2 November, 2024
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Stamattina si è tenuto un incontro, al ministero dello Sviluppo economico, tra le organizzazioni sindacali, la Regione Sardegna e il vice ministro Claudio De Vincenti per fare il punto sulla cessione dello smelter di produzione alluminio ex Alcoa: «Abbiamo appreso che la trattativa tra le 2 aziende prosegue positivamente, pur restando ancora irrisolte alcune criticità fondamentali (ambientali e burocratiche) per la riuscita dell’operazione. Le parti si rincontreranno presto a Ginevra, presumibilmente nella seconda settimana di Gennaio 2015», hanno detto Massimo Cara, Romeo Ghilleri e Nicola Baire, delegati RSU della FSM-CISL.

«Prosegue il negoziato tra Alcoa e Glencore dopo l’incontro positivo, ma da considerarsi ancora preliminare avvenuto il 10 dicembre negli Stati Uniti tra i due gruppi industriali – ha commentato Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl -. Il prossimo incontro avverrà nella prima metà di gennaio 2015 presso la sede di Glencore in Svizzera. Sullo sfondo del negoziato sono state poste le questioni relative alle bonifiche ambientali da entrambi i gruppi affinché vi siano distinzioni di oneri e responsabilità tra impresa subentrante e quella uscente, così come previsto dal 252bis del Codice ambientale. Abbiamo infine richiesto che i lavoratori dello smelter ex-Alcoa licenziati nella seconda metà di dicembre siano considerati come bacino prioritario per ricollocamento relativo all’eventuale riavvio dello stabilimento e di nuove iniziative industriali nell’area.»

«Abbiamo registrato dei primi passi avanti, ma non abbiamo ancora nessuna certezza sul riavvio del sito di Alcoa, nonostante l’impegno del Governo – hanno dichiarato Maria Antonietta Vicario e Stefano Lai, rispettivamente segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici e segretario provinciale dell’Ugl Metalmeccanici Carbonia Iglesias -, al termine della riunione è stato sottoscritto un verbale di incontro nel quale il ministero ha confermato l’impegno del Governo e della Regione Sardegna per la  salvaguardia dei lavoratori di Alcoa in mobilità, in una prospettiva di reindustrializzazione del sito o di altre attività e progetti contemplate nel Piano Sulcis. E’ inoltre previsto l’impegno, sempre da parte della Regione, a programmare specifici corsi di formazione per il reimpiego dei lavoratori dell’indotto.»

«Ad oggi, però, la discussione tra Alcoa e Glencore – concludono Vicario e Lai – è ancora in una fase interlocutoria, senza notizie certe sull’eventuale acquisizione e reindustrializzazione dell’impianto oppure sulla ricollocazione dei lavoratori. Bisognerà aspettare il prossimo incontro tra le due società, previsto per i primi di gennaio. Inoltre, resta ancora da risolvere la problematica, evidenziata da entrambe le società, sulla responsabilità delle bonifiche necessarie, aldilà della conferma da parte di Alcoa degli impegni già presi con il ministero dell’Ambiente e su cui si attendono ulteriori dettagli relativi alla discussione con il Consorzio Industriale per la bonifica delle falde acquifere.»

Nella giornata odierna il ministero ha aggiornato le organizzazioni sindacali anche sullo stato della vertenza Eurallumina e dell’investimento industriale sul Biofuel: «Per quanto riguarda il Biofuel, il ministero ci ha informato che si stanno ultimando tutti gli aspetti burocratici, tecnici e fiscali e a breve dovrebbero iniziare i lavori di costruzione dello stabilimento per la produzione di bioetanolo che rappresenterà un’opportunità lavorativa per centinaia di lavoratori», dichiara Rino Barca, segretario regionale Fsm-Cisl.

«Il vice ministro De Vincenti su precisa richiesta delle organizzazioni sindacali, ha riferito che nel programma interno al memorandum, non si parla assolutamente di esuberi o altre questioni organizzative, così come paventato da altre organizzazioni sindacali nei giorni scorsi. E in tal senso abbiamo chiesto alla Regione e al Governo un accordo di salvaguardia e reintegro, in caso di cessione dello stabilimento, per i 436 dipendenti licenziati alla data del 22 dicembre 2014», conclude Rino Barca.

Per quanto riguarda i lavoratori degli appalti e in corso un confronto serrato col Governo e la Regione Sardegna per la tutela e l’inserimento degli stessi nei corsi di formazione e riqualificazione professionale tesi alla ricollocazione nei nuovi investimenti industriali e nella preservazione e tutela degli organici in un’ottica di riavvio dello stabilimento di alluminio di Portovesme.

Questo Natale acquistiamo e doniamo un giocattolo a un bambino povero. E’ l’iniziativa di solidarietà che la segreteria Fsm Cisl del Sulcis Iglesiente ha deciso di lanciare in questi giorni a sostegno dei bambini provenienti da famiglie disagiate nel Sulcis Iglesiente.

Una raccolta di giocattoli nuovi per contribuire direttamente ad allietare il Natale ai bambini del territorio che a causa della situazione economica difficile delle proprie famiglie, riceveranno pochi, e in molti casi niente regali.

L’iniziativa, rivolta a tutti i cittadini indistintamente, partirà mercoledì sera e si articolerà per tutto il mese di dicembre:

Si potranno donare i giochi nelle giornate di mercoledì 10, venerdì 12, lunedì 15, mercoledì 17.00 e venerdì 19.00 dalle ore 17.30 fino alle ore 19.30 e in quelle di sabato 13 e 20 dalle ore 9.30 alle ore 12.30 portandoli nella sede della Fsn Cisl in via Mazzini n. 41 a Carbonia. Per qualsiasi informazione si potrà chiamare il numero 346 0171989.

«Come Fsm Cisl – spiega Rino Barca -, riteniamo fondamentale lanciare iniziative di solidarietà e sensibilizzazione di questo tipo nel nostro territorio che come è tristemente noto è stato terribilmente colpito dalla crisi economico-lavorativa negli ultimi anni e dove a causa della chiusura delle grandi realtà produttive e l’effetto domino da esse indotto in tutta l’economia territoriale, migliaia di famiglie ormai sopravvivono sotto il regime minimo di povertà e spesso esclusivamente grazie al sostegno dei servizi sociali dei comuni e al sostegno delle Caritas. Pensiamo che oltre alla lotta serrata senza cedimenti che stiamo portando avanti a tutti i livelli nel Sulcis Iglesiente per la riapertura delle realtà produttive e per il rilancio occupazionale, sia indispensabile riscoprire quei valori di cooperazione e solidarietà che da sempre appartengono alla cultura della nostra terra e che sono fondamentali per sostenere, in questi tempi difficilissimi, anche tutti coloro meno fortunati che hanno perso il lavoro e che, come ci ricordava solo un anno fa Papa Francesco, non vogliono perdere la speranza.»

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La mattinata del sottosegretario della presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e del governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, nel Sulcis, è iniziata a Portovesme, al presidio dei lavoratori Alcoa. Nel corso del breve incontro, sono stati sviscerati i problemi legati alla trattativa in corso per la cessione dello stabilimento, tra la multinazionale Alcoa che ha deciso di abbandonare il Sulcis e l’Italia, e la multinazionale svizzera Glencore che già opera da anni nel territorio, con la Portovesme srl. Il sottosegretario ha confermato l’impegno del Governo per la soluzione della vertenza, attraverso il riconoscimento al soggetto imprenditoriale che subentrerà ad Alcoa, di tariffe energetiche competitive.

Secondo il segretario regionale FSM-CISL Rino Barca, «è indispensabile accelerare i tempi perché sono arrivate le lettere di licenziamento per i lavoratori diretti. Chiediamo al governo di impegnarsi a trovare una formula per tutelare in prospettiva tutti i lavoratori dello stabilimento, compresi quelli degli appalti». «La visita di Delrio, in questo particolare momento – ha aggiunto Barca -, ci rende fiduciosi ed è la dimostrazione che il percorso intrapreso dal governatore Pigliaru su spinta delle organizzazioni sindacali, grazie soprattutto alla grande iniziativa di lotta dei lavoratori in presidio di fronte ai cancelli da oltre 217 giorni, sta permettendo alla vertenza per la riapertura dello stabilimento di avere la giusta considerazione anche da parte del governo nazionale.»

«Raramente, al di fuori della campagna elettorale – ha aggiunto Massimo Cara, delegato Rsu FSM-CISL -, si è visto uno dei massimi esponenti del governo nazionale venire nel nostro territorio, in mezzo ai lavoratori, a prendere degli impegni. Se questa è l’attenzione e l’impegno del governo non possiamo che essere ancora più fiduciosi per l’esito finale della vertenza. Certo, la parola fine verrà detta esclusivamente quando ripartiranno gli impianti.»

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Ninetto Deriu si arrende alla burocrazia, la Port.Al non decollerà e i lavoratori ex Ila occupano la Regione. Nell’aria ormai da giorni, la “resa” dell’imprenditore di Iglesias che quasi tre anni fa ha rilevato lo stabilimento ex Ila con un progetto di rilancio molto ambizioso, è stata ufficializzata con grande amarezza. Dal momento dell’acquisizione dello stabilimento, Ninetto Deriu ha investito nel progetto circa 8 milioni di euro, nell’attesa, rilevatasi vana, della firma di un decreto della Giunta regionale per il via libera all’installazione di un mini parco eolico. Tre le pale richieste, due quelle concesse, in prima battuta, in sede di conferenza di servizi, ma resta un ostacolo da superare, una norma legislativa che vieta la realizzazione di nuovi impianti a meno di tre km dal mare, per superare la quale, visto lo stato in cui si trova l’area industriale, ormai compromessa dalla presenza delle industrie e del parco eolico dell’Enel, è necessario un provvedimento della Giunta regionale, promesso più volte ma mai arrivato.

L’annuncio dell’imprenditore, com’era prevedibile, ha scatenato la reazione dei lavoratori ex Ila che stamane hanno occupato la Regione, «per richiamare le istituzioni ad un’assunzione di responsabilità chiara e netta su una vertenza che, a causa della burocrazia e dell’indecisione politica, da due anni e mezzo non riesce a trovare uno sbocco positivo per oltre 140 padri di famiglia che aspettano di poter tornare a lavorare».

«L’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras – dice Remo Fantin, delegato RSU FSM-CISL – ci aveva assicurato che la nostra vertenza sarebbe stata seguita in prima persona direttamente dal presidente della Regione Pigliaru e, ad oggi, questo non è avvenuto e siamo qui per richiamare la Regione a questo impegno e a un’assunzione di responsabilità generale per la risoluzione della stessa.»

«E’ arrivato il momento delle decisioni coraggiose da parte della Regione – aggiunge Rino Barca, segretario regionale FSM-CISL -. Lo stabilimento ex Ila è stato tra i primi a chiudere nel polo industriale di Portovesme. Se ci fosse una reale volontà politica – conclude Rino Barca – questo stabilimento potrebbe essere il primo a ripartire e, finalmente, 140 famiglie recupererebbero il lavoro e uno stipendio e l’economia agonizzante del Sulcis Iglesiente porrebbe finalmente iniziare a registrare una netta inversione di tendenza.»

Il gruppo Deriu, già oggi ha 350 dipendenti in servizio, 140 sono quelli prossimi al rientro con il rilancio produttivo della Portal e 120 quelli previsti dal progetto del centro termale Coquaddus. Vista la drammaticità della crisi, oggi più che mai il Sulcis e gli imprenditori attendono risposte dalla politica in tempi certi. Senza le pale eoliche la fabbrica non potrebbe riaprire, in quanto il costo dell’energia graverebbe in misura eccessiva sulla produzione e non si capisce proprio perché i tempi autorizzativi debbano essere tanto lunghi, con il rischio di compromettere l’intero progetto ed il ricollocamento di 140 lavoratori diretti ed almeno di un centinaio indiretti.

Ninetto Deriu

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Cresce la preoccupazione dei lavoratori #Alcoa che proseguono il presidio all’ingresso dello stabilimento di Portovesme, dopo l’annuncio fatto lunedì scorso dai vertici aziendali sulla chiusura definitiva dello smelter di alluminio primario, considerato non più competitivo.

Quelli che si stanno vivendo, sono giorni di attesa, come hanno confermato questa mattina Rino Barca, segretario della #FSM CISL e Bruno Usai della #FIOM CGIL, nel presidio di #Portovesme.

«Sia il vice ministro Claudio De Vincenti sia il governatore Francesco Pigliaru ci hanno assicurato che nulla è cambiato – ha detto Rino Barca – ma è chiaro che tra i lavoratori c’è preoccupazione e bisognerà attendere metà settembre, per conoscere le determinazioni cui è giunta la multinazionale #Glencore sull’acquisizione dello stabilimento.»

Il nodo da sciogliere è sempre lo stesso: il costo dell’energia!

«Da questo punto di vista siamo moderatamente fiduciosi – ha sottolineato Bruno Usai – perché pare si stiano realizzando le precondizioni che fino a ieri erano sempre mancate.»

Le precondizioni sono un accordo con #Enel per il riconoscimento alla #Glencore di un prezzo favorevole, sui 25-30 euro a MWh, indispensabile per rendere la produzione competitiva, considerato che i costi energetici incidono pesantemente sul bilancio complessivo del ciclo produttivo. Dalle indiscrezioni emerse nelle ultime settimane, #Enel sarebbe disponibile all’accordo ma resta da superare il problema della durata. Enel sarebbe disposta alla concessione per un periodo di 7 anni mentre la #Glencore, dalle indiscrezioni raccolte, chiederebbe almeno 10 anni.

Nell’attesa, i lavoratori mantengono la mobilitazione e nel presidio di #Portovesme, da ormai quasi quattro mesi, ci sono sempre, giorno e notte, almeno una ventina di lavoratori, mentre all’interno dello stabilimento operano 30 loro colleghi, 15 diretti e 15 delle imprese d’appalto, per garantire la manutenzione degli impianti che sono tenuti nelle condizioni di poter riprendere la produzione in tempi molto brevi.

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Una delegazione di lavoratori Alcoa ed i rappresentanti sindacali dei metalmeccanici Roberto Forresu, Rino Barca e Daniela Piras, hanno partecipato questa mattina all’udienza settimanale del Papa. Ancora una volta la vertenza dello stabilimento di Portovesme, chiuso ormai da tempo ed in attesa della definizione della trattativa per il passaggio di proprietà, è stata portata così all’attenzione nazionale ed internazionale.

I tre sindacalisti, accompagnati dall’arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, da sempre vicino alle battaglie dei lavoratori del Sulcis fin dagli anni della sua esperienza da vescovo di Iglesias, hanno donato a Papa Francesco una giacca da operaio ed un piatto in ceramica raffigurante la Cattedrale di Santa Maria di Monserrato di Tratalias.

I lavoratori rivendicano, per l’immediato, il pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga, un preciso programma per l’avvio dei lavori di bonifica del territorio e la realizzazione delle infrastrutture necessarie a rendere lo stesso appetibile per nuovi investimenti. L’interesse più forte resta però legatoalla trattativa per la cessione dello stabilimento che vede protagonista la multinazionale elvetica Klesch.

Al rientro dalla Capitale, domani mattina i lavoratori si riuniranno in assemblea nella sala riunioni dello stabilimento di Portovesme per definire un nuovo calendario di manifestazioni.

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Nuovo allarme per i lavoratori dell’Alcoa di Portovesme in cassintegrazione che, salvo fatti nuovi, dal 1 gennaio 2014 verranno collocati tutti in mobilità.

Il segretario provinciale della Fsm Cisl, Rino Barca, ha annunciato oggi che le organizzazioni sindacali hanno ricevuto la comunicazione dell’avvio delle procedure di licenziamento collettivo da parte dei vertici dell’azienda. Il rappresentante sindacale ha spiegato che, a questo punto, ci sono ora 75 giorni di tempo a disposizione per evitare che i lavoratori vengano espulsi dal circuito produttivo.

Cresce l’attesa, intanto, per il nuovo incontro al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza Alcoa che dovrebbe svolgersi all’inizio della prossima settimana. I lavoratori si stanno mobilitando per presenziare in massa ed è previsto che a partire per Roma siano almeno 300.