29 December, 2024
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Il presidente della Giunta regionale ha tenuto una conferenza stampa, ieri sera, nella sala giunta del Consiglio regionale, insieme all’assessore del Bilancio Raffaele Paci e ai consiglieri regionali di maggioranza, dopo l’occupazione dell’Aula da parte dell’opposizione che ha impedito la replica sull’accordo sul #patto di stabilità.
«Come è stato detto durante la seduta, in commedia si fanno tante parti. Ma lì fuori ci sono i sardi, c’è la disoccupazione, ci sono le difficoltà delle persone e delle famiglie – ha detto Francesco Pigliaru – il risultato raggiunto con questo accordo significa portare più soldi all’economia reale nel minor tempo possibile, e tutto questo mentre attraversiamo la peggior crisi che abbiamo conosciuto. Sono soldi reali per la gente reale. Dietro il teatrino messo su dall’opposizione c’è il tentativo di rallentare l’azione di questo governo regionale, ma così facendo danneggiano solo i sardi e la Sardegna, a dispetto della bandiera che mostrano.» 
Il governatore ha aggiunto poi alcune ulteriori spiegazioni sull’accordo firmato con il governo, sottolineando la risoluzione della vertenza con lo Stato che avrebbe portato la Sardegna a pagare pesanti sanzioni per le violazioni dei vincoli di patto nel 2013.
L’assessore Raffaele Paci, evidenziando che la Sardegna è la prima Regione in Italia ad ottenere dal primo gennaio 2015 il superamento dei vincoli con il pareggio di bilancio, ha aggiunto come si tratti di «un passo importante e decisivo: da qui iniziamo ad avviare le nostre politiche contro la povertà e la disoccupazione, a favore della scuola e della ricerca. Certo, questa non è la soluzione ai tanti problemi dell’isola ma uno strumento per programmare d’ora in poi autonomamente le nostre risorse. Fino a poco tempo fa ci si lamentava di non riuscire ad andare avanti per colpa dei vincoli imposti dal patto di stabilità. Noi l’abbiamo superato, risolvendo il problema in quattro mesi. Finalmente la Sardegna può spendere quanto incassa – ha concluso – e visto che gradatamente stiamo uscendo dalla crisi, prevediamo di incassare e dunque spendere di più, a tutto vantaggio dell’economia della nostra isola».

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Muro contro muro in Consiglio regionale tra maggioranza e opposizione. Lo scontro tra gli schieramenti si consuma durante il dibattito sul recente accordo firmato dalla Regione con lo Stato sul patto di stabilità. Al termine degli interventi dei capigruppo e prima della replica della Giunta,  la minoranza di centrodestra ha deciso di occupare l’Aula. Il presidente Ganau ha sospeso la seduta e rinviato i lavori a domani mattina alle 10.00.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Ganau. Dopo le formalità di rito l’Aula ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con l’avvio del dibattito sulle dichiarazioni del presidente della Regione Francesco Pigliaru relative all’accordo con il Governo sul patto di stabilità.

Il presidente ha sospeso brevemente la seduta in attesa dell’arrivo del presidente della Regione ed analoga richiesta, per esigenze del gruppo di Forza Italia, è stata formulata dal consigliere Alessandra Zedda.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato la parola al consigliere del gruppo Misto Fabrizio Anedda.

Anedda ha ribadito l’apprezzamento per il presidente Pigliaru e l’assessore Paci già espresso in precedenza. Il fatto che il centro destra si dimostri contrariato, ha affermato, «rafforza la giustezza della nostra linea». Per noi, ha aggiunto Anedda, «le risorse recuperate dovranno servire per creare sviluppo e lavoro di cui la Sardegna ha tanto bisogno, ma non bisogna perdere di vista l’obiettivo di eliminare gli sprechi, soprattutto nella sanità, dove i manager del centro destra sono ancora al loro posto». Gli obiettivi che abbiamo di fronte sono molto chiari, secondo Anedda: «Dobbiamo stabilizzare le imprese ed il nostro tessuto economico per creare occupazione e sviluppo reale, puntando su settori come agro alimentare e turismo che possono creare vera ricchezza».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha commentato l’esordio del collega del centro sinistra dicendo che «allora è rimasto davvero poco da discutere». Dedoni ha poi criticato duramente le dichiarazioni dell’assessore Paci secondo il quale bisognava sfoltire i contenziosi con lo Stato. Questo atteggiamento, per Dedoni, «non porterà sviluppo alla Sardegna, si potrà dire tutto come nel 2006, ma la realtà è che siamo partiti con 1.2 miliardi, salvo poi dire che il centro destra aveva rotto il patto di stabilità per dare fondi agli enti locali e che quel provvedimento poteva astrattamente essere sanzionato».  Per il capogruppo dei Riformatori la realtà è un’altra: «Il Governo non ha mai riconosciuto alla Sardegna quanto le spettava, oggi come nel 2006 e per giunta sarà lo Stato a certificare l’accertamento delle entrate, altro che la regionalizzazione che invocano i sovranisti, siamo totalmente nelle mani dello Stato». Alla Sardegna è stato tolto con la mano destra e con la sinistra, ha proseguito Dedoni, «questo vuol dire pareggio di bilancio, eppure abbiamo lasciato perdere la giusta battaglia sulle accise ed abbiamo perfino accettato di ritirare tutti i ricorsi contro lo Stato, è vergognoso». In questo quadro, ha concluso il consigliere, «non ci potrà essere spazio per sviluppo e occupazione, speriamo che almeno il Consiglio modifichi questo atteggiamento passivo e subalterno, mostrando spina dorsale e consapevolezza delle esigenze di un popolo».

Il consigliere Gavino Sale ha criticato il consigliere Dedoni, affermando che sino ad oggi che dal Governo Soru a Cappellacci hanno visto sentenze che riconoscono il debito ma il governo Pigliaru, molto pragmatico, ha ottenuto risultati concreti. Citando un antico proverbio sardo, ha aggiunto che «è meglio un uccello catturato che cento liberi (Mezus unu puzone tentu chi chentu ‘olende)». Le risorse reali servono, ha aggiunto l’esponente di Irs, «e contano molto più di quelle virtuali, anche se dello Stato italiano ci fidiamo pochissimo, anzi nulla». Ma oltre non si può andare, ha avvertito Sale, «perché ad oggi non sappiamo ancora qual è il gettito fiscale della Sardegna, per questo chiediamo l’Agenzia sarda delle entrate e chiediamo che tutte le aziende cambino residenza fiscale comprese quelle multinazionali: da E.on avremmo potuto ottenere 162 milioni, da Tirrenia ne potremmo ottenere altri 38, ecco perché quel principio per noi è fondamentale». E’stato fatto tutto il possibile con una nuova logica, ha concluso Gavino Sale, «ma ora dobbiamo agire concretamente per gli interessi della nostra Nazione».

Il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, si è detto orgoglioso di far parte della coalizione che sostiene la Giunta e il presidente Pigliaru, perché – ha spiegato il consigliere della maggioranza – «con la firma dell’accordo sul pareggio di bilancio si è ottenuto un risultato davvero straordinario: non solo per gli aspetti giuridici e finanziari ma soprattutto perché è stata restituita credibilità alla Regione sarda e trovo ovvio che le forze dell’opposizione tentino di ridimensionare e sminuire il risultato ottenuto a Roma». Il capogruppo del Cd ha proseguito il suo intervento ricordando che sono trascorsi solo quattro mesi dall’insediamento del nuovo esecutivo e che con la firma dell’accordo sulla parità di bilancio «siamo davanti ad un risultato che si può definire di speranza».

Roberto Desini ha poi ricordato le dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta nelle parti in cui si fa riferimento all’assenza di governi amici e/o governi nemici ma alla necessità di procedere nel confronto con lo Stato con chiarezza, responsabilità e schiena dritta. «Il presidente Pigliaru – ha aggiunto l’esponente del centrosinistra – ha condotto con successo il confronto con il governo e la Sardegna sarà la prima Regione d’Italia ad avere il pareggio di bilancio». Per Desini l’accordo è inoltre una vittoria della politica («si è riappropriata del suo ruolo») sulla burocrazia e ha inoltre il pregio di dimostrare come il presidente Pigliaru stia dando un forte “segnale di fiducia” verso il governo. «Perché – ha dichiarato il capogruppo del Cd – i tribunali e i ricorsi non portano spazi finanziari mentre è vero che ci allontanano dalla realtà». A giudizio del consigliere di maggioranza i 364 milioni di euro di ulteriori spazi finanziari, sono solo “un primo passo” e – ha aggiunto Desini in riferimento alle critiche dell’opposizione circa la mancata informazione – il presidente Pigliaru e l’assessore Paci hanno sempre e costantemente aggiornato la maggioranza sull’evoluzione del confronto Stato-Regione». «Non è più tempo di spot e slogan – ha aggiunto – ma di fatti concreti e tutti siamo chiamati ad affrontare la realtà e a guardare i bisogni e le necessità della gente comune». Il capogruppo del Centro democratico ha dunque auspicato che si individuino in tempi brevi le priorità di intervento e ha suggerito che si incominci dal comparto degli Enti Locali e dalle politiche del lavoro («dobbiamo restituire la dignità a chi l’ha perduta e soffre per l’attuale momento di crisi»). «Con l’accordo siglato dal presidente Pigliaru – ha proseguito Desini – abbiamo ottenuto maggiore sovranità finanziaria e questo significa maggiore impegno per spendere le risorse e per razionalizzare la spesa regionale». «In questa sfida – ha concluso – dobbiamo dimostrare di avere maturità personale e politica perché avere maggiore capacità di spesa significa lavorare per dare risposte efficaci ai bisogni dei sardi».

Il consigliere del Psd’Az, Marcello Orrù, è intervenuto nel dibattito per 5 minuti (la metà del tempo a disposizione di ciascun gruppo nello spazio riservato al dibattito) ed ha rivolto pesanti critiche ai contenuti dell’accordo sottoscritto dal presidente della Giunta, Francesco Pigliaru.

«Non capisco l’esultanza per l’accordo – ha attaccato l’esponente dei Quattro Mori – e ricordo al presidente Pigliaru che perseverare è diabolico». Orrù ha fatto riferimento alla cosiddetta intesa sulle entrate siglata dal Pigliaru (in veste di assessore alla Programmazione) con il governo Prodi, e che a giudizio del consigliere dell’opposizione «non ha portato alcun beneficio alla Sardegna, scaricandogli in cambio il costo di Sanità e Trasporti». Il consigliere Orrù si è dunque rivolto direttamente al presidente della Giunta per domandare quali siano i benefici che avrà la Sardegna dai 364 milioni di euro di nuovi spazi finanziari che sono stati liberati con l’accordo sottoscritto nei giorni scorsi a Roma. Orrù ha poi mostrato perplessità sui possibili risultati positivi che potrebbero derivare dal pareggio di bilancio a partire dal 2015 («è forse peggio anche del patto di stabilità»). «Con l’accordo sul pareggio di bilancio – è stata l’accusa lanciata dal consigliere del Psd’Az – è stata decretata la fine dell’Autonomia sarda e ricordiamoci che è stato siglato un accordo con chi dal 2007 dimostra di non rispettare l’intesa istituzionale in materia di entrate». A giudizio di Orrù con l’accordo si “stringono tre cappi al collo della Sardegna”: il primo è il pareggio di bilancio, il secondo è il pareggio di competenza per cassa e il terzo è il blocco delle opere pubbliche. «L’Italia – ha proseguito l’esponete della minoranza – ha chiesto all’Europa una proroga di un anno per l’entrata in vigore del pareggio di bilancio mentre il presidente della Regione sarda firma un’intesa col governo italiano per anticiparne di un anno l’applicazione al bilancio regionale». Il consigliere del Psd’Az ha ricordato le “grandi battaglie” dei diversi presidenti della Giunta che, nel corso dell’Autonomia si sono contrapposti anche ai governi del medesimo colore politico, pur di rivendicare e ottenere le risorse che spettavano ai sardi. «Mentre oggi – ha concluso Orrù – Renzi ci scippa l’Autonomia con le riforme costituzionali e il presidente Pigliaru va a Roma con il cappello in mano».

Il presidente del Consiglio ha dato, quindi, la parola al capogruppo di Sel, Daniele Secondo Cocco, il quale ha ringraziato il presidente Pigliaru per il risultato ottenuto sul Patto di stabilità. Cocco ha ribadito che Sel terrà comunque la guardia altissima nei rapporti con il governo. «Da oggi si riparte, la deroga ottenuta servirà a lenire le sofferenze più urgenti». Cocco ha ricordato la situazione drammatica che vive la Sardegna con una disoccupazione giovanile che ha raggiunto il 40 per cento. Troppi ancora i problemi da risolvere, ma con il risultato ottenuto da Pigliaru, secondo il capogruppo di Sel, «dall’anno prossimo la nostra maggioranza sarà messa alla prova perché dovremo sanare con quelle risorse la grave situazione in cui versa l’Isola».

Tra gli obiettivi di Sel c’è il reddito di cittadinanza, risolvere la situazione dei precari e portare avanti tante battaglie per il lavoro. «Credo che quel miliardo e duecento milioni di euro – ha affermato – ci consentirà di provare a risolvere i problemi e di equiparare tutti i cittadini per quanto riguarda il diritto alla salute». Per Cocco è necessario risolvere le emergenze ma anche programmare per il futuro. «Siamo orgogliosi e contenti di quanto ha ottenuto il presidente Pigliaru perché la Sardegna è la prima regione a uscire dal Patto di stabilità. Bravo presidente». Secondo Cocco la Giunta dal 2015 dovrà «dare risposte agli enti locali perché sono loro che risolvono i problemi dei cittadini».

Sull’ordine dei lavori ha chiesto la parola Mario Floris (Sardegna), il quale ha chiesto se ci fosse un ordine del giorno previsto come conclusione del dibattito. Il presidente Ganau ha spiegato che, in base al Regolamento, la discussione termina con la replica della Giunta e che, per adesso, non sono stati predisposti ordine del giorno.

Ganau ha quindi dato la parola al capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas: «Non è senza amarezza che intervengo in quest’aula perché purtroppo ci rendiamo conto che il cammino verso l’autonomia del popolo sardo è ancora molto lungo». L’esponente della minoranza ha affermato di essere stanco di sentire le lodi al presidente come se chi è venuto prima non avesse fatto niente e non fosse depositario di serietà, credibilità e competenza. «I sardi non hanno scelto voi, hanno solo decretato che siete maggioranza. Il Consiglio regionale – ha detto – deve essere tenuto costantemente informato, non basta che il presidente tenga informata la maggioranza».

Solinas ha evidenziato che l’unico risultato ottenuto è l’applicazione anticipata per la Sardegna sul pareggio di bilancio, e di contro «si è rinunciato a un risultato che si era ottenuto. Si è rinunciato agli effetti di una sentenza della Corte costituzionale. Quella sentenza non è negoziabile e non è nella disponibilità di nessuno: la Corte ha decretato un diritto dei sardi. Su quell’accordo, nell’interesse di tutti, ci dobbiamo tornare ma per darle, presidente Pigliaru, maggiore forza perché l’accordo sottoscritto è inaccettabile».

Per il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, l’accordo firmato dalla Regione con il Governo sul patto di stabilità non ha nulla di epocale: prevede, infatti, l’aumento del tetto di spesa di 320 milioni di euro per il 2014 ma, allo stesso tempo, introduce il principio del pareggio di bilancio. «Ciò – ha detto Rubiu – comporterà un blocco della spesa per Regione e comuni e metterà a rischio i servizi essenziali. E’ un patto scellerato che costringerà i sardi a pesanti sacrifici». Per l’esponente dell’Udc, l’intesa sottoscritta a Roma è, non solo un accordo “patacca” come lo ha definito l’ex presidente della Regione Cappellacci, ma un vero e proprio «atto di sottomissione totale allo Stato italiano».

Secondo Rubiu, la Regione avrebbe dovuto agire diversamente e portare avanti una trattativa che consentisse di assicurare all’Isola una soglia di sopravvivenza per tutelare le famiglie e le imprese. «Garantire il pareggio di bilancio significa attuare una politica di rigore che in passato ha portato all’aumento delle tasse e all’incremento la disoccupazione». Dall’esponente dell’UDC è poi arrivato un duro attacco alla Giunta per la decisione di rinunciare ai ricorsi contro lo Stato in materia finanziaria per il periodo 2014-2017. «Un atto scellerato – ha detto Rubiu – che impedisce di riconquistare e vedere riconosciuti i nostri diritti. Non è stata rispettata la volontà dei cittadini, l’accordo è una beffa per il popolo sardo». In conclusione del suo intervento, Rubiu ha criticato la decisione della Giunta di firmare l’accordo con lo Stato senza il preventivo coinvolgimento del Consiglio regionale.

Secondo Emilio Usùla (Soberania indipendentzia), l’accordo Stato-Regione in materia di finanza pubblica introduce elementi  importanti, seppure da perfezionare. «Lo riteniamo positivo – ha detto Usùla – tornerà utile per l’economica sarda. Dal 2015 la Sardegna potrà spendere e utilizzare le sue entrate, speriamo maggiori entrate, potrà investire di più per dare opportunità ai giovani e ai disoccupati».

Il principio del pareggio di bilancio è, secondo l’esponente della maggioranza, «una conquista di sovranità, per renderla più compiuta servono però ulteriori certezze sulle risorse che ci spettano e su come gestirle in autonomia». Usùla ha quindi rilanciato la proposta della costituzione dell’Agenzia sarda delle entrate. «Consentirebbe di quantificare e gestire l’esatto ammontare delle risorse a nostra disposizione. Uno strumento funzionale al principio del pareggio di bilancio». «In attesa della costituzione dell’Agenzia – ha spiegato Usùla – occorrerà attivarsi per ottenere dallo Stato:

a) la reversione dei flussi, tale per cui le entrate prodotte in Sardegna siano immediatamente girate dallo Stato a un conto della Regione Sardegna;

b) l’immediata attivazione – come previsto dall’accordo del 2006 fra Regione e Stato e come accaduto di recente per la Sicilia  di un codice tributo che consenta alla Sardegna di incassare le tasse delle imprese che lavorano in Sardegna pur avendo sede fiscale fuori dalla nostra terra. «I due elementi sono in stretta relazione con l’accordo sottoscritto – ha concluso il capogruppo di Soberania e Indipendentzia – se dal 2015 dobbiamo poter spendere le nostre entrate, queste devono essere nella nostra immediata, completa, certa disponibilità».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha esordito affermando che, a differenza del consigliere Desini, in Sardegna non si percepisce un miglioramento della situazione economica della comunità regionale. Il presidente Pigliaru, ha affermato, «non è un politico dio professione ma in questa circostanza ha mostrato di aver imparato la lezione vendendo per oro ciò che oro non è oro, ha raccontato la favola della buona famiglia che fa debiti e li restituisce quando le cose vanno meglio». Ma ora, ha osservato Truzzu, in questa famiglia c’è un’altra situazione, «la Sardegna ha sentenze che gli fruttano risorse aggiuntive ed invece, in cambio, accetta 253 milioni avendo diritto ad 1.2 miliardi; non solo, poi dal 2015 potrà spendere tutto il suo stipendio». Con la firma su quell’accordo, ha continuato il consigliere, «la Regione ha accettato il diktat del governo Renzi e meno male che si è firmato, se le cose fossero andate avanti per qualche altro mese avremmo pagato noi». Rivolgendosi ai settori del Consiglio che si richiamano al sovranismo, il consigliere di Fdi ha sottolineato che «il governo amico è lo stesso che ha negato i fondi per l’alluvione ed è singolare che, essendo di Fdi, finisca per superare proprio i sovranisti su certe battaglie». Dopo aver invitato la maggioranza a smetterla con la retorica della serietà, Truzzu ha chiesto di passare dalle parole ai fatti: «sulle cose serie, sul lavoro, su Garanzia giovani che è una truffa costata 54 milioni perché nessuno ha ricevuto una chiamata da una azienda e soprattutto perché non si può pensare solo ai precari mentre  una generazione di sardi non ha nemmeno potuto partecipare ad un concorso». Sulla proposta di costituzione di una Agenzia sarda delle entrate, il consigliere Truzzu ha sfidato i sovranisti a presentare una loro proposta di legge, assicurando un contributo costruttivo.

Il capogruppo di Sardegna vera Efisio Arbau ha dichiarato che «sta andando in onda l’ennesima puntata di quello che la stampa scrive sulla vertenza entrate, io credo nella buona fede delle persone e nella collaborazione, non ho mai detto che Cappellacci voleva distruggere la Sardegna, anzi sottolineo che in questi mesi abbiamo discusso e affrontato argomenti nel dettaglio, trovando soluzioni condivise». Però, ha precisato, «prendiamo atto che la minoranza vuole mettersi di traverso; la maggioranza ha responsabilità di governo e deve andare avanti, tenendo presente che la Sardegna non è una repubblica indipendente ma una articolazione dello Stato italiano». «Quindi dobbiamo accettare le sfide del futuro – ha aggiunto Arbau – ragionando sugli spazi finanziari come ogni altra regione “de iure condendo”, sul 2014 ci sono emergenze importanti e sugli Enti locali bisogna dare risposte importante». Per il futuro, ha continuato il capogruppo di Sardegna vera, «chiediamo allo Stato sugli accantonamenti per togliere dal Patto le risorse degli Enti locali, questi sono i ragionamenti da fare da adesso in poi». Per 2015, ha concluso, «dobbiamo fare un bilancio di cassa, un euro in entrata, uno in uscita, non ci possiamo più permettere molte cose, a cominciare da certi accessi della sanità». Sul piano politico, Arbau ha detto che «si faranno i conti alla fine della legislatura, impegniamoci a fare una legge elettorale per fare una partita reale, il risultato ottenuto è importante ma finiamo di dirci bravi da soli, ora dimostriamo di essere all’altezza».

Il capogruppo del Partito democratico, Pietro Cocco, ha replicato duramente alle critiche rivolte dall’opposizione al presidente e alla giunta. «L’opposizione – ha attaccato Cocco – recita la sua parte in commedia e spara contro chi governa anche davanti ad un argomento serio come è quello che riguarda l’accordo sottoscritto con il governo per il pareggio in bilancio. Su questo e su altri temi – ha proseguito l’esponente della maggioranza – serve invece ragionare e lasciare da parte la commedia». Pietro Cocco ha rivolto critiche all’atteggiamento tenuto nel corso del dibattito in Aula dal capogruppo dei Rifomatori, Attilio Dedoni («dimentica di aver governato per cinque anni la Regione e di averla lasciata in queste condizioni») ed ha affermato che «la maggioranza e la giunta vogliono tirare fuori la Sardegna dalle macerie lasciate dal centrodestra». «Ma – ha precisato – non dobbiamo seguire la strada tracciata nella passata legislatura ed ogni altro percorso è meglio di quello indicato dal centrodestra».

«L’accordo tra la Regione e lo Stato – ha incalzato Cocco – è un punto di svolta e rafforza la nostra sovranità. E’ un grande risultato conseguito con spirito di collaborazione e lealtà dal presidente Pigliaru e dall’assessore Paci, a distanza di soli cinque mesi dall’insediamento del nuovo esecutivo regionale».

Pietro Cocco ha poi ricordato le dichiarazioni rese dal centrodestra nella passata legislatura riguardo alle negative conseguenze dei tetti di spesa derivanti dal patto di stabilità, mentre oggi – ha sottolineato l’esponente del Pd – si afferma che il patto non deve essere superato e si fanno dichiarazioni “fuori dalla logica”. Per il capogruppo della maggioranza con l’accordo sul pareggio di bilancio ci saranno maggiori opportunità per programmare le risorse in favore della crescita e dello sviluppo. «Abbiamo messo in piedi un percorso virtuoso che va sostenuto e apprezzato – ha spiegato Cocco – e che rappresenta un tentativo per risolvere una vertenza centrale per il futuro dell’Isola». L’esponente del centrosinistra ha definito “una balla spaziale” l’accusa secondo la quale con l’accordo sul pareggio di bilancio la Sardegna perderebbe quote di sovranità ed ha concluso il suo intervento polemizzando duramente con il suo collega capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni. «Non hanno ottenuto alcun risultato utile alla Sardegna – ha affermato Pietro Cocco – e anche sulle province hanno soltanto sostituito amministratori eletti con i commissari nominati ed oggi, protestano e si scandalizzano per la riforma sanitaria che ha l’obiettivo di liberare risorse e ridurre spesa e sprechi».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco  Ganau, ha dunque concesso la parola per il tempo riservato al gruppo di Forza Italia, all’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci.

Ugo Cappellacci ha espresso rammarico per l’andamento del dibattito in Aula «che si consuma – così ha affermato – su un copione vecchio che non porterà alcun beneficio ai sardi. A giudizio dell’ex governatore del centrodestra l’attuale maggioranza commette l’errore di considerare la minoranza una controparte, mentre – ha dichiarato Cappellacci – in questa vertenza la controparte è solo lo Stato». L’esponente di Forza Italia ha quindi ricordato alcune importanti convergenze registrate in Consiglio nella scorsa legislatura, dalla riduzione dell’Irap, alle votazioni unanimi in materia di entrate e ha riaffermato che le azioni poste in essere dalla Giunta nei confronti del governo («ad incominciare da quelle che hanno portato alla sentenza della Corte Costituzionale che afferma che entrate e spese devono avere una correlazione») sono state promosse su indicazione e iniziativa dell’assemblea sarda con l’approvazione condivisa di documenti, mozioni e ordini del giorno. «Quando sono in gioco interessi alti – ha ammonito Cappellacci – non ci si può soltanto scontrare ma serve dimostrare di saper fare sintesi e raggiungere un punto di mediazione».

L’ex presidente della Regione è quindi entrato nel merito dei contenuti dell’accordo sul pareggio di bilancio ed ha affermato in premessa che «in alcun modo può essere considerato un risultato straordinario e eccezionale non fosse altro perché si applicherà a tutte le Regioni per effetto delle nuove norme statali». Ugo Cappellacci ha dunque domandato le ragioni e le motivazioni che hanno spinto la giunta regionale a siglare l’accordo che prevede il ritiro da parte della Regione di tutti i contenziosi aperti con lo Stato in materia di entrate. «Il presidente Pigliaru ci dice che così si evitano  le sanzioni?», ha domandato polemicamente Cappellacci che ha aggiunto: «Ma quali sanzioni se la Sardegna non ha sforato i tetti di spesa del patto di stabilità 2013, come ha affermato lo stesso Pigliaru con la Corte dei Conti e come è riportato in tutte le note ministeriali?». L’esponente del centrodestra ha inoltre ricordato come le stesse cifre indicate nell’accordo sul pareggio di bilancio siano del tutto insoddisfacenti e al di sotto delle previsioni fatte dalla stessa giunta regionale: «Si è partiti con la richiesta di 1.200 milioni di euro e si è arrivati a 320 milioni di euro». Cappellacci ha inoltre criticato la parte dell’accordo che riserva al governo l’accertamento delle entrate della Regione sarda («nell’ultimo anno la differenza tra quelle denunciate dallo Stato e quelle accertate dalla Regione è stata di 750 milioni di euro») ed ha proseguito dando lettura del testo dell’accordo sottoscritto a Roma fino al rigo in cui è scritto «….con la Regione siciliana». «Questo – ha denunciato l’ex governatore di Forza Italia – non è un errore, è la dimostrazione che è un testo fotocopia a quello che il governo aveva proposto alla Regione Sicilia e che il governatore della Sicilia ha però rifiutato perché poco vantaggioso».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi invitato l’assessore al Bilancio e alla Programmazione, Raffaele Paci, a svolgere il suo intervento nello spazio per la replica riservato alla Giunta. Dai banchi dell’opposizione si sono levate vibrate proteste e il presidente del Consiglio ha invitato il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ad intervenire per spiegare le ragioni di tale condotta. Il presidente, Gianfranco Ganau, dinanzi al perdurare delle proteste e constatato che alcuni consiglieri del centrodestra sventolavano la bandiera sarda in segno di disappunto, ha sospeso la seduta. I consiglieri dell’opposizione hanno quindi indossato una T-shirt bianca con la scritta “Sardegna” e il simbolo dei Quattro Mori e hanno occupato i banchi dell’Aula che sono riservati ai componenti la Giunta.

Il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta e convocato il Consiglio per domani, mercoledì 30 luglio, alle 10.00.

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La Giunta presieduta da Francesco Pigliaru, nella seduta odierna, ha preso atto del programma dei lavori presentato da #Igea per il periodo 1 luglio 2014-31 dicembre 2016 all’interno delle concessioni minerarie di Enna Murta (Acquaresi), Funtana Raminosa, Masua, Monte Agruxau, Nebida, San Giovanni, Sos Enattos (Lula), e altre minori per un importo complessivo di 29,5 milioni di euro. La delibera è stata presentata dall’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras. 
L’Esecutivo ha approvato, su proposta dell’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, il programma di promozione 2015 che comprende la partecipazione al Vinitaly di Verona e alla rassegna internazionale Sol dedicata al comparto oleario, l’organizzazione di un evento sul #Cannonau e altre iniziative. Verranno definiti successivamente i criteri di selezione per la partecipazione delle imprese agli eventi di promozione, nonché la ripartizione delle relative risorse, complessivamente oltre un milione di euro.
La Giunta regionale ha stanziato oltre un milione di euro per promozione e pubblicità istituzionale dei prodotti agroalimentari.
Il presidente, di concerto con l’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro, ha proposto la costituzione di un gruppo di lavoro interassessoriale di supporto al responsabile per la trasparenza e la prevenzione della corruzione. La Giunta ha approvato.
Approvata anche la capitalizzazione della società Abbanoa da parte della Regione per complessivi 44,255 milioni di euro su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, il quale ha così ottenuto il mandato per esercitare il diritto di opzione entro il prossimo 2 agosto.
La Giunta ha approvato la proposta dell’assessore Virginia Mura di autorizzare l’Agenzia regionale per il Lavoro all’utilizzo di 500mila euro nell’ambito delle proprie economie di spesa per la realizzazione di attività propedeutiche al Programma Garanzia giovani, in attesa del trasferimento delle risorse ministeriali. Su richiesta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, l’esecutivo ha assegnato alla Asl 8 l’espletamento della procedura per l’affidamento del servizio informatico relativo alla formazione continua dei medici. Approvata anche la presa d’atto del Piano d’azione Rapporto annuale degli obiettivi di servizio, Raos, 2012 per il settore infanzia e gli interventi da realizzare con le risorse premiali su proposta dell’assessore del Bilancio, Raffaele Paci.
Presentata da parte dell’assessore all’ambiente Donatella Spano una serie di procedure di valutazione di impatto ambientale (VIA). La prima, per la realizzazione di un impianto per il trattamento e recupero dei residui della pulizia stradale e rifiuti non pericolosi nel comune di Quartu Sant’Elena, non soggetta a ulteriore valutazione. La seconda, per il progetto di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile eolica da 200 Kw, in ambito agricolo, nel comune di Pabillonis, che ha ottenuto giudizio positivo di compatibilità ambientale con prescrizioni. La terza procedura riguarda sempre un’installazione di impianto eolico da 200 Kw, questa volta nel comune di Nulvi, da sottoporre a verifica. Non sarà invece soggetto a VIA il progetto di rinnovo dell’autorizzazione di una cava per lo sfruttamento di sabbie nel comune di Santa Giusta, località “Uccaria”, in provincia di Oristano. A Sassari imposta la procedura di valutazione per un impianto di produzione di energia da fonte rinnovabile eolica in ambito agricolo da 200 Kw con torre da 65 metri. Sempre a Sassari, un altro impianto da 200Kw nella località Monte Baldeumene sarà soggetto a VIA.

 

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Si è aperto oggi a Cagliari il primo #Tavolo permanente per la semplificazione di leggi e norme, coordinato dalla presidenza della Regione. Erano presenti il presidente Francesco Pigliaru, gli assessori Cristiano Erriu (Enti locali, Finanze e Urbanistica), Gianmario Demuro (Affari Generali, Personale e Riforma della Regione), Maria Grazia Piras (Industria), Raffaele Paci (Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio), Francesco Morandi (Turismo, Artigianato e Commercio), i direttori generali degli assessorati, i rappresentanti delle autonomie locali, dei sindacati, delle categorie produttive e del mondo cooperativistico. 
«L’apertura del Tavolo – ha detto Pigliaru – è un passo importante, in linea con quanto annunciato in campagna elettorale. L’obiettivo è ridurre il gravame burocratico accumulato negli anni e nello stesso tempo far sì che le nuove norme non ne creino altro. Su alcune problematiche possiamo intervenire noi, su altre deve farlo il governo centrale, altre ancora vanno affrontate insieme, e lavoriamo in questa direzione. Siamo fortemente impegnati ad attrarre investitori stranieri – ha aggiunto il presidente della Regione – l’aspetto di cui parliamo, insieme alla tassazione, è decisivo. Per schiacciare la burocrazia e avviare la semplificazione non servono risorse finanziarie – ha concluso Pigliaru – occorre soltanto la nostra determinazione.»
L’obiettivo della Regione è quello di ridurre i costi indiretti alle imprese ed ai cittadini dovute alla burocrazia. «Non è pensabile che un imprenditore debba attendere fino a nove, dieci anni prima di avere una risposta da parte della Pubblica Amministrazione – ha detto l’assessore all’Industria Maria Grazia Piras – il rilancio economico della Sardegna passa soprattutto attraverso lo snellimento delle procedure e il riordino dell’apparato normativo.” 
«La Sardegna – ha spiegato il direttore generale dell’assessorato all’Industria, Roberto Saba – è una regione pilota grazie all’attività dello SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) attorno al quale si è voluto costruire il Tavolo della semplificazione. Il SUAP – ha aggiunto Saba – è solo una parte del processo che vogliamo avviare.»
L’analisi dell’assessore Gianmario Demuro, invece, si è incentrata sull’inflazione normativa. «Serve una nuova collaborazione e un nuovo rapporto con il Consiglio regionale – ha detto – occorre intervenire sulle norme singolarmente, in maniera chirurgica, e valutare quelle ridondanti, usando lo strumento del testo unico»
Le richieste di imprese, sindacati, enti locali. Nel corso della prima riunione del Tavolo sono intervenuti i rappresentanti degli enti locali, dei sindacati e delle categorie imprenditoriali. L’esigenza – hanno sottolineato i vari esponenti – è quella di intervenire su tre ordini di problemi: legislativo, procedurale e organizzativo. La tenuta della qualità della democrazia – è stato detto – passa attraverso la semplificazione del rapporto tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese. 
Il direttore generale dell’assessorato all’industria, Roberto Saba, ha annunciato che nei prossimi giorni si svolgerà la riunione dei direttori generali degli assessorati per la composizione del Nucleo Tecnico per la semplificazione. Il Tavolo sarà invece riconvocato alla fine di agosto.

Conferenza stampa Riformatori sardi luglio 2014 1Conferenza stampa Riformatori sardi luglio 2014 2

«Basta commistioni tra la politica e il sistema del credito in Sardegna». E’ quanto chiedono i consiglieri regionali dei Riformatori sardi in un’interpellanza indirizzata al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ed all’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, sulla #Fondazione Banco di Sardegna. L’organismo che detiene il 49% delle azioni del capitale societario del #Banco di Sardegna e che vanta un patrimonio di circa 900 milioni di euro.

«Serve garantire la più netta separazione tra finanza e politica», ha affermato il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, nell’illustrare alla stampa il documento consiliare, nella parte in cui si fa riferimento alle recenti dinamiche che hanno portato alla nomina dei vertici del Banco di Sardegna. Al centro delle sottolineature critiche dei consiglieri del gruppo dell’opposizione in Consiglio regionale, il ruolo del comitato di indirizzo della Fondazione, i cui membri, con un meccanismo definito dai firmatari dell’interpellanza “medioevale”, possono auto indicarsi, per un massimo di cinque componenti, nel consiglio di amministrazione dell’istituto di credito. «E’ ciò che è accaduto e, infatti, assistiamo ad un “monocolore del Pd” alla guida del Banco», ha aggiunto il capogruppo Attilio Dedoni  che ha anche ricordato le dichiarazioni a suo tempo rilasciate dall’attuale presidente della Giunta, in occasione della nomina alla Fondazione del senatore Antonello Cabras (Pd). Dedoni ha ribadito l’invito al Consiglio «perché cambino profondamente le regole di governance e si faccia chiarezza sulla funzione e il ruolo della Fondazione e del Banco di Sardegna».

Gesualda Siragusa, del centro studi del #Riformatori sardi, ha illustrato i contenuti della “Carta delle Fondazioni”, approvata il 4 aprile del 2012, per ricordare come i patrimoni delle Fondazioni bancarie, siano da considerarsi come un bene originario delle popolazioni cui le stesse fondazioni fanno riferimento e per ribadire che la Fondazione banco di Sardegna è chiamata, quindi, a dover rispondere del proprio operato a quei soggetti che sono espressione della società sarda (Regione, Enti locali, Università, Camere di Commercio). Il responsabile del centro studi dei Riformatori sardi, l’ex consigliere regionale Franco Meloni, pur escludendo «qualsiasi riferimento agli attuali vertici di Fondazione e Banco», ha auspicato una radicale inversione di rotta nel rapporto tra politica e banche («il caso #Monte Paschi è emblematico») e ha rivolto l’invito al #Consiglio regionale perché eserciti un’efficace azione di “moral suasion” per modificare lo statuto della Fondazione banco di Sardegna, nella parte in cui si consente ai membri del comitato di indirizzo di autonominarsi nel Cda del #Banco di Sardegna.

Nell’interpellanza i Riformatori sardi chiedono al presidente della Giunta ed all’assessore alla programmazione se, all’interno della #Fondazione Banco di Sardegna sia stata garantita la più netta separazione tra finanza e politica; se non si ritenga che la Fondazione Banco di Sardegna debba essere chiamata a rispondere del proprio operato alla comunità dei sardi e se siano stati adottati gli strumenti opportuni per ottenere un profondo cambiamento delle regole di governance della Fondazione Banco di Sardegna.

Palazzo della Regione 1 copia

Entro 120 giorni l’assessore della Sanità Luigi Arru presenterà alla Giunta la proposta di #rete ospedaliera regionale. Questa importante quanto attesa novità è emersa ieri pomeriggio, nella seduta di Giunta presieduta dal vice presidente Raffaele Paci (il presidente Francesco Pigliaru era assente perché poche ore prima è mancata la madre). Con l’approvazione degli indirizzi sull’applicazione degli atti aziendali di ASL e aziende ospedaliere, in materia di personale ed acquisti, presentati dall’assessore Luigi Arru, la Giunta regionale procede verso la riformulazione del quadro normativo ed organizzativo che ridefinirà l’assetto assistenziale regionale e stabilisce la priorità del contenimento della spesa. Alla presentazione della proposta di rete ospedaliera regionale, seguiranno i criteri per la definizione degli atti aziendali, cioè degli atti organizzativi delle Asl. Si mettono così le basi per il controllo della spesa, subordinando al monitoraggio della Regione i principali atti delle aziende che incidono sulla spesa. Sono misure indispensabili per rispondere alla situazione finanziaria e organizzativa disastrosa in cui il sistema sanitario sardo è stato trovato da questa giunta. 
Dalla sanità anche il programma di contrasto delle povertà, con interventi di sostegno al reddito e per il reinserimento sociale delle persone e famiglie in gravi condizioni di deprivazione. 15 milioni di euro vengono ripartiti tra i comuni che valuteranno le richieste in base alla disponibilità finanziaria, ammettendo cittadini e famiglie il cui ISEE non superi i 4.500 euro. 
Viene garantita inoltre la continuità delle attività svolte presso la #Clinica psichiatrica di Via Liguria a Cagliari. 
Sono due le delibere presentate dall’assessore del Lavoro, Virginia Mura. Con la prima si dispone lo spostamento di risorse residue a favore dei beneficiari dei “Progetti integrati per lo Sviluppo locale” e “Progetti operativi per l’imprenditorialità Comunale” dei comuni virtuosi. La seconda proroga l’incarico dell’attuale commissario straordinario dell’Agenzia per il lavoro fino all’imminente nomina del prossimo Direttore dell’Agenzia regionale per il lavoro e, comunque, non oltre 60 giorni. 
L’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino, ha presentato la delibera che finanzia i programmi di mobilità studentesca internazionale (Erasmus Plus o sulla base di accordi bilaterali). Crescono in maniera progressiva in entrambe le università di Cagliari e Sassari gli studenti che se ne giovano, in sintonia con l’interesse regionale allo scambio di studenti e docenti sul piano internazionale. Ammontano a 3.220.000 euro le risorse stanziate, l’85% destinato alla realizzazione dei programmi, il restante 15% al miglioramento dei servizi. Prendendo atto della necessità di una ricognizione dei criteri di ripartizione delle risorse, la delibera ripartisce tra le università di Cagliari e Sassari in base al numero degli studenti che hanno usufruito dei programmi di mobilità. 
Recuperando risorse europee, procede con una seconda delibera il Progetto Scuola digitale, che si rafforza del software e relativa assistenza tecnica utile a completare l’Anagrafe dell’Edilizia scolastica e degli studenti, strumento attraverso cui troverà piena attuazione l’autonomia regionale in materia di dimensionamento scolastico. 
La Giunta ha approvato la proposta dell’assessore del Bilancio Raffaele Paci sulla presa d’atto della programmazione dei fondi europei 2014-2020, per i quali si aprirà, dopo il 22 luglio, un semestre di negoziazioni con la UE. La Giunta ha preso atto di quanto deliberato dal Consiglio regionale. 
L’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, ha proposto la nomina del commissario ad acta per l’approvazione della variante al Piano Urbanistico Comunale del comune di Villaputzu. 
In tema di difesa dell’ambiente, è stata approvata la proposta dell’assessore Donatella Spano per l’autorizzazione del personale dell’Ente Foreste ad effettuare interventi di valenza ambientale presso il comune di Baunei, sottolineando la necessità di approvare gli atti di indirizzo relativi alla riforma dell’Ente Foreste. 
Sono state approvate, inoltre, due procedure relative a verifiche ambientali (un impianto eolico da 200 KW presso Scano di Montiferro; proroga e rinnovo autorizzazione della cava località Su Narboni per la produzione di rocce ornamentali nel comune di Carbonia) e l’Intesa con l’Ufficio Circondariale Marittimo di Portoscuso sul Piano di gestione dei rifiuti dei porti di Portovesme, Portoscuso e Buggerru. 
In tema di agricoltura, le nuove disposizioni regionali per la gestione della Riserva regionale dei diritti di impianto viticolo, proposte dall’assessore Elisabetta Falchi, prevedono i criteri per la riassegnazione dei vigneti confluiti nella riserva regionale a seguito del mancato utilizzo, con una chiara premialità per i giovani. 
Per la messa in sicurezza degli edifici di culto, infine, sono stati approvati i criteri generali, proposti dall’assessore Paolo Maninchedda, per la programmazione relativa al milione e mezzo previsto nella Finanziaria 2014 cui i comuni, tenuti al cofinanziamento nella misura del 25%, e in base al principio della rotazione, potranno fare richiesta.

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È arrivata questa mattina a Cagliari la delegazione interministeriale guidata dall’ex @ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, oggi dirigente generale del ministero dell’Economia e Finanze, che in una due giorni di incontri farà il punto sulla “Strategia nazionale per le aree interne” nella programmazione 2014-2020. Un viaggio che interessa tutte le regioni d’Italia e che fra oggi è domani farà tappa in Sardegna nei territori dell’Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla e della Comunità montana del Gennargentu – Mandrolisai: le due aree prototipo individuate per il progetto nella regione. Dopo un monitoraggio e una valutazione finale, l’unico finanziamento pilota per la Sardegna per lo Sviluppo economico nelle aree rurali sarà destinato a uno di questi soggetti e sarà operativo da gennaio 2015.
Il progetto prevede un investimento di 3milioni e 800mila euro finalizzato a “combattere lo spopolamento e a creare una migliore qualità della vita” con la creazione di sviluppo e occupazione. Nel piano di intervento, sono state definite aree interne quelle “significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), ricche di importanti risorse ambientali e culturali e fortemente diversificate per natura e a seguito di secolari processi di antropizzazione”.
La strategia del progetto si articola su due linee: precondizione dello sviluppo e progetti di sviluppo locale. I primi si articolano sulla disponibilità nel territorio di un’adeguata offerta di beni/servizi di base: sanitari, istruzione e formazione professionale, mobilità. Mentre i secondi individuano gli ambiti dove devono ricadere i progetti: tutela attiva del territorio/sostenibilità ambientale; valorizzazione del capitale naturale/culturale e del turismo; valorizzazione dei sistemi agroalimentari; attivazione di filiere delle energie rinnovabili; saper fare e artigianato.
Ad Ales (Or), nella sede dell’Unione dei comuni dell’Alta Marmilla si è tenuto questo pomeriggio il primo incontro, il confronto fra la delegazione guidata dall’ex ministro e gli attori locali: amministratori e liberi professionisti. Il territorio si estende su 35mila ettari, comprende 20 comuni, 10.279 abitanti e circa il 30% della popolazione in età anziana. Sono 8 i paesi che rischiano di scomparire entro il 2070, mentre in 9 comuni non sono più presenti le scuole.
«Gli iscritti – ha spiegato la dirigente dell’istituto comprensivo dei comuni dell’Unione, Annalisa Frau – sono 508 suddivisi in13 sedi scolastiche dislocate in 11 comuni».
La vocazione economica del territorio è legata soprattutto al settore agricolo.
Ha espresso soddisfazione per il confronto Sabrina Lucarelli, del dipartimento Politiche per lo sviluppo, che a margine della sessione dedicata alla mobilità ha detto: «Da febbraio a oggi abbiamo visitato 27 territori e qui abbiamo trovato un’area matura, con sindaci lucidi e con relatori che hanno fatto un’analisi accurata della situazione».
«Ci avete fatto sentire la gravità di questo territorio senza retorica – ha spiegato Barca – la Regione ha fatto un lavoro significativo sulla definizione delle aree interne, superiore a quello che abbiamo realizzato noi». Fra le criticità emerse nell’incontro, l’ex ministro ha ricordato che sono troppo poche 87 imprese ogni 1.000 abitanti e che 3 studenti ogni 100 abitanti stanno esageratamente al di sotto della media delle zone interne nazionali. Positivo invece il fatto che si siano accorpate numerose scuole e che si siano creati i servizi di collegamento. «In passato la discontinuità, il ritardo e la rigidità delle regole hanno reso poco efficaci gli investimenti – ha aggiunto Barca – oggi bisogna fare rete nel territorio e rete con le altre aree interne per contare nel tavolo decisionale della politica». 
Questa mattina si erano già tenuti una serie di incontri in Regione a Cagliari fra Barca, l’assessore della Programmazione e bilancio, Raffaele Paci, l’assessore della Cultura, Claudia Firino, e il capo di gabinetto della presidenza, Filippo Spanu. Una tavola rotonda allargata ai tecnici ministeriali, ai colleghi regionali e ai direttori generali degli assessorati ha poi chiuso la mattinata in viale Trento.
Il prossimo appuntamento è per domani mattina, alle ore 10.00, a Teti (Nu).

 

Fabrizio Barca 11 copia
Una delegazione dei ministeri guidata dal direttore generale del ministero dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Barca, sarà oggi e domani, 17 e 18 luglio 2014, ad Ales (OR) e Teti (NU) per un sopralluogo tecnico e una serie di incontri sul territorio. 
Saranno due giorni in Sardegna per individuare il territorio pilota da includere nella “Strategia nazionale per le aree interne”.
Stamattina, prima del trasferimento sul territorio, Fabrizio Barca e i delegati ministeriali, hanno incontrato l’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci, quello della Pubblica istruzione, Claudia Firino, e i direttori generali della Presidenza, degli assessorati e i dirigenti del Centro regionale di Programmazione. Nel corso dell’incontro con Paci e Firino, al direttore generale del Ministero è stato presentato il #progetto Iscol@, col quale la Giunta sta compiendo un intervento strutturale nel campo dell’istruzione sia per rendere agibili ed accoglienti gli edifici scolastici sia per combattere la dispersione scolastica, tra le più alte in Italia. Per gli esponenti della Giunta Pigliaru, Iscol@ è inteso anche come una risorsa per il rilancio dell’economia, soprattutto nelle aree più deboli come quelle dell’interno dell’Isola.
«La scuola può essere una spia molto precisa dell’innovatività e della creatività di un territorio – ha commentato Barca -, apprezzo molto l’idea di mettere insieme l’intervento sulla scuola e lo sviluppo territoriale, soprattutto perché punta a creare un dialogo molto forte coi sindaci.»
Per l’assessore Claudia Firino, «l’esigenza è quella di aprire un confronto ampio col governo centrale per intervenire in modo efficace dove ci sono i problemi veri della scuola in Sardegna», mentre per l’assessore Paci «il rapporto con i Comuni è fondamentale, soprattutto per mettere finalmente in atto interventi concreti per le aree interne: questa sperimentazione del Ministero è un primo passo». 
Nella due giorni, la “missione di campo” del Ministero seguirà un fitto programma di incontri su sviluppo locale, mobilità, scuola e salute con le due aree candidate, individuate nell’Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla e nella Comunità montana del Gennargentu Mandrolisai. La Strategia nazionale, relativa alla Programmazione 2014/2020 dei fondi strutturali e di investimento europei, prevede azioni in due ambiti specifici: pre condizioni per lo sviluppo territoriale e promozione di progetti di sviluppo locale. L’obiettivo è quello di restituire attrattività ai territori con il finanziamento e la realizzazione di migliori servizi sanitari, formativi e nella mobilità. La seconda linea invece è relativa ai “progetti di sviluppo locale”: tutela attiva del territorio, valorizzazione del capitale naturale/culturale anche in chiave turistica, valorizzazione dei sistemi agroalimentari, attivazione di filiere nelle energie rinnovabili, rilancio dell’artigianato sui mercati. Nell’area prescelta, il programma sperimentale diventerà operativo dal gennaio 2015.

 

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L’assessore regionale della Programmazione e Bilancio Raffaele Paci ha commentato positivamente l’approvazione unanime in Aula del documento col quale la giunta Pigliaru ridefinisce la programmazione unitaria dei 5,5 miliardi di fondi comunitari per gli anni 2014-2020.
«Oggi completiamo una prima tappa nel processo di programmazione dei fondi europei in sintonia col Consiglio regionale – ha detto Raffaele Paci – è un percorso che vogliamo sia condiviso e che continueremo nei prossimi mesi.»
«Il prossimo 22 luglio presenteremo all’Unione Europa la nostra proposta per i programmi operativi di finanziamento – ha aggiunto Raffaele Paci – poi apriremo una fase di interlocuzione con Bruxelles: la affronteremo con un forte coinvolgimento del Consiglio e, questo è il mio auspicio, anche del partenariato locale. Su temi strategici come questi non devono esserci maggioranza e minoranza, ma bisogna essere uniti soprattutto per le importanti ricadute di questi programmi di intervento sui nostri territori.» 
«Le osservazioni della terza commissione consiliare – ha concluso l’assessore della Programmazione – mettono in luce le possibili criticità della fase precedente della programmazione: l’eccessiva dispersione delle fonti di finanziamento, la mancanza di coordinamento e la difficoltà di spesa sia dell’amministrazione centrale sia degli enti locali. Ma questi problemi possono essere superati con la messa a sistema delle importanti risorse disponibili, con il rafforzamento delle strutture organizzative, di controllo e di certificazione e con la collaborazione del Consiglio regionale.»

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Al termine di un breve dibattito, il consigliere regionale Modesto Fenu (Gruppo Sardegna) ha ritirato la mozione n. 50 sulla “richiesta di aggiornamento dell’articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 26 febbraio 1948, Statuto autonomistico della Sardegna”.

Modesto Fenu illustrando il testo ha evidenziato la necessità di istituire un tavolo tecnico su una modifica dello Statuto che ha notevoli potenzialità, «come eliminare addirittura la fiscalità». Secondo Fenu il nuovo articolo 10 deve «essere attuato e deve essere data una corretta informazione a tutti i cittadini» ed ha aggiunto che «non è un argomento che riguarda una sola parte politica, ma tutti i partiti e tutti i sardi».

Il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci, il quale si è detto perplesso in merito alle richieste enunciate nella mozione.  Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, e Anna Maria Busia (Cd), intervenuti sull’ordine dei lavori, hanno evidenziato che mancavano i presupposti per discutere la mozione, visto che il novellato articolo 10 è già applicato. Il presidente ha dato la parola al proponente della mozione che ha chiesto cinque minuti di sospensione. Alla ripresa dei lavori, Fenu ha annunciato il ritiro della mozione.