventi delle autonomie scolastiche: 15mila euro per progetti anche nazionali di educazione economico finanziaria, sportivi e contro le ludopatie. Le restanti risorse saranno ripartite come premialità alle Autonomie scolastiche che hanno partecipato a tutte le Linee di Tutti a Iscol@ sin dalla prima edizione, per viaggi studio e acquisto di materiale didattico.

A tre anni dall’approvazione della nuova legge che regola il comparto, la Giunta su proposta dell’assessore Raffaele Paci ha approvato un nuovo disciplinare di attuazione del fondo unico. Le modifiche sono state chieste dai Condifi attraverso l’Osservatorio, e con loro condivise: permetteranno di rivedere i criteri di accesso al fondo unico e di premialità, per un miglior funzionamento complessivo dell’intero sistema. Via libera anche a una rimodulazione del Fesr che consente di destinare 9 milioni di euro ai progetti della Programmazione territoriale che puntano sulla valorizzazione ambientale, molto richiesti dai territori interessati. Nominato, infine, il revisore dei conti di Sardegna Ricerche: si tratta dell’uscente Agostino Galizia. 

La Giunta, su proposta dell’assessore Edoardo Balzarini, ha deliberato di concedere il nulla osta all’immediata esecutività della deliberazione dell’Amministratore unico di Enas riguardante l’approvazione del rendiconto 2017 dell’Ente. 

È stato autorizzato, come richiesto dall’assessore Filippo Spanu, lo svolgimento del lavoro straordinario per i dipendenti in servizio nelle strutture impegnate nelle attività di eradicazione della peste suina e di Protezione civile. L’autorizzazione viene data in base alla legge regionale n. 35 del 2015.

Su proposta dell’assessore della Difesa dell’ambiente, Donatella Spano, sarà sottoposto all’ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale il progetto per la richiesta di ampliamento del centro commerciale di Santa Gilla a Cagliari.

Sono state approvate le linee guida relative al protocollo di utilizzo degli esami per la prevenzione della fetopatia alcolica, presentate dall’assessore Luigi Arru. Le donne a rischio di abuso di alcol, in età fertile o in stato di gravidanza dovranno compilare in forma anonima un questionario per la conferma del sospetto diagnostico. Il Centro di riferimento regionale sarà il laboratorio di analisi chimico cliniche e microbiologiche dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari.

Come proposto dall’assessore Pier Luigi Caria, è stata prorogata la gestione commissariale del Consorzio di bonifica della Sardegna Meridionale per consentire il completamento degli adempimenti normativi. Il commissario straordinario svolgerà l’incarico a titolo gratuito. Sono state inoltre approvate alcune precisazioni sulle direttive per la rendicontazione dei contributi erogati ai Consorzi di bonifica anche al fine del contenimento della spesa. Circa 300mila euro sono stati programmati per aiutare l’ avviamento delle organizzazioni dei produttori (OP), delle loro unioni (OC) non ortofrutta e dei consorzi di tutela delle produzioni con marchio di origine. Infine, è stato approvato un contributo per l’abbattimento dei costi di funzionamento attinenti l’attività istituzionale dei consorzi di bonifica.

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Il Governo si è impegnato a trattare con la Regione per raggiungere una nuova intesa sugli accantonamenti entro pochi giorni, comunque prima dell’approvazione di entrambe le Finanziarie, quella nazionale e quella regionale. La prossima settimana sarà convocato un nuovo incontro, per discutere già di cifre, al quale parteciperanno la ministra per gli Affari regionali Erika Stefani e il sottosegretario dell’Economia Massimo Garavaglia. Si è concluso così l’incontro di oggi nella sede del ministero degli Affari regionali a Roma, al quale hanno partecipato il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore del Bilancio Raffaele Paci, con il capo di Gabinetto del ministero per gli Affari regionali e le Autonomie Antonio Naddeo, il dirigente responsabile della finanza delle pubbliche amministrazioni nella Ragioneria dello Stato Salvatore Bilardo e dirigenti del Ministero di via della Stamperia.

«È stato un incontro positivo, almeno a giudicare dagli impegni presi dai rappresentanti del Governo. Ora, certo, aspettiamo i risultati concreti, che sono gli unici che contano, e di sicuro teniamo il punto e non molliamo la presa. Nel frattempo però è importante aver ripreso il confronto, aspettavamo da mesi una convocazione per poter ribadire le nostre ragioni – ha detto Raffaele Paci -. Abbiamo presentato ognuno le proprie posizioni, ribadito ciascuno le proprie ragioni e alla fine, con la consapevolezza reciproca che il Governo deve far quadrare i conti ma che la Sardegna ha diritto a regole chiare e a pagare di meno, si è arrivati a condividere la necessità di arrivare a un’intesa per i prossimi anni. Questa è l’unica strada per ottenere risultati duraturi e concreti: il contenzioso, i ricorsi, non finiscono con le sentenze della Corte, perché i giudici stessi scrivono che per applicarle è indispensabile l’intesa politica. Un’intesa sui tempi di durata degli accantonamenti e sulla cifra da pagare. L’abbiamo detto anche oggi molto chiaramente. Tenere accantonamenti a tempo indeterminato, con una decisione unilaterale, significa modificare lo Statuto della Sardegna e non lo possono fare. Noi manteniamo con forza la nostra posizione: pretendiamo l’intesa, e oggi abbiamo qualche motivo in più per pensare che possa essere raggiunta, ma se non ci sarà andremo avanti rifiutandoci di pagare i 285 milioni come abbiamo annunciato e facendo tutti i ricorsi necessari. Speriamo non serva e che si possa arrivare rapidamente a un punto d’incontro, a una mediazione accettabile per entrambi.»

Lo scorso 8 novembre la Regione aveva definito «una vera e propria truffa nei confronti della Sardegna» la decisione del Governo di rimettere nella sua Finanziaria nazionale i 285 milioni non più dovuti dalla Sardegna perché scaduti, e che pochi giorni prima aveva annunciato di non aver intenzione di pagare. Consapevole che le norme di Monti erano ormai illegittime dopo la sentenza 77/2015 della Corte Costituzionale, il Governo ha messo a punto una nuova norma che impone alla Sardegna 536 milioni di accantonamenti (il contributo chiesto alla Regioni per contribuire al risanamento del debito pubblico nazionale), esattamente la stessa cifra degli accantonamenti imposti nel 2012 da Monti, compresi dunque i 285 milioni ormai decaduti. E che la Sardegna, per dare un forte segnale politico, rifiuta di pagare: quella somma, che al momento è comunque nelle casse del Governo, è stata collocata dalla Regione in un apposito fondo per il ripiano del disavanzo sanitario e per finanziare interventi di investimento e di sviluppo del territorio, sempre nelle more della auspicata intesa con lo Stato. Da luglio scorso a oggi, la Regione ha inviato ben 5 lettere per chiedere un incontro e avviare la trattativa. La Giunta aveva dunque chiamato alla mobilitazione tutti i parlamentari sardi, di qualunque schieramento politico. In questi giorni, infatti, parallelamente agli incontri ufficiali ci sono numerosi contatti e interlocuzioni politiche per cercare di trovare la miglior strada possibile. «Quella degli accantonamenti è una battaglia trasversale nell’interesse di tutti i sardi – ha concluso Raffaele Paci -. Sono soldi dei sardi che possono, e devono, essere spesi per politiche di sviluppo della nostra Isola».

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Con il progetto presentato oggi dall’Unione di Comuni I Nuraghi di Monte Idda e Fanaris, 26esimo e ultimo a essere avviato, il 100% della Sardegna è coinvolto nella programmazione territoriale della Regione, 500 milioni a disposizione dei territori che dal basso progettano il loro sviluppo e il loro futuro.

«Una risposta straordinaria, un successo che ci riempie di orgoglio perché significa che la formula è quella giusta, e questo ci viene confermato dall’entusiasmo con cui i sindaci lavorano ai loro progetti, riuscendo a pensare oltre i confini dei loro Comuni e immaginando uno sviluppo ad ampio respiro che faccia il bene di interi territori. Questa è stata sicuramente la sfida più bella, ed è stata vinta: tanti Comuni che si mettono insieme, ognuno con il proprio contributo, superando personalismi e campanilismo, per dare vita a progetti che coinvolgono zone molto più ampie, a beneficio di tutti», sottolinea regionale l’assessore della Programmazione Raffaele Paci, che oggi a Vallermosa ha avviato il tavolo istituzionale allargato al partenariato economico e sociale dell’Unione di Comuni i Nuraghi di Monte Idda e Fanaris, 4 Comuni e quasi 13mila abitanti (Decimoputzu, Siliqua, Vallermosa, Villaspeciosa) coinvolti.

Una migliore qualità della vita grazie alla valorizzazione delle risorse locali, prima fra tutte l’agroalimentare. In particolare si punta su riqualificazione urbana, sviluppo dei servizi alla persona in modo integrato, comprendendo gli aspetti sociali, attivazione di un’offerta integrata di beni e servizi, ampliamento e coordinamento dei servizi alle imprese, miglioramento del sistema di mobilità interna e di connessione alla città metropolitana, creazione di una offerta turistica territoriale. La programmazione territoriale della Regione richiede progetti di ampio respiro e di grande coinvolgimento. Progetti esclusivi, perché nati da territori con caratteristiche esclusive, con l’impegno di tutte le istituzioni e l’irrinunciabile contributo delle imprese. I progetti coinvolgono i privati e, una volta avviati con la firma e il finanziamento, devono essere realizzati in 36 mesi. Per tutti i progetti avviati c’è garanzia assoluta di finanziamento, anche oltre l’orizzonte temporale dell’attuale legislatura.

«Agroalimentare, allevamento, ambiente, patrimonio culturale, identità. Queste sono le caratteristiche dei nostri territori, quelle su cui puntare e da valorizzare per costruire un futuro solido, e su queste vi concentrate giustamente anche nel vostro progetto – dice Raffaele Paci -. Bisogna mettersi in gioco, come state facendo, e pensare a quello che concretamente possiamo fare, con la consapevolezza dell’intero sistema, con un profondo cambiamento culturale che deve portarci a capire che ognuno deve prendersi le sue responsabilità, con l’operatore pubblico che continua a fare la sua parte e a dare il suo contributo affiancando iniziative private. Deve esserci una continua collaborazione fra Regione, Comuni, associazioni locali, imprenditori: quindi, o noi puntiamo sulle nostre capacità e conoscenze oppure non c’è futuro. Io sono sicuro che un futuro c’è, per questo territorio e per tutta la Sardegna», conclude Raffaele Paci.

Dal 2016 ad oggi sono 11 i progetti già firmati, 15 in corso. Un totale di 26 progetti in campo, con il 100% del territorio ammissibile coinvolto, 37 Unioni, 295 Comuni e 940mila cittadini. Il quadro delle politiche di sviluppo locale messo in campo dalla Giunta è completato dai 3 Iti (Cagliari, Sassari e Olbia), dalle due Snai (Strategia nazionale per le aree interne per alta Marmilla e Gennargentu-Mandrolisai), dai Piani dedicati a Sulcis e Nuorese e, infine, dal Pon Metro.

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È stato pubblicato da Sardegna Ricerche il bando T3 per la competitività delle piccole e medie imprese. Dotazione iniziale 20 milioni di euro, finanziamenti possibili previsti fra 1,5 e 5 milioni di euro, procedura a sportello e non a graduatoria per accelerare al massimo i tempi e, novità di questo bando, possibilità di finanziamento anche per le new co., le nuove aziende fondate però da imprese già esistenti. Con la pubblicazione di questo bando (a dicembre è prevista la fase di caricamento della documentazione e nei primissimi giorni di febbraio il click day), si chiude il cerchio sui bandi per le imprese voluti dalla Regione, che ha messo in campo oltre 250 milioni di euro in due anni per tutte le tipologie di imprese e target di finanziamenti.

«La politica a sostegno delle imprese è stata sin da subito centrale nelle scelte e nelle azioni della Giunta, e mai in passato come ora, con la piena consapevolezza che soltanto le imprese possono creare occasioni di sviluppo e dunque di crescita economica e occupazionale – dice l’assessore della Programmazione Raffaele Paci -. Una politica che garantisce finanziamenti certi, abbiamo messo in campo oltre 250 milioni di euro, e che contemporaneamente è sempre stata sostenuta da un forte impegno ad agire sul fronte della burocrazia, anche se trattandosi di fondi europei purtroppo non è facile semplificare procedure a volte estremamente rigide. Di sicuro avremmo voluto tempi più rapidi, ma purtroppo ci sono controlli che non dipendono dalla nostra volontà: da parte nostra c’è però il massimo e quotidiano impegno per dare le risposte immediate di cui gli investitori hanno bisogno in tempi certi.»

Aiuti alle nuove imprese, 13 milioni con tagli fra 15 e 500mila euro; T1 per le imprese esistenti, 12 milioni con tagli fra 15 e 150mila euro; T2, Aumento della Competitività: 27 milioni, tagli fra 200 e 800mila euro. T4, Contratti di sviluppo con manifestazione d’interesse, 25 milioni e tagli fra 5 e 20 milioni. Ci sono poi tutti i Bandi Innovazione: Aiuti per progetti di ricerca e sviluppo (25 milioni), Progetti Cluster (12 milioni); Aerospazio (5 milioni), Voucher StartUp (3,5 milioni),  Microincentivi (2 milioni). Infine, aiuti alle nuove imprese innovative (2 milioni e mezzo), bandi internazionalizzazione (10 milioni) e bandi culturali (11 milioni).

Due i dati importanti che emergono analizzando tutta la politica dei bandi nel suo complesso: la grande varietà di tipologie, per dare risposte adeguate a ogni esigenza, e la straordinaria risposta delle imprese che a ogni appuntamento con il click day (adeguatamente annunciato e con tutte le procedure burocratiche avviate nelle settimane precedenti per evitare intoppi dell’ultimo minuto) hanno con le loro richieste sempre superato l’importo disponibile.

«Un segnale molto positivo, perché significa che le imprese vogliono investire, e se vogliono investire vuol dire che hanno di nuovo finalmente fiducia nel futuro. Per questo motivo ci siamo impegnati a rifinanziare i bandi laddove ne emerga la necessità – conclude il vicepresidente della Regione – garantendo che tutte le domande in regola e con un progetto valido verranno finanziate.»

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Un polo produttivo e formativo dedicato al cinema di animazione in Sardegna, unico in Italia, all’interno del Parco Scientifico e Tecnologico di Pula. 

Il progetto, individuato dalla Sardegna Film Commissione come possibile trend trainante dei prossimi anni per lo sviluppo della filiera audiovisiva in Sardegna, nasce su sollecitazione di Cartoon Italia (Associazione nazionale dei produttori di animazione), Cartoon Media Europa (network europeo dei produttori di animazione e degli investitori,finanziato dal programma Creative Europe Media), Rai con la sottosezione animazione e un gruppo di investitori stranieri interessati alla compartecipazione in un polo produttivo in Italia. Per discutere del progetto l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha incontrato, insieme alla direttrice della Film Commission Nevina Satta, Cristian Jedzic, amministratore delegato di Beq Entertainment e vicepresidente di Cartoon Italia.

«La creazione di un polo di produzione e animazione può essere una grande occasione per la Sardegna – dice Raffaele Paci -. Siamo ancora in una fase iniziale, ma è un ottimo segnale che la nostra isola sia stata individuata come possibile sede di un centro unico nel suo genere in Italia, che prende a modello i grandi poli europei di produzione del cinema di animazione.»

In particolare, il modello cui si ispirerebbe il centro sardo è Magelis ad Angouleme (Nouvelle Aquitania), che conta 100 compagnie insediate e oltre 1200 dipendenti, con caratteristiche facilmente replicabili sul territorio sardo. Jezdic, insieme al ceto di Digitoonz Vikas Kumar, ha già visitato l’edificio 2 del Parco di Pula per valutare la possibilità di spostare la produzione di alcune serie animate in Sardegna. Gli ospiti a ottobre scorso hanno visitato Sinnova, dove era presente anche una delegazione di Toon Boom Animation, azienda canadese leader nel settore dei software per l’animazione presente in 125 paesi. 

sdr

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Un’altra zona della Sardegna inizia il suo percorso di programmazione territoriale per progettare dal basso il suo sviluppo. Domani, lunedì 19 novembre, alle 11.00, nella Sala Teatro in via Salvo D’Acquisto, a Vallermosa, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci avvierà il tavolo istituzionale allargato al partenariato economico e sociale dell’Unione di Comuni i Nuraghi di Monte Idda e Fanaris, 4 Comuni e quasi 13mila abitanti (Decimoputzu, Siliqua, Vallermosa, Villaspeciosa) coinvolti. Dopo i saluti del sindaco Francesco Spiga, presidente dell’Unione di Comuni, sono previsti interventi degli imprenditori locali.

La programmazione territoriale della Regione si basa su poche regole ma molto chiare, e richiede progetti di ampio respiro e di grande coinvolgimento. Progetti esclusivi, perché nati da territori con caratteristiche esclusive, con l’impegno di tutte le istituzioni e l’irrinunciabile contributo delle imprese. La proposta può essere fatta almeno da una Unione e non da un unico Comune, devono essere necessariamente coinvolti i privati, i progetti devono arrivare dal basso e, una volta firmata la convenzione, essere realizzati entro 36 mesi. Non è un meccanismo che mette in competizione i Comuni, non avendo di fatto scadenza per la presentazione dei progetti se non l’arco temporale della legislatura.

Molto importante evidenziare che, considerati i tempi previsti e l’avvicinarsi della fine della legislatura, non tutti i progetti avviati potranno essere firmati dall’attuale Giunta. Viene però garantita la copertura finanziaria di tutte le programmazioni che hanno già iniziato il loro percorso.

Dal 2016 ad oggi sono 11 i progetti firmati, 9 in fase di co-progettazione, 6 in avvio, per un totale di 26 progetti in campo. Oltre 500 milioni le risorse messe in campo dalla Regione. Sono coinvolti il 100% del territorio ammissibile, 37 Unioni, 295 Comuni e 940mila cittadini.

Il quadro delle politiche di sviluppo locale è completato dai 3 Iti (Cagliari, Sassari e Olbia), dalle due Snai (Strategia nazionale per le aree interne) alta Marmilla e Gennargentu-Mandrolisai, dai Piani dedicati a Sulcis e Nuorese e, infine, dal Pon Metro.

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«Un documento comune, un testo condiviso al quale Sardegna, Corsica e Baleari stanno lavorando insieme e che invieranno ognuno al proprio Governo. Al centro, la richiesta di affiancare le tre regioni insulari, insieme, nel confronto con l’Europa, perché l’articolo 174 del Trattato di funzionamento europeo che norma l’insularità non resti sulla carta ma venga finalmente attivato.»

Lo hanno detto a tre voci, questa mattina, i presidenti della Sardegna Francesco Pigliaru, della Corsica Gilles Simeoni, e la vicepresidente delle Baleari Isabel Busquests i Hidalgo. L’occasione è stata l’iniziativa che la Regione Sardegna ha organizzato insieme al Comitato europeo delle Regioni questa mattina nella sala del THotel a Cagliari ed alla quale hanno preso parte numerosi rappresentanti delle Istituzioni europee, tra cui il vicepresidente dell’Intergruppo isole del Parlamento europeo Tonino Picula e Jan Mikolaj Dzięciolowski, responsabile del tema per il gabinetto della Commissaria europea per gli affari regionali, Corinna Cretu. Nella sessione di lavoro che ha impegnato i tre massimi esponenti politici si è inoltre aggiunto in video il presidente di Creta Stavros Arnaoutakis.

Negli interventi è emerso ancora una volta come le regioni insulari non comprese in quelle ultraperiferiche condividano una situazione di svantaggio strutturale sinora non riconosciuta, ma che invece deve trovare spazio nella programmazione della politica di coesione post 2020, così come nella normativa europea. «Si tratta della rivendicazione di un diritto di cittadinanza – ha detto il presidente Francesco Pigliaru, citando le difficoltà incontrate dalla Sardegna su molti fronti, a partire dal bando per la mobilità – difficoltà e necessità di soluzioni, di certezze che sono ovvie per chi vive e lavora su un’isola, di chi tutti i giorni si trova a dover affrontare la discontinuità territoriale causata dalla condizione insulare, ma che l’Europa fatica a capire. Non è una richiesta di risorse – ha sottolineato -, è una richiesta di giustizia: vogliamo poter usare i nostri soldi per dare risposte specifiche a problemi specifici senza incertezze, senza il timore di incorrere in richiami comunitari dettati da regole sulla concorrenza che non tengono conto della nostra particolarità. Il lavoro che ormai da tempo portiamo avanti con Corsica e Baleari, con cui la Sardegna ha stretto per la prima volta un’alleanza politica e operativa che si fa sempre più forte e che certamente apriremo ad altre realtà insulari, come dimostra il già avviato rapporto con Creta, è essenziale per arriva e a risultati concreti. Da parte nostra abbiamo messo in gioco non solo l’unità di intenti politici ma anche e soprattutto la determinazione, la misurazione oggettiva, concreta degli svantaggi strutturali determinati dall’insularità, ognuno con i suoi tecnici, i suoi esperti, e poi insieme. Un lavoro così non era stato mai fatto, ma ora è tempo di raccoglierne i frutti. Ma poiché l’Europa dialoga obbligatoriamente con gli Stati e non con le regioni – ha concluso il presidente Francesco Pigliaru – oggi siamo a questa svolta, puntando ad un risultato che insieme ai nostri tre governi nazionali possiamo finalmente ottenere».

Concetti questi ripresi e rimarcati dal presidente Simeoni, che ha sottolineato come l’appuntamento con la definizione della politica di coesione post 2020 sia un’occasione «che le isole non possono perdere. Parlare con una voce comune è più che mai essenziale sia alla Commissione che ognuno al proprio governo, perché tengano conto della questione isole, compresa la definizione di un indice di insularità dato dalla distanza, e traducano le difficoltà in opportunità mettendo in pratica azioni concrete». Concretezza ribadita dalla vicepresidente delle Baleari Busquets i Hidalgo, che ha ricordato come al lavoro della politica, «con i frequenti incontri anche pubblici di questi anni, sia stato affiancato un imponente lavoro dietro le quinte, portato avanti dagli uffici delle tre regioni insulari. È un elemento da non trascurare – ha aggiunto -, perché nel momento del confronto con gli uffici europei le nostre argomentazioni traggono da lì molta forza.»

I lavori del convegno sono andati avanti per tutta la mattina con tavole rotonde di approfondimento dei vari aspetti tematici, moderate da Giuseppe Sciacca, segretario esecutivo della CRPM, la Conferenza delle Regioni Periferiche d’Europa. Per la Regione Sardegna è stato l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ad intervenire sui temi della promozione e sviluppo e la creazione di imprese nelle Isole europee, insieme a Tereza Krausova (Programme manager politiche UE Italia e Malta, Direzione generale per la Politica regionale della Commissione europea), e Monika Mrozec-Comparetto (Capo della Divisione Strumenti finanziari e attuazione della Banca europea di Investimenti). «Il nostro obiettivo è incrementare il Pil e l’occupazione, e su questo abbiamo concentrato le nostre azioni di governo in questi anni, individuando i fattori materiali e immateriali dello sviluppo per rafforzare ciascuno di essi. A partire dal capitale infrastrutturale che da sempre per un’isola periferica come la Sardegna ha segnato un enorme e storico gap – ha detto Raffaele Paci -. Abbiamo investito molto sul capitale umano, finanziando scuola e università. Abbiamo puntato sull’innovazione tecnologica e sul digitale, con bandi per le imprese, aerospazio e progetti scientifici internazionali. Siamo una delle regioni col maggior numero di Start up e abbiamo un solido capitale sociale. Quello su cui dobbiamo lavorare molto è invece il capitale istituzionale, il vero fattore di sviluppo: serve maggiore consapevolezza dei nostri diritti e assumersi la responsabilità di esercitarli bene. Serve una grande battaglia politica e di identità se vogliamo superare i nostri ritardi storici», ha concluso Raffaele Paci. L’ultima parte dei lavori è stata dedicata alle opportunità occupazionali per i cittadini delle isole, con gli interventi tra glia altri di Henri Malosse (30° presidente del CESE, Comitato economico e sociale europeo) e l’economista Philip Von Brockdorff (Comitato direzione del sindacato Voce dei lavoratori e membro del CESE).

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Nuovo tassello nel lavoro comune sull’insularità portato avanti da Sardegna, Corsica e Baleari, ora con il coinvolgimento anche di Creta. L’iniziativa, dal titolo “Le sfide dell’insularità nella politica di coesione post 2020”, in programma domani, venerdì 16 novembre, alle ore 9.00, al THotel di Cagliari, è organizzata dalla Regione Sardegna insieme al Comitato europeo delle Regioni, all’interno della più ampia serie di incontri su “Il futuro dell’Europa”. Il dibattito politico, riprendendo il filo dell’azione politica condotta finora, verterà infatti sulla necessità di uno specifico scenario europeo dedicato alle isole e sulle opportunità che le politiche europee potrebbero – o dovrebbero – offrire alle isole e ai loro abitanti, imprese e territori.

Ad aprire i lavori, dopo i saluti istituzionali, una riflessione sulla “Politica europea per le isole” condotta dai rappresentanti governativi delle isole del Mediterraneo, membri del Comitato delle Regioni. Con il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, interverranno il presidente della Regione Corsica, Gilles Simeoni, il presidente di Creta, Stavros Arnaoutakis, la vicepresidente del Governo delle Isole Baleari, Isabel Busquets i Hidalgo, Tonino Picula, vicepresidente dell’Intergruppo del Parlamento Europeo Mari, fiumi, isole e zone costiere, Jan Mikołaj Dzięciołowski, rappresentante del Gabinetto della Commissaria Europea per la politica Regionale e Urbana, Corina Crețu.

L’evento proseguirà con una discussione sulle politiche per le imprese e per l’occupazione nei territori insulari e vedrà la partecipazione, insieme all’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, del direttore del Servizio Formazione dell’assessorato del Lavoro, Roberto Doneddu, di Monika Mroczek-Comparetto, capo della Divisione Strumenti Finanziari e Attuazione – Direzione delle operazioni di finanziamento – della Banca Europea per gli Investimenti, Tereza Krausova, Programme manager per le Politiche UE di Italia e Malta della DG Regio, Philip Von Brockdorff, economista, consulente e membro del comitato di direzione del sindacato Voce dei lavoratori (UHM), membro del Comitato economico e sociale europeo (CESE), Henri Malosse, 30esimo presidente del Comitato economico e sociale europeo, membro del Consiglio di Amministrazione della Camera di commercio e dell’industria francese, del Comitato economico e sociale europeo (CESE) e membro onorario dell’Accademia Europea delle Regioni, (AER), e di altri esponenti del mondo delle istituzioni europee. Il dibattito sarà moderato da Giuseppe Sciacca, segretario esecutivo della Commissione Isole della Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d’Europa (CRPM), di cui fa parte anche la Sardegna.

L’iniziativa si inquadra nell’ambito della Settimana Europea delle regioni e delle città 2018, a cui la Regione Sardegna ha partecipato in qualità di capofila di un partenariato costituito da una rete di isole periferiche mediterranee denominata “Green Islands for sustainable cohesion policy”, di cui fanno parte le Isole Baleari, Corsica e Creta. Si tratta anche di un importante momento per riflettere sulle opportunità offerte dalle politiche europee a sostegno dei territori insulari, ed è inoltre un’occasione proficua per coinvolgere i cittadini in un dibattito sull’importanza della politica di coesione nella dimensione quotidiana e per il futuro dell’Europa. Sono invitati a partecipare rappresentanti istituzionali delle autonomie locali e regionali, del mondo della ricerca, delle imprese e del lavoro, della società civile, studenti e cittadini.