22 December, 2024
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Martedì sera, alle 20.45, al Teatro Centrale di Carbonia, per la stagione di prosa e danza del Cedac 2018, è in programma lo spettacolo Mvula Sungani Physical Dance – Odyssey Ballet, musiche AA.VV., con Emanuela Bianchini e con i solisti della compagnia Mvula Sungani Physical Dance, arrangiamenti e musica dal vivo Alessandro Mancuso e Riccardo Medile, costumi di Giuseppe Tramontano, regia e coreografie Mvula Sungani

“Una storia d’amore mediterranea”: Odyssey Ballet è un balletto innovativo in cui la Physical Dance di Mvula Sungani si fonde con le musiche etniche dell’area mediterranea. La contaminazione alle base della creatività dell’artista italo-africano, la forte matrice etnica della sua ricerca, l’innovazione dei linguaggi proposti, il tema dell’integrazione, rendono questa nuovissima opera multidisciplinare un momento di riflessione sulle tematiche sociali attuali. Il cast di altissimo livello vede l’etoile Emanuela Bianchini ed i solisti della Mvula Sungani Physical Dance danzare su musiche elettroniche miscelate ad esecuzioni dal vivo. La regia e le coreografie sono di Mvula Sungani, le musiche originali e di origine popolare, i costumi di dello stilista Giuseppe Tramontano, le luci le scene ed i multimedia degli MSPD Studios.

Il tema dell’integrazione del “diverso” molto caro al regista e coreografo che ha vissuto un’infanzia complessa per le sue origini africane in un Italia che all’epoca non era pronta a comprendere l’altro e quello dell’emergenza umanitaria relativa ai clandestini che sta vivendo il nostro meridione, vogliono porre l’accento sull’odissea di chi nel mare vede il futuro e nel mare ripone tutte le sue speranze, le speranze di chi vorrebbe solo poter vivere una vita serena con chi ama…

L’autore, fortemente stimolato dal proprio vissuto, formula una personale e suggestiva ipotesi: e se il poema fosse un racconto sentimentale autobiografico scritto da una donna che pensa al proprio uomo partito per un viaggio della speranza e le protagoniste femminili dell’opera fossero tutte alter-ego della stessa autrice? Potrebbe sembrare un’ipotesi folle eppure questa teoria è sostenuta da alcuni tra i più importanti esperti in poemi epici e da accreditati letterati del ‘900 come Samuel Butler, Robert Graves e L.G. Pocock.

L’aspetto psicologico dell’opera ci presenta un racconto pieno di simboli e simbologie; Calipso può rappresentare il matrimonio, Nausicaa l’innamoramento, Circe ed i suoi incantesimi la trasgressione, mentre Penelope la fedeltà. Allo stesso tempo il Ciclope e le altre figure mitologiche sono maschere delle incertezze date dal futuro. La volontà dell’autore è quella di rappresentare un’opera visiva di tipo cinematografico. Il linguaggio coreografico è la physical dance, risultato di una fusione di tecniche classiche e contemporanee contaminate con la danza etnica, le tecniche circensi, l’acrobatico e le arti marziali. I costumi e l’ideazione scenografica prevedono una visione essenziale, stilizzata e l’imponente impatto visivo di un disegno luci innovativo conferisce all’opera la spettacolarità delle più grandi produzioni.

 

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Una “storia d’amore mediterranea” per la Stagione di Danza 2017-18 del CeDAC con “Odyssey Ballet” di Mvula Sungani – in tournée nell’Isola nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna: dopo il debutto in prima regionale venerdì 23 febbraio, alle 21.00, al Teatro Comunale di San Gavino Monreale, l’affascinante spettacolo ispirato al celebre poema omerico sarà in cartellone sabato 24 febbraio, alle 21.00, nel Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer, domenica 25 febbraio, alle 21.00, al Teatro Civico Oriana Fallaci di Ozieri (con una matinée per le scuole lunedì 26 febbraio) e infine martedì 27 febbraio alle 20.45 approderà al Teatro Centrale di Carbonia.

Odyssey Ballet” s’ispira ad uno dei poemi fondanti della letteratura occidentale, tradizionalmente attribuito al cieco aedo, cantore delle gesta di re e guerrieri alla conquista di Troia e del periglioso viaggio di Ulisse verso la sua “petrosa” Itaca tra i capricci degli dei e l’imperscrutabilità del fato, per raccontare il dramma di coloro che abbandonano la patria e i propri cari in cerca di fortuna e di chi – madri e spose, sorelle e fratelli, genitori e figli – ne attende a casa il ritorno tra angoscia e speranza. Un moderno balletto, costruito come un racconto per quadri, con una rigorosa partitura per corpi in movimento in cui l’eleganza della danza classica e l’espressività e la libertà della danza contemporanea si fondono ai caratteri dei diversi balli tradizionali, ma anche alle tecniche circensi e alle arti marziali secondo la cifra energica e sensuale della Mvula Sungani Physical Dance.

Sulle tracce del poeta vittoriano Samuel Butler, per il quale le sottili analisi psicologiche e la conoscenza dell’universo femminile presenti nei versi suggerivano l’esistenza di una poetessa, forse siciliana, all’origine dell’Odissea (un’intuizione ripresa da Robert Graves e da Lewis Greville Pocock) Mvula Sungani crea il suo “Odyssey Ballet” privilegiando il punto di vista dell’autrice, donna innamorata e fedele, irresistibile seduttrice, tenera e ardente, custode del focolare e degli affetti.

Sull’evocativa colonna sonora curata ed eseguita da Alessandro Mancuso e Riccardo Medile, tra musiche popolari e brani originali, le (dis)avventure del sovrano d’Itaca e gli incontri con il Ciclope e altre figure mitologiche, che diventano le «maschere delle incertezze del futuro», fanno da contrappunto alle malìe di Circe e all’amore di Calipso, alla giovinezza di Nausicaa e alla pazienza di Penelope: tutte le figure femminili rappresentano altrettante sfaccettature dell’ipotetica autrice, proiezioni della sua complessa personalità e dei suoi cangianti stati d’animo.

Un’opera visionaria e coinvolgente, ricca di simbolismi, quella del coreografo italo-africano con esordi da enfant prodige e all’attivo un’intensa carriera in Italia e all’estero, che affronta con taglio quasi cinematografico un tema cruciale come l’integrazione e l’incontro con l’altro in un’epoca caratterizzata da intensi e inarrestabili flussi migratori: nel mondo greco antico l’ospite era sacro, come dimostra l’accoglienza riservata ad Ulisse nella terra dei Feaci, di contro alla ferocia del Ciclope, ma soprattutto a fronte della xenofobia verso gli stranieri che giungono sulle nostre coste al termine di moderne, spesso terribili, “odissee”.

Odyssey Ballet” di Mvula Sungani racchiude l’idea del tempo sospeso, della solitudine e dell’ansia della sposa e della consapevolezza dei rischi cui va incontro chi sceglie o è costretto a varcare il mare o il deserto: alle insidie per chi parte, oltre alle tentazioni e alle distrazioni lungo il cammino e alla necessità di confrontarsi e sconfiggere “mostri” che son metafora dei tanti pericoli e ancor più dei giustificati timori, corrisponde allo stillicidio dei minuti e delle ore per rimane e vive nel tempo indefinito dell’attesa, fra speranza e disperazione. Il desiderio di una donna – la poetessa immaginata da Butler e Graves e la sua moderna erede – prende la forma delle eroine del mito, incantatrici e sapienti: se Calipso può rappresentare il matrimonio, Nausicaa l’innamoramento, Circe la trasgressione, mentre Penelope la fedeltà, in ciascuna di loro è un riflesso dell’autrice, una variazione sul tema della dolcezza e della passione nella trama di “una storia d’amore mediterranea”.