22 November, 2024
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Uomini in marcia, il nuovo film di Peter Marcias, debutta in anteprima mondiale alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma (Selezione Uffciale, “Special Screening”). L’annuncio è stato diramato oggi nella capitale durante la conferenza stampa di presentazione della rassegna, in programma dal 18 al 29 ottobre 2023 all’Auditorium Parco della Musica.

Un film prezioso, quello di Marcias, che raccoglie cento anni di lotte per il lavoro in Italia: un viaggio nelle campagne e nelle fabbriche, nelle Isole, al Nord e al Sud del paese. Un racconto corale che unisce testimonianze d’archivio e nuove interviste, con il contributo di due grandi protagonisti del cinema internazionale: Ken Loach e Laurent Cantet, probabilmente i più autorevoli cineasti a misurarsi con i temi del lavoro.

Uomini in marcia trova il suo innesco in Sardegna, dove 27 comuni del Sulcis Iglesiente, nei primi anni Novanta, diedero vita a una protesta di massa dapprima nel territorio e poi a Roma.

«Rimasi colpitospiega Peter Marciasdai materiali degli archivi del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria, che su quella vicenda aveva già avviato un importante lavoro di raccolta di testimonianze e documentazione. Ma poi mi chiesi: cosa è successo prima di quell’evento? E cosa sta accadendo ora? Da quel momento in poi ho iniziato a “disturbare” e interrogare lavoratori, sindacalisti, politici, professori di diritto, registi, cantanti, per farmi raccontare il mondo del lavoro in Italia.»

Uomini in marcia – prodotto da Agnese Ricchi e Mario Mazzarotto per Ganesh Produzioni in collaborazione con RAI Cinema – vuole essere uno sguardo indietro al recente passato, per marciare insieme a chi ha combattuto e difeso un diritto, vitale e fondamentale, oggi sempre più negato e svilito nel suo significato etico: quello al lavoro e alla sua dignità. Voci di lotta, interviste, riflessioni vibrano nel magma fluttuante delle immagini di repertorio, a ricordarci che la storia siamo noi.

Insieme alle testimonianze di Ken Loach (inflessibile narratore della workingclass) e di Laurent Cantet (autore dallo sguardo veramente incisivo che osa temi durissimi come lo scontro sociale e generazionale insieme) e alle voci di Peppino La Rosa, Giampaolo Puddu, Bruno Saba, Antonello Cabras, Salvatore Cherchi, la voce narrante principale è di Gianni Loy, professore di diritto del lavoro all’Università di Cagliari dal 1975 al 2014, scrittore e poeta.

Uomini in marcia

Film di Peter Marcias

Scritto e diretto da PETER MARCIAS

Con GIANNI LOY, KEN LOACH, LAURENT CANTET

Testimonianze di PEPPINO LA ROSA, BRUNO SABA, GIAMPAOLO PUDDU, SALVATORE CHERCHI, ANTONELLO PIROTTO, ANTONELLO CABRAS

Testimonianze d’archivio di MARIO SCELBA, GIUSEPPE DI VITTORIO, LAURA CONTI, GINO GIUGNI, LUCIANO LAMA, ARRIGO MIGLIO, GIACOMO BRODOLINI

Fotografia SIMONE RUGGIU

Aiuto regia ANTONIO GIANFAGNA

Suono RICCARDO PODDA

Musica STEFANO GUZZETTI

Montaggio FABRIZIO FEDERICO

Produttori AGNESE RICCHI, MARIO MAZZAROTTO

Prodotto da GANESH PRODUZIONI, ULTIMA ONDA PRODUZIONI in collaborazione con RAI CINEMA, AAMOD, CINETECA SARDA SOCIETÀ UMANITARIA, MORGANA STUDIO con il sostegno della FONDAZIONE SARDEGNA FILM COMMISSION – BANDO FILMING CAGLIARI

World Sales THE OPEN REEL

Genere DOCUMENTARIO

Anno 2023, ITALIA

Durata 75 minuti circa.

 

E’ stato presentato questa mattina c/o la Sala Fabio Masala della Fabbrica del Cinema il cortometraggio dal titolo “Donne Vita Libertà” il quale rappresenta il prodotto finale del Progetto “Ciak in fabula “Iniziativa realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso da MIC- MIM e MIBACT” sul linguaggio cinematografico e audiovisivo come oggetto e strumento di educazione e formazione.

Il Progetto ha inteso raccontare la parità di genere e le pari opportunità attraverso Cineforum, Laboratori di Lettura, di Animazione alla lettura e scrittura di soggetti cinematografici, pensati per leggere storie ed insegnare a usarle al fine di rappresentare il presente, creando un orizzonte narrativo prima e cinematografico poi e ha coinvolto l’intero Istituto Comprensivo “G. Marconi” dalla scuola dell’Infanzia, alla Primaria e Secondaria di primo grado dei Comuni di San Giovanni Suergiu, Tratalias, Giba e Masianas, ma ha potuto concretizzarsi grazie al supporto tecnico della Società Umanitaria di Carbonia e degli operatori e delle operatrici che lavorano c/o la Fabbrica del cinema: Simone Manca, Riccardo Podda, Roberta Crepaldi, Simone Cabitza. Marco Marras, che ha curato le sessioni di cineforum rivolte agli alunni e le alunne, Luca Gambula che ha realizzato le musiche e curato il sound design del film e Nicola Trullu che ha seguito le coreografie.

Come hanno tenuto a sottolineare le docenti coinvolte nel progetto Barbara Cao e Cristina Boi: «È stato un lavoro di squadra. Determinante il lavoro e il contributo di tutti: del dirigente scolastico, della segreteria, delle maestre dell’Infanzia e della Primaria, dei colleghi e delle colleghe della Scuola Secondaria di primo grado che col loro grande lavoro hanno dato un apporto fondamentale alla realizzazione del progetto e del cortometraggio, fornendo il materiale (disegni, racconti, soggetti, storyboard)su cui poi gli alunni del laboratorio di Cine-teatro e danza hanno elaborato la sceneggiatura di “Donne, vita, Libertà!»

«La sceneggiatura è la sintesi dei 3 soggetti cinematografici che sono stati selezionati da una giuria composta da docenti esterni all’Istituto ed esperti di cinema che ha valutato i prodotti tenendo conto della pertinenza al tema, della coerenza interna, della correttezza grammaticale dei testi, della struttura narrativa, dell’effettiva traducibilità nel linguaggio cinematografico e della completezza dello storyboard:»

 

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Un bellissimo evento di musica live per ricordare Lorenzo Murroni, lo stimato medico di Cortoghiana scomparso nello scorso mese di febbraio all’età di 66 anni. Il dottor Murroni, nel corso della sua carriera professionale, lavorò al Pronto Soccorso dell’Ospedale Sirai, per poi operare come medico di famiglia negli ambulatori di Bacu Abis, Nuraxi Figus e Cortoghiana. Oltre all’attività di medico, Lorenzo Murroni era un amante della musica in tutte le sue forme e generi. Una passione che trasmise anche ai figli. Per ricordare la sua figura, Marco Sulas, Roberto Pala ed Alessandro Frau, hanno organizzato, con il patrocinio del comune di Carbonia, il 1° Memorial Lorenzo Murroni, che si svolgerà domani, sabato 1° settembre a Cortoghiana presso il Bar Pili, a partire dalle ore 21.30.

Sono diverse le band locali che si esibiranno:

“Intreccio”, gruppo musicale nato agli inizi degli anni Ottanta e composto da Roberto Pala alla chitarra, Marino Usai al basso e Pino Biggio alla batteria, con la partecipazione di Roberta Murroni come voce;

• I “Bentrees”, nati alla fine del 2012, sono un power duo stoner/psych con base a Iglesias, composto da Riccardo Podda (chitarra e voce) e Mauro Cocco alla batteria;

• La band “Maluentu”, attiva dal 2011, vede Renato Peracchio alla batteria e nella parte vocale, Giorgio Fioraso al basso e come voce, Massimo Calia alla chitarra ed Aldo Gai alla tastiera ed alla parte vocale;

“Gramma Vedetta”: un power trio formatosi a Londra nel 2016, formato da Daniele Murroni (chitarra e voce), Basetta (basso e cori), Valadis alla batteria. Una band che proporrà brani dei Monster Magnet, Soundgarden, Nirvana, Black Sabbath, Corrosion of Conformity.

Al fine di consentire lo svolgimento in sicurezza dell’intera manifestazione è stata disposta la chiusura del traffico veicolare nella giornata di sabato 1° Settembre, dalle ore 19.00 alle ore 24.00, nel corso Amedeo di Savoia, nel tratto compreso tra via Bresciano e via Grandiacquet.

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La mattina del 19 ottobre 1937 il Capo del Governo, Benito Mussolini, firmava il decreto che sanciva la nascita del comune di Carbonia, 14 mesi prima dell’inaugurazione della città; il pomeriggio di quello stesso giorno, dieci minuti prima della conclusione del turno di lavoro, 14 minatori perdevano la vita in una tragica esplosione (8 si salvarono, tra loro un ragazzino di soli 15 anni, Antonio Canè), nel pozzo di Schisorgiu, nell’area dove ora sorge il parcheggio del supermercato Lidl, all’incrocio tra la via Logudoro e la via Dalmazia. Quella tragedia è rimasta a lungo nascosta, nessun organo di informazione se ne occupò, per l’evidente interesse del Governo di non influenzare l’opinione pubblica, per la quale con la nascita di Carbonia, città destinata ad una rapida crescita nel bacino carbonifero per lo sfruttamento dell’unica risorsa energetica disponibile per il soddisfacimento del fabbisogno dell’intera Nazione, si aprivano concrete prospettive di lavoro.

A distanza di 80 anni, quella tragedia viene ricostruita e diventa il tema di un progetto di ricostruzione della memoria storica, “Schisorgiu 1937”, presentato ieri pomeriggio, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nei locali dello Spazio Ex-Di’ Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema, in piazza Sergio Usai, nella Grande Miniera di Serbariu a Carbonia.

Alla conferenza, presentata da Paolo Serra, Direttore del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – La Fabbrica del Cinema, sono intervenuti Mario Zara, presidente dell’associazione Amici della Miniera; Sabrina Sabiu, assessore della Cultura del comune di Carbonia e studiosa della storia delle miniere del Sulcis; Sandro Mantega, giornalista e curatore storico del progetto; il regista Paolo Carboni; Monica Porcedda, direttore artistico del gruppo teatrale La Cernita e Riccardo Podda, operatore della Cooperativa Progetto S.C.I.L.A. per i Servizi Audiovisivi del Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis.

Il progetto si propone di rendere omaggio a quei minatori attraverso la realizzazione di una docu-fiction, della durata di 40/50 minuti, che ricostruisca le vicende legate all’incidente di Schisorgiu sia attraverso la documentazione esistente, ma, soprattutto, fissando con filmati ed interviste, le ultime testimonianze che è ancora possibile raccogliere tra i familiari dei minatori coinvolti in quella tragedia. Un progetto che si inquadra in un percorso, avviato da tempo, di recupero della memoria storica e della cultura mineraria della Sardegna e del Sulcis Iglesiente, territorio, quest’ultimo, dove proprio la cultura mineraria si è radicata più profondamente.

Il progetto è promosso dal Centro di Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria-Fabbrica del Cinema, con il patrocinio dell’assessorato ai Beni culturali della Regione Autonoma della Sardegna, l’assessorato della Cultura del comune di Carbonia, in stretta collaborazione con l’Associazione Amici della Miniera di Carbonia ed il supporto dei Servizi Audiovisivi del Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis, della Cooperativa Progetto S.C.I.L.A., della Sezione di Storia Locale, e dell’Associazione Sonebentu.

Vediamo ora le interviste realizzate ieri, al termine della conferenza stampa, con Mario Zara e Sandro Mantega.

   

 

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Verrà presentato questo pomeriggio, alle ore 17.00, nel corso di una conferenza stampa che si terrà nei locali dello Spazio Ex-Di’ Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema, in piazza Sergio Usai, nella Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, il progetto SCHISORGIU 1937.

Alla conferenza interverranno Paolo Serra, Direttore del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – La Fabbrica del Cinema, Sabrina Sabiu Assessore alla Cultura del Comune di Carbonia, Mario Zara, presidente dell’Associazione Amici della Miniera, Sandro Mantega, giornalista e curatore storico del progetto, il regista Paolo Carboni, Monica Porcedda, direttore artistico del gruppo teatrale La Cernita e Riccardo Podda, operatore della Cooperativa Progetto S.C.I.L.A. per i Servizi Audiovisivi del Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis.

Proprio il 19 ottobre di quest’anno ricorre il ottantesimo anniversario della tragedia di Schisorgiu. Il 19 ottobre del 1937 una violenta esplosione devastò il cantiere minerario di Schisorgiu, aperto ai piedi della collina di Monte Sirai. In quella piana, un anno dopo, sarebbe sorta Carbonia. Fu un incidente terribile nel quale persero la vita 14 minatori, alcuni immediatamente, altri nei mesi successivi e dopo atroci sofferenze.

Fu quello il più grave infortunio nella storia delle miniere della Sardegna anche se, purtroppo, il sacrificio di quei minatori è stato quasi completamente dimenticato.

Il progetto si propone di rendere omaggio a quei minatori attraverso la realizzazione di una docu-fiction, della durata di 40 o 50 minuti, che ricostruisca le vicende legate all’incidente di Schisorgiu sia attraverso la documentazione esistente, ma, soprattutto, fissando con filmati e interviste le ultime testimonianze che è ancora possibile raccogliere tra i familiari dei minatori coinvolti in quella tragedia.

Un progetto che si inquadra in un percorso, avviato da tempo, di recupero della memoria storica e della cultura mineraria della Sardegna e del Sulcis-Iglesiente, territorio, quest’ultimo, dove proprio la cultura mineraria si è radicata più profondamente.

Il progetto è promosso dal Centro di Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria-Fabbrica del Cinema, con il patrocinio dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Autonoma della Sardegna, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Carbonia, in stretta collaborazione con l’Associazione Amici della Miniera di Carbonia e il supporto dei Servizi Audiovisivi del Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis, della Cooperativa Progetto S.C.I.L.A., della Sezione di Storia Locale, e dell’Associazione Sonebentu.

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Francesco “Chichittu” Serra è il titolo della messa in scena che debutta domani, venerdì 1 settembre, alle 19.00, a Talana, in località Su Lompathu. Lo spettacolo – che chiude idealmente il festival nel festival dedicato ai comuni dell’Isola con meno di tremila abitanti – è stato scritto da Rita Atzeri e Vinicio Cannas, la regia è della stessa Atzeri, che sarà in scena con Antonio Luciano, Giovanni Trudu, Marta Gessa e Daniela Vitellaro (e con i piccoli Riccardo Podda, Lorenzo e Marisa Angius) e con i Tenores Murales di Orgosolo a fare da contrappunto musicale.
A essere raccontata è la storia, vera, di Francesco Serra, rapito all’età di 4 anni a Talana, venduto nelle coste del Nord Africa, privato della propria identità e degli affetti più cari, trattato da servo, fino a quando la nonna putativa, in punto di morte, lo invita a fuggire, svelandogli il mistero della sua origine. Francesco, ormai giovane uomo, viaggia da una regione all’altra del continente nordafricano, unendosi e mercanti e a una pattuglia inglese, che sfortunatamente finisce su un campo minato: gli unici sopravvissuti sono Francesco e un soldato inglese.

Grazie a un commerciante di lupini, Chichittu, con l’identità di Giuseppe Di Bello, raggiunge l’Italia, la Sicilia. Lì conosce l’amore ed inizia la ricerca sulla sua vera identità. Attraverso gli articoli di alcune riviste viene riconosciuto dai suoi fratelli e dalle sue sorelle. Il ricongiungimento con i familiari a Talana non è coronato dalla gioia di rivedere la madre, già scomparsa. Per mancanza di lavoro dalla Sardegna torna in Sicilia, dove muore nel 2011. La vicenda è ricostruita nella messa in scena partendo dall’intervista che una giovane giornalista fece a Francesco Serra alla fine degli anni ’90. Nello spettacolo presente e passato si fondono in un continuo rimando a ricordi lontani, teatro documento che tocca il tema universale dell’identità, dell’eterna ricerca di sé.

Seguirà una degustazione di prodotti tipici.

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Ancora un appuntamento e una nuova produzione del Crogiuolo per il NurArcheoFestival – Intrecci nei teatri di pietra, la rassegna diretta da Rita Atzeri.

Francesco “Chichittu” Serra è il titolo della messa in scena che debutta venerdì 1 settembre, alle 19.00, a Talana, in località Su Lompathu. Lo spettacolo – che chiude idealmente il festival nel festival dedicato ai comuni dell’Isola con meno di tremila abitanti – è stato scritto da Rita Atzeri e Vinicio Cannas, la regia è della stessa Atzeri, che sarà in scena con Antonio Luciano, Giovanni Trudu, Marta Gessa e Daniela Vitellaro (e con i piccoli Riccardo Podda, Lorenzo e Marisa Angius) e con i Tenores Murales di Orgosolo a fare da contrappunto musicale.
A essere raccontata è la storia, vera, di Francesco Serra, rapito all’età di 4 anni a Talana, venduto nelle coste del Nord Africa, privato della propria identità e degli affetti più cari, trattato da servo, fino a quando la nonna putativa, in punto di morte, lo invita a fuggire, svelandogli il mistero della sua origine. Francesco, ormai giovane uomo, viaggia da una regione all’altra del continente nordafricano, unendosi e mercanti e a una pattuglia inglese, che sfortunatamente finisce su un campo minato: gli unici sopravvissuti sono Francesco e un soldato inglese.

Grazie a un commerciante di lupini, Chichittu, con l’identità di Giuseppe Di Bello, raggiunge l’Italia, la Sicilia. Lì conosce l’amore e inizia la ricerca sulla sua vera identità. Attraverso gli articoli di alcune riviste viene riconosciuto dai suoi fratelli e dalle sue sorelle. Il ricongiungimento con i familiari a Talana non è coronato dalla gioia di rivedere la madre, già scomparsa. Per mancanza di lavoro dalla Sardegna torna in Sicilia, dove muore nel 2011. La vicenda è ricostruita nella messa in scena partendo dall’intervista che una giovane giornalista fece a Francesco Serra alla fine degli anni ’90. Nello spettacolo presente e passato si fondono in un continuo rimando a ricordi lontani, teatro documento che tocca il tema universale dell’identità, dell’eterna ricerca di sé.

Seguirà una degustazione di prodotti tipici.