24 November, 2024
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«Il Governo si impegna a sostenere in Europa la richiesta della Sardegna del riconoscimento effettivo dello status di insularità. La voce dei referendari inizia a farsi sentire a Roma! Il fronte comune di tutti i sardi di buona volontà inizia ad ottenere ascolto, che è ancora troppo debole, nei Palazzi romani.»

Lo scrive in una nota Roberto Frongia, presidente del comitato per il riconoscimento dell’insularità nella Costituzione.

«Chi fino a ieri sosteneva che la nostra è una battaglia impossibile si deve ricredere: le nostre ragioni sono troppo evidenti e troppo forti. Ma è chiaro che non ci possiamo accontentare di un primo, timido passo, che assomiglia alle tante prese in giro che abbiamo subito negli anni ed è davvero ancora troppo poco rispetto al nostro obiettivo. Siamo sempre dentro la solita logica delle promesse condiscendenti e degli impegni generici e privi di risultati pratici. Il grave e permanente svantaggio naturale della Sardegna non può più essere oggetto di trattative nelle quali il Governo consideri la Sardegna alla stessa identica stregua delle regioni di terraferma. È fondamentale che i sardi sommergano il Governo con una valanga di firme sul referendum per l’insularità: solo così, rafforzando il grande fronte unito su questo tema – conclude Roberto Frongia -, vinceremo questa grande battaglia per il futuro della nostra terra.»

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«L’adesione del senatore di Campo progressista Luciano Uras alla battaglia referendaria per il principio di insularità in Costituzione è una gran bella notizia perché la qualità e l’importanza della sottoscrizione confermano ancora una volta che sotto questa bandiera possono davvero ritrovarsi tutti i sardi di buona volontà!»

Lo ha detto il presidente del comitato referendario Roberto Frongia, che ha raccolto oggi la sottoscrizione di Luciano Uras, auspicandone l’impegno attivo, da “padrone di casa”, nel movimento Referendario.

«Ci sono battaglie – ha sottolineato Roberto Frongia Frongia – che sono interesse di tutta la comunità. Sarebbe inutile e controproducente intestarsi primogeniture, mentre ha sicuramente un senso imparare a lavorare fianco a fianco, oltre le legittime differenze di prospettiva politica e di partito, per raggiungere insieme gli obiettivi condivisi.»

«Centomila firme di sardi – ha concluso Roberto Frongia – non sono più un traguardo impossibile. Ringraziamo il senatore Uras e, insieme a lui, moltiplichiamo i nostri sforzi perché vogliamo dimostrare che i sardi sanno essere uniti quando è in gioco il loro futuro!»

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Lunedì 23 ottobre il comitato promotore, i rappresentanti dei sindaci che hanno aderito alla campagna referendaria sull’insularità (sono ben 180 i primi cittadini che hanno aderito alla promozione del referendum) ed il comitato scientifico, terranno una conferenza stampa per illustrare l’iter verso l’atteso appuntamento referendario. «I sindaci hanno ben chiaro il ritardo nello sviluppo e lo spopolamento delle comunità – spiega Roberto Frongia, presidente del comitato -, sia stato sinora affrontato dallo Stato in prevalenza con interventi di tipo assistenziale, che hanno impedito di sviluppare un’economia autopropulsiva. Per questo motivo hanno aderito in modo massiccio per promuovere il referendum». 

Alla conferenza stampa saranno presenti, tra gli altri, i seguenti sindaci:

  • Stefano Delunas, Quartu
  • Tomaso Locci, Monserrato
  • Paola Secci, Sestu
  • Giacomo Porcu, Uta
  • Andrea Pisanu, Giba
  • Laura Cappelli, Buggerru
  • Elio Mameli, Villaspeciosa
  • Alessandro Scano, Decimoputzu 
  • Marco Pisano, Mandas
  • Alessio Piras, Selegas
  • Celestino Pitzalis, Tuili
  • Marco Floris, Siris
  • Fausto Piga, Barrali
  • Nello Cappai, Guamaggiore.

Saranno invece collegati via Skype sindaci dalle diverse zone del territorio regionale, tra i quali Nicola Sanna, sindaco Sassari, Andrea Soddu, sindaco Nuoro, Andrea Lutzu, sindaco di Oristano, Flavia Loche (Tonara), Costantino Tidu (Teti), Ester Satta (Olzai), Roberto Ragnedda (Arzachena), Gianni Orrù (Busachi), Franceschino Serra (Pau), Andrea Nieddu (Berchidda).

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Una rappresentanza del Comitato referendario composta dal presidente Roberto Frongia, da Maria Antonietta Mongiu e da Angelo Tolu, ha incontrato questa mattina la Rappresentanza del Governo nella Regione Sardegna nella persona del prefetto Dario Emilio Sensi e del capo di Gabinetto Valeria Coraini.

La delegazione referendaria ha illustrato ai rappresentanti del Governo nazionale l’iniziativa referendaria per l’inserimento del principio di insularità nella Carta Costituzionale che, dopo soli venti giorni di raccolta, ha già superato le 15.000 firme necessarie ad indire il referendum e punta ora al grande traguardo, mai raggiunto prima, delle centomila firme di cittadini sardi.

Al Rappresentante del Governo sono state spiegate le finalità del referendum: fine dell’assistenzialismo, per i cittadini sardi si chiedono invece pari opportunità ed uguaglianza sostanziale di diritti rispetto agli altri cittadini italiani ed europei.

Al termine dell’incontro, il prefetto Sensi ha dichiarato di voler portare immediatamente all’attenzione del Governo il quesito referendario, rappresentando lo spirito e agli obiettivi che animano il Comitato promotore.

 

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Il presidente del Comitato promotore Roberto Frongia.

Il comitato promotore del referendum sull’insularità ha centrato l’obiettivo delle 15.000 firme (sono già 18.000).

Per il Movimento Referendario “Insularità in Costituzione”, si chiude oggi la fase iniziata venti giorni fa: abbiamo già raccolto 18.000 firme, è stato raggiunto e superato l’obiettivo minimo, che ci consente di dire che i sardi voteranno nella prossima primavera!

Lo ha dichiarato con soddisfazione il presidente del comitato promotore, Roberto Frongia, che ha aggiunto: «E’ stata davvero una fase entusiasmante, portata avanti con determinazione e passione da gruppi di volontari e amministratori locali volenterosi, che si sono appoggiati in larga parte alla piccola struttura dei Riformatori, spendendo pochi euro. Ma da oggi, la nostra sfida cambia marcia: vogliamo che il progetto dell’insularità sfondi in tutta la Sardegna e diventi realmente una battaglia di tutti, nella quale non ci sia alcun copyright, una battaglia intorno alla quale si uniscano tutti i sardi. L’obiettivo è così importante e centrale per la nostra isola che non ci possono essere primogeniture, né gelosie, né diserzioni!».

Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi: «Essere “un’isola” può apparire a chi non ci vive una cosa pittoresca. La realtà è che comporta costi aggiuntivi che devono essere compensati in nome della coesione nazionale, con l’obiettivo di rendere uguali i punti di partenza di tutti i cittadini italiani. Siamo italiani e vogliamo diritti di cittadinanza uguali a tutti gli altri italiani: uguali i punti partenza, saranno diversi i punti di arrivo in rapporto alla capacità e al talento di ciascuno! Sia data ai sardi la possibilità di dimostrare il proprio valore, senza la partenza ad handicap dell’insularità!»

«Non si tratta soltanto di difendere la nostra Autonomia – ha aggiunto il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois – ma di interpretare una nuova stagione di Autonomia 4.0, che coniughi responsabilità e innovazione e rappresenti una vera rivoluzione culturale per l’intera Sardegna! La nostra cultura, la nostra storia millenaria e le nostre tradizioni rappresentano la consapevolezza della nostra identità che diventa il presupposto per l’abbandono del vecchio modello di sviluppo, basato sull’assistenza. I sardi non vogliono più ricevere il “pesce pescato da altri e regalato dallo Stato”, proseguendo un andazzo che mortifica ogni capacità di dimostrare quanto valiamo e ci condanna ad essere servi senza dignità. Vogliamo invece che siano azzerati gli attuali svantaggi strutturali legati all’insularità e che sia, dunque, finalmente consentito ai sardi di competere con pari punti di partenza e pari opportunità con tutti gli altri cittadini italiani!»

«L’obiettivo finale – ha concluso il parlamentare dei Riformatori sardi Pierpaolo Vargiu – può sembrare un sogno, ma non lo è affatto: vogliamo raccogliere 100.000 firme autenticate e certificate, un risultato mai ottenuto prima d’oggi in Sardegna nelle diverse campagne referendarie, che può certificare in modo inequivocabile che questa non è una battaglia di una parte politica, ma la madre di tutte le battaglie per tutti i sardi! Da oggi dunque chiediamo a tutti un “cambio di passo”: la classe dirigente sarda sta aderendo in modo autorevole e massiccio, è il momento di contagiare a tutti i sardi il nostro entusiasmo, gridando con forza quanto “noi ci crediamo!”.»

Sono poi intervenuti:

Enrico Altieri, già presidente della sezione tributaria della Corte di cassazione: «Si tratta di una iniziativa importante, perché incide sull’identità Costituzione della nostra nazione. Apre la strada a una serie di opportunità sinora negate, soprattutto sul piano della fiscalità di vantaggio».

Roberto Deriu, consigliere regionale del Pd: «Con questa iniziativa riprende vigore l’iniziativa riformatrice. Un ampio fronte proveniente da diverse aree politiche si riunisce per un obiettivo che potemmo definire in controtendenza, giacché nasce non per dividere me per unire, e si muove sul piano costituzionale, com’è corretto che sia».

Pietro Pittalis, consigliere regionale Forza Italia: «I referendum lombardo e Veneto del ottobre ci impongono di batterci per riaffermare la nostra specialità. Ringrazio i Riformatori sardi er la lungimiranza che hanno avuto nel promuovere l’iniziativa, e vorrei richiamare anche la battaglia fatta nel parlamento europeo dal nostro europarlamentare Salvatore Cicu, che ha portato ad una importante risoluzione del parlamento europeo».

Vanni Lobrano, docente di diritto romano presso l’Università di Sassari: “Iniziativa dal grandissimo significato costituzionale”.

Maria Antonietta Mongiu, già presidente del Fai: «Lavoriamo perché la maggior parte della popolazione sia con noi. Se riusciremo, la battaglia sarà vinta».

Rita Dedola, Presidente dell’ordine degli avvocati di Cagliari, che ha dichiarato: «Il traguardo di firme raggiunto conferma che avevamo visto lungo e giusto: in Sardegna è indispensabile una svolta culturale che individui un nuovo percorso di sviluppo, che unisca tutti i sardi, dando diritti di cittadinanza pari agli altri italiani. Anche lo smantellamento del sistema dei Tribunali a cui rischiamo oggi di assistere in Sardegna è figlio di una logica che rifiutiamo, non certo perché vogliamo assistenza statale, ma perché chiediamo che vengano calcolati e risarciti i maggiori costi per il buon funzionamento della Giustizia nell’Isola!»

Franco Sabatini, consigliere regionale Pd: «Sono temi che per loro natura sono trasversali, ed è significativo che ci siano consiglieri regionali di diverse parti politiche. Accanto ad essa tuttavia è necessario mettere in campo una forte azione politica rivolta all’Europa».

Stefano Altea, avvocato, esperto di Diritto Europeo: «L’iniziativa referendaria avente oggetto la (re)introduzione del principio di insularità all’interno della Carta Costituzionale trae legittimazione giuridica dall’art. 1 lettera f della L.R. 17 maggio 1957, n. 20 che regolamenta le Norme in materia di referendum popolare regionale. Ai sensi dell’art. 1, lettera f, infatti, può essere indetto referendum popolare per esprimere parere su questioni di particolare interesse sia regionale che locale. E’ di tutta evidenza come la costituzionalizzazione del principio di insularità sia una questione di particolare interesse per la Sardegna per due motivi. Il primo risiede nella necessità di affermare le pari opportunità, il secondo riguarda la questione fondamentale per riaffermare la specialità della nostra Regione in ambito nazionale. A livello contenutistico il quesito referendario si presenta del tutto legittimo dal punto di vista della legalità costituzionale in quanto non mira a derogare l’iter naturale di revisione della Costituzione di cui l’art. 138 ma vuole rappresentare un importante stimolo per la Giunta Regionale al fine di intraprendere i percorsi istituzionali necessari per la presentazione di una proposta di Legge Costituzionale».

Alessandra Zedda, consigliere regionale di Forza Italia: «L’affermazione del principio di insularità all’interno della Costituzione ci consentirà, nei confronti dell’Europa e del resto dell’Italia, una revisione totale sia del concetto di aiuto di stato, che di concorrenza. Questo determinerebbe un impatto fortissimo sulle potenzialità di sviluppo e potenziamento sia dei settori produttivi tradizionali che innovativi».

Piero Comandini, consigliere regionale del PD: «Tanti problemi della Sardegna nascono proprio alla condizione di insularità, mai veramente riconosciuta; è un dato di fatto, siamo lontani dalla terra ferma è una condizione che non possiamo cambiare, ma possiamo, dobbiamo, abbiamo il diritto/dovere di farne un vantaggio. Ecco perché ritengo che il referendum sia importante, perché sarà la voce di tutti i sardi, una voce unita e forte, perché il riconoscimento della nostra insularità ci darà la possibilità di liberarci dei tanti vincoli che altro non fanno che tenerci isolati. Il popolo sardo deve avere il giusto riconoscimento e la tutela che merita. Il referendum deve essere il punto di partenza per un nuovo grande Piano di Rinascita Regionale, sostenuto e riconosciuto a livello nazionale ed europeo».

Domenico Gallus, consigliere regionale gruppo Psd’az, La base e sindaco di Paulilatino: «Nuovo protagonismo degli amministratori locali, su un tema di rilevanza straordinaria. Ho avuto i moduli da pochi giorni eppure mi sono reso conto che le persone aderiscono con entusiasmo. È un segnale da non sottovalutare».

Marco Tedde, consigliere regionale di Forza Italia: «Siamo cittadini diversamente comunitari, questo è il frutto dell’insularità. Che è anche un fattore culturale determinante».

Giuseppe Fasolino, consigliere regionale di Forza Italia e sindaco di Golfo Aranci: «Fondamentale che il valore su cui noi qui presenti convergiamo non è l’appartenenza politica ma una battaglia comune per la nostra terra. Ma non dimentichiamo che il referendum è solo un punto di partenza».

Giovanni Pileri, coordinatore dei Riformatori sardi Gallura: «Ci sono terrori come la Gallura dove l’insularità pesa più che altrove. La gente risponde immediatamente, e questo oggi è un fatto straordinario. Riconoscimento fondamentale per la ripresa della nostra economia».

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Il Comitato promotore del referendum sull’insularità ha esposto questa mattina, al passaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in via Roma, a Cagliari, lo striscione “insularità in costituzione“. 

«Abbiamo voluto rappresentare in questo modo la necessità di colmare il grave divario economico, strutturale e sociale con il resto del Paese attraverso il principio di insularità – spiega il presidente del Comitato, Roberto Frongia -. La richiesta dell’inserimento del “principio di insularità” nella Costituzione Italiana, ha per la Sardegna un senso culturalmente rivoluzionario perché segna il passaggio dall’accettazione supina dello sviluppo attraverso l’assistenza, alla sfida di una nuova stagione culturale  che valorizzi merito, intraprendenza e capacità, attraverso la garanzia di uguali punti di partenza con tutti gli altri cittadini italiani.»

«Lo Stato insomma deve dirci se abbiamo diritto alle pari opportunità – conclude Roberto Frongia -, se riconosce la nostra forte identità culturale e la nostra lingua oppure se ritiene di doverci declassare al rango di colonia.» 

Continua, intanto, la raccolta delle firme.

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Il Comitato Esecutivo nazionale della F.A.S.I. (Federazione Associazioni Sarde in Italia) ha deliberato di sostenere il referendum che ha come obiettivo il reinserimento nella Costituzione italiana della tutela e valorizzazione dell’insularità e delle prerogative che ne conseguono dal punto di vista economico e culturale.

Da oltre 40 anni i Circoli degli emigrati sardi vivono il dramma della insularità. Il riconoscimento costituzionale del principio certifica il diritto alle pari opportunità di tutti gli italiani e consente di realizzare la continuità territoriale per tutti e permette di colmare il gap strutturale dell’insularità e gli svantaggi che ne derivano in tutti i campi.

L’adesione è avvenuta dopo l’incontro di Mamoiada dove erano presenti tutte le delegazioni sarde in Italia.

Discusso il gap strutturale e infrastrutturale. Il deficit in campo sanitario e assistenziale, scolastico nonché quello della rete stradale, ferroviaria, idrica e delle strutture portuali ed aeroportuali..

Un’adesione convinta e strategica per quel traguardo delle centomila firme disegnato dal comitato promotore.

Presenti Sergio Pisano ed i consiglieri regionali Attilio Dedoni e Luigi Crisponi, la presidente della F.A.S.I. Serafina Mascia, ha dichiarato: «Da oltre 40 anni i Circoli degli emigrati sardi sono impegnati nella lotta per risolvere i problemi dei trasporti, che è centrale per il loro rapporto con la propria terra e che è cruciale per tutti i sardi, per il loro diritto alla mobilità e per lo sviluppo economico e sociale della Sardegna. La soluzione del problema è la piena realizzazione della continuità territoriale per tutti, colmando il gap strutturale dell’insularità e gli svantaggi che ne derivano in tutti i campi

«Il referendum sul principio di insularità sta innescando uno straordinario processo di unione tra i sardi che hanno voglia di rinnovamento», ha detto Roberto Frongia, presidente del comitato promotore.

Soddisfazione per l’importante adesione sono stati espressi da Sergio Pisano e Attilio Dedoni, presenti all’incontro nazionale, che hanno curato i rapporti con la F.A.S.I. 

 

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«I tavolini per la raccolta delle firme sono appena partiti a Cagliari e in tutta la Sardegna e già è possibile toccare con mano l’entusiasmo della risposta dei sardi che, in una sola giornata di attività, hanno consentito di raggiungere il traguardo delle prime mille firme.»

Lo ha annunciato stamane, con grande soddisfazione, Roberto Frongia, presidente del Comitato Referendario che aggiunge: «Ai tavolini è facile vincere la diffidenza della gente verso la politica quando riusciamo a spiegare che non si tratta dell’ennesima richiesta di soldi allo Stato, ma di una rivoluzione nel nostro atteggiamento culturale: non chiediamo soldi, ma infrastrutture, aerei, energia, università! Pari opportunità per competere ad armi pari con il resto d’Italia!»

«Ai tavolini – conclude Roberto Frongia – arriva tanta gente comune con il desiderio di far sentire la propria voce, ma anche illustri rappresentanti della comunità sarda: nella giornata odierna hanno aderito, tra gli altri, lo scienziato e neurofarmacologo Gianluigi Gessa, il magistrato ed ex Presidente della Regione Federico Palomba.»

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Il Comitato Promotore del Referendum per l’inserimento del principio di insularità nella Costituzione, nella giornata di oggi, in Piazza Costituzione, ha inaugurato la raccolta delle firme con un flash mob cui ha partecipato una grande folla di cittadini pronti a mobilitarsi sull’iniziativa. 

Sono intervenuti numerosi componenti del Comitato Promotore, del Comitato Scientifico, che mette insieme alcune tra le più prestigiose personalità del mondo scientifico e del lavoro sardo, e del Comitato degli Amministratori, che ogni giorno cresce in numero ed in autorevolezza e che è composto oramai da più di 80 sindaci.

E’ intervenuta la gran parte dei rappresentanti delle istituzioni, appartenenti a aree politiche diverse, che fanno parte del comitato promotore Roberto Deriu  Piero Comandini,. Alessandra Zedda, Annamaria Busia, Antonio Cappai, Giuseppe Fasolino Pietro Pittalis, Attilio Dedoni, Luigi Crisponi e Michele Cossa,  Emilio Floris e Pierpaolo Vargiu. 

La manifestazione è stata accompagnata dalla prestigiosa partecipazione del Gruppo i Nuraghi. Il coro ha intonato Procurad’ e moderare. L’Innu de su patriottu Sardu a sos feudatarios, passato alla storia come la Marsigliese sarda, rappresenta il canto della nuova rivoluzione sarda.

Tutti hanno manifestato essere cosa necessaria e indispensabile il riconoscimento del “principio di insularità” nella Costituzione Italiana come condizione irrinunciabile ed equa di un pari diritto di cittadinanza.

 

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Nella giornata in cui scade il termine per la presentazione di osservazioni ed opposizioni al progetto nazionale per l’individuazione del deposito unico nucleare, il coordinatore regionale ed il presidente dei Riformatori sardi, Pietrino Fois e Roberto Frongia, si schierano contro qualsiasi ipotesi che la scelta possa ricadere sulla Sardegna.

«La Sardegna si è dichiarata totalmente contro qualsiasi ipotesi di deposito unico nucleare già nel 2003 e poi nel 2011 – sostengono Pietrino Fois e Roberto Frongia -. Ricordiamo a tal proposito lo straordinario risultato del referendum. E’ inaccettabile l’idea che l’isola possa ospitare un deposito unico nucleare. Per la Sardegna, già abbondantemente devastata dal punto di vista ambientare, sarebbe il colpo di grazia. Piuttosto siamo ancora in attesa di conoscere quali sono le volontà della Giunta regionale in merito alle mancate bonifiche in numerosissime zone dell’isola. Ne ricordiamo alcune: Iglesias ed il Sulcis, Porto Torres, Portovesme, Ottana.»

«I sardi – concludono Pietrino Fois e Roberto Frongia -, pagano un prezzo altissimo anche per le immense aree occupate dalle servitù militari.»