23 November, 2024
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Banda Brigata Sassari 2 copia

I rappresentanti del Centro Democratico Sardegna in Consiglio regionale, Roberto Desini e Annamaria Busia, hanno presentato un’interpellanza con cui chiedono al presidente Pigliaru e alla Giunta regionale se siano a conoscenza del futuro assetto della Brigata Sassari, tenuto conto della probabile riduzione del numero delle brigate attualmente esistenti nel territorio italiano nell’ambito della programmata revisione delle strutture operative delle Forze Armate, e se abbiano notizie ufficiali riguardo alla possibilità o meno che sia completato l’iter di attivazione del Reggimento logistico con sede a Cagliari.

Allo stesso tempo, i due consiglieri regionali del Centro Democratico chiedono alla Giunta e al presidente Pigliaru se non ritengano necessario intervenire tempestivamente al fine di impedire l’eventuale chiusura del Comando della Brigata Sassari o il ridimensionamento della Brigata stessa e per promuovere il completamento del Reggimento logistico con sede a Cagliari.

«La Brigata Sassari attualmente è una delle unità italiane più presenti in operazioni di risoluzione delle crisi internazionali ed è classificata dall’Esercito come “forza di proiezione” – spiegano i consiglieri – ha partecipato sinora a dodici campagne in vari teatri internazionali, di cui le più recenti in Afghanistan con un intervento di peacekeeping e l’operazione Leonte in Libano, dove è attualmente impegnata.»

Le preoccupazioni sul futuro della Brigata Sassari sono giustificate da più di un elemento:

• la chiusura e riconfigurazione del Comando 2° FOD di cui fa parte la Brigata Sassari, che, sulla base della ristrutturazione delle Forze armate, disposta dal Governo nazionale, nei giorni scorsi ha trasferito tutte le funzioni al riconfigurato Comando Forze di Difesa Interregionale Sud; questa riorganizzazione rientra nell’ambito di un’ampia razionalizzazione delle strutture operative, logistiche, formative, territoriali e periferiche delle Forze Armate, anche attraverso la soppressione o l’accorpamento delle stesse, in modo da conseguire una contrazione strutturale complessiva non inferiore al 30 per cento entro sei anni dalla data di entrata in vigore dei predetti decreti legislativi;

• la Caserma “La Marmora” di Sassari, sede del Comando Brigata Sassari, è al centro di una trattativa che vede il comune di Sassari, l’Ersu di Sassari e l’Università sassarese impegnate a provvedere all’attivazione e alla positiva conclusione delle trattative con il ministero della Difesa e l’Agenzia del Demanio dirette alla dismissione dell’ex Caserma Lamarmora per il successivo utilizzo come residenza studentesca;

• lo Stato Maggiore dell’Esercito ha da tempo previsto la costituzione di due nuovi Reggimenti della Brigata Sassari, di cui un Reggimento logistico con sede a Cagliari, la cui realizzazione consentirebbe il rientro nell’Isola di circa 500 militari sardi attualmente in servizio nelle altre Regioni d’Italia e delle relative famiglie; il Reggimento logistico in questione, che sarebbe dovuto essere operativo da circa un anno e mezzo, ad oggi non risulta attivato, dato che, a differenza di quanto avvenuto in tutte le altre brigate dell’Esercito, esiste esclusivamente il Nucleo Iniziale di Formazione;

• come riportato dagli organi di stampa, quest’anno per la prima volta la Brigata Sassari non era stata inizialmente invitata dallo Stato Maggiore dell’Esercito a partecipare alla parata per la Festa della Repubblica, salvo, poi, un ripensamento dell’ultim’ora;

Tutte queste circostanze alimentano fondatamente la preoccupazione, che da tempo serpeggia tra i militari sardi, circa la possibile prossima chiusura del Comando della Brigata Sassari, del 3° Reggimento Bersaglieri e del Reggimento Logistico, e il conseguente passaggio dei due reggimenti storici e del 3° Reggimento genio alle dipendenze di altro Comando Brigata, dislocato nella Penisola. Tale evenienza comporterebbe non solo il blocco definitivo dell’afflusso dei circa cinquecento uomini preventivati per il reggimento sopraccitato, ma anche il ridimensionamento o il trasferimento della Brigata Sassari (o di sue unità) in altre sedi fuori Regione, con ripercussioni sia in termini sociali ed economici che di immagine per la stessa Regione Sardegna. La Brigata Sassari, infatti, è stata una delle prime Grandi Unità dell’Esercito in espansione, da attualmente lavoro a circa 4000 persone tra militari e civili (senza contare il 1° Reggimento Corazzato di Capo Teulada e ventimila soldati che ogni anno frequentano detto Poligono) ed è composta per la gran parte da militari e personale sardo, che in caso di chiusura sarebbero costretti a trasferirsi con le loro famiglie portando via con loro rilevanti risorse.

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Incendio a CFadda copia

Il presidente del Gruppo Sovranità, Democrazia e Lavoro in Consiglio regionale, Roberto Desini, è il primo firmatario di una proposta di legge condivisa dai capigruppo di maggioranza con cui si chiede di concedere agli enti locali la possibilità di utilizzare gli avanzi di amministrazione «in interventi di sostegno economico o contributi diretti al risarcimento dei danni subiti da imprese o aziende in aree rurali a causa di incendi, prioritariamente finalizzati al ripristino delle necessarie condizioni per il mantenimento dei livelli produttivi, occupazionali e di sicurezza». I proponenti, Roberto Desini, Daniele Cocco, Pietro Cocco, Fabrizio Anedda, Emilio Usula e Pierfranco Zanchetta, hanno presentato la proposta come “Modifiche della legge regionale 11 aprile 2006, n.5 Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018 (legge di stabilità 2016). Disposizioni urgenti a sostegno dei territori colpiti da incendi”.

«L’articolo 8, comma 12 della legge regionale 5 del 2016, ammette l’utilizzo degli avanzi di amministrazione degli enti locali per determinate finalità – spiegano i proponenti -. Alla luce dei recenti episodi che hanno devastato intere aree e danneggiato diverse attività produttive, si ritiene necessario intervenire con urgenza per garantire l’utilizzo degli avanzi di amministrazione anche per l’immediato ripristino delle condizioni necessarie a garantire il mantenimento delle produzioni e della forza lavoro delle aziende colpite dagli incendi.»

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I capigruppo di maggioranza del Consiglio regionale della Sardegna – Pietro Cocco, Roberto Desini, Daniele Cocco, Pierfranco Zanchetta, Emilio Usula e Fabrizio Anedda -, a margine della riunione tenutasi in mattinata con l’esecutivo, riconoscono il valore del buon lavoro fatto dal presidente della Regione Francesco Pigliaru in collaborazione col Governo centrale sul “Patto per la Sardegna”, che prevede uno stanziamento di circa 2,5 miliardi di euro da investire in settori strategici per la nostra Isola di cui circa 1,5 miliardi per mobilità, sanità, istruzione, servizio idrico, politiche territoriali, governance e 1 miliardo circa per trasporti RFI, Anas, continuità territoriale, metano, tutte risorse importanti che contribuiranno a ridurre le problematiche derivanti dalla particolare condizione geografica e di disagio  economico della nostra Isola.

«Il lavoro non è ancora concluso – concludono i capigruppo di maggioranza del Consiglio regionale – ma già ci sono solide basi su cui la maggioranza coesa  può lavorare per rilanciare la propria azione di governo con rinnovato impegno e dare impulso a uno sviluppo  che  accompagni  la Sardegna fuori dallo stato di  difficoltà in cui si trova attualmente.»

Consiglio regionale 403

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Consiglio regionale 23

E’ stata rinviata l’elezione del nuovo vicepresidente di minoranza del Consiglio regionale, in sostituzione di Antonello Peru, consigliere regionale di Forza Italia dichiarato decaduto dall’Assemblea di via Roma.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato che, per quanto riguarda l’elezione di un vice presidente dell’Assemblea, è stato raggiunto un accordo per il rinvio.

Successivamente l’Aula ha cominciato l’esame del Conto consuntivo del Consiglio per l’anno 2015. Il presidente del collegio dei questori, Piermario Manca, ha sottolineato l’importanza del documento, che consente di confrontare i risultati di esercizio e la previsione di spesa, verificandone la coerenza. Rispetto ad una dotazione complessiva di 66 milioni e 300 mila euro, ha aggiunto Manca, si è verificato uno scostamento di oltre 5 milioni riconducibile ad economie su tutte le voci di spesa.

Prima di passare al voto, il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha chiesto se, a differenza degli esercizi precedenti, erano state previste relazioni del collegio dei Questori al completo.

Il presidente Ganau ha risposto negativamente, precisando che la relazione del presidente rappresenta ovviamente tutto il collegio.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, intervenendo per fatto personale, ha lamentato che «il collega Desini interferisce ancora sempre sullo argomento; per quanto concerne il bilancio di previsione del 2015 ho motivato la mia astensione, mentre ora ho votato il consuntivo, sia chiaro comunque che non prendo direttive da nessuno».

Al termine di quest’ultimo intervento il Consiglio ha approvato tutti i documeti che compongono il rendiconto: entrate, spese, allegati, rendiconti dei gruppi sul personale il comando, rendiconto finanziario del Corecom.

Prima del voto finale, il consigliere del gruppo Misto Mario Floris ha ricordato che, con una lettera, il presidente dell’Assemblea ha informato i consiglieri sulle possibili ripercussioni negative della riforma costituzionale sulla dotazione organica dei gruppi consiliari. «Io interpreto queste norme in materia diversa e ritengo che il Consiglio abbia gli strumenti per agire a sua tutela», ha detto Floris, «però ritengo che in generale il Consiglio non possa restare assente da grande questione che riguarda tutta politica; propongo quindi una seduta ad hoc per evitare la paralisi delle istituzioni regionali».

Il presidente Ganau ha definito «molto utile» il richiamo di Floris all’argomento oggetto della lettera, scaturita da un dibattito nazionale svoltosi in sede di conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, dibattito dal quale il problema prospettato esce in parte ridimensionato anche a seguito di un ordine del giorno sulla materia da parte del Governo nazionale. Si tratta di un segnale positivo, ha concluso il presidente del Consiglio, rispetto al quale occorre comunque non abbassare la guardia ed intensificare il lavoro dei Consigli regionali di concerto con i due rami del Parlamento.

Successivamente il Consiglio ha espresso il voto finale sul rendiconto, con 37 voti favorevoli e 22 astensioni.

Al termine dello scrutinio, il presidente ha comunicato che in base alle decisioni della conferenza dei capigruppo saranno sottoposti all’attenzione dell’Aula due provvedimenti urgenti in materia di lavori pubblici e diritto allo studio; la seduta è stata quindi sospesa per consentire la distribuzione dei documenti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha aperto la discussione sulla proposta di legge n. 347 “Disposizioni urgenti in materia di Lavori pubblici” firmata da tutti i gruppi di maggioranza e opposizione. Il provvedimento, portato in Aula con la procedura d’urgenza prevista dall’articolo 102 del regolamento, detta le linee per la mitigazione del rischio idrogeologico e per dare soluzioni ad alcune problematiche sul fronte dei lavori pubblici.

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Assemblea. Approvati, in rapida successione, anche i quattro articoli del testo di legge: l’art. 1 “Disposizione per la gestione delle piccole dighe”; l’art. 2 “Disposizioni per l’accelerazione degli interventi per la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico ed altre opere urgenti”; l’art. 3 “Acquisizione di aree strumentali al servizio idrico integrato”; art. 4 “Entrata in vigore”. L’Aula ha poi approvato il testo finale con 44 voti a favore e 2 contrari.

Il Consiglio è quindi passato all’esame del disegno di legge n. 338 per la proroga, fino al prossimo 31 luglio, degli attuali commissari delle Asl.

Il presidente della Commissione Sanità Raimondo Perra, relatore di maggioranza, ha parlato di provvedimento necessario per consentire al Consiglio di approvare la legge che istituisce l’Azienda sanitaria unica regionale (Asur). «La Commissione –ha detto Perra – ha preso atto della richiesta della Giunta approvando il D.L., senza modifiche e con il solo voto della maggioranza, il 17 giugno scorso».

Profonda delusione per la presentazione della richiesta di proroga dei commissari delle Asl ha invece espresso il relatore di minoranza Gianfranco Carta (Forza Italia).

«Secondo la legge 23 del 2014 – ha ricordato Carta – il commissariamento sarebbe dovuto durare quattro mesi, il tempo necessario per avviare la riforma sanitaria. Questo disegno di legge rappresenta invece l’ennesima proroga utile a risolvere i problemi interni alla maggioranza.»

Carta ha quindi elencato i vari interventi adottati da Giunta e Consiglio negli ultimi tempi: dalle precedenti proroghe dei commissari (L.R. 22 del 2015) alla legge 36 del 2015 che prevedeva, entro 30 giorni dall’approvazione, l’istituzione dell’Asur.

«Questa proroghina serve non a consentire un’istruttoria compiuta del disegno organico in Commissione – ha sottolineato Carta – ma esclusivamente a dar modo a una maggioranza che si è mostrata quanto mai divisa e litigiosa, di comporre i propri contrasti interni.»

Il relatore di minoranza ha quindi paventato il rischio che lo strumento della proroga, strumento a cui si dovrebbe ricorre in casi eccezionali, venga invece istituzionalizzata «in deroga alle norme sui requisiti e sulle modalità di nomina degli organi permanenti e in contrasto con la normativa nazionale».

Carta, a nome di tutta l’opposizione, ha concluso il suo intervento annunciando il voto contrario al disegno di legge 338 ed  esprimendo rammarico «per non aver potuto dare il proprio contributo a scrivere un buon testo di riforma nell’interesse di tutti i sardi e del loro incomprimibile diritto alla salute».

Ha poi preso la parola il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) che, dopo aver lamentato l’assenza in Aula del presidente Pigliaru, ha bocciato senza mezzi termini la proposta di proroga dei commissari delle Asl presentata dalla Giunta.

«E’ un provvedimento farsa – ha detto Tocco – questa fiera prima o poi dovrà finire. Non si vede una strategia sulla sanità. Più volte ho visitato i piccoli presidi della Sardegna dove ho registrato un gran malcontento. I territori si mobilitano e voi siete qui a proporre un’altra proroga dei commissari».

Edoardo Tocco ha ricordato le difficoltà presenti in molti ospedali: dalle lunghe liste d’attesa al Brotzu e all’Oncologico fino ai disagi vissuti dai piccoli nosocomi. «Ciò che più fa specie è che la commissione Sanità non conta più niente – ha rimarcato il consigliere di Forza Italia – serve uno scatto d’orgoglio. Ho paura che la situazione non si risolverà con l’ennesimo commissariamento al 31 di luglio. E’ necessario che raggiungiate un accordo al più presto».

Piermario Manca (PdS) ha annunciato il voto contrario al provvedimento. «Il problema non è dare una proroga ma mettere in evidenza che le persone prorogate non sono all’altezza – ha detto Manca – avevano il dovere di risolvere i problemi per cui sono stati indicati. Sono consapevole che le questioni sono complesse ma alcuni commissari, non solo non riescono a risolvere i problemi più banali, ma anzi li amplificano. A Thiesi, per fare un esempio, manca il servizio ticket e la popolazione è costretta a recarsi alle Poste per il ritiro dei referti,. Si invoca la mancanza di personale, nonostante la Asl di Sassari abbia un +15% di personale amministrativo».

Manca ha quindi invitato la Giunta a una pausa di riflessione. «Forse è meglio fermarsi un attimo e ascoltare i consiglieri eletti. Mio dovere è segnalare con puntualità le storture ed esercitare il mio diritto di controllo – ha concluso Manca – voglio vigilare sulle istituzioni e dare risposte alle persone che mi hanno votato».

Marcello Orrù (Psd’Az), pur riconoscendo la legittimità dei commissariamenti (“diritto di una coalizione che si insedia dopo aver vinto le elezioni”) ha criticato la durata degli stessi. «Non vi siete resi conto che state andando incontro al terzo anno di governo e ancora ci portate un proposta di proroga – ha detto Orrù – due sono le questioni: o i commissari sono talmente bravi oppure c’è un problema all’interno della maggioranza».

Secondo il consigliere sardista, la proroga è uno dei segni della cattiva gestione della sanità sarda. «Da quando vi siete insediati abbiamo assistito a diverse manifestazioni di protesta e alla sofferenza di tante strutture di eccellenza che rischiano la chiusura: pediatria a Sassari, oculistica Ozieri, gli ospedali di Thiesi e Ittiri, etc. C’è una tristezza infinita a constatare l’indebolimento della sanità a Sassari».

Per Orrù, infine, il D.L 338 certifica lo scollamento tra la Giunta e la sua maggioranza. «Le forze politiche che sostengono il governo regionale dichiarano contrarietà a una riforma rivelatasi fasulla. Nonostante ciò, l’atteggiamento borioso della Giunta prosegue, non soltanto nei confronti dei cittadini ma anche del Consiglio e della sua maggioranza. Un’arroganza – ha concluso l’esponente del Psd’Az – che si materializza in questo disegno di legge».

Ignazio Locci (Fi) ha rivolto un richiamo alla maggioranza sulla situazione in cui versa la Sanità sarda, caratterizzata, a suo giudizio, da un disavanzo di 349 milioni di euro che a fine «2016 si stima raggiunga la cifra di oltre 400 milioni di euro». Per Locci è necessario «superare il totem della asl unica e concentrarsi su una nuova governance». «Il problema – ha affermato l’esponente della minoranza – è infatti il governo delle reti di cura e dei processi decisionali e non già un dibattito inutile su quante debbano essere le Asl». Ignazio Locci ha definito un “rattoppo” la proroga dei commissariamenti” ed ha evidenziato che alla sanità sarda serve garantire stabilità e continuità per assicurare servizi migliori e più accessibili. «Impegniamoci a costruire  un sistema di governace utile ai cittadini – ha concluso Locci – e non un sistema legato alle esigenze partigiane della politica».

Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, è intervenuto per preannunciare il voto a favore della proroga ma ha dichiarato che il termine del 31 luglio «non è realistico né concreto».

Il consigliere Stefano Tunis (FI) ha affermato in premessa del suo intervento di voler evitare di cogliere “la ghiotta occasione per mettere in evidenza le difficoltà palesi della maggioranza” e di preferire un atteggiamento propositivo sul delicato tema della sanità. «Servono soluzioni – ha affermato l’esponente della minoranza – perché la sanità è il tema che unisce maggiormente i cittadini sardi che oggi temono di perdere ciò che hanno in materia di assistenza sanitaria». Tunis ha quindi criticato il termine del 31 luglio per la proroga dei regimi commissariali:  serve il tempo necessario per approfondire un tema complesso. Il consigliere di Fi ha quindi invitato la maggioranza a “cogliere la disponibilità della minoranza per contribuire a realizzare una riforma efficace e condivisa, perché il costo della sanità è aumentato e la qualità dei servizi è peggiorata, anche  per la cosiddetta discontinuità amministrativa.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha definito la proroga fino al 31 luglio dei commissariamenti “il secondo grande bluff della giunta dopo quello dell’ospedale fantasma del Mater Olbia”. «L’ospedale fantasma di Olbia – ha spiegato l’esponente dell’opposizione – ha come unica realizzazione la trasformazione da agricoli a edificabili dei terreni di proprietà dei Qatarini».

A proposito della proroga Oppi ha elencato glia adempimenti che, qualora la data del 31 luglio sarà approvata, attenderebbero l’eventuale direttore della cosiddetta Asl unica. «Nel mese di agosto – ha proseguito il leader centrista – si dovrebbe costituire un nuovo soggetto giuridico e fiscale, fare una nuova tesoreria, installare nuovi software, sistemare le graduatorie dei concorso, rifare le contrattazioni aziendali, il censimento del patrimonio e  dei rapporti attivi e passivi, rivedere il riparto del fondo nazionale per i vari soggetti del sistema sanitario, l’accreditamento della nuova azienda, adeguare i Cup e tante altre cose che è irrealistico possano essere fatte nel mese di agosto». «Se proroga deve essere – ha concluso Oppi – che proroga sia, prendetevi quindi il tempo necessario per tutte le procedure e sia garantito il rispetto delle istituzioni».

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, si è detto “imbarazzato” dai termini della discussione e sui contenuti del  provvedimento («il  commissariamento è la prova della voracità dei partiti della maggioranza»). L’esponete della minoranza ha quindi ricordato la proposta di legge avanzata dal suo gruppo consiliare che prevede la proroga dei commissari nelle Asl fino al 31 dicembre 2016 ed ha evidenziato come sia del tutto assente una “valutazione sull’operato dei commissari che sono espressione della Giunta regionale con mandato e limiti precisi”. Cossa ha quindi criticato l’attuale gestione della sanità e delle Asl in particolare («assistiamo a cosa mai viste, ad incominciare dalla vendita del pesce nei sotterranei dell’ospedale Brotzu a Cagliari»). «La Asl unica – ha dichiarato Cossa – è l’unico modo per riportare a razionalità un sistema che non ha più controllo ma il penultimatum del 31 luglio è una data non realistica che dimostra come il centrosinistra non sarà in grado di fare alcuna seria riforma del sistema sanitario in Sardegna».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), iniziando con una sintesi, ha parlato di «una leggina che chiede l’ennesima proroga dopo due anni e quattro mesi dall’insediamento del centro sinistra al governo della Regione: un fallimento totale come ammesso da qualche collega della maggioranza, per cui diligentemente voterò contro e diligentemente condivido la proposta dell’opposizione». La scadenza di fine luglio, ha proseguito, «non è troppo lunga o troppo breve, non ci doveva nemmeno essere, noi critichiamo la maggioranza perché i risultati non ci sono e non basta essere un bravo medico per essere anche un bravo assessore della Sanità; non basta mettere assieme un cartello elettorale per governare bene la sanità sarda». Questa norma non deve neanche essere votata, ha concluso, «che la maggioranza trovi condivisione se ci riesce, altrimenti si nominino i direttori generali, almeno avremo una amministrazione stabile».

Il consigliere Gianni Tatti (Udc) si è detto in disaccordo con il collega Manca quando sostiene che le persone non sono all’altezza dei compiti assegnati. In realtà, ha sostenuto, «è la Giunta che non ha il coraggio di metterci la faccia e chiede ai commissari di agire per interposta persona a cominciare dal riordino della rete ospedaliera; è questa politica che sta andando contro tutti e forse a favore di qualcuno e sta distruggendo i servizi sul territorio». E’imbarazzante, ha ricordato, «vedere i consiglieri regionali eletti nelle zone interne che nei territori sfilano alle manifestazioni e poi votano tutto quello che decide la Giunta, come accaduto proprio pochi giorni fa nel Sarcidano; dovete parlare anche qui, dire che siete contro il taglio dei servizi, degli ambulatori, dei laboratori di analisi nei paesi e nelle città, contro il blocco del turn over, spiegare perché in ogni territorio stanno nascendo comitati spontanei di cittadini a difesa del diritto alla salute». Nell’azione dei commissari nominati dalla Giunta, ha terminato Tatti, «c’è anche molto materiale per la commissione di inchiesta, come i 750 euro a notte pagati ad un anestesista all’ospedale di Isili dove la sala operatoria è chiusa; non sono per l’antipolitica ma queste sono schifezze».

Il consigliere Chistian Solinas (Psd’Az), dopo aver affermato che i colleghi Deriu, Tunis e Oppi hanno detto cose ragionevoli, ha dichiarato di non essere scandalizzato dalla proposta di proroga in relazione a portata di riforma ma piuttosto, «lascia perplessi la data del 31 luglio con le criticità che abbiamo di fronte, con un modello di riforma che non sembra confortato da analisi ed indicatori ex ante ed ex post per sapere se si risparmierà o si spenderà di più; c’è invece un modello scientifico (ed anzi occorrerebbe una riflessione in più comparando le migliori esperienze dell’Italia, d’Europa e del Mondo) secondo il quale il modello della Asl unica è abbastanza in discussione ed i primi effetti concreti dicono che servono correzioni». Allora, si è chiesto Solinas, «perché questa fretta, senza valutazioni corrette ed una riflessione di tutta l’Aula? Al cittadino non interessano direttori o modelli organizzativi ma la qualità di servizi, la lunghezza liste d’attesa, le file al pronto soccorso o per le visite specialistiche; prima bisogna lavorare su questo studio (ce ne sono tanti altri disponibili) poi viene tutto il resto». Ha fatto bene il presidente Pigliaru, ha detto in chiusura il consigliere sardista, «a riaffermare le proprie competenze sui tempi della verifica ma, allo stesso modo, le forze politiche dovrebbero avere la forza per riaffermare che neanche il Consiglio può farsi dettare i tempi di riforme strutturali; se non difendiamo queste prerogative mettiamo in discussione noi stessi».

Il consigliere Paolo Truzzu Misto-Fdi) ha criticato il fatto che «alcuni della minoranza hanno spostato altrove il dibattito sulla Asl unica ma io, invece, non voglio rinunciare a denunciare le responsabilità della maggioranza pur condividendo la necessità di andare oltre le appartenenze, e ricordare a tutti cosa è successo in questi due anni». La legislatura, ha sostenuto, «è iniziata sapendo che la sanità era il problema dei problemi e la verità è che dopo due anni e mezzo siamo a bomba, la situazione è anche peggiorata e la sanità sta sottraendo ancora risorse al bilancio regionale». Questo è accaduto, ha annotato Truzzu, «perché il problema della sanità non è stato affrontato e non si sa che obiettivi seguano i commissari; anzi ognuno ha creato un suo califfato dove si vedono cose buffe, da una parte il blocco assunzioni e dall’altra si inventano posti di lavoro». La proroga, ha concluso soffermandosi sul merito del provvedimento, «semmai andrebbe legata ad una vera riforma, altrimenti tanto vale lasciare i commissari dove sono; politicamente, piuttosto, è ora che qualcuno si assuma qualche responsabilità dopo due anni e mezzo, in caso contrario la maggioranza ha dimostrato di non avere una consistenza, mandando ai sardi il messaggio devastante che nella sanità non è cambiato niente».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha parlato di una sanità che «registra dappertutto un momento di arretramento della qualità dei servizi rispetto al bisogno di salute; questo è il problema, un complesso di cose che riguarda l’organizzazione ed il funzionamento del sistema; sotto questo profilo chiedo alla maggioranza se ritenga di essere coerente dopo aver annunciato, in campagna elettorale, una vera e propria rivoluzione in sanità addossando tutte le colpe di ciò che non funziona al centro destra». Ora, ha aggiunto Dedoni, cosa è rimasto di quegli annunci? «Era solo propaganda e due anni e mezzo sono passati invano perché non ci sono stati confronti istituzionali ma trattative di potere; il problema non è la Asl unica ma verificare quanto fanno i commissari in materia di contratti, appalti ed assunzioni, è piuttosto quello dell’assenza di un vero progetto per la sanità sarda del futuro». Noi pensiamo, ha detto infine, «che la nostra Asl unica valga solo per personale ed acquisti lasciando autonomia ai territori ed è molto diversa dalla vostra».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha osservato che «molti colleghi dell’opposizione hanno sbagliato la tempistica perché all’ordine del giorno c’è la proroga dei commissari e non la riforma della sanità di cui avremo modo di parlare molto a lungo; siamo consci di tutti i problemi del servizio sanitario regionale ed anche del fatto che per molti non abbiamo trovato soluzioni». Tuttavia, ha continuato, «questo è accaduto non per colpa dell’assessore ma perchè ha messo in campo una squadra che non ha giocato come collettivo e non ha risposto alle aspettative, dimenticando che in questa fase ci si deve attenere solo agli atti ordinari e non è sopportabile che alcuni istituiscano nuove strutture complesse e semplici perché questo non lo accettiamo; così come non accettiamo che si facciano oggi atti di portata decennale, come quelli relativi ad da 90 unità provenienti dalle agenzie». Chiedo all’assessore, ha sollecitato Cocco, «un intervento di massima urgenza che blocchi immediatamente le delibere, perché non vorrei che qualcuno si faccia riconoscere generose indennità; ma non è giusto sottolineare solo le cose che non vanno, ce ne sono anche di buone come la decisione di prolungare il termine delle manifestazioni di interesse per la ricerca dei manager, bene così dimostreremo che saranno scelte le professionalità migliori».

In apertura del suo intervento, il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha ironicamente proposto una modifica del titolo del D.L in “Norme sulla politica del rinvio, del rinnovo delle poltrone e delle finte proroghe”. L’esponente della minoranza ha stigmatizzato la decisione della Giunta di procedere a un’ulteriore proroga dei commissari delle Asl: «La riforma del sistema sanitario prevedeva un termine di 4 mesi per il commissariamento delle Asl – ha sottolineato Rubiu – per cinque volte consecutive siete riusciti ad andare contro questo termine.
La Giunta si occupa di proroghe e non dei veri problemi della Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc ha quindi segnalato la difficile situazione di alcune strutture territoriali come il Cto di Iglesias e il San Marcellino di Muravera. «Il pericolo è che con la Asl unica questi presidi vengano smantellati – ha rimarcato Rubiu – eppure la legge 23 andava in un’altra direzione. Il processo di riforma si è arenato. Non è servita la lezione che gli elettori hanno dato all’attuale maggioranza: le ultime elezioni amministrative hanno punito il centrosinistra ed evidenziato che la Sanità è il principale tema di scontro. Il diritto alla salute riguarda tutti».

Gianluigi Rubiu ha proseguito il suo intervento sottolineando i problemi interni alla maggioranza sulla Asl unica: «Per aggirare le difficoltà si ricorre al più vecchio degli espedienti: rinviare per tirare a campare – ha concluso il consigliere di minoranza – gli attuali commissari prendono decisioni senza controllo. La richiesta di proroga è, di fatto, una bocciatura per l’assessore. L’Udc è per il riordino della sanità, il piano deve passare da una maggioranza solida e certa, in grado di dare risposte. Si scivola invece nella politica dei rinvii e dei rimandi».

Alle accuse del centrodestra ha replicato sarcasticamente il capogruppo del Pd Pietro Cocco. «Sembra di assistere a una commedia – ha esordito Cocco – qui sembrano tutti scolaretti alle prime armi, persone che non hanno mai partecipato alla gestione della cosa pubblica. Quando ci siamo insediati nel 2014 la Sanità funzionava a meraviglia, il sistema era riformato, le Asl non venivano commissariate e i conti erano a posto. Questo per dire che nessuno ha la bacchetta magica. Ciò che ho sentito stride con l’onestà intellettuale. Quando parliamo di diritto alla salute, parliamo di un valore assoluto, la bussola e il punto di riferimento a cui tutti dobbiamo guardare».

Cocco ha quindi ribadito la volontà della maggioranza di procedere alla riforma della sanità sarda. «Noi diciamo che vogliamo fare una proroga di un mese, probabilmente non basterà, ma diciamo anche che la riforma la facciamo – ha rimarcato Cocco – una parte è stata fatta con la legge 23 che ha introdotto il riordino della rete ospedaliera e disegnato un nuovo sistema di emergenza-urgenza. Dopo 20 anni la Regione si è dotata di un piano di servizi sanitari che non c’era. Le fibrillazioni interne alla maggioranza sono una cosa normale. Ci sono forze con ideali diversi, questo è un valore aggiunto. Noi la legge la faremo. Ciò che conta è il risultato, il lavoro dell’assessore è complicato ma arriverà a compimento».

Secondo il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sulla sanità si è aperta una vera e propria crisi politica per il centrosinistra: «C’è uno scontro all’interno della maggioranza che avrebbe dovuto indurre Pigliaru ad essere presente in Aula per rendersi conto di cosa sta succedendo – ha detto Pittalis – minimizzare non vi serve e non serve alla Sardegna».

Pietro Pittalis ha quindi paragonato Pigliaru ad Attilio, soldato romano diventato santo festeggiato oggi 28 giugno.  «Attilio si trovò di fronte a un grande dilemma: scegliere tra gli ordini dell’imperatore e il volere della Chiesa. Per questo venne condannato a morte – ha ricordato Pittalis – Attilio è la fotografia di un presidente regionale che vive nel perenne dilemma del fare o non fare, essere o non essere. E’ una rappresentazione tragicomica dell’immobilismo che ha caratterizzato leggi come quella sugli Enti locali o Forestas, stessa situazione sui trasporti (con le compagnie aeree che scappano). Per due anni e mezzo avete passato il tempo a denunciare le politiche fallimentari del centrodestra sulla sanità. Oggi vi presentate non con la riforma ma con un’ulteriore proroga dei commissari delle Asl».

Successivamente, Pittalis ha rivolto una critica al presidente della commissione Sanità Raimondo Perra: «Non si può sostenere in una relazione di maggioranza che la proroga dei commissari serve per consentire al Consiglio di approvare la riforma sanitaria – ha affermato Pittalis – non riversate la responsabilità sul Consiglio, i ritardi dipendono dalla maggioranza. Ci si chiude nelle stanza del Partito democratico per decidere cosa fare sulla Sanità. Vi lamentate della nomine Isre ma non è questo il problema, lamentatevi di cosa non fate per la sanità».

Pietro Pittalis è quindi tornato sul tema politico: «Due anni e mezzo sono passati, si rimandano le decisioni per rinviare la questione degli assetti di Governo. Vi stanno chiedono il rimpasto, c’è un problema o no?  E’ la stessa maggioranza a dire che l’azione della Giunta è fallimentare – ha concluso il capogruppo azzurro – la politica seria è assente. Intanto la situazione della Sardegna è sempre più drammatica» 

L’assessore della Sanità Luigi Arru ha escluso che “la sanità sarda sia allo sfascio come sembrano affermare gli esponenti dell’opposizione” ed ha quindi invitato la minoranza consiliare “a confrontarsi sui dati”, ricordando però come, per decisioni assunte nella passata legislatura “la Sardegna è scomparsa dagli indicatori dei Lea”.

L’assessore ha quindi evidenziato i positivi risultati raggiunti dai commissari nelle Asl, ad incominciare dai risparmi conseguenti dalla gara unica per l’acquisto degli ausili («quando c’erano centinaia di carrozzine buttate nei magazzini»).

Luigi Arru ha quindi riaffermato l’attenzione per le zone interne dell’Isola: «Non stiamo togliendo servizi ma vogliamo investire sulla prevenzione e non su ospedali che vengono occupati al 50% della potenzialità». L’esponente della Giunta ha inoltre invitato i consiglieri a valutare le politiche sanitarie nella sua completezza ed ha elencato una serie di azioni positive nelle gestioni (l’appalto per le nuove cliniche a Sassari e il triplo dei trapianti del 2015, nonché lo sforzo per garantire 50 milioni da destinare ai farmaci per l’epatite “c”). L’assessore ha, dunque, difeso l’istituzione della Asl unica ed ha escluso che ci siano studi o dossier che possano inficiarne l’efficacia («è vero che il trend è avere macro aree con 500mila abitanti ma dobbiamo testare il sistema e per questo ci servono i monitoraggi come quelli trimestrali che facciamo sulle gestioni delle Asl»). «Esaltiamo le cose positive – ha insistito l’assessore – ricordiamoci l’eccellenza di Olbia per le cure palliative territoriali e teniamo presente che c’è bisogno di servizi e non di ospedali occupati al 50%».

«Io non ci sto a dare l’immagine dello sfascio per la sanità sarda – ha concluso Arru – e la Asl unica sarà importante non solo per 30% di economie nelle macro acquisizioni ma perché permetterà la creazione di un’ agenda unica per il governo clinico, così come riconosco l’esigenza di migliorare la nostra azione ed è per questo che abbiamo bisogno di un nuovo modello organizzativo, di una rete di garanzie proporzionale al rischio e di continuare a lavorare per migliorare la salute».

A conclusione dell’intervento dell’assessore della Sanità il capo gruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto un minuto di sospensione che il presidente del Consiglio ha accordato ed alla ripresa l’Aula ha approvato il passaggio agli articoli, dopo che il consigliere dell’Udc, Gianni Tatti, aveva dichiarato voto contrario. Aperta la discussione sull’articolo 1 (proroga dei termini) del Dl 338, il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha duramente criticato l’operato dei commissari ed anche l’intervento in Aula dell’assessore Arru. «Ricordi l’assessore – ha dichiarato Tedde – quando un capogruppo di maggioranza ha definito “marcia” la gestione delle Asl in Sardegna». «La verità – ha proseguito l’esponente della minoranza – è che sono i commissari e non la Giunta a riorganizzare la sanità sarda che continua ad essere gestita completamente dalla politica in spregio al programma declinato in quest’Aula dal presidente Pigliaru».

Dopo l’intervento del  consigliere Tedde il presidente Ganau ha informato l’Aula che sono stati presentati due emendamenti: il primo, soppressivo totale dell’articolo 1 e il secondo che proroga i commissari fino al 31 agosto 2016. La commissione ha espresso parere contrario all’emendamento 1 e favorevole all’emendamento 2 .

E’ poi intervenuto Michele Cossa (Riformatori sardi) che  ha detto che l’assessore Arru non ha risposto al tema più importante.  Il problema che abbiamo posto da settimane – ha detto Cossa  – è la legittimità degli atti che pongono in essere i commissari.  Questi commissari stanno danno incarichi, stanno facendo concorsi, istituendo strutture complesse, blindando posizioni. E la giunta non dice nulla. Questi commissari hanno dei limiti – ha chiesto – o possono agire in maniera indiscriminata?  Inoltre, è necessario introdurre degli elementi di valutazione per l’operato di questi commissari.  Spesso ci sono elementi di comportamento non virtuoso. Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna)  ha detto di non voler discutere sulla buona fede dell’assessore alla sanità ma non si può far passare il trio Soru-Dirindin-Gumirato come il migliore del mondo. Voi avete detto che avreste migliorato  i servizi sanitari – ha aggiunto – ma niente è stato fatto.  Noi non vogliamo sparare sulla Croce rossa, ma siamo convinti che le risposte ai cittadini che soffrono bisogna darle. Quindi nessuno accusa l’assessore ma bisogna evitare di fare proclami.

L’emendamento n. 1, soppressivo totale dell’articolo 1, è stato bocciato (votanti 54, sì 24, no 30) .

Sull’emendamento 2, che proroga la data al 31 agosto 2016, Stefano Tunis ha detto, ironicamente, che far slittare di un mese la data del fallimento  sposta dal pericolo di dover svolgere campagna elettorale ad agosto. Tunis ha confermato il voto contrario all’emendamento. E’ poi intervenuto Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) che  ha detto che l’emendamento 2  è la certificazione che non è la maggioranza che proroga i commissari ma è il contrario. Si arriva al 31 agosto esautorando sia la commissione che il Consiglio.   

L’emendamento 2, su cui c’era il parere favorevole della commissione, è stato approvato. (Presenti 52, sì 30, no 22). Sono stati approvati gli articoli 1 (sì 30, no 25), 2 (sì 30, no 25) e l’intera legge (presenti 55, sì 30, no 25). 

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 Consiglio regionale 31

Dopo la riforma sanitaria ed il rimpasto, ora anche le nomine sono motivo di tensione tra i gruppi di maggioranza in Consiglio regionale.
Il Gruppo Sovranità, Democrazia e Lavoro in Consiglio regionale, contesta la nomina dell’ex consigliere regionale del Pd, Giuseppe Pirisi, all’’Istituto superiore regionale etnografico ed accusa il Partito Democratico di ignorare non solo gli alleati politici, ma anche la meritocrazia.
«Anche in quest’occasione il Partito Democratico ha dimostrato di volere agire in assoluta autonomia, senza alcun rispetto verso le altre forze politiche della coalizione», accusano i consiglieri regionali Roberto Desini, Augusto Cherchi, Annamaria Busia, Gianfranco Congiu, Piermario Manca ed Alessandro Unali -. La decisione unilaterale del Pd riguardo la nomina all’ISRE è arrivata senza consultare preventivamente gli altri partiti con i quali la coalizione governa la Regione Sardegna. Non solo, sono state trascurate le indicazioni delle altre forze politiche e sono stati ignorati i curricula degli altri possibili candidati per il prestigioso ente regionale, facendo prevalere la logica della spartizione politica sulla meritocrazia e sui titoli» aggiungono i consiglieri del Gruppo SDL. «Inoltre, in un momento così delicato per la politica regionale – concludono i consiglieri regionali del gruppo Sovranità, Democrazia e Lavoro -, riteniamo che il comportamento del Pd possa creare imbarazzo e difficoltà allo stesso presidente Pigliaru, impegnato, insieme al Consiglio, nella definizione di pratiche importanti come quella sulla riforma sanitaria».

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

La commissione di inchiesta sull’efficienza ed i costi del sistema sanitario regionale, presieduta dall’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha sentito in audizione i rappresentanti sindacali dei medici e degli infermieri.

Angela Vacca, della Fum, ha richiamato l’attenzione della commissione su un dato strutturale molto a suo giudizio molto preoccupante che riguarda i servizi veterinari: su 350 sanitari pubblici circa 150 hanno superato i 60 anni ed una situazione analoga si registra anche nel personale tecnico ed amministrativo. «E’ urgente quindi – ha affermato – dare corso al turn-over per evitare gravi conseguenze sul sistema nei prossimi 4-5anni. Per quanto concerne le realtà ospedaliera, vi sono molti punti del contratto che devono ancora essere definiti, a cominciare dalle differenze normative e retributive che si registrano nelle diverse aziende per gli stessi incarichi». Sul problema della Asl unica, infine, Vacca ha espresso una valutazione negativa sostenendo che «non sarà certo la soluzione perché, in concreto, è sempre mancato il controllo della Regione sul sistema sanitario».

A nome della Uil medici Rosanna Pintore ha ripreso il tema della carenza di personale, «che rende molto più difficile la gestione quotidiana delle attività e pesa in negativo sulla funzionalità della sanità sarda; c’è il rischio che fra pochi anni il sistema arrivi al collasso a causa dello stress degli operatori, col risultato che aumenteranno i viaggi della speranza fuori della Sardegna e la spesa pubblica del settore».

«Il sistema sanitario regionale – ha dichiarato Luigi Mascia, della Cimo – si è progressivamente snaturato perché molti medici svolgono di fatto mansioni esclusivamente burocratiche e la componente amministrativa, che secondo la normativa nazionale non dovrebbe superare il 7%, in Sardegna è doppia e quasi tripla; è necessaria perciò una radicale inversione di tendenza.»

Sempre in materia di personale Enrico Giua (Anpo-primari) ha messo l’accento sulla presenza «di aree molto consistenti di precariato fra i medici, con contratti che vengono rinnovati di 6 mesi in 6 mesi in molti casi da oltre 10 anni». Parlando del riassetto della rete ospedaliera, secondo Giua non ci potrà essere «senza prima predisporre una rete efficiente di servizi sul territorio; cominciando dal vertice ci saranno conseguenze negative sui pazienti soprattutto nelle zone interne dell’Isola».

L’equilibrio fra la rete ospedaliera e quella dei servizi sul territorio è stato al centro anche dell’intervento di Susanna Montaldo (Anaoo-Assomed) per la quale «il sistema regionale è privo di meccanismi efficaci di controllo della spesa ed anzi si assiste alla continua proliferazione di servizi, con relativo aumento di costi, mentre nelle strutture sarde il personale lavora in condizioni di emergenza, sia per l’entrata in vigore della nuova normativa europea sugli orari di lavori che per le carenze delle piante organiche».

Cesare Iesu, dell’Aaroi-Emac ha criticato in primo luogo la mancata applicazione della legge relativa alla terapia del dolore, anch’essa a suo avviso “fonte di sprechi” evidenziando inoltre le gravi lacune del servizio di emergenza-urgenza, «indispensabile per dare un assetto razionale alla rete, invece la gara per l’elisoccorso è ancora al palo e in queste condizioni, ad estate già cominciata, rischiamo di non poter trasferire i pazienti da una struttura all’altra prima di 6-7 ore, in certe zone della Sardegna”.

Alessandro Nasone (Nursind-infermieri) ha detto che «il sistema sanitario regionale è troppo costoso perché non è mai stato organizzato mettendo al centro il cittadino come utente del servizio pubblico; i ricoveri ospedalieri hanno costi elevatissimi mentre sarebbe possibile risparmiare risorse ingenti curando molti pazienti presso le strutture del territorio o, quando possibile, a casa». «Le priorità della riforma – ha osservato – vanno invertite, prima bisogna pensare alle cure territoriali e poi a quelle ospedaliere, che vanno riservate ai casi acuti non parla dei pazienti ma degli incarichi».

Gianluca Chelo, anch’egli di Nursind, ha ricordato fra l’altro che anche nella professione infermieristica esiste un problema «di età avanzata e di carichi di lavoro fortemente appesantiti dalla carenza delle piante organiche». Quanto alla crescita anomale degli accessi impropri agli ospedali, Chelo ritiene che ciò sia riconducibile «alla scarsa efficienza delle rete territoriale e domiciliare, un vuoto del sistema che potrebbe essere colmato sia con il potenziamento delle strutture di base che con l’istituzione della nuova figura dell’infermiere di famiglia».

Al termine degli interventi dei rappresentanti sindacali si è sviluppato all’interno della commissione un ampio dibattito nel corso del quale hanno preso la parola i consiglieri regionali Roberto Deriu (Pd), i capigruppo di Sdl Roberto Desini, di Sel Daniele Cocco e di Cps Pierfranco Zanchetta ed Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia). Tutti, con sottolineature diverse, hanno manifestato l’esigenza di correggere l’accesso della componente amministrativa nelle aziende sanitarie sarde, sollecitando in proposito l’acquisizione di dati certi e dettagliati. Inoltre, sono state segnalate con forza le anomalie provenienti da alcune realtà riguardanti, a parte il surplus di personale amministrativo, l’istituzione di nuovi servizi, la larga discrezionalità delle commissioni di concorso, le assunzioni non giustificate, gli aumenti di spesa immotivati; tutti elementi che, secondo i consiglieri, configurano una sorta di sconfinamento dei commissari delle Asl rispetto ai limiti del mandato loro assegnato.

Il presidente della commissione Attilio Dedoni, nelle conclusioni, ha dichiarato che la richiesta di dati certi ed aggiornati sulla composizione del personale delle Asl «è una richiesta quanto mai opportuna, perché nessun cambiamento sarà possibile se non preceduto da un intervento incisivo sulle risorse umane ed il loro corretto utilizzo». Quanto all’eccessivo potere in capo alle figure dei commissari, a giudizio di Dedoni, «è presente in tutte le aziende, dove i commissari hanno operato come figure autonome al di là del perimetro tracciato dell’ordinaria amministrazione; sono emersi alcuni fatti gravi di cui ritengo che altre istituzioni dovranno occuparsi».

 

 

 

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Questa mattina il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la riforma dei servizi e delle politiche per il lavoro. La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato l’adesione del neo consigliere Giancarlo Carta al gruppo di Forza Italia Sardegna. Successivamente è ripreso l’esame dell’ordine del giorno dell’art. 37 (“Personale”) della proposta di legge 315/A (Gavino Manca e più) – “Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro”.

Il presidente della commissione Gavino Manca, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve sospensione della seduta. La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato che la commissione sanità, convocata per questa mattina alle 10.30, sarà riconvocata a domicilio. Subito dopo, è ripreso il dibattito sull’articolo 37.

Il relatore e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati. Lo stesso relatore Gavino Manca ha poi chiesto una breve sospensione della seduta, che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori, è ripreso il dibattito sull’art.37.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha affermato che «l’articolo non deve essere travisato, perché non riguarda qualche operazione sul personale ma una necessità dovuta alla nuova riorganizzazione dell’Agenzia, che ha bisogno di risorse umane per poter funzionare; noi abbiamo dato il nostro contributo anche per superare le sacche di precariato nel settore delle politiche del lavoro ed oggi arriviamo alla fine del percorso nel rispetto della normativa nazionale anche se restano da definire alcuni aspetti della legge che cercheremo di migliorare con i nostri emendamenti». Su questi punti, ha concluso, «ci deve essere però un impegno forte della Giunta per mettere in piedi una politica organica ed una strategia complessiva in materia di lavoro».

Il consigliere Marco Tedde, anch’egli di Forza Italia, ha sottolineato che «l’articolo rappresenta il cuore della legge, che riguarda centinaia di lavoratori e di famiglie, e cerca di tracciare un nuovo orizzonte per i servizi del lavoro e di politiche per il lavoro». Queste politiche, ha proseguito, «devono essere però di segno diverso rispetto a quelle messe in campo dalla Giunta che, evidentemente, le ha dimenticate nel programma elettorale perché, a nostro avviso, mancano scelte forti sulle strategie industriali, l’energia e l’innovazione come la chimica verde». Ben vengano dunque, ha sostenuto Tedde, «le norme a salvaguardia della dignità dei lavoratori e dell’occupazione, senza però dimenticare che la Regione ha una percentuale elevatissima di disoccupazione giovanile che la colloca agli ultimi posti in Europa e questo elemento, rimasto inalterato dopo due anni di annunci, continua a spaventarci moltissimo». In questo periodo, secondo Tedde, «non si è pensato a ridurre le tasse e a sostenere l’impresa e, come sappiamo, l’occupazione non si crea per legge; al massimo per legge si può fare quello che stiamo facendo, ma il problema generale resta purtroppo ancora aperto».

Il presidente della commissione Gavino Manca (Pd) ha messo l’accento sul fatto che l’art. 37 rappresenta «un passaggio importante della legge che va gestito sotto molteplici aspetti; penso che la scelta della Regione di mettere in campo un unico strumento con risorse umane adeguate sia stata giusta, la migliore per il mondo del lavoro». Per quanto riguarda le risorse umane, ha aggiunto Manca, «stiamo costituendo una nuova Agenzia con 800 persone dove si stanno facendo confluire anche le unità che lavoravano presso altri contesti ma comunque nello stesso settore, proprio allo scopo di dare vita ad una struttura organica ed efficiente». Ci stiamo avvicinando allo schema europeo, ha precisato Manca, «dove il rapporto fra operatore dei servizi per il lavoro e disoccupato da prendere in carico e di 1/70, noi siamo a 1/260 ma stiamo iniziando un percorso virtuoso, consapevoli che il superamento di precariato è un processo difficile e necessariamente graduale, che comunque affronteremo successivamente con grande impegno».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), illustrando un suo emendamento, ha segnalato la necessità di chiarire meglio alcuni passaggi della norma, soprattutto con riferimento «a quei precari che hanno lavorato in progetti finanziati con fondi europei del ciclo 2000-2006; è importante che sia chiaro che queste aliquote di personale rientrano nella platea indicata dalla legge, tenendo presente che molte unità resteranno comunque fuori ed attendiamo, su questo, che si concretizzino gli impegni assunti dalla maggioranza».

Messo ai voti, l’emendamento del consigliere Cherchi è stato respinto.

Successivamente il Consiglio ha approvato l’emendamento sostitutivo parziale n. 25, con parere favorevole della commissione e della Giunta. Il testo prevede che gli interventi della legge siano “compatibili con il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica della Regione”. Via libera dell’Aula anche per l’emendamento di sintesi n. 54, sempre con parere favorevole della commissione e della Giunta, che riunisce i testi degli emendamenti nn. 24, 27 e 28. Il nuovo testo, “nelle more del riordino delle funzioni connesse alla politiche attive del lavoro e solo per consentire la continuità dei servizi erogati, consente all’Aspal di stipulare contratti di lavoro con la previsione di premialità assegnata a coloro che hanno maturato competenze ed esperienze sia presso l’Agenzia del Lavoro che nelle province”.

Subito dopo l’Aula ha approvato il testo dell’art. 37.

Ha riassunto la presidenza dell’Assemblea il presidente Gianfranco Ganau.

Successivamente, col parere favorevole della commissione e della Giunta, è stato approvato l’emendamento aggiuntivo n.18. La proposta, nel quadro delle norme sul collocamento delle persone con disabilità, consentirà alla Regione di realizzare “uno specifico programma di inclusione lavorativa finalizzato anche al superamento del precariato, valorizzando l’esperienza delle persone occupate con contratto a termine nell’ambito del progetto lavor@bile”.

L’Aula ha quindi iniziato l’esame dell’37/bis.

Il presidente della commissione Gavino Manca (Pd) ha chiesto di spostare l’articolo alla fase finale di esame della legge: la proposta è stata accolta.

Il presidente Ganau ha messo in discussione l’articolo 38 (Sostituzione dell’agenzia regionale per il lavoro con l’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro) e gli emendamenti aggiunti 13,17,19, 20 e 48. L’emendamento 13 è stato dichiarato inammissibile per mancanza della copertura finanziaria.

Il testo dell’articolo 38 è stato approvato e così l’emendamento di sintesi 52 (Locci e più) che stabilisce che entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, con deliberazione della Giunta, è approvato il piano triennale per l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori socialmente utili inseriti nell’elenco regionale istituito con la deliberazione n.44/14 del 7 novembre 2014. Respinto, invece, l’emendamento 48.

L’Aula ha approvato anche gli articoli 39 (Interventi a favore dei comuni per lo sviluppo delle cooperative sociali), 40 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 23 del 2005 (Organizzazioni di volontariato), 42 (Modifiche alla tabella A della legge regionale n. 14 del 1995), 43 (Abrogazioni e disposizioni finanziarie), 44(Norma finanziaria), senza emendamenti.

Il presidente ha dato la parola all’on. Pietro Pittalis (FI), che ha parlato della norma finanziaria della legge. «Alcuni emendamenti sono stati dichiarati inammissibili per mancanza di copertura ma in realtà la copertura a mio parere è presente».

Sull’articolo 45 (Entrata in vigore) l’Aula si è espressa favorevolmente mentre sull’articolo 37 bis, che era stato sospeso in precedenza, l’on. Gavino Manca (Pd) ha chiesto ai colleghi una breve sospensione.  All’articolo 37 bis è stato aggiunto l’emendamento 16. L’on. Manca ha illustrato un emendamento orale, con parere conforme della Giunta.

Per l’on. Luca Pizzuto (Sel) “è un errore aver avuto la possibilità di chiudere il problema di lavoratori impegnati all’Agenzia del lavoro e non averlo fatto. Ringrazio tutti ma avrei gradito più coraggio da parte dell’esecutivo”.

Per l’on. Alessandra Zedda (FI) “questa legge non risolve tutti i problemi e noi siamo per una riforma della regione che parta dalla testa e arrivi al settore del lavoro. Abbiamo ancora da risolvere parecchi temi di equità e giustizia.

Per l’on. Roberto Desini (Cd) “l’emendamento dell’on. Gavino Manca è condivisibile, serve un ragionamento più organico da completare in sessanta giorni”.

L’assessore Paci ha spiegato a nome della Giunta che “bisogna essere efficienti nelle scelte e nel trattamento. La Giunta porterà a breve un provvedimento di riorganizzazione della previdenza integrativa”.

 L’articolo 37 bis (Piano straordinario di formazione ) è stato approvato.

Per dichiarazione di voto è intervenuto il consigliere regionale Ignazio Locci (Forza Italia), che ha detto: “Questa legge non risolve il problema del sistema del lavoro in Sardegna perché ci sono alcuni rinvii. Noi speriamo che non ci siano intoppi futuri”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del suo collega di partito e di gruppo Oscar Cherchi che pur preannunziando il voto favorevole ha lamentato l’assenza di una norma rivolta a tutti i precari della pubblica amministrazione in Sardegna. «Non è questa la legge che doveva dare le risposte al problema del precariato ma questa è la legge che mette in campo strumenti per incominciare a limitare il fenomeno», ha replicato il capogruppo di Sel, Daniele Cocco che ha dichiarato il voto “convintamente a favore” del suo gruppo. Voto a favore anche da parte del gruppo dei Riformatori, dichiarato dal capogruppo Attilio Dedoni che ha lamentato però carenza negli stanziamenti ed ha auspicato maggiore sinergia tra gli assessorati del Lavoro e della Pubblica Istruzione («nella scuola sarda si registra livelli record di abbandono»).

Roberto Desini, capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro, ha preannunciato voto favorevole ed ha tessuto le lodi del provvedimento, complimentandosi con la commissione e il presidente Gavino Manca per il lavoro svolto, nonché rimarcando il mantenimento dell’impegno assunto in sede di capigruppo per la discussione in Aula della proposta di legge 315 immediatamente dopo il varo della finanziaria regionale. Il consigliere Gianmario Tendas del Pd ha sottolineato la positività del provvedimento ed ha evidenziato come l’approvazione della proposta di legge 315 certifichi il mantenimento dell’impegno assunto con gli elettori sardi in campagna elettorale per “eliminare il precariato nelle strutture che aiutano altri sardi a trovare un lavoro sicuro”. Voto favorevole è stato preannunciato anche da Upc e socialisti che per bocca del capogruppo Pierfranco Zanchetta hanno rivolto apprezzamento per il lavoro svolto in commissione e facendo riferimento all’intervento dell’assessore Paci hanno dichiarato: «E’ necessario trovare equilibrio generale – come dice Raffaele Paci .- ma quando ci sono diritti acquisiti è giusto mettere il cuore oltre l’ostacolo». A favore del provvedimento anche il gruppo Soberania e Indipendentzia che col capogruppo Emilio Usula ha definito la riforma che si va delineando come “un provvedimento che potrebbe caratterizzare in positivo l’intera legislatura”. Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato voto a favore ed ha colto l’occasione per esprimere solidarietà ai lavoratori dell’Ente fiera di cagliari, auspicando sempre la medesima “attenzione per tutti i lavoratori che si trovino in difficoltà”. Il consigliere del Pd, Luigi Lotto, ha confermato voto a favore ed il relatore di maggioranza e presidente della commissione Lavoro, nonché primo firmatario della Pl 315, Gavino Manca (Pd) ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito al varo del provvedimento: «Questa è una legge di tutto il Consiglio regionale, è una riforma importante e strutturale che riscrive l’organizzazione dei servizi cercando di riqualificare il capitale umano».

Il capo gruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha preannunciato voto favorevole («ma il provvedimento non è punto di arrivo ma punto di partenza che segna un passo importante anche per il superamento del precariato») ma ha lamentato l’occasione persa per dare risposta anche ad altre categorie di lavoratori, ad incominciare “dai dipendenti del punto 3 dell’articolo 37 che potevano essere ammessi al percorso di  stabilizzazione”.

Concluse le dichiarazioni di voto, il presidente del Consiglio ha aperto la votazione finale della legge che è stata approvata all’unanimità con 46 sì su 46 consiglieri votanti.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

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Palazzo del Consiglio regionale A

La Seconda commissione del Consiglio regionale, con le audizioni dei rappresentati le organizzazioni sindacali, ha concluso questa mattina il ciclo audizioni sulla proposta di legge n. 315 (Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro) la cui approvazione, nel parlamentino presieduto da Gavino Manca (Pd), è prevista nella seduta in programma domani, così da poter essere esaminata dall’Aula già nella prossima tornata dei lavori del Consiglio regionale. «Auspichiamo – ha dichiarato Gavino Manca – che le nuove norme che riscrivono il sistema delle politiche attive e dei servizi per il lavoro possano essere inscritte all’ordine del giorno dell’Assemblea già per il prossimo 19 aprile, così da poter essere discusse al termine dell’approvazione del disegno di legge sull’Ente Foreste»

Il rispetto dei tempi con i quali si procede per l’approvazione della proposta di legge 315 (l’impegno assunto dalla commissione era stato quello di arrivare all’esame dell’Aula immediatamente dopo la sessione di bilancio) è stata la sottolineatura positiva dei rappresentanti della Cisl, della Uil, della Cgil, dell’Ugl, di Sadirs e Fedro.

Davide Paderi (Cils), Giampaolo Spano (Uil) e Giovanni Piras (Cgil) hanno quindi espresso soddisfazione per l’impianto normativo e per la trattazione organica dei temi e degli strumenti per la disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. La richiesta avanzata dai confederali è stata quella di introdurre una clausola di salvaguardia tendente alla proroga dei contratti in scadenza ad agosto per gli operatori di Csl e Cesil, in vista della piena attuazione delle norme contenute nel testo di legge. Cgil, Cisl e Uil hanno inoltre dichiarato  favore per le norme che tendono al superamento del precariato nei centri servizi inserimento lavorativo e nei centri servizi lavoro. L’articolo 37 comma 3 della Pl 315 prevede, infatti, che la Regione possa procedere con la stabilizzazione del personale impiegato nel sistema dei servizi e delle politiche del lavoro “a condizione che il personale sia stato assunto con procedure selettive a evidenza pubblica e che abbia maturato almeno 36 mesi di lavoro nei servizi”.

Sul punto hanno mostrato, invece, perplessità Luciano Melis (Sadirs e a nome Ugl) e Antonello Troffa (Fedro) i quali hanno chiesto la riaffermazione dei principi secondo i quali “l’accesso nelle pubbliche amministrazioni può avvenire solo dopo il superamento di un pubblico concorso”. I rappresentanti dei sindacati dei dipendenti regionali hanno inoltre chiesto l’introduzione di una “riserva di posti all’interno della istituenda Aspal (agenzia sarda per le politiche attive del lavoro) per i dipendenti dell’amministrazione regionale”.

I consiglieri Ignazio Locci (Fi), Roberto Desini (Sdl), Paolo Zedda (SeInd) e Gianmario Tendas (Pd) hanno ribadito la condivisione delle forze della maggioranza e della minoranza, presenti in commissione, per le norme contenute nella proposta di legge 315 ed hanno confermato pieno sostegno alla riforma dei servizi per il lavoro e per tutte le misure tendenti al superamento del precariato nella pubblica amministrazione. 

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Gli interventi degli assessori del Lavoro e del Personale, Virginia Mura e Gianmario Demuro, hanno aperto il ciclo di audizioni della Seconda commissione sulla proposta di legge n. 315 che punta a una nuova disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. Il presidente della commissione, Gavino Manca (Pd) ha evidenziato, in apertura di seduta, la condivisione bipartisan della proposta avanzata dal parlamentino del lavoro che tiene conto anche delle intervenute modifiche normative introdotte con il programma di riforme approvato al livello statale: il “Job Act”.

Gavino Manca ha definito la proposta all’esame della commissione «un buon testo che supera il dettato della legge 20 del 2005, per offrire nuove prospettive alla Sardegna su un tema chiave come è quello del lavoro».

La proposta di legge si compone di 44 articoli e si suddivide in quattro aree principali: la prima indica le finalità e disciplina compiti e funzioni della Regione, la seconde parte è incentrata sull’agenzia regionale del lavoro che sarà trasformata in Aspal “Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro”; la terza parte definisce le misure di politica attiva del lavoro e individua strumenti e principi per l’erogazione dei servizi e la realizzazione degli interventi; la quarta, infine, contiene le norme attuative e transitorie, nonché la clausola valutativa per misurare l’efficacia delle azioni intraprese.

L’assessore Mura ha dichiarato una sostanziale condivisione sull’impianto normativo ed ha anche evidenziato la “disastrosa situazione” in cui hanno operato i centri per l’impiego, nonché gli sforzi compiuti dall’attuale amministrazione per garantirne il miglioramento dei servizi

L’assessore del Personale, Demuro, ha auspicato tempi rapidi “per una nuova disciplina delle politiche per il lavoro” e nel merito della proposta di legge, ha invitato i commissari ad una più approfondita valutazione circa l’opportunità, nelle more dell’implementazione del sistema informativo unico, di prevedere in legge la realizzazione di un sistema informativo delle politiche del lavoro e della formazione professionale («dobbiamo far lavorare insieme i diversi sistemi informativi della Regione e i tempi dell’innovazione e dell’informatica non corrispondono a quelli che sono necessari per l’approvazione di una legge»).

Il direttore dell’agenzia regionale del lavoro, Massimo Temussi, ha incentrato il suo intervento sulle parti della proposta di legge attinenti la dotazione organica massima prevista (800 unità) per l’agenzia ed ha fornito il quadro attuale del personale (322 dipendenti dalle amministrazioni provinciali, 300 dell’agenzia, 86 dipendenti a tempo indeterminato e 6 inserimenti per le norme sulla disabilità) evidenziando inoltre la necessità di garantire le risorse necessarie anche per il trasferimento all’Arl del “personale delle province a tempo determinato, il cui rapporto di lavoro è in corso al momento del trasferimento, nonché del personale con altre tipologie di contratti o con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e in corso, per lo svolgimento delle attività relative all’esercizio in via esclusiva delle funzioni trasferite dalla legge” (articolo 37 comma 1 lettera c) della proposta di legge 315).

I consiglieri Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia), Roberto Desini (Sovranità, democrazia e lavoro), Rossella Pinna (Pd), intervenuti nel breve dibattito che è seguito alle tre audizioni, hanno confermato sostegno all’iniziativa e il presidente della commissione, Gavino Manca, a conclusione della seduta, si è detto ottimista sui tempi di approvazione della nuova legge che si propone di ridisegnare i servizi e le politiche per il lavoro in Sardegna.

Le audizioni sulla proposta di legge 315 proseguiranno domani, mercoledì 13 aprile, a partire dalle 9.30, con gli interventi dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali: Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fed.Ro, Sadirs e Confsal.

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Il caso di un palo di cavi elettrici a bassa tensione sistemato all’interno di una tomba dei giganti, approda in Consiglio regionale.

Il caso, segnalato nel 2014 da un’associazione, si verifica a Sarroch, nel sito archeologico di San Liberno

Il gruppo “Sovranità, Democrazia e Lavoro” ha presentato un’interrogazione urgente al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore dei Beni Culturali Claudia Firino.

«E’ un insulto alla storia della Sardegna e all’intero popolo sardo – afferma il primo firmatario Gianfranco Congiu – uno scempio che impone un immediato intervento della Regione. Il palo va rimosso al più presto.»

Come è possibile che accadano queste cose? A chiederselo è il consigliere Piermario Manca che invoca un’azione di controllo più stringente. «Prima di autorizzare interventi sul territorio è necessario verificare preventivamente la presenza di emergenze archeologiche – sostiene Manca – solo così si potranno evitare nuovi scempi».

La presenza di un palo elettrico all’interno del sito archeologico di San Liberno è inspiegabile anche dal punto di vista “tecnico”: «L’area si trova in una zona pianeggiante – sottolinea Augusto Cherchi – il palo poteva essere spostato di 50 metri senza problemi. Realizzare una colata di cemento in una tomba dei giganti è un atto delinquenziale. Chi ha dato l’autorizzazione?».

«La nostra iniziativa ha un duplice obiettivo – conclude il capogruppo di Sdl, Roberto Desini -, sollecitare un intervento delle autorità competenti e sensibilizzare l’opinione pubblica. Il sito di San Liberno è un patrimonio di tutti i sardi che va tutelato e valorizzato.»