22 November, 2024
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La seconda commissione del Consiglio regionale, presieduta da Piero Comandini (Pd), ha concluso il ciclo di audizioni sul caso “ex Secur” ed ha preannunciato la predisposizione di un documento finalizzato a ribadire tutele e garanzie, per i lavoratori e le imprese interessate dal cosiddetto “cambio appalto” nei servizi di portierato e vigilanza armata negli ospedali e nelle strutture dell’Azienda ospedaliera universitaria (Aou) e dell’Azienda tutela della salute (Ats) del Nord Sardegna.

Dopo aver ascoltato, lo scorso 18 luglio in audizione, le denunce di alcuni lavoratori  che lamentavano il mancato rispetto delle “clausole sociali” con il mancato impiego di oltre 50 addetti precedentemente in organico alla “Secur”, da parte dell’Associazione temporanea di imprese (Coopservice, Vigilpol, la Nuorese, Italpol, Alarm system) che si è aggiudicata i servizi del lotto n. 3 dell’appalto bandito dal centro regionale di committenza “Sardegna Cat” – la commissione Lavoro – aveva ricevuto  importanti rassicurazioni sulla correttezza delle procedure relative alla gara e al cambio appalto direttamente dalla direttrice del Cat, Cinzia Laconi, dal direttore del centro acquisti dell’azienda tutela della Salute, Roberto Di Gennaro e dal direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, Antonio Russo.

Le rappresentanze sindacali, nel corso dell’audizione del 31 luglio, avevano dunque confermato la sottoscrizione delle intese per il passaggio del personale da Secur all’Ati per i servizi resi in Ats, mentre per quelli dell’Aou è mancata la sigla della Cgil.

Su precisa volontà del presidente Piero Comandini, la Seconda commissione ha quindi proceduto con l’audizione degli amministratori e dei responsabili del nuovo raggruppamento di imprese: Gavino Satta, Alessandro Satta, Salvatore Corona (Coopservice); Battista Tolu, Pietro Tolu, Luigi Chisu (Coop la Nuorese); Giovanni Puggioni (Vigilpol) e Gianfranco Meazza (legale del raggruppamento di imprese).

Gavino Satta, Giovanni Puggioni e Gianfranco Meazza, nel corso dei rispettivi interventi, hanno fornito ampie e verificabili rassicurazioni sulla correttezza delle procedure nelle varie fasi del cambio appalto ad incominciare da quelle riguardanti la chiamata del personale: «Abbiamo assunto tutto il personale necessario per lo svolgimento dei servizi in Ats e Aou sulla base dei fabbisogni indicati dalle aziende, nel pieno rispetto delle norme e dei contratti e sulla base dell’elenco fornito dalla impresa uscente “Secur”».

I rappresentanti delle imprese che sono subentrate alla Secur, sollecitati anche dagli interventi dei consiglieri della minoranza Antonello Peru (Fi) ed Angelo Carta (Psd’Az), hanno quindi confermato alcune anomalie nel cambio appalto per i servizi nelle strutture dell’Aou («la Secur ha fornito un elenco di personale spropositato rispetto al monte ore dei servizi da espletare e non tutti gli addetti indicati, oltre 90 a fronte dei 48 necessari, venivano impiegati nelle strutture dell’azienda ospedaliero universitaria») ed hanno ricordato che, rispetto ai servizi svolti in precedenza dalla Secur, nel nuovo bando sono esclusi quelli relativi all’antincendio che occupavano circa 30 persone e che oggi sono invece affidati alla ditta Gsa «che non ha però assorbito alcuno degli addetti ex Secur».

Precisazioni e puntualizzazioni che hanno trovato conferme nella nota trasmessa alla commissione dal direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio D’Urso che ha evidenziato, rispetto al precedente appalto, un incremento nelle ore (da 137.608 a 147.696), nei costi (da 1.498.945 euro a 2.212.426),  negli addetti (da 60 a 65) ma con una diversa ripartizioni tra i portieri (da 55 a 44) e vigilanti (da 5 a 21). Esclusa anche una “arbitraria” chiamata in servizio da parte dell’Ati capitanata da Coopservice: «L’esito della verifica effettuata ha evidenziato che sostanzialmente gli addetti della aggiudicataria in servizio erano dipendenti transitati dal gruppo Secur all’operatore economico aggiudicatario».

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Il problema del cambio appalto per i servizi di portierato e vigilanza nelle strutture dell’Ats e dell’Aou della provincia di Sassari è stato al centro dei lavori della seconda commissione del Consiglio regionale che, sul tema, ha svolto le audizioni di una delegazione dei lavoratori, della direttrice generale del centro regionale di committenza, Cinzia Laconi; del direttore del centro acquisti dell’azienda tutela della Salute, Roberto Di Gennaro; del direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, Antonio Russo.

La delegazione dei lavoratori ha denunciato il mancato assorbimento di circa 50 addetti, precedentemente impiegati nei servizi di portierato, da parte del raggruppamento temporaneo di imprese che si sono aggiudicate il terzo Lotto (Provincia di Sassari, compresa la Gallura) della procedura aperta, indetta dalla centrale regionale di committenza “per l’affidamento dei servizi integrati di vigilanza armata, portierato e altri servizi per tutte le amministrazioni della Regione”. La delegazione dei lavoratori ha quindi lamentato il mancato rispetto delle clausole di salvaguardia sociale, l’impiego di nuovi lavoratori, una sproporzione dei servizi di guardia giurata rispetto a quelli di portierato, un sostanziale aumento dei costi del servizio (circa un milione di euro in più) e la mancanza dell’intesa sindacale soprattutto per quanto attiene i servizi resi all’Ats.

La responsabile della centrale di committenza, Cinzia Laconi, nel corso del suo intervento e stimolata anche dalle richieste di chiarimento formulate dai consiglieri Edoardo Tocco (Fi), Angelo Carta (Psd’Az-La Base), Rossella Pinna (Pd), Antonello Peru (Fi), Francesco Agus (Misto), Valerio Meloni (Pd), Gianmario Tendas (Pd) e Alfonso Marras (Riformatori sardi), ha ribadito la correttezza delle procedure adottate dalla centrale unica ed il rispetto delle cosiddette clausole sociali, nonché la salvaguardia dei livelli occupativi, con l’applicazione delle disposizioni previste dalla contrattazione collettiva in materia di riassorbimento del personale. In particolare la direttrice Cinzia Laconi ha dato lettura integrale del passaggio inserito, a tal proposito, nella procedura aperta e nel contratto di servizio stipulato con le ditte vincitrici che così recita: «L’impresa aggiudicataria si impegna ad assumere gli stessi addetti che operavano alle dipendenze dell’appaltatore uscente, compatibilmente con le mutate condizioni derivanti dall’espletamento del presente appalto, del contesto sociale e di mercato in cui si inseriscono, a condizione che il loro numero e la loro qualifica siamo armonizzabili con l’organizzazione d’impresa prescelta dall’imprenditore subentrante».

Il responsabile degli acquisti Ats ed il direttore generale dell’Aou hanno fornito alla commissione, in apertura dei loro interventi, copia dei verbali di accordo sindacale, siglati da Cgil, Cisl, Uil e Ugl e nell’assicurare una puntuale verifica del rispetto delle clausole sociali per il riassorbimento di tutti gli addetti da parte delle aziende subentranti nell’appalto hanno ridimensionato l’allarme lanciato dalla delegazione dei lavoratori.

Il dottor Roberto Di Gennaro ha escluso criticità nel cambio appalto all’Ats ed ha parlato di una «leggera flessione quantificabile in circa 500 ore settimanali nei servizi di portierato nelle strutture di Sassari, dovute in larga misura ad una più efficiente organizzazione dei servizi».

Il direttore generale dell’Aou, Antonio Russo, ha illustrato con dati e documenti alla mano le modifiche intervenute nel cambio dell’appaltatore dei servizi, raffrontando puntualmente quelli offerti con il vecchio appalto e quelli garantiti dai nuovi aggiudicatari. Nel vecchio appalto erano impiegati 55 addetti al portierato, 5 alla vigilanza armata e 30 ronde antincendio per un totale di 90 lavoratori. I nuovi servizi sono invece così configurati: non prevedono più le ronde antincendio; gli addetti al portierato passano da 55 a 44 e quelli della vigilanza armata aumentano da 5 a 21 per un totale di lavoratori pari a 65 (5 in più rispetto al vecchio appalto se si considerano vigilanza e portierato). L’aumento dei servizi di guardie armate è stato quindi giustificato con la piena applicazione delle disposizioni contenute nel decreto Maroni (n. 269/2010) che prevedono l’innalzamento dei livelli di sicurezza anche negli ospedali. Nella nuova configurazione, il costo del servizio è passato dunque dai 2.187.677 euro a 2.212.426 euro.

Il presidente della commissione, Piero Comandini, preso atto delle spiegazioni e dei chiarimenti offerti dai vertici di Ats e Aou, ha preannunciato la convocazione dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

 

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Il servizio di elisoccorso della Regione Sardegna sarà curato dalla Airgreen srl, una delle principali società elicotteristiche italiane impiegata in attività di elisoccorso, che si è aggiudicata la gara bandita dalla Ats/Assl di Olbia: il contratto con la società è per un importo totale di quasi 58 milioni e mezzo (con un ribasso d’asta del 12,4%), 8 milioni e 315 mila euro annui. Questa mattina i dettagli dell’aggiudicazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, cui hanno preso parte il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore della Sanità, Luigi Arru, il direttore generale dell’assessorato della Sanità, Giuseppe Sechi, i direttori dell’Ats e dell’Areus, Fulvio Moirano e Giorgio Lenzotti, Roberto Di Gennaro, direttore Servizio Provveditorato dell’Ats/Assl Olbia. 
La Sardegna si dota così di un moderno servizio di elisoccorso, con mezzi Hems (Helicopter Emergency Medical Service, Servizio Medico di Emergenza con Elicotteri) che rispondono a standard internazionali e che saranno dislocati nelle basi aeroportuali di Cagliari-Elmas, Olbia ed Alghero-Fertilia.
«Avere per la prima volta nella storia di questa Regione un servizio di Elisoccorso dedicato significa toccare con mano i primi risultati del sistema sanitario a rete che sapevamo essere l’unico possibile e sul quale abbiamo puntato tanto – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru -, affrontando tutte le difficoltà che una riforma così importante e così incisiva su tanti interessi particolari obbligatoriamente comporta. Questo sistema, che parte dalle Case della Salute nei territori – ha aggiunto il presidente Pigliaru ricordando l’inaugurazione della struttura di Fluminimaggiore solo pochi giorni fa – ed arriva sino all’apice, ha necessità di connessioni. La Areus e l’elisoccorso organizzati in questo modo iniziano a rendere concreta la visione che abbiamo portato avanti fin da subito – ha concluso Francesco Pigliaru – e per la quale lavoriamo con tanto impegno: una sanità ragionevole in cui si supera la demagogia delle ‘eccellenze ovunque’ per creare un modello che permetta a tutti i cittadini ‘eccellenze raggiungibili’ nei tempi rapidissimi stabiliti dagli standard internazionali.»