27 November, 2024
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La Terza commissione, presieduta da Franco Sabatini (Pd), ha concluso il ciclo di audizioni sulla Manovra 2019-2021, introdotto dalla relazione dell’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, che ha illustrato i “punti di forza” e le principali scelte di politica economica che caratterizzano l’ultima manovra della Legislatura  e che, con un saldo di 8 miliardi e 200 milioni prevede un aumento degli stanziamenti in tutti i settori, rispetto agli anni passati (istruzione e diritto allo studio 196 milioni; cultura e sport 99 milioni; turismo 80 milioni; ambiente 664 milioni; trasporti e mobilità 671 milioni; politiche sociali e famiglia 382 milioni; salute, 3.736 milioni; sviluppo economico 189 milioni; politiche per il lavoro e la formazione, 182 milioni; agricoltura e pesca, 379 milioni).

«Proponiamo al Consiglio – ha affermato l’assessore Raffaele Paci – una manovra fortemente espansiva, senza incrementi nelle tasse e che segna l’azzeramento del disavanzo in Sanità». L’assessore del Bilancio ha quindi confermato il braccio di ferro con il Governo sull’annosa questione degli accantonamenti: «Non abbiamo inserito 285 milioni su 535 milioni di accantonamenti, perché non sono dovuti e senza un’intesa proseguiremo su questa linea, auspicando una battaglia unitaria dell’intera Sardegna per difendere l’Isola da quella che definisco “un’autentica truffa di Stato”».

Sostegno all’iniziativa dell’assessore Raffaele Paci è arrivato dalla segreteria Cisl che con Francesco Piras ha mostrato apprezzamento per la prevista approvazione della manovra entro dicembre ed ha però invitato l’esecutivo e il Consiglio ad una maggiore attenzione per tutte quelle iniziative che puntano ad accelerare la spesa. Sulla stessa linea l’intervento del segretario della Ugl, Sandro Pileri, che ha posto l’accento sull’elevato tasso di disoccupazione che caratterizza il mercato del lavoro in Sardegna e si è detto a favore della metanizzazione dell’Isola. Il suo omologo della Cgil, Samuele Piddiu, ha salutato positivamente l’incremento degli stanziamenti per le politiche sociali (più 40 milioni) e il diritto allo studio (più 26%) ed ha chiesto “un approfondimento” sul progetto “Lavoras” criticando le tempistiche con le quali si dà attuazione alle misure a sostegno del lavoro.

Il presidente di Confagricoltura, Luca Sanna, si è invece concentrato sull’incremento di risorse per il comparto agricolo ma ha invitato Giunta e Consiglio a procedere con una profonda riforma del sistema agricolo per ciò che attiene gli enti e l’amministrazione per far sì che i fondi «arrivino davvero alle imprese e non servano invece a sostenere i costi dell’apparato pubblico che si occupa di agricoltura».

Al fianco dell’assessore Raffaele Paci nella partita degli accantonamenti si è schierata anche Copagri, che con il direttore regionale Pietro Tandeddu, ha posto in luce l’urgenza di interventi per il ristoro dei danni alle aziende colpite dalle calamità naturali anche alla luce degli esigui impegni dello Stato che a fronte di 330 milioni di danni ha risarcito solo 1.5 milioni. Efisio Perna, a nome della Coldiretti, ha proposto un incremento di risorse a valere sui fondi del Psr ed in particolare per le azioni “giovani in agricoltura”, per i progetti di filiera e la viabilità rurale, nonché interventi strategici nel comparto ovicaprino, vitivinicolo e cerealicolo. Confcooperative con il presidente Fabio Onnis ha insistito sui fondi per i danni da calamità naturale e per il settore pesca e acquacoltura ha proposto stanziamenti per la manutenzione e la valorizzazione degli stagni.  Il presidente di Agci-Sardegna, Sergio Cardia, ha sollevato il problema del mancato finanziamento (nel 2018) di “azione bosco” che ha messo in serie difficoltà molte delle cooperative costrette a restituire i terreni a Laore “perché non più in grado di garantirne la corretta gestione”.

Il vice presidente regionale di Confapi, Giorgio Delpiano, ha chiesto una finanziaria più coraggiosa con “misure eccezionali a sostegno delle imprese e del mercato” mentre la Cna, col presidente Francesco Porcu, ha espresso “un giudizio sostanzialmente positivo” sui documenti di bilancio ed ha ribadito la necessità di misure destinate alla messa in sicurezza del territorio e all’efficentamento energetico degli edifici pubblici, insieme con le risorse per la formazione professionale, la riqualificazione delle imprese e il rifinanziamento della legge 949. Stefano Mameli (segretario regionale di Confartigianato) ha proposto che alcune parti della proposta di legge redatta dalla commissione speciale per l’Artigianato e il Commercio siano stralciate e inserite all’interno della manovra economica. Il presidente di Confesercenti, Roberto Bolognese, ha denunciato la cessazione di sette piccole imprese ogni giorno ed ha definito “drammatica” la situazione del commercio nell’Isola («nonostante la crisi siamo esclusi dai bandi di agevolazione») evidenziando l’urgenza di una revisione della legge 5 e di quella sui saldi. Il presidente di Confocommercio, Alberto Bortolotti, ha auspicato “misure più coraggiose” ed ha chiesto che il bando “più turismo, più lavoro” sia riservato alle sole strutture ricettive che continuano  a restare aperte ed a offrire con continuità i propri servizi. L’ulteriore richiesta avanzata: «È obbligatorio prevedere risorse per le opere di consolidamento e per il rinascimento costiero su cui insistono importanti attività economiche». Il presidente di Confindustria, Alberto Scanu, non ha nascosto la delusione “per l’assenza di un sussulto di novità” nella finanziaria di fine legislatura ed ha lamentato la mancanza di “elementi di crescita e spending review”. Critico anche il giudizio su Lavoras («si traduce in una misura di mero assistenzialismo») è pressante la richiesta “perché in Sardegna si faccia industria”. La proposta è la costituzione di un osservatorio industriale e economico per “contribuire all’effettivo rilancio dello sviluppo regionale”, la nota dolente sono invece i trasporti («non si può neppure prenotare un biglietto da e per la Sardegna aereo a fare data dal 1 aprile») e le infrastrutture («continuiamo ad avere le ferrovie dei tempi di Cavour»).

«Innovazione e ricerca associati alle produzioni tradizionali», è questa la ricetta del direttore generale del Banco di Sardegna, Giuseppe Cuccurese, che non nasconde un certo ottimismo su alcuni segnali di ripresa che, a suo giudizio, caratterizzano la contingenza economica in Sardegna. «Serve però che le aziende facciano rete – ha aggiunto il direttore – ma iniziamo a registrare una crescita nel fatturato delle imprese». Il dottor Giuseppe Cuccurese ha quindi indicato come segnali di ripresa l’aumento dei mutui per l’acquisto della prima casa, l’incremento del credito al consumo e dei depositi delle famiglie, insieme con i prestiti alle imprese. Il presidente della Sfirs, Paolo Sestu, ha confermato “i segnali di ripresa economica” e nel ricordare l’attività della società che concorre all’attuazione dei piani, dei programmi e degli indirizzi della Regione ha preannunciato «l’ormai imminente apertura del nuovo bando per il microcredito».

Il magnifico rettore dell’Università di Cagliari, Maria del Zompo, ha evidenziato i positivi risultati conseguiti, anche grazie al sostegno della Regione (basti pensare alle risorse stanziate per la copertura delle borse di studio di tutti gli aventi diritto), dell’Ateneo, sia in termini di didattica che di servizi offerti agli studenti. La nota lieta sono l’aumento delle immatricolazioni e delle lauree. Il progetto nuovo per il quale si chiede “un aiuto in finanziaria” è invece la certificazione della lingua inglese per tutti gli studenti, insieme con il patentino da conseguire con tre moduli per l’informatica. La richiesta è quindi di risorse per la ristrutturazione di tre edifici storici: istituti di biologia (8.5 milioni), Palazzo delle scienze (5 milioni) e istituto di anatomia (2.5 milioni).

Il prorettore dell’Università di Sassari, Luca Deidda, ha evidenziato l’incremento di studenti in regola con il corso di studi e l’aumento di immatricolazioni nell’ateneo turritano. Ha definito la legge 26 “di importanza cruciale per la sopravvivenza delle università sarde” ed ha posto l’accento sul progetto Erasmus («fiore all’occhiello dell’ateneo sassarese»). Un’attenzione particolare è stata richiesta per la veterinaria e per la cosiddetta internazionalizzazione «nell’ottica di un aumento dell’attrattività e per sviluppare un modello di apprendimento più efficiente e più aperto».

Le audizioni si sono concluse con l’intervento del presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, che ha espresso «un giudizio parzialmente positivo» ed ha ribadito le critiche per la decisione a suo tempo assunta dalla Giunta «per il ritiro dei ricorsi in materia di entrate e pendenti davanti alla Corte Costituzionale» ma ha dichiarato anche «convinto sostegno nella battaglia per gli accantonamenti». Le richieste avanzate dall’Anci possono così sintetizzarsi: incremento del fondo unico per gli Enti Locali; la zona franca rurale; un patto di comunità tra Regione e Comuni a favore delle famiglie; stanziamenti adeguati «nella lotta al bello e per il non finito sardo così da offrire case dignitose alle giovani coppie nei paesi della Sardegna».

Conclusa la giornata delle audizioni, la commissione Bilancio darà inizio alla discussione generale nella seduta di giovedì 15 novembre mentre il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti è fissato per sabato 17 novembre alle 10. Martedì 20, mercoledì 21 e giovedì 22 novembre è previsto l’esame del documenti del Bilancio la cui approvazione è prevista per venerdì 23 novembre.

Il primo giorno utile per l’esame della Manovra in Aula è, dunque, martedì 4 dicembre.     

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Nuovo tassello nel lavoro comune sull’insularità portato avanti da Sardegna, Corsica e Baleari, ora con il coinvolgimento anche di Creta. L’iniziativa, dal titolo “Le sfide dell’insularità nella politica di coesione post 2020”, in programma per venerdì 16 novembre, alle ore 9.00, al THotel di Cagliari, è organizzata dalla Regione Sardegna insieme al Comitato europeo delle Regioni, all’interno della più ampia serie di incontri su “Il futuro dell’Europa”. Il dibattito politico, riprendendo il filo dell’azione politica condotta finora, infatti, verterà sulla necessità di uno specifico scenario europeo dedicato alle isole e sulle opportunità che le politiche europee potrebbero – o dovrebbero – offrire alle isole e ai loro abitanti, imprese e territori.

Ad aprire i lavori, dopo i saluti istituzionali, una riflessione sulla “Politica europea per le isole” condotta dai rappresentanti governativi delle isole del Mediterraneo, membri del Comitato delle Regioni. Con il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, interverranno il presidente della Regione Corsica, Gilles Simeoni, il presidente di Creta, Stavros Arnaoutakis, la vicepresidente del Governo delle Isole Baleari, Isabel Busquets i Hidalgo, Tonino Picula, vicepresidente dell’Intergruppo del Parlamento Europeo Mari, fiumi, isole e zone costiere, Jan Mikołaj Dzięciołowski, rappresentante del Gabinetto della Commissaria Europea per la politica Regionale e Urbana, Corina Crețu.

L’evento proseguirà con una discussione sulle politiche per le imprese e per l’occupazione nei territori insulari e vedrà la partecipazione, insieme agli assessori della Programmazione, Raffaele Paci, e del Lavoro, Virginia Mura, di Monika Mroczek-Comparetto, capo della Divisione Strumenti Finanziari e Attuazione – Direzione delle operazioni di finanziamento – della Banca Europea per gli Investimenti, Tereza Krausova, Programme manager per le Politiche UE di Italia e Malta della DG Regio, Philip Von Brockdorff, economista, consulente e membro del comitato di direzione del sindacato Voce dei lavoratori (UHM), membro del Comitato economico e sociale europeo (CESE), Henri Malosse, 30° presidente del Comitato economico e sociale europeo, membro del Consiglio di Amministrazione della Camera di commercio e dell’industria francese, del Comitato economico e sociale europeo (CESE) e membro onorario dell’Accademia Europea delle Regioni, (AER), e di altri esponenti del mondo delle istituzioni europee. Il dibattito sarà moderato da Giuseppe Sciacca, Segretario Esecutivo della Commissione Isole della Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d’Europa (CRPM), di cui fa parte anche la Sardegna.

L’iniziativa si inquadra nell’ambito della Settimana Europea delle regioni e delle città 2018, a cui la Regione Sardegna ha partecipato in qualità di capofila di un partenariato costituito da una rete di isole periferiche mediterranee denominata “Green Islands for sustainable cohesion policy”, di cui fanno parte le Isole Baleari, Corsica e Creta. Si tratta anche di un importante momento per riflettere sulle opportunità offerte dalle politiche europee a sostegno dei territori insulari, ed è inoltre un’occasione proficua per coinvolgere i cittadini in un dibattito sull’importanza della politica di coesione nella dimensione quotidiana e per il futuro dell’Europa. Sono invitati a partecipare rappresentanti istituzionali delle autonomie locali e regionali, del mondo della ricerca, delle imprese e del lavoro, della società civile, studenti e cittadini.

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La Giunta regionale ha approvato i criteri di riparto delle risorse finalizzate alla salvaguardia degli equilibri di bilancio delle quattro Province sarde e della Città Metropolitana di Cagliari. In base a quanto è stato deciso ieri in Conferenza Regione-Enti Locali con gli assessori degli Enti locali Cristiano Erriu e del Bilancio Raffaele Paci, saranno applicati gli stessi criteri adottati per i trasferimenti del Fondo Unico previsto dall’articolo 10 della legge regionale n. 2/2007, ovvero il 40% dei 5 milioni di euro sarà ripartito in parti uguali e il 60% in base alla popolazione residente. Il testo della delibera approvata oggi ha ottenuto il parere favorevole, espresso all’unanimità dai rappresentanti di Anci, Cal e dell’associazione degli enti di Area vasta.

Con un’altra delibera, la Giunta ha approvato requisiti e criteri per l’accesso e il riparto delle risorse finanziarie (600mila euro) destinate alle Unioni di Comuni capofila dei progetti di programmazione territoriale per il triennio 2018-2020. Un terzo dello stanziamento sarà ripartito in parti uguali tra le associazioni di Unioni di Comuni regolarmente ammesse a contributo. Un altro terzo sarà assegnato in base al numero complessivo dei Comuni appartenenti alle Unioni associate, mentre la restante parte sarà suddivisa in base alla popolazione residente nel territorio interessato.

È stato attivato il finanziamento ministeriale per le aree di crisi industriale non complesse della Sardegna centrale che prevede lo stanziamento di 4 milioni e mezzo di euro. L’attivazione è stata innescata dal cofinanziamento di 900mila euro da parte della Regione approvato oggi dalla Giunta su proposta dell’assessore Raffaele Paci e dell’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras. Le imprese interessate dal bando Invitalia, che avranno, dunque, complessivamente 5 milioni e 400mila euro a disposizione, potranno così impegnarsi in iniziative per il rilancio delle loro attività. L’iniziativa dell’Esecutivo rientra nell’ambito dei contratti di sviluppo, finanziati da Governo e Regione, per iniziative considerate di particolare valore economico e strategico per lo sviluppo della Sardegna. Ancora su proposta dell’assessore Raffaele Paci, la Giunta ha deciso che nel  progetto dell’Iti di Olbia, Investimento territoriale integrato chiuso e finanziato con 15 milioni di euro ad aprile dell’anno scorso, sarà inserito anche il Museo della Musica, uno spazio attrezzato dove si svolgeranno attività artistiche collegate alla musica. Gli Iti sono interventi che puntano alla riqualificazione urbana ma anche sociale, con l’inclusione delle fasce più deboli, nelle periferie delle città. Oltre a quello di Olbia, sono già stati finanziati con 15 milioni ciascuno anche gli Iti di Cagliari e Sassari. 

Su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru è stata approvata la ripartizione delle risorse stanziate nel bilancio regionale 2018 quale terzo acconto per la copertura dello squilibrio dei bilanci delle aziende del SSR. Destinato anche per l’anno in corso l’importo di due milioni 803mila euro per la campagna vaccinale degli anziani e degli assistiti con patologie croniche, previo accordo con le organizzazioni sindacali di categoria e condivise in sede di comitato regionale dei Medici di medicina generale,  per le attività previste dall’Accordo integrativo regionale vigente. La Giunta inoltre ha approvato le Linee Guida per l’attivazione del progetto aziendale sulla campagna vaccinale antinfluenzale 2018/2019.

Infine, ha proposto l’assegnazione alle Aziende sanitarie di ulteriori risorse per la copertura delle perdite di esercizio 2016, in proporzione all’incidenza percentuale della perdita registrata da ciascuna azienda sanitaria al netto della perdita dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari e contestualmente ha definito per l’ATS e per l’Azienda Ospedaliera Brotzu un ulteriore acconto a copertura della perdita derivanti dagli ammortamenti non sterilizzati effettuati dalle medesime aziende.  

Come proposto dall’assessore Donatella Spano, è stato escluso da ulteriore procedura di valutazione ambientale, condizionato a prescrizioni, il progetto per la realizzazione e l’esercizio di un impianto per il deposito preliminare di rifiuti pericolosi e il recupero e la messa in riserva di rifiuti non pericolosi nel Comune di Settimo San Pietro.

La Giunta ha adeguato gli indirizzi per la contrattazione integrativa del personale non dirigente dell’Agenzia Forestas. La novità scaturisce dalla delibera approvata oggi su proposta dell’assessore del Personale Filippo Spanu d’intesa con l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano. L’adeguamento si è reso necessario in seguito all’ulteriore stanziamento di un milione di euro nell’ambito della legge n. 40 dello scorso 5 novembre che ha previsto la variazione di bilancio. Le risorse a disposizione della contrattazione per il triennio 2016-2018 ammontano complessivamente a oltre 3 milioni di euro.

In questo modo si rendono omogenei i trattamenti retributivi dei dipendenti di Forestas con quelli del comparto di contrattazione collettiva regionale, a riconoscimento del ruolo e dell’importanza del servizio svolto dai lavoratori dell’Agenzia nel quadro della tutela del patrimonio boschivo e faunistico, della lotta e della prevenzione agli incendi. L’esecutivo ha inoltre destinato ulteriori risorse (un milione di euro) alla contrattazione collettiva regionale per rendere omogenei i fondi delle progressioni professionali in tutte le amministrazioni del comparto.

 

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«La Finanziaria per il 2019 mette al centro le famiglie, progetta lo sviluppo per creare occupazione, azzera totalmente il decennale debito della sanità, protegge le fasce più deboli con il Reis e investe fortemente sugli enti locali e sulla programmazione territoriale anche per rilanciare le zone interne e contrastare lo spopolamento. Il tutto tenendo le tasse più basse d’Italia, quelle per le imprese (Irap) e quelle sulla persona (Irpef), il che significa lasciare 130 milioni in più a disposizione delle imprese e 100 delle famiglie. Una manovra da 8 miliardi e 200 milioni che garantisce la copertura di tutti i settori, gli stanziamenti sono in crescita per ciascuno di essi, e che allo stesso tempo getta solide basi per una crescita nel lungo periodo.»

L’ha detto l’assessore del Bilancio Raffaele Paci, nell’audizione in terza commissione Bilancio del Consiglio regionale che ha dato ufficialmente il via all’iter della manovra in via Roma. 

L’ultima manovra della Giunta Pigliaru vuole intercettare, rafforzare e amplificare i dati finalmente positivi dell’economia sarda: 40mila occupati in più rispetto al 2014, Pil cresciuto in media dell’1,2% all’anno nel triennio fra 2015 e 2017, tasso di disoccupazione sceso al 15.8% e settori in forte crescita come turismo, export e start up.

Il vicepresidente della Regione ha spiegato ai componenti della Commissione che «tutti gli stanziamenti previsti sono in aumento rispetto agli anni passati». Ecco il dettaglio: Istruzione e diritto allo studio 196 milioni (e ancora tanti investimenti su Iscol@ che conta già 1.200 cantieri, 3.000 posti di lavoro, 250 milioni spesi); Cultura e Sport 99 milioni (con risorse in aumento del 36%); Turismo 80 milioni (si punta soprattutto alla specializzazione dell’offerta con nuovi prodotti tematici anche per allungare la stagione turistica che mettono al centro l’identità residenziale pubblica e locale e a piani di edilizia economico-popolare); Ambiente 664 milioni (tutela delle foreste, infrastrutture verdi, piano dei rifiuti); Trasporti e mobilità 671 milioni (95 solo per viabilità e infrastrutture stradali), Politiche sociali e famiglia 382 milioni (incremento dei fondi per disabili, malati cronici e non autosufficienti); Salute 3.736 milioni (riorganizzazione delle cure territoriali e attuazione della riforma della rete ospedaliera), Sviluppo economico, Competitività ed energia 189 (forti investimenti per esempio nelle aree di crisi di Sassari, Nuoro e Ogliastra), Politiche per il lavoro e formazione 182 milioni (cantieri comunali con i 50 milioni di Lavoras e in generale potenziamento delle politiche per l’occupazione), Agricoltura e pesca 379 milioni (particolare sostegno all’ovicaprino).  

Ancora a disposizione ci sono poi circa 40 milioni di euro, non vincolati, sulla cui destinazione si discuterà insieme al Consiglio per arrivare a una scelta condivisa. «La proposta della Giunta è però molto chiara – ha spiegato Raffaele Paci -. Vorremmo destinare quelle risorse alle famiglie, attraverso misure ancora da definire. Le famiglie del cosiddetto ceto medio, quello che non è mai destinatario di particolari misure e interventi, famiglie con figli a carico che studiano e alle quali vogliamo dare un aiuto concreto attraverso una serie di misure che abbiamo iniziato a individuare e stiamo mettendo a punto, con una particolare attenzione al tema della natalità. Delle fasce più deboli ci occupiamo col Reis, e colgo l’occasione per ricordare che la Sardegna è una delle prime e poche regioni italiane ad averlo voluto e a garantirlo, per i disoccupati abbiamo LavoRas, i cantieri verdi e altre misure. Ora – ha concluso Raffaele Paci – vogliamo intervenire per quelle famiglie che con il loro lavoro, facendo studiare i loro figli, con i loro sacrifici quotidiani contribuiscono a far crescere la Sardegna». 

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Il vicepresidente della Regione Raffaele Paci è intervenuto al Flash Mob organizzato in piazza Palazzo a Cagliari, in difesa della libertà di informazione dopo i ripetuti attacchi da parte di rappresentanti istituzionali del Governo. «La libertà di stampa e il diritto all’informazione sono capisaldi irrinunciabili di ogni democrazia e vanno tutelati e protetti nell’interesse di ciascuno di noi», ha detto Raffaele Paci fermandosi a parlare per qualche minuto con i vertici regionali di Assostampa e Ordine dei giornalisti.

«In questi giorni abbiamo assistito a bordate di una violenza inaudita, soprattutto perché sono arrivate da parte di chi dovrebbe rappresentare le Istituzioni. È inaccettabile che un ministro, che ha giurato sulla Costituzione, attacchi e minacci in modo così volgare la libertà di stampa, che è un caposaldo costituzionale. Gli attacchi all’informazione, e a chi ogni giorno lavora per garantire notizie e tutelare il diritto dei cittadini a essere correttamente informati, sono sempre da respingere e condannare. Ma, oggi più che mai, nel momento in cui offese e minacce arrivano dal vicepresidente del Governo, non si può assolutamente restare in silenzio», ha concluso Raffaele Paci, che ha espresso solidarietà da parte di tutta la Giunta.

Il Flash Mob è stato organizzato contemporaneamente nei 20 capoluoghi italiani dalla Federazione della Stampa Italiana. 

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«La storia del vino sardo è una delle belle pagine dell’evoluzione della nostra economia che passa attraverso il miglioramento dei prodotti dell’agroalimentare. Abbiamo avuto la capacità di trasformare un prodotto totalmente artigianale e casalingo in una produzione di alta qualità che esportiamo in tutto il mondo, e in questo la cantina di Santadi è un’eccellenza di cui siamo molto orgogliosi.»

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha chiuso così il convegno ‘Le produzioni agroalimentari a marchio Carignano e dintorni’, organizzato all’interno della due giorni in memoria dell’enologo Giacomo Tachis, principale artefice di quella evoluzione. Ospite del presidente della Cantina, Antonello Pilloni, anche l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, ex sindaco di Santadi.

Duecento soci, 30 dipendenti, oltre 2 milioni all’anno di bottiglie. Numeri importanti, quelli della Cantina Santadi, solida realtà produttiva del Sulcis cresciuta sui mercati mondiali. «Qui abbiamo un esempio concreto di come valorizzare il patrimonio che offre la Sardegna e farlo diventare occasione di sviluppo e occupazione, con ricadute importanti per il territorio ma un po’ per tutta la regione. Sono convinto che nell’agroalimentare e nel vitivinicolo, potenziati dall’alta tecnologia sui mercati internazionali, ci sia un pezzo fondamentale della nostra economia anche per il futuro – ha detto Raffaele Paci -. Senza questi settori non andiamo da nessuna parte, ma è assolutamente indispensabile ripensarli attraverso l’innovazione, per esportarli sui mercati mondiali, per dare ai giovani la possibilità di farne il loro lavoro e dunque di restare in Sardegna a costruire la loro vita. Abbiamo un potenziale fantastico, usiamolo al meglio».

«La vicenda imprenditoriale della Cantina di Santadi – ha sottolineato l’assessore Cristiano Erriu – è un caso di successo utile alla Sardegna. La valorizzazione del Carignano, l’aver saputo puntare sulla qualità del prodotto e sull’innovazione, l’aver utilizzato al massimo il sapere dell’enologo Giacomo Tachis che gli ha aperto le porte dei mercati internazionali e dei rapporti con altre aziende guida di successo a livello nazionale, sono esempi di come nella nostra Isola, a partire del prodotto del territorio, si possa assicurare e garantire un successo imprenditoriale che dà lavoro e sviluppo e offre ricchezza.»

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«Capitale umano e innovazione sono i due pilastri fondamentali della nostra azione politica. Il capitale umano è uno degli strumenti più importanti per lo sviluppo, per favorire la crescita delle imprese e delle nostre Università, per la formazione dei giovani laureati, e per garantire un nuovo modo di insegnare ai giovanissimi nativi digitali. Così come l’innovazione anche nei settori tradizionali è l’unico vero strumento a nostra disposizione per diventare competitivi a livello internazionale, abbattendo le barriere geografiche e le difficoltà legate al fatto di essere un’isola. Dal capitale umano parte tutto e attraverso l’innovazione passa tutto, per creare impresa e nuove occasioni di lavoro: ma per renderlo possibile è indispensabile  incrociare le attitudini del territorio, in questo caso ambiente, foreste, controllo del bestiame, artigianato e gioielli, archeologia.»
L’ha detto l’assessore regionale della Programmazione Raffaele Paci a Nuoro, al convegno “Investiamo in Ricerca e Innovazione” organizzato dal Banco di Sardegna, nella sede della Camera di Commercio, in occasione di Autunno in Barbagia. Era presente anche l’assessore della Sanità Luigi Arru. In platea tanti studenti, che hanno raccontato la loro esperienza con progetti innovativi e sfide ad alta tecnologia all’interno delle scuole che frequentano.

«È chiaro che quando parliamo di settori ad alta tecnologia non si può prescindere da capitale umano e innovazione – ha sottolineato Raffaele Paci -. La sfida è invece riuscire a utilizzare innovazione e digitale anche in settori più tradizionali come energia, agroalimentare, ambiente, e poi turismo e artigianato, perché solo applicando tecnologie all’avanguardia alle specifiche risorse di un territorio riusciamo a valorizzarle e superare i confini regionali, a muovere l’economia, a creare sviluppo e occupazione. Consideriamo perciò strategico sostenere le imprese innovative, come già facciamo con la strategia di specializzazione intelligente S3, i bandi, gli strumenti finanziari e altrettanto strategico aiutare le imprese più tradizionali a innovarsi e acquisire le giuste competenze:»

Una cosa è certa: tutto deve partire dalla scuola. Dall’insegnamento, che deve adeguarsi alle attitudini dei nativi digitali, fornire loro i giusti strumenti, prepararli alle sfide lavorative globali con cui dovranno confrontarsi. «Questo è  per esempio uno degli obiettivi di Iscol@ – ha ricordato Raffaele Paci sottolineando l’importanza di puntare su coding e programmazione, con la consapevolezza che moltissimi dei bambini che oggi frequentano le elementari faranno un lavoro che oggi neanche esiste, e dunque bisogna dare loro gli strumenti giusti per prepararsi -. Non è pensabile che con i nostri studenti vengano usati gli stessi metodi di decenni fa, il mondo è cambiato e la scuola è la prima a doversi adeguare per garantire la giusta formazione, non un inutile accumulo di nozioni».

Il momento decisivo per capitalizzare il percorso di formazione e innovazione è quello in cui si riesce a incrociarlo con le risorse locali per farlo diventare impresa. «È in quel momento che si riesce a creare davvero sviluppo e lavoro. Abbiamo un patrimonio unico al mondo che nessuno può replicare. Se riusciamo a farlo conoscere al mondo, attraverso appunto l’alta tecnologia, credo che la nostra regione possa raggiungere risultati davvero straordinari». 

«La Sardegna in questo momento è al centro dei più importanti progetti scientifici mondiali. Aria a Seruci con la colonna per l’estrazione dell’argon, il progetto di laboratorio europeo per la ricerca sulle onde gravitazionali nella miniera di Sos Enattos a Lula, il Radiotelescopio di San Basilio dove portiamo avanti progetti con La Nasa e le Agenzie spaziali italiana ed europea. La Sardegna ha tutte le potenzialità per diventare una vera isola della conoscenza e dell’innovazione, a livello globale e con tante eccellenze professionali. Dobbiamo essere orgogliosi della nostra identità, del nostro passato, delle tradizioni, ma essere pronti ad aprirci al mondo, a parlare nuovi linguaggi, ad accettare nuove sfide, e tutti insieme, facendo sinergia, possiamo riuscirci», ha concluso Raffaele Paci.

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«Sugli accantonamenti il Governo sta mettendo in atto una vera e propria truffa nei confronti della Sardegna. Una furbizia inaccettabile. Dopo il silenzio assoluto seguito alle nostre numerose richieste di incontro per avviare le trattative verso una nuova intesa, il Governo nella sua Finanziaria nazionale ci sta imponendo per il 2019 536 milioni di accantonamenti. Questo significa che hanno reinserito i 285 milioni non più dovuti in seguito alle sentenze della Corte Costituzionale e che noi infatti non abbiamo previsto nella nostra legge di bilancio. Una mossa scorretta e politicamente sleale, perché ci impone prelievi  non più dovuti e ci sottrae risorse indispensabili per le nostre politiche di sviluppo. Una mossa che impone una immediata mobilitazione di tutte le forze politiche, sociali e istituzionali sarde insieme a tutti i parlamentari impegnati a Roma a difendere i nostri interessi.»

Lo dice l’assessore del Bilancio Raffaele Paci, rendendo noti i contenuti della Finanziaria nazionale in materia di accantonamenti.

Consapevole che le norme di Monti erano ormai illegittime dopo la sentenza 77/2015 della Corte Costituzionale, il Governo ha messo a punto una nuova norma (articolo 63, in allegato) che impone alla Sardegna 536 milioni di accantonamenti, esattamente la stessa cifra degli accantonamenti imposti nel 2012 da Monti, compresi dunque i 285 milioni ormai decaduti. Anche l’Avvocatura Generale dello Stato, sulla base di quella sentenza, ha riconosciuto che «il concorso alla finanza pubblica, previsto dall’art 16, comma 3 del dl 95/2012, cessa di essere dovuto» (AGS, Memoria di Costituzione CT 9116/2018 del 10./4/2018). Quindi nella proposta di bilancio 2019-2021 della Regione Sardegna, questi 285 milioni sono stati legittimamente stanziati in un apposito fondo per il ripiano del disavanzo sanitario e per finanziare interventi di investimento e di sviluppo del territorio, sempre nelle more dell’auspicata intesa con lo Stato.

«Nell’articolo 63, per autotutelarsi, il Governo richiama la necessità di raggiungere un’intesa, specificando però che deve essere comunque garantito il contributo totale da parte delle Regioni a Statuto Speciale, ovvero 2 miliardi e 376 milioni. In pratica ci dice: cara Sardegna, possiamo trovare una nuova intesa che riduce i tuoi accantonamenti solo se un’altra regione accetta volontariamente di aumentare i suoi, perché il totale finale deve essere quello – spiega Raffaele Paci -. Semplicemente ridicolo. Una vera presa in giro, anche perché continua ad essere del tutto oscuro il meccanismo che porta a quantificare questi accantonamenti. Un metodo del tutto inaccettabile: di fatto prolungano accantonamenti ormai scaduti facendo finta di subordinarli a una intesa che è impossibile da raggiungere nel momento in cui il contributo totale finale di tutte le Regioni a Statuto speciale è già stabilito.»

Lo scorso 25 ottobre la Regione, dopo aver inutilmente atteso risposta dal Governo alle ripetute richieste di incontro, ha annunciato il rifiuto di pagare nel 2019 i 285 milioni di euro non più dovuti. Con questa decisione, la quota degli accantonamenti che la Sardegna ritiene legittimo sulla base delle leggi in vigore versare allo Stato per risanare il debito pubblico italiano per il 2019 passa da 754 a 250 milioni (ossia 754, meno i 219 contestati con i ricorsi e quindi non pagati, meno questi ultimi 285), con un “risparmio” di 504 milioni. Una decisione doppiamente legittimata dalla scadenza degli accantonamenti Monti e dal richiamo all’intesa da parte della Corte. «Loro stessi nell’articolo 63 parlano di appositi accordi bilaterali e della necessità di tenere conto delle sentenze della Corte, ma di fatto ignorano entrambi, indicando come immodificabile, nella Finanziaria che sta per essere esaminata, la cifra totale dovuta dalle Regioni speciali. È mai possibile immaginare che qualche altra Regione si faccia carico delle nostre quote? Ovviamente no. Per questo ora è indispensabile una immediata mobilitazione di tutti i parlamentari, di maggioranza e opposizione, che devono alzare la voce insieme a noi per difendere i diritti dei sardi, non c’è più un minuto da perdere. È inaccettabile che un Governo che sceglie di aumentare il deficit in manovra espansiva dicendo addio all’austerity e alla povertà, debba pagare le sue politiche espansive e farsi propaganda, illegittimamente, con i nostri soldi», conclude Raffaele Paci.

La prima lettera, con allegato il dossier che riassume tutta la questione accantonamenti, è stata inviata dal Presidente Pigliaru il 13 luglio, seguita da altre due il 30 agosto e il 25 settembre. Il 1 ottobre è stato l’assessore Raffaele Paci a scrivere una lettera aperta al ministro Giovanni Tria, all’indomani della decisione di portare il deficit al 2,4% con la Finanziaria nazionale: visto che l’austerity è finita, scriveva il titolare del Bilancio, potete tranquillamente ridurre i nostri accantonamenti e permetterci così di fare investimenti e politiche mirate. Infine, l’ultima missiva della Regione è datata 12 ottobre. In tutte le lettere è stato chiesto di aprire immediatamente un confronto sugli accantonamenti, per arrivare a una intesa politica necessaria e indispensabile, al di là delle sentenze della Corte Costituzionale, per concordare una somma equa da pagare. La Corte, infatti, in ogni sua sentenza precisa che la definizione della cifra deve essere il frutto di un accordo politico fra Stato e Regione, e che lo Stato non può imporre unilateralmente né in modo permanente gli accantonamenti. 

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Inizia la prossima settimana, in Consiglio regionale, il percorso della Finanziaria 2019. Per giovedì 8 novembre, alle 10.00, è fissata l’audizione in terza Commissione Bilancio dell’assessore Raffaele Paci, che dà ufficialmente il via ai lavori del parlamentino. Dopo l’approvazione da parte della commissione, la manovra approderà nell’aula consiliare. L’obiettivo, già centrato lo scorso anno, è scongiurare il ricorso all’esercizio provvisorio di bilancio, approvando la manovra entro l’anno in modo che da gennaio si possa iniziare a spendere le risorse previste.

La manovra finanziaria, approvata dalla Giunta Pigliaru lo scorso 9 ottobre, movimenta 8 miliardi e 200 milioni di euro. Mette al centro le famiglie, progetta lo sviluppo per creare occupazione, azzera totalmente il decennale debito della sanità, protegge le fasce più deboli con il Reis e investe fortemente sugli enti locali anche per rilanciare le zone interne e contrastare lo spopolamento. Il tutto tenendo le tasse più basse d’Italia, quelle per le imprese (Irap) e quelle sulla persona (Irpef), il che significa lasciare 130 milioni in più a disposizione delle imprese e 100 delle famiglie. Inclusione e sviluppo sono dunque i due capisaldi della manovra che vuole intercettare e amplificare i dati finalmente positivi dell’economia sarda: 40mila occupati in più rispetto al 2014, Pil cresciuto in media dell’1,2% all’anno fra 2015 e 2017, tasso di disoccupazione sceso al 15,8% e settori in forte crescita come turismo, export e start up.

Tutti gli stanziamenti previsti sono in aumento rispetto agli anni passati. Ecco il dettaglio: Istruzione e diritto allo studio 196 milioni (e ancora tanti investimenti su Iscol@ che conta già 1.200 cantieri, 3.000 posti di lavoro, 250 milioni spesi); Cultura e Sport 99 milioni (con risorse in aumento del 36%); Turismo 80 milioni (si punta, soprattutto, alla specializzazione dell’offerta con nuovi prodotti tematici anche per allungare la stagione turistica che mettono al centro identità e tradizione); Territorio ed edilizia abitativa 80 milioni (oltre 30 milioni sono destinati ad edilizia residenziale pubblica e locale e a piani di edilizia economico-popolare); Ambiente 664 milioni (tutela delle foreste, infrastrutture verdi, piano dei rifiuti); Trasporti e mobilità 671 milioni (95 solo per viabilità e infrastrutture stradali), Politiche sociali e famiglia 382 milioni (incremento dei fondi per disabili, malati cronici e non autosufficienti); Salute 3.736 milioni (riorganizzazione delle cure territoriali e attuazione della riforma della rete ospedaliera), Sviluppo economico, Competitività ed energia 189 (forti investimenti per esempio nelle aree di crisi di Sassari, Nuoro ed Ogliastra), Politiche per il lavoro e formazione 182 milioni (cantieri comunali con i 50 milioni di Lavoras e in generale potenziamento delle politiche per l’occupazione), Agricoltura e pesca 379 milioni (particolare sostegno all’ovicaprino). 

A disposizione del Consiglio regionale ci sono, infine, 40 milioni di euro, non vincolati per arrivare a una scelta condivisa. La proposta della Giunta è però molto chiara: destinare quelle risorse alle famiglie, attraverso misure ancora da definire.

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Domani, lunedì 5 novembre alle 16.30, nel centro sociale di via largo Felice a Simaxis, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci avvierà il tavolo istituzionale allargato al partenariato economico e sociale dell’Unione di Comuni Bassa Valle del Tirso e del Grighine all’interno della programmazione territoriale della Regione.

Dopo i saluti del sindaco Giacomo Obinu e del presidente dell’Unione di Comuni Nicola Cherchi, sono previsti interventi degli imprenditori locali. La programmazione territoriale della Regione si basa su poche regole ma molto chiare, e richiede progetti di ampio respiro e di grande coinvolgimento, esclusivi perché nati da territori con caratteristiche esclusive, con l’impegno di tutte le istituzioni e l’irrinunciabile contributo delle imprese. La proposta può essere fatta almeno da una Unione e non da un unico Comune, devono essere necessariamente coinvolti i privati, i progetti devono arrivare dal basso e, una volta firmata la convenzione, essere realizzati entro 36 mesi. Non è un meccanismo che mette in competizione i Comuni, non avendo di fatto scadenza per la presentazione dei progetti se non l’arco temporale della legislatura. 

Dal 2016 ad oggi sono 11 i progetti firmati, 9 in fase di co-progettazione, 6 in avvio, per un totale di 26 progetti in campo. Oltre 500 milioni le risorse messe in campo dalla Regione. Sono coinvolti il 100% del territorio ammissibile, 37 Unioni, 295 Comuni e 940mila cittadini. Il quadro delle politiche di sviluppo locale è completato dai 3 Iti (Cagliari, Sassari e Olbia), dalle due Snai (Strategia nazionale per le aree interne) Alta Marmilla e Gennargentu-Mandrolisai, dai Piani dedicati a Sulcis e Nuorese e, infine, dal Pon Metro.