Svolta nelle indagini sulla morte di Anna Maria Merola, a Carbonia: il PM ha chiesto il rinvio a giudizio per il marito e uno dei due figli
Svolta nelle indagini sulla morte di Anna Maria Merola, l’infermiera 58enne che alle prime luci dell’alba del 2 agosto 2017 fu vittima di un’asfissia a causa del violento incendio che avvolse l’abitazione in cui viveva in via Cristoforo Colombo 31, nella frazione di Medadeddu, a Carbonia.
Il procuratore aggiunto Paolo De Angelis, al termine delle indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio di Giuseppe Lorenzo Demurtas, 63 anni, marito della vittima, imputato di omicidio volontario ai danni di Anna Maria Merola, per averne cagionato la morte appiccando un incendio al piano terra della comune abitazione nel corso della notte e così, a causa delle fiamme e dei fumi incandescenti sviluppatisi dall’incendio, causava la morte della moglie che, trovandosi nella camera da letto al 2° piano dell’abitazione ed avendo gravi problemi di deambulazione, non riusciva a fuggire e rimaneva uccisa per l’azione combinata del fuoco e del fumo che avevano invaso la casa e le scale interne; e di tentato omicidio dei figli Roberto e Pietro nonché delle rispettive fidanzate, temporaneamente ospitate in casa, che dormivano nelle camere situate al 1° piano, costringendoli a buttarsi dalle finestre per scampare all’incendio, nonché facendo correre al figlio Pietro pericolo di asfissia, scampato solo per l’arrivo dei vigili del fuoco. Giuseppe Lorenzo Demurtas è difeso dagli avvocati Lorenzo Perra e Agostinangelo Marras.
La richiesta di rinvio a giudizio andrà al vaglio della giudice delle udienze preliminari, dott.ssa Lucia Perra, nell’udienza fissata per il 12 gennaio 2022.
Il procuratore aggiunto Paolo De Angelis ha chiesto il rinvio a giudizio di Giuseppe Lorenzo Demurtas e del figlio Roberto, 29 anni, per maltrattamenti in famiglia ai danni di Anna Maria Merola, per avere in concorso tra loro maltrattato la vittima, con condotte abituali dirette a umiliarla, mortificarla, privarla di cure e attenzioni essenziali per la sua condizione di infermità che la rendevano pur temporaneamente inidonea alla deambulazione e alle quotidiane attività di cure verso la sua stessa persona, nonché con condotte di ingiurie, prospettazione di perdita della capacità legale, sottrazione di risorse economiche e quindi sottoposizione ad un regime finanziario e patrimoniale di completa sottomissione al marito. Nella richiesta di rinvio a giudizio sono elencate dettagliatamente tutte le azioni messe in atto dal marito e dal figlio ai danni di Anna Maria Merola.