24 November, 2024
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Questa mattina, a Roma, il Comitato Promotore per l’insularità ha tenuto una conferenza stampa per presentare la proposta di legge di iniziativa popolare. Per la prima volta in Italia, è stata promossa la sottoscrizione di una proposta di legge di iniziativa popolare di modifica costituzionale che punta ad introdurre nella nostra Carta il principio di insularità.
«Grazie all’impegno generoso di decine e decine di volontari – si legge in una nota del Comitato promotore – è stato sfondato lo straordinario traguardo di centomila firme, oltre settantamila delle quali sono state raccolte in Sardegna. Un risultato quasi incredibile, ottenuto grazie a tutti i sardi, finalmente uniti sulla «madre di tutte le nostre battaglie» e a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che hanno sostenuto la proposta di legge.»
Le firme di sottoscrizione non sono state raccolte soltanto in Sardegna, ma in tutta Italia: con il sostegno della FASI e dell’ANCIM (associazione dei comuni delle isole minori), abbiamo voluto in questo modo sottolineare come la garanzia delle pari opportunità e dei pari diritti dei cittadini isolani sia un problema dell’intera comunità nazionale, la cui soluzione spetta a tutti gli italiani!

Questa mattina alla conferenza stampa, a Roma, hanno partecipato Pierpaolo Vargiu, Michele Cossa, Emilio Floris, Luciano Uras, Christian Solinas, Giannina Usai e Gemma Azuni in rappresentanza del Comitato promotore, mentre la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini che, da emiliana, ha fatto un appassionato intervento a sostegno delle ragioni della insularità, ha garantito, insieme ad altri senatori presenti, il massimo impegno per la rapida discussione della legge.
Il Comitato sardo per l’insularità, la FASI e l’ANCIM, da un lato, sono convinti della oggettiva centralità della “questione insularità” in tutta la progettualità dello sviluppo futuro delle Isole, dall’altro, sono consapevoli di quanto sia importante il riconoscimento del gap che produce ritardo di sviluppo sociale ed economico che spesso rende gli isolani cittadini con diritti ridotti ed affievoliti rispetto ai cittadini della terraferma.

Pierpaolo Vargiu ha ricordato che «nelle isole tutti i servizi sono più costosi a causa del “fattore trasporti”, mentre la salute diventa un elemento di spesa maggiore, da ridimensionare con conseguente taglio dei servizi. Anche i settori che potrebbero produrre eccellenza come l’ambiente, il risparmio energetico e le fonti alternative sono frenati dalle tendenze allo spopolamento. E’ per questo – ha concluso Pierpaolo Vargiu – che chiediamo che il “principio di insularità” diventi un principio costituzionale in grado di certificare la volontà dello Stato di riconoscere le peculiarità e misurare gli svantaggi delle sue Isole e degli italiani che ci vivono».
«Gli isolani, ma anche tanti italiani del continente, hanno fatto sentire la loro voce, sottoscrivendo in modo travolgente la proposta – ha detto Michele Cossa – ora tocca all’intero Parlamento di fare la sua parte, modificando l’art. 119, comma 5 della Costituzione. Da parte nostra il Comitato continuerà a lavorare insieme nella convinzione che sia arrivato il momento di proporre in Italia una vera e propria “rivoluzione copernicana” che ribalti filosofie superate, legate al vecchio concetto di “assistenza che compensa gli svantaggi” per i residenti nelle Isole, per arrivare invece ad una corretta misurazione del complesso delle opportunità – ha concluso Michele Cossa -, puntando a rimuovere le condizioni che impediscono agli isolani di confrontarsi alla pari con tutti gli italiani.»
Accanto al comitato promotore (presidente Roberto Frongia, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, Pierpaolo Vargiu, Alessandra Zedda, Emilio Floris, Luciano Uras, Piergiorgio Massidda, Roberto Deriu, Cecilia Cherchi, Piero Comandini, Luigi Crisponi, Attilio Dedoni, il sindaco di Nuxis Pier Andrea Deias, il coordinatore dei giovani, Matteo Rocca, Pietro Pittalis, Antonello Peru, Franco Sabatini, Stefano Tunis, Giannina Usai segretaria generale dell’Ancim, Romina Mura, il sindaco di Buggerru Laura Cappelli), è nato un comitato scientifico, coordinato dalla prof.ssa Maria Antonietta Mongiu, a cui hanno dato il loro contributo:

Il prof. Paolo Savona, il dr. Gavino Sanna, il prof. Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, la professoressa Maria Del Zompo, la prima donna ad essere eletta Rettore nella storia dell’Università di Cagliari, il prof. Pasquale Mistretta, già rettore dell’Università di Cagliari, il dr. Ettore Angioni, già procuratore generale della Repubblica, dr.ssa Simonetta Sotgiu, Giudice della Corte di Cassazione, il prof. Gianluigi Gessa, il Giudice dott. Federico Palomba, prof. Giovanni Lobrano, ordinario di Diritto romano presso l’università di Sassari, il prof. Francesco Sitzia, Dipartimento di Giurisprudenza di Cagliari, docente di Diritto Romano e diritti dell’Antichità (è stato preside della facoltà di giurisprudenza per 5 mandati – dal 1985 al 1994 e dal 2000 al 2006), prof. Gavino Faa (medico, università di Cagliari), il dr. Paolo Fadda, storico, l’editore Carlo Delfino, il giudice dr. Enrico Altieri, il prof. Mario Sanna fondatore e direttore del Gruppo Otologico, centro riconosciuto a livello mondiale per l’Otologia, l’Implantologia uditiva e la Chirurgia della Base Cranica, punto di riferimento nel suo campo, riconosciuto a livello internazionale, il dr. Francesco Manca, già direttore generale dell’Osservatorio industriale della Sardegna, il dr. Paolo Figus, già direttore de L’Unione Sarda, l’avv. Francesca Curreli, l’avv. Rita Dedola, già presidente del Consiglio dell’Ordine Forense di Cagliari, l’avv. Stefano Altea. 

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Per la prima volta in Italia, è stata promossa la sottoscrizione di una proposta di legge di iniziativa popolare di modifica costituzionale che punta ad introdurre nella nostra Carta il principio di insularità.

In questa direzione sono ottantamila le firme raccolte ad oggi e oltre sessantamila quelle raccolte in Sardegna. Un risultato straordinario, che va ben al di là di ogni aspettativa, ottenuto grazie ai Sardi e a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che hanno aderito alla proposta di legge.

Non abbiamo raccolto solo le firme dei residenti delle isole ma anche quelle di moltissimi connazionali che non risiedono nelle isole e che hanno sottoscritto il testo della proposta di legge nella convinzione che la questione dei diritti dell’insularità sia un tema aperto e impellente che riguarda l’intero Paese.

Il Comitato sardo per l’insularità, la FASI e l’ANCIM (Associazione Nazionale dei Comuni delle Isole Minori) hanno raccolto, trasversalmente oltre 80mila firme di cittadini e molte stanno ancora arrivando; un successo che conferma come i Sardi e i cittadini di tutte le Isole vivano con profonda consapevolezza e passione i temi della propria specialità e identità. Questo risultato è stato reso possibile grazie alla mobilitazione di moltissimi volontari, sindaci e amministratori dei Comuni della Sardegna. Un ringraziamento particolare va alla CISL sarda e a tutte le organizzazioni, gruppi e associazioni che in questi mesi si sono attivati.

Il Comitato sardo per l’insularità, la FASI e l’ANCIM, da un lato, sono convinti della oggettiva centralità della “questione insularità” in tutta la progettualità dello sviluppo futuro delle Isole,  dall’altro, sono consapevoli di quanto sia importante il riconoscimento del gap che produce ritardo di sviluppo sociale ed economico che fa degli isolani cittadini con diritti ridotti ed affievoliti rispetto ai cittadini della terraferma.

Nelle isole tutti i servizi sono più costosi a causa del “fattore trasporti”, mentre la salute è considerata un fattore di spesa maggiore da ridimensionare con conseguente taglio dei servizi. Anche i settori che potrebbero produrre eccellenza come il territorio e l’ambiente, il risparmio energetico e le fonti alternative sono frenati da considerazioni di opportunità dettate dalla tendenza allo spopolamento.

Per tali motivi chiediamo che il “principio di insularità” diventi un principio costituzionale in grado di certificare la volontà dello Stato di riconoscere le peculiarità della situazione delle sue Isole.

Ora chiediamo all’intero Parlamento di condividere il nostro diritto e modificare l’art. 119, comma 5 della Costituzione: conclusa la fase 1 inizia, infatti, la fase 2, quella più importante e delicata. Sarà il parlamento a decidere se l’istanza che arriva a gran voce dalla sardegna e dalle altre isole italiane dovrà essere inserita nella Costituzione. È quella la sede in cui i sardi dovranno saper dimostrare il massimo di coesione e di determinazione. Non per far valere una semplice rivendicazione per per affermare il principio che una effettiva uguaglianza tra i territori che fanno parte di uno stesso Stato si può realizzare concretamente solo se c’è una effettiva parità di punti di partenza. 

Continueremo a lavorare insieme nella convinzione che sia arrivato il momento di proporre in Italia una vera e propria “rivoluzione copernicana” che ribalti filosofie superate, legate al vecchio concetto di “assistenza che compensi gli svantaggi” per i residenti nelle Isole, per arrivare invece ad una corretta misurazione del complesso delle opportunità, puntando a rimuovere le condizioni che impediscono agli isolani di confrontarsi alla pari con tutti gli italiani.

Roberto Frongia

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Mercoledì, 29  agosto, i rappresentanti del Comitato per l’Insularità, Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu, in concomitanza con i sacri riti in onore della patrona di Pattada, Santa Sabina, hanno incontrato il Cardinale Angelo Becciu al quale hanno illustrato la proposta di legge di iniziativa popolare per la modifica dell’art. 119 della Costituzione per il riconoscimento della condizione di svantaggio patita dalla Sardegna e dalle Isole italiane. E’ stata anche l’occasione per incontrare numerosi sindaci del Goceano. Nella stessa circostanza ha deciso di aderire al Comitato Scientifico il prof. Mario Sanna.

Il prof. Mario Sanna, originario di Pattada e residente a Roma, è Fondatore e Direttore del Gruppo Otologico, centro riconosciuto a livello mondiale per l’Otologia, l’Implantologia uditiva e la Chirurgia della Base Cranica. Punto di riferimento internazionale, è fondatore della Società Europea della Base Cranica e della Società Italiana della Base Cranica e membro onorario delle Società Otorinolaringologiche francese e spagnola.

Prosegue, intanto, il calendario di incontri che nelle prossime settimane vedrà il Comitato impegnato proprio nel Goceano e nel Monte Acuto. 

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Il traguardo delle 50.000 firme necessarie per depositare la proposta di legge di iniziativa popolare per l’inserimento del principio di Insularità in Costituzione è vicino. Il Comitato Promotore per l’Insularità insieme alla Fasi, la federazione che raccoglie gli emigrati sardi in Italia, hanno fatto, questa mattina, il punto della situazione. «Durante le sue brevi vacanze nell’isola – ha detto Roberto Frongia – il presidente della Repubblica ha ricordato che i sardi hanno diritto ad avere pari opportunità, è esattamente ciò che chiediamo».

Inserire il principio di insularità nella Carta Costituzionale – è stato sottolineato – offre un ventaglio di vantaggi molteplici, tra cui una rinnovata autonomia, che deve essere rilanciata in modo nuovo. Per quale ragione? Per il semplice motivo che la Sardegna, in quanto isola, fa storia a sé, con tutto ciò che ha comportato e che comporta per la nostra cultura, per la nostra storia millenaria e per le nostre tradizioni: l’insularità rappresenta l’incontestabile necessità per i sardi di organizzare il proprio assetto istituzionale,economico e sociale con una Autonomia di scelta assai più ampia e profondamente diversa dalle altre regioni. Ma è necessario gridare con altrettanta forza che i sardi non vogliono più ricevere il “pesce pescato da altri e regalato dallo Stato”, proseguendo un andazzo che li condanna ad essere servi senza dignità. Vogliono, al contrario, che siano azzerati gli attuali svantaggi strutturali legati all’insularità e che sia dunque finalmente consentito loro  di competere con pari punti di partenza con tutti gli altri cittadini italiani. Essere “un’isola” comporta costi aggiuntivi che devono essere compensati in nome della coesione nazionale, con l’obiettivo di rendere uguali i punti di partenza di tutti i cittadini italiani.

La presidente della Fasi Serafina Maxia ha ricordato che il problema dell’insularità si trascina da troppi anni per questo la Federazione ha deciso di lavorare accanto al Comitato. Con la firma è possibile esercitare un diritto dando alla soluzione del problema un contributo fattivo. I sardi non chiedono un privilegio, ma diritti, le stesse opportunità dei connazionali. Tonino Mulas, già presidente della FASI, oggi responsabile trasporti della Federazione, ha sottolineato come siano stati coinvolti nella raccolta delle firme i 70 circoli della Fasi sparsi in tutta Italia. Ha poi rammentato che il problema della continuità territoriale deve essere condotta in modo unitario. Troppo alti i costi che i sardi sopportano sia sul fronte del trasporto marittimo sia su quello aereo. Rita Dedola del Comitato scientifico ha ricordato la trasversalità dell’iniziativa, mentre la coordinatrice del Comitato scientifico, prof.ssa Maria Antonietta Mongiu, ha concluso mettendo in risalto che «il Comitato per l’insularità in Costituzione non ha interrotto la sua azione in questa estate così problematica per la nostra nazione. Queste settimane sono state  anzi un’ulteriore opportunità per la raccolta di firme ma pure di diffusione del progetto e del percorso che abbiamo intrapreso».

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“Grazie al Presidente Mattarella che, lasciando La Maddalena, ha voluto ancora una volta ribadire come i diritti di cittadinanza e le opportunità devono essere uguali per tutti gli italiani, anche quando risiedono nelle Isole!»

Lo ha dichiarato Roberto Frongia che, a nome del Comitato per l’insularità in Costituzione, ha scritto direttamente al Presidente della Repubblica, Sergio Matteralla.

«Le Sue parole, pubblicate dai giornali – scrive Roberto Frongia – ci confortano nella nostra convinzione che la richiesta del riconoscimento dei principio di insularità non possa certo rappresentare una rivendicazione contro qualcuno, ma sia invece la conferma della piena appartenenza dei sardi alla comunità nazionale, con pari diritti e pari dignità. E’ per questo che abbiamo scelto di far sottoscrivere la nostra proposta di legge in tutte le principali città del Paese, proprio per sottolineare che l’intera comunità italiana vuole farsi carico dei diritti di cittadinanza degli isolani. Presidente, il traguardo delle 50.000 firme è vicinissimo – conclude Roberto Frongia – saremmo davvero lieti di poterla al più presto incontrare, per illustrarle il dettaglio della nostra proposta, che coincide con i nobili sentimenti di coesione nazionale da Lei espressi.» 

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«La situazione della sanità di Iglesias è ormai alla canna del gas e gli iglesienti non sanno più a quale Santo appellarsi per denunciare gli intollerabili tagli alle prestazioni e ai servizi sanitari. L’elenco dei diritti negati si allunga quotidianamente.»

Lo sottolineano il presidente regionale dei Riformatori sardi, Roberto Frongia ed il consigliere comunale, già candidato sindaco Valentina Pistis, in una nota congiunta.

«In questa situazione tragica, il sindaco di Iglesias, appena eletto dallo scellerato patto tra il Partito Democratico e Giorgio Oppi, che mille colpe comuni hanno nella tragedia della sanità sulcitana, non trova di meglio che occupare un ufficio per fingere di protestare contro l’assessore Arru che, guarda caso, è del suo stesso partito, il Partito Democratico – aggiungono Roberto Frongia e Valentina Pistis -. Ma ovviamente la finta protesta con finta occupazione dura ben poco, senza ottenere alcun risultato tangibile, tanto è vero che oggi invece l’indomito Sindaco si è recato presso il laboratorio del Santa Barbara per inscenare una seconda pantomima: vedete è tutto in ordine.»

«Siamo su “Scherzi a parte” e nel frattempo il laboratorio non è ancora operativo, dubitiamo lo sarà per i prossimi mesi, i lavori del CTO non sono ancora terminati e ai cittadini di Iglesias non resta che l’ironia dello sketch ridicolo e amaro e di qualche buona parola – concludono Roberto Frongia e Valentina Pistis -. Restano le vane e vaghe promesse, insieme alla triste e inconfutabile realtà dei tanti tagli disastrosi che – ad Iglesias e in tutta la Sardegna – rendono ogni giorno più difficile avere garantito il diritto alla salute!»

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Cinque consiglieri di minoranza, Valentina Pistis (Cas@ Iglesias), Roberto Frongia (Rifornatori sardi), Luigi Biggio (Forza Italia); Simone Saiu (Forza Italia) e Alberto Cacciarru (Iglesias in Comune), dopo gli sviluppi assunti dall’emergenza sanità questo pomeriggio, hanno formalizzato al presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Daniele Reginali, la richiesta di anticipazione della conferenza dei capigruppo, convocata per il 27 agosto, a martedì 21.

Il presidente del circolo cittadino dei Riformatori Sardi per l’Europa, Paride Reale, inoltre, ha chiesto alla ASSL di Carbonia, di poter effettuare un sopralluogo presso il presidio ospedaliero Santa Barbara, per conoscere lo stato dei luoghi e cosa impedisce il mantenimento del servizio di laboratorio ad Iglesias. 

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Una delegazione del Comitato promotore per l’Insularità, guidata dal presidente Roberto Frongia, ha tenuto stamane una conferenza stampa ad Olbia, per fare il punto sulle iniziative messe in campo.

«Dopo un percorso che da un paio di anni riguarda migliaia di cittadini e di cittadine della Sardegna, nel mese di settembre depositeremo le firme per la proposta di legge sull’insularità – si legge in una nota -. Al di là di disquisizioni e di distinguo da parte di alcuni non vi è più alcun dubbio che l’idea di un riconoscimento costituzionale è la strada necessaria per ottenere pari diritti e pari opportunità. Ogni altra soluzione riconferma uno stato di minorità e di sottosviluppo. Abbiamo consapevolezza, infatti, che l’intervento pubblico in Sardegna, quello a pioggia sempre più attraversato dal risentimento e dall’insoddisfazione, ha minato i fondamentali della cultura di intrapresa produttiva e della responsabilità, rafforzando il clientelismo e la dipendenza dagli aiuti statali e dal ceto politico. Per queste ragioni, oggi, i sardi non chiedono maggiore assistenza pubblica, piuttosto il riconoscimento del “principio di insularità” nella Costituzione Italiana come condizione irrinunciabile ed equa di un pari diritto di cittadinanza attraverso infrastrutturazioni, materiale e immateriale, che offrano, appunto, “pari opportunità” di partenza per tutti e valorizzi le risorse umane ed economiche di cui l’Isola dispone.»

Diversi studi evidenziano tra le altre dimensioni che «in termini monetari, il tempo di percorrenza addizionale necessario per raggiungere il continente via mare costa – rispetto al trasporto via terra – oltre 660 milioni di euro ogni anno per il trasporto passeggeri e merci, compreso del disagio rappresentato dai tempi d’attesa e dai cambiamenti nella frequenza del servizio». Questo solo dato offre la misura della disparità di opportunità tra i cittadini e le imprese sarde rispetto al resto d’Italia e dell’Europa. Ecco perché è arrivato il tempo di un nuovo racconto della Sardegna e sulla Sardegna per riscrivere lo Statuto Sardo con un rapporto dialettico con lo stato centrale e con l’Europa che ponga immediatamente le basi per un futuro che ci emancipi da uno stato di gregarietà ancora una volta stigmatizzato dall’essere ritornati nell’Obiettivo 1.

Immediatamente inizieranno due nuove sfide: verso l’Europa e per la riscrittura della Statuto Sardo.

A 70 anni dal Congresso dell’Aia, premessa per attuare il Manifesto di Ventotene e fondare uno stato federale europeo, e a 60 dal Trattato di Roma che fece dell’Unione europea una praticabile traiettoria, oggi ci interroghiamo se il sogno di Ernesto Rossi e di Altiero Spinelli sia stato una chimera o non invece una pratica che quotidianamente riconosca pari diritti, pari doveri e pari opportunità per tutti i cittadini a qualsiasi nazione, religione, sesso appartengano.  

Nei giorni in cui ricordiamo i martiri di Marcinelle che furono sacrificati ad una visione in cui i diritti civili e sociali erano di là a venire e l’integrazione non era una condivisione di valori ma sottostare a quelli del più forte economicamente, il Comitato dell’insularità in Costituzione interpella le istituzioni sarde, nazionali, europee per verificare se le condizioni ostative per avere pari opportunità anche nelle situazioni geografiche insulari, ivi compresa la Sardegna, siano state superate. 

I padri fondatori ben sapevano quanto le situazioni di partenza erano disomogenee. D’altronde erano state le ragioni dei continui conflitti che per oltre mille anni hanno insanguinato l’Europa e lasciato sul campo milioni di persone. La pace che, per la prima volta nella storia, da oltre 70 anni godiamo in tutti i paesi europei, deve essere riconosciuta come un valore fondante e non surrogabile. Con essa deve diventare effettivamente fondante il riconoscimento di pari responsabilità ma anche di pari benefici in qualsiasi parte dei paesi membri capiti di nascere; superando definitivamente le discriminazioni che permangono e che riguardano tuttora anche la Sardegna.

«È necessario inserire il principio di insularità nella costituzione per poter rendere effettivi i diritti riconosciuti dal trattato di funzionamento dell’Unione europea per le Isole – ha detto Stefano Maullu, europarlamentare di Forza Italia -. Non solo proseguiremo la raccolta delle firme, ma chiederò al vice presidente del Consiglio, on. Matteo Salvini, di firmare la proposta di legge, alla luce delle sue odierne sollecitazioni sul cattivo uso della nostra autonomia e nell’ambito di una leale collaborazione.»

«Oggi consegniamo simbolicamente 1.000 firme raccolte in Lombardia. Nelle prossime settimane – ha concluso Stefano Maullu – proseguiremo la raccolta con due iniziative importanti a Torino e Milano.»

Alla conferenza stampa, tenutasi ad Olbia questa mattina, sono intervenuti Roberto Frongia, presidente del Comitato; Stefano Maullu, europarlamentare di Forza Italia; Maria Antonietta Mongiu, presidente del FAI Sardegna; Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi; Giovanni Pileri; Francesco Lai, sindaco di Loiri; Andrea Nieddu, sindaco di Berchidda; Antonio Satta, sindaco di Padru; Alessandro Sini consigliere comunale di Oschiri; Anna Paola Isoni consigliere comunale di Tempio Pausania; Matteo Sanna, ex consigliere regionale.

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Paride Reale è stato nominato commissario del circolo dei Riformatori sardi di Iglesias. La scelta è stata ratificata dal presidente, Roberto Frongia, dal coordinatore regionale, Pietro Fois e dal coordinatore provinciale, Francesco Loi.

«La nomina – si legge in una nota – è stata necessaria in virtù delle dimissioni della coordinatrice Elisabetta Medde, alla quale è stata espressa gratitudine per aver svolto negli anni un ruolo decisivo senza incertezze sulla linea politica. Il Circolo dei Riformatori riparte dai temi che interessano i cittadini: il lavoro, un nuovo sviluppo economico, una crescita culturale e civile, sicurezza e legalità. Oltre 5.300 cittadini, alle ultime amministrative, votando Valentina Pistis – conclude la nota –, hanno dichiarato di non tollerare più l’incompetenza e l’improvvisazione. Da questo risultato inizia una nuova stagione.»

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«La raccolta delle firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per l’inserimento del  principio di insularità nella Costituzione, ha clamorosamente sfondato in tutta la Sardegna e le firme cominciano a confluire da ogni capo dell’Isola.»

Lo comunica il presidente del Comitato Insularità, Roberto Frongia che traccia un primo bilancio della raccolta.
«Non c’è dubbio – aggiunge Roberto Frongia – che i sardi abbiano capito che questa è la madre di tutte le battaglie! L’assistenzialismo è finito e soltanto dalla consapevolezza della nostra identità può arrivare la soluzione dei problemi della continuità territoriale, del costo dell’energia, delle infrastrutture, della sanità e dell’istruzione che non possono più essere trattati come se fossero una maledizione atavica contro i sardi.»

«L’aiuto delle istituzioni, dei media, del mondo dell’impresa, del commercio, della associazioni, della cultura sarda è stato fondamentale per dare il senso di unità, oltre gli schieramenti politici, che è stato una grande benzina per il nostro lavoro! In 308 su 377 comuni dell’Isola – sottolinea Roberto Frongia – si è costituito il “presidio insularità”: abbiamo almeno una “sentinella dell’identità della Sardegna”. Abbiamo cioè  un’associazione locale, un consigliere comunale, un sindaco, un assessore che ha attivamente partecipato al progetto. Vorremmo ora coprire anche i comuni mancanti perché sia chiaro che tutta la Sardegna crede sino in fondo in questa sfida!»

«Stiamo aspettando che tornino indietro le firme certificate dai Comuni, ma la sensazione è che i risultati siano veramente straordinari e che siamo ormai vicinissimi al traguardo delle 50.000 firme raccolte soltanto in SardegnaAttendiamo con ansia le firme che provengono dalle altre isole e dalla Federazione degli Emigrati sardi per avere la certezza che il tema è diventato un problema dell’intera comunità italiana!
Per quanto ci riguarda – conclude Roberto Frongia –, finalmente abbiamo la prova provata che, quando i sardi dimenticano invidie e inimicizie e si uniscono nella battaglia che può cambiare il futuro, sono davvero capaci di fare cose incredibili!»