22 November, 2024
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Ascoltare, essere attenti, consolare, perdonare, accompagnare, abbracciare, aiutare…con questo spirito da giovedì 16 luglio 2020, anche nel Sulcis Iglesiente, è stata costituita “ANTEAS”, la nuova associazione di volontariato della CISL.

La FNP e la CISL del Sulcis Iglesiente, dopo la relazione del segretario generale FNP Angelo Caria e gli interventi del presidente ANTEAS Sardegna Franco Frisciano e del commissario facente funzioni Antonio Ceres per la UST CISL del Sulcis Iglesiente, e dopo il dibattito, hanno eletto presidente ANTEAS del Territorio Caterina Tuveri e due vice presidenti, Remo Fantin e Marinella Atzori.

La nuova ANTEAS denominata “ANTEAS MEURREDDIA IGRESIENTI ODV”  ha un direttivo composto oltre che dal presidente e dai due vice presidenti, da altri quattro volontari.

Tantissime sono le persone (giovani e meno giovani, lavoratori e pensionati) che hanno chiesto di entrare a far parte di questa associazione di volontariato come “soci”.

«Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia…buon lavoro.»

 

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 Portal 1 copiaNinetto Deriu

Ieri sera si è tenuto l’incontro tra le segreterie territoriali Fsm, Fiom e Uilm del Sulcis Iglesiente, i rappresentanti delegati dei lavoratori, l’imprenditore Nino Deriu e l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, sulla vertenza Port.Al. (ex Ila).

Nel corso dell’incontro sollecitato da tempo dalle Organizzazioni Sindacali si è analizzato lo stato di avanzamento della vertenza e affrontato tutte le criticità inerenti la stessa e legate alle condizioni economiche dei lavoratori fuoriusciti dai percorsi di ammortizzatore sociale.

La Fsm-Cisl ha chiesto all’assessore Piras di conoscere le prospettive della vertenza per quanto riguarda l’investimento Biofuel, strettamente legato alla finalizzazione del progetto complessivo di riavvio dello stabilimento. Considerato anche, che per tale investimento a oggi non risulta presentato alcun progetto e non risultano nemmeno sciolti i nodi inerenti lo scorporo del finanziamento complessivo che inizialmente riguardava un investimento per tre stabilimenti in tutta Italia poi successivamente ridotti per una serie di vicissitudini a uno.

Il sindacato ha inoltre chiesto lumi sull’iniziativa di smantellamento degli impianti portata avanti dall’imprenditore, per capire quale tipologia di macchinari sono stati smontati e collocati sul mercato e su quanto l’assenza degli stessi inciderà nell’eventuale riavvio, col nuovo investimento, della fabbrica.

Infine, ha chiesto quali strumenti intende introdurre l’Amministrazione regionale, per far fronte alla grave condizione di tutti quei lavoratori che hanno già perso o stanno perdendo l’ammortizzatore sociale, avanzando proposte mirate che potrebbero soddisfare le esigenze dei lavoratori in questione, garantendo agli stessi una nuova copertura salariale fino alla eventuale concretizzazione positiva della vertenza.

L’assessore Piras ha risposto che per quanto riguarda il Biofuel, rispetto alla situazione di stallo dei mesi scorsi, ci sono segnali che fanno ben sperare per un rinnovato interesse dell’investitore. Nel contempo ha confermato che, a breve, partirà una sperimentazione inerente l’utilizzo di Biomasse all’interno della centrale Enel di Portovesme, proprio con la società Mossi Ghisolfi. L’assessore Piras, su sollecitazione delle Parti Sociali, si è impegnata a interloquire con il Governo nazionale per propiziare un tavolo in sede di Ministero con la società Mossi e Ghisolfi, per comprendere definitivamente, una volta per tutte, se l’interesse per l’investimento di Portovesme è concreto ed eventualmente per seguire l’iter per il compimento e la finalizzazione dello stesso.

Per quanto riguarda lo smantellamento degli impianti, Ninetto Deriu, su sollecitazione dell’assessore dell’Industria, ha ribadito che i macchinari rimossi e rivenduti rappresentano una minima parte degli impianti, ritenuta obsoleta e, quindi, ininfluente per un potenziale riavvio futuro dello stabilimento.

Sulla questione degli ammortizzatori sociali, l’assessore Piras si è impegnata a partecipare a un tavolo con l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, per identificare dei percorsi che possano portare alla messa in sicurezza economica dei lavoratori ex Ila ex percettori di ammortizzatore sociale.

Nel contempo, l’assessore, recependo le nostre proposte si è impegnata a continuare l’interlocuzione politica già iniziata con la delibera regionale del 29 dicembre, con la quale si chiedeva al Governo nazionale l’assegnazione per i Poli Industriali di Portovesme e Porto Torres del riconoscimento di “aree di crisi industriale complesse”. Un riconoscimento che garantirebbe oltre che finanziamenti e interventi per la reindustrializzazione delle sopracitate aree anche la possibilità di concedere ai lavoratori coinvolti, straordinari strumenti di salvaguardia del reddito per ovviare alla loro grave situazione economico-sociale e accompagnarli fino alle eventuali risoluzioni delle vertenze.

«Inutile ricordare – sostengono Rino Barca, Remo Fantin e Roberto Cerniglia, rappresentanti della Fsm-Cisl – che i proclami e gli impegni devono finalmente lasciare spazio agli interventi concreti e che la vertenza ex Ila è un tassello fondamentale della filiera dell’alluminio del Sulcis Iglesiente.

E’ bene ricordare che tale filiera per strutturazione, consistenza, capacità produttiva ma soprattutto per il poderoso valore aggiunto qualitativo, ha rappresentato e può nuovamente rappresentare una delle realtà industriali tra le più importanti in Italia.

Una filiera produttiva che con i giusti interventi di riequilibrio degli storici gap energetici e infrastrutturali è assolutamente competitiva sotto tutti i punti di vista.

Una realtà industriale nella sua totalità strategica della quale nessun governo degno di questo nome realmente affezionato agli interessi del proprio paese, farebbe mai a meno. Così come succede all’estero – concludono Rino Barca, Remo Fantin e Roberto Cerniglia – in tutte le altre nazioni progredite.»

Sono stati consegnati ieri mattina nella Chiesa di Gesù Divino Operaio, agli operatori della Caritas Diocesana, i giocattoli donati da tanti cittadini solidali a favore dei bambini poveri del territorio nell’ambito dell’iniziativa della segretaria sindacale FSM-CISL. Hanno partecipato in tanti all’iniziativa di grande solidarietà, durata due settimane: Rino Barca, Enea Pilloni, Massimo Cara, Claudia Mariani, Giuseppe Puddu, Franco Sanna, Gianluca Caria, Katiuscia Solinas, Cristina Bullegas, Remo Fantin, Simona Pabis, Marco Pisu, il delegato e responsabile della Caritas Giovanni Busia, Elio Acca, il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti, l’assessore dei servizi sociali Maria Marongiu, il sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda, il consigliere regionale Ignazio Locci, la responsabile cittadina di Sel Laura Pilloni, il responsabile della Pastorale per il lavoro Don Salvatore Benizzi, il responsabile cittadino delle Caritas Don Giulio Demontis, il parroco di Gesù Divino Operaio, Don Giampaolo Cincotti, i lavoratori Meridiana che hanno spedito 1.200 giocattoli che uniti a quelli già raccolti permetteranno di accontentare gran parte dei bimbi poveri dell’intero territorio.

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Ninetto Deriu si arrende alla burocrazia, la Port.Al non decollerà e i lavoratori ex Ila occupano la Regione. Nell’aria ormai da giorni, la “resa” dell’imprenditore di Iglesias che quasi tre anni fa ha rilevato lo stabilimento ex Ila con un progetto di rilancio molto ambizioso, è stata ufficializzata con grande amarezza. Dal momento dell’acquisizione dello stabilimento, Ninetto Deriu ha investito nel progetto circa 8 milioni di euro, nell’attesa, rilevatasi vana, della firma di un decreto della Giunta regionale per il via libera all’installazione di un mini parco eolico. Tre le pale richieste, due quelle concesse, in prima battuta, in sede di conferenza di servizi, ma resta un ostacolo da superare, una norma legislativa che vieta la realizzazione di nuovi impianti a meno di tre km dal mare, per superare la quale, visto lo stato in cui si trova l’area industriale, ormai compromessa dalla presenza delle industrie e del parco eolico dell’Enel, è necessario un provvedimento della Giunta regionale, promesso più volte ma mai arrivato.

L’annuncio dell’imprenditore, com’era prevedibile, ha scatenato la reazione dei lavoratori ex Ila che stamane hanno occupato la Regione, «per richiamare le istituzioni ad un’assunzione di responsabilità chiara e netta su una vertenza che, a causa della burocrazia e dell’indecisione politica, da due anni e mezzo non riesce a trovare uno sbocco positivo per oltre 140 padri di famiglia che aspettano di poter tornare a lavorare».

«L’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras – dice Remo Fantin, delegato RSU FSM-CISL – ci aveva assicurato che la nostra vertenza sarebbe stata seguita in prima persona direttamente dal presidente della Regione Pigliaru e, ad oggi, questo non è avvenuto e siamo qui per richiamare la Regione a questo impegno e a un’assunzione di responsabilità generale per la risoluzione della stessa.»

«E’ arrivato il momento delle decisioni coraggiose da parte della Regione – aggiunge Rino Barca, segretario regionale FSM-CISL -. Lo stabilimento ex Ila è stato tra i primi a chiudere nel polo industriale di Portovesme. Se ci fosse una reale volontà politica – conclude Rino Barca – questo stabilimento potrebbe essere il primo a ripartire e, finalmente, 140 famiglie recupererebbero il lavoro e uno stipendio e l’economia agonizzante del Sulcis Iglesiente porrebbe finalmente iniziare a registrare una netta inversione di tendenza.»

Il gruppo Deriu, già oggi ha 350 dipendenti in servizio, 140 sono quelli prossimi al rientro con il rilancio produttivo della Portal e 120 quelli previsti dal progetto del centro termale Coquaddus. Vista la drammaticità della crisi, oggi più che mai il Sulcis e gli imprenditori attendono risposte dalla politica in tempi certi. Senza le pale eoliche la fabbrica non potrebbe riaprire, in quanto il costo dell’energia graverebbe in misura eccessiva sulla produzione e non si capisce proprio perché i tempi autorizzativi debbano essere tanto lunghi, con il rischio di compromettere l’intero progetto ed il ricollocamento di 140 lavoratori diretti ed almeno di un centinaio indiretti.

Ninetto Deriu