29 December, 2024
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Raffaele Paci 12 copia
È stato avviato ieri il primo tavolo di consultazione tra la Regione e le parti sociali sul nuovo Programma regionale di sviluppo. All’incontro, svoltosi nel pomeriggio, coordinato dal vicepresidente e assessore del Bilancio, Raffaele Paci, hanno preso parte i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Ugl. Il confronto è proseguito quindi con le associazioni imprenditoriali e di categoria.
«I tre temi fondamentali e strettamente connessi oggi in discussione – ha detto il vicepresidente della Giunta regionale – sono il #Programma regionale di sviluppo, l’assestamento del Bilancio 2014 e la preparazione della Finanziaria del prossimo anno. Senza una seria, trasparente manovra di bilancio non si riesce ad affrontate la crisi e non si possono portare avanti politiche attive di sviluppo.» 
L’assessore si è quindi soffermato sull’impianto della prossima #legge Finanziaria rimarcando che si tratterà di una manovra armonizzata con i vari livelli dell’amministrazione dello Stato e con l’Europa: «Tratteremo esclusivamente risorse certe e cercheremo di realizzare un bilancio sempre più consolidato, efficiente ed organico. Inoltre – ha spiegato Raffaele Paci – istituiremo un fondo per lo smaltimento dei residui passivi anche per soddisfare debiti commerciali in perenzione da anni. Sarà fondamentale per raggiungere questi obiettivi il superamento del vincolo del patto di stabilità nel 2015».
«Il Programma regionale di sviluppo è un progetto di legislatura in progress – ha aggiunto Paci -. Le strategie dell’amministrazione regionale saranno sempre guidate dalle azioni di sistema ossia semplificazione, competitività e innovazione, pari opportunità. Al centro del programma ci saranno prima di tutto le persone, la filiera della conoscenza, la creazione di opportunità di lavoro, le politiche per una società più inclusiva, per la valorizzazione dei beni comuni, del territorio, delle reti infrastrutturali e delle istituzioni di alta qualità. Sarà fondamentale – ha concluso il vicepresidente della Giunta regionale – creare condizioni favorevoli alle imprese affinché possano lavorare in efficienza e a questo proposito la sburocratizzazione amministrativa non può che essere un passaggio decisivo.»

 

Paci-Pigliaru 2 copia

«Chissà se ai professori prestati alla politica Francesco Pigliaru e Raffaele Paci appaiono ancora fattibili ed utili al rilancio del Sulcis i progetti cui hanno collaborato in qualità di consulenti della #Provincia di Carbonia Iglesias nel 2012, ottenendo 16mila euro ciascuno?»

Con questo quesito, Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia, mira a scoprire «le reali intenzioni di presidente della Regione Sardegna ed assessore della Programmazione in merito all’attuazione del Piano Sulcis, di cui tanto si è parlato in passato ma che oggi sembra essere finito nel dimenticatoio dell’attuale Giunta».

«Grazie alle consulenze di Pigliaru, “Collaborazione alla redazione del #Piano di Sviluppo Strategico della Provincia di Carbonia Iglesias”, e di Paci, “Analisi e ricadute occupazionali”, si è contribuito alla stesura del “Piano strategico del Sulcis”, divenuto successivamente parte integrante del più ampio #Piano Sulcis. Ma oggi, seduti dall’altra parte della barricata – sottolinea il consigliere regionale di Sant’Antioco – i professori non sembrano più interessati all’attuazione dei progetti contenuti nel Piano.»

«Recentemente – aggiunge Ignazio Locci – il Governatore ha nominato Salvatore Cherchi (all’epoca delle consulenze di Pigliaru e Paci, presidente della disciolta provincia del Sulcis) coordinatore per le politiche di attuazione del Piano Sulcis, senza affidargli, tuttavia, alcun potere decisionale. E senza poteri decisionali, inutile specificarlo, non potrà offrire quel contributo che invece occorre: snellire la burocrazia e avviare i cantieri.»

Per avere chiarezza, Ignazio Locci ha presentato un’interpellanza, sottoscritta dai colleghi del #Gruppo Forza Italia Sardegna, rivolta al presidente della Regione ed all’assessore regionale alla Programmazione, «per sapere se l’attuazione del #Piano Sulcis rientri tra le priorità della Giunta regionale; se risultino ancora fattibili e sostenibili i progetti in esso contenuti e, in caso affermativo, quali potranno essere i tempi di attuazione».

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Il coordinatore del #Centro Studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni, e due rappresentanti dei #Giovani Riformatori sardi e componenti del Centro Studi, Alessandra Onni e Roberta Pischedda, hanno tenuto questa mattina una conferenza stampa per denunciare quello che hanno definito il bluff del #patto di stabilità e l’accordo Regione-Governo che costerà alla Sardegna almeno 300 milioni di euro l’anno.

«Nelle scorse settimane il presidente Pigliaru e l’assessore Paci sono tornati molto soddisfatti da Roma, reduci dall’incontro con il Governo da cui avrebbero ottenuto ( a loro dire) concessioni che definire storiche sembrerebbe estremamente riduttivo – hanno detto i rappresentanti dei Riformatori sardi –. A parte la sistemazione temporanea per il 2014, la vera conquista sarebbe il pareggio di bilancio ottenuto dal 2015 in poi che – in parole semplici – vuol dire che la Regione potrà spendere tutto quello che incasserà con l’unica condizione di mantenere il pareggio di bilancio e, non secondario, al netto di un massiccio accantonamento(  di circa 600 milioni) posto a carico della Regione dalla normativa vigente. Comunque niente più patto di stabilità, spesa libera dei nostri soldi, a prima vista davvero un trionfo della Giunta che parla di disponibilità aggiuntive di circa 1.2 miliardi.»

«A noi – hanno aggiunto – che il Governo, in questa situazione difficilissimo della finanza pubblica, fosse diventato improvvisamente così prodigo verso la Sardegna è sembrato un po’ strano ma esaminando bene l’accordo firmato da Pigliaru ci siamo resi conto che le cose non stavano esattamente come apparivano. In poche parole, non ci sarà davvero alcuna capacità di nuova spesa.» 

Meloni, Onni e Pischedda hanno aggiunto che «la Giunta Cappellacci aveva approvato una finanziaria che prevedeva un livello sia di cassa sia di competenza pari a 2513 milioni, ma, in più, aveva messo la quota del #Fondo Unico dei Comuni e Province (circa 500 milioni) fuori patto, forzando un po’ la situazione ma comunque l’aveva fatto e gli aveva dato corso. Poi aveva considerato questo ampliamento di spazi finanziari come un anticipazione (permanente) di 500 milioni dei 1.200 richiesti allo Stato. La norma regionale che ha messo fuori patto il fondo unico, non è mai stata impugnata dallo Stato né dalla Corte dei Conti, come invece avrebbe potuto e dovuto se le avesse ritenute incostituzionali, come fece ad esempio nel caso delle “entrate future” del 2007. Nel 2014 la capacità di spesa regionale anziché passare dai circa 3.000 milioni ( tra autorizzati e non, ma comunque reali) ai 3.700 milioni promessi dalla nuova Giunta (hanno parlato più volte di 1.200 milioni in più!!!), dopo il “trionfale” accordo Paci-Padoan è stata invece abbassata a meno di 2.700 milioni. Sempre al netto di sanità, mutui, ammortamenti, partite di giro, etc)».

«Il livello delle entrate fiscali (titolo I) è stato di 6.587 milioni nel 2013, ma nella Legge Finanziaria per il 2014, valutando correttamente la probabile riduzione del PIL e della parallela riduzione delle imposte pagate dai cittadini e dalle imprese, è stato previsto un livello di entrate di poco inferiore ai 6 miliardi. Non bisogna aspettare il 2015 per capire che le nostre risorse si ridurranno drasticamente, visto che già ad agosto del 2014 gli accertamenti sono inferiori di oltre 500 milioni alle previsioni. Ma a causa del disastroso andamento dell’economia ed anche per le clausole sottoscritte con l’accordo, a fine anno il calo delle entrate è probabile che sia anche  superiore.

Sulla base dei pronunciamenti della Corte Costituzionale, nel bilancio regionale sono iscritte risorse che il MEF tuttora contesta e poiché nell’accordo Paci-Padoan da un lato non è stata prevista alcuna clausola di salvaguardia per la Regione e dall’altro è stata sottoscritta una rinuncia ai ricorsi e agli eventuali pronunciamenti favorevoli futuri, è facile capire come tutto questo non solo metta a rischio le posizioni già conquistate, ma ci privi inoltre del più importante strumento di pressione, rafforzando le pretese del MEF che ben conosciamo dal passato.

Dal 2015 non si applicheranno più le regole del patto (scompariranno tra l’altro i 964 milioni finora posti a carico della Regione dalla normativa previgente) ma rimangono comunque in piedi gli “accantonamenti” istituiti nel 2012 (ossia i tagli di entrata) che oggi ammontano a oltre 577 milioni all’anno e che dal 2012 al 2017  valgono poco meno di tre miliardi.»

«La Giunta Pigliaru si è assunta inoltre la gravissima responsabilità di rinunciare a tutti i contenziosi in atto con il Governo, dove pure c’era la concreta possibilità di vincerne qualcuno.»

La conclusione per i Riformatori sardi è semplice: «Di sicuro con i “trionfali” accordi i sardi non ci hanno guadagnato nulla, anzi con la rinuncia ai ricorsi ci hanno perso molto, sapendo che per il futuro, anche a causa dell’andamento dell’economia, non solo non ci saranno gli sbandierati 1.2 miliardi in più ma invece centinaia di milioni in meno.

Oltre a tutto con l’accordo “trionfale”, Pigliaru e Paci hanno consegnato la Regione con mani e piedi legati ai funzionari della ragioneria Generale dello Stato che saranno gli unici a valutare e contabilizzare il livello delle entrate, e se sbagliano a favore loro, e il passato ci insegna che non è improbabile, noi potremo solo ricorrere dopo che loro le avranno fissate.

Con il nuovo sistema la Regione Sardegna non potrà più accertare direttamente le compartecipazioni ai tributi erariali in base al proprio dettato statutario, ma potrà iscrivere in entrata solo quello che lo Stato impegnerà e devolverà.

Nel 2013 la Giunta di centro destra ha speso circa tre miliardi (oltre alla sanità), nel 2014 la Giunta di centrosinistra spenderà 2.696 milioni (sempre oltre la sanità), e nel 2015, se va bene, arriverà a 2.700 milioni.

In poche parole il tetto alla spesa l’hanno tolto perché non c’e n’era bisogno, sapevano già che le entrate sarebbero state inferiori al tetto stesso. E questo – hanno concluso i Riformatori sardi – è a prova di smentita.»

Militari impegnati in un'esercitazione

«Non ci sarà nessuna smobilitazione delle servitù militari in Sardegna». Lo ha ribadito oggi il #ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ha effettuato una visita lampo nei diversi poligoni isolani a bordo di un elicottero, interrompendo per alcune ore una breve vacanza in Sardegna. «Con il presidente della Regione Francesco Pigliaru – ha detto il ministro Pinotti – non abbiamo firmato il protocollo d’intesa ma aperto un tavolo per ragionare insieme per trovare una soluzione affinché la presenza delle forze armate in Sardegna conviva al meglio con le esigenze della popolazione.»

La visita-lampo effettuata dal ministro della Difesa Roberta Pinotti nei diversi poligoni della Sardegna a bordo di un elicottero ha colto di sorpresa ed è stata criticata dall’assessore del Bilancio e vicepresidente della Giunta regionale Raffaele Paci.

«Ci fa piacere che i ministri vengano in Sardegna in vacanza e si preoccupino delle problematiche dell’isola – ha detto Raffaele Paci – ma auspichiamo e riteniamo più opportuno che, in futuro, i rappresentanti del Governo prendano contatti e coinvolgano le Autorità regionali. La posizione della Regione sui poligoni militari è stata espressa più volte e resta la stessa non abbiamo firmato il protocollo d’intesa, ma resta aperto il tavolo con il Governo. La Sardegna ha diritto a una diminuzione della pressione delle servitù militari e continua a chiedere a Roma indennizzi economici per i danni causati nelle e dalle aree militari.»

Nei prossimi mesi andrà in Aula il decreto Ambiente. «Come già detto nei giorni scorsi dall’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano – conclude il vicepresidente – questa sarà l’occasione per far sentire la voce della Regione Sardegna e trovare una soluzione che sia accettabile per tutto ciò che concerne le aree militari, rispetto alle bonifiche e all’equiparazione delle soglie di inquinamento delle aree militari e industriali».

Il capogruppo del Partito Democratico, Pietro Cocco, pur esprimendo gradimento per le visite che i ministri dello Stato effettuano in Sardegna, condivide con il vice presidente della Giunta Raffaele Paci «che sarebbe stato opportuno prevedere il coinvolgimento del presidente Pigliaru su un argomento di fondamentale importanza come quello sulla presenza delle servitù militari che gravano sul territorio della Sardegna».

Pietro Cocco invita il ministro della Difesa, in un quadro più ampio di rapporti tra Stato e Regione, a prendere atto della volontà espressa all’unanimità dal Consiglio regionale che con l’ordine del giorno del 17/06/2014 di cui è primo firmatario, ha impegnato la Giunta regionale «perché si proceda verso una  graduale dismissione dei poligoni militari, verso un  riequilibrio in termini di compensazione economica dei danni ambientali subiti nel corso degli anni, una possibile riconversione dei poligoni ad uso esclusivo civile, nonché una previsione di eventuali fiscalità di vantaggio».

«Su questi e sugli altri punti, il Consiglio regionale e il Partito Democratico della Sardegna – conclude Pietro Cocco – non sono disposti ad arretrare e continueranno a vigilare per il rispetto delle posizioni assunte dalla Regione Sardegna.»

Durissimo il commento del deputato di #Unidos Mauro Pili, sul suo profilo facebook.

«Vergognosa dichiarazione di tale Paci, vice di Pigliaru, sulla visita della Pinotti – dice Mauro Pili -: felici che il ministro faccia le vacanze in Sardegna speriamo che ci coinvolga in futuro. Tutti servi del sistema. Tutti in silenzio. Se non avessi denunciato l’arrivo di questa signora con le stellette nessuno avrebbe aperto bocca. Vergogna!»

Raffaele Paci 12 copia
Il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, ha firmato il decreto con il quale nomina vicepresidente l’assessore del Bilancio e della Programmazione, Raffaele Paci. Il decreto è stato firmato al termine dell’ultima giunta prima della breve pausa estiva.
58 anni, Raffaele Paci è professore Ordinario di Economia Applicata, Università di Cagliari. Presidente del #Corso di Laurea Interuniversitario Telematico in Scienza dell’Amministrazione.
Dopo la laurea in Scienze Politiche a Cagliari, ha svolto gli studi di specializzazione in economia presso la University of Essex ed è stato Fulbright Visiting Scholar presso la Northeastern University di Boston.
Ha ricoperto vari incarichi accademici tra i quali Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Direttore del #CRENoS, Presidente del Corso di Laurea in Economia e Politiche Europee, la Cattedra Jean Monnet in “Regional Economic Integration in the European Union”. Ha diretto numerosi progetti di ricerca a livello europeo, nazionale e locale. Ha inoltre rivestito diversi incarichi professionali in Sardegna per istituzioni pubbliche e private ed è stato consigliere di amministrazione del #CRS4 e di Pharmaness e coordinatore del Piano regionale di turismo sostenibile della #RAS.
E’ autore di circa 100 pubblicazioni sui temi dell’economia regionale, dell’innovazione tecnologica, dell’integrazione europea, dell’economia del turismo. del ruolo dei fattori immateriali (capitale umano, innovazione, creatività) nei processi di sviluppo locale che sono stati pubblicati sulle più importanti riviste internazionali.

Palazzo della Regione 1 copia
È stato firmato questa sera dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e dai presidenti dell’Anci, Piersandro Scano, e del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL), Giuseppe Casti, alla presenza dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci, l’accordo che destina agli enti locali della Sardegna 160 milioni di euro, cioè la metà dei 320 che la Regione può spendere grazie all’intesa con il governo sul patto di stabilità. Di questi, 70 potranno essere utilizzati dalle amministrazioni locali senza tenere conto del patto di stabilità, 30 andranno al Fondo unico degli Enti Locali e con gli altri 60 saranno pagati i crediti vantati dagli enti locali sulle opere delegate, quelle cioè che riguardano il sociale, l’ambiente, la scuola, i lavori pubblici, la programmazione. Al momento dell’assestamento di bilancio, a settembre, sarà poi incrementato con 35 milioni il Fondo unico per gli Enti Locali. Nel 2015, infine, sarà istituito un tavolo permanente di monitoraggio e co-programmazione per analizzare tutti gli aspetti della finanza degli enti locali e del rapporto finanziario tra Regione ed Enti locali.

«I cittadini sono importanti, i Comuni sono importanti, ma sono bloccati nella loro spesa dal patto di stabilità – ha detto il presidente Pigliaru -. Noi, mettendo l’accordo nero su bianco, abbiamo deciso insieme ai Comuni di trovare una soluzione che ci consentisse nel più breve tempo possibile di far arrivare soldi alle persone, ai cittadini, soldi reali alle persone reali. La Regione è stata collaborativa perché quando si parla di Regione e Comuni si parla in realtà di due livelli diversi della stessa azione di governo. Non siamo l’uno contro l’altro armati, non c’è stato nessun tentativo di scaricare l’uno le colpe sull’altro perché, se così fosse, avremmo di certo titoli sui giornali, ma non arriverebbe un euro ai Comuni per i cittadini. Invece i soldi arriveranno ai cittadini, e molto velocemente.» 

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci assicura che «grazie a questo accordo nelle casse dei comuni della Sardegna arriveranno 160 milioni tra nuovi spazi finanziari e soldi veri, che per i Comuni sono una boccata d’ossigeno rispetto a un patto di stabilità che è molto rigido anche per loro. Ma, oltre questo, quello che abbiamo dimostrato in questi giorni – ha sottolineato Paci – è che con una leale collaborazione fra pezzi dello Stato è possibile andare avanti e superare momenti difficili come questo. C’è una prospettiva futura per il 2015, con un ulteriore rafforzamento della collaborazione per consentire maggiore trasparenza e efficienza nell’uso delle risorse».

Ha espresso la sua soddisfazione anche il presidente dell’Associazione dei Comuni: «Certo non potevamo pretendere di risolvere tutti i problemi della finanza locale in una volta sola – ha commentato Piersandro Scano – , ma di sicuro è un buon accordo, che ci consente di arrivare alla fine dell’anno con un po’ più di ossigeno, e questo, con le esigue risorse che ci sono, è già un importante risultato». Secondo Giuseppe Casti «il ripristino parziale del fondo unico è importantissimo sia per le amministrazioni locali, che hanno chiuso il bilancio e che potranno beneficiarne in fase di assestamento, sia per quelli che ancora non l’hanno chiuso e che dunque potranno usufruirne subito. C’è stato un netto cambio di atteggiamento da parte della Regione – sottolinea Casti – con il presidente Pigliaru che ha dimostrato subito una presa di coscienza forte sulla questione».

Giunta Pigliaru
La Giunta regionale, su proposta dall’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, ha stanziato 650.000 euro per coprire i costi delle emergenze e delle #calamità naturali verificatesi nel corso del 2013. Sono sei i centri per i quali è stato deliberato lo stato di calamità naturale: Laconi (per incendio), Villanova Tulo, Guspini, Arbus, Ulassai e Osini. Sono stati quindi approvati interventi urgenti di messa in sicurezza e mitigazione del rischio idrogeologico sul rio l’Alzoni, a seguito dell’alluvione dello scorso settembre nel comune di San Teodoro. Dopo la delibera dello scorso maggio, si ripartisce il residuo del 2014 tra le diverse Province per la prosecuzione dei servizi contro gli insetti nocivi, parassiti, animali e roditori. Via libera anche al bilancio consuntivo 2012 della #Conservatoria delle Coste. Approvata, infine, la delibera per i contributi alle organizzazioni di volontariato e di Protezione civile per il 2014 pari a 1,6 milioni di euro.
E’ stata approvata, su proposta dell’Assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, Francesco Morandi, la proroga al 30 settembre 2014 della scadenza per la realizzazione dei programmi dei Centri commerciali naturali ammessi al bando 2013. Inoltre la data del 31 ottobre 2014 è stata fissata quale termine ultimo per la presentazione delle relative rendicontazioni.
L’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha presentato la delibera, approvata, per la mitigazione del rischio idrogeologico, l’autorizzazione di spesa per la progettazione e l’attuazione di interventi urgenti nei Comuni della Sardegna più esposti alle calamità e per azioni sulla sicurezza e il ripristino di infrastrutture e opere pubbliche danneggiate.
Su proposta dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, arrivano in via definitiva i criteri e le modalità di programmazione dei contributi per il potenziamento economico delle cooperative e dei loro consorzi e, in attuazione della normativa comunitaria, le modalità per l’individuazione e la validazione delle competenze, acquisite in maniera formale ed informale attraverso gli istituti formativi. La Giunta ha poi approvato il disegno di legge, proposto sempre dall’assessore Mura, sugli interventi urgenti per le spese di funzionamento e di manutenzione delle sedi della formazione professionale e il completamento dei relativi piani.
La Giunta ha dato il via libera, su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, alla delibera che innova, in via preliminare, lo statuto dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale. Attesa da diversi anni, l’approvazione del documento è il presupposto per aprire una nuova fase e ribadire il ruolo fondamentale della struttura in battaglie cruciali come per esempio quelle contro la lingua blu. Dall’assessore Arru anche le delibere sul censimento del patrimonio immobiliare dell’Azienda sanitaria 2 di Olbia, necessario in seguito ad alcuni trasferimenti di materiali; l’approvazione definitiva del programma di investimenti per l’anno 2010 e la nomina del collegio sindacale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari. In seguito all’individuazione di risorse residue del Por 2007-2013 equivalenti a quasi 9 milioni di euro, sono stati approvati preliminarmente acquisti per l’ammodernamento tecnologico, stabiliti in base alle esigenze manifestate dai direttori delle Asl. Un milione e 400mila euro saranno infine destinati al programma di inclusione sociale.
La Giunta ha approvato la rimodulazione del IV atto aggiuntivo dell’accordo di programma nell’ambito del PIA “Algherese-Golfo dell’Asinara”, su proposta dell’assessore del Bilancio, Raffaele Paci.
Via libera, in definitiva, agli atti di programmazione delle attività culturali 2014 per spettacolo, festival letterari e sport. L’assessore Claudia Firino ha proposto uno stanziamento di 6milioni e 300mila euro per gli organismi di spettacolo e 500mila per i progetti di promozione della lettura e i festival letterari. Al programma annuale per lo sviluppo dello sport sono stati attribuiti 6milioni e 481mila euro.

 

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La Giunta regionale domani siglerà un accordo con gli Enti Locali per il trasferimento di risorse finanziarie destinate a superare le emergenze più volte sottolineate dai Comuni e dalle Province sarde. L’intesa sarà firmata dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dal presidente dell’#ANCI Sardegna Pier Sandro Scano. 

È quanto emerso dall’incontro, svoltosi oggi ad Abbasanta, al quale hanno partecipato l’assessore al Bilancio Raffaele Paci, i sindaci dell’ANCI e i rappresentanti del #Consiglio delle Autonomie Locali. È in discussione in queste ore un possibile accordo con gli Enti locali che potrà portare benefici finanziari destinati a superare i vincoli del Patto di stabilità. 

«Si tratta di un buon accordo – afferma l’assessore Paci – la Regione ha deciso di condividere con gli Enti locali la metà delle risorse fuori Patto, frutto dell’intesa con lo Stato. Ora si apre una nuova fase del rapporto con i sindaci e i rappresentanti delle Autonomie locali basata sulla comune responsabilità istituzionale.»

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«Il governo regionale è aperto e disponibile ad avere un confronto continuo con le parti sociali su tutti i punti del nostro programma e sulla nostra azione politica: gli obiettivi sono condivisi e siamo contenti di discutere ed arricchire di ulteriori idee le nostre proposte». Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha concluso l’incontro con le segreterie regionali di CGIL, CISL e UIL tenutosi ieri nella sala giunta di viale Trento.

Oltre al presidente, hanno partecipato anche l’assessore della Programmazione e Bilancio Raffaele Paci, quello dell’Industria Maria Grazia Piras e il capo di gabinetto dell’assessore del Lavoro, che era impegnata a Roma per una riunione.

Il presidente Pigliaru ha riassunto il lavoro svolto in questa prima fase dalla giunta, poi l’assessore Paci ha fatto il punto della situazione sul bilancio: «L’accordo col governo sul patto di stabilità ci permette di spendere 364 milioni di euro in più per quest’anno e per l’anno prossimo ci scioglie dai vincoli nel rispetto del pareggio di bilancio – ha detto – è un risultato molto positivo, soprattutto perché il pareggio di bilancio per noi è comunque già previsto dall’attuale legge di contabilità, ma ci siamo liberati da vincoli di spesa che per la nostra Regione erano troppo penalizzanti».

Raffaele Paci ha anche confermato che «i lavori sulla manovra finanziaria 2015 passeranno attraverso una interlocuzione costruttiva». In particolare, poi, l’esponente della Giunta Pigliaru ha sottolineato il lavoro di “ripulitura” del bilancio in corso negli uffici dell’assessorato: «Finora abbiamo avuto un bilancio regionale con molti, troppi livelli di incertezza – ha spiegato – abbiamo 4 miliardi di residui attivi e passivi, solo per fare un esempio. Ma con la manovra 2015 vogliamo presentare un bilancio più veritiero, nel quale gli impegni che prendiamo anche con voi possano avere certezza della copertura di spesa». 

L’assessore Piras, dal canto suo, si è soffermata soprattutto sulle principali vertenze aperte, come quella di #Alcoa e come l’opera di risanamento in corso per #Igea. «Abbiamo anche aperto un’interlocuzione con #Eni – ha detto Piras -. Stiamo mettendo a punto il nuovo Piano energetico regionale, sul quale attiveremo subito il confronto coi sindacati e con tutte le parti interessate». 

«Siamo disponibili ad avere un confronto su tutto – ha detto infine il presidente Pigliaru – a partire dal lavoro, che è stato il pilastro principale della nostra campagna elettorale e il punto focale del lavoro di questi primi mesi, per poi articolare la discussione su tavoli settoriali: la nostra non è una cultura politica contraria all’interlocuzione. Anzi, ora che l’azione del governo regionale sta entrando a regime e stiamo iniziando a correre davvero, è particolarmente importante mantenere un contatto costante e produttivo sulle politiche da mettere in campo: a settembre ci rivedremo per avviare un lavoro organico sull’emergenza lavoro, la manovra di bilancio e il programma regionale di sviluppo.»

 

Consiglio regionale 1 copia

 Il Consiglio regionale ha approvato questa mattina l’ordine del giorno della maggioranza sull’intesa Regione-Governo sul #patto di stabilità.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente dell’Assemblea ha dato la parola alla Giunta regionale, rappresentata dall’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, per l’intervento di replica a conclusione del dibattito sull’accordo fra Stato e Regione relativo al Patto di stabilità.

Il capogruppo di forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha osservato che «anche per rispetto dell’assessore, non credo si possa procedere in un’Aula semivuota» ed ha proposto una sospensione.

Il presidente Ganau ha accolto positivamente la richiesta disponendo una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori, ha preso la parola l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, che, in apertura, ha affermato che «si è discusso molto, in Aula e fuori, di un accordo importante di cui abbiamo costantemente informato il Consiglio; io personalmente, dopo il pre-accordo politico ho chiamato da Roma l’ex presidente Cappellacci, l’ho fatto perché crediamo anche nella continuità istituzionale della nostra Regione che chiunque governi cerca di rappresentare al meglio con serietà e rispetto istituzionale». Però, ha continuato l’assessore, «nel dibattito di ieri si sono sentite contrapposizioni aprioristiche e demagogiche, falsità: si è detto che l’accordo che coinvolge gli Enti locali ma non è vero, che si è ceduta l’autonomia di accertamento delle entrate ma su questo non c’è una sola parola, che si è rinunziato a 3 o 4 miliardi di euro, ma dove stanno?»

Come in tutte le cose, anche  quelle molto tecniche, è necessario secondo l’assessore della Programmazione «analizzare con attenzione le singole questioni e valutare i pro e i contro con rigore e pragmatismo». Soffermandosi sul raffronto fra la situazione della finanza pubblica regionale “prima” e “dopo” l’accordo, Paci ha spiegato che «la situazione di partenza era di entrate non definite con precisione perché mancavano le norme di attuazione che la Giunta precedente aveva cercato di fare senza però riuscire a trasformarle in legge; oggi questo accertamento lo fa la ragioneria dello Stato, al di là della volontà di chi governava prima». Per quanto riguarda il cosiddetto sforamento del Patto, Paci ha affermato che ammontava a circa 300 ml a prescindere dalla nettizzazione del fondo unico «e questo avrebbe comportato una sanzione; arrivati al governo, dopo appena una settimana abbiamo certificato  questa situazione e non potevamo fare altro, ma è chiaro che questi dati avrebbero comportato restrizioni, blocco della spesa corrente e degli investimenti, sanzioni pecuniarie, saremmo andati davanti alla Corte Costituzionali e, anche tenuto conto della sua giurisprudenza costante, si sarebbe perso senza ombra di dubbio, tutti i pareri legali sono concordi sul punto».

In prospettiva inoltre, a giudizio dell’esponente della Giunta «non ci sarebbe stato nessun incremento del patto nel 2014 e negli anni seguenti, l’anomalia c’è ed stata riconosciuta  dalla Corte Costituzionale ma poi nasce il vero contenzioso perché non è possibile quantificare quanto riconosciuto senza un forte accordo politico».

Passando ad esaminare la situazione concretamente scaturita dall’accordo col Governo l’assessore ha sottolineato che «vengono cancellate le sanzioni per il 2013, per il 2014 la Regione ha 364 milioni in più, vengono tolti i vincoli del Patto di stabilità dal 2015 e questo è un grande risultato, più di quello che ci saremmo aspettati, si è ottenuto il 100% e questo lo capisce anche zia Peppina di Sennori, spero che si smetta di fare mistificazione anche in quest’Aula».

Quanto alla chiusura dei contenziosi precedenti si tratta, per l’assessore, di un passaggio necessario senza il quale è impossibile arrivare ad un accordo. «Ci sono ancora tante cose da fare – ha detto avviandosi alla conclusione – ma abbiamo uno strumento importate per sviluppare buone politiche per il lavoro, gli Enti Locali, l’industria agricoltura e le imprese, con margini di autonomia più ampi che cercheremo di ampliare ancora con l’agenzia sarda delle entrate…»

Il presidente Ganau, con una brevissima interruzione, ha invitato l’assessore ad «astenersi dal fare valutazioni ed a concludere l’intervento». L’assessore Paci ha concluso il suo intervento affermando che «si è iniziato un percorso sul quale continueremo a lavorare per il popolo sardo».

Il presidente Ganau, successivamente, ha invitato l’Assemblea a proseguire nei suoi lavori, con la discussione generale sulla mozione n°49 (Arbau e più) “sull’inquadramento del personale Aras”.

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi), intervenendo sull’ordine dei lavori ha chiesto una breve sospensione della seduta per poter presentare un ordine del giorno a conclusione del dibattito sul Patto di stabilità.

Il presidente del Consiglio ha accolto la richiesta ed ha sospeso la seduta. Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha annunciato la presentazione di due ordini del giorno, uno dell’opposizione (Truzzu e più) e  uno della maggioranza (Cocco e più). Dopo aver chiarito che su entrambi gli ordini del giorno non si sarebbe aperta una discussione ma sarebbero stati possibili solo interventi per dichiarazioni di voto, ha dato il via al confronto sul primo documento presentato dalla minoranza che impegna la giunta a rinegoziare l’accordo sottoscritto dalla Regione con il Governo lo scorso 21 luglio in materia di finanza pubblica.

Il primo ad intervenire per dichiarazioni di voto è stato il consigliere dell’UDS, Mario Floris, che ha invitato la Giunta a non stupirsi per ciò che è accaduto ieri in aula. «Siete maggioranza ma dovete fare i conti anche con la minoranza – ha detto Floris – in una società dove c’è una crisi devastante non vi dovete meravigliare se l’opposizione ricorre a strumenti democratici per far sentire la propria voce». L’esponente della minoranza si è detto poi “vicino al presidente Pigliaru” per le difficoltà affrontate nel confronto con lo Stato, ricordando precedenti battaglie portate avanti con i governi Andreotti, Craxi e De Mita, ma ha contestato il metodo adottato. «Questo è un accordo privato tra Pigliaru e Renzi – ha concluso Floris – che cosa ci sta a fare il Consiglio regionale? L’Assemblea deve avere una funzione o il suo ruolo deve essere quello di “passacarte”? Non si può andare avanti così»

 Ha quindi preso la parola il consigliere Paolo Truzzu (FdI) che dopo aver annunciato il suo voto favorevole all’ordine del giorno, ha stigmatizzato l’azione di di Giunta e maggioranza.

«Si procede in modo celere ed avventato – ha detto Truzzu – nonostante le osservazioni e i suggerimenti che arrivano da diversi settori della società sarda. Contro questo accordo non si è pronunciato solo il centrodestra, critiche sono state avanzate anche dall’assessore Paolo Maninchedda, dal presidente dell’Anci, Pier Sandro Scano, dal segretario generale della Cgil, Michele Carrus e dal deputato del centrosinistra Roberto Capelli. Se ci sono tutti questi dubbi anche a sinistra – ha concluso Truzzu – non era il caso di affrontare la questione in modo diverso coinvolgendo anche il centrodestra?»

Il presidente Ganau ha dato la parola al vice capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, la quale ha annunciato il suo voto favorevole. «Credo che ci siano cose da sanare, visto che, in barba a questo Consiglio, lei è andato a Roma a chiudere un accordo così importante da solo, senza il Consiglio e senza coinvolgere la sua stessa maggioranza». Secondo Zedda i dati positivi forniti dall’assesore Paci non sono corretti ed ha chiesto alla Giunta: «Se questo accordo si può rivedere, perché non farlo? Visto anche che mancano le norme di attuazione». L’esponente dell’opposizione ha chiesto alla maggioranza se ci siano i margini per rivedere l’accordo.

Stefano Tunis (Fi), annunciado il suo voto favorevole all’ordine del giorno, ha esortato il presidente Pigliaru e la sua maggioranza ad avere il coraggio ed il buonsenso di riconoscere che quell’accordo è perfettibile. Per il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, la Regione dovrebbe aprire un tavolo con lo Stato in cui tutti i problemi della Sardegna vengano discussi nella loro complessità e non dovrebbe trattarli separatamente. Per Carta la rinuncia dei fondi attribuiti alla Sardegna dalla sentenza della Corte costituzionale è l’esito delle stesse martellate che Renzi sta dando alla Costituzione e all’autonomia. «Stiamo rinunciando – ha detto – perché ci hanno ricattato».

Il presidente del Consiglio ha dunque concesso la parola al presidente della Giunta per lo spazio di replica riservato alla Giunta. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha espresso soddisfazione per i toni utilizzati nel corso della discussione in Aula («sono toni adeguati all’importanza del momento») ed ha dichiarato il parere negativo dell’esecutivo regionale per l’ordine del giorno presentato dai gruppi delle opposizioni. «Gli accordi – ha affermato il presidente della Giunta – sono conditi da ciò che è scritto e da ciò che non è scritto». Con tale affermazione l’onorevole Pigliaru ha introdotto il tema della cosiddetta “leale collaborazione” con lo Stato, per confermare che la Giunta regionale ha fiducia che i rapporti tra la Regione sarda e lo Stato siano caratterizzati proprio da una reciproca e leale collaborazione istituzionale.

Il presidente Pigliaru ha quindi ribadito, in sintesi, i vantaggi dell’accordo siglato a Roma: «L’accordo fa correre nell’economia sarda soldi veri in tempi rapidissimi in un momento di profonda crisi ed in più consente alla Regione di dare attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale laddove riconosce che i limiti di spesa non possano essere slegati dalle entrate». «L’accordo sul pareggio di bilancio – ha spiegato il presidente – risponde proprio a questa esigenza ed è un risultato straordinario ottenuto in soli cinque mesi di governo». Il governatore ha quindi ribadito la cifra di 364 milioni di euro quale disponibilità ulteriore per la Sardegna nel 2014.

«La Giunta si è assunta la responsabilità delle decisioni – ha sottolineato il Capo dell’esecutivo – e lavoriamo per dare risposte ai bisogni dei sardi». Francesco Pigliaru ha ricordato che alla fine «saranno i sardi a giudicare» ma ha aggiunto: «E’ certo che non avremo ottenuto un solo euro in tempi rapidi se fossimo rimasti sul fronte dei contenziosi con lo Stato». Il presidente Pigliaru pur ribadendo fiducia nella leale collaborazione con lo Stato ha concluso assicurando che «qualora ciò non si verificasse, saremo i primi a denunciarlo e saremo pronti ad intraprendere insieme tutte le opportune iniziative».

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha annunciato il voto a favore dell’ordine del giorno e si è detto “dispiaciuto” per l’atteggiamento tenuto dalla maggioranza e dall’esecutivo che di fatto «ha sancito una spaccatura nella massima Assemblea sarda». L’esponente della minoranza ha dichiarato di condividere le affermazioni dell’onorevole Mario Floris, in riferimento al grande numero di accordi fatti e disattesi dallo Stato Italiano ed ha ribadito che «l’accordo sul patto di stabilità è solo un accordo tra Renzi e Pigliaru». Oscar Cherchi ha replicato polemicamente alla maggioranza ed ha dichiarato: «Ieri, non abbiamo offeso la bandiera sarda, l’abbiamo soltanto sventolata perché voi con l’accordo sul patto di stabilità l’avete ammainata». Cherchi ha concluso citando l’assessore Paolo Maninchedda: «Ha ragione lui, questo accordo è una truffa contabile».

Il consigliere del Partito Democratico, Franco Sabatini, ha riconosciuto le ragioni espresse dal consigliere Mario Floris a proposito dei poteri e del ruolo di Giunta e Consiglio regionale. Sabatini ha auspicato che presto possa avviarsi la discussione della legge Statutaria per affrontare l’importante tema. Il presidente della Terza commissione ha inoltre ricordato polemicamente all’opposizione l’atteggiamento tenuto nella scorsa Legislatura dall’allora presidente Cappellacci («non ha mai informato l’assemblea sull’iter delle trattative con il governo e non era disponibile neppure la necessaria documentazione») in ordine alle informazioni rese al Consiglio sulle vertenze aperte con lo Stato. Sabatini nel dichiarare il voto contrario per l’ordine del giorno in discussione, ha evidenziato come elementi positivi i contenuti dell’accordo sottoscritto a Roma, primo tra tutti, l’eliminazione a partire dal 2015 dei vincoli di spesa del patto di stabilità («quello che tutti abbiamo sempre definito un blocco inaccettabile per la nostra economia»). L’esponente della maggioranza ha espresso apprezzamento per la rinuncia ai contenziosi aperti con lo Stato («lo hanno fatto tutte le Regioni tranne il Friuli perché vanta un dispositivo attuativo sul pronunciamento della Corte Costituzionale in relazione alla proporzione tra spese e entrate») e ha evidenziato come il tetto di spesa del bilancio del 2014, per la Regione sarda, sia il medesimo di quello stabilito per il 2013. Sabatini ha concluso definendo “storico” l’accordo sottoscritto dal presidente Pigliaru sul patto di stabilità ed il pareggio di bilancio.

Il consigliere Luigi Crisponi, dei Riformatori sardi, ha preso spunto da alcune vicende nazionali per evidenziare, da un lato, le lacune della maggioranza e dall’altro la slealtà dello Stato nei confronti della Regione «che produrrà una Sardegna povera, come quella delle calamità naturali, ancora più impoverita nel suo percorso di sviluppo, per prima agnello sacrificale rispetto a logiche del governo, apripista nel panorama regionale per porgere la testa sotto la ghigliottina». La democrazia, ha poi osservato, prevede anche la protesta legittima e democratica, «come quella che abbiamo fatto ieri, perché crediamo che la nostra specialità va mantenuta».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, nel proclamarsi contrario all’ordine del giorno del consigliere Truzzu, ha dichiarato che «siamo di fronte ad un accordo importante che consentirà alla Sardegna di uscire dalla secche in cui il centro destra ha contribuito a infilarla; stiamo cercando di imboccare strade nuove consapevoli del fatto che non abbiamo la verità in tasca». Ricordando alcune vicende della precedente legislatura in materia di entrate e finanza pubblica, Cocco ha sottolineato che «alla fine il prodotto è negativo, mentre questa strada consentirà alla Sardegna di poter contare su risorse immediate e spendibili».

Il consigliere Modesto Fenu (Zona Franca), citando alcuni passaggi delle dichiarazioni programmatiche del presidente Pigliaru che sottolineavano l’importanza della collaborazione con l’opposizione per un fronte comune nei difficili rapporti con lo Stato, ha detto che questo appello la minoranza lo ha accolto concretamente, come dimostrano gli atti del Consiglio. Ma allora, si è chiesto, «perché, percorrendo una strada innovativa come dice il collega Cocco che coinvolge il futuro della Sardegna, il Consiglio non è stato coinvolto nelle decisioni, perché ha rifiutato un mandato pieno che gli avrebbe dato più forza?»

«Non stiamo parlando di un contributo qualunque – ha aggiunto Fenu – ma di un patrimonio enorme di risorse della Sardegna; era doveroso e giuridicamente corretto che Pigliaru andasse a Roma solo con un mandato pieno del Consiglio, senza il quale la posizione della Regione è risultata sicuramente più debole».

Daniele Cocco, capogruppo di Sel ha ricordato all’Aula l’ordine del giorno votato in Consiglio qualche settimana fa con il quale si dava mandato al presidente Pigliaru di andare a trattare con il governo nazionale sul patto di stabilità. «Oggi – ha detto Cocco – si discute di un argomento vecchio. Pigliaru ci convince ancora di più della bontà del lavoro fatto quando dice che lo Sato sarà obbligato ad essere leale e a rispettare i patti e se questo non avverrà non ci saranno tentennamenti. Quella firmata dalla Regione con lo Stato è una buona intesa».

Ugo Cappellacci, dopo aver annunciato il suo voto a favore dell’ordine del giorno, ha espresso un giudizio negativo sull’accordo Stato-Regione in materia di finanza pubblica. «E’ un accordo che lede la nostra autonomia – ha attaccato l’ex Governatore – la Sardegna diventa la prima Regione speciale che rinuncia a disciplinare il suo bilancio con una propria legge di contabilità». Cappellacci ha poi evidenziato le difficoltà a confrontarsi in un clima di forte tensione che vede maggioranza e opposizione su fronti contrapposti. «Faccio una proposta al presidente Pigliaru – ha concluso l’esponente di Forza Italia – se alla fine del 2015 i numeri dovessero darle ragione la ringrazierò pubblicamente, ma le chiedo di avere il coraggio e l’umiltà di fare altrettanto. Nel 2013 la Sardegna ha riscosso 7,4 miliardi di euro e pagato altrettanto. Se questi numeri non dovessero essere rispettati ammetta il suo errore e di scenda dal suo piedistallo».

Per Annamaria Busia (Centro Democratico), le questioni poste dalla minoranza sono strumentali e in malafede. Busia ha quindi ricordato i passaggi della “vertenza entrate” fatti nella scorsa legislatura. «Cappellacci si è occupato dalla vertenza subito dopo il suo insediamento ma è stato subito stoppato dal governo amico – ha detto il consigliere del Centro Democratico – poi si è passati alla fase della norme di attuazione affidate alla commissione paritetica. Anche in questo caso non si è ottenuto nulla. Solo alla fine – ha concluso Busia – si è deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale. Questa è la vera storia, la documentazione è agli atti e si può reperire sul sito del Ministero degli Affari regionali».

Voto favorevole all’ordine del giorno è stato annunciato anche dal consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa: «Non posso non rilevare – ha affermato – che da un clima di trionfalismo siamo passati a un clima di dubbio come è emerso dall’intervento del presidente Pigliaru». Cossa si è detto perplesso per questa “transazione” che ha visto la rinuncia unilaterale da parte della Regione ai ricorsi e a eventuali esiti positivi delle sentenze senza ottenere niente dal governo. «Annuncio il mio voto favorevole – ha affermato il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino – per le troppe lacune che ha l’accordo siglato dal presidente. Penso, assessore Paci, che voi con questo accordo non abbiate mancato di rispetto alla bandiera come non lo abbiamo fatto noi con la nostra protesta. A qualche collega della maggioranza dico  che non siamo stati neanche dei pagliacci». Fasolino ha poi aggiunto: «Vorrei capire dalla Busia dove vedete la malafede. Il nostro obiettivo era quello di farvi guardare bene dentro questo accordo». Secondo Fasolino la Giunta ha un atteggiamento di chi deve finire la legislatura quest’anno. «Avrei voluto sentire i commenti dei sovranisti se un accordo così l’avessimo fatto noi con il Primo ministro». Immediata la risposta da parte dei sovranisti con l’intervento del consigliere Emilio Usula (capogruppo di Soberania e Indipendentzia-Rossomori) che ha ribadito la piena fiducia nell’operato della Giunta e nel presidente Pigliaru e ha invece ricordato che i cittadini, che stanno fuori dal Consiglio, vedono un atteggiamento incomprensibili e inutili perdite di tempo.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha domandato polemicamente ai rappresentanti della maggioranza «quale mandato abbia ricevuto il presidente della Giunta per siglare l’accordo con il governo sul patto di stabilità». Rubiu ha definito l’accordo «un vero attentato all’Autonomia» ed ha sottolineato che «il presidente della Regione non ha ricevuto alcun mandato dal Consiglio». L’esponente dell’Udc si è quindi rivolto all’assessore dei Trasporti per lamentare lo scarso coinvolgimento del Consiglio nella ormai imminente formulazione di nuovi accordi in materia di trasporti con le compagnie e lo Stato. Rubiu ha concluso il suo intervento dichiarando il voto a favore dell’ordine del giorno n. 1 (Truzzu e più).

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato il voto a favore dell’ordine del giorno presentato dalle opposizioni ed ha argomentato in premessa come «il vero problema della discussione sul patto di stabilità sia rappresentato dall’assenza della politica». «Il Consiglio regionale è stato esautorato – ha spiegato l’esponente della minoranza – e non si era mai visto un presidente della Giunta che impegna la Regione con lo Stato senza munirsi del sostegno e del parere del Consiglio». Pietro Pittalis, rivolgendosi direttamente all’assessore della Programmazione, ha citato Aldo Moro per riferirsi alla “democrazia difficile”. «Alla politica – ha aggiunto il capogruppo Fi – non si chiedono solo doti di buona amministrazione ma si chiede di più, di adeguare l’azione alla realtà». L’errore commesso dall’esecutivo – a giudizio di Pittalis – è rappresentato dal non aver fatto prevalere la “realtà” e cioè gli interessi e i bisogni dei sardi. Pittalis ha quindi domandato all’esecutivo come potrà dare risposte a partire dal prossimo settembre agli Enti Locali, a chi perde gli ammortizzatori sociali, o alle richieste di nuovi investimenti. «Le risposte sono quelle di quest’accordo?», è stata la conclusione del capogruppo che ha insistito: «Con quest’accordo si alimenta la crisi che pervade il sistema economico sardo».

Non essendoci altri iscritti a parlare per dichiarazione di voto, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dunque posto in votazione, con procedura elettronica palese,  l’ordine del giorno n. 1 (Truzzu e più). Concluse le operazioni di voto, il presidente dell’Assemblea ha proclamato l’esito della votazione: «Presenti 54; votanti 53; favorevoli 19; contrari 34; astenuti 1. Il Consiglio non approva».

Si è quindi passati alla votazione dell’ordine del giorno n. 2 (Cocco Pietro e più) sull’accordo Stato-Regione sul patto di stabilità. Nel documento, sottoscritto da tutti i capigruppo della maggioranza, è espressa condivisione del percorso seguito nell’affrontare la vicenda e si manifesta «pieno sostegno all’azione del Governo regionale anche per la volontà di avviare il percorso per l’attuazione dell’autonomia fiscale della Sardegna».

Il presidente del Consiglio Ganau ha invitato la Giunta ad esprimere il suo parere.

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, illustrando il parere favorevole della Giunta, ha assicurato che l’Esecutivo metterà in campo tutte le iniziative necessarie «per mettere in sicurezza l’accordo di fronte a possibili comportamenti di non leale collaborazione dello Stato a partire dalla scrittura delle norme di attuazione». Pigliaru ha poi raccolto la sfida del consigliere Capellacci e riconoscere gli errori nel caso si verificassero: «Metto la faccia in tutto quello che faccio – ha affermato il presidente della Regione – sono prontissimo ad ammettere eventuali errori ma sono certo che non sarà così, la faccia la mettiamo tutti fino in fondo ed primo passo sarà proprio quello di definire norme di attuazione che diano a tutti regole chiare sulle entrate della Regione».

Il consigliere Alessandra Zedda, annunciando il voto contrario all’ordine del giorno, ha evidenziato che i contenuti dell’accordo Stato-Regione somigliamo ad «una cambiale in bianco ad uno Stato che non sta certamente trattando bene la Sardegna». Perché, ha chiesto, «lo Stato chiede l’abrogazione di una legge regionale che davvero ha aperto un percorso di autonomia finanziaria, con modifica dell’art. 10 dello Statuto e dell’Irap, perché la chiede dopo la sanatoria di 2013, l’accordo sul 2014 ed il nuovo corso previsto per il 2015? Riconosciamo l’onestà intellettuale del presidente  Pigliaru ma cambiali in bianco non ne firmiamo a nessuno».

Il consigliere Stefano Tunis, di Forza Italia, ha invitato l’Aula a «dare un percorso logico a quello che si sta facendo, nell’accordo c’è scritto che c’è una contropartita, la rinuncia ai ricorsi e soprattutto agli strumenti per affermare in futuro le vere ragioni dell’autonomia regionale». «Anche alcuni della maggioranza se ne rendono conto – ha aggiunto – ma non sembrano consapevoli del fatto che con queste premesse spazio per ulteriori risultati non c’è n’è più, perché è stata azzerata ogni leva». Forse l’alternativa potrebbe essere quella del recupero di una forte unità dei sardi, «ma la maggioranza non la vuole ricercare, nonostante importanti pagine della precedente legislatura scritte da tutti, come la mobilitazione contro la chiusura del craking di Porto Torres».

Voto favorevole all’ordine del giorno ha annunciato Annamaria Busia. «Questo risultato è importantissimo – ha detto il consigliere del Cd – perché consente l’adeguamento del Patto, la definizione delle norme di attuazione e, soprattutto, afferma la volontà di arrivare all’autonomia fiscale della Sardegna attraverso l’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate».

Paolo Truzzu (FdI), dopo aver ribadito la sua stima nei confronti del presidente Pigliaru «che conosco da quando frequentavo la facoltà di Scienze politiche dove ho avuto l’opportunità di apprezzare la sua onestà intellettuale e la sua competenza») ha espresso dubbi sul mancato coinvolgimento del Consiglio. «Quelle che avanziamo oggi – ha detto Truzzu – non sono osservazioni fatte in malafede. Siamo in difficoltà, come sono in difficoltà le altre forze politiche. Chiedo a Sel quando inizierà a raccogliere le firma contro il pareggio di bilancio regionale visto che le sta raccogliendo per quattro referendum sul pareggio di bilancio statale».

Paolo Zedda (Rossomori), intervento come di consueto in lingua sarda, ha chiarito il perché del voto a favore dell’ordine del giorno. «Votiamo sì per due ragioni. La prima: i sardi con questo accordo staranno meglio, abbiamo ottenuto la possibilità di spendere 320 milioni in più, forse è poco, forse si poteva ottenere di più, sicuramente si poteva ottenere di meno. La seconda ragione – ha proseguito Zedda – è che siamo riusciti a mettere in piedi un progetto sovranista: l’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate. E’ lo strumento che consentirà di fare bene i conti ed essere sicuri che l’accordo sia vantaggioso per la Sardegna. Stiamo imparando ad essere padroni in casa nostra, ad avere coscienza di poter ottenere l’autonomia fiscale. Oggi votiamo a favore, è una bella giornata».

Intervento in limba anche da parte del consigliere del Psd-Az Angelo Carta. «Per un attimo ho pensato di votare a favore di questo ordine del giorno – ha  detto Carta – perché  mi sembrava ci fosse un segnale di autonomia. Ho pensato: questo odg non è stato scritto il Pd ma dai partiti autonomisti, perché esprime il desiderio di arrivare a un livello più alto di autonomia. Poi però mi sono accorto che in questo documento c’è  di tutto e di più. Del progetto dell’Agenzia sarda delle entrate si parla da tempo, qui invece non c’è un progetto sovranista, c’è tutto il contrario di quello che noi pensiamo». Il Consiglio, secondo Carta, deve osare di più «deve agire in modo unitario per parlare di autonomia e sovranismo. Siamo fermi a quanto accaduto nei passati 60 anni. Bisogna muoversi meglio, altrimenti lo Stato ci sovrasterà (nos mandigat sos macarrones in conca)».

Ha, poi, preso la parola Christian Solinas, capogruppo del Psd’Az, il quale ha annunciato il voto contrario dei sardisti «perché non condividiamo le tre premesse». Solinas ha ricordato che la storia racconta di delegazioni ristrette che sono andate a trattare con il Piemonte per gli interessi della Sardegna con risultati non certo positivi. Solinas ha anche rilevato che la maggioranza tende a fare annunci, ma non ha ancora avviato alcuna riforma. Il vice presidente Eugenio Lai, sostituendo il presidente Ganau, ha dato la parola al consigliere del Pd, Roberto Deriu, il quale ha evidenziato che il presidente Pigliaru ha sconfitto “quel mostro” rappresentato dal #Patto di Stabilità, ricordando che da parte della maggioranza c’è la volontà di collaborare con l’opposizione. Voto favorevole è stato annunciato anche da Augusto Cherchi (Soberania e Indipendentzia-PdS) il quale ha sottolineato come sia importante, da oggi in poi, con il risultato ottenuto costruire il futuro della Sardegna. Secondo Cherchi «l’accordo stabilisce che la ricchezza prodotta in Sardegna deve restare in sardegna, e con questo accordo lo Stato ha aperto la porta alla nostra sovranità tributaria».

Voto favorevole all’ordine del giorno n. 2 è stato dichiarato dal consigliere di Sel, Luca Pizzuto che ha sottolineato le differenze tra il pareggio di bilancio statale e quello regionale. «Il pareggio di bilancio al livello statale – ha spiegato Pizzuto – significa azzerare al debito pubblico che come è noto sostiene la spesa pubblica mentre il pareggio di bilancio per la nostra Regione, con quest’accordo, aumenta gli spazi di spesa facendo venir meno i vincoli del patto di stabilità». «Sel è favorevole all’accordo sottoscritto dal presidente Pigliaru, perché cancella i tetti di spesa imposti dal patto di stabilità e le sue conseguenze negative che ben conosciamo».

Ha dichiarato il voto contrario, invece, il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, che ha definito il modello del pareggio di bilancio «una vera e propria fregatura di Stato che la maggioranza difende strenuamente». Crisponi ha ricordato la «voracità» con cui lo Stato si è rapportato con la Sardegna e ha lamentato la continua «disattenzione verso i bisogni dell’Isola». L’esponente della minoranza ha concluso sottolineando che «l’Aula, in occasione dell’accordo sul patto di stabilità, si deve limitare ad ossequiare un mandato che arriva direttamente dal governo Renzi».

Il consigliere del gruppo Pd, Antonio Solinas, ha dichiarato voto favorevole e ha polemicamente ricordato all’opposizione che il centrosinistra è al governo della Regione da soli cinque mesi. Il presidente della Quarta commissione si è detto sorpreso «nel sentir parlare di difesa dell’Autonomia da chi, quando era al governo, ne ha fatto carta straccia». Solinas ha ribadito che l’attuale esecutivo «è impegnato a mettere rimedio ai disastri lasciati dal governo precedente» ed ha ricordato l’occupazione dell’Aula da parte del centrosinistra nella passata Legislatura «per convincere l’allora presidente Cappellacci ad aprire la vertenza entrate con governo nazionale». L’esponente del Pd ha poi affermato che l’esecutivo ha agito nel confronto con il governo Renzi nel rispetto dei pronunciamenti del Consiglio regionale e ha replicato al capogruppo dell’Udc in merito agli accordi in materia di trasporti: «Niente è stato ancora firmato e l’assessore ha il conforto della competente commissione consiliare».

Il capogruppo di Sardegna vera Efisio Arbau ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, dopo aver affermato che «non c’è bisogno di insistere per convincere chi è già convinto», ha ribadito il pieno sostegno al presidente della Regione nella vertenza entrate «anche per ciò che questa rappresenta per il futuro della Sardegna e per la sua capacità di voltare pagina». Nell’ordine del giorno, ha ricordato il capogruppo del Pd, «c’è un riferimento particolarmente significativo alla piena autonomia fiscale della Sardegna; non è un dettaglio, è un nostro obiettivo preciso, una strada nuova che vogliamo percorrere, chiediamo anche su questo un voto del Consiglio esteso alla minoranza che, secondo noi, potrebbe votare almeno questa parte»

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente dell’Assemblea ha invitato l’Aula a procedere alla votazione dell’ordine del giorno.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto la verifica del numero legale.

Il presidente Ganau ha precisato, sulla base del regolamento, che la verifica è contestuale alla procedura di voto col sistema elettronico. Successivamente, ha comunicato l’esito dello scrutinio relativo all’ordine del giorno n. 2: favorevoli 33, contrari 18, il Consiglio approva. Subito dopo ha sospeso la seduta; i lavori riprenderanno nel pomeriggio alle 16.00.