22 November, 2024
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«Stiamo assistendo all’ennesima vergognosa ingiustizia a danno delle lavoratrici e dei lavoratori del Servizio sanitario regionale. I lavoratori precari, assunti per far fronte alla pandemia da Covid-19, oggi hanno ricevuto la retribuzione senza il salario di produttività che è stato assicurato alle colleghe e ai colleghi che come loro hanno lavorato in questi anni di pandemia. Abbiamo posto il problema ieri pomeriggio all’attenzione dell’assessorato regionale della Sanità che ci ha comunicato che visti gli stanziamenti statali di emergenza che non coprivano interamente le quote di risorse necessarie ad assicurare l’applicazione corretta di tutti gli istituti contrattuali, compresa la produttività, le risorse aggiuntive dovevano essere stanziate dalle Regioni per assicurare la piena applicazione del contratto a tutte le lavoratrici e lavoratori impegnati in prima linea nella pandemia.»
Lo scrivono, in una nota, Roberta Gessa, Massimo Cinus e Fulvia Murru, segretari della FP Cgil, Cisl FP e Uil FPL.
«A fronte del fatto che il finanziamento del Fondo Sanitario Regionale è a totale carico della nostra Finanziaria, che non ha provveduto finora, chiediamo alla Giunta regionale ed al Consiglio che sta discutendo in questi giorni la DDL OMNIBUS 2 di mettere immediatamente a disposizione le somme necessarie per consentire anche ai lavoratori e alle lavoratrici assunti appositamente per far fronte alla Pandemiaconcludono Roberta Gessa, Massimo Cinus e Fulvia Murru, di avere riconosciuti gli stessi diritti dei loro colleghi con cui hanno lavorato fianco a fianco in questi anni terribili.»

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La presidenza del Consiglio si farà carico di rappresentare alla Giunta regionale e all’assessore alla Sanità la grave situazione di disagio in cui sono costretti a lavorare i dipendenti delle aziende sanitarie della Sardegna. Lo ha assicurato il presidente dell’Assemblea sarda, Michele Pais, ai sindacati confederali. Una delegazione di Cgil, Cisl e Uil è stata ricevuta dalla Conferenza dei capigruppo al termine della manifestazione organizzata questa mattina sotto il palazzo di via Roma per denunciare i problemi irrisolti della sanità sarda.

I sindacati lamentano gravissimi deficit organizzativi e gestionali oltre alla cronica carenza di personale: «A due mesi dalla fine del lockdown, la sanità sarda è ancora in emergenza ha detto la segretaria regionale della Funzione pubblica della Cgil Roberta Gessa – l’attività ordinaria non è ancora ripresa. Per la carenza di personale molti servizi restano chiusi e, senza un piano di assunzioni, non potranno essere riaperti in sicurezza. E’ necessario procedere alle stabilizzazioni e rafforzare gli organici. Gli operatori sanitari meritano di più: abbiamo i salari più bassi d’Italia e, rispetto ai nostri colleghi europei, guadagniamo in media il 50% in meno».

«L’emergenza Covid non ha insegnato niente ha aggiunto Fulvia Murru della UIL FPL la politica prima ci ha riempito di elogi e poi ci ha dimenticati. La nostra categoria ha pagato un prezzo altissimo a causa della pandemia, abbiamo avuto due morti e 150 contagiati. Eppure non si vuole far nulla. Il progetto di riforma della sanità non dà risposte ai cittadini e agli operatori sanitari. Niente si dice sulle liste di attesa e sull’assistenza sanitaria nei territori.»

Della difficile situazione gestionale ha parlato anche il segretario regionale della Cisl FP Massimo Cinus: «La sanità è senza governo le aziende sanitarie continuano ad essere commissariate, non può essere questo il modello di gestione ordinario».

I capigruppo hanno convenuto sulla necessità di un immediato cambio di rotta: «La politica ha il dovere di dare una sterzataha detto il capogruppo di Leu Daniele Cocconon è ammissibile che alcune decisioni prese all’unanimità in commissione Sanità non siano state attuate. C’è una risoluzione sulle liste d’attesa che è rimasta lettera morta. Stesso discorso sulle stabilizzazioni».

«Le belle parole non bastano piùha aggiunto il capogruppo dei M5S Desirè Mancaè ora di dare risposte concrete ai cittadini e agli operatori sanitari. Questa situazione non può andare avanti». Più cauto il consigliere di Fratelli d’Italia Antonio Mario Mundula: «Il Covid è stato uno tsunami per la sanità. E’ vero che la politica ha dettato le linee guida ma occorre capire se le strutture sanitarie siano in grado di applicarle in sicurezza. Serve senso di responsabilità».

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha definito “inaccettabile” la mancata ripresa delle normali attività ospedaliere: «La sensazione è che ci sia stato un black out nella catena di comando. Sulla necessità di intervenire sul contratto integrativo degli operatori sanitari siamo d’accordo. Il problema è vecchio, la politica deve portare avanti un’azione comune nei confronti delle aziende sanitarie».

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, infine, ha auspicato un’inversione di rotta sul modello di governance: «I commissariamenti sono un limite. Non si capisce perché non si nominino i direttori generali almeno nelle strutture dove questo è possibile come il Brotzu e l’Aou di Sassari. Il problema va superato».

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Ieri mattina, su richiesta delle Segreterie Regionali di FP CGIL, FP CISL e UIL FPL, si è tenuto l’incontro convocato in video conferenza dal prefetto di Cagliari sullo stato dell’arte della procedura di concordato AIAS.

Vi hanno preso parte il Prefetto, l’assessore regionale alla Sanità, le OO.SS. di categoria di CGIL, CISL e UIL e l’AIAS, rappresentata dalla Presidente e dal Direttore generale, con l’assistenza di due nuovi consulenti dell’azienda, dott. Mocci e avv. Macciotta.

«Alle richieste di un puntuale aggiornamento sulla procedura di concordato e sullo stato delle misure per la sicurezza sul lavoro nonché al quesito posto sul significato del cambiamento dei consulenti incaricati dall’AIAS, manifestate – oltre che dalle organizzazioni sindacali anche dai rappresentanti istituzionali presenti, l’associazione non ha rispostosi legge in una nota dei segretari di FP CGIL Roberta Gessa, CISL FP Massimo Cinus e UIL FPL Fulvia Murru -. La proroga della conclusione della procedura di concordato a metà giugno ha consentito all’AIAS il proseguimento della propria ricognizione delle situazioni debitorie e delle attività economiche e di sostenere che è possibile l’uscita dalla procedura con la continuità aziendale, insieme al pagamento dei debiti a proprio carico. L’AIAS, su nostra esplicita richiesta, ha affermato di aver considerato per la sostenibilità della proposta di “continuità” anche i crediti vantati verso la committenza ed una significativa rivalutazione della produttività dei servizi gestiti come elementi essenziali di tale prospettiva.»

«Riguardo alla riapertura dei servizi chiusi per effetto dell’emergenza Covid-19aggiungono Roberta Gessa, Massimo Cinus e Fulvia Murru, l’AIAS ha affermato di aver quasi terminato la predisposizione dei protocolli per la sicurezza nei singoli centri gestiti, che invierà nei prossimi giorni all’ATS ed all’Assessorato alla Sanità. Le OO.SS. hanno manifestato insoddisfazione, disappunto e perplessità per la genericità delle risposte fornite in merito al cambiamento di strategia aziendale che, proprio per l’assenza di qualsivoglia informazione utile a comprendere le possibilità di attuazione in termini concreti, esprimono forte preoccupazione.»

FP CGIL, FP CISL e UIL FPL hanno richiesto la presentazione di un quadro meno generico che renda noti i termini della proposta aziendale per il concordato nel massimo rispetto delle procedure di legge e del ruolo del Tribunale di Cagliari; istanza sostenuta dai rappresentanti istituzionali presenti.

«Su sollecitazione del Prefetto si è pervenuti a concordare una successiva riunione, che potrà tenersi ai primi del mese di giugno, alla quale l’AIAS ha richiesto che partecipino anche le OO.SS. autonome presenti in azienda, le quali – come chiarito dal Prefetto – non hanno partecipato all’incontro odierno in quanto non hanno avanzato richieste in tal senso. Per quanto riguarda la predisposizione dei protocolli aziendali per la sicurezza ai fini del contenimento dell’emergenza Covid, FP CGIL – FP CISL e UIL FPL hanno richiesto ed ottenuto che tali protocolli siano sottoposti alla valutazione preventiva delle OO.SS., in attuazione degli accordi nazionali sulla sicurezza del 14 marzo e del 24 aprile, recepiti dal Governo italiano.»

Le segreterie regionali FP CGIL, FP CISL e UIL FPL si sono riservate le valutazioni a riguardo delle proprie iniziative da oggi al mese di giugno, «perché intendono andare avanti per uscire definitivamente dalla crisi infinita, non accetteranno alcun passo indietro».

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La vertenza AIAS non si sblocca ed i lavoratori incrociano nuovamente le braccia con una giornata di sciopero, domani, giovedì 19 dicembre.

«In questi ultimi giorni da diverse strutture AIAS di tutta la Sardegna, ci stanno arrivando delle segnalazioni secondo le quali, alcuni solerti coordinatori e direttori sanitari, abbiano stilato delle circolari per stabilire i contingenti minimi essenziali per la giornata di sciopero, proclamata per il 19 dicembre – scrivono in una nota i segretari FP CGIL Roberta Gessa, FP CISL Davide Paderi e UIL FPL Fulvia Murru –. Il tutto in barba alle vigenti normative in materia di sciopero e di contingenti minimi. Sì, perché la maggior parte di queste strutture che erogano prestazioni di riabilitazione ambulatoriale e domiciliare che non devono garantire un’assistenza h24. Se ciò non bastasse, in questi giorni, anche uno dei legali del concordato sta facendo il giro delle maggiori strutture a ciclo continuativo per convincere i lavoratori che lo sciopero è sbagliato e che danneggia i lavoro che loro stanno facendo per evitare il fallimento. Tutto ciò sta creando forte sconcerto e confusione perché molti di questi lavoratori, per paura di incorrere in sanzioni disciplinari che in AIAS sono la norma, stanno decidendo di non aderire più allo sciopero.»

«Per fare un po’ di chiarezza ribadiamo che, così come ha scritto la Commissione Nazionale di Garanzia sullo sciopero nella nota prot. n. 0016804/SNT/PVT del 30/10/2019 inviata alle segreterie regionali di categoria, in cui nella stessa si dice che l’accordo di regolamentazione dell’esercizio del diritto di sciopero nel comparto del Servizio Sanitario Pubblico del 20/09/2001, è applicabile anche al settore Sanità Privata, come da delibera n. 04/612 del 11 novembre 2004 – aggiungono Roberta Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru -. In modo particolare l’art. 2 chiarisce quali sono i servizi che si possono considerare servizi essenziali e ancora meglio l’art. 3 comma 3 recita testualmente quanto segue “per contingenti di personale da impegnare nelle altre prestazioni indispensabili, va fatto riferimento ai contingenti impiegati nei giorni festivi, ove si tratti di prestazioni normalmente garantista in tali giorni”. Quindi vanno garantiti solo i servizi H24 ed il personale individuato per i contingenti minimi, e quindi esonerato dallo sciopero, deve essere individuato di norma, e di volta in volta, con criterio di rotazione.»

Roberta Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru hanno chiesto al prefetto di Cagliari, Bruno Corda, al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, «un immediato intervento affinché vengano a cessare queste azioni di ostruzionismo/terrorismo messe in campo da AIAS e che si dia piena libertà ai lavoratori di decidere se aderire o meno allo sciopero regionale del 19 dicembre, con manifestazione sotto l’assessorato regionale alla Sanità di via Roma, a Cagliari. Si evidenzia, purtroppo, una continua e mai cessata ingerenza ed attività gestionale diretta dei vertici Aias e dei loro fiduciari, nonostante siano in atto procedure formali che avrebbero richiesto atteggiamenti diversi e più rispettosi di una disperazione dei lavoratori ormai certificata e oggettiva, negata per anni».

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E’ durissima la reazione dei segretari regionali FP CGIL Roberta Gessa, FP CISL Davide Paderi e UIL FPL Fulvia Murru, alle ultime dichiarazioni dell’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu.

«Sono sconcertanti e gravissime le dichiarazioni dell’assessore Nieddu sui sindacati confederali che hanno proclamato lo sciopero generale del prossimo 7 ottobre – scrivono in una nota Roberta Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru -. A margine di una conferenza stampa nella quale era presente anche il presidente della Regione, l’assessore Nieddu, nervoso forse perché nei fatti inconcludente sulla vertenza AIAS, descrive come “sedicenti” le organizzazioni sindacali. Anziché preoccuparsi di trovare una soluzione e rispondere alla disperazione dei lavoratori ed al forte appello del Prefetto, l’assessore Nieddu sceglie l’insulto.»

«Questi scivoloni sono boomerang che tornano indietro e qualificano e rivelano stile e cultura democratica. Andiamo avanti senza timore, neppure di insulti da nervosismo politico. Era ovvio che Mario Nieddu su AIAS sarebbe stato imbrigliato da logiche assurde – concludono Roberta Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru – e così la realtà lo sta condannando a non decidere o incidere per niente.»

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Le segreterie FP-CGIL, FP-CISL e UIL-FPL hanno organizzato un’assemblea dei lavoratori AIAS per il 30 settembre, in vista dello sciopero proclamato per il 7 ottobre, per contestare ancora una volta l’irregolarità nella corresponsione degli stipendi e richiedere una fase nuova per il servizio e la tutela del lavoro.

«Nonostante le dichiarazioni e gli impegni presi dalla politica e le iniziative del Consiglio e della Giunta, i lavoratori ed il servizio vivono ancora una situazione di disagio e preoccupazione – spiegano i tre segretari Roberta Gessa, Massimo Cinus e Fulvia Murru -. È necessaria una svolta decisiva e concreta da parte delle Istituzioni alle quali si chiede di avere il coraggio di definire la vertenza. Organizziamo pertanto un’assemblea del personale in vista dello sciopero proclamato per il 7 ottobre, per contestare ancora una volta l’irregolarità nella corresponsione degli stipendi e richiedere una fase nuova per il servizio e la tutela del lavoro.»

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Le sette sigle sindacali presenti tra i lavoratori dell’AIAS sono state ascoltate ieri pomeriggio in Consiglio regionale dalla commissione d’inchiesta presieduta dall’on. Gianfranco Ganau. Piergiorgio Piu (Ugl) ha affermato che «sino al 2016 i lavoratori AIAS hanno ricevuto gli stipendi ma dal 2017 questo non è accaduto più mentre il servizio, comunque, viene effettuato». Per il leader della CSS Giacomo Meloni, «molti lavoratori sono senza stipendio da aprile scorso ma anche i mesi precedenti ad aprile sono stati pagati soltanto in parte».

Critiche verso i ritardi del tavolo tecnico convocato in Regione da settimane sono arrivate da Martino Sarritzu (Isa): «E’  necessario conoscere al più presto gli esiti di questi confronti tra ATS ed AIAS. In ogni caso da dieci giorni AIAS ha firmato la convenzione con la Regione ma i lavoratori non sono stati ancora pagati”.

Per i confederali la prima a parlare è stata Fulvia Murru (UIL), che ha offerto una ricostruzione della complessa vicenda a partire dal 2007: «In passato la cassa integrazione è stata gestita secondo le simpatie della proprietà e ancora oggi ci sono grandi situazioni debitorie verso i lavoratori: parliamo undici stipendi arretrati. In più, i lavoratori iscritti ai confederali sono vessati e talvolta anche licenziati per questo: siamo convinti che la riabilitazione debba tornare al pubblico e se alla politica non piace la soluzione di Sas Domos allora ci indichi un’altra soluzione». Sulla stessa linea Roberta Gessa (CGIL): «Questa è la vertenza più grossa della Sardegna, con oltre mille lavoratori e una situazione di evidente monopolio che deve cessare». Per Efisio Aresti (UIL), invece, «come fa AIAS a pagare 20 milioni di euro ai suoi creditori tra stipendi e forniture se i suoi crediti verso la Regione sono molto inferiori? E’ chiaro che versa in una situazione fallimentare».

Mentre per Luisella Spignesi (CISL) «è chiaro ormai che Aias ha trasferito sui suoi dipendenti il rischio di impresa», la CGIL è intervenuta con Giorgio Pintus, che ha denunciato «un enorme stato di insoddisfazione dei lavoratori» e ha annunciato una richiesta di intervento ai carabinieri «per verificare se le prestazioni erogate sono rispettose degli standard previsti per la sicurezza sul lavoro».

A conclusione delle audizioni, il presidente Gianfranco Ganau ha detto: «Sono soddisfatto per gli incontri di oggi che ci hanno permesso di conoscere a fondo la vicenda attraverso i differenti punti di vista. La commissione d’inchiesta attenderà gli esiti del tavolo tecnico convocato in assessorato e alla fine lavorerà ad individuare entro l’anno una soluzione politica da proporre al Consiglio regionale per la vertenza AIAS e sul fronte della riabilitazione, nell’interesse esclusivo dei pazienti e dei lavoratori».

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Non si ferma la mobilitazione delle segreterie regionali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, sulla vertenza AIAS. Questa mattina hanno inviato una nota al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, al capigruppo del Consiglio regionale, ai lavoratori, alla questura di Cagliari, agli organi di informazione ed alla direzionale generale AIAS, con la quale annunciano la convocazione dell’assemblea dei lavoratori AIAS davanti al Palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, a Cagliari, per le ore 15.00 di giovedì 18 luglio.

«Per i lavoratori – scrivono in una nota Roberta Gessa (FP CGIL), Davide Paderi (CISL FP) e Fulvia Murru (UIL FPL) – vanno previste tutte le prerogative in base all’art. 11 del CCNL AIAS del 2010/2012. La situazione AIAS e Fondazione richiede concretezza e determinazione da parte della politica regionale – Andiamo sotto il Consiglio regionale – concludono Roberta Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru – proprio per chiedere soluzioni urgenti rispetto alla gravità della vicenda, sia per i lavoratori che per la tenuta dei servizi.»

Il Centro AIAS di Cortoghiana.

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«Le crescenti tensioni e strumentalizzazioni relative alla vertenza AIAS sono indirizzate male, in quanto, purtroppo, cercano di colpire non la causa della crisi ma invece chi sta cercando faticosamente di far rispettare le regole, dare qualità al servizio e tutela e salvaguardia del lavoro.»

Lo scrivono, in una nota, i segretari regionali di FP CGIL Roberta Gessa, CISL FP Davide Pateri e UIL FPL Fulvia Murru.

«Il pagamento dello stipendio è un diritto sacrosanto in tutti i settori; per CGIL, CISL e UIL è una coerenza col diritto e la civiltà del lavoro. Nella vertenza AIAS questo diritto p da tempo venuto meno, come sono venute meno le relazioni sindacali ed il dialogo necessario, soprattutto in un’azienda in crisi da anni come AIAS – aggiungono Roberta Gessa, Davide Pateri e Fulvia Murru -. Da tempo AIAS ha scelto di rompere con CGIL, CISL e UIL e licenziare una serie di dirigenti sindacali, rei solo di aver espresso opinioni libere e non offensive. La regola, prevista in altri contratti ed appalti e dal 2017 prevista in Sardegna finalmente per questo settore, mette tutti gli operatori di fronte ad una responsabilità aziendale importante. Pagare lo stipendio per poter avere il rinnovo della convenzione. ATS non ha, purtroppo, applicato in questi mesi alcune parti fondamentali della delibera della Giunta regionale. Perciò ATS ha in parte favorito AIAS, non applicando del tutto la delibera, ad esempio rispetto ai rigidi vincoli delle verifiche mensili sulla regolarità stipendiale e previdenziale. Addirittura oggi ATS paga AIAS prima di tutti.»

«E’ oggettivo che non è colpa di Arru se AIAS non paga gli stipendi correnti ed arretrati. Non è colpa di Arru se AIAS non trova una società che fornisce una fidejussione valida che sblocchi le risorse. Non è colpa di Arru se i soldi che AIAS ha già preso da ATS e dai Comuni non sono andati tutti ai lavoratori e che quelli che ancora mancano per le mensilità dovute ai lavoratori, sono molto ma molto superiori al credito reale vantato dall’Associazione – sottolineano ancora Roberta Gessa, Davide Pateri e Fulvia Murru -. Nei confronti di Arru non siamo stati teneri in occasione della riforma e abbiamo anche realizzato un grande sciopero generale, ma non ci sono mai state azioni violente e offensive della sua persona. Al netto delle polemiche appositamente confuse, per CGIL, CISL e UIL – concludono Roberta Gessa, Davide Pateri e Fulvia Murru – tutti i lavoratori AIAS devono lavorare con serenità professionale e la garanzia del salario. Dopo anni di disperazione, gli utenti e i lavoratori in un settore così delicato, non meritano una simile situazione, che non è stata creata da altri se non dal vertice AIAS.»

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Dopo la rescissione del contratto tra Regione Sardegna ed AIAS annunciata oggi in una conferenza stampa dall’assessore regionale della Sanità Luigi Arru e del direttore generale dell’ATS Sardegna Fulvio Moirano, ora è attesa la reazione dell’AIAS.

Ieri, presso la struttura AIAS di Cortoghiana, si è tenuta l’assemblea dei dipendenti organizzata dai sindacati CSS – UGL – FIALS – ISA – CONFINTESA, e dal Comitato spontaneo dipendenti AIAS, firmatari dell’accordo del 24 luglio scorso, che – si legge in una nota -, «dopo essere stato illustrato e a lungo dibattuto con moltissimi interventi è stato approvato con voto unanime dai lavoratori e collaboratori AIAS presenti.

L’Assemblea ha sottolineato che ora la vertenza si deve focalizzare sui due punti principali dell’accordo:

– Proroga della convenzione ATS/AIAS almeno fino al 31 dicembre 2018;

– Rispetto degli impegni assunti dall’Assessore on. Arru e dal Direttore Generale ATS dr. Moirano con la delegazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali il 19/07/2018 su:

– pagamenti delle quote sociali dovute dai comuni;

– pagamento quote relative alle prestazioni già effettuate dai lavoratori e dovute dall’Azienda Tutela Salute, che sbloccherebbero di fatto il pagamento degli stipendi di tutti i dipendenti AIAS attualmente senza retribuzione da circa 9 mesi.

L’Assemblea ha votato all’unanimità la partecipazione alla manifestazione che si è tenuta a partire dalle ore 9.00 ad oltranza fino alla certezza delle determine richieste – sotto il palazzo della direzione ATS-Sardegna in Via Pier della Francesca, 1 Selargius»

Il 27 luglio i segretari regionali di FP CGIL Roberta Gessa, CISL FP Davide Pateri e UIL FPL Fulvia Murru, hanno inviato una lettera-diffida al presidente dell’AIAS di Cagliari, Anna Paola Randazzo, invitandola a non applicare l’accordo sottoscritto dalla stessa AIAS con le organizzazioni sindacali autonome.

Lunedì, 30 luglio, la presidente dell’AIAS di Cagliari, Anna Paola Randazzo, ha inviato una contro-diffida alle stesse organizzazioni sindacali, pubblicata ieri nel sito aziendale.

«Riscontriamo la Vs. del 27 luglio u.s.. Ne contestiamo integralmente il contenuto. L’accordo sindacale del 24 Luglio 2018 è legittimo, valido ed efficace – scrive Anna Paola Randazzo -. Con riferimento alla Vs. pseudo diffida inviataci in data 28/07/2018, si ricorda ai Firmatari della Stessa che l’AIAS Cagliari è libera di portare avanti consultazioni, trattative e di sottoscrivere accordi con qualsiasi Sigla Sindacale, ancor più se firmataria del CCNL vigente AIAS, quando ritiene, secondo coscienza e conoscenza della propria disponibilità economica, di compiere qualsiasi azione a tutela, salvaguardia e a favore dei propri dipendenti.
Per quanto riguarda le OO.SS. CISL e UIL, abbiamo conferito specifica delega  all’AIAS Nazionale di coinvolgere le Segreterie Nazionali delle Stesse per la “FIRMA PER ADESIONE” dell’Accordo siglato in data 24/07/2018 dalla scrivente Associazione e dalle OO.SS. firmatarie del Contratto (UGL, FIALS e ISA) e da altre OO.SS. autonome, ma che hanno iscritti tra i dipendenti, oltre ai Rappresentanti del Comitato Spontaneo dei Dipendenti a seguito di Loro specifica richiesta di incontro.
Ricordiamo alle OO.SS. in indirizzo e all’AIAS Nazionale, che l’adesione al CCNL vigente AIAS da parte della CISL è avvenuta in costanza di un procedimento ex art. 28, legge n. 300/70 promosso dalla stessa O.S. in Sardegna, conclusosi per Essa negativamente. 
Per quanto riguarda la CGIL non possiamo non rimarcare che quest’ultima Organizzazione Sindacale non è firmataria del CCNL, e, quindi Essa può chiedere un confronto solo su espressa delega del singolo dipendente.
La firma dell’accordo del 24 luglio è solo l’ultimo atto che segue una serie di incontri tra l’AIAS e le OO.SS, comprese CGIL CISL e UIL, che qui ci preme riepilogare.  
Come a Voi ben noto, già in data 06/06/2018, la scrivente Associazione nell’incontro presso l’Hotel Panorama, non solo Vi ha sensibilizzato per trovare una soluzione concreta alla situazione venutasi a creare a causa del “gravissimo” inadempimento della ATS ed, in generale, dell’Amministrazione Sanitaria Regionale,  ma Vi ha anche informato sulla situazione creatasi a seguito delle Vostre richieste alla ATS di revoca delle Convenzioni, datate 10 Aprile e 10 Maggio u.s., e ha proposto, quindi, come a tutti gli altri Sindacati presenti, di concordare insieme un eventuale PIANO DI RIENTRO DELLE MENSILITA’ ARRETRATE con modalità e tempi compatibili con le allora disponibilità finanziarie. 
Al contrario, le Vs. OO.SS. hanno perseverato in un’azione sindacale sostanzialmente priva di contenuti e totalmente scollegata alla realtà dei fatti, che volutamente non avete mai rappresentato in maniera corretta e veritiera anche agli organi di stampa.
Vi ricordiamo di avervi invitato a partecipare all’incontro tenutosi in data 11/06/2018 con le altre OO.SS. firmatarie del CCNL per informarVi di un ipotesi da Noi predisposta per il rientro delle mensilità arretrate,  al quale non avete partecipato e non avete fatto sapere il motivo della Vs. assenza.

Ricordiamo inoltre che dopo tale vostra mancata partecipazione avete continuato le Vs. “interlocuzioni” dirette ed unilaterali con l’assessore alla Sanità e l’ATS senza coinvolgere l’AIAS e le OO.SS. firmatarie del CCNL, UGL FIALS e ISA, ed affermando falsamente di rappresentare tutti i lavoratori per reiterare specifiche richieste di revoca delle convenzioni;  atteggiamento questo che prefigura una chiara e manifesta volontà di “ingerire nella gestione delle attività” dell’AIAS di Cagliari.
Pertanto,
a) Nel frattempo, procederemo, a seconda dei pagamenti che verranno effettuati dai Comuni e dall’ATS, a rispettare il piano di rientro previsto nell’accordo del 24/07/2018.
b) Restiamo in attesa di ricevere Vostre eventuali proposte alternative concrete e attuabili;
nel mentre Vi diffidiamo
– dal portare avanti la Vostra volontà di chiedere la revoca dei Contratti tra l’AIAS e l’ATS;
– di avere interlocuzioni che abbiano quale oggetto l’attività dell’AIAS con qualsiasi Amministrazione Pubblica senza la presenza dei rappresentanti dell’AIAS.»
Oggi nella vertenza si è inserita l’iniziativa dell’ATS Sardegna che ha annunciato la rescissione del contratto tra Regione Sardegna e AIAS. Lo scontro è sempre più duro.