4 November, 2024
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«Grenaches du Monde 2017 non sarà soltanto un concorso enologico dedicato ai vitigni Cannonau, ma il primo momento di un percorso comune tra i consorzi sardi, italiani, francesi e spagnoli per una crescita reciproca e la promozione comune di quello che è uno dei vini più rappresentativi del Mediterraneo». Lo ha detto oggi a Jerzu l’assessoredell’Agricoltura Elisabetta Falchi durante la presentazione della manifestazione che si terrà in Sardegna nel febbraio 2017.
La quinta edizione del concorso, che sarà organizzato dall’agenzia regionale LAORE in collaborazione con il Conseille interprofessionel des Vins du Roussillon (CIVR) detentore del marchio, si svolgerà dall’8 all’11 febbraio 2017 e toccherà diverse zone dell’Isola. «Sarà un evento articolato su più territori – ha spiegato l’assessioe Falchi – perché riteniamo che la Sardegna sia una terra da scoprire e il Cannonau abbia molte aree di produzione diverse da far conoscere: Grenaches è davvero un’opportunità da non perdere, non solo per i Cannonau ma per presentare al mondo anche le altre produzioni».
Alghero ospiterà il momento del concorso vero e proprio, che il 10 febbraio metterà a confronto i campioni di vino provenienti dai produttori italiani, francesi e spagnoli. Inoltre, commissari, partecipanti e stampa saranno accompagnati anche a conoscere gli areali vitivinicoli del Nuorese, degustare i vini dei produttori e entrare in contatto con l’identità culturale sarda grazie alla visita del Museo etnografico di Nuoro e del sito nuragico di Barumini. Infine l’11 febbraio, Cagliari ospiterà la festa finale di commiato all’ex Manifattura Tabacchi. Tante le iniziative culturali correlate al Grenaches e ancora in corso di definizione.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche la direttrice di LAORE Maria Ibba, il presidente del Consorzio di tutela del Cannonau Marcello Usala, il presidente di Unioncamere Agostino Cicalò, il sindaco di Jerzu Roberto Congiu e quello di Alghero Mario Bruno, l’assessora delle attività produttive del Comune di Cagliari Marzia Cilloccu, insieme ai rappresentanti di CIVR e dei Consorzi di tutela dei vini sardi. «Auspichiamo che questa sia la prima di una lunga serie di edizioni di Grenaches du Monde ospitate in Sardegna: siamo al centro del Mediterraneo e vogliamo essere sempre più al centro delle rotte mondiali del vino», ha concluso Elisabetta Falchi.

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Palazzo Consiglio regionale 49 copia

La commissione sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi). ha proseguito questa sera le audizioni sulla riforma della rete ospedaliera ascoltando i presidenti della Conferenze territoriali socio-sanitarie della Sardegna.

I presidenti hanno espresso una valutazione positiva sull’impianto complessivo della riforma evidenziando anche, da un lato, le peculiarità dei rispettivi territori (indicatori geografici e demografici, difficoltà nei collegamenti) e, dall’altro, le difficoltà di applicazione concreta del nuovo sistema.

Un altro argomento comune sottolineato dai presidenti delle Conferenze è stato quello della rappresentanza unitaria di istanze provenienti “dal basso”, frutto di un lungo lavoro di confronto che ha visto impegnati per mesi amministratori locali, vertici delle diverse Asl, rappresentanze sindacali e mondo dell’associazionismo.

Per la Conferenza socio-sanitaria di Oristano il presidente Luigi Mastino, sindaco di Bosa, ha ricordato la volontà comune di procedere alla riorganizzazione del sistema sanitario, manifestando però la sua “delusione” per il mancato accoglimento della proposta formulata dal territorio sulla redistribuzione dei posti letto, “a numeri invariati”. Siamo la provincia più “vecchia” d’Italia, ha proseguito, ed anche per questo “è opportuno rivedere i tetti di spesa assegnati alle Rsa, se davvero vogliamo de-congestionare gli ospedali”.

Antonello Pirosu, presidente della Conferenza di Carbonia Iglesias, si è invece soffermato sull’inadeguatezza dell’individuazione di un solo punto-nascita ad Iglesias, “data la situazione del tutto insufficiente della rete viaria” e sui ritardi nell’avvio della Casa della Salute.

Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, presidente della Conferenza del capoluogo di Regione, ha osservato che “rispetto al quadro generale della riforma, nei territori conta anche il dettaglio delle singole scelte, proprio della visione che gli amministratori locali devono saper esprimere, e questo alimenta legittime preoccupazioni”.

Antonio Satta, sindaco di Padru e presidente della Conferenza della Gallura, ha messo l’accento con forza sui due elementi che caratterizzano il suo territorio di riferimento: un ospedale in una zona montana, a Tempio, ed uno su un’isola, a La Maddalena. In un contesto così particolare, ha sostenuto, “non possiamo non garantire gli standard minimi di salute in condizioni di sicurezza; non dimentichiamo che, in caso di cattive condizioni meteo, a La Maddalena non solo i traghetti restano in banchina ma non può nemmeno decollare ed atterrare un elicottero”.

Dopo aver invitato la commissione ad un sopralluogo a La Maddalena, Satta ha fatto un breve accenno al Mater Olbia “che diventerà un polo di eccellenza internazionale per la medicina e la ricerca scientifica; quando ci sarà ritorneremo sulle nostre valutazioni ma ora dobbiamo temere conto della realtà e dei problemi complessi che presenta”.

Una valutazione molto critica è arrivata da Gianfranco Soletta, in rappresentanza della Conferenza di Sassari, sia per quanto riguarda i posti letto complessivamente “sottodimensionati” che per lo squilibrio generale fra l’hub del polo sassarese rispetto a quello di Cagliari, oltre alla lacuna relativa alla lungo-degenza per le strutture di Alghero, Ozieri, Thiesi ed Ittiri.

Dopo aver ricordato la questione irrisolta della strutture di emodinamica dell’ospedale di Lanusei, Roberto Congiu, presidente della Conferenza dell’Ogliastra, ha sollevato il problema della distribuzione dei posti letto, “frutto di un accordo raggiunto nel territorio fra strutture pubbliche e private totalmente disatteso dalla proposta di riforma”.

Ha preso la parola, infine, Ignazio Cuccu, della Conferenza di Sorgono, che ha lamentato una visione “troppo restrittiva della sanità del territorio, anche rispetto ai parametri nazionali” e richiamato l’attenzione della commissione sul fatto che, nella proposta di riforma della rete ospedaliera, “scompare di fatto la chirurgia”.

Le audizioni della commissione proseguiranno con le relazioni dell’Anci e delle organizzazioni sindacali.

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La commissione sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) ha proseguito ieri le audizioni dei rappresentanti delle amministrazioni locali per un approfondimento delle problematiche sanitarie dei territori.

Il presidente dell’Unione dei Comuni dell’Ogliastra Davide Ferreli, anche nella sua veste di sindaco di Lanusei, ha informato la commissione di un confronto costruttivo già avviato con il commissario della Asl, esprimendo però preoccupazione per le riforme all’attenzione del Consiglio regionale, sia per quanto riguarda gli Enti Locali che per le stesse Asl. «Non vorremmo – ha detto – che si lavorasse solo ad espressioni numeriche che non considerano il territorio, le sue specificità, le sue caratteristiche geo-morfologiche e la viabilità interna». Ferreli ha poi sollecitato l’uso più razionale delle risorse disponibili, a cominciare dalla struttura per l’emodinamica, realizzata con il contributo della Ue per l’inclusione delle periferie e mai entrata in funzione dopo tante promesse.

Per il sindaco di Jerzu Roberto Congiu «la nuova articolazione dei servizi sanitari che ci ha proposto il commissario, articolata su diversi poli, è sostanzialmente condivisibile ma in un momento caratterizzato da tagli e scarsità di risorse non abbiamo ben chiaro con quali mezzi finanziari si farà fronte alle nuove esigenze e con quale tempistica».

Il Sindaco di Barisardo Paolo Fanni ha posto l’accento sulla necessità di salvaguardare i servizi presenti sul territorio ed il collega di Loceri Ivo Deiana ha auspicato per l’Ogliastra un equilibrio più solido fra la sanità pubblica e quella privata.

Dopo l’intervento dei Sindaci hanno preso la parola i consiglieri Franco Sabatini (Pd), Alberto Randazzo (Forza Italia), Gianni Tatti (Area popolare sarda) e Roberto Desini (Centro democratico). Tutti, con accenti diversi, hanno messo in luce l’importanza del confronto con le comunità locali, come premessa indispensabile per una buona riforma. Il consigliere Sabatini, in particolare, ha ripreso il tema della struttura di emodinamica, esprimendo forti critiche sia per il suo mancato utilizzo come sede staccata di Cagliari che per le motivazioni tecnico-giuridiche, riconducibili al mancato accreditamento della struttura cagliaritana. «Su questo problema – ha annunciato – presenterò nei prossimi giorni una denuncia durissima». Sul punto, lo stesso presidente della commissione Raimondo Perra si è riservato una compiuta valutazione dopo le opportune verifiche con il commissario della Asl n° 8 di Cagliari.

Per quanto riguarda la zona di Sorgono, il sindaco di Meana Sardo Angelo Nocco (inserito in un distretto che comprende 13 Comuni) ha lamentato la penalizzazione del suo territorio, sollecitando il pieno coinvolgimento delle amministrazioni locali nella definizione dei nuovi confini delle Asl. «La proposta che ci è stata consegnata dal commissario – ha spiegato – ci sembra molto distante dalle esigenze e dai bisogni concreti delle nostre comunità (dove già assistiamo ad una crescente migrazione di pazienti verso altre strutture), che risulta gravemente scoperte nei servizi di prima necessità come il pronto soccorso». «Abbiamo consegnato al commissario – ha aggiunto Nocco – un documento dettagliato con le nostre proposte e ci aspettiamo che le Istituzioni regionali lo considerino con la massima attenzione». Il sindaco di Meana Sardo ha infine informato la commissione che le elezioni della Conferenza territoriale sanitaria svoltesi recentemente hanno seguito, a suo avviso, «modalità molto discutibili anche sul piano delle procedure: per l’ennesima volta si è scelto di non dare spazio alla periferia».

Nel dibattito successivo, sono intervenuti i consiglieri regionali del Partito Democratico Rossella Pinna e Daniela Forma, che hanno chiesto una verifica dettagliata dei temi sottoposti all’attenzione della commissione.

Nella fase conclusiva dei lavori, l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ha illustrato i contenuti del documento con cui la Giunta ha integrato la Consulta per l’emigrazione con 3 nuovi componenti che dovranno essere eletti dal Consiglio. La Consulta è per certi aspetti un organismo un po’ datato, ha affermato l’qssessore, annunciando la predisposizione di una nuova legge che, fra l’altro, disciplinerà in modo diverso l’accesso ai contributi, «finalizzandoli alla presentazione di progetti in grado di valorizzare il ruolo degli emigrati come rappresentanti della Sardegna in Italia e nel mondo». Il documento è stato poi approvato all’unanimità.

I lavori della commissione sono proseguiti pomeriggio con l’audizione dell’assessore della Sanità, Luigi Arru.

Gavino Sini presidente della Camera di Commercio di Sassari, in rappresentanza di tutte le altre Camere provinciali, ha illustrato alla Commissione la situazione degli enti camerali alle prese con una profonda riorganizzazione imposta dal decreto legislativo del 2010 sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione.

«Le Camere di Commercio non sono più vincolate a un territorio provinciale, per questo avevamo già pensato a un ridisegno dell’organizzazione in Sardegna – ha detto Sini – l’attuale progetto di riforma in discussione in Parlamento ci obbligherà ad accelerare i tempi».

Sini ha poi spiegato che le nuove Camere dovranno essere costituite su un’articolazione di almeno 80mila imprese: «Considerando che in Sardegna il numero delle attività imprenditoriali è pari a 190.000, in futuro potremo avere due Camere di Commercio. Cagliari ha la possibilità di averne una tutta sua, le altre tre (Sassari, Nuoro e Oristano) potrebbero unirsi, ma non sono escluse soluzioni diverse (Cagliari-Oristano e Nuoro-Sassari)».

Il presidente della Camera di Commercio di Sassari ha sottolineato il ruolo svolto dall’ente camerale nella creazione di una classe dirigente e imprenditoriale e l’importanza della collaborazione con le province per la pianificazione e progettualità territoriale.

In rappresentanza dei sindaci dei comuni capoluogo, sono stati invece sentiti i primi cittadini di Lanusei e Tempio, Davide Ferreli e Romeo Frediani, e l’assessore alle politiche sociali di Iglesias Alessandra Ferrara.

Ferreli ha evidenziato il ruolo decisivo svolto dalla provincia Ogliastra per la creazione di una coscienza comune nella popolazione. «La provincia ha favorito un processo di aggregazione e di collaborazione nella gestione del bene Comune – ha detto il sindaco di Lanusei – la nuova riforma dovrà tenere conto di questo. Siamo disponibili a partecipare ad una stagione riformatrice che però non deve essere fatta solo su basi numeriche. L’Ogliastra conta meno di 60mila abitanti, non si può pensare di smantellare i servizi statali e regionali altrimenti il territorio continuerà a spopolarsi». Sulla nuova gestione delle funzioni prima attribuite alle province, Ferreli ha indicato l’esperienza delle unioni dei Comuni come base da cui partire e confrontarsi: «Serve però dotare le nuove realtà di personale e risorse adeguate».

Alessandra Ferrara ha invocato una politica “uniformata” del territorio che garantisca un miglior raccordo tra Comuni e Regione. «La presenza di un ente intermedio è stata decisiva – ha ricordato l’assessore di Iglesias – il Piano Sulcis è stato partorito dalla Provincia, il Plus ha permesso di capire quanto sia importante la gestione unitaria del territorio».

Ferrara ha infine segnalato la pesante situazione vissuta dal territorio del Sucis Iglesiente sul fronte della giustizia: la cancellazione degli uffici del giudice di pace e dei tribunali ha eliminato tutti i presidi. «Ora la legge prevede la possibilità di riaprire qualche ufficio ma a pagarlo dovranno essere i comuni».

Romeo Frediani ha auspicato una riforma che preveda una pianificazione in grado di colmare il gap tra le diverse aree geografiche. «Serve dotare i territori di infrastrutture e pensare a una gestione unitaria di alcuni servizi – ha detto Frediani – certe situazioni vanno gestite direttamente dalla Regione».

Il sindaco di Tempio ha quindi ricordato l’esperienza della Gallura dove sono nate tre Unioni di Comuni. «Il risultato è incoraggiante ma per l’esercizio delle funzioni associate serve più personale e più risorse».

I tre rappresentanti dei comuni capoluogo, infine, hanno manifestato contrarietà all’ipotesi prevista dal Dl 176 di un regime transitorio che consenta di tenere in piedi le quattro province storiche fino alla piena operatività della riforma. «Siamo per un ridisegno complessivo che porti a un sistema ex novo – ha detto Davide Ferreli – che ha poi invitato la commissione a una riflessione attenta sull’opportunità di istituire la Città Metropolitana di Cagliari, per il timore che si torni a una visione cagliaricentrica della Sardegna».