22 December, 2024
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Gli indennizzi statali destinati a comuni sardi gravati da servitù militari non sono ancora disponibili nelle casse comunali.

Sul problema hanno presentato un’interrogazione (in allegato) al Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, il consigliere regionale Francesco Agus (Campo Progressista Sardegna) – primo firmatario – e i consiglieri Franco Sabatini, Roberto Deriu, Pietro Cocco, Piero Comandini, Rossella Pinna, Valerio Meloni, Pierfranco Zanchetta, Antonio Gaia, Emilio Usula.

Le risorse previste per il quinquennio 2010-2014 sono ancora in attesa di essere trasferite dallo Stato, per il tramite della Regione, ai 10 comuni interessati agli indennizzi. Ma già nel corso del 2017 il problema era emerso nella sua gravità: i soldi statali non sono stati trasferiti perché non più disponibili nel bilancio statale. 

«Da anni i comuni attendono queste risorse – spiega Francesco Agus –  una manna dal cielo per i bilanci comunali delle comunità di poche migliaia di abitanti, come Arbus o Perdasdefogu. Ma non si tratta di risorse da richiedere o concordare, bensì di indennizzi, dovuti per legge, dallo Stato alle comunità che da decenni subiscono gli effetti, anche negativi, dell’elevata presenza militare nell’isola. Con questi soldi i comuni realizzano opere pubbliche e mantengono attivi servizi sociali indispensabili, perciò non è più tollerabile che lo Stato eviti di affrontare il problema.»

L’art. 300 del D.Lgs. 15/03/2010, che ha sostituito la precedente legge n. 104 del 1990, stabilisce che alle Regioni maggiormente oberate dai vincoli e dalle attività militari, comprese la dimostrazione e la sperimentazione di sistemi d’arma, individuate ogni quinquennio con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Ministro della difesa, lo Stato corrisponde un contributo annuo da destinarsi alla realizzazione di opere pubbliche e servizi sociali nei comuni nei quali le esigenze militari, compresi particolari tipi di insediamenti, incidono maggiormente sull’uso del territorio e sui programmi di sviluppo economico e sociale. La Regione Sardegna, per propria decisione, ha stabilito di trasferire direttamente queste risorse statali ai comuni.

Per i consiglieri regionali firmatari dell’interrogazione, i tempi con cui prima sono stabilite le percentuali di occupazione – nell’ultimo decreto ministeriale del 2017 alla Sardegna è stato riconosciuta un’incidenza dei vincoli e delle attività militari del 58,64% sul totale delle regioni a statuto speciale – e, successivamente, vengono trasferite le risorse dovute alle Regioni, sono troppo lunghi e non accettabili, in considerazione anche del problema, più generale, dei tagli statali agli Enti locali sardi.

«E’ evidente che il forte ritardo già accumulato per il trasferimento di tutti gli indennizzi dovuti per le servitù militari – sottolinea Francesco Agus – si aggiunge al grande problema dei tagli dello Stato alle entrate comunali su cui stiamo lavorando, anche in Consiglio regionale, con i parlamentari sardi. I comuni gravati da servitù militari hanno dovuto attendere quasi 10 anni per avere il saldo del quinquennio 2005-2009. Se consideriamo che negli stessi ultimi 10 anni, parallelamente, lo Stato ha tagliato circa 300 milioni di entrate a tutti i comuni sardi, la situazione rischia seriamente di diventare esplosiva, perché i comuni non potranno più garantire i servizi essenziali e indispensabili per le proprie comunità.»  

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Il Consiglio regionale ha approvato le mozioni sulla mancata applicazione della riforma della Rete ospedaliera. In apertura di seduta il presidente ha riferito all’Aula che il gruppo di Fratelli d’Italia Sardegna ha cambiato nome in Fratelli d’Italia. I lavori sono iniziati con l’esame congiunto delle mozioni n. 424 (Cherchi e più) “in merito alla mancata applicazione del documento di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 25 ottobre 2017 e agli atti adottati dalle Aziende sanitarie in contrasto con il documento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento”; della n. 427 (Cossa e più) “sulla procedura di verifica di coerenza da parte del Ministero della salute della riorganizzazione della Rete ospedaliera della Regione ai sensi della legge n. 164 del 2014, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento”; l’esame dell’interpellanza n. 364/A presentata da Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) “sulla necessità di fare chiarezza sullo stato di esecutività del piano di “Ridefinizione della rete ospedaliera” (da oltre 8 mesi in attesa del parere ministeriale) e sull’urgenza di dare attuazione alla riforma, compresi i presidi di zona disagiata, in essa disciplinati” e della mozione n. 435 (Tedde e più) “circa la discutibile e dannosa gestione delle problematiche sanitarie relative ai diabetici sardi e la richiesta di immediata rimozione dell’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale”.

Il presidente ha dato la parola ad Augusto Cherchi (PdS) per l’illustrazione della mozione 424, sottoscritta da esponenti della maggioranza e dell’opposizione. Il consigliere ha sottolineato che alla base della presentazione della mozione c’è la mancata attuazione della Ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna, nonostante il Consiglio regionale l’abbia approvata il 25 ottobre del 2017 e trasmesso il documento approvato dal Consiglio regionale al Ministero della salute per la prescritta verifica di coerenza. Augusto Cherchi ha evidenziato che l’assessore della Sanità, Luigi Arru, «ha ricordato al Consiglio regionale e alla competente Commissione consiliare permanente che il documento approvato dal Consiglio regionale, per esplicare i suoi effetti, necessita dell’esplicito riscontro positivo del Ministero rispetto alla verifica di coerenza». Il consigliere del Partito dei sardi ha poi aggiunto che l’assessore è stato sconfessato dal suo direttore generale che in commissione Sanità ha detto che la Riorganizzazione della rete ospedaliera è in vigore e operante dalla sua pubblicazione sul Buras l’11 dicembre 2017. Augusto Cherchi ha ricordato che «al presidente della Regione e all’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale è stata manifestata la necessità, diffusamente condivisa, che le aziende sanitarie regionali si astenessero dall’adottare atti organizzativi e/o amministrativi tali da porsi in contrasto con quanto previsto dal documento come approvato dapprima dalla competente Commissione consiliare e, successivamente, dal Consiglio regionale. Tuttavia – ha proseguito – si rileva l’adozione ex novo o il mancato ritiro in autotutela, di svariati atti delle aziende sanitarie, in evidente contrasto con la ridefinizione della rete ospedaliera approvata dall’istituzione rappresentativa della volontà del popolo sardo». Augusto Cherchi ha poi affronta il problema del Programma sanitario triennale «adottato dal direttore generale dell’ATS con deliberazione n. 1122 del 14 novembre 2017 nonostante, ad oggi, non sia stato ancora approvato dalla Giunta regionale previo parere della competente Commissione consiliare (come prescritto dall’articolo 7 della legge regionale n. 17 del 2016)».

Il consigliere di maggioranza ha evidenziato che nella sanità sarda regna confusione, disordine organizzativo, malcontento generale tra medici e pazienti, con ripercussioni sulla qualità dei servizi sanitari offerti. Augusto Cherchi si è poi soffermato sul tema dei malati diabetici che non hanno ricevuto il dispositivo per il controllo della glicemia come promesso dall’assessore. Il primo firmatario della mozione, infine, ha dichiarato che l’attività dell’assessore Luigi Arru è “politicamente censurabile” e ha annunciato che alla fine della seduta sarà presentato un ordine del giorno di censura politica dell’operato dell’assessore della Sanità.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi dato la parola a Michele Cossa (Riformatori sardi per l’Europa) per illustrare la mozione 427, sottoscritta anche da alcuni consiglieri della maggioranza.  L’esponente della minoranza ha spiegato che il testo cerca di fare chiarezza sull’attuazione del riordino della rete ospedaliera. «Questa rete è in vigore oppure no? E’ vero quello che ha detto l’assessore che deve aspettare la verifica di coerenza da parte del Ministero o ha ragione il direttore generale che dice che la ridefinizione della rete ospedaliera è vigente? Se è vigente cosa succederà se verranno chieste modifiche dal ministero e perché sono in piedi atti aziendali in contrasto con quanto previsto dalla rete ospedaliera?». Michele Cossa ha aggiunto che “quello che è successo nella sanità in questi anni è inverosimile” e che  “la riorganizzazione della rete è un intervento di primaria importanza, senza che però la Giunta abbia affrontato il problema della sanità territoriale”. Secondo il vice capogruppo dei Riformatori sardi «il risultato è che l’Ats non ha messo mano alla riorganizzazione dei servizi, regna il caos nella sanità territoriale, con personale distribuito in modo disomogeneo e con spostamenti continui dei dirigenti da un luogo all’altro». E ha aggiunto: «Definire la situazione caotica è poco». La sanità in Sardegna «si regge solo grazie al senso di abnegazione e di responsabilità di alcuni che, però, rischia di cedere». Michele Cossa ha detto di essere convinto che l’assessore non sia la causa della situazione attuale e che sia in perfetta buona fede, «ma dopo 4 anni e mezzo di Giunta però siamo arrivati a una situazione mai vista e ci sono responsabilità politiche». Sembra – ha continuato Michele Cossa – che lei su alcune cose non abbia controllo, che ci sia una parte dell’amministrazione regionale che decide in maniera autonoma, come per i farmaci equivalenti, decisione che sta mettendo in difficoltà le aziende sanitarie. Cossa ha chiesto chiarezza sulle intenzioni della Giunta sugli aspetti illustrati, ma anche «su quali siano le attività di riorganizzazione del sistema della continuità assistenziale e dell’emergenza urgenza, per adeguarli alle nuove esigenze sanitarie della popolazione, su quale sia la progettualità dell’Areus e sul ruolo dell’Ats nelle attività di committenza e nella centralizzazione dei servizi».

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola a Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) per illustrare l’interpellanza 364. Il consigliere ha riaffermato la necessità di dare attuazione alla riforma della rete ospedaliera, da lui votata perché convinto potesse dare nuovo impulso e a migliorare la sanità nelle aree disagiate. Pierfranco Zanchetta ha affermato che «regna incertezza sull’esecutività della riorganizzazione della rete ospedaliera. E’ passato troppo tempo – ha detto – e oggi noi abbiamo necessità di risposte e certezze. Non è più rinviabile». Il consigliere ha poi ricordato cosa prevedesse la riorganizzazione per le aree disagiate: «Il Presidio di zona disagiata deve essere dotato: di un pronto soccorso presidiato H24 da un organico medico dedicato all’emergenza-urgenza, preferibilmente inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal decreto ministeriale 30 gennaio 1998 e, da un punto di vista organizzativo, integrato alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo; di una unità di degenza di 20 posti letto di medicina generale con proprio organico di medici e personale sanitario non medico; di una chirurgia elettiva a media/bassa intensità di cura che effettua interventi in day surgery e/o week-surgery, con attività non prettamente di urgenza, ma che assicura, con proprio personale medico, anche attraverso l’istituto della pronta disponibilità, l’urgenza di bassa/intermedia complessità risolvibile in loco e che svolge la propria attività in stretto raccordo con il pronto soccorso. Il team chirurgico è in grado di disporre delle professionalità necessarie ad affrontare nelle 24 ore l’emergenza chirurgica secondo i protocolli di trattamento. L’area di degenza è organizzata in un unico modello di ricovero (con procedure di ricovero a ciclo continuo), dove è prevista un’area di degenza modulare (modulo di area medica e modulo di area chirurgica dotata di posti letto aggiuntivi) a sviluppo preferibilmente orizzontale; sono presenti un’area per gli esami di diagnostica di laboratorio; un servizio di radiologia con trasmissione di immagine collegata in rete al centro HUB o SPOKE più vicino, di anestesia, di farmaceutica e di emodialisi, un’emoteca, nonché gli ulteriori servizi specialistici di supporto alle attività internistiche e chirurgiche. L’Atto aziendale disciplina le modalità di rinforzo del Pronto soccorso negli ospedali di zona disagiata soggetti per stagionalità a forti variazioni di utenza. Negli ospedali di zona disagiata insulare sono assicurati tre posti letto tecnici aggiuntivi di pediatria; è confermato altresì il servizio di camera iperbarica».

Il presidente ha poi dato la parola a Marco Tedde (FI), per l’illustrazione della mozione 435. «Credo – ha detto – che oggi il Consiglio regionale si avvii a celebrare il crepuscolo della dignità della sanità sarda. Abbiamo mozione di sfiducia e una mozione di censura che sarà seguita da un ordine del giorno censorio che arriva da un gruppo di maggioranza. E’ un fatto di un peso politico straordinario. Assessore Luigi Arru ne deve prendere atto». Marco Tedde ha poi aggiunto che «questo quadro nasce a febbraio 2015 ricordo alcuni consiglieri di maggioranza tra i quali il presidente della Commissione Sanità avevano chiesto la rimozione dell’assessore della Sanità». Marco Tedde ha affermato che «la nostra mozione è di sfiducia anche se punta sul problema della patologia diabetica». Un problema che sta a cuore a tutta l’Assemblea e che l’assessore ha affrontato in maniera del tutto insufficiente con una gestione, secondo Tedde, inadeguata. Marco Tedde ha poi ripercorso la vicenda dell’acquisto dei sensori sottocutanei per la misurazione della glicemia, sottolineando in conclusione che «nonostante i nuovi dispositivi siano stati inseriti nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, nei Livelli essenziali di assistenza ed abbiano ottenuto la medesima classificazione dei dispositivi tradizionali più costosi già in uso e distribuiti in convenzione dal SSN e regionale, i nuovi strumenti per la cura della patologia diabetica non vengono di fatto forniti gratuitamente ai pazienti sardi». E che «ad oggi l’Amministrazione regionale non ha assunto atti amministrativi idonei a far seguire i fatti alle parole e agli impegni assunti dall’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale. E che alla luce di quanto dichiarato dall’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale la mancata distribuzione dei nuovi dispositivi per il monitoraggio della glicemia dipende esclusivamente dalla mancanza di volontà politica da parte dello stesso assessore e dell’Amministrazione regionale». «Con questa mozione – ha detto Marco Tedde – impegniamo il presidente Francesco Pigliaru a prendere atto della discutibile e dannosa gestione delle problematiche sanitarie in Sardegna e, in particolare, di quelle relative ai diabetici sardi e revochi con decorrenza immediata l’incarico assessoriale con conseguente rimozione dell’assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale; di intervenire presso l’assessorato regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale allo scopo di dare seguito agli impegni assunti qualche mese fa dall’Assessore, circa la distribuzione gratuita ai diabetici sardi dei dispositivi per il controllo ed il monitoraggio della glicemia; e che anche in Sardegna, come in tutte le regioni italiane, siano rimborsati i nuovi farmaci per la cura del diabete di tipo 2 in grado di minimizzare le pericolose ipoglicemie».

Per il consigliere di Forza Italia c’è «una gestione complessiva della sanità sarda non dignitosa: lo dice anche una parte della maggioranza, lo dicono le associazioni degli ammalati, i medici e non». Marco Tedde ha esortato l’assessore a un atto di responsabilità: «Se si dimette ora avrà il nostro ringraziamento e di tutta la sanità sarda e dei pazienti sardi». 

Dopo l’on. Marco Tedde ha preso la parola l’on. Edoardo Tocco (FI), secondo cui «questo per l’assessore Luigi Arru è l’epilogo di una situazione della sanità sarda che ormai è arrivata al collasso e all’implosione. E’ il punto definitivo della legislatura, il punto di caduta della Regione: sarebbe meglio quasi evitare le sue dimissioni per arrivare alla distruzione definitiva, con noi sulla sponda del fiume ad aspettare. Sarebbe meglio se i colleghi della maggioranza parlassero in quest’Aula e non nei corridoi». L’oratore ha ricordato la vertenza Aias, «con 3 mila sardi senza stipendio da 11 mesi» e ha parlato anche della chiusura del reparto di Chirurgia Plastica al Brotzu «per favorire il policlinico universitario: posso essere anche querelato, non ho paura».

Sempre per Forza Italia è intervenuto l’on. Mariano Contu, che ha detto: «In tutti questi anni non ci avete mai dato idea di come si faccia una programmazione sanitaria che risponda ai bisogni della popolazione ed è ora del tutto normale che dalla maggioranza, dai banchi del Partito dei Sardi, arrivi questa richiesta di dimissioni. Fino a oggi avete soltanto disatteso gli atti di programmazione del Consiglio regionale».

Per l’on. Raimondo Perra (Socialisti), presidente della commissione Sanità, «è bene però ricordare che siamo partiti da un disavanzo spietato che raggiungeva quasi i 400 milioni e con il ministero che era già pronto a commissariarci. Se non ricordiamo questo diventa difficile affrontare il dibattito odierno: abbiamo rischiato la chiusura di 5 ospedali con l’applicazione del DM70, se solo il ministero avesse inviato un commissario». Per l’oratore «il Consiglio regionale ha già approvato la riforma della rete ospedaliera e la commissione ha fatto sforzi enormi ascoltando tutti e cercando di sardizzare i contenuti del DM70. Noi sappiamo che non è tutto a posto ma sappiamo anche che non esiste la riforma che accontenta tutti né esiste la riforma che subito dimostra la sua validità. Dobbiamo avere pazienza: siamo usciti da un tunnel».

Di opposto avviso Forza Italia, con l‘on. Stefano Tunis (FI) che ha premesso di «interpretare in modo preciso l’intento della mozione: serve processare un uomo ma le decisioni strategiche assunte dalla maggioranza e in ultima sede dal presidente della Regione». Per l’on. Stefano Tunis «è bene che il presidente Francesco Pigliaru sappia che sarà un altro il candidato presidente della Regione e lei che oggi pone la fiducia sarà indicato a breve come l’unico responsabile. Rassegni ora le dimissioni e liberi questa assemblerà dal peso: nessuno si spaventa se lei davvero si dimette oggi. Siamo qui per suggerirle con passione di fare questo e avere poi una campagna elettorale leale: a nessuno della attuale maggioranza sarà consentito dire che è venuto dallo spazio. Chi viene dopo di lei non potrà fare la vergine». Rivolto ai colleghi del Partito dei sardi ha detto: «Scegliere da che parte stare, se siete disposti a costruire un futuro diverso per quest’Isola».

Per l’on. Angelo Carta (PSd’Az) «non va bene cercare capri espiatori e l’analisi dei mali della Sanità sarda non ci consente di approcciare il tema come ragazzini davanti al primo sacramento. Nessuno è indenne perché tutti hanno usato la sanità, per fini legittimi ma che non sempre sono coincisi con gli interessi generali del popolo sardo. Non assolvo oggi Luigi Arru e Francesco Pigliaru, che hanno proceduto senza gradualità alla nascita dell’azienda unica della salute. Oggi avrei voluto indagare qui anche sulle responsabilità del dottor Fulvio Moirano, che non avete tenuto sotto controllo. Non voterò la mozione perché, ripeto, non credo nei capri espiatori ma resta tutta la responsabilità di tutta la maggioranza nell’aver fatto scelte del tutto sbagliate».

Ha preso poi la parola l’on. Marco Tedde (FI), che ha detto: «Nessuno può negare che siamo arrivato all’ultimo gradino dei valori della Sanità dell’ultimo decennio con liste d’attesa di 255 per una mammografia e 127 per una tac. E’ al collasso anche il sistema 118, che è la colonna portante della sanità, mancano decine di medici nelle postazioni medicalizzate. Nel mentre il deficit generale della Sanità sarda cresce: ci vuole chiarire l’assessore Luigi Arru quali sono i numeri economici esatti dello sfascio della Sanità sarda? Già nel 2015 la maggioranza aveva chiesto la rimozione dell’assessore: non è un caso”. Per il consigliere algherese “è del tutto inappropriata la gestione delle patologie diabetiche».

Per il Pd ha preso la parola il vice capogruppo, on. Roberto Deriu, secondo cui «il Consiglio avrebbe dovuto occuparsi della spesa sanitaria invece che occuparsi di quella malattia, di quella medicina mancante, di quell’affaruccio di periferia, perché ciò è fondamentale nella vita di un consigliere. Tutto ormai è purtroppo ridotto alla personalità dell’assessore o del presidente e noi, sia chiaro, non celebreremo un processo pre-giacobino in attesa che arrivino i giacobini che nei fatti stiamo invocando. Oggi celebriamo invece un processo alla nostra incapacità di essere assemblea legislativa e non siamo stati capaci nemmeno di leggere i dati economici della gigantesca spesa della Sanità sarda. Non considero utili argomenti come la rimozione di un assessore se non siamo stati in grado di dire ai sardi come sono stati spesi i soldi della Sanità, se si poteva risparmiare e come».

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «sarebbe bello se il presidente Francesco Pigliaru andasse in giro per gli ospedali sardi a vedere come sono ridotti. A luglio del 2016 fu approvata la riforma sanitaria e io mi astenni per darvi fiducia. Ora posso dire che la vostra riforma è stato un disastro, nei pochi tratti in cui è stata applicata». Sull’elisoccorso l’on. Giovanni Satta ha detto: «Noi abbiamo un elicottero ogni 500mila abitanti e in Lombardia sono 9 milioni con cinque elicotteri. Non ditemi che noi abbiamo una geografia particolare perché in Lombardia, se è per questo, ci sono le Alpi e i laghi».

Per i Riformatori sardi è intervenuto l’on. Michele  Cossa, che ha invitato l’assessore Luigi Arru a fare lo speaker: «Lei si è distinto per annunci in questi anni, è stato bravissimo. Ma la realtà la contraddice perché quasi nulla di quello che ha annunciato è stato fatto. Per i primi tre anni è campato sui disastri che ha trovato e presumo che il suo successore per i primi tre anni camperà sui disastri lasciati da lei». L’ex sindaco di Sestu ha detto che «la gestione della Asl unica è disastrosa, mancano perfino i libretti pediatrici per i neonati. E’ tutto il sistema che si è incartato e abbiamo voglia noi di costituire commissioni di inchiesta se lei, assessore Arru, non mette mano ai problemi concreti. Siamo davanti a un’incompetenza manifesta in tanti settori della Sanità, spesso causate non da mancanza di fondi ma da incapacità organizzativa. E tutto questo produce un supplemento di pena inaccettabile per i malati e i loro familiari: vi rendete conto che per una colonscopia bisogna attendere 18 mesi? E’ allucinante quanto la situazione dell’Aias, dove le prestazioni aggiuntive sono imposte dall’Asl e poi contestate da chi le ha imposte».

Giorgio Oppi (Udc) ha parlato di “massima involuzione della sanità in Sardegna” ed ha affermato che “sono scontenti malati, medici e cittadini”. L’esponente della minoranza ha ricordato le “lunghe” liste d’attesa ed ha preannunciato il potenziamento del Cup “solo in prossimità delle scadenze elettorali”. GiorgioOppi ha criticato le scelte strategiche («la asl unica non è la soluzione per la sanità sarda») e ha definito “disordinata” la gestione del manager Ats. «La sanità sarda – ha tuonato il leader Udc – cade a pezzi e mancano persino i medici». Il consigliere scudocrociato ha inoltre criticato la politica degli annunci per l’apertura del Mater Olbia («abbiate il coraggio di dire che nel 2018 non si potrà aprire») ed anche la gestione della vertenza Aias («Fulvio Moirano ha scelto pessime persone nei posti più importanti»).

Emilio Usula (Rossomori) ha ricordato il voto contrario “alla riforma sanitaria perché  incoerente rispetto ai fabbisogni dei cittadini e dei territori”. Il consigliere che si è dichiarato “non in maggioranza ma non in sintonia con l’opposizione” ha annunciato il voto favorevole alla mozione n. 424 (Cherchi e più) ma non a documenti di sfiducia nei confronti dell’assessore. «Davanti a disservizi e carenze – ha però dichiarato Emilio Usula – abbiamo visto fare spallucce e persino le riunioni in commissioni sono state percepite dall’assessore soltanto come incombenze e non come momenti di confronto». Sulla vertenza Aias, Emilio Usula ha parlato di «contraddizioni e aspetti inquietanti» ed ha evidenziato la «situazione disperata in cui versano i 1.300 lavoratori»”.

Luigi Ruggeri (Pd) ha invitato il Consiglio a «ragionare sul merito degli argomenti» e non già a confrontarsi sulla sanità in generale e sulle politiche della giunta. L’esponente della maggioranza ha difeso l’operato dell’assessore in ordine alle iniziative per le cure del diabete («nel 2014 abbiamo la costituito la consulta diabetologia per mettere in rete esperienze vigenti nella regione») ed ha affermato che “il problema vero è quello dei farmaci biosimilari, considerato che la Sardegna è il luogo dove sono meno utilizzati».

«In troppi ormai parlano di malasanità – ha dichiarato Antonello Peru (Fi) – e nessuno della minoranza ha piacere di parlare di sfiducia e censura all’assessore». Il consigliere della minoranza ha ricordato la mozione discussa in Aula lo scorso 14 marzo e gli impegni disattesi dall’assessore sui misuratori della glicemia (free style e freestyle). Antonello Peru ha inoltre invitato l’assessore a fornire chiarimenti sugli annunciati tagli nella Medicina e Chirurgia dell’Aou di Sassari.

Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp) ha dichiarato in apertura del sui intervento il voto contro la sfiducia: «Non è corretto addossare sull’assessore Luigi Arru le responsabilità di ciò che non va nella sanità sarda». Il consigliere del centrosinistra ha ricordato quella che ha definito «una drammatica eredità ricevuta dal centrodestra” ed ha evidenziato le “ormai prossime stabilizzazioni, i concorsi per assumere nuovo personale e l’attivazione dell’elisoccorso». Sul caso Aias, a giudizio di Eugenio Lai, l’assessore Luigi Arru «si è dimostrato coraggioso nell’interpretare la volontà del Consiglio regionale» e si è detto favorevole alla costituzione di una fondazione pubblica per garantire i servizi resi dall’Aias.

Particolarmente critico l’intervento del consigliere del Pds, Roberto Desini, che ha affermato di intervenire in Aula «da cittadino libero, da consigliere regionale libero che non ha in quota primari, né assunzioni, né trasferimenti di personale amico, né segnalazioni di imprese nelle forniture». Il consigliere della maggioranza ha ricordato l’attività di indirizzo e controllo condotta sulla Sanità (25 interrogazioni, 13 mozioni e 9 interpellanze) per affermare che «non c’è, dunque, da meravigliarsi, se i toni alle volte possono essere vibranti, perché conseguenze di atteggiamenti non corrispondenti alle sollecitazioni promosse in materia di sanità».

Ricordando l’affermazione dell’assessore Luigi Arru dell’agosto 2014 («non ho la maglietta di superman»), il consigliere Pds ha tuonato: «L’assessore, viste le bugie raccontate ai sardi, deve indossare quella di Pinocchio». Il consigliere Roberto Desini ha quindi rammentato con tono polemico le segnalazioni e le richieste di chiarimenti a suo tempo fatte, sugli interinali alla Asl di Sassari, sull’acquisto di macchinari obsoleti senza gara ed ha così concluso il suo duro intervento: «Le lacrime dell’assessore Luigi Arru in occasione dell’approvazione della riforma sanitaria ricordano da vicino quelle dell’ex ministro Fornero, mi auguro che per l’assessore non ci sia dunque un’altra esperienza politica».

Francesco Agus (Misto) ha criticato i termini della discussione («non è utile trattare tutti gli argomenti della sanità con tutti i consiglieri schierati nel gioco delle parti») ed ha affermato che «non tutte le criticità possono essere imputate all’azione politica di questa giunta e dell’assessore Arru». «L’eredità è stata pesante – ha dichiarato il consigliere della maggioranzae nonostante le difficoltà nessuno ha nostalgia dei manager che assumevano commercialisti o pensavano a gestire parcheggi negli ospedali». A giudizio di Francesco Agus il fallimento della commissione d’inchiesta sui costi della sanità è stata «un’occasione perduta per fare chiarezza sul sistema» ed ha ricordato le difficoltà nella gestione della sanità sarda anche per effetto dell’accordo sulle entrate ormai vecchio di dodici anni.

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) ha accusato la minoranza di dare «un’impostazione sbagliata alla discussione» e di avere sbagliato «la strategia perché ci costringe a difendere il fortino». Il consigliere della maggioranza ha evidenziato «la pesante eredità ricevuta dal centrodestra» e l’impegno della Giunta e del centrosinistra «per mettere a posto le cose». Luca Pizzuto ha ricordato la contrarietà del suo gruppo «per la rimodulazione del progetto Mater Olbia» e i risultati positivi nel frattempo raggiunti con lo sblocco dei concorsi Ats e la «messa in ordine della vertenza Aias». «Difendo con orgoglio il lavoro fatto con la riforma sanitaria – ha spiegato Luca Pizzuto – che ha impedito l’applicazione del decreto ministeriale che si darebbe abbattuto sull’Isola come una mannaia che avrebbe cancellato nove ospedali». Il consigliere ha quindi chiesto delucidazioni sull’iter ministeriale della riforma ospedaliera ed ha così concluso: «Ho elementi di delusione nella gestione della sanità sarda ma voterò contro la sfiducia e darò fiducia all’assessore nella speranza che le criticità possano essere risolte positivamente».

«Tra qualche il consigliere Pizzuto avrà modo di coordinare le strategie della minoranza», così il capogruppo FdI, Paolo Truzzu, ha aperto il suo intervento e replicato all’esponente di Art. 1 – Sdp. Paolo Truzzu ha quindi ricordato le criticità della sanità sarda ed ha posto l’accento sulle responsabilità «di chi governa ormai da quattro anni e mezzo». A giudizio di Truzzu «è stata sbagliata la scelta della Asl unica” ed ha criticato «quelli della maggioranza che sfilano in strada con la fascia tricolore contro l’Ats e poi vengono in Aula a difenderla». «Assumetevi le responsabilità delle vostre scelte – ha attaccato Paolo Truzzu – perché la vostra è stata una scelta folle che ha tolto alla politica il ruolo di controllore e avete commissariato l’assessore della sanità e il presidente della Giunta con la nomina del manager Moirano». Il capogruppo del centrodestra ha concluso il suo intervento ricordando, a titolo esemplificativo, la situazione in cui versa l’ospedale Brotzu di Cagliari.

Il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta ha ribadito i concetti espressi nell’illustrazione dell’interpellanza ed ha invitato l’assessore «a passare dalle parole ai fatti con la piena applicazione della rete ospedaliera». «La riforma non è un disastro – ha precisato il consigliere della maggioranza – ma ha elementi qualificanti dell’offerta sanitaria, l’urgenza è dare attuazione a quella riforma e l’assessore non può lasciare quest’Aula senza assumere quest’impegno nella formalità degli atti e non solo con le parole».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, in apertura del suo intervento, ha ricordato i dati forniti dal Consorzio per la Ricerca economica applicata in Sanità che assegnano alla Sardegna la maglia nera nella classifica della qualità dell’offerta sanitaria. «La vostra gestione ha fallito – ha detto Gianluigi Rubiu – registriamo una perdita di qualità e l’allungamento delle liste d’attesa. Alcuni territori tra i quali il Sulcis Iglesiente si trovano in forte difficoltà».

Rubiu ha poi contestato la mancata distribuzione dei micro diffusori di insulina ai diabetici («Sono strumenti che permettono ai pazienti di liberarsi dalla schiavitù dell’iniezione quotidiana) e la presa di posizione della Giunta sulla vicenda Aias: «Occorre dare risposte ai 1.300 dipendenti – ha affermato Gianluigi Rubiu – è falso dire che le fideiussioni sono fasulle. Sono state garantite dalla Banca d’Italia. Il 90 delle fideiussioni rilasciate nel nostro Paese sono fatte da assicurazioni straniere».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha annunciato il voto contrario alla mozione presentata dalla minoranza: «Voterò invece a favore di quella presentata da Augusto Cherchi (Pds) perché ne condivido i contenuti». Daniele Cocco ha poi sottolineato che in Aula si faccia il gioco delle parti. «Oggi contestate Luigi Arru ma se si dovesse votare la sfiducia alla Giunta anche voi sareste in difficoltà perché tra i 60 consiglieri presenti nessuno vuole andare a casa». Il capogruppo di Art. 1 – Mdp, dopo aver ricordato le difficoltà nel mettere mano alla riforma sanitaria, si è detto sicuro della possibilità di trovare una soluzione ad alcune questioni. «Moltissime delle istanze sollevate dalle mozioni possono avere risposta. Siamo comunque contrari a qualsiasi mozione di sfiducia o di censura».

Il presidente del gruppo del Partito dei Sardi Gianfranco Congiu, ricordando il lungo iter che portò all’approvazione della Riforma sanitaria, ha citato il contributo dato dal suo partito che nell’occasione presentò circa 80 emendamenti. «Sanità fa rima con dignità – ha detto Gianfranco Congiu – non solo quella dei cittadini sardi ma anche quella di noi consiglieri. La stessa che ha richiamato l’on. Deriu quando ha ricordato che questo Consiglio non è stato capace di incidere sulla spesa sanitaria e oggi chiede una mozione di censura. Quando si è discussa la riforma noi siamo riusciti a scongiurare l’applicazione del DM 70 in Sardegna».

Gianfranco Congiu ha poi sottolineato l’esigenza di spiegare il perché quella riforma non decolli e perché non si attuino gli ordini del giorno del Consiglio. «Noi con la nostra mozione stiamo ponendo due questioni che riguardano lo stop alla riforma della rete ospedaliera e la mancata assistenza ai diabetici. Non stiamo qui ad aprire un dibattito generale sulla Sanità. Diamo un senso politico a questi due argomenti. Ecco perché, registrata la convergenza dell’intero Consiglio, abbiamo deciso di convertire la mozione in un ordine del giorno  di censura. Ho lavorato per una riforma che non viene attuata, è coerente presentare un atto di censura».

Il presidente del gruppo Misto Annamaria Busia ha manifestato il suo imbarazzo per l’andamento del dibattito in Aula. «Io sono convinta che la riforma non può essere attuata perché è una riforma sbagliata. L’ho detto in tempi non sospetti illustrandone le ragioni. La responsabilità è di tutti coloro che l’hanno votata. Oggi c’è una situazione curiosa: le mozioni sono state presentate da chi era a favore e da chi l’ha contrastata. Questo dibattito è tardivo. Io chiesi le dimissioni dell’assessore quando denunciai un caso gravissimo che se fosse stato risolto avrebbe portato denaro in cassa e risolto una situazione che ha creato tantissimi problemi (Project Nuoro ndr). A cosa servono oggi le dimissioni di Luigi Arru? Adesso la situazione è drammatica, realtà come il Brotzu, prima considerate eccellenze, oggi presentano gravissime carenze. Sulla Brest Unit sta accadendo quello che avevo paventato: manca un team dedicato alla chirurgia della mammella come impongono le linee guida. Non voterò nessuna di queste mozioni. Non possono così come sono state impostate portare a una soluzione».

Il presidente del Pd Pietro Cocco ha difeso la riforma sanitaria: «Fare le riforme è sempre difficile, scatena la reazione di coloro che vogliono difendere lo status quo. Il tema dei diabetici è importante – ha detto Pietro Cocco – riguarda pazienti che hanno bisogno di essere seguiti e monitorati giorno per giorno. Occorre però fare chiarezza sul tipo di sensori di cui si parla. E’ interesse dell’assessore dare una risposta».

Sulla riforma della Rete ospedaliera, Pietro Cocco ha ricordato che l’attuale maggioranza ha avviato il riordino mettendo mano a un piano atteso da anni. «Oggi il sistema non funziona come dovrebbe, ma prima non andava meglio. Abbiamo avuto il coraggio di fare la riforma, abbiamo raccontato una nuova storia che però va seguita fino in fondo. Se non l’avessimo fatta avremmo subito le direttive nazionali. L’assessore ha però il dovere di spiegare il perché dei ritardi». Sul contenuto delle mozioni il presidente del gruppo Pd è stato chiaro: «Censure e ammissioni di fallimento non stanno né in cielo né in terra. Nessuno ha il titolo per farlo».

Secondo Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, la difesa blanda fatta dall’Aula all’assessore è indicativa. «I numeri del ministero della sanità ci collocano agli ultimi posti in Italia. Che male vi hanno fatto i sardi che vi hanno pure votato? Nel 2014 avete tentato di fare una riforma costruendo una casa con materiali scadenti, facendoci credere che stavate costruendo la casa del futuro».

Alessandra Zedda ha poi contestato la scelta della Asl unica e l’accorpamento dei presidi ospedalieri. «Continuate inoltre a guidare le varie aziende con atti aziendali non rispettosi della normativa nazionale e regionale. Avete messo la Sanità nelle mani di due persone: il direttore generale dell’assessorato Giuseppe Sechi e quello dell’Ats Fulvio Moirano che vi hanno di fatto commissariato».

Alessandra Zedda ha poi rivendicato il ruolo svolto dalla minoranza: «Siamo stati gli unici coerenti. Nessuno dai banchi dell’opposizione è stato in grado di imporsi a questo disastro. La spesa è cresciuta a dismisura. A San Gavino si è passati da uno a tre dipartimenti». In conclusione del suo intervento, l’esponente della minoranza ha fatto riferimento alla vertenza Aias: «E’ possibile che Fulvio Moirano non sapesse che la Regione ha cambiato tesoriere e per questo c’è stato un ritardo nel trasferimento delle risorse. Aias ha tutte le ragioni a dire di non essere stata pagata».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dato la parola per la replica all’assessore alla Sanità Luigi Arru: «La riforma era necessaria perché i conti della sanità sarda erano fuori controllo – ha detto Luigi Arru – il Mef chiedeva un intervento. La Rete ospedaliera è una norma, ma è vero che il Mef ci ha chiesto documenti per capire se rispondeva ai Lea. Ci hanno fatto osservazioni per capire se si garantivano alcune prescrizioni del Dm70». L’assessore ha poi difeso l’operato della Giunta elencando una serie di interventi finalizzati a porre rimedio a una situazione di inefficienza che si trascina da anni: «La Riforma era necessaria perché avevamo un disavanzo di 400 milioni di euro. Oggi stiamo resistendo al tentativo di altre regioni speciali di farci entrare in un piano di rientro formale. Noi abbiamo resistito, perché questo avrebbe bloccato il turnover e comportato il ricorso ai ticket. Il disavanzo non è comunque aumentato».

Sul problema della mancata distribuzione dei micro diffusori ai diabetici, Luigi Arru ha ammesso le difficoltà nell’applicazione della delibera, ma ha ricordato il giudizio dato da un istituto di monitoraggio secondo il quale la rete sarda è una delle migliori a livello nazionali.

L’assessore infine ha parlato dei risultati ottenuti con l’avvio dell’elisoccorso e della riorganizzazione della rete oncologica. «Ci sono problemi e non l’abbiamo negato, sulle liste d’attesa dovuto in gran parte alla presenza di tanti lavoratori a tempo. Un problema che stiamo risolvendo con 500 stabilizzazioni e 500 nuove assunzioni».

Sul Mater Olbia l’assessore ha spiegato che «in due mesi è stato fatto ciò che non si è fatto in 10 anni: «Non è responsabilità nostra se sono stati cambiati tre partner scientifici».

Per quanto riguarda la vicenda Aias, Luigi Arru ha ribadito che la Regione ha sempre messo i soldi a disposizione. «La stessa Aias dichiara di aver ricevuto 150 milioni in questa legislatura. Non c’è correlazione tra il mancato pagamento degli stipendi e i ritardi nelle erogazioni. Il contenzioso riguardava 42 milioni. Poi sono diventati 15 milioni sui quali abbiamo chiesto una fideiussione. Le famiglie sono alla fame non per colpa della Regione». Rispondendo, infine, al consigliere Roberto Desini (Pds) Luigi Arru ha detto: «Non sono Pinocchio, ci ho messo sempre la faccia».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dato la parola ai presentatori delle mozioni per le repliche.

Augusto Cherchi (Pds) si è dichiarato insoddisfatto delle risposte della Giunta: «Perché il Ministero fa rilievi sui Lea se non li monitorizza dal 2010? Lo avete ricordato al Ministero?». Sul disavanzo Augusto Cherchi ha citato  la sentenza della Consulta del 2015 in cui si dice che lo Stato italiano non ha competenza sulle norme finanziarie delle regioni che si pagano per intero la Sanità mentre per il problema dei micro diffusori ai diabetici ha affermato: «Perché fare una delibera per assicurare i freestyle a 3.000 pazienti? Ci sono 12mila sardi che potenzialmente ne hanno bisogno. Ci siamo accodati alla gara del Piemonte per acquistare i diffusori. Il lotto 5 è stato sospeso per due volte». Augusto Cherchi ha quindi concluso: «La Riforma va applicata, ci piaccia o no è la nostra riforma, però ho posto un altro problema sull’adeguamento degli atti alle leggi approvate in Consiglio. La legge 17 impone vincoli sugli atti di programmazione che non possono essere delegati ai direttori generali».

Anche Michele Cossa (Riformatori) si è dichiarato insoddisfatto: «E’ vero che la croce non può essere caricata tutta sulle spalle dell’assessore Arru. A lui rimproveriamo 5 anni di gestione in cui la situazione è peggiorata. Le riforme sono indispensabili, ma forse sono state fatte tardi e in modo sbagliato, altrimenti non si spiegherebbe lo stato del sistema e la percezione che ne hanno i cittadini. Aumentano i viaggi della speranza, chi se lo può permettere va a curarsi fuori perché non si fida dei sanità sarda. Un ruolo devastante lo ha giocato l’attacco alla sanità cagliaritana. La vergogna del Brotzu incide pesantissimamente».

Cossa ha poi rimproverato l’assessore per non aver detto cosa farà degli atti aziendali una volta che arriverà la risposta del Ministero sulla riordino della Rete ospedaliera e per non aver chiarito i termini della riorganizzazione del personale: «Vanno bene le stabilizzazioni ma il problema è assorbire personale o efficientare le risorse umane presenti nelle aziende sanitarie? La sfida è questa».

Insoddisfatto anche il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta: «Credo si debba partire dai più deboli che hanno difficoltà di mobilità e necessitano di attenzioni. La mia insoddisfazione nasce per il fatto che ha trascurato questo aspetto».

Pierfranco Zanchetta ha poi rimarcato la necessità di dare attuazione agli atti del Consiglio: «Occorre riconoscere il lavoro del Parlamento sardo. Il Trentino Alto Adige ha bandito concorso per nuovo manager della sanità dopo la cacciata del precedente che non rispondeva alle richiesta del corpo sociale».

Per Marco Tedde (Forza Italia) le risposte dell’assessore sono insufficienti:«Fare riforme è difficile, lo sappiamo, ma è stato molto semplice arenare quella riforma.

Il collega Roberto Desini sbaglia a definire Luigi Arru “Pinocchio”. «Lui e Francesco Pigliaru sono piuttosto paragonabili al Gatto e alla Volpe». Secondo Marco Tedde la sanità non si gestisce con i sofismi ma con scelte politiche. «Quando le scelte mancano le riforme si arenano. Per quale motivo il Ministero deve dare il placet sulla riorganizzazione della Rete ospedaliera? Il Mef deve dare risposte solo sul Mater Olbia. Si vuole fare lo stesso che si è fatto per il presidio di Alghero Ozieri, si dice che sarà fatto entro il 2018 e poi non viene avviato nessun procedimento. E’ una presa in giro per tutti gli abitanti di quei territori».

Duro il giudizio di Marco Tedde anche sull’Aias: «Avete parlato di fideiussioni farlocche, è bene che andiate in Procura, fate l’opposizione ai decreti ingiuntivi oppure pagate. In questo modo Aias potrà pagare i dipendenti. Le prestazioni vanno pagate. Ci sono costi di esercizio. Smettetela con questi artifizi e questi raggiri».

Al termine delle repliche il presidente Ganau ha chiesto chiarimenti sulla natura dell’ordine del giorno presentato: «E’ unitario o invece si tratta invece di un odg di censura presentato da una sola parte politica? Se non è unitario non può essere discusso prima di tre giorni».

Il capogruppo di forza Italia Alessandra Zedda ha chiesto dieci minuti di sospensione che sono stati accordati.

Alla ripresa dei lavori il presidente Gianfranco Ganau ha preso atto della mancanza di un odg unitario e ha quindi messo in votazione le singole mozioni partendo dalla n. 424 (Cherchi e più).

Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Piermario Manca (Pds): «Apprezziamo la passione dell’assessore, ma noi abbiamo chiesto risposte su due problemi e su questo insistiamo. Lei non ha risposto, abbiamo votato la riforma e pretendiamo che sia applicata. Non stiamo dicendo cose stratosferiche, non siamo dei marziani».

Per Alessandra Zedda: «Non è un buon lavoro quando si chiudono reparti come il Marino o si declassa il Brotzu. L’assessore inoltre non ha mai risposto sulla chirurgia plastica – ha detto – per non parlare della sanità privata. I Centri di riabilitazione si lamentano: anche questi sono dei pazzi? In un territorio come la Sardegna non è pensabile accorpare 200mila prestazioni». 

Il consigliere Roberto Desini (Pds) ha dichiarato voto favorevole alle mozioni su rete ospedaliera e diabetici e si è rivolto direttamente al presidente della Giunta: «Non è un discorso di lealtà e fedeltà alla maggioranza ma di onestà intellettuale». A favore anche il consigliere Peru (Fi) che ha invitato l’assessore a chiarire sui tagli ai reparti di gastroenterologia, medicina, chirurgia e lungo degenze nella Aou di Sassari. La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha dichiarato voto di astensione mentre Giorgio Oppi (Udc) si è dichiarato a favore ed ha replicato alle dichiarazioni dell’assessore: «È poco informato, perché la spesa farmaceutica è peggiorata e non è vero che mancano ristrutturazione da trent’anni». Voto favorevole per tutte e tre le mozioni è stato dichiarato dal capogruppo FdI Paolo Truzzu («Ringrazio Luigi Arru perché mi ha convinto a votare anche quella di sfiducia»).

Posta in votazione è stata approvata (45 sì su 45 votanti) la mozione n. 424 (Cherchi e più che impregna il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Luigi Arru«a riferire in Aula in ordine alle problematiche sopra esposte e sugli specifici atti di organizzazione e amministrativi adottati dalle aziende sanitarie regionali in contrasto con il documento di ridefinizione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 25 ottobre 2017; e ad assumere ogni iniziativa necessaria al fine di ricondurre l’attività delle aziende sanitarie regionali nell’alveo della legittimità e della conformità alle norme legislative e ai documenti approvati dal Consiglio regionale in materia».

Approvata (42 sì su 43 votanti) anche la mozione n. 427 (Cossa e più) che impegna presidente e assessore a riferire in Aula su:

«1) sulla vigenza o meno del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio regionale in data 25 ottobre 2017; 2) sulla veridicità delle notizie di stampa secondo cui il ministero della Salute avrebbe richiesto molteplici chiarimenti di merito sul provvedimento;

3) su quali siano, in particolare, gli aspetti del provvedimento che necessitano di approfondimenti e di chiarimenti e che stanno ritardando la conclusione della verifica di coerenza ai sensi della legge n. 164 del 2014 da parte del Ministero della salute;

4) su quali siano i tempi previsti e concordati per il completamento della fase di verifica da parte del Ministero della salute;

5) su quali siano le azioni che la Regione sta eventualmente ponendo in essere per accelerare tale verifica di coerenza da parte del Ministero;

6) su quale sia l’attività di monitoraggio regionale e quale sia il risultato del monitoraggio stesso in merito alla coerenza degli atti assunti dai direttori generali delle aziende rispetto ai contenuti del piano;

7) su quali siano le azioni che la Giunta regionale intende porre in essere per rafforzare il filtro della sanità territoriale, potenziando la medicina d’iniziativa e il sistema della presa in carico della cronicità;
8) su quali siano le attività di riorganizzazione del sistema della continuità assistenziale e dell’emergenza urgenza, per adeguarli alle nuove esigenze sanitarie della popolazione;

9) su quale sia la progettualità dell’AREUS;

10) sul ruolo dell’ATS nelle attività di committenza e nella centralizzazione dei servizi».

 La capogruppo di Fi, Alessandra Zedda, ha dichiarato voto favorevole alla mozione 435 (Tedde e più): «Abbiamo totale sfiducia totale nell’operato del presidente Pigliaru e di tutti coloro che sono parte dei questa maggioranza». A favore anche Marco Tedde (Fi): «Anche il presidente Francesco Pigliaru ha capito che le politiche sanitarie sono miseramente fallite». Contraria Rossella Pinna (Pd): «Non per partigianeria ma nemmeno perché va tutto bene, il punto è che i cambiamenti richiedono tempo ma andiamo nella direzione giusta». Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, ha annunciato l’astensione dopo che il presidente Ganau ha respinto la richiesta di votazione per parti del documento. A favore si è espresso Edoardo Tocco (FI) e anche Giuseppe Fasolino (Fi), Antonello Peru (Fi), Giovanni Satta (Psd’Az) e Stefano Tunis (Fi). La consigliera Busia ha dichiarato voto di astensione e i segretari dell’Aula hanno proceduto con la chiamata nominale. Conclusa la seconda chiama, il presidente ha proclamato lo scrutinio: votanti 48, astenuti 6, favorevoli 14, contrari 28. Respinta la mozione, il presidente ha dichiarati conclusi i lavori ed ha preannunciato al convocazione del Consiglio al domicilio.

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Il Consiglio regionale ha approvato provvedimenti urgenti per l’impiantistica sportiva e l’abbattimento dei costi delle trasferte nelle isole minori, ha prorogato la commissione speciale d’inchiesta sulla crisi del commercio e dell’artigianato ed ha approvato misure di sostegno per le cooperative di comunità.

La seduta pomeridiana si è aperta sotto la presidenza di Gianfranco Ganau. All’ordine del giorno il disegno di legge 519 “Provvedimenti urgenti in materia di impiantistica sportiva e per l’abbattimento dei costi per la partecipazione alle trasferte sportive nelle isole minori della Sardegna. Modifiche all’articolo 38 della legge regionale 17 maggio 1999, n. 17 (Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna)”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola al relatore, Lorenzo Cozzolino (Pd), per l’illustrazione del disegno di legge. L’esponente della maggioranza ha spiegato che il provvedimento della Giunta ha l’obiettivo di promuovere lo sport come valore  sociale, educativo, di prevenzione della salute. La legge prevede due punti fondamentali: contribuire economicamente, con 45mila euro, a costi per la partecipazione delle trasferte da e per le isole minori della Sardegna di Carloforte e La Maddalena, «che sono isole nell’isola», e consentire agli enti locali, cui sono state concesse nell’anno 2011 risorse finanziarie per l’impiantistica sportiva, di utilizzarle per la realizzazione o la conclusione di interventi già programmati.

Lo sport, ha spiegato Lorenzo Cozzolino, incentiva il confronto, il dialogo ed è formativo per i nostri giovani. Per questo motivo bisogna adottare norme che aiutino a far crescere lo sport in tutta l’Isola, perché non ha solo una funzione ludico-ricreativa, ma ha fondamentali e insostituibili funzioni pedagogiche, sociali e sanitarie.

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha confermato il voto favorevole. Il consigliere  ha affermato che il  disegno di legge arriva a ridosso dell’inizio delle competizioni sportive e aiuta le società sportive, così come il completamento dell’impiantistica affronta un problema legato agli spazi e alle strutture vecchie. Non è una situazione che si risolverà dall’oggi al domani, ma sarà comunque una boccata d’ossigeno per il settore. Tocco ha chiesto all’assessore che la Regione si faccia garante presso gli istituti di credito affinché si possano evitare le fideiussioni personali dei dirigenti delle società sportive per far fronte alle spese sostenute dalle squadre.

Roberto Desini (Pds) ha affermato che questo«disegno di legge certifica la morte della politica» perché cerca di ovviare alla non applicazione della legge di una anno fa, che riconosceva al Coni i fondi da destinare ai costi di trasferta delle società sportive delle isole minori. «Il presidente del Coni ha deciso di non applicare questa legge regionale e ognuno è libero di fare quel che vuole». Per Roberto Desini è una vergogna e visto che il Coni ha rendicontato soltanto una piccola parte di quanto ricevuto l’anno scorso, «forse sarebbe più opportuno rivedere il dispositivo della legge n. 17 che destina il 6 per cento al Coni».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sinistra per la democrazia e il progresso) ha ringraziato l’assessore Giuseppe Dessena per la sua perseveranza. «Il problema vero è che la Regione paga il servizio diurno e notturno a un armatore con 16 milioni di euro, che potrebbe fare tariffe più basse a squadre e bambini e non lo fa. E’ un atto grave». Secondo il consigliere la Regione dovrebbe avere un peso maggiore su società da lei finanziate. Luca Pizzuto ha affermato di aver presentato un emendamento per supportare economicamente i Comuni che dovranno gestire le pratiche e che hanno poco personale.

Gianluigi Rubiu (capogruppo Udc) ha detto che voterà a favore della legge, che tratta dello sport come elemento aggregante, istruttivo e sociale. «Però rilevo – ha detto – la lentezza con cui è stato portato in aula questo testo, visto che arriva dopo un anno dall’approvazione della legge dello scorso agosto che non è stata applicata. Queste sono le tempistiche della Giunta Pigliaru». E ha aggiunto: «Ancora una volta abbiamo una prova che la maggioranza è bravissima nelle dichiarazioni di intenti ma non nell’attuare i provvedimenti».

Alessandra Zedda (capogruppo FI), annunciando il voto favorevole, ha affermato che «lo sport è vita per i nostri giovani». Secondo l’esponente della minoranza la legge 17 è stata una buona legge, ma va rivista almeno per quanto riguarda i fondi per l’impiantistica, visto che stiamo rimodulando finanziamenti del 2011 e nel frattempo chiudono palestre non a norma e spariscono le società. Alessandra Zedda ha appoggiato la proposta del collega Tocco sulla possibilità che la Regione dia garanzie agli istituti di credito supportando le società sportive.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiesto il parere della Giunta e ha dato la parola all’assessore dello sport Giuseppe Dessena, il quale ha condiviso gli interventi dei consiglieri sull’importanza dello sport dal punto di vista sociale, educativo e di prevenzione e cura della salute. Secondo l’esponente dell’Esecutivo questa legge è uno dei tasselli del supporto allo sport e ha ricordato che con la 17 sono disponibili 8,6 milioni di euro e che molte regioni prendono ad esempio la legge regionale del 1999. Questo disegno di legge, ha spiegato, interviene su una precedente norma che non ha funzionato. L’assessore ha detto di aver avuto più volte interlocuzioni con il Coni e che, dopo varie sollecitazioni, i responsabili del comitato hanno detto di non avere una struttura amministrativa capace di gestire un avviso pubblico. Siccome lo spirito della norma, ha proseguito, è di favorire lo sviluppo dello sport per tutti, l’assessore ha parlato con i due enti locali di Carloforte e La Maddalena per trovare una soluzione e li convocherà a un tavolo per fare una delibera che supporti anche la gestione amministrativa delle pratiche. Per quanto riguarda l’impiantistica, Dessena ha spigato che i fondi non sono stati spesi per ragioni legate alla burocrazia, ma ha rassicurato l’aula che nello scorso anno sono stati fatti importanti interventi finanziati con il Fsc (Fondo per lo sviluppo di coesione). L’assessore si è poi impegnato a studiare la proposta dei consiglieri Zedda e Tocco in merito a una interazione con gli istituti di credito.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato (53 sì). Via libera con 53 voti favorevoli anche all’articolo 1 (Risorse finanziarie degli enti locali per l’impiantistica sportiva ai sensi del titolo II della legge regionale n. 17 del 1999).

Sull’art. 2 l’on. Roberto Desini (PDS) ha presentato un emendamento orale all’emendamento 1 a firma dell’on. Luca Pizzuto, con l’obiettivo di ridurre la quota da destinare ai comuni di Carloforte e la Maddalena (dal 25 al 20 per cento) e dunque avere nelle casse della Regione una massa maggiore per il fabbisogno delle trasferte delle società.

Per l’on. Luigi Ruggeri (Pd)  «il percorso più lineare sarebbe stato ottenere uno sconto per le società sportive dal gestore marittimo per le società sportive in occasione delle trasferte verso le isole minori. Messa così, forse saremo costretti a ritornare su questa norma».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) è intervenuto e ha detto che «gli articoli 1 e 2 non dicono nulla. Vorrei sapere quanto serve davvero per consentire alle società sportive di Carloforte e di La Maddalena e a quelle che invece vano in trasferta a Carloforte e a La Maddalena di svolgere la loro attività sportiva. Serviva maggiore precisione ma voterò comunque a favore».

L’emendamento orale dell’on. Roberto Desini non è stato ammesso e l’articolo 2 è stato approvato all’unanimità con l’emendamento aggiuntivo 1 Luca Pizzuto (Sinistra), che stanzia il 20 per cento per i due comuni sardi.

Approvato anche l’articolo 3, l’articolo 4, il 5 e in occasione del voto finale della legge l’on. Roberto Desini si è rivolto all’assessore allo Sport e ha caldeggiato l’applicazione immediata delle norme «in modo da consentire alle società sportive di ricevere il contributo per la stagione 2017-2018».

Per dichiarazione di voto anche l’on. Pierfranco Zanchetta ha detto: «Finalmente si attua con legge una risposta a una oggettiva necessità».

L’Aula ha approvato la legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato poi la parola all’on. Roberto Deriu (Pd), che ha richiesto al Consiglio una proroga di tre mesi a nome della commissione speciale di inchiesta sulla crisi del commercio e artigianato. «C’è una grande attesa per una proposta di questo consiglio, che vorremmo unitaria e capace di tenere conto delle audizioni fatte finora e delle riflessioni maturate».

Per l’opposizione la richiesta è stata caldeggiata anche dall’on. Gianni Lampis (FDI) e il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che dispone la prosecuzione del mandato della commissione speciale per i prossimi tre mesi.

L’Aula è passata poi all’esame del Testo unificato 437, relativo alle coop di comunità, primo firmatario l’on. Gianmario Tendas (Pd). Ma l’on. Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, ha chiesto il rinvio.

Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «è opportuno procedere con la discussione generale della legge, perché una legge importante».

Anche l’on. Luigi Lotto (Pd) si è associato «perché il testo unificato ha già avuto una lunga discussione in commissione e non ci sono state contrapposizioni. E’ utile licenziarlo oggi».

Contrario l’on. Paolo Truzzu (FDI): “Ho ricevuto in tarda mattinata il testo e anche se fosse la legge migliore del mondo non ho fatto a tempo a esaminarlo. Non morirà nessuno se lo approveremo la prossima volta o a settembre».

Per il capogruppo Pd, on. Pietro Cocco, «il testo è stato inserito durante la seduta dei capigruppo. Perché non sono emerse in quella sede le perplessità?».

L’Aula ha deciso poi di proseguire con la discussione del testo unificato 437/469/497 A che disciplina le azioni regionali a sostegno delle coop di comunità, “uno strumento operativo che sappia intercettare meglio i bisogni dei cittadini appartenenti a una data comunità locale”.

Il relatore Gianmario Tendas (Pd) ha illustrato il testo unificato, ringraziando in apertura “tutti i componenti della Quinta commissione per il contributo e l’impegno profuso su questo testo. Il testo nasce da tre distinte proposte: 437 (Solinas), 469 (Ledda) e 497 (Tedde) e se è vero che il testo definitivo è stato licenziato ieri sera è anche vero che il confronto su questi temi è durato mesi e il Consiglio delle autonomie locali ci invita a una rapida approvazione di queste norme. Nei Comuni piccoli le amministrazioni comunali faticano a soddisfare i bisogni delle comunità e le coop di comunità servono a riconoscere e valorizzare il capitale umano con le risorse pubbliche messe a disposizione dalle comunità come vaucher o spazi. Si tratta di un percorso democratico e paritario per rilanciare se non salvare le piccole comunità sarde”.

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha aggiunto: «E’ una legge che nasce nella passata legislatura dall’esperienza vissuta da altre regioni come l’Umbria e le Marche, con poca popolazione come la nostra isola. Nelle zone interne della nostra isola c’è grande aspettativa per la legge sulle coop di comunità e se è vero che non risolverà i disastri della Sardegna certamente metterà un freno al fenomeno dello spopolamento delle zone interne. Sarà il Comune il cardine, con le associazioni di volontariato, intorno al quale si formerà la cooperativa di comunità ma è chiaro che su tanti settori, come i trasporti, sarà necessario pensare a nuove forme collettive per i nostri piccoli centri».

Per l’on. Gaetano Ledda (Psd’Az-La Base) «la tutela delle fasce deboli della popolazione delle piccole comunità è l’obiettivo prioritario e può portare a produrre e erogare servizi sanitari, sociali ma anche a produrre beni rispetto alle loro esigenze di soci utenti, oltre che di soci lavoratori.  In più possono essere soci delle coop di comunità tanto le persone fisiche quanto quelle giuridiche».

Ha preso poi la parola l’on. Angelo Carta (Psd’Az – La Base) che ha detto: «Lo strumento della coop è stato abbondantemente usato a Dorgali sia per il vino e il latte che per l’edilizia  ma io ritengo che sia limitante consentire soltanto alle organizzazioni del Terzo settore che abbiano sede legale in quel territorio far parte della struttura di una coop di comunità».

Anche l’on. Luigi Lotto (Pd) ha preso la parola a favore del testo unificato: «E’ un contributo ad arginare il fenomeno dello spopolamento nelle piccole comunità rurali, non l’unico. E ci sono borgate urbane a carattere agricolo, a Sassari ma anche a Cagliari, che devono essere tutelate».

Per l’on. Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp) «va modificato l’articolo 6 di questa buona legge, perché è necessario garantire i finanziamenti agevolati della Regione. In difetto, cosa cambia rispetto alle cooperative di tipo B già in funzione? Nulla»

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 38 voti favorevoli e 3 contrari.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’art.1 “Finalità” e dell’unico emendamento presentato sul quale Commissione e Giunta hanno espresso parere favorevole.  Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha proposto un emendamento orale all’emendamento sostitutivo parziale (Ledda e più) che estende i benefici del provvedimento alle borgate rurali dei centri urbani maggiori.

Il relatore della legge Mario Tendas ha espresso parere positivo.

Il capogruppo del Psd’Az-La Base Gaetano Ledda ha quindi illustrato il contenuto dell’emendamento sostitutivo parziale: «Occorre specificare che il sostegno della Regione debba andare alle comunità rurali che hanno problemi di spopolamento. E’ un provvedimento diretto ai piccoli comuni disagiati. Occorre fare chiarezza. Per fare un esempio concreto il comune di Galtellì potrebbe essere individuato come comunità rurale ma è anche un centro balneare che non subisce il fenomeno dello spopolamento». Messo in votazione l’emendamento sostitutivo parziale emendato dalla proposta dell’on. Alessandra Zedda è stato approvato all’unanimità. Via libera anche all’articolo 1 con 45 voi favorevoli su 46 votanti.

Approvati in rapida successione anche gli articoli 2 “Definizione” e 3 “Comunità di riferimento”

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 4 per il quale è stato presentato un emendamento sostitutivo parziale al secondo comma (Anedda e più). La proposta di correzione prevede che possano diventare soci delle cooperative di comunità  le persone fisiche, gli enti locali nel cui territorio operano le cooperative e le organizzazione del terzo settore a patto che abbiano la sede legale nella comunità interessata e dichiarino di svolgere in maniera prevalente la loro attività nella comunità stessa. L’emendamento e l’articolo sono stati approvati per alzata di mano.

Disco verde anche per l’articolo 5 “Attività”. Sull’articolo 6 “Sostegno regionale all’attività delle cooperative di comunità”, il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha proposto un emendamento orale che al comma 1 modifica la dicitura “la Regione può supportare l’attività” in “la Regione supporta l’attività” e, al comma 3, sostituisce  la frase “i contributi possono consistere” in “i contributi consistono”. L’articolo 6 così emendato è stato approvato. Via libera, per alzata di mano, anche agli ultimi due articoli: il 7 “Clausola di neutralità finanziaria” e l’8 “Entrata in vigore”.

Il presidente Ganau ha quindi annunciato la votazione elettronica sul testo finale della legge che è passato con 37 voti a favore e 2 contrari.

Al termine del voto ha chiesto la parola il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda per proporre la sconvocazione delle sedute delle commissioni in programma domani mattina. «Abbiamo l’esigenza di esaminare le mozioni che saranno all’ordine del giorno del Consiglio di domani pomeriggio – ha detto Alessandra Zedda – per questo chiediamo di avere a disposizione la mattinata di domani per un incontro delle opposizioni». 

Contrario all’ipotesi di sospendere il lavoro delle commissioni si è dichiarato il consigliere del Pd Valerio Meloni: «Siamo in prossimità di Ferragosto. Ci sono scadenze importanti. In particolare in Quarta Commissione che discute la legge urbanistica – ha affermato Valerio Meloni – la Commissione deve essere convocata».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è detto d’accordo «a patto però che si convochi alle 9 e non si interrompa alle 11 per la riunione di maggioranza».

Il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas (Pd), dopo aver ricordato di essere sempre venuto incontro alle esigenze della minoranza, ha chiesto di confermare la seduta del parlamentino: «La riunione si terrà alle 9.00, sarà poi la Commissione a deciderà come lavorare».

Il presidente Gianfranco Ganau dopo aver confermato la seduta di domani mattina della Quarta Commissione ha chiuso i lavori e convocato la Conferenza dei capigruppo per un incontro con i dipendenti dell’Aias.

Il Consiglio si riunirà domani pomeriggio alle 16.00.

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La commissione speciale sulla grave situazione delle imprese attive nell’artigianato, nel commercio al dettaglio e sulle politiche commerciali della grande distribuzione, presieduta da Roberto Deriu (PD), ha chiesto una proroga di tre mesi. Questo nuovo termine consentirà al parlamentino, che dovrebbe concludere i lavori oggi, di completare il lavoro svolto fino a questo momento. La proposta di proroga deve essere votata dal Consiglio regionale a maggioranza assoluta (stessa maggioranza richiesta per l’istituzione delle commissioni speciali).

La relazione sull’attività svolta dalla commissione è stata approvata all’unanimità nella seduta di questo pomeriggio.

La commissione in questi mesi – si legge nella relazione – ha provveduto a sentire in audizione gli assessori regionali competenti, le associazioni di categoria, l’Unioncamere e le Camere di Commercio, il Banco di Sardegna, la Sfirs e i soggetti rappresentativi del mondo del credito. Le maggiori difficoltà rilevate dagli operatori sono la difficoltà di accesso al credito, l’eccessivo peso fiscale, l’eccessiva burocrazia, la mancanza di un efficace contrasto al fenomeno dell’abusivismo, l’inadeguatezza della normativa regionale sul commercio, la persistente crisi del settore edilizio, il mancato finanziamento delle leggi di settore, la mancanza di meccanismi che accompagnino il ricambio generazione nella gestione delle imprese, la carenza di formazione specifica rivolta agli operatori, la carenza di programmazione regionale, l’assenza di adeguati fondi di garanzia.

Il 12 luglio la commissione ha costituito due apposite sottocommissioni incaricate, rispettivamente, di elaborare i punti della proposta di legge destinati specificatamente al commercio e all’artigianato. L’attività delle sottocommissioni è in stato avanzato e si sta già procedendo al coordinamento e alla collazione dei testi.

La proposta di proroga è stata inviata al presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau.

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Procede a tappe forzate il lavoro della Commissione Speciale sulla crisi dell’artigianato e del commercio per arrivare alla formulazione di una proposta di legge di rilancio del settore. Il parlamentino, che scadrà il prossimo 31 luglio, ha proceduto in mattinata alla costituzione di due sottocommissioni che avranno il compito di elaborare alcune proposte di intervento sui punti più importanti segnalati nel corso delle audizioni. La prima, formata dai consiglieri Raimondo Cacciotto (Pd), Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp) e Nanni Lancioni (Psd’Az) si occuperà di artigianato; la seconda, di cui fanno parte Francesco Agus (Campo Progressista), Antonello Peru (Forza Italia), Piero Comandini (Pd) e Antonio Gaia (Cps) concentrerà la sua attenzione sulle problematiche del commercio e della grande distribuzione. L’Ufficio di Presidenza si dedicherà invece alla parte generale e a quella finanziaria.

Dalle audizioni delle scorse settimane con, le associazioni di categoria, i rappresentanti degli enti locali, degli istituti di credito e dei sindacati sono emersi 16 punti su cui si focalizzerà il lavoro delle sottocommissioni. Tra questi, la difficoltà di accesso al credito, l’eccessiva pressione fiscale e le lungaggini burocratiche sono stati unanimemente segnalati come i tre principali fattori che frenano la crescita. A questi si aggiungono il dilagare dell’abusivismo, la inadeguatezza della legge sul commercio in vigore (ormai vecchia di 12 anni), la necessità di un potenziamento della formazione professionale, gli ostacoli al passaggio generazionale, una normativa di settore povera di risorse e in gran parte inattuata.

«Il nostro obiettivo è una legge contro la paura – ha detto il presidente della Commissione Speciale Roberto Deriu (Pd) – abbiamo capito che il comparto, nel quale operano 70mila imprese e 350mila addetti, è fatto di gente coraggiosa che non teme di perdere la sfida contro il mercato ma contro lo Stato. Commercio e artigianato sono due pezzi fondamentale della nostra economia. Serve una legge per dare loro la possibilità di affrontare senza paura il futuro.»

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Le commissioni Bilancio e Enti locali del Consiglio regionale, riunite in seduta congiunta, hanno dato il via al corposo ciclo di audizioni in materia di assetto dei rapporti economici e finanziari tra lo Stato e la Regione in materia di finanza locale. I primi ad intervenire nei parlamentini presieduti, rispettivamente, da Franco Sabatini (Pd) e Francesco Agus (Misto), sono stati i presidenti di Anci, Emiliano Deiana (sindaco di Bortigiadas) e Cal, Andrea Soddu (sindaco di Nuoro), seguiti nel pomeriggio dall’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu e da quello della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci.

Al centro del confronto l’idea della cosiddetta regionalizzazione della finanza locale (in sintesi, la presa in carico da parte della Regione dell’intero sistema degli Enti Locali, attraverso un accordo con lo Stato che preveda una congrua riduzione degli accantonamenti) alla luce dei tagli che da almeno due lustri colpiscono i Comuni e le Province, oltreché la Regione, e che in Sardegna – così è stato dichiarato dai presidenti delle due commissioni – hanno registrato nel decennio una riduzione dei trasferimenti statali dell’87.5% ed accantonamenti a carico del bilancio regionale per un importo di circa quattro miliardi di euro.

Franco Sabatini e Francesco Agus hanno ribadito la volontà di procedere unitariamente nel confronto col Governo («serve il contributo e il sostegno di tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione») con una mobilitazione straordinaria che coinvolga l’intera isola ed hanno ipotizzato, insieme con le audizioni di tutti i parlamentari eletti in Sardegna, la richiesta di una convocazione straordinaria del Consiglio regionale e una riunione con tutti i sindaci sardi.

La necessità di una scelta politica per contrastare quella che è stata rappresentata da tutti gli intervenuti come una «situazione drammatica che compromette fin da subito il futuro delle province e di numerosi comuni» è la sottolineatura che ha accomunato i rappresentanti delle amministrazioni locali e i vertici dell’esecutivo regionale, tra loro però distanti sul tema del mancato adeguamento, da parte della Regione, della quota del fondo unico proporzionata alle maggiori entrate tributarie e sulla mancata convocazione del relativo tavolo tecnico tra le parti per accertarne la quantificazione.

I dati che riassumono lo stato di salute dei rapporti economici e finanziari tra Regione e Stato sono quelli però forniti in un quadro di sintesi illustrato dall’assessore degli Enti locali e dicono che a fronte dei 410 milioni di euro che lo Stato italiano, nel 2009, trasferiva ai Comuni e alle Province sarde si è arrivati ai 51 milioni di euro trasferiti nel 2015. In termini percentuali il trasferimento statale, nel 2009, aveva una incidenza, sul complesso delle risorse a disposizione degli Enti Locali sardi, del 33,8% mentre nel 2015 il peso si è ridotto fino ad arrivare al 5.7%.

«Di fatto – ha dichiarato il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini – il sistema delle Autonomie locali è già in carico alla Regione e serve reagire a questa decennale politica dei tagli che è ormai non più accettabile, né sopportabile».

«La Regione – ha aggiunto il presidente della commissione Enti Locali, Francesco Agus – dal canto suo ha invece confermato nell’arco dell’intera legislatura la dotazione finanziaria del fondo unico che nei fatti rappresenta l’unico strumento sul quale Comuni e Province possono fare affidamento.»

Stimolati anche dagli interventi dei consiglieri Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp), Alessandra Zedda (Fi), Paolo Truzzu (FdI), Valerio Meloni (Pd), Daniela Forma (Pd) e Roberto Deriu (Pd), i responsabili di Anci e Cal e gli assessori Cristiano Erriu e Raffaele Paci hanno fornito ulteriori precisazioni in ordine alla critica situazione finanziaria della amministrazioni locali, ribadendo la volontà di procedere unitariamente nei confronti del Governo perché siano trovate le opportune soluzioni politiche e istituzionali e scongiurare così, l’annunciato default delle amministrazioni provinciali, della città metropolitana e dei piccoli comuni in Sardegna.

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Riprendono domani, martedì 10 luglio, i lavori della commissioni del Consiglio regionale.

Alle 16.00 si riunisce la Prima (Autonomia) presieduta da Francesco Agus (Campo progressista). Oltre all’elezione di un segretario, è in programma l’esame della Pl 199 (contributo all’Associazione degli Enti locali-Approvazione nuovi criteri di riparto di cui alla delibere della Giunta regionale 20026 e 2007) ed il Dl 520 (Lavoro straordinario dei dipendenti regionali in occasione di consultazioni elettorali-Interpretazione autentica dell’art. 90 della legge regionale 7/79). All’ordine del giorno anche una ipotesi di risoluzione per il superamento del precariato nel sistema Regione.

Da domani, alle 10.30, inizia anche il lavoro della Quarta commissione (Governo del territorio) presieduta da Antonio Solinas, che sarà impegnata per tutta la settimana, con sedute di mattina e di pomeriggio, nella discussione del Testo unico sull’Urbanistica.

Sempre domani ma alle 9.30 la commissione Speciale sui problemi dell’artigianato e del commercio presieduta da Roberto Deriu comincerà il riordino della documentazione riguardante i contributi contenuti nelle audizioni dei soggetti esterni sulle problematiche dei due settori.

Mercoledì 11, alle 10.30, in seduta congiunta, la Prima (Autonomia) e la Terza (Bilancio) ascolteranno i rappresentanti dell’Anci e del Cal sull’assetto “dei rapporti economici e finanziari fra Stato e Regione in materia di finanza locale e concorso regionale al perseguimento degli obiettivi generali di finanza pubblica”. Nel pomeriggio alle 16.00, sullo stesso argomento, riferiranno anche gli assessori della Programmazione Raffaele Paci e degli Enti locali Cristiano Erriu.

Ancora nella giornata di mercoledì, alle 10.30, la Quinta commissione (Attività produttive) presieduta da Luigi Lotto (Pd) sentirà le organizzazioni di categoria agricole ed artigianali, e a seguire i responsabili di Porto Conte Ricerche e dell’Agenzia Laore sulle due proposte di legge in materia di birre artigianali della Sardegna.

All’attenzione della commissione anche il Testo unico sulle cooperative di comunità.

Nel pomeriggio, alle 16.30, invece, sono previste le audizioni degli assessori dell’Agricoltura Pier Luigi Caria e della Sanità Luigi Arru, della Direzione generale della Giunta e di Argea sullo “smaltimento degli scarti animali di macellazione”.

Giovedì 12 luglio, alle 9.30, la commissione Speciale sull’artigianato ed il commercio presieduta da Roberto Deriu (Pd) farà una valutazione generale dei contenuti delle audizioni ed eventualmente procederà alla costituzione di sottocommissioni tematiche su specifici aspetti dei due settori produttivi, in vista della predisposizione di una apposita proposte di legge.

Sempre giovedì ma alle 12.30, la commissione speciale su Ottana presieduta da Luigi Crisponi (Riformatori sardi), dopo l’elezione di un segretario, imposterà il suo calendario di lavori.

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Parte dal Consiglio regionale della Sardegna un tentativo di riforma del Parlamento italiano e di quello europeo: questa mattina sono state presentate dall’on. Roberto Deriu (primo firmatario) le proposte di legge elettorale per la Camera e il Senato e per l’elezione dei membri italiani del Parlamento di Strasburgo.

«Si tratta di proposte di legge chiaramente antifasciste perché è necessario richiamare in continuazione il vaccino democratico contenuto nella Costituzione. Leggi come queste sono proprie dei sistemi democratici ed è per questo che in un Parlamento italiano appena rinnovato, attento alla democrazia diretta e alle istanze dei territori, sono sicuro che la nostra proposta troverà rapida discussione», ha detto Roberto Deriu, che ha siglato i testi insieme ai colleghi di maggioranza Francesco Agus, Piero Comandini, Antonio Gaia, Raimondo Perra e Pierfranco Zanchetta. Spetta ora al presidente Gianfranco Ganau inviare le due proposte alla presidenza della Camera per l’avvio dell’iter legislativo.

Alla presentazione ha preso parte anche Maurizio Turco, esponente italiano del Partito radicale. Per Maurizio Turco «quelli che sono diventati dittatori, anche in epoca recente, lo sono diventati attraverso elezioni e leggi elettorali apparentemente democratiche. Ormai la declinazione di democrazia è sempre più sfumata ma per fortuna in Sardegna ancora si ragiona sui pilastri e sui fondamentali della democrazia. E spero che altre regioni vogliano sostenere questa proposta, che va contro i regimi totalitari e risponde agli esiti di referendum disattesi del tutto dal Parlamento italiano».

Per l’on. Piero Comandini «le leggi elettorali vigenti sono una delle cause dell’astensionismo registrato in Italia a livelli mai visti. Dobbiamo eliminare il pericolo che i candidati eleggibili davvero siano calati dall’alto e le nostre iniziative vanno in questa direzione».

Nel merito, la proposta di legge elettorale per Camera e Senato prevede l’introduzione del sistema uninominale a turno unico con voto diretto attribuito ai candidati che concorrono in circoscrizioni uninominali.

Quanto alla proposta per il Parlamento europeo, l’attribuzione dei seggi è prevista con il sistema proporzionale. La ripartizione dei seggi si effettuerà dividendo il numero degli abitanti della Repubblica per il numero dei membri che spettano all’Italia in seno al Parlamento europeo.

 

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Sei consiglieri di maggioranza, Francesco Agus, Anna Maria Busia, Roberto Deriu, Piero Comandini, Valter Piscedda e Giuseppe Meloni, hanno presentato un’interrogazione all’assessore regionale della Pubblica istruzione, Giuseppe Dessena, sui ritardi nel saldo delle risorse del programma “Tutti a Iscol@” messe a disposizione per l’anno scolastico 2016/2017.

«Si tratta dei laboratori scolastici della Linea B2 – relativa alle attività extracurriculari di laboratori innovativi –  realizzati dagli operatori economici che nel precedente anno scolastico hanno progettato e realizzato i laboratori tecnologici nelle scuole sarde, e che, nonostante siano concluse da mesi le attività di rendicontazione, ancora attendono una risposta dalla Regione per il pagamento del saldo dei finanziamento. Una situazione inaccettabile – spiega l’esponente di Campo Progressista Sardegna, Francesco Agus – considerando che le risorse sono disponibili nelle casse regionali, che i laboratori si sono svolti tutti entro l’estate scorsa e che le attività di rendicontazione sono state completate da tempo. Tutti a Iscol@” è un piano lodevole e strategico per la scuola sarda, sul quale la Regione ha investito oltre 20 milioni di euro. Ha inoltre permesso a numerosi professionisti di lavorare in questo settore, promuovendo nella scuola l’innovazione al servizio dei ragazzi e del loro futuro, specialmente nei piccoli centri a rischio spopolamento. Purtroppo, il grande sforzo finanziario rischia di essere reso meno utile da inaccettabili ritardi burocratici che non permettono l’erogazione di compensi.»

«La Presidenza della Regione e l’assessorato alla Pubblica Istruzione risolvano l’impasse ed evitino che un programma meritorio come “Tutti a Iscol@” si trasformi in un boomerang. La macchina regionale ha gravi difficoltà organizzative che, senza interventi più incisivi, rischiano di rendere meno efficace anche la politica più meritoria. In questo caso parliamo di 70 operatori economici – sottolinea Francesco Agus – molti dei quali hanno svolto più laboratori. Si tratta per lo più di piccole società che hanno investito tempo, denaro, energie, ma che oggi si trovano in difficoltà nell’adempiere agli obblighi fiscali e tributari, piccole realtà economiche che non dispongono della capacità finanziaria necessaria per farsi carico dei ritardi della Regione, e di lavoratori che mensilmente sono tassativamente chiamati a saldare rate di mutui e prestiti.»

«Al di la di tutti i ritardi finora accumulati – conclude Francesco Agus –  e così come già avvenuto in altre situazioni simili, ritengo che su questo tema ci debba essere tutta l’attenzione dell’Esecutivo regionale per la risoluzione del problema, da effettuarsi in giorni e non in settimane e men che mai in mesi.»

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La commissione speciale «sulla grave situazione delle imprese attive nell’artigianato, nel commercio e sulle politiche commerciali della grande distribuzione», presieduta da Roberto Deiru (Pd), in seduta congiunta con la commissione Bilancio, guidata da Franco Sabatini (Pd), nell’ambito delle audizioni finalizzate alla predisposizione di una proposta di legge per fronteggiare la crisi dei due comparti, ha ascoltato in audizione i vertici del Banco di Sardegna (il direttore, Giuseppe Cuccurese ed il presidente, Antonello Arru); il direttore dell’Area imprese di Intesa – San Paolo (Marco Cannas); il direttore e il presidente della Sfirs (Gabor Pinna e Paolo Sestu); il direttore di Confidi, Alessandro Tronci; il responsabile regionale ed il responsabile delle agevolazioni alle imprese di Artigiancassa (Gianfranco Bua e Daniele Sciarrilli).

Al centro dell’incontro le problematiche di accesso al credito delle imprese artigiane e commerciali che, nonostante il generale miglioramento dei consumi hanno visto ridotto il numero degli operatori attivi e lamentano una diffusa situazione di crisi. «Mai come in questi tempi – ha però affermato il direttore del Banco, Giuseppe Cuccurese – sono in essere così numerose azioni di sostegno per le imprese artigiane e del commercio e non corrisponde al vero che, in Sardegna, il credito abbia costi superiori rispetto a quelli sostenuti nel resto dell’Italia, anzi in alcuni casi tassi e condizioni sono di importo inferiore rispetto ad altre aree del Paese». Giuseppe Cuccurese ha quindi evidenziato due misure straordinarie attualmente in vigore, in grado di offrire un consistente aiuto ad artigiani e commercianti: il programma nazionale “Resto al Sud” (35% a fondo perduto e il 65% senza interessi) e il piano regionale “Lavoras” (12mila euro di sgravi nel triennio per le assunzioni).

Di “merito del credito” ha poi parlato il presidente del Banco, Antonello Arru, per riaffermare il ruolo  e il compito dell’istituto di credito che su 14.500 aziende artigiane ne affida 3.800 per complessivi 310 milioni («la metà delle aziende affidate presenta un rischio molto basso») mentre su un totale di 20mila aziende del commercio le affidate sono 7.400 per complessivi 167 milioni di euro («anche in questo caso il rischio è basso per la metà degli affidati»).

La nota dolente, soprattutto con riferimento alle piccole e piccolissime imprese, è rappresentata dai 3 miliardi e 800 milioni di crediti in sofferenza del sistema bancario sardo che si aggiungono a un tasso di morosità delle imprese pari al 27%, superiore cioè di circa sette punti percentuali rispetto al resto dell’Italia. Il presidente del Banco di Sardegna sul punto è stato chiaro: «Chi è in sofferenza deve scordarsi altra finanza da parte del sistema creditizio ed è diseducativo il contributo a fondo perduto promosso dal sistema pubblico».

La Sfirs, che gestisce le pratiche dei bandi di agevolazione alle imprese (T1, T2, etc), con il direttore Gabor Pinna ed il presidente Paolo Sestu ha rassicurato il rafforzamento dell’organico con l’inserimento di professionisti al fine di snellire pratiche e procedure amministrative. Il direttore Gabor Pinna ha quindi sinteticamente esposto i dati relativi al fondo di garanzia per le piccole imprese (commercio: 700 imprese interessate per complessivi 70 milioni di investimenti e 24 milioni di garanzia; artigianato: linee di affidamento per 28 milioni con il ricorso a oltre 13 milioni di garanzia) e del microcredito (1.105 attività finanziate per un importo complessivo di 26 milioni) per il quale si propone l’innalzamento del tetto massimo concedibile da 25mila euro a 50mila euro («la misura che non prevede garanzie reali ha ben funzionato e si può aumentare il limite dell’importo»).

«Serve stimolare le aziende ad intercettare le opportunità offerte per l’accesso al credito – ha dichiarato Marco Cannas di Intesa San Paolo – anche attraverso le attività di formazione, soprattutto digitale, ed è necessario far crescere l’export, così da fare in modo che le aziende crescano per utilizzare al meglio le linee di credito di cui dispongono.»

Per Artingiancassa lo strumento efficace sono le misure contenute nella legge 949/52 finalizzata al sostegno e allo sviluppo delle imprese artigiane («bisognerebbe estendere tali benefici anche al comparto del commercio per avere effetti positivi sui due settori chiave della nostra economia»), mentre il direttore del Confidi, Alessandro Tronci, ha insistito sulla intersettorialità («bene ha fatto la Regione ad istituire il fondo unico di garanzia a disposizione dei consorzi fidi piuttosto che mantenere una pluralità di fondi») ed ha salutato con favore la riproposizione del “voucher garanzia”.

L’assessore della Programmazione ha sinteticamente elencato i principali stanziamenti destinati alle imprese artigiane e del commercio ed ha evidenziato la «molteplicità degli strumenti a disposizione degli operatori” rimarcando la necessità di una “informazione profonda nei confronti delle imprese per favorirne l’utilizzo».

A giudizio dell’assessore, in tale contesto, le difficoltà maggiori sono rappresentate dalle micro imprese che, in alcuni casi, contano sul singolo artigiano o sul singolo commerciante che impegna il suo tempo esclusivamente nel lavoro e trascura bandi e iniziative, a volte complessi e di difficile lettura, promossi dall’amministrazione pubblica.

Su una più efficace e corretta informazione alle imprese e su azioni mirate alla semplificazione delle procedure, ha posto l’accento il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, che, in conclusione del suo intervento, ha invitato il sistema creditizio sardo «a contribuire per far uscire le imprese che vi si trovano, dalla situazione di sofferenza”.

Al termine degli interventi e dei quesiti di chiarimento posti dai consiglieri Fabrizio Anedda (Misto), Luigi Crisponi (Riformatori), Raimondo Cacciotto (Pd), Piero Comandini (Pd), il presidente della commissione speciale Roberto Deriu (Pd) ha illustrato una proposta al vaglio del parlamentino dell’Artigianato e commercio e che riguarda l’istituzione di un fondo (gestito da un operatore bancario da individuare attraverso un bando) finalizzato a garantire la contribuzione previdenziale annua dell’imprenditore in cambio di una percentuale sull’imponibile, senza escludere uno stanziamento regionale ad hoc. «Tale intervento – ha spiegato Roberto Deriu -, aiuterebbe a superare il problema della interposizione tra le piccole imprese e il sistema del credito, della previdenza, del fisco, che rappresenta una delle criticità che compromettono l’intero sistema e il corretto operare delle aziende, spingendo piccoli artigiani e commercianti verso l’economia sommersa».