5 November, 2024
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Una favola per trasmettere cultura, tradizioni, aspetti della quotidianità e ancora trarre beneficio dagli effetti che il bilinguismo ha sulle riserve cognitive delle persone a tutte le fasce d’età.

C’è questo e altro in “Fidelidade” terzo volume di una di una collana di testi di Medicina Narrativa in italiano e Sardo scritti dal medico e ricercatore della Comunità Mondiale della Longevità Roberto Pili che viene presentato domani giovedi 9 agosto, alle ore 19.30, presso “Casa Frau” in Piazza del Popolo, a Pula. La presentazione del libro sarà introdotta e moderata dal giornalista Vito Fiori.

Impreziosito dalle illustrazioni a colori realizzate da Regina Obino e che si avvale della traduzione in lingua sarda, a cura di Quintina Culurgioni, il libro “Fidelidade” può essere preso come un testo di riferimento nelle scuole per favorire la conoscenza della lingua sarda.

La scelta delle favole bilingui è più che ragionata – sottolinea Roberto Pili – perché la lingua sarda deve continuare ad agire nella mente dei sardi come la chiave primaria di accesso alla storia, alla letteratura, alle tradizioni di un popolo. Riappropriarsi del proprio codice linguistico partendo dalla quotidianità, dal rapporto privilegiato nonni, genitori, figli, nipoti come può darlo anche solo il riprendere a parlare, a raccontare in sardo può contribuire a spezzare il circolo vizioso del suicidio linguistico e poter mettere a frutto l’impressionante stimolo cognitivo conscio e inconscio che ci consente il cervello plurilingue

Il rapporto uomo/animale è sempre stato al centro dell’attenzione di scrittori e scienziati, per il suo valore quotidiano e per il suo ruolo terapeutico. La storia del Cane Niedduzzu, riassume la quotidianità di questo rapporto ed il supporto disinteressato dell’animale-amico nell’affrontare le vicissitudini della vita. Ancora una volta l’autore, attento osservatore e descrittore di vissuti, con la sensibilità del professionista impegnato sul fronte delle vicissitudini umane, riesce a descrivere le molteplici complessità della vita e dell’animo umano.

Questo nuovo esperimento che segue il volume “La strega dei bottoni” riuscitissima anche la trasposizione teatrale, ripropone con i toni e l’avvincente semplicità della favola una storia senza tempo e l’universalità dei sentimenti umani.

 

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Domenica 4 e domenica 11 dicembre, alle 17.30, per la rassegna “Famiglie a Teatro”, il Teatro delle Saline, in piazzetta Billy Sechi, a Cagliari, ospita lo spettacolo “La strega dei bottoni – Una storia nella preistoria sarda”. L’appuntamento è tratto dalla fiaba di Roberto Pili e Regina Obino.

“La strega dei bottoni – Una storia nella preistoria sarda” narra la storia della malattia che Ardi si trova costretto ad affrontare, nonostante la sua tenera età, e su come questo evento stravolga non solo la sua vita, ma anche quella della famiglia. La strega ha all’interno della storia un ruolo contradditorio, simboleggia il male, la malattia, ma allo stesso tempo è il mezzo attraverso il quale la comunità si riunirà attorno ad Ardi e alla sua famiglia, dimostrando unione e condivisione. Paradossalmente il cattivo diventerà buono e la stessa malattia subirà un cambiamento, da fonte di stress e di disturbo, diventerà fonte di crescita post – traumatica. La collaborazione e l’affetto della comunità saranno d’aiuto per il piccolo Ardi che, miracolosamente, guarirà dalla malattia.

Il libro di Roberto Pili e Regina Obino, medico il primo e insegnante la seconda, narra l’universalità dell’esperienza di malattia, collocando gli eventi nel periodo nuragico ed accompagnando il lettore nel percorso di adattamento alla malattia da parte della famiglia e della comunità. Con delicatezza gli autori cesellano un quadro che integra l’esperienza del medico, che accompagna le persone nel cammino con la malattia, con l’esperienza dell’insegnante, che quotidianamente conduce i bambini negli apprendimenti della scuola e della vita.

Nella versione teatrale, scritta e diretta da Ivano Cugia, si vive un parallelismo tra la storia di Luca, un bambino dell’era moderna, e quella del giovane Ardi, protagonista della favola. Un avvenimento inatteso irrompe nella vita di Luca. La sua spensieratezza viene interrotta. Marco, il suo migliore amico, da alcuni giorni non sta tanto bene e per tal ragione non frequenta più la scuola. La situazione di Marco è grave, Luca non riesce a capire cosa possa essere successo al suo amico, con cui, fino a pochi giorni prima, condivideva corse, giochi, sport, divertimento e sorrisi. La madre, per rassicurarlo, gli racconterà la favola della Strega dei bottoni e della miracolosa guarigione del giovane Ardi. Il lieto fine di questa favola è un meraviglioso insegnamento che porta alla luce l’amore per se stessi e per il prossimo, in un antichissimo “rituale” di collaborazione e condivisione. La malattia, sconosciuta e misteriosa, viene neutralizzata e scompare grazie all’aiuto della gente, della comunità. Dalla malattia alla benattia: malattia, il cui nome denota qualcosa di “male” e di “negativo” viene tramutata in quella che potremmo chiamare “benattia”, ovvero un processo che rigenera il corpo e aiuta a crescere, dando un senso alla vita e alla malattia stessa e attivando un processo di autoguarigione, portando nella vita delle persone meravigliosi cambiamenti.

Interpretano “La strega dei bottoni“ Michela Laura Cogotti Valera, Ivano Cugia ed Andrea Gandini. I costumi sono di Stefania Dessì. Collaborazione tecnica di Daniele Pireddu.

“Famiglie a Teatro”, visto il grande successo e le numerose richieste, raddoppia l’offerta 2016 con due rassegne da ottobre a dicembre. Di fatto, si dà la possibilità di usufruire di momenti unici di aggregazione e divertimento per l’intera famiglia. Gli spettacoli si tengono la domenica alle 17.30 al Teatro delle Saline. Per le festività natalizie è prevista lo spettacolo cult “Alice nel paese delle meraviglie”, in scena dal 25 al 30 dicembre.

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