22 November, 2024
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Un nuovo lettino che renderà più confortevole ed accogliente l’ambulatorio visite della Clinica pediatrica. Lo ha donato nei giorni scorsi l’Emporio della solidarietà di Sassari che ha così contribuito ad arricchire la dotazione della clinica diretta dal professor Roberto Antonucci.

«Una donazione di qualitàha detto il direttore della Pediatriae, soprattutto, utile all’operatività quotidiana del reparto.»

«Per noi – hanno aggiunto i rappresentanti dell’Emporio della solidarietà, Mattia e Giuseppe Mulas è un grande piacere e ci consente di aprirci ed avvicinarci ancora di più al territorio».

Il lettino, di colore azzurro, sarà sistemato nell’ambulatorio di medicazione al secondo piano del Materno infantile.

Alla consegna, nella biblioteca, era presente anche la coordinatrice infermieristica della Pediatria, Anna Maria Zara.

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«La nostra azienda, l’Aou di Sassari così come la conosciamo oggi, è nata nel 2016 con la funzione di Hub ma che è tale soltanto di nome e grazie alle professionalità dei tanti operatori che lavorano al suo interno». Così, questa mattina, il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, Nicolò Orrù, ha iniziato il suo intervento davanti alla sesta commissione Sanità del Consiglio regionale. Al settimo piano dell’ospedale civile, nella sala riunioni affollata dai direttori delle strutture complesse e semplici dell’azienda di viale San Pietro, si è svolto l’incontro convocato dal presidente dell’organismo consiliare regionale Domenico Gallus. Accanto a lui, il vicepresidente della sesta commissione Daniele Cocco ed il presidente del Consiglio regionale Michele Pais. Con il direttore generale erano presenti il direttore sanitario Bruno Contu e il direttore amministrativo Chiara Seazzu. In apertura, il sindaco di Sassari Nanni Campus, ha portato i saluti di buon lavoro.

«Per poter esercitare appieno il ruolo di Hub – ha detto ancora – ed essere polo universitario di attrazione questa Aou deve essere adeguatamente finanziata, dal punto di vista delle strutture, delle tecnologie e del personale.»

Il direttore generale Orrù ha subito proposto una fotografia dell’azienda ospedaliera con 866 posti letto destinati a diventare 770 con la riforma della rete ospedaliera, e che al 31 dicembre scorso ha fatto registrare 34.081 ricoveri, con valori della produzione in aumento, una spesa farmaceutica costante, e non in aumento, quindi i bilanci 2017 e 2018 in sostanziale pareggio.

«Prima di poter procedere con la riduzione dei posti letto – ha proseguito – così come previsto dal piano di riordino della rete ospedaliera, è necessario che i presidi ospedalieri di primo livello operino in sinergia con l’Hub per il rientro dei pazienti. stabilizzati, afferenti al territorio di competenza, fino alla dimissione. I presidi ospedalieri, inoltre, si devono far carico delle patologie a medio-bassa complessità clinica medica e chirurgica. La rete territoriale – ha detto Nicolò Orrù – si deve fare carico dei pazienti in dimissione che a oggi continuano spesso a stazionare nei reparti per acuti, creando inappropriatezza, inefficienza economica e rischioso sovraffollamento».

A titolo di esempio, il direttore generale ha ricordato che l’Aou ha iniziato a fatturare all’Ats Sardegna le «degenze inutili, questo in attesa che i pazienti in dimissione – i quali aspettano anche 90 giorni – possano essere ricoverati in strutture adeguate come le Rsa».

Dal punto di vista dei risultati, Nicolò Orrù ha ricordato che «dal piano nazionale esiti 2018 risulta che abbiamo una situazione di appropriatezza e di garanzia di efficacia delle prestazioni – ha detto – e l’unico elemento rosso sono le colicistectomie una situazione data dal fatto che qui vengono svolti gli interventi complicati e non quelli programmati. Non più rossa ma arancione è segnalata, invece, la questione relativa ai primi parti cesarei perché siamo riusciti a ridurre l’inappropriatezza dal 40 al 30 per cento».

Per il direttore generale è vitale il potenziamento del personale, con l’azienda che dispone di un piano triennale del fabbisogno che ne prevede oltre tremila e una dotazione organica di circa 2500. «Sarebbero necessari quindi 600 unità in più nell’arco di un triennio – ha proseguito – perché questo consentirebbe di accreditare anche le strutture».

Intanto una boccata di ossigeno è arrivata a luglio, con il finanziamento da parte della Regione di 3 milioni di euro per l’assunzione del personale che ha permesso il prosieguo delle attività. Resta ancora, per Orrù, la necessità di superare il vincolo del 7 per cento sulle assunzioni destinate al personale amministrativo.

Il direttore generale quindi ha parlato delle risorse finanziarie a disposizione. Tra queste i 93 milioni di euro per il nuovo materno infantile che, dopo l’abbattimento, avrà necessità di circa 8 mesi per le procedure del Via. Ancora, a disposizione 85 milioni per il secondo ampliamento dell’ospedale per il quale si sta predisponendo la gara per l’individuazione dei progettisti.Si aggiungono i 10 milioni per l’adeguamento antincendio, i 4 milioni di finanziamento Uniss per la nuova Rianimazione, Neurologia ed Ematologia, lavori al momento fermi per fallimento delle imprese. E ancora, 3 milioni per le sale parto del Materno infantile.

Nicolò Orrù ha poi ricordato i 15 milioni che la direzione generale, in attesa che si possano avviare i lavori per il nuovo ospedale, ha destinato alle ristrutturazioni dell’esistente e al fabbisogno delle tecnologie.

Non ha dimenticato di ricordare gli sforzi fatti per la sigla dell’Addendum, per la riorganizzazione e il potenziamento delle attività di acquisizioni beni e servizi, per l’indizione delle procedure di affidamento in urgenza nel rispetto del nuovo codice dei contratti pubblici e per l’avvio del progetto aziendale Debiti Incagliati per i contratti che risultavano «formalmente non in regola». Un’operazione quest’ultima che ha consentito di adottare 82 provvedimenti, di liquidare 16 milioni di euro e di risparmiare 2,1 milioni di euro.

Si sono quindi susseguiti numerosi interventi, dal presidente dell’ordine dei medici della provincia di Sassari Nicola Addis al presidente di Facoltà Andrea Montella, dal professor Alberto Porcu direttore della clinica Chirurgica a Franco Bandiera direttore della Medicina, da Andrea Tirotto che ha parlato della situazione degli infermieri ad altri medici e professori che hanno rappresentato le loro esigenze e la situazione delle loro strutture (professor Salvatore Dessole, dottor Mario Pala, dottor Franco Cudoni, dottor Luigi Cugia, professor Sechi, dottoressa Patrizia Tilocca, dottor Gildo Motroni, dottor Stefano Profili, dottoressa Maria Cossu, dottoressa Monica Derosas, dottoressa Alma Posadinu, professoressa Angela Spanu, professor Roberto Antonucci, professor Angelo Scuteri, dottoressa Elisabetta Pitzorno, dottor Luigi Podda e dottor Giorgio Olzai). Breve intervento anche della portavoce del movimento Donne in lotta per la sanità Luana Farina che si è concentrata sulla Smac.

A conclusione della riunione è seguita la visita dei commissari regionali nei reparti di Pronto soccorso, Ematologia e day hospital oncologico.

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Una mostra di disegni e una raccolta fondi per dare ai bambini ricoverati nella Clinica Pediatrica dell’Aou di Sassari, diretta dal Prof. Roberto Antonucci, un ambiente più rassicurante e a “misura di bambino”. Il progetto “#beforchildren”, avviato nel novembre 2018 dall’Aou di Sassari e dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze con l’obiettivo di rendere l’ambiente ospedaliero più children-friendly per i piccoli pazienti della Clinica, si arricchisce adesso di un nuovo tassello: la collaborazione tra il Dipartimento DIDA di Firenze e la Dinamo Sassari. E sarà proprio quest’ultima a mettere a disposizione del laboratorio Design for kids del Dipartimento DIDA gli spazi per la realizzazione della mostra e farsi promotrice della raccolta fondi a beneficio della Clinica Pediatrica di Sassari.

L’iniziativa è stata presentata oggi nella Club House Dinamo dall’ amministratore delegato biancoblu Renato Nicolai, dal responsabile della Clinica Pediatrica Aou di Sassari Roberto Antonucci, e dalla referente del progetto dottoressa Marta Maini.

«Questa collaborazione – ha detto Renato Nicolai – nasce dall’iniziativa dell’Università di Firenze e ecoinvolge la Clinica Pediatrica di Sassari e oggi siamo qui per presentarvela con l’auspicio di coinvolgere tutti, cpn l’obiettivo di dare una mano a questo progetto. Insieme con la nostra Fondazione Dinamo e con lo Store, abbiamo deciso di ospitare all’interno del palazzetto una mostra di disegni e di sostenere una raccolta fondi a beneficio dell’attivià di progetto, nel solco di una sinergia con la Clinica Pediatrica di Sassari che ci ha già visti attivi su diversi fronti», ha concluso l’amministratore delegato della Dinamo.
«Per noi è una grande soddisfazione essere beneficiari di questo progetto che – ha aggiunto Roberto Antonucci – nato dalla tesi di laurea della dottoressa Maini in collaborazione con il dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, oggi giunge a un traguardo fondamentale. L’obiettivo è quello di migliorare l’esperienza dei piccoli pazienti della Clinica pediatrica e siamo felici della grande sensibilità mostrata dalla Dinamo Sassari.»

«Abbiamo iniziato una serie di iniziative strategiche e tra queste – ha spiegato Marta Maini – abbiamo pensato di creare una mascotte che potesse aiutare i piccoli pazienti a esorcizzare le paure che possono avere in un ambiente estraneo come quello di reparto sanitario. E per sceglierla abbiamo coinvolto tanti bambini delle scuole della città, che hanno fatto dei disegni da oggi (e fino a domenica mattina) esposti al PalaSerradimigni».

La mostra, inaugurata oggi, venerdì 10 maggio alle ore 10.30 al PalaSerradimigni, espone una selezione di disegni elaborati durante i laboratori realizzati con gli alunni delle scuole elementari e medie dell’Istituto comprensivo Monte Rosello Alto, dell’Istituto comprensivo Brigata Sassari e dell’Istituto comprensivo San Giuseppe. La mostra sarà visitabile dalla cittadinanza nelle giornate di venerdì e sabato e nella mattina di domenica. La realizzazione grafica dell’allestimento è stata offerta da Character srl.

260 disegni frutto della creatività dei designer in erba, che hanno dato libero sfogo alla loro fantasia. A guidarli sono state, oltre alle loro insegnanti che hanno mostrato grande sensibilità per l’iniziativa, la dirigente medico della Pediatria Donatella Meloni e la dottoressa Marta Maini. Il progetto denominato #beforchildren è stato realizzato proprio nell’ambito della tesi magistrale di Marta Maini, giovane sassarese che si è laureata al corso di laurea magistrale in Design del Dipartimento DIDA dell’Universitá degli Studi di Firenze.
I disegni raccolti sono stati analizzati e studiati proprio all’interno del laboratorio di Design for Kids del DIDA, diretto dalla professoressa Laura Giraldi, e sono state individuate le caratteristiche comuni e i tratti distintivi tra essi.
Lo studio sugli elaborati ha portato alla progettazione della mascotte Bè, una pecorella bianca contornata di nero con un ciuffo azzurro. Il personaggio vuole essere un compagno d’avventura per tutti i bambini che dovranno affrontare una qualsiasi esperienza ospedaliera nella Clinica Pediatrica di Sassari.

, nome scelto appositamente per essere genderfree, vuole riscattare il concetto della pecora come animale pauroso. Il personaggio, infatti, insegnerà in vari modi al bambino a non avere paura dell’ambiente ospedaliero e a essere coraggioso. Il personaggio scelto vuole inoltre rimarcare il legame con il territorio e la volontà di rappresentare, comunicare e rendere riconoscibile la struttura pediatrica nel panorama nazionale e internazionale. Il lavoro di tesi, presentato lo scorso luglio al Design Campus dell’Università degli Studi di Firenze, è ora in fase di pubblicazione da parte del Dipartimento DIDA.

Obiettivo finale sarà la realizzazione di un nuovo ambiente ospedaliero per i piccoli pazienti all’interno della Clinica Pediatrica, caratterizzato da un sistema di segnaletica e wayfinding in cui la mascotte farà da guida rassicurandolo e intrattenendo i piccoli pazienti.

Domenica 12 maggio in occasione della partita Dinamo – Cantù, sarà presentata al pubblico la mascotte Bè e la dirigenza della Dinamo illustrerà al grande pubblico di tifosi presenti sugli spalti l’iniziativa di raccolta fondi promossa da Dinamo e dal laboratorio Design for kids del Dipartimento DIDA a beneficio della Clinica Pediatrica di Sassari. Sarà possibile contribuire alla raccolta fondi anche da venerdì 10 maggio in occasione dell’inaugurazione.

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Si chiama sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) e colpisce, oltre agli adulti, anche i bambini con una prevalenza che varia tra il 2% e il 5,7%. A Sassari, l’Azienda Ospedaliero Universitaria di viale San Pietro, attraverso la creazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale promosso dalla struttura complessa di Pediatria, in collaborazione con le strutture di Otorinolaringoiatria e di Odontoiatria, punta a dare una assistenza appropriata ai piccoli che soffrono di questa patologia. Una sindrome che, se non curata precocemente, può anche comportare serie complicanze come deficit neurocognitivi, problemi comportamentali, oltreché cardiovascolari e metabolici. Un protocollo che mette in evidenza l’approccio multidisciplinare nei confronti di una patologia multifattoriale.

La presentazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale si inserisce nell’ambito delle celebrazioni della giornata mondiale del sonno, organizzata dalla World association of sleep medicine (Wasm), che quest’anno si svolge il 15 marzo. Una ricorrenza che vuole sensibilizzare la popolazione sui disturbi del sonno e avviare attività di prevenzione e gestione di questi disturbi.

Alla presentazione questa mattina hanno partecipato il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso, il direttore sanitario Nicolò Orrù, i direttori della Pediatria professor Roberto Antonucci, dell’Otorinolaringoiatria Francesco Bussu, dell’Odontoiatria professore Edoardo Baldoni e il professore Andrea Montella direttore del dipartimento di Scienze biomediche.

«Con questo nuovo Pdta – ha detto il manager Antonio D’Urso – che si affianca ad altri predisposti in questi anni dalle nostre strutture, come quello della Smac o delle malattie del fegato, accompagniamo le famiglie in un percorso clinico, fornendo un sostegno a una popolazione fragile.»

«È un esempio tipico che dimostra come una migliore appropriatezza consenta di organizzare al meglio le risorse – ha aggiuntò Nicolò Orrù – un percorso attraverso il quale si potrà capire al meglio il tipo di terapia più appropriato da adottare.»

L’Osas è il “disturbo della respirazione durante il sonno caratterizzato da ostruzione parziale prolungata e/o intermittente completa (apnea ostruttiva) delle vie aeree superiori, che interrompe la normale ventilazione e i normali pattern del sonno”.

A illustrare il protocollo sono stati quindi il direttore della Pediatria Roberto Antonucci, il direttore dell’Otorinolaringoiatria Francesco Bussu e la dirigente dell’Odontoiatria Aurea Lumbau. Il protocollo realizzato dall’Aou di Sassari ha lo scopo di introdurre criteri clinici di valutazione il più possibile rigorosi e obiettivi per garantire una gestione del bambino con Osas omogenea e condivisa tra pediatri, otorinolaringoiatri e odontoiatri. In questo modo – sono convinti gli specialisti – sarà possibile assicurare il massimo grado di appropriatezza, e al contempo, ridurre i rischi di mancate diagnosi.

Obiettivo primario del percorso diagnostico terapeutico assistenziale elaborato dagli specialisti sassaresi è quello di ridurre la variabilità nell’approccio dell’operatore sanitario al paziente con sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, stabilendo quello più appropriato attraverso una serie ben definita di processi. La procedura si applica a tutti i pazienti di età inferiore ai 14 anni che accedono ad una delle unità operative aziendali interessate dal protocollo: Pediatria, Otorinolaringoiatria e Odontoiatria.

«Siamo partiti dal documento elaborato nel 2016 dalla Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano su “La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas)” in cui sono indicate le linee guida per prevenzione, diagnosi e terapia. Considerata l’ampia variabilità di comportamenti tra i vari Centri a livello nazionale – spiegano gli specialisti dell’Aou di Sassari – abbiamo perciò deciso di elaborare un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) che, rispecchiando le indicazioni del documento Ministeriale, preveda indicazioni condivise sulla “presa in carico” globale del paziente in attuazione del principio di “equità” ed “universalità” delle cure. Dal momento che l’eziopatogenesi dei disturbi respiratori del sonno nel bambino è multifattoriale, anche l’approccio diagnostico e terapeutico deve essere multifattoriale e interdisciplinare.»

«Una volta che il Pdta diverrà operativo – proseguono – è auspicabile che esso trovi la massima diffusione, oltre che fra gli operatori direttamente coinvolti in ambito aziendale, anche tra quelli di altre strutture ospedaliere e dei servizi territoriali (pediatri di libera scelta, otorinolaringoiatri e odontoiatri), nonché tra i liberi professionisti con specifiche competenze su tali problematiche. Questo per favorire la creazione di una rete di interscambio delle diverse esperienze tra ospedale e territorio, nell’ottica di un miglioramento continuo della qualità delle prestazioni e delle cure offerte.»

CHI COINVOLGE. La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas) può coinvolgere tutte le fasce dell’età pediatrica, dal lattante all’adolescente. I tassi di prevalenza della sindrome in età pediatrica variano tra il 2% ed il 5,7%. Il russamento abituale è più comune, e si osserva con una prevalenza variabile tra 3 e 12% nei bambini in età prescolare.

Il russamento e l’Osas non trattate possono essere causa di grave morbilità. L’alta prevalenza dell’Osas deve indurre il pediatra a considerarla alla stregua di altre importanti patologie come l’asma, dal momento che le complicanze e/o la gestione corretta della sindrome possono influenzare lo sviluppo dei bambini affetti.

I sintomi comprendono: russamento notturno abituale (≥ 3 notti /settimana), respirazione orale, episodi di apnee e sonno disturbato, enuresi (soprattutto secondaria; enuresi dopo almeno 6 mesi di continenza), cefalea al risveglio, sonnolenza diurna, deficit di attenzione e iperattività, disturbi dell’apprendimento e otiti ricorrenti.

Le complicanze comprendono deficit neurocognitivi, problemi comportamentali, oltreché cardiovascolari e metabolici. Può essere presente un ritardo di crescita, che di solito viene recuperato dopo adeno-tonsillectomia; anche l’ipertensione arteriosa ed eventuali alterazioni delle funzioni cardiocircolatorie, se presenti, possono migliorare o regredire dopo trattamento. Quando l’Osas si presenta in età pre-scolare, se non trattata, può indurre deficit di apprendimento non reversibili. L’obesità infantile può essere associata all’Osas e può aggravarne il quadro, ma, anche in questo caso, il trattamento migliora il quadro metabolico.

LA DIAGNOSI DI OSAS. Si basa su criteri clinici e strumentali.

Per una valutazione clinico-anamnestica è oramai consolidata l’utilità dello sleep clinical record. La storia clinica e l’esame fisico sono indicativi della necessità di avviare il bambino al percorso diagnostico-strumentale.

Il gold standard diagnostico per l’Osas in età pediatrica è la polisonnografia. Con questo termine si intende comunemente la registrazione contemporanea e in continuo, durante la notte, di parametri funzionali atti a definire gli eventi cardiorespiratori, in relazione alle varie fasi del sonno.

Gli attuali cardini della terapia dell’Osas sono rappresentati dalla terapia medica con farmaci per uso orale o intranasale, dalla terapia chirurgica con asportazione delle adenoidi e delle tonsille, dalla terapia ortodontica ed, eventualmente, dalla terapia riabilitativa miofunzionale che vanno ad integrarsi con le prime due. In alcuni casi, trova indicazione la terapia con dispositivi a pressione positiva (Cpap).

Nei pazienti operati che presentano una remissione della sintomatologia è necessario ripetere una polisonnografia di controllo dopo 6 mesi -1 anno per una conferma strumentale della guarigione.

La terapia ortodontica si avvale di un dispositivo chiamato espansore rapido palatale (Rme). Tale dispositivo, aumentando l’espansione del palato, permette progressivamente al bambino di alloggiare la lingua più anteriormente e favorisce la respirazione, agendo in tal modo sulle cause che determinano il russamento e l’apnea notturna.

La riabilitazione miofunzionale orofacciale è consigliata nel residuo di malattia dopo adenotonsillectomia e terapia ortodontica. La terapia miofunzionale viene effettuata dal logopedista e deve essere utilizzata prima, dopo o contestualmente agli altri trattamenti.

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Una bilancia tecnologica per pesare i bambini, misurare l’altezza e le fasi della crescita, poi tre apparecchi per l’aerosol che potranno essere utilizzati per le terapie dei bimbi con patologie respiratorie: sono le apparecchiature donate nei giorni scorsi alla Pediatria infettivi dell’Aou di Sassari. Un gesto di grande solidarietà fatto da due genitori, Roberto e Denise, per ricordare la loro piccola Chiara la cui storia ha toccato il cuore di tanti medici e infermieri della Pediatria infettivi di Sassari, e non solo.

La storia della piccola Chiara è la storia di una piccola guerriera, volata in cielo a quasi due anni, dopo aver lottato, sin dalla nascita, contro una rarissima malattia, una immunodeficienza primitiva combinata grave. La piccola, infatti, è nata senza timo, una importante ghiandola del sistema linfatico che permette la maturazione dei linfociti T, globuli bianchi che hanno un ruolo fondamentale nel sistema immunitario dell’uomo. E quello della bambina, in questo caso, risultava fortemente compromesso, con l’organismo incapace di difendersi da agenti infettivi, anche quelli che possono risultare innocui per i soggetti sani.

Nei giorni scorsi alla consegna delle apparecchiature erano presenti il direttore della Pediatria professor Roberto Antonucci, la coordinatrice del reparto di Pediatria infettivi Clara Sabino e il cappellano delle cliniche don Paolo che ha benedetto bilancia ed aerosol.

La piccola si è spenta a settembre scorso nel reparto di Pediatria infettivi, circondata dall’amore dei genitori, dall’affetto della sua famiglia e dalle cure del personale sanitario sassarese che al piccolo angelo si è legato.

Un legame, quello con il reparto di Pediatria infettivi e il personale, che la coppia ha mantenuto attivo e con questo gesto, dedicato a tutti i bambini, ha voluto rinnovare.

Un dono importante quindi quello che la giovane coppia ha voluto fare alla struttura di viale San Pietro. Un gesto che arricchisce la dotazione del reparto che ogni anno ospita centinaia di bambini con varie patologie ma, soprattutto, un segno di solidarietà verso gli altri bambini che Roberto e Denise hanno voluto fare nel ricordo di Chiara.

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Un monitor con relativo kit per valutare le intolleranze alimentari nei bambini: è quanto l’associazione sportiva no profit “Gianni Fresu” ha donato ieri sera all’unità operativa complessa di Pediatria dell’Aou di Sassari.

L’apparecchio per il “breath test” consente di diagnosticare eventuali condizioni in cui l’organismo non è in grado di digerire il lattosio, zucchero presente nel latte e nei suoi derivati, o vi sia una colonizzazione batterica dell’intestino tenue, e può essere utilizzato su pazienti in età neonatale e pediatrica.

Per il secondo anno consecutivo l’associazione, che porta il nome del dirigente del Porto Torres Calcio scomparso quattro anni fa, consegna alla struttura diretta dal professor Roberto Antonucci un apparecchio di grande utilità in ambito diagnostico pediatrico. L’anno scorso il sodalizio presieduto da Salvatore Fresu aveva consegnato alla Pediatria alcune lampade mini-scialitiche per la sezione oncologica del reparto di viale San Pietro.

«Si tratta di un gesto di grande attenzione e vicinanza nei riguardi dei bambini – afferma Roberto Antonucci – in particolare, consentirà alla Clinica Pediatrica di affinare la propria capacità diagnostica riguardo ad alcune intolleranze alimentari, con l’utilizzo di uno strumento semplice e che prevede una metodica indolore e non invasiva.»

«Come associazione, in continuità con l’idea e la convinzione di mio padre che vedeva nei giovani e nei bambini il futuro e la crescita dello sport e della società – racconta Salvatore Fresu – rivolgiamo l’attenzione proprio a quel mondo e ai più bisognosi».

L’associazione a giugno scorso ha organizzato il torneo “Uniti per inseguire un sogno! – 4° Trofeo Gianni Fresu”, con il quale ha messo assieme 49 società della provincia di Sassari, con altrettante squadre di piccoli giocatori delle categorie pulcini, micro e micro-micro, e 15 team amatori.

Un vero e proprio successo che ha consentito di raccogliere la cifra di 4mila euro necessaria all’acquisto del monitor portatile Gastro+ per la Pediatria, con relativo kit d’uso.

Nel 2016 l’associazione aveva raccolto fondi per la Neuropsichiatria infantile, donando un computer dedicato, in particolare, all’attività di archiviazione dei dati e la creazione di un database. Durante la prima edizione del torneo, invece, erano stati raccolti fondi utilizzati per l’acquisto di attrezzature sportive, donate poi a società sportive di Porto Torres.

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L’obiettivo è quello di accrescere le condizioni di benessere della mamma, del papà e del neonato, offrendo loro un supporto, sia prima che dopo il parto per sostenere la qualità e la serenità della relazione parentale e il benessere del bambino. È quanto si propone il progetto “Fiocchi in Ospedale” che, grazie alla convenzione siglata tra Aou di Sassari, Save the Children e Uisp Sassari consentirà l’apertura, al piano terra della Clinica di Ginecologia e Ostetricia di viale San Pietro, di un punto di ascolto e di sostegno per i futuri e neo genitori che si trovano ad affrontare problemi come povertà, solitudine, scarsa conoscenza delle pratiche per la cura del neonato.

Il progetto, realizzato da Save the Children, è già attivo in Italia dal 2012 e ha coinvolto nel tempo nove ospedali della penisola: il policlinico di Bari(luglio 2012), quindi il Niguarda ‘Ca Granda di Milano (luglio 2012), il Cardarelli di Napoli (luglio 2013), l’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma (marzo 2016), quindi il San Camillo sempre di Roma (gennaio 2017), l’Asst Sacco Fatebenefratelli a Milano (giugno 2017), l’ospedale Madre Giuseppina Vannini a Roma (luglio 2017), l’ospedale Maria Vittoria di Torino (maggio 2017) e il Policlinico di Pescara (febbraio 2018).

La convenzione siglata tra Aou, Save the Children e Uisp Sassari a gennaio 2018 a Sassari rappresenta il primo esempio in Sardegna.

Il progetto è stato presentato questo pomeriggio nei locali della direzione generale dell’Aou di Sassari alla presenza del direttore generale Antonio D’Urso, del procuratore speciale Save the Children Raffaella Milano, della coordinatrice dei progetti per l’associazione non governativa Francesca Romana Marta, del direttore del dipartimento Materno infantile Salvatore Dessole, della coordinatrice ostetrica Fausta Pileri e del presidente Uisp comitato territoriale Sassari Marco Perra.

Il progetto, si legge nella convenzione, si configura come una rete nazionale, destinata a svilupparsi coinvolgendo, tra l’altro, oltre l’azienda ospedaliera e le associazioni anche le Assl, le istituzioni regionali e le realtà del mondo accademico e della ricerca scientifica e sociale.

Le attività del progetto prevedono il rafforzamento delle collaborazioni tra i diversi reparti che intervengono nella presa in carico e cura della mamma e del bambino quindi la facilitazione delle collaborazioni tra le professionalità coinvolte. Tra le altre attività vengono previste la realizzazione della dimissione protetta in casi particolarmente critici, la mediazione culturale, il percorso di rientro a casa con presa in carico dei servizi quindi la messa in rete dei servizi ospedaliero e socio sanitari del territorio. Nella convenzione, inoltre, si prevedono attività come cura e assistenza anche cin visite domiciliari nei mesi successivi al parto da parte degli operatori dello sportello, la formazione dei volontari, la creazione di un network di supporto ai familiari e la prevenzione e contrasto di ogni forma di abuso e violenza sui bambini nei primi 1000 giorni di vita.

Allo sportello, al piano terra della Clinica di Ginecologia e Ostetrica in viale San Pietro, saranno presenti operatrici qualificate di Uisp Sassari. Inoltre, per le attività di cura e colloqui domiciliari potranno essere coinvolti operatori sociali, volontari che verranno formati dal personale Uisp.

La partecipazione alle attività del servizio è libera e gratuita.

Lo sportello sarà aperto il lunedì dalle 14,30 alle 16,30, il martedì dalle 11,30 alle 13,30, il giovedì dalle 11,30 alle 13,30 e il sabato dalle 9 alle 11,30. I cittadini possono contattare gli operatori al numero 3923587214 oppure via mail fiocchi.sassari@uispsassari.it.

All’incontro erano presenti anche il direttore della Clinica di Pediatria Roberto Antonucci, il direttore della Neonatologia Giorgio Olzai, l’assessora comunale alle Politiche sociali Monica Spanedda, l’assessora comunale alle Politiche giovanili Alba Canu, la presidente regionale Uisp Maria Pina Casula quindi la la coordinatrice dello sportello Fiocchi in Ospedale Marianna Delogu e alcuni rappresentanti della commissione Pari opportunità e delle associazioni che collaborano con Uisp.

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Tante uova di Pasqua per rendere più serena la permanenza dei bambini che, in questi giorni, sono ricoverati nei reparti dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari. L’iniziativa, “Gsa for children”, questa mattina ha visto gli operatori antincendio della società Gsa consegnare le dolci uova pasquali ai bambini ricoverati.

Gli operatori, che quotidianamente garantiscono la sicurezza antincendio all’interno del presidio ospedaliero dell’Aou, hanno prima fatto visita ai bambini e ragazzi ricoverati nel reparto della clinica di Neuropsichiatria infantile quindi un saluto ai piccoli della Pediatria infettivi, della Pediatria e del day hospital pediatrico. Per ciascuno dei bimbi un uovo con gli auguri personalizzati da parte dei singoli operatori.

I ringraziamenti degli operatori sono andati ai direttori delle strutture, Stefano Sotgiu e Roberto Antonucci, quindi a tutto il personale dei reparti e alla direzione aziendale che hanno permesso lo svolgimento dell’iniziativa.

«La nostra speranza – hanno detto gli organizzatori – era quella di strappare un sorriso ai piccoli che si trovano a trascorrere le festività pasquali in ospedale. A Sassari è la prima volta che svolgiamo questa iniziativa e che ci ripromettiano di replicare anche in futuro.»

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Un incontro per salutare i dipendenti e i direttori delle strutture e dei reparti dell’Aou, un’occasione per porgere gli auguri di buone feste e ricordare che «questa è un’azienda con grande vitalità, capacità di risposta sotto il profilo professionale e non soltanto medico ma di tutte le rappresentanze sanitarie e tecniche». Ecco allora che «vederci assieme testimonia la reale condivisione di intenti per un hub che è invidiato a livello regionale».

Così ieri il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso e il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli si sono rivolti alla numerosa platea di direttori, dirigenti medici, infermieri e personale amministrativo presenti nell’aula Longinotti della palazzina di Malattie infettive. Un incontro, quello dei saluti natalizi, che la direzione aziendale ha voluto proporre anche quest’anno e che vuole far diventare un appuntamento fisso. Alla riunione erano presenti anche il direttore sanitario Nicolò Orrù e il direttore amministrativo Lorenzo Pescini.

«Il nostro obiettivo, assieme a voi – ha aggiunto il manager –, è quello di far crescere questa Azienda, perché la città e il Nord Sardegna ne hanno bisogno. Assieme all’Università siamo l’insediamento produttivo tra i più importanti e credo ci siano tutti gli ingredienti, umani e professionali, tecnologici e strutturali.»

Il direttore generale ha informato la platea che a breve partiranno i lavori per l’accantieramento del nuovo ospedale, ha ricordato l’impegno assunto per gli investimenti e le numerose assunzioni e stabilizzazioni avviate nell’arco del 2017.

Un passaggio quindi sui fondi contrattuali e sul lungo e scrupoloso lavoro portato avanti dagli uffici. «Un lavoro – ha detto ancora Antonio D’Urso – che ci ha consentito di arrivare a conclusione per la parte del comparto e tecnica amministrativa». Resta ancora, invece, da definire la parte della dirigenza medica, con un passaggio tecnico che dovrà essere affrontato con la Regione che ha dato la sua disponibilità.

Il rettore Massimo Carpinelli ha voluto rimarcare la sua particolare attenzione nei riguardi dell’Azienda ospedaliero universitaria. «Dopo una prima fase riorganizzativa – ha detto – adesso vedo un forte interessamento verso l’Aou che è diventata un punto di riferimento. È un hub importante e questo comporta la necessità affrontare alcune problematiche che sono ben presenti. Credo che, alla fine, i migliori giudici del nostro lavoro sono i cittadini che dobbiamo servire».

È tempo di auguri anche oggi. E così il direttore sanitario Nicolò Orrù, quindi il direttore del presidio ospedaliero Bruno Contu con la dirigente della Pediatria Anna Maria Marinaro e la coordinatrice Clara Sabino hanno accolto nel reparto diretto da Roberto Antonucci i campioni della Dinamo Banco di Sardegna, di ritorno dalla trasferta di Oldenbug in Germania.

Alcuni giocatori, accompagnati dal coach Pasquini, hanno donato ai piccoli ricoverati nella struttura del Materno infantile tanti pupazzi di peluche, per allietare la loro permanenza in reparto in questi giorni di feste. Per i giocatori della Dinamo, che hanno fatto visita anche ai bimbi ricoverati in Pediatria infettivi e al day hospital, tante foto, abbracci e gli auguri dei piccoli tifosi.

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C’è un dinosauro di colore azzurro di nome Bing Bong, lo scoiattolo-infermiera Tina e l’elefantino Dino, con il camice da dottore, e poi un piccolo e vispo animaletto verde, Ricangelo, che tiene in mano matite variopinte. Assieme a loro tantissimi altri personaggi, colorati e sorridenti, tutti rigorosamente disegnati dai bambini delle scuole elementari e dai ragazzi delle medie di Sassari che hanno partecipato al programma laboratorio “Una mascotte per Pediatria”.

Un progetto per i bambini che vede protagonisti altri bambini i quali, grazie alla loro fantasia, danno vita a un personaggio destinato a diventare un “compagno d’avventura” per i piccoli ricoverati nella Clinica Pediatrica di viale San Pietro. Un amico rassicurante, capace di rendere più serena la degenza di chi, per forza maggiore, si trova a vivere l’esperienza di piccolo paziente in un reparto ospedaliero.

Il “laboratorio di idee” ha preso il via tra luglio e agosto con la distribuzione, a genitori, personale medico e infermieristico, di questionari incentrati sulla descrizione della Clinica e sul suo grado di comfort, per proseguire poi, a ottobre, con il coinvolgimento delle scuole.

Il progetto realizzato nell’ambito della tesi magistrale della sassarese Marta Maini, tesista del corso di laurea magistrale in Design dell’Università di Firenze, ha visto la partecipazione degli alunni di alcune scuole di Sassari, e in particolare della scuola elementare dell’istituto comprensivo San Giuseppe, della scuola elementare di via De Carolis, della scuola media numero 12 e dell’istituto comprensivo Monte Rosello alto.

Il risultato degli incontri, svolti tutti nell’arco di una settimana, è stata la raccolta di oltre 300 disegni, frutto della creatività dei designer in erba che hanno dato libero sfogo alla loro fantasia. A guidarli sono state, oltre alle loro insegnanti che hanno mostrato grande sensibilità per l’iniziativa, il dirigente medico della Pediatria Donatella Meloni e Marta Maini.

«Agli alunni delle scuole – afferma Donatella Meloni – abbiamo illustrato la nostra Clinica, e spiegato il significato di una mascotte. I ragazzi e i bambini ci hanno fornito la loro versione, descrivendo la mascotte come un qualcosa che puoi abbracciare, che ti fa sentire bene e ti rende felice». Un supporto che può rendere il ricovero o anche la visita di controllo, o l’ambiente ospedaliero in generale, più sopportabile e meno ostile.

La mascotte non sarà soltanto un pupazzo o una grafica colorata, ma si trasformerà in una segnaletica in grado di accompagnare il bambino, rassicurarlo e farlo giocare. Un percorso esperienziale che, oltre a creare un ambiente amichevole, potrà rendere il piccolo paziente autonomo all’interno di una struttura che deve e può sentire come sua.

«Questa iniziativa si inserisce in un più ampio disegno diretto a favorire l’umanizzazione dell’approccio dei piccoli pazienti e dei loro genitori con la Clinica Pediatrica, e una più efficace informazione all’utenza – aggiunge Roberto Antonucci, direttore della Pediatria dell’Aou di Sassari -. L’obiettivo che ci prefiggiamo è rendere la struttura, e prima ancora il Pronto soccorso pediatrico, più a misura di bambino.»

«L’idea che vogliamo seguire – spiega Marta Maini, sassarese di nascita e fiorentina per motivi di studio – è quella di creare un vero e proprio percorso, una sorta di storia che aiuti a rendere più tranquillizzante il ricovero dei bambini, dal momento del loro accesso al Pronto soccorso pediatrico al trasferimento in reparto, e poi durante l’intera degenza fino alla dimissione.»

Al centro della storia una mascotte che, da disegno, diventerà un pupazzetto: il piccolo paziente potrà tenerlo con sé in reparto, quale fonte di sicurezza, serenità e conforto e, se vorrà, potrà portarlo via quando sarà giunto il momento della dimissione.

I disegni raccolti, che riproducono in gran parte animali fantastici, saranno esaminati e valutati all’interno del laboratorio di Design for Kids da Laura Giraldi, responsabile del laboratorio e vicepresidente del corso di laurea, che guiderà il progetto, e da Marta Maini. A loro il compito di individuare le caratteristiche comuni dei vari personaggi disegnati dai bambini e dai ragazzi delle scuole sassaresi. Un lavoro approfondito che dovrà condurre a delineare una mascotte, una storia e un percorso d’accoglienza ideale.