24 April, 2025
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I lavoratori ex Alcoa si sono riuniti in assemblea questa mattina davanti allo stabilimento di Portovesme, dove hanno lanciato un nuovo appello a Regione  e Governo per rilanciare la vertenza con un nuovo soggetto imprenditoriale. La produzione è ferma dal mese di dicembre 2012, quando Alcoa decise di abbandonare il sito, e da allora non è più ripresa, nonostante la cessione alla Sider Alloys, avvenuta sette anni fa, con la compartecipazione di Invitalia con una quota del 20%, in rappresentanza del Governo. I lavoratori in servizio quando Alcoa fermò la produzione erano oltre 1.000, oggi quelli impiegati nello stabilimento solo 70, numero sceso di circa 60 unità dal 2023 ad oggi e, nonostante l’assegnazione di un finanziamento di ben 150 milioni di euro, del revamping tanto atteso non c’è traccia. All’assemblea di stamane, al fianco di un centinaio di lavoratori, hanno partecipato i segretari delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici Roberto Forresu (FIOM CGIL), Giuseppe Masala (FSM CISL) e Renato Tocco (UILM UIL); Angelo Diciotti del sindacato autonomo CUB,; il segretario regionale della CGIL Franco Bardi; Francesca Nurra, segretaria regionale CGIL; i sindaci di Portoscuso Ignazio Atzori e di Villamassargia Debora Porrà; l’assessore dei Lavori pubblici del comune di Carbonia Manolo Mureddu; i consiglieri comunali di Carbonia Giacomo Guadagnini e Alberto Pili; il responsabile della Pastorale per il Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias, don Antonio Mura.

Vediamo le interviste con i segretari dei metalmeccanici Roberto Forresu (FIOM CGIL), Giuseppe Masala (FSM CISL) e Renato Tocco (UILM UIL).

 

 

Grande partecipazione questa mattina a Portoscuso, all’assemblea dei lavoratori metalmeccanici del polo industriale, organizzata dalle segreterie territoriali FIOM-FSM-UILM nella sala convegni del Consorzio industriale di Carbonia Iglesias, dopo le visite dei ministri del Lavoro Marina Calderone e del Mimit Adolfo Urso, in concomitanza con l’incontro odierno al Mimit con la Regione Sardegna, in vista delle prossime convocazioni che segneranno i destini di Eurallumina (20 gennaio), SiderAlloys (30 gennaio) e Portovesme srl (5 febbraio).

«Abbiamo assistito ad anni di sfruttamento del territorio, per poi arrivare a delocalizzazioni a favore di un maggior guadagno senza che ci sia alcuna crisi nella richiesta del primario prodottosostengono le segreterie territoriali FIOM, FSM e UILM -. Vale per l’alluminio, come per il piombo e lo zinco, ma è valso nel passato per la lana di roccia. Insomma una pratica adottata nel tempo che indebolisce e impoverisce il territorio. La mancanza di politica industriale ha portato alla crisi attuale e adesso occorre porre rimedio. La politica trovi gli strumenti affinché le cause che hanno determinato le chiusure si superino. Se l’arrivo del gas metano può rilanciare l’Eurallumina, se è vero come è vero che il costo energetico manda in crisi l’industria italiana, ed in particolare il comparto legato alle produzioni della Glencore, si trovino le giuste contromisure, altrimenti si faccia capire quale altra alternativa a Glencore, possa essere ritenuta credibile, se non si modificano le condizioni di svantaggio concorrenziale esistente per le realtà sarde. Si trovino soluzioni al phase-aut senza prevedere la chiusura dell’attuale centrale a carbone; come avvenuto in altre realtà, si impegni l’Enel a contribuire al rilancio e restituire parte dei reiterati lauti guadagni ottenuti in passato. Infine, su SiderAllos: si faccia un sunto di questi lunghissimi sette anni di conduzione della fabbrica, in cui gli occupati sono costantemente in diminuzione. La fiducia nell’impresa ha raggiunto i minimi storici. Le cause attribuibili in primis ad una incapacità industriale ormai accertata, dall’assenza di un piano industriale credibile, dagli smantellamenti effettuati, che mettono in dubbio il futuro produttivo dello stabilimento, dei debiti accumulati e delle mancate retribuzioni alla forza lavoro. Ma anche Invitalia socio al 20% non è indenne da responsabilità, per non essere stato un buon partner finanziario, ma soprattutto ma non aver controllato con attenzione lo scempio che ci ha portato alla disastrosa situazione odierna. Constatazioni, che fanno ritenere del tutto fuori luogo l’ulteriore finanziamento richiesto.»

In conclusione, l’assemblea, ha chiesto soluzione rapide, che tengano conto dell’emergenza in cui gran parte dei metalmeccanici del territorio si trovano. Urge garantire un reddito che non impoverisca le tante lavoratrici e Lavoratori attraverso un ammortizzatore sociale abbinato alla formazione, come discusso con i vari assessorati, per un periodo molto ristretto in cui si deve arrivare al nuovo rilancio industriale.

FIOM, FSM e UILM hanno chiuso l’assemblea, cui hanno partecipato il segretario generale della Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale Franco Bardi e il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu, annunciando la volontà di mantenere alta l’attenzione, non escludendo ulteriori iniziative che si terranno nei prossimi giorni, sino agli incontri programmati, che devono essere propedeutici a soluzioni definitive.

Allegate le interviste con i segretari Roberto Forresu (FIOM-CGIL), Giuseppe Masala (FSM-CISL) e Renato Tocco (UILM-UIL).

   

 

«Sider Alloys via!!! Adesso basta!! Urso convochi! Invitalia complice!!!» E’ il durissimo messaggio che ha accolto all’alba i partecipanti all’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori organizzata dalle segreterie FIOM CGIL, FSM CISL e UILM UIL davanti ai cancelli dello stabilimento della Sider Alloys, a Portoscuso, dopo gli negativi sviluppi dell’infinita vertenza. Presenti, sotto la pioggia che è caduta abbondante a tratti, l’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani, i consiglieri regionali di Sinistra Futura Luca Pizzuto e di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu, alcuni sindaci del Comuni del Sulcis guidati dal primo cittadino di Portoscuso Ignazio Atzori, don Antonio Mura, responsabile della Pastorale Sociale e Lavoro della Diocesi di Iglesias e parrocco delle chiese di Portoscuso e Paringianu. Al termine dell’assemblea una delegazione delle organizzazioni sindacali s’è recata a Cagliari, per l’incontro organizzato dall’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani.

Allegati l’intervento di Emanuele Cani registrato nel corso dell’assemblea, e le interviste con i segretari di FIOM CGIL, FSM CISL e UILM UIL, Roberto Forresu, Giuseppe Masala e Renato Tocco.

 

 

E’ durissima la reazione dei sindaci dei Comuni del Sulcis Iglesiente alla decisione annunciata da Glencore sulla fermata anticipata a lunedì 23 dicembre della produzione della linea zinco. Stamane un’ampia delegazione di primi cittadini s’è riunita davanti all’ingresso dello stabilimento di Portovesme, presenti anche rappresentanze sindacali dei chimici, dei metalmeccanici, i consiglieri regionali Luca Pizzuto, Alessandro Pilurzu e Gianluigi Rubiu e l’assessora regionale della Cultura e della Pubblica istruzione Ilaria Portas, e don Antonio Mura, parroco delle chiese di Portoscuso e Paringianu e responsabile della Pastorale Sociale per il Lavoro della diocesi di Iglesias. Quello che è emerso è un “NO” unanime alla fermata della produzione che metterebbe sulla strada 1.200 lavoratori con le loro famiglie e un intero territorio, e l’appello a Regione e Governo a chiamare Glencore alle proprie responsabilità, percorrendo tutte le strade possibili, se come ha annunciato la multinazionale non ha alcuna intenzione di tornare indietro dalla decisione assunta, per giungere al coinvolgimento di un nuovo soggetto imprenditoriale disponibile a continuare le produzioni a Portovesme.
Nel corso della manifestazione abbiamo alcune interviste, con i consiglieri regionali Alessandro Pilurzu, Luca Pizzuto e Gianluigi Rubiu; l’assessora regionale della Cultura e della Pubblica istruzione Ilaria Portas; don Antonio Mura; sindaci di Portoscuso Ignazio Atzori, di Iglesias Mauro Usai, di Gonnesa Pietro Cocco; i sindacalisti Emanuele Madeddu (segretario Filctem Cgil della Sardegna Sud Occidentale, e Roberto Forresu, segretario regionale della Fiom Cgil; l’intervento dei sindaci di Nuxis Romeo Ghilleri e di Portoscuso Ignazio Atzori, che hanno spiegato le motivazioni che hanno portato i sindaci a riunirsi stamane a Portovesme, che vi proponiamo.

«La Portovesme srl deve continuare a produrre piombo e zinco, materiali strategici per il Paese, con o senza la Glencore.»

E’ questo il messaggio emerso stamane, a Portovesme, nell’assemblea dei lavoratori convocata dalle organizzazioni sindacali FIOM-CGIL, FSM-CISL e UILM-UIL, a tre giorni dall’incontro svoltosi al MIMIT, che ha visto la multinazionale Glencore confermare la sua decisione di fermare la produzione di zinco e la disponibilità a tenere in attività solo i forni Waelz per il trattamento dei fumi di acciaieria, in attesa degli sviluppi della proposta di riconversione delle produzioni, che sarà esaminata il 9 e 10 ottobre nell’incontro fissato con il Governo.

Tra i lavoratori c’è grande preoccupazione ma, al tempo stesso, è forte la volontà di non arrendersi. Dai vari interventi, è emerso chiaro anche un appello a tutti i lavoratori, a restare uniti, per difendere tutti insieme i 1.200 posti di lavoro attualmente garantiti dalle produzioni tra lavoratori diretti e lavoratori delle imprese d’appalto (circa 500). Sia la Regione Sardegna sia il Governo nazionale hanno assicurato il loro pieno sostegno ai lavoratori, respingendo i piani di disimpegno della Glencore, ma quella che si prospetta in questi giorni è una vertenza molto difficile.

Al termine dell’assemblea, alla quale ha partecipato anche don Antonio Mura, direttore dell’Ufficio della Pastorale per il Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias e parroco delle chiese di Portoscuso e Paringianu, che ha portato ai lavoratori il saluto del cardinale Arrigo Miglio, abbiamo intervistato il segretario regionale della FIOM-CGIL Roberto Forresu e il segretario territoriale della UILM-UIL Renato Tocco.

 

     

Il Sulcis Iglesiente unito contro la decisione annunciata dalla Glencore sulla fermata della linea zinco nello stabilimento di Portovesme. E’ quanto ha fatto emergere stamane l’assemblea generale dei lavoratori, svoltasi davanti all’ingresso dello stabilimento, alla presenza di numerosi sindaci, del consigliere regionale Alessandro Pilurzu, del direttore dell’ufficio della pastorale sociale e il lavoro della diocesi di Iglesias do Antonio Mura, in concomitanza con lo sciopero di 24 ore proclamato dalle organizzazioni sindacali.

Nel corso degli interventi, sono stati durissimi i giudizi nei confronti dell’Azienda ed è stata sollecitata un’azione forte da parte della Regione Sardegna e del Governo nazionale, per contrastare il disegno di disimpegno portato avanti chiaramente dalla Glencore, che se portato a termine, infliggerebbe un colpo mortale all’economia dell’intero territorio, già messo a durissima prova dalle altre grandi vertenze industriali, ad iniziare da Eurallumina ed ex Alcoa oggi SiderAlloys .che si trascinano rispettivamente da 15 e 12 anni, per finire alla Centrale Enel Grazia Deledda, destinata alla fermata in attuazione del programma di decarbonizzazione.

Allegate le fotografie della giornata di protesta e le interviste realizzate con il consigliere regionale del Pd Alessandro Pilurzu; don Antonio Mura, direttore dell’ufficio della Pastorale per il sociale e il lavoro della diocesi di Iglesias; i sindaci di Portoscuso Ignazio Atzori, Carbonia Pietro Morittu, Iglesias Mauro Usai, Gonnesa Pietro Cocco, Carloforte Stefano Rombi; di Roberto Forresu segretario regionale della Fiom Cgil e Renato Tocco segretario della Uilm Uil del Sulcis Iglesiente.

             

Sinistra Futura, la formazione politica nata in Sardegna, allarga i propri orizzonti e punta a diventare un soggetto politico nazionale. Giovedì 14 dicembre si è tenuto a Bacu Abis un incontro alla presenza di Gianni Battaglia, Antonio Gandolfo e Pippo Zappulla dell’Area Costituente per il partito del lavoro in Sicilia.
Sinistra Futura, associazione nata in Sardegna dopo la fine di Articolo Uno, raccoglie anche molti esponenti di Sinistra Italiana, e si presenterà con una lista alle elezioni regionali 2024 a sostegno della candidata Alessandra Todde. Il movimento potrebbe così diventare riferimento per la costruzione di un soggetto federato a livello nazionale. I promotori hanno registrato l’interesse da parte degli ospiti giunti a Bacu Abis per l’occasione dalla Sicilia per valutare l’esperienza costruita in Sardegna.

«Per la prima volta in Italia, nella storia repubblicanaha detto il presidente Luca Pizzutopotrebbe nascere un soggetto nazionale dalle esperienze delle comunità locali, lontano dalle logiche romane di costruzione dei soggetti politici che abbiamo osservato negli ultimi anni: liste che nascono per le elezioni e muoiono il giorno dopo. Abbiamo l’ambizione di esistere e crescere anche dopo le elezioni regionali sarde, e di essere una comunità politica in grado di realizzare cambiamento.»

Al termine del dibattito, coordinato dal giornalista Marco Corrias, al quale hanno partecipato il segretario regionale della Fiom Cgil Roberto Forresu e i sindaci di Guasila e Ossi, Paola Casula e Pasquale Lubinu, è stato ricordato Basilio Sulis, padre del Festival Ai confini tra Sardegna e Jazz di Sant’anna Anna Arresi ed è intervenuto il musicista Matteo Leone.

                

 

Si è svolta lo scorso 12 settembre, presso lo stabilimento di Portovesme, una riunione fra la società Den Yachts e le segreterie CGIL CISL UIL, FIOM, FSM e UILM, nel corso della quale è stato illustrato lo stato di avanzamento del progetto Yachting Med Center Sardinia.

«Sono state esaminate le prospettive e le criticità che si possono dipanare a brevissimo termine con le oramai note novità riguardanti il DPCM Energiasi legge in una nota congiunta, firmata dal rappresentante della Den Yachts Ninetto Deriu e dai rappresentanti delle segreterie segreterie CGIL CISL UIL, FIOM, FSM e UILM, Franco Bardi, Salvatore Vincis, Andrea Lai, Roberto Forresu, Giuseppe Masala e Renato Toccoil supporto dimostrato dalla Regione e l’interesse dell’apparato di Governo preposto alla valutazione degli investimenti e infine per quello di vari investitori privati del settore di rilevanza internazionale.»

«In particolare la Den Yachts ha illustrato il layout del cantiere, che si sta approntando con la Navigo SCAR Italia, unitamente agli investimenti già effettuati, su terreni, fabbricati e macchinari, che prevede l’avvio del cantiere con il recupero e riconversione dei due siti della ex Metallotecnica e dell’ex ILA – si legge nella nota -. Tale progetto si prefigge di sviluppare un Polo della Nautica di alto livello per servizi, Refit e costruzione di grandi yacht e in cui la Sardegna e Portovesme in particolare, grazie alla sua posizione baricentrica nel Mediterraneo, può ricoprire il ruolo di “Isola Nautica”, integrandosi e lavorando in sinergia con i progetti di Cagliari e Olbia. Il progetto è inoltre caratterizzato da obietti di sostenibilità ambientale, con forte valore aggiunto e di impatto occupazionale, con un approccio manageriale orientato ai principi ESG, di sviluppo locale e del territorio. L’azienda, infine, informa che per la prossima settimana è calendarizzato un incontro alla Regione, dal quale auspica, possa scaturire l’accelerazione del progetto per il quale risulta fondamentale la chiarezza della fruibilità nel lungo periodo della banchina per la movimentazione delle imbarcazioni e il loro trasferimento al cantiere, come sopra detto, e viceversa.»

«Le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL, FIOM, FSM, UILM, valutata l’esposizione a grandi linee del progetto unitamente alla qualità e la determinazione con la quale la società sta portandolo avanti, ritengono che la sua realizzazione potrebbe riservare per il territorio un importante realtà occupazionale ed economica – si legge ancora nella nota -. L’iniziativa, per come rappresentata, può essere volano di sviluppo anche accogliendo ulteriori importanti partners ed altre intraprese produttive, immaginando la realizzazione di un vero distretto della nautica. E’ quindi auspicabile e condivisibile la necessità che tutto l’iter burocratico possa trovare immediate risposte positive dalle istituzioni ed enti preposti alle autorizzazioni, concessioni, ed opere da realizzare nel porto e retro-porto di Portovesme.»

«Le organizzazioni sindacali ritengonoconclude la nota congiunta -, che il metodo di condivisione delle informazioni possa essere una base costruttiva di confronto e reciproco supporto per il superamento delle criticità che si dovessero palesare, necessitando che lo stato di crisi dell’intera area industriale porti ad una particolare attenzione al progetto da parte delle istituzioni, nell’interesse dei lavoratori, lavoratrici e disoccupati del territorio. Entrambe le parti prendono impegno di aggiornarsi alla prima occasione utile.»

I capigruppo del Consiglio regionale hanno incontrato una delegazione sindacale dei lavoratori della centrale Enel di Portovesme, in una riunione presieduta dal vice presidente dell’Assemblea Giovanni Antonio Satta, alla quale ha partecipato l’assessore del Lavoro, Ada Lai (l’assessore dell’Industria Anita Pili era impegnata a Roma in un vertice sulla Portovesme Srl).

Il segretario regionale della Fiom Cgil Roberto Forresu, nel suo intervento, ha richiamato l’attenzione dei capigruppo sui temi del confronto in corso a livello nazionale sulla “transizione energetica” che accompagnerà anche in Sardegna, con investimenti molto consistenti (nell’ordine di 4-500 milioni di euro) la dismissione delle fonti fossili e la loro graduale sostituzione con le rinnovabili.

«Questi processi ha aggiunto Roberto Forresu -, richiedono però una grande capacità di programmazione perché, nel caso della centrale Enel di Portovesme, le previsioni parlano di una decina di addetti per gestire la distribuzione dell’energia stoccata negli accumulatori e prodotta dalle rinnovabili, al posto dell’attuale forza-lavoro di 450 unità. Se non vogliamo subire la pressione dell’emergenza che potrebbe verificarsi nel 2025ha concluso il segretario regionale della Fiom Cgil -, dobbiamo muoverci per tempo e lavorare ad una dimensione “sociale” della transizione che deve necessariamente prevedere nuove iniziative industriali per la ricollocazione dei lavoratori, ed è proprio su questo punto che occorre accelerare.»

I rappresentanti dei gruppi hanno assicurato la massima attenzione alle tematiche collegate alla transizione (hanno parlato Michele Ennas della Lega, Francesco Agus dei Progressisti, Alessandro Solinas del M5S, Daniele Cocco di Alleanza Europa Verde e Carla Cuccu di Idea Sardegna) sottolineando che la Regione ha il dovere di governare i processi di trasformazione del tessuto industriale ed energetico della Sardegna, senza che questa fase complessa determini nuove crisi economiche ed occupazionali.

L’assessore del Lavoro Ada Lai ha affermato che è precisa volontà del governo regionale “fare i conti con il futuro” con una programmazione efficiente che, fra l’altro, garantisca l’impatto positivo delle politiche attive del lavoro sulle persone.

Il vice presidente del Consiglio Giovanni Antonio Satta, nelle conclusioni, ha assunto l’impegno di favorire in tempi brevi un confronto sui temi sollevati nelle commissioni di merito, a cominciare da quella delle Attività produttive.

«L’alta partecipazione all’assemblea e al sit-in a Cagliari davanti all’assessorato all’Industria, hanno dimostrato che la precarietà che stanno affrontando i lavoratori, ha portato il limite di sopportazione prossimo allo zeroscrivono in una nota le segreterie territoriali FIOM, FSM, UILM Sardegna Sud Occidentale e Sulcis Iglesiente -. Le iniziative hanno avviato il percorso richiesto dai lavoratori: portare la politica ad occuparsi per tempo dei problemi legati alla decarbonizzazione. Condizione che i lavoratori della centrale Enel di Portovesme, ad essere licenziati in conseguenza della fermata prevista, nonostante gli investimenti previsti dal Just Transition Fund (370 mln €)e di cui si sta discutendo a livello nazionale proprio in questi giorni. A tal proposito, le organizzazioni sindacali hanno avanzato la richiesta di un immediato tavolo istituzionale ufficiale, alla presenza delle confederazioni di CGIL, CISL e UIL, per condividere investimenti, e affrontare il futuro industriale del territorio anche attraverso il coinvolgimento degli stakeholder esistenti, con l’obiettivo di riuscire a rendere percorribili, in termine di transizione sociale, i futuri investimenti del JTF. Il confronto con i capigruppo, si è concluso con le dichiarazioni da parte dell’assessore al Lavoro che in linea con tutti gli interventi che l’hanno preceduta, dimostravano apprezzamento per le iniziative messe in campo dalle organizzazioni sindacali, tendenti essenzialmente a ricercare la continuità lavorativa, messa fortemente in discussione dalle scelte produttive future dell’Enel. L’impegno da parte delle Istituzioni di convocare un confronto urgente con le Commissioni che comprendano gli assessorati dell’Ambiente, dell’Industria, del Lavoro e della Programmazione, è andato incontro alle richieste di FIOM-FSM e UILM, le quali, prima di dichiarare il proprio apprezzamento per l’impegno profuso attenderanno la conferma dell’auspicata convocazione, scottati dai diversi tentativi andati a vuoto nei giorni scorsi con l’assessorato dell’Industria. Nuovo confronto con il Comitato Interimprese. Allo stesso tempo FIOM, FSM e UILM hanno voluto mantenere un doppio binario, con i lavoratori in assemblea, richiedendo alle aziende di appartenenza la convocazione del Comitato Interimprese (convocazione prevista il 19/05/2023), per affrontare i temi dei salari. I lavoratori infatti, si sentono fortemente penalizzati dall’assegnazione degli appalti esistenti, in quanto non permettono di sviluppare la contrattazione di II livello prevista dai CCNL di appartenenza. Condizione che chiedono venga superata con urgenza.»

Nuova assemblea dei lavoratori degli appalti questa mattina davanti ai cancelli della Centrale Enel Grazia Deledda. Il 31 dicembre 2025 la Centrale dovrebbe essere fermata nell’ambito del programma di decarbonizzazione e le segreterie sindacali territoriali dei metalmeccanici FIOM, FSM e UILM, chiedono da tempo alla Regione garanzie per i lavoratori delle imprese d’appalto. Stamane, al termine dell’assemblea, una delegazione si è recata a Cagliari, per manifestare davanti all’assessorato regionale dell’Industria.

«Non comprendiamo perché, anche in considerazione degli importanti investimenti previsti nel JTF, ma soprattutto dei progetti che in altre realtà la stessa Enel sta portando avanti, garantendo ricadute occupazionali strutturali, in Sardegna questo non si riesce a realizzare, vorremmo comprendere le motivazioni, e vorremmo chiedere il perché al principale responsabile di simile disfatta: l’assessorato all’industria, incapace di rispondere alle sollecitazioni di richiesta di incontro e introvabile interlocutore sostengono FIOM-FSM UILM -. Non abbiamo alcuna intenzione di recedere dalla volontà di discutere dei problemi che coinvolgono i lavoratori degli appalti, sempre più spesso riconosciuti quali affidabili lavoratori nello svolgimento delle loro mansioni, attraverso conoscenza e capacità professionali, quasi mai riconosciute dal punto di vista economico e spesso messi alla porta non appena si riscontra uno spiffero di crisi. Oltretutto riteniamo incomprensibile che nel momento in cui al livello nazionale, si discute del JTF, la regione Puglia si presenta a quell’appuntamento al completo, mentre della regione Sardegna non risulta presente nessuno. Adesso basta! I metalmeccanici, sostenuti dalla presenza in assemblea delle RSU dell’Enel e delle aziende appartenenti alle categorie dell’industria presenti in centrale, dalle Segreterie dei servizi, dei chimici, degli elettrici, delle confederazioni di CGIL, CISL e UIL, non intendiamo assistere passivamente ad un’ulteriore morìa occupazionale, e siamo disponibili a qualsiasi iniziativa a sostegno del futuro della centrale Grazia Deledda.»

Domani mattina 17 maggio 2023, alle ore 7,30, nuova assemblea informativa davanti ai cancelli della Centrale Grazia Deledda, per valutare ulteriori iniziative di protesta.

Allegate le interviste realizzate stamane con Renato Tocco, segretario territoriale UILM UIL e Roberto Forresu, segretario regionale FIOM CGIL.