22 November, 2024
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La deputata sarda del Centro democratico Mara Lapia ha annunciato la presentazione di un’interrogazione al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, con la quale chiederà il rispetto della convenzione di Aarhus, che prevede il coinvolgimento delle comunità interessate dagli effetti impattanti che un impianto eolico potrebbe produrre.

«Mi sono battuta con successo per impedire definitivamente che la Sardegna ospitasse depositi di scorie nucleariha aggiunto Mara Lapia -, mi batterò perché l’eolico e le altre forme di produzione delle energie rinnovabili, vengano installate solo dove non deturpino il paesaggio.»

«Con questa interrogazione che si riferisce a un luogo in particolare, Villanovaforru, si vuole in realtà creare un precedente per evitare che la stringente necessità di produrre energie rinnovabili renda la Sardegna terra di speculazioniha concluso Mara Lapia -. Dobbiamo assolutamente impedire che la Sardegna, terra con una vocazione turistica così importante, venga deturpata per diventare il luogo in cui si produce energia che poi verrà distribuita al resto d’Italia ed i cui proventi andranno esclusivamente a privati che nemmeno risiedono nella nostra terra.»

Antonio Caria

Il presidente del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, Tarcisio Agus, ha rassegnato le dimissioni.  Le ha ufficializzate oggi, 5 novembre, anticipando l’arrivo del commissario, con una nota inviata al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, alla direzione generale della presidenza della Regione Sardegna e, per conoscenza, alla Procura Regionale della Corte dei Conti per la Regione Sardegna.

Il testo integrale delle dimissioni.

Ill.mi,
a seguito dell’iter procedurale avviato dal MITE per il commissariamento del Parco Geominerario della Sardegna con nota del 22.07.2021 prot. 0080628 – “Criticità gestionali – Comunicazione di avvio del procedimento di revoca della nomina degli Organi”, sembrava che la determinazione e la volontà ministeriale fosse quella di dare un indirizzo diverso alla gestione del Parco Geominerario della Sardegna, affetto addirittura da mala gestio della quale è stata attribuita l’intera responsabilità al Consiglio Direttivo ed al Presidente, in carica dal maggio 2018.
Ebbene, a ben tre mesi di distanza dall’avvio del procedimento di revoca degli organi di questo ente, definito e concluso in data 3/9/2021, nulla ancora è avvenuto. Eppure, dal susseguirsi degli atti e dal loro tenore, ero convinto che il ministero, d’intesa con la regione Sardegna, avesse già individuato il commissario ad acta chiamato a risolvere le criticità decennali emerse con l’ispezione MEF del 2018 e riprese nella relazione della Corte dei Conti ai presidenti dei due rami del parlamento.
A ben vedere l’unico risultato conseguito con la procedura di revoca è stato quello di aggravare la situazione, paralizzando del tutto l’attività del Parco privato de facto dei suoi organi decisionali.
Tre mesi di stasi, quindi, in quanto il Consiglio Direttivo, dopo le dimissioni di alcuni componenti a seguito della procedura di revoca, non ha i numeri statutariamente previsti per riunirsi validamente ed il presidente non ha alcun potere in quanto l’assunzione degli ADU, (vedi quello sul Bilancio 2021), è di fatto opera morta perché la sua efficacia avverrà solo con la ratifica del prossimo Commissario.
Per quanto detto la mia presenza non ha più alcun senso, tenuto anche conto che l’adozione di un nuovo ADU per il rendiconto 2020 o per il Bilancio di previsione 2022 sarebbe perfettamente inutile.
In questi tre mesi inoltre non mi risulta sia stato dato corso al richiamo della Corte, perché si intervenga legislativamente a definire lo stato giuridico dell’Ente, causa esso stesso di danni amministrativi.
Vige ancora l’insensibilità e la disattenzione verso un Ente Statale a cui si è dato un carico di competenze e responsabilità senza un adeguato supporto. Ormai da vent’anni, (quest’anno ricade proprio il ventennale della sua istituzione), l’importante Ente svolge solo ed esclusivamente funzioni di promozione dei siti accessibili e con gestioni comunali, nonché iniziative di carattere sportivo e culturale. Per poter spendere l’avanzo di amministrazione il Parco è costretto a chiedere i beni ex minerari in comodato d’uso per almeno trenta anni alla regione Sardegna o ai Comuni, perché non dispone di beni propri. In questa situazione è anche difficile attuare una vera e propria programmazione perché soggetta al nulla osta di altri Enti nonché alle interferenze degli 86 comuni, propensi a non cedere potere al Parco sui propri beni, ma inclini a vederlo come potenziale erogatore di risorse economiche.
La situazione non è semplice e questo ulteriore stallo non aiuta certo nella risoluzione dei problemi emersi. Il patrimonio minerario della Sardegna, considerato fra i più interessanti a livello internazionale, custodisce
numerosi agglomerati ex minerari che potrebbero esser recuperati per nuovi utilizzi salvandone il contesto paesaggistico ed architettonico di notevole pregio unico nel suo genere e nel panorama industriale sardo e non solo.
Ancor di più il Parco avrebbe bisogno di una forte riorganizzazione, o meglio rifondazione, nell’ottica delle importanti attenzioni internazionali dovute ad un nuovo interesse esterno al nostro patrimonio, come il Progetto delle Onde Gravitazionali nella miniera di Sos Henattos a Lula o i progetti Aria, CO2 e Spirulina nelle miniere di Nuraxi Figus e Seruci a Gonnesa.
Per tutte queste ragioni perché si acceleri il processo di risanamento e di una nuova programmazione scevra da tutti i limiti attuali che non permettono al Parco una propria autonomia, dopo i lavori del Comitato Tecnico Scientifico, fissato per il 4 novembre, necessario a dare risposte a centinaia di cittadini, a far data al 5 novembre 2021, dopo quattro mesi dall’avvio del procedimento, rimetto il mio mandato da Presidente.

Distintamente.

Tarcisio Agus

Il presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana, ha inviato una nota al ministro per la transizione energetica, Roberto Cingolani, e all’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili e, per conoscenza, al sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda, sulle problematiche dell’Area industriale di Portovesme, con specifico riferimento alle politiche energetiche ed allo sviluppo territoriale.

«Giunge a questa Associazione la posizione del comune di Portoscuso sui progetti dell’area industriale di Portovesme in merito ai processi della cosiddetta “transizione ecologica”scrive Emiliano Deiana -. In particolare, il Comune pone l’attenzione come alcune iniziative in itinere che prevedrebbero il posizionamento di una nave gasiera FSRU di oltre 100.000 mc all’interno del porto industriale adiacente il centro abitato, contrastino con lo sviluppo futuro del porto industriale, limitandone fortemente la fruibilità non solo alle aziende esistenti ma anche a nuove iniziative che potrebbero invece limitare o assorbire le maestranze che perderebbero il posto di lavoro a causa della transizione energetica.»

«Senza entrare nel merito delle politiche energetiche che meriterebbero ben altri approfondimenti e terreni di confronto e dialogo fra Governo, Regione e rappresentanze delle comunità locali, finora pressoché inesistentiaggiunge Emiliano Deiana qui preme sottolineare il fatto che esiste una contrarietà della municipalità di Portoscuso rispetto alle iniziative che si intenderebbero adottare sull’area di Portovesme e sul suo porto. Solo con una mediazione fra programmi nazionali, strategie regionali e locali si possono prospettare soluzioni durature e di prospettiva. Anci Sardegna chiede, pertanto, al Ministero e alla Regione Sardegna – conclude il presidente di Anci Sardegnail pieno coinvolgimento del comune di Portoscuso nella definizione delle strategie generali calate in ambito locale, di accettare il confronto e di valutare soluzioni alternative, predisponendosi al dialogo e all’ascolto delle comunità locali.»

I sindaci di 53 Comuni hanno inviato una lettera appello al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ed al presidente della Regione Christian Solinas, nella quale chiedono di rivedere la decisione di commissariare il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

“Siamo Sindaci del Parco che, associandosi ai colleghi del CdA, su cui pende la minaccia di commissariamento, vogliamo far sentire la nostra voce, o meglio, quella delle comunità sarde che rappresentiamo. Noi diciamo NO ALL’ENNESIMO COMMISSARIAMENTO! La proposta di commissariamento ci pare inopportuna e non tiene conto del punto di vista dei territori. L’ennesimo commissariamento non favorisce le interlocuzioni fra i territori che ultimamente con difficoltà si stanno attuando e che preludono ad importanti accordi tra Parco e Comuni. 

Un appello in ultima istanza alla Regione Sardegna, affinché si mantenga la stabilizzazione raggiunta con gli organi insediati per condividere una visione dell’Isola che viene dal basso ma che vola alto e tiene, prima di tutto, alla valorizzazione in rete del proprio patrimonio. 

A sostegno della richiesta, i sindaci ricordano: 

1) l’ispezione Ministero dell’Economia e Finanze si è conclusa nell’ottobre del 2018 ed ha interessato quasi tutto il pregresso andando indietro di dieci anni sino al 2008. Il CdA è entrato in carica nel Maggio 2018. 

2) non ci pare siano stati rilevati atti a carico del CDA in carica, né dal MEF né dalla Corte dei Conti.

3) il CDA in carica, dopo anni di gestione commissariale ha riallineato i bilanci ed i consuntivi fino al 2020, ottenendo la validazione dei ministeri vigilanti.

 4) il Consiglio Direttivo (presidente e componenti), ha operato per più di un anno in assenza del Collegio dei revisori e con un organico non adeguato. Nonostante tutto si è fatto carico del reinserimento lavorativo di 100 lavoratori ex Ati-Ifras, promosso dalla Regione Sardegna. 

5) ha concorso alla nascita del Distretto Agroalimentare di Qualità della Sardegna, apprezzato, da The European House – Ambrosetti, ed ha consentito la partecipazione di un centinaio di imprenditori agricoli ad accedere ai finanziamenti europei. 

6) ha promosso la partecipazione pubblico privata ai bandi di Invitalia, con investimenti pubblici pari a 67 milioni di euro. Mentre le proposte dei privati, sono pari a 61 milioni di euro. Non ultimo, la partecipazione al fondo europeo Just Transition Fund con un progetto integrato.

7) con il consuntivo 2020 il Parco darà avvio ad una programmazione per il recupero di importanti strutture minerarie, come le direzioni e le foresterie ex minerarie, per realizzarvi le Foresterie del Parco. Nel contempo, con accordi già in essere con i comuni di Guspini, Arbus, Villasalto, Gadoni, Orani e Lula, sono avviate le procedure per la gestione turistica dei siti. 

La strategia energetica della Regione Sardegna e la centralità della Regione stessa nella determinazione delle nuove politiche di sviluppo energetico per l’Isola sono state l’oggetto dell’incontro svoltosi questo pomeriggio a Roma tra l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, e il presidente di Enel Italia SpA Carlo Tamburi.

«Un incontro costruttivocommenta l’assessore Anita Piliin cui è stata evidenziata la necessità di mettere insieme tutti i player coinvolti per arrivare a una configurazione energetica che metta in campo la migliore strategia per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di reindustrializzazione in chiave green del sistema regionale.»

L’incontro odierno segue quello avvenuto la scorsa settimana a Roma con il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, riunione in cui l’assessore Pili ha ricevuto rassicurazione circa il pieno coinvolgimento della Regione Sardegna nelle scelte del governo in merito alla nuova strategia energetica nazionale.

«Rimane ferma la necessità di mantenere una configurazione energetica completa della Sardegna, articolata tra rinnovabili e a consumo, e di generazione termoelettrica compatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione», conclude l’assessore regionale dell’Industria.

 

I 4 Comuni del CDA si schierano contro il commissariamento del Parco Geominerario. In un documento diffuso oggi, contestano le motivazioni del ministro Roberto Cingolani; rigettano le insinuazioni di mala gestio attribuite al CDA in carica in quanto nesso atto del CDA è oggetto di contestazione né del MEF né della Corte dei Conti; chiedono alla Regione di individuare ulteriori 2 rappresentanti per scongiurare il commissariamento, affinché il Parco venga interamente gestito dai sardi, stante l’assenza dei rappresentanti ministeriali; ai parlamentari sardi un interessamento presso le sedi ministeriali; all’ANCI Sardegna sostegno con una MOBILITAZIONE DEI SINDACI SARDI, se quest’appello rimarrà inascoltato.

I 4 sindaci del CDA (Mario Calia, sindaco di Lula; Debora Porrà, sindaca di Villamassargia; Paolo Maxia, sindaco di Villasalto ed Antonello Ecca, ex sindaco di Arbus) si oppongono all’ennesima minaccia di commissariamento, «irrispettosa del difficile lavoro di riordino del Parco che ad oggi da soli, senza i Ministeri, hanno portato avanti (I Ministeri MITE, MIC, MIUR e MISE dovrebbero partecipare insieme alla Regione Sardegna, al Consiglio Direttivo). Dopo aver lasciato per anni soli i Sindaci a governare il Parco, invece che lavorare alle riforme di legge per dare gambe all’Ente (così come evidenziato dalla Corte dei Conti!), ora si pensa di risolvere i problemi del Parco con un Commissario?»

Il CDA del Parco presieduto da Tarcisio Agus, di cui fanno parte (Mario Calia, sindaco di Lula; Debora Porrà, sindaca di Villamassargia; Paolo Maxia, sindaco di Villasalto ed Antonello Ecca, ex sindaco di Arbus) chiede l’interruzione della procedura di commissariamento avviata dal ministro Roberto Cingolani. «I 5 membri del CDA al Parco non costano nulla poiché svolgono l’incarico senza indennità, quindi, perché si intende istituire una nuova poltrona onerosa per le già ristrette casse del Parco?»

«Il Parco Geominerario è un patrimonio della Sardegna che ha già subito un lungo periodo di commissariamento dal 2007 al 2018, il cui risultato di amministrazione è culminato con i rilievi del MEF e della Corte dei Conti che hanno dato specifiche direttive a questo CDA, volte a correggere diverse prassi consolidate. Non essendoci alcuna motivazione tecnica imputabile all’attuale organo politico del Parco Geominerario, riteniamo ingiusta l’attribuzione delle responsabilità che nero su bianco appartengono alla competenza gestionale e commissariale antecedente. Il CDA in carica è il primo organo collegiale statutario che ha avuto l’Ente, con il pregio di rappresentare per la prima volta gli 86 Comuni sardi, e che ha riallineato i bilanci fino al 2020, ottenendo peraltro la validazione dei Ministeri vigilanti. Grazie al CDA dei Sindaci, il 2021 è l’anno in cui sarà possibile ripartire l’avanzo di amministrazione e attuare la programmazione garantendo la distribuzione delle risorse a tutti i territori.»

“Destano sconcerto e preoccupazione i proclami, le iniziative e le decisioni preannunciate (sulla stampa prima che alle rappresentanze istituzionali), dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani su alcune tematiche chiave della nostra isola.”

A dirlo è Fabio Usai, consigliere regionale del Partito sardo d’Azione.

“Non bastavano le norme impugnate in materia ambientale-paesaggistica, le dichiarazioni – e la conseguente incertezza da esse scaturite – sulla riconversione energetica, in particolare per la transizione a metano propedeutica alla preservazione del settore industriale nell’isola, a esse si aggiungono, infatti, negli ultimi giorni, nuovi proclami del Ministro di non si capisce bene (finora) quale transizione, nominato dal Governo del “tutti dentro a ogni costo” (e che costo…), sull’imminente commissariamento del Parco Geominerario della Sardegnaaggiunge Fabio Usai -. Come in altre sue decisioni, non si capisce bene, ancora: “Commissariare con chi, e per fare cosa?””

“L’attuale Presidente, Tarcisio Agus (il quale porta avanti il proprio impegno a titolo gratuito) ben poco ha a che vedere con le vicende contestate, riguardanti altre fasi storiche della vita dell’entesottolinea Fabio Usai -. E, soprattutto, perché ad avere voce in capitolo in questa vicenda dovrebbero essere soprattutto gli 86 Comuni interessati dalle attività del Parco, la Regione Sardegna e non certo qualche proconsole romano che, senza alcuna conoscenza delle dinamiche e dei processi economici-sociali della nostra isola, si arroga il diritto di prendere decisioni, senza alcuna legittimazione popolare, e di calarle sul futuro di tutti i sardi.”

“Mi appello al presidente della Regione Christian Solinas conclude Fabio Usai -, affinché il prossimo 21 luglio, in Conferenza di servizi a Roma, faccia valere le prerogative dei sardi rispetto a un ente fondamentale per la valorizzazione delle bellezze naturalistiche e paesaggistiche della Sardegna, nonché per l’espletamento di innumerevoli procedure amministrative anche in campo autorizzativo.”