Giovanni Zedde (FP CGIL), Claudio Nuscis (CISL FP) ed Efisio Aresti (UIL FPL): «Si preannuncia un’altra estate calda, non solo per motivi atmosferici, per i lavoratori AIAS».
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«Si preannuncia un’altra estate calda, non solo per motivi atmosferici, per i lavoratori AIAS. Almeno per quelli che rappresenta il Sindacato confederale. Perché gli altri, quelli che il “caro leader” Anna Paola Randazzo abbraccia virtualmente e definisce “colleghi” sono appagati così. Soddisfatti dei roboanti annunci, degli accordi patacca. Con le pance e le tasche vuote sì, e pure con le bollette da pagare, ma pieni di orgoglio. Perché sentirsi additare come “colleghi” sazia.»
Lo scrivono, in una nota, i segretari generali FP CGIL Giovanni Zedde, CISL FP Claudio Nuscis e UIL FPL Efisio Aresti.
«I famosi due stipendi pomposamente annunciati lo scorso 19 luglio nell’assemblea improvvisata sotto il palazzo del Consiglio regionale non sono arrivati – aggiungono Giovanni Zedde, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti -. In compenso però, grazie al “raggiungimento di obiettivi fino a qualche giorno fa insperati”, è arrivato l’accordo davvero innovativo siglato da un’associazione temporanea di amici e precari del “caro Leader” che potrebbe sinteticamente tradursi così: “Lavori oggi e ti pago gli stipendi del 2018 in comode rate mensili senza interessi”. Insomma, come direbbe Roberto Carlino, “qui in AIAS non si vendono sogni ma solide realtà.»
«E le mensilità pregresse? Ma dai! Immaginiamo che il prossimo passo degli amici del “caro Leader” sia quello di chiedere agli orgogliosi e stimatissimi “colleghi” un atto di rinuncia degli stipendi arretrati per dare una mano a risollevare le sorti della “ditta di famiglia” – sottolineano ancora Giovanni Zedde, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti -. Ma noi “Pseudo chi o pseudo qualcosa” non ci stiano. Siamo preoccupati perché le Banche non concedono più fidi a una società come AIAS che fattura mediamente 40 milioni di euro all’anno. Siamo preoccupati che AIAS per incassare i soldi dell’ennesimo decreto ingiuntivo milionario (anche se provvisorio come tutti gli altri) sia costretta a presentare come garanzia ad ATS la fideussione di una società finanziaria a dir poco chiacchierata. Serve chiarezza e subito. Se AIAS vuole tranquillizzarci, noi e i dipendenti nostri associati. deve presentare pubblicamente i propri bilanci. Certificati da societò specializzate. Altrimenti non ci si spiega che fine hanno fatto i circa 170 milioni di euro incassati da AIAS negli ultimi quattro anni. C’è che stima che l’esposizione debitoria di AIAS verso banche, lavoratori, fornitori, sia stimata in diverse decine di milioni di euro.»
«Nel settore di attività di AIAS non manca certo il lavoro né gli imprenditori capaci. Con questa consapevolezza – concludono i segretari generali FP CGIL Giovanni Zedde, CISL FP Claudio Nuscis e UIL FPL Efisio Aresti – chiediamo ancora una volta alla parte più responsabile della politica regionale e all’ATS, un segno di discontinuità con il passato e con il presente ma nel segno della salvaguardia dei servizi e dei livelli occupazionali.»