22 November, 2024
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La Dinamo scandaglia il mercato in cerca di un sostituto di Levi Randolph, che non è partito per Monaco, dove oggi alle 18.30 affronta la capolista del girone di Champions League, con il resto della squadra, dopo la sconfitta di sabato a Pesaro. La società è interessata a un’ala forte capace di dare minuti anche da ala piccola: le situazioni Jamil Wilson e Rakim Sanders, seguite con le stesse modalità di Venezia ma senza i vincoli di passaporto della Reyer, sono allettanti ma difficilmente praticabili. Tra i free agenti il mercato offre Austin Day che ha risolto consensualmente un mese fa il contratto con l’Hapoel Gerusalemme, ma l’ex Pesaro non sembra corrispondere al profilo tecnico ricercato dalla Dinamo.

«Giocheremo contro una squadra di alto livello, ha dieci vittorie su dieci, per cui ci stiamo preparando sapendo bene qual è la qualità di questa avversaria – ha detto ieri Federico Pasquini alla partenza per Monaco -. Ha talento diffuso sia nei piccoli sia nei lunghi: nel perimetro ci sono Gerald Robinson, che sta giocando molto bene, l’ex Trento Aaron Craft e DJ Cooper ai quali dobbiamo fare particolare attenzione, e sotto canestro Kikanovic su tutti ma anche gli altri giocatori sono tutti di qualità importante. Noi dobbiamo pensare a noi – ha concluso il coach della Dinamo -, vogliamo andare avanti in questa competizione e sappiamo che domani dobbiamo fare di tutto per vincere questa partita.»

 

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L’Olimpia Milano ha espugnato il PalaSerradimigni di Sassari con il punteggio di 82 a 75 (primo tempo 44 a 35) e si conferma capolista con 10 punti di vantaggio sulle più immediate inseguitrici, Venezia e Avellino. La Dinamo ha perso una posizione, scavalcata da Capo d’Orlando ed ora con 24 punti è quinta, a pari punti con Trento che oggi potrebbe scavalcarla, dovendo giocare il posticipo sul campo della Fiat Torino.

L’Olimpia ha condotto la partita fin dall’inizio, chiudendo il primo quarto avanti di 6 punti e andando all’intervallo lungo con 9 punti di vantaggio: 44 a 35.

L’avvio del terzo quarto è stato ancora favorevole a Milano, salita fino al +14, trascinata dall’ex Rakim Sanders, ma con orgoglio la Dinamo s’è rifatta sotto e chiudendo il parziale 20 a 18 a suo favore, ha iniziato l’ultimo quarto con un ritardo di soli 7 punti.

La Dinamo a quel punto aveva David Bell (un po’ in ombra) e Rok Stipcevic con 4 falli a carico a testa ma con una grande difesa, 5 punti consecutivi e una stoppata di Brian Sacchetti, ha avuto la forza di ritornare fino al -1, sul 64 a 65, e David Bell ha avuto nelle mani la tripla del sorpasso, sbagliandola. Milano ha allungato nuovamente a +7 e la Dinamo non è più riuscita a rimettere in discussione il risultato, cedendo a testa alta con il punteggio di 82 a 75. Ha avuto un peso rilevante la diversa percentuale nei tiri dai 6,75, con l’Olimpia Milano oltre il 40% (9 su 22) e la Dinamo al 25% (6 su 24).

Nell’Olimpia Milano il miglior realizzatore è stato Rakim Sanders, con 19 punti. In doppia cifra anche Jamel McLean e Richard Hickman, entrambi con 17 punti.

Nella Dinamo tre gli uomini in doppia cifra, Rok Stipcevic con 16 punti, Gani Lawal 13 e David Bell 10. In ombra Dusko Savanovic.

Domani la Dinamo tornerà al lavoro per preparare le prossime trasferte, sabato sera sul campo della Sidigas Avellino (battuta nei quarti di finale della Coppa Italia), vittoriosa ieri a Reggio Emilia di un punto dopo un supplementare, con 16 punti dell’ex Dinamo David Logan, e a metà della prossima settimana sul campo del Monaco, nell’andata dei quarti di finale della Champions League.

L’Olimpia Milano ha espugnato il PalaSerradimigni di Sassari con il punteggio di 82 a 75 (primo tempo 44 a 35) e si conferma capolista con 10 punti di vantaggio sulle più immediate inseguitrici, Venezia e Avellino. La Dinamo ha perso una posizione, scavalcata da Capo d’Orlando ed ora con 24 punti è quinta, a pari punti con Trento.

L’Olimpia ha condotto la partita fin dall’inizio, chiudendo il primo quarto avanti di 6 punti e andando all’intervallo lungo con 9 punti di vantaggio: 44 a 35.

L’avvio del terzo quarto è stato ancora favorevole a Milano, salita fino al +14, trascinata dall’ex Rakim Sanders, ma con orgoglio la Dinamo s’è rifatta sotto e chiudendo il parziale 20 a 18 a suo favore, ha iniziato l’ultimo quarto con un ritardo di soli 7 punti.

La Dinamo a quel punto aveva David Bell (un po’ in ombra) e Rok Stipcevic con 4 falli a carico a testa ma con una grande difesa, 5 punti consecutivi e una stoppata di Brian Sacchetti, ha avuto la forza di ritornare a -1, sul 64 a 65, e David Bell ha avuto nelle mani la tripla del sorpasso, sbagliandola. Milano ha allungato nuovamente a +7 e la Dinamo non è più riuscita a rimettere in discussione il risultato, cedendo a testa alta con il punteggio di 82 a 75. Ha avuto un peso rilevante la diversa percentuale nei tiri dai 6,75, con l’Olimpia Milano oltre il 40% (9 su 22) e la Dinamo al 25% (6 su 24).

Nell’Olimpia Milano il miglior realizzatore è stato Rakim Sanders, con 19 punti. In doppia cifra anche Jamel McLean e Richard Hickman, entrambi con 17 punti.

Nella Dinamo tre gli uomini in doppia cifra, Rok Stipcevic con 16 punti, Gani Lawal 13 e David Bell 10. In ombra Dusko Savanovic.

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E’ sfumato negli ultimi tre minuti della finale con l’EA7 Emporio Armani Milano il sogno della Dinamo Banco di Sardegna di vincere la sua terza Coppa Italia (risultato finale 84 a 74, primo tempo 34 a 36)

Il match disputato al PalaFiera di Rimini è stato molto combattuto ed equilibrato per 37’ e la Dinamo esce dalla competizione a testa altissima, al termine di una corsa meravigliosa iniziata nei quarti contro la Sidigas Avellino, proseguita in semifinale contro la Germani Basket Brescia, e conclusa contro la capolista assoluta dominatrice, fin qui, del campionato, l’EA7 Emporio Armani Milano. La Dinamo è stata seguita a Rimini da tantissimi tifosi che alla fine le hanno tributato un grande applauso di ringraziamento per il cammino percorso.

L’inizio della finale è stato tutto di marca biancoblu, con un parziale di 7-0. L’Olimpia ha trovato i primi due punti con Macavn dopo quasi 5’. Chiuso il primo quarto avanti di 8 punti, 19 a 11. La Dinamo ha trovato in avvio di secondo quarto un grande Carter, autore di due triple consecutive, ma ha poi subito il ritorno dell’Olimpia, trascinata da Sanders e Hickman che hanno ricucito lo strappo iniziale e segnato il risultato del primo tempo, quasi in equilibrio, 36 a 34 per la Dinamo.

Al rientro dall’intervallo lungo, l’Olimpia è scesa in campo con un’altra faccia. Rakim Sanders ha infilato due triple, Milano è scattata avanti fino al +9. Reazione sassarese condotta da Lawal, Savanovic, Stipcevic e Bell hanno siglato un 7-0 e al 30’ il punteggio era ancora in bilico: 56 a 54 per Milano.

In avvio di ultimo quarto Milano ancora avanti ma Dusko Savanovic ha innescato la reazione biancoblu con un break di 10-4 che ha riportato il Banco a un possesso di distanza. Nel finale Macvan con due liberi e Kalnietis con un’azione da 3 punti hanno riportato Milano avanti sul +8 a 27’’ dalla fine e due tiri liberi di Hickam hanno fissato il risultato finale sull’84 a 74.

La Coppa Italia va a Milano, rivincita della sconfitta subita due anni fa sul proprio campo, ma la Dinamo oggi è una squadra vera che può guardare al campionato e alla Champions League con grande ottimismo.

EA7 Milano 84 – Dinamo Sassari 74

Parziali: 11-19; 23-17; 22-18; 28-20.

Progressivi: 11-19; 34-36; 56-54; 84-74.

EA7 Milano. McLean 6, Fontecchio, Hickman 25, Kalnietis 9, Radulijica, Dragic 7, Macvan 11, Pascolo 5, Cinciarini 6, Sanders 15, Abass, Cerella. All. Jasmin Repesa.

Dinamo Sassari. Bell 5, Lacey 15, Devecchi 3, D’Ercole, Sacchetti 3, Lydeka 9, Savanovic 7, Carter 8, Stipcevic 11, Lawal 13, Ebeling, Monaldi. All. Federico Pasquini.

Domani il gruppo si trasferirà in Repubblica Ceca, dove martedì è in programma il match dei playoff di Champions League con Nymburk, che affronta con il vantaggio del +22 maturato nel match di andata, a Sassari.

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La Dinamo lancia la sfida alla capolista Olimpia, alle 20.45, al Mediolanum Forum di Milano. La sfida Milano-Sassari è stata una delle maggiori rivalità di questi ultimi anni, con la squadra sassarese spesso capace di espugnare il campo della squadra milanese, anche questa si presentava con i favori di tutti i pronostici, come accadde anche nella stagione dello storico triplete biancoblu.

Per questa stagione l’Olimpia Milano ha costruito un roster davvero competitivo e profondo, puntando a fare bene sia in campionato sia in Europa e, al momento, è l’unica squadra imbattuta della serie A, con sei successi in altrettante partite disputate: dal 1973 il club milanese non è mai andato oltre questa striscia di vittorie ed oggi i ragazzi di coach Repesa proveranno a sfatare questo tabù.

Johnson Odom e compagni arrivano al Mediolanum Forum, per certi versi senza nulla da perdere, visto che i pronostici sono dalla parte della squadra di casa ma, allo stesso tempo, con una grande voglia di riscattare la netta sconfitta subita in Grecia, contro l’Aek Atene. Jack Devecchi e compagni affrontano l’ultima trasferta prima delle quattro partite in casa tra campionato e coppa con Besiktas, Avellino, Ludwigsburg e Cremona.

Dopo aver centrato il triplete nella passata stagione, eguagliando l’impresa sassarese di 12 mesi prima, con Coppa Italia, Scudetto e Supercoppa messi in bacheca, l’Olimpia Milano dalla passata stagione ha confermato tanti giocatori e coach Jasmin Repesa siede in panchina per il secondo anno consecutivo. Tra i confermati ci sono l’ex biancoblu Rakim Sanders, Mvp della finale scudetto 2016, Krunoslav Simon, reduce dalle Olimpiadi, Milan Macvan, Jamel Mc Lean, Mantas Kalnietis, Bruno Cerella, e gli italiani Alessandro Gentile e Andrea Cinciarini. A questo roster di grandissimo talento, il club milanese ha aggiunto giocatori del calibro di Richard Hickman, lo scorso anno protagonista della finale di Eurolega con il Fenerbahce, Zoran Dragic, approdato in Italia dopo l’esperienza al Khimki, e Miroslav Raduljica, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio con la Serbia. In maglia Olimpia sono arrivati anche i più promettenti talenti italiani: da Trento è arrivato Davide Pascolo, Awudu Abass ha lasciato Cantù per vestire la maglia biancorossa, e infine Simone Fontecchio, approdato a Milano dopo la retrocessione della Virtus Bologna.

Arbitreranno l’incontro Roberto Begnis, Alessandro Vicino e Fabrizio Paglialunga.

Jack Devecchi 50

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PalaSerradimigni di Sassari tutto esaurito questa sera (inizio ore 20.30, dirigono Carmelo Paternicò, Emanuele Aronne e Beniamino Manuel Attard), per la sfida tra la Dinamo Banco di Sardegna e la capolista EA7 Emporio Armani Milano, rivale ormai storica della squadra isolana e grande favorita per la conquista dello Scudetto 2015/2016.

«Quella con Milano non è una partita normale» ha detto il coach biancoblu Federico Pasquini che ieri, in conferenza stampa, ha parlato della sfida dell’ultima giornata di campionato contro le scarpette rosse. All’andata la Dinamo venne travolta al Forum dall’EA7 e quella sconfitta brucia ancora tanto a Logan e compagni che vogliono riscattarla per chiudere al meglio la regular season ed evitare di incontrare proprio Milano nel primo turno dei play off scudetto che scatteranno sabato sera.

Le due squadre che questa sera si incontreranno in campo sono diverse da quelle viste al Forum all’inizio dell’anno: tante partenze e qualche arrivo hanno cambiato gli attori in campo. Questa sera Rakim Sanders, Mvp della finale scudetto che ha incoronato il Banco campione d’Italia, si presenta per la prima volta da avversario: tra gli ex di giornata anche Rok Stipcevic, all’Olimpia nella stagione 2012-2013.

Federico Pasquini 1 copia

La Dinamo Banco di Sardegna batte la Grissin Bon 75 a 73 (primo tempo 32 a 26 per la Grissin Bon dopo il 21 a 4 del primo quarto) ed è campione d’Italia con il triplete: Supercoppa, Coppa Italia e campionato. La squadra di Meo Sacchetti e del presidente Stefano Sardara ha centrato così un traguardo storico, forse irripetibile e, comunque, non superabile, che ha scatenato un entusiasmo senza precedenti a Sassari e in tutta la Sardegna che le si è stretta intorno con un calore inimmaginabile non più tardi di un mese fa, alla vigilia di questi fantastici, indimenticabili play off.

Come gara 6, anche se questa volta non sono stati necessari tempi supplementari, anche gara 7 è stata una partita da infarto. La Grissin Bon di Max Menetti l’ha iniziata a mille, nonostante le condizioni fisiche precarie del rientrante Darjus Lavrinovic, rifilando un parziale di 21 a 4 alla Dinamo in 10 minuti. Vitalis Chikoho, Achille Polonara, Andrea Cinciarini e Rimantas Kaukenas hanno colpito la difesa della Dinamo con quasi irrisoria facilità, impedendo per contro conclusioni facili e dominando ai rimbalzi, con una difesa spietata sul temutissimo Shane Lawal.

Chi non conosce il basket e, soprattutto, la Dinamo, sarebbe stato portato a pensare a una partita già decisa, soprattutto pensando ai precedenti tra le due squadre al Palabigi, dove la Dinamo non aveva mai vinto ed aveva perso male gara 1 e gara 2. Ma la Dinamo non s’è mai arresa senza lottare e non avrebbe potuto farlo proprio questa volta, giunta a un passo dalla storia.

All’inizio del secondo quarto Logan e compagni sono entrati in campo con una cattiveria agonistica straordinaria. La situazione si è cap0volta! La Dinamo ha iniziato a difendere come forse solo lei sa fare, la mira dei tiratori ha iniziato ad aggiustarsi e con un parziale di 18 a 4 s’è riportata pienamente in partita, 25 a 22 al 18′, con un canestro da sotto di David Logan. Improvvisamente s’è accesa la luce del gioco della Dinamo e c’è spenta quella della Grissin Bon. Ma il Drake Diener di questa sera è molto più vicino a quello in versione sassarese di quello messo in difficoltà dai guai fisici nelle ultime uscite, dopo un infortunio, e una sua “bomba” da tre punti riporta la Grissin Bon a +8, 32 a 24, poco prima dell’intervallo lungo, al quale la Dinamo si porta a – 6 con due titi liberi di Shane Lawal (l’unica occasione in cui è riuscito a fare 2 su 2).

L’avvio di terzo quarto è equilibrato, il vantaggio emiliano oscilla tra i 4 punti (39 a 35 al 24′ con un canestro da sotto di Jeff Brooks) e gli 8 punti (43 a 35 con due tiri liberi di Amedeo Della Valle al 26′). Dinamo a -3 con una “bomba” di Edgar Sosa e una schiacciata di Shane Lawal, 43 a 40, e poi con due tiri liberi di Brian Sacchetti al 28′ (45 a 42) ma prima dell’ultimo intervallo breve, si verifica l’episodio extratecnico che segna la partita: Edgar Sosa commette un fallo dubbio su Achille Polonara impegnato in un tiro dai 6,75, un tifoso entra incredibilmente in campo senza trovare alcuna opposizione e gli mette le mani addosso deridendolo, lui reagisce e gli arbitri lo sanzionano, provocando il quarto tiro libero per Polonara (che fa 4 su 4) e dà il possesso di palla alla Grissin Bon che, in un colpo solo, con un canestro da due punti di Rimantas Kaukenas, vola a +10: 55 a 45! Finale decisa, scudetto con giallo alla Grissin Bon?

La Dinamo non ci sta, Rakim Sanders piazza la “bomba” da tre punti e porta la sua squadra all’ultimo intervallo breve sul -7: 55 a 48.

L’ultimo quarto è il solito ultimo quarto della Dinamo, con Lawal, Sanders, Logan e Dyson in cattedra! Una schiacciata di Lawal, due “bombe” di Logan e un’azione da tre punti, canestro e tiro libero di Dyson, riportano le due squadre in parità: 59 a 59. Polonara, Cervi  e una “bomba” di Drake Diener rilanciano la Grissin Bon a +8 67 a 59 al 35′, ma il bello per la Dinamo deve ancora arrivare: canestro da sotto e tiro libero di Sanders, due tiri liberi e un’altra “bomba” di Logan e le due squadre sono nuovamente in parità al 37′: 67 a 67! Ora la Dinamo è inarrestabile e corona la rimonta con il sorpasso l’allungo ed il sorpasso con due canestri di Dyson, 67 a 71! La Grissin Bon sente che la partita le sta sfuggendo di mano, Kaukenas non s’arrende, 69 a 71 e Drake Diener impatta a 71 con due tiri liberi micidiali. Ma l’uomo dei finali da brivido lo ha la Dinamo, si chiama Jerome Dyson: canestro da sotto per il 73 a 71, Drake Diener lo imita e fa 73 a 73 ma Rimantas Kaukenas commette il quinto fallo su Jerome Dyson che, con una freddezza incredibile, firma il 75 a 73 a una manciata di secondi dalla sirena finale. C’è una rimessa laterale contestata, gli arbitri la assegnano prima alla Dinamo poi, dopo aver verificato l’azione alla moviola, vedono il tocco di Shane Lawal e la cambiano a poco più di tre secondi dalla fine ma non c’è più tempo, perché il tentativo di tiro da tre di Drake Diener è disperato ed inutile. Gara 7 è della Dinamo, campione d’Italia 2014/2015!

Dopo Supercoppa e Coppa Italia la squadra di Meo Sacchetti corona una stagione straordinaria, vincendo anche lo scudetto! Inizia la festa che continuerà per tutta la notte a Sassari e in tutta la Sardegna.

La Grissin Bon ha chiuso con 27 su 52 da due punti, 3 su 21 da tre punti, 10 su 16 ai tiri liberi, 44 rimbalzi, 15 palle perse, 13 recuperate e 16 assist. Alla fine la prova di Achille Polonara (17 punti con 6 su 9 da due punti, 0 su 6 da tre punti, 5 su 8 ai tiri liberi, 14 rimbalzi, 2 palle recuperate e 3 assist) non è stata sufficiente alla Grissin Bon per coronare il suo sogno, così come la ritrovata vena di Drake Diener (autore di 14 punti, 3 su 5 da due punti, 2 su 5 da tre punti, 2 su 2 ai tiri liberi, 4 assist), le buone prove di Rimantas Kaukenas (13 punti, 5 su 10 da due punti, 1 su 3 da tre punti, 3 palle recuperate e 1 assist) e Andrea Cinciarini (12 punti, 6 su 11 da due punti, 0 su 1 da tre punti, 5 palle perse, 1 palla recuperata e 5 assist). In evidenza all’inizio Vitalis Chikoko (6 punti, 3 su 3 da due punti, 5 rimbalzi e 2 assist) e Riccardo Cervi (4 punti, 2 su 4 da due punti, 0 su 2 ai tiri liberi, 3 rimbalzi, 2 palle recuperate). Il grande assente della serata è stato Amedeo Della Valle, straordinario in gara 6 a Sassari, autore di soli 4 punti (1 su 4 da due punti, 0 su 3 da tre punti, 2 su 2 ai tiri liberi), forse il più abbattuto alla fine per la sconfitta, a lungo in lacrime.

La Dinamo ha chiuso con 17 su 29 da due punti, 8 su 27 da tre punti, 17 su 25 ai tiri liberi, 37 rimbalzi, 20 palle perse, 6 recuperate e 11 assist. La Dinamo ha dimostrato di essere squadra, riuscendo a sopperire al ridotto apporto che è riuscito a darle il suo uomo migliore e più atteso, Shane Lawal, autore di soli 8 punti (2 su 4 da due punti, 4 su 8 ai tiri liberi, 8 rimbalzi, 4 palle perse, 1 palla recuperata e 1 assist; non a caso la sua prestazione sotto tono ha portato la Dinamo a perdere il confronto ai rimbalzi, solitamente suo punto di forza, per 37 a 44), con uno straordinario Rakim Sanders, autore di 18 punti (5 su 10 da due punti, 2 su 5 da tre punti, 2 su 3 ai tiri liberi, 4 rimbalzi, 4 palle perse, 1 assist); un buon David Logan (13 punti, 1 su 1 da due punti, 3 su 10 da tre punti, 2 su 2 ai tiri liberi, 4 rimbalzi, 1 palla persa e 1 recuperata e il solito Jerome Dyson, Mvp della serata (17 punti, 4 su 5 da due punti, 1 su 7 da tre punti, 6 su 7 ai tiri liberi, 7 rimbalzi, 3 palle perse, 2 recuperate e 6 assist). Buono anche l’apporto fornito da Jeff Brooks (8 punti, 2 su 4 da due punti, 1 su 2 da tre punti, 2 palle recuperate e 1 assist), Kenneth Kadji (4 punti, 2 su 2 da due punti) e Edgar Sosa (5 punti, 1 su 2 da due punti, 1 su 2 da tre punti, 2 assist.

Scudetto Dinamo 7Scudetto Dinamo 8  Scudetto Dinamo 6 Scudetto Dinamo 5 Scudetto Dinamo 4 Scudetto Dinamo 3 Scudetto Dinamo 2 Scudetto Dinamo 1 Dinamo Banco di Sardegna Jerome Dyson 1 Shane Lawal 2 Jeff Brooks 1 Stefano Sardara 2

 

Scudetto Dinamo 7Stefano Sardara 2Shane Lawal 1Dinamo Banco di Sardegna SS Vs Orlandina Basket Capo D'Orlando Al 4° City Of Cagliari Nella foto al tiro David Logan Dinamo Basket Jeff Brooks 1 Dinamo Banco di Sardegna Jerome Dyson 1

La Dinamo Banco di Sardegna è campione d’Italia. La squadra di Meo Sacchetti ha centrato così un traguardo storico, forse irripetibile e, comunque, non superabile, che ha scatenato un entusiasmo senza precedenti a Sassari e in tutta la Sardegna che le si è stretta intorno con un calore inimmaginabile non più tardi di un mese fa, alla vigilia di questi fantastici, indimenticabili play off. L’impresa riporta la Sardegna indietro di 45 anni, all’altra straordinaria impresa dello sport isolano, lo scudetto del Cagliari di Gigi Riva del 1970.

La Sardegna ha raggiunto più volte il tricolore anche in altre discipline, ma nessuna è paragonabile alla conquista di uno scudetto nel calcio o di uno nel basket, i due sport più popolari e più praticati in Italia.

La flessione dell’ultimo scorcio della “regular season”, aveva fatto scivolare Logan e compagni al quinto posto, un piazzamento sulla carta molto insidioso per affrontare i play off, dal quale sembrava quasi impossibile ipotizzare il trionfo finale, considerato che i biancoblù avrebbero dovuto affrontare in trasferta l’eventuale bella sia nei quarti di finale con la Dolomiti Energia Trento, sia nell’eventuale serie di semifinale e in quella ancora più eventuale di finale. Ma la Dinamo 2014/2015 è davvero una squadra speciale e tutte le difficoltà, una dopo l’altra, sono state superate con prestazioni eccezionali. Contro Trento sono state sufficienti quattro partite, grazie all’impresa di gara 1 al Pala Trento (81 a 70 il 18 maggio) e alle sicure vittorie casalinghe di gara 3 (103 a 78 il 22 maggio) e gara 4 (84 a il 24 maggio); contro Milano, viceversa, è stata scritta la prima pagina da favola di questa stagione immensa, già firmata con la vittoria nella Supercoppa disputata al PalaSerradimigni il 4 e 5 ottobre 2014, superando in semifinale l’Acea Roma (89 a 73) e in finale l’EA7 Emporio Armani Milano (96 a 88) e poi con la seconda Coppa Italia consecutiva, a Desio, dal 20 al 22 febbraio 2015  (74 a 63 su Cremona; 77 a 65 su Reggio Emilia; e, infine, 101 a 94 su Milano in finale): subito corsara al Forum (84 a 75 il 29 maggio), la Dinamo s’è portata sul 3 a 1 grazie alle due vittorie casalinghe (84 a 76 il 2 giugno, 80 a 67 il 4 giugno), ma ha poi subito la reazione dei campioni d’Italia che hanno annullato i primi due dei tre match ponti sassaresi, imponendosi prima al Forum in gara 5 (95 a 88 il 6 giugno), poi al PalaSerradimigni in gara 6 (74 a 67 l’8 giugno): Ma proprio in gara 7 contro Milano, il 10 giugno, la Dinamo ha dimostrato la sua forza, tecnica e mentale, violando ancora una volta il Forum per 86 a 81, volando così in finale contro la Grissin Bon del grande ex Drake Diener che, intanto, ha eliminato l’Umana Reyer Venezia, violando a sua volta il Taliercio di Venezia per 70 a 63.

Le sette meravigliose sfide di finale sono praticamente storia di ieri, con tutti i loro alti e bassi e le infinite emozioni. Le due nette vittorie iniziali di Reggio Emilia che hanno messo paura ai tifosi della Dinamo (82 a 63 il 14 giugno, 84 a 71 il 16 giugno), hanno fatto credere erroneamente a qualcuno che la finale non avrebbe avuto molta storia, perché con la Dinamo non c’è mai niente di scontato e tutti i pronostici rischiano di saltare per aria. E così è stato anche questa volta. Sassari si è stretta attorno alla sua splendida creatura, trascinandola alla rimonta, con due soffertissime quanto meritate vittorie in gara 3 (80 a 77 il 18 giugno; 94 a 90 il 20 giugno), e i ragazzi di Sacchetti hanno sfiorato l’impresa il 22 giugno al Palabigi (dove fin lì non avevano mai vinto), finendo col perdere in dirittura d’arrivo per 71 a 67, nonostante un’insolita serataccia nel tiro “pesante” dai 6,75, conclusa con un disastroso 2 su 25 (con 22 errori consecutivi iniziali). A quel punto, per arrivare allo scudetto, si sono rese necessarie due vittorie su due, prima in casa, poi a Reggio Emilia.

La Dinamo ha ritrovato i suoi campioni, il genio di David Logan, la classe e l’estro di Jerome Dyson, lo strapotere fisico ai rimbalzi di Shane Laval, centro di Barcellona nelle prossime tre stagioni e, soprattutto, l’entusiasmo di squadra, società e ambiente (di tutta la Sardegna, non solo di Sassari) e il sogno si è avverato. Gara 6 e gara 7 si sono rivelate due partite da infarto e il cuore della Dinamo si è rivelata più resistente di quello pur generosissimo di una splendida Grissin Bon (la squadra migliore del campionato sul piano del gioco corale di squadra). Mercoledì 24 giugno Sassari ha vissuto una serata indimenticabile, con una partita epica, decisa dal genio di Jerome Dyson nel terzo tempo supplementare, dopo aver visto tremare il PalaSerradimigni per le giocate da autentico fuoriclasse del giovane talento Amedeo Della Valle e il capitano emiliano Andrea Cinciarini sbagliare il canestro dello scudetto sia allo scadere del 40′ regolamentare sia del 5′ del primo tempo supplementare; ieri sera, infine, dopo un inizio nerissimo (21 a 4 per la Grissin Bon nel primo quarto), è tornata in partita nel secondo quattro, affrontato con una cattiveria agonistica mostruosa che le ha dato un clamoroso parziale di 18 a 4 e poi, pian piano, chiuso il primo tempo sotto di 6 punti (32 a 26), ha ridotto il tesoretto di Reggio Emilia e, chiuso il terzo quarto sotto di 7 punti (55 a 48, dopo il clamoroso episodio dell’ingresso in campo di un tifoso che ha messo le mani addosso a Edgar Sosa, provocandone la reazione, il fatto tecnico e quindi un’azione da tre punti a favore della Grissin Bon), nell’ultimo quarto ha compiuto il suo capolavoro, con le giocate talentuose di David Logan e Jerome Dyson e la sicurezza di Rakim Sanders che alla fine è stato premiato come miglior giocatore dei play off, che hanno permesso alla squadra di sopperire alla non esaltante serata di Shane Lawal, l’uomo più atteso e temuto da Reggio Emilia, dopo le prestazioni fantastiche delle tre precedenti partite, nelle quali è stato premiato sempre come Mvp.

Alla sirena finale tutta la Dinamo (squadra, dirigenti e tifosi) ha guardato il tabellone e, letto il punteggio di 75 a 73 a proprio favore, s’è lasciata andare alla gioia, con i giocatori della Grissin Bon comprensibilmente in lacrime, dopo aver sfiorato più volte la vittoria sia in gara 6 sia in questa decisiva gara 7.

Sassari è campione d’Italia! Dopo Supercoppa e Coppa Italia, ha centrato anche l’ultimo traguardo che le mancava, firmando una pagina di storia per tutto lo sport sardo, forse pari, come già sottolineato all’inizio, a quella che nel 1970 vide il Cagliari di Gigi Riva vincere lo scudetto nel calcio.

Ora ci sarà sicuramente chi cercherà di sminuire la portata dell’impresa, rimarcando la presenza nell’organico di Meo Sacchetti di tanti stranieri, ma niente e nessuno può negare che in questi risultati c’è il marchio della programmazione della società guidata da Stefano Sardara, le capacità del coach (italiano!) Meo Sacchetti, l’apporto comunque importante dai giocatori italiani e l’entusiasmo di un ambiente che ha costituito spesso l’elemento in più, decisivo per raggiungere i più grandi traguardi.

Ora, raggiunta la vetta, è arrivato il momento di fare festa (il gruppo verrà ricevuto a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Matteo Renzi) e di riposare, ma già tra qualche giorno la società si metterà al lavoro per programmare la prossima stagione che vedrà la Dinamo ancora protagonista, in Italia e questa volta, probabilmente, con maggior presenza in Europa, perché questa squadra ha ormai raggiunto anche una dimensione europea. Shane Lawal, come già sottolineato, andrà via (a Barcellona, dove giocherà in una delle squadre più forti d’Europa ed avrà un ingaggio che Sassari, ovviamente, non gli avrebbe potuto garantire dopo questa sua straordinaria stagione, che a fine partita Meo Sacchetti ha definito decisiva per la conquista dello scudetto), con lui forse qualche altro giocatore, ma la Dinamo ha già dimostrato di avere ormai raggiunto una dimensione tale da non dover fermarsi a rimpiangere chi decide di affrontare nuove esperienze, come accadde lo scorso anno con Travis e Drake Diener, due campioni che a Sassari avevano vissuto da protagonisti assoluti tre anni straordinari.

Grazie Dinamo.

Giampaolo Cirronis

 

Per Grissin Bon e Dinamo Banco di Sardegna, le straordinarie protagoniste della finale scudetto del basket, è arrivata la sfida decisiva: chi vince stasera è campione d’Italia!

Non sono bastate sei partite, com’era prevedibile, per assegnare il tricolore ad una delle due squadre, esordienti al tavolo della finale. La squadra di Max Menetti ha vinto le tre sfide giocate al Palabigi, le prime due di inizio serie nettamente, la terza, gara 5, di strettissima misura, soprattutto grazie alla “giornata no” della Dinamo nel tiro dai 6,75 (2 su 25 con 22 errori iniziali consecutivi), la specialità che ha caratterizzato maggiormente la splendida stagione della “ditta sassarese”; la squadra di Meo Sacchetti ha pareggiato i conti nelle tre sfide disputate al PalaSerradimigni, tutte sofferte, la terza, gara 6, addirittura soffertissima, al punto che sono stati necessari ben tre tempi supplementari per consentirle di impedire agli emiliani di festeggiare nell’Isola il loro primo scudetto, unitamente agli errori commessi dal capitano Andrea Cinciarini allo scadere del secondo tempo regolamentare e del primo tempo supplementare!

Stasera, dalle 20.45, al Palabigi (la Grissin Bon giocherà gara 7 in casa grazie al miglior piazzamento ottenuto al termine della “regular season”, terzo contro quinto), si ricomincia tutto da zero, non contano più niente né le trenta giornate della “regular season“, né le 18 partite disputate dalla Grissin Bon e le 17 dalla Dinamo nei play off (gli emiliani hanno eliminato prima l’Enel Brindisi in cinque partite, poi l’Umana Reyer Venezia in sette, superando l’handicap del fattore campo nella sfida decisiva; la Dinamo ha “fatto fuori” prima la Dolomiti Energia Trento in quattro partite, poi i campioni d’Italia dell’EA7 Emporio Armani Milano in sette, superando in entrambi i casi l’handicap del fattore campo derivante dal peggior piazzamento ottenuto nella prima fase).

Dalle prime sei partite è emerso chiaramente che la Grissin Bon fa leva su un più efficace gioco di squadra, grazie al quale riesce anche a superare l’handicap di alcune assenze, mentre la Dinamo Banco di Sardegna può contare su una maggiore fisicità e su un maggior talento individuale dei suoi uomini migliori che le consentono “strappi” devastanti anche nei momenti in cui tutto sembra compromesso, come è accaduto più volte nelle fasi decisive di gara 6. La Grissin Bon, penalizzata prima dall’assenza, poi dalle precarie condizioni fisiche di Drake Diener, il grande ex mai dimenticato da Sassari, ha nel talento e nella freschezza dei tre italiani Andrea Cinciarini, Achille Polonara ed Amedeo Della Valle e nell’esperienza dei lituani Rimantas Kaukėnas e Darjuš Lavrinovič le sue armi più efficaci; la Dinamo ha nel 28enne nigeriano Shane Lawal il suo “asso”, dominatore ai rimbalzi, soprattutto in attacco (stasera potrebbe dare l’addio al campionato italiano, comunque vada a finire, perché è nel mirino del Barcellona), nel play-guardia David Logan (32 anni, statunitense naturalizzato polacco) e nell’altro play-guardia Jerome Dyson (28 anni, statunitense) gli uomini in grado di fare la differenza in qualsiasi momento, sostenuti dai muscoli e dall’esperienza del 25enne Rakim Sanders (ex Maccabi Tel Aviv).

Il Palabigi sarà un inferno, come lo è stato nelle prime tre sfide e come lo è stato anche il PalaSerradimigni in tutte le partite dei play off. Il fattore campo, comunque, questa volta potrebbe non essere decisivo, perché la Dinamo ha dimostrato sia Trento sia a Milano di saper vincere in condizioni ambientali contrarie ed è fermamente intenzionata a scrivere la storia, con la pagina di coda di una stagione straordinaria, nella quale ha già centrato due traguardi, Coppa Italia e Supercoppa, centrando così un “triplete” da guinness dei primati.

Il fischio d’inizio è fissato alle 21.15, arbitri Luigi Lamonica, Roberto Chiari e Dino Seghetti. Telecronaca diretta su Rai 3.

Dinamo Banco di Sardegna 3

Dinamo Banco di Sardegna 2

La Dinamo Banco di Sardegna non muore mai, batte la Grissin Bon 115 a 108 al terzo tempo supplementare ( 24-20, 43-43, 63-64, 78-78, 90-90, 98-98, 115-108) e venerdì sera si giocherà lo scudetto in gara 7 al Palabigi di Reggio Emilia. Quella di questa sera è stata una sfida incredibile, dalle mille emozioni, decisamente poco indicata per i deboli di cuore.

La partita è stata equilibrata fin dalle battute iniziali e la Dinamo ha tentato il primo allungo al 7′ con due canestri da sotto di uno straordinario Jerome Dyson e una schiacciata di uno Shane Lawal strepitoso sia ai rimbalzi sia nei tiri da due punti: 17 a 13. Andrea Cinciarini ha tenuto su la sua squadra ma la Dinamo ancora con Dyson e Lawal è salita a +6, 22 a 16, ed ha chiuso il primo quarto sul 24 a 20.

La Grissin Bon ha recuperato il ritardo con Della Valle e Cervi e poi con tre canestri da sotto di Giovanni Pini e due “bombe” del solito Della Valle, ha effettuato il sorpasso e raggiunto il massimo vantaggio, +6: 35 a 41. Shane Lawal, Rakim Sanders, Jerome Dyson e Jeff Brooks hanno riportato sotto la Dinamo e le due squadre sono andate all’intervallo lungo in perfetta parità: 43 a 43.

Al ritorno in campo, la Dinamo ha operato un nuovo allungo, 48 a 43, poi 51 a 45 con una “bomba” di Logan, ma Kaukenas (4 canestri da sotto in 2 minuti) e Cinciarini hanno riportato nuovamente sotto la Grissin Bon, avanti di 1 al 25′: 53 a 54. Da lì in avanti l’equilibrio non si è più spezzato: 58 a 56, 58 a 60, 61 a 60 con “bomba” di Edgar Sosa, 63 a 64 alla fine del terzo quarto.

All’inizio dell’ultimo quarto, Ojars Silins ha messo la “bomba” del 63 a 67, ha replicato David Logan, 66 a 67. Squadre punto a punto fino alla fine e partita al supplementare su un errore nel tiro dello scudetto del capitano emiliano Andrea Cinciarini: 78 a 78.

Ancora equilibrio per 4′, poi Polonara (da tre) e Kaukenas hanno scavato un solco di 5 punti tra le due squadre a 48 secondi dalla fine. Reggio Emilia ha sentito di avere lo scudetto in pugno ma non ha fatto i conti con cuore e classe degli uomini della Dinamo che hanno riaperto il match con un siluro immediato da tre punti di Logan e pareggiato con uno scatenato Dyson. Andrea Cinciarini ha avuto ancora nelle mani la palla del match e dello scudetto ma ha sbaglia ancora: 90 a 90 e nuovo supplementare!

E’ stata Sassari a scattare avanti sul +5 con Brooks, Sanders e una schiacciata del piccolo Logan, 95 a 90, ma sul 97 a 92 Meo Sacchetti ha perso Shane Lawal per il quinto fallo e per un attimo la squadra ha tremato senza il suo centro re dei rimbalzi e oggi strepitoso ancbe nei tiri da due punti. Reggio Emilia ha recuperato e con un parziale di 6 a 0 è tornata avanti di un punto con due tiri liberi di Della Valle: 97 a 98. Jerome Dyson ha segnato dalla lunetta, 1 su 2, e impattato a 98, Brooks ha catturato un rimbalzo difensivo che avrebbe potuto portare la squadra sassarese al successo ma Giacomo Devecchi ha sbagliato il tiro da fuori e le squadre sono andate al terzo tempo supplementare: 98 a 98!

A questo punto la Dinamo ha ritrovato la vena dei suoi “bombardieri” dalla lunghissima distanza e per la Grissin Bon si è fatta notte. Logan ha siglato il 101 a 98, Cervi ha schiacciato per il 101 a 100, e si è scatenato Jerome Dyson: “bomba” da tre, replica Diener da sotto, altra “bomba” di Dyson che si è ripetuto dalla media distanza e Reggio Emilia è scivolata a -7: 109 a 102 al 53′. Il tempo per recuperare ci sarebbe stato ancora ma la Grissin Bon è sembrata scossa e la Dinamo ha affondato i colpi con due liberi e un canestro da sotto di Logan: 113 a 104. E’ la resa di Reggio Emilia, Massimiliano Menetti ha pensato a gara 7 ed ha messo in campo i giovani: Adam Pechacek (2 punti), Andrea Rovatti (2 punti) e Gabriele Stefanini. La Dinamo ha chiuso sul 115 a 108 e come le due semifinali, anche la finale per l’assegnazione dello scudetto si deciderà in gara 7.

L’Mvp, con 38 di valutazione, è stato anche oggi Shane Lawal, autore di 25 punti (10 su 11 da due punti, 5 su 9 ai tiri liberi e 16 rimbalzi), ma l’uomo partita nel concitatissimo finale, quando Lawal era già fuori per raggiunto numero di falli, è stato Jerome Dyson, con 8 punti (frutto di due siluri da distanza siderale ed uno straordinario tiro dalla media distanza) in pochi secondi e alla fine il miglior realizzatore dell’incontro con 26 punti (6 su 10 da due punti, 2 su 5 da tre e 8 su 12 ai tiri liberi, 7 rimbalzi, 3 palle recuperate e 9 assist). Eccellente anche la prestazione di David Logan, soprattutto nei tempi supplementari, 23 punti,  con 2 su 3 da due punti, 5 su 11 da 3 e 4 su 4 ai tiri liberi.; e quella di Rakim Sanders, 18 punti, 7 su 12 da due punti, 0 su 2 da tre e 4 su 7 ai tiri liberi, 8 rimbalzi. Le percentuali della squadra sono state 33 su 51 da due punti, 8 su 28 da tre punti e 25 su 37 ai tiri liberi, 46 rimbalzi, 8 stoppate fatte e 4 subite, 18 palle perse e 9 recuperate, 11 assist.

Nella Grissin Bon, assente Darius Lavrinovic, Massimiliano Menetti oggi più che mai si è affidato al gioco di squadra e la risposta sul campo è stata eccellente. Il giovane Amedeo Della Valle è stato il migliore, sia come realizzatore (25 punti, 1 su 4 da due punti, 6 su 9 da tre punti e 5 su 6 ai tiri liberi) che come valutazione, 21. Dietro di lui Rimantas Kaukenas, autore di 20 punti, 8 su 13 da tre punti, 0 su 1 da tre e 4 su 4 ai tiri liberi; e gli altri italiani Riccardo Cervi (12 punti), Andrea Cinciarini (12 punti) meno brillante del solito, e Achille Polonara (10). Ha incido poco il grande ex Drake Diener, autore di 6 punti, 2 su 3 da due punti, 0 su 3 da tre e 2 su 2 ai tiri liberi. Le percentuali di squadra: 30 su 61 da due punti, 11 su 27 da tre punti, 15 su 18 ai tiri liberi, 42 rimbalzi, 4 stoppate fatte e 8 subite, 19 palle perse e 5 recuperate, 23 assist.

Venerdì sera, al Palabigi di Reggio Emilia, squadre nuovamente in campo per gara 7, questa volta una sfida senza ritorno. Chi vince è campione d’Italia, per la prima volta, chi perde sarà costretta a recriminare per la grande occasione perduta ma con l’orgoglio di essere stata protagonista di una serie che segna una pagina di storia della pallacanestro italiana.