24 November, 2024
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Scongiurata la chiusura della circonvallazione di Sindia nella direttrice viaria che collega la Planargia col Marghine e la Strada Statale 131 con un intervento immediato e, più avanti, la messa in sicurezza definitiva di una delle arterie più pericolose della Sardegna. È l’esito della riunione che si è tenuta questa mattina nell’assessorato dei Lavori pubblici, alla presenza dell’assessore Roberto Frongia e dei sindaci di Silanus, Sindia, Birori, Bosa, Modolo, Magomadas e della provincia di Nuoro.

«Abbiamo a che fare – spiega l’assessore Roberto Frongia – con una situazione altamente compromessa e date le condizioni di estrema pericolosità della strada abbiamo valutato come prioritario l’intervento sulla circonvallazione di Sindia. Per questi motivi ho riunito attorno allo stesso tavolo, in tempi brevissimi rispetto all’esigenza manifestata appena qualche giorno fa dall’Unione dei comuni del Marghine e della Planargia, tutti i soggetti interessati e ribadito la disponibilità della Regione a fare la sua parte per superare l’emergenza chiedendo a tutti collaborazione e cercando di individuare la miglior soluzione nei tempi più brevi, ovvero 30 giorni per un intervento immediato di manutenzione straordinaria che consenta la percorribilità senza rischi. Auspico l’apertura immediata del cantiere.»

Due le soluzioni individuate: un intervento immediato di manutenzione straordinaria che vada oltre la semplice riparazione delle buche, ma che preveda anche lavori al sistema di drenaggio per allontanare le acque sotterranee verso i canali, da concludersi entro un mese, e l’avvio della progettazione per la messa in sicurezza definitiva della circonvallazione con i 2 milioni e 700mila euro già stanziati e nelle disponibilità della Provincia che da qui a qualche anno consentirà collegamenti efficaci e sicuri a tutto il territorio. La Regione si è anche resa disponibile a una integrazione del finanziamento alla luce delle necessita che emergeranno a seguito della redazione del progetto finale di messa in sicurezza dell’arteria.

Il tavolo di lavoro presso l’Assessorato di viale Trento segue l’incontro avvenuto qualche giorno fa a Sindia, teso a trovare il modo per intervenire in maniera efficace su una arteria altamente compromessa dalla presenza di buche profonde, del diametro di un metro, e per questo ritenuta ad alta pericolosità.

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«La Giunta interviene per affrontare condizioni di eccezionalità e urgenza che non possono più essere ignorate. In attesa di una nuova infrastruttura, mettiamo in atto una soluzione alternativa in grado, nell’immediato, di dare risposte alle Comunità.»

Con queste parole il presidente della Regione, Christian Solinas, annuncia il via libera della Giunta alla realizzazione di un ponte provvisorio in località Pappalope, per consentire il collegamento delle zone penalizzate dalla chiusura del ponte di Oloè.

«In attesa che il ponte torni ad essere un collegamento sicuro – dice il presidente della Regione – abbiamo tenuto fede agli impegni presi con i territori con l’obiettivo di ridurre quanto più possibile i pesanti disagi nei collegamenti che ormai da anni gravano sulla popolazione residente e sull’intero comprensorio agricolo del comune di Oliena.»
Un’opera a carattere temporaneo richiesta del comune di Oliena: si tratta di un ponte provvisorio militare del tipo Bailey, che sarà posizionato immediatamente a valle di quello romano e che limiterà i disagi causati dalla chiusura del ponte di Oloè, ancora sotto sequestro.

«La Regione, in stretta collaborazione con gli Enti locali, ha affrontato l’emergenza e trovato una soluzione alternativa nel minor tempo possibile – spiega l’assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia – venendo incontro alle esigenze dei territori, in particolare di Oliena e Dorgali, le due Comunità più penalizzate dall’interruzione della strada provinciale Oliena-Dorgali. In questi mesi non è mai mancato il sostegno, forte e deciso, ai Comuni interessati. Grazie a una interlocuzione costante e proficua, sarà ora possibile attendere con maggior fiducia la soluzione definitiva del problema.»

Nella zona interessata gravitano circa 370 aziende agricole, di allevamento ovicaprino e di coltivazione viticola e olivicole. A seguito della chiusura del ponte di Oloè, che costituiva la principale connessione viaria per la popolazione residente e per l’intero comprensorio agricolo del comune di Oliena, il flusso di traffico era stato trasferito sul ponte di epoca romana, in località Pappalope, che però, a seguito del notevole aumento di traffico, ha mostrato segni di criticità strutturale che ne hanno reso necessaria la chiusura. Da qui la richiesta di intervento rivolta alla Regione da parte del comune di Oliena, che ha presentato un progetto alternativo alla soluzione individuata qualche mese fa e non più praticabile (utilizzo di un ponte romano in alternativa al ponte di Oloè).

Sul ponte militare a struttura in acciaio speciale reticolare e con impalcato di usura ecologico in legno, potrà transitare una tipologia di traffico limitata alle 30 tonnellate, con un’unica corsia, e quindi a senso unico alternato. Il periodo massimo di utilizzo del ponte è fissato in base al tempo necessario per la riapertura del ponte di Oloè (o, eventualmente, nella realizzazione di un nuovo ponte) e non dovrà superare i due anni.

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Al via la Scuola politica dei Riformatori sardi, fiore all’occhiello della strategia politica 2020 dei Riformatori sardi. Rivolta ai giovani e a tutti coloro che intendono acquisire nuove competenze in materia, si presenta con un’offerta formativa di assoluto rilievo, ospiti politici di carattere nazionale ed un parco docenti di altissimo profilo ed indiscusse capacità ed esperienza.

Tre giornate piene di politica, divise tra i lavori della mattina e quelli del pomeriggio, con tematismi che spaziano dalla macchina regionale e la sanità (prima giornata di lavoro dal titolo “Capacità di governo”) all’economia, innovazione e comunicazione (“Capacità di visione” è il titolo scelto per la seconda giornata di lavoro) fino ad entrare nello specifico di temi quali l’insularità, con focus specifici sugli effetti della condizione di insularità nei diversi comparti della nostra economia (“Identità e coesione sociale” è il titolo della terza giornata).

Una scuola di politica che punta sulla formazione, trasversale agli schieramenti politici, concentrata sul momento storico che stiamo vivendo ma già proiettata sui nuovi trend politici, economici e sociali.

In apertura della prima giornata, il 18 gennaio, il senatore del Pd Luigi Zanda. Seguiranno gli interventi sul funzionamento della macchina regionale con Gianmario De Muro, costituzionalista e docente universitario e Riccardo Porcu, direttore generale assessorato regionale degli Affari generali. Pomeriggio interamente dedicato alla sanità con ospiti d’eccezione quali Francesco Nicola Zavattaro, direttore generale Azienda Zero Friuli VG, Giovanni Raimondi, presidente Gemelli e amministratore delegato Mater Olbia, Paolo Cannas, Commissario Ospedale Brotzu, Marcello Giannico, direttore generale dipartimento finanziario Sanità Lazio.

Via alla seconda giornata di formazione il venerdì 31 gennaio, con il deputato della Lega, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti in apertura. Seguirà una sessione dedicata all’economia e all’innovazione, con il presidente dell’Osservatorio Banche Imprese Salvatore Matarrese e Rodolfo Panbianco, Academic Fellow Università Bocconi, per proseguire con esempi virtuosi, tutti made in Sardinia, che punteranno a disegnare il profilo della Sardegna che verrà, con esempi pratici di aziende già proiettate sul futuro: Daniela Ducato con la sua Edilana, Pierluigi Pinna con Ab Insula, Alessandro Vagnozzi con  J-Service. Pomeriggio dedicato alla comunicazione con Francesco Di Costanzo, presidente di PA Social, esperto di comunicazione e uso dei social network nel pubblico e Fabrizio Meloni, giornalista ed autore del libro “Comunicare la Salute”.

Ad aprire la terza ed ultima giornata, nel corso della quale è prevista la partecipazione del presidente della Regione Christian Solinas, il parlamentare europeo, già ministro delle Politiche regionali, Raffaele Fitto. Tema principe della mattinata sarà l’insularità, di cui si parlerà con Tommaso E. Frosini, Costituzionalista, docente universitario e vicepresidente Cnr, Michele Cossa, presidente della Commissione speciale per l’insularità, Roberto Frongia, presidente del Comitato promotore insularità e Assessore regionale, Maria Antonietta Mongiu, presidente del Comitato scientifico per l’insularità. Spetterà invece ad Alessandra Todde, sottosegretaria MISE, fotografare gli effetti dell’insularità sui costi energetici. L’economia italiana, le prospettive future, le leve da spingere e i freni allo sviluppo economico nell’intervento di Carlo Stagnaro, economista dell’Istituto Bruno Leoni. Chiuderà i lavori della giornata e la Scuola di formazione politica dei Riformatori sardi, Mario Segni.

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La Regione, nell’ambito del programma di interventi strutturali delle opere del Sistema Idrico Multisettoriale Regionale, interviene per sanare le criticità relative all’approvvigionamento idrico del sistema irriguo della Nurra. Su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia, la Giunta regionale, infatti, ha dato il via libera al finanziamento di alcuni interventi ritenuti strategici perché di forte impatto sulla risorsa da destinare ad usi agricoli in un’area notoriamente interessata da problemi di approvvigionamento.

«Siamo impegnati nel difficile compito di dotare la Sardegna di un sistema infrastrutturale, anche idrico, moderno ed efficiente – dice l’assessore Roberto Frongia -. Abbiamo in uso una infrastrutturazione vecchia di mezzo secolo e più, che non riesce a soddisfare i bisogni e le necessità di una società moderna. Lavoriamo costantemente  con tutti i soggetti che si occupano del mondo dell’acqua in Sardegna – Enas, Egas, Distretto idrografico, Consorzi, Abbanoa – per garantire efficienza.»

Nel dettaglio, l’assessorato dei Lavori pubblici ha proposto di assegnare al Consorzio di Bonifica della Nurra le risorse (circa 3 milioni di euro) per la realizzazione di un intervento che prevede il raddoppio dell’ultimo tratto di condotta di collegamento tra la vasca terminale dell’acquedotto Coghinas e i serbatoi Campanedda in capo al sistema idrico multisettoriale regionale gestito da Enas e di integrare la dotazione finanziaria per la realizzazione di un by-pass della diga finalizzato all’utilizzo dei reflui della città di Sassari.

Stanziati anche altri 3 milioni per lo schema acquedottistico dell’Ogliastra, con particolare riferimento all’intervento da realizzarsi nel territorio di Villagrande Strisaili. La Giunta regionale, sempre su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, ha riprogrammato le risorse assegnate a un intervento ritenuto decisivo per l’approvvigionamento idrico dell’area interessata, ovvero la realizzazione di un impianto di potabilizzazione (inizialmente previsto in località Sa Frisa) e relativa condotta di adduzione su nuovo tracciato individuato dal gestore Abbanoa, per i quali si è ritenuto necessario un incremento del fabbisogno finanziario per 3.300.000 euro.

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Più autonomia per la struttura locale di Anas con maggiore capacità decisionale e nuova forza lavoro, quindi più uomini nelle strade. È quanto sollecitato dall’assessore dei Lavori pubbloici Roberto Frongia ai vertici Anas nazionali e ribadito ieri a margine dell’incontro che si è tenuto nella sede dell’assessorato dei Lavori pubblici in viale Trento con i rappresentanti sindacali dei lavoratori Anas, preoccupati per i “buchi in organico” causati dalla mancanza di turn over e acuiti dai pensionamenti di “quota 100”. Cantonieri, capi squadra e sorveglianti le figure deficitarie, a cui si aggiunge, secondo i sindacati, la condizione critica del personale in servizio negli uffici.

L’Assessore, in sintonia con quanto già richiesto nel corso degli incontri ufficiali, ha riaffermato con forza la richiesta di maggiore attenzione per l’Isola attraverso il potenziamento “in maniera significativa” del compartimento Sardegna sia attraverso nuove assunzioni di personale, sia con una maggiore autonomia nella progettazione, gestione degli appalti ed esecuzione delle opere.

«Chiediamo ad Anas il rafforzamento dell’organico e maggiore autonomia alla struttura su qualsiasi procedura, compresa la gestione degli appalti e delle selezioni per le nuove assunzioni, che auspico vengano attivate entro l’estate del 2020. È impensabile che un giovane sardo per partecipare a una selezione debba sostenere costi di trasporto e spesso anche spese per l’alloggio, in spregio a qualsiasi condizione di equità e giustizia rispetto agli abitanti delle altre regioni d’Italia: è anche questo un effetto perverso della condizione di insularità. Condizione – conclude Roberto Frongia – che si riflette in maniera ancora più evidente nel gap infrastrutturale che caratterizza la nostra regione, causa di un evidente mancato sviluppo che paghiamo in termini di collegamenti interni, trasporto di persone e merci e, soprattutto, in termini di sicurezza stradale.»

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Via libera alla progettazione di interventi contro il dissesto idrogeologico in 5 Comuni con classe di rischio elevata e molto elevata sia per quanto riguarda il pericolo idraulico e sia quello da frana. La Giunta regionale, su indicazione dell’assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia, ha approvato la delibera che assegna 700mila euro come contributo destinato alle Amministrazioni locali per la predisposizione della progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico in aree perimetrate dal PAI, Piano di assetto idrogeologico. Con l’assegnazione di 700mila euro potranno essere sviluppate progettualità per circa 8 milioni di euro.

Il finanziamento è il primo atto di una nuova strategia diretta a superare le attualità criticità legate alla realizzazione di questa tipologia di opere pubbliche, caratterizzate da tempistiche talvolta superiori ai tre anni per le sole fasi di progettazione ed autorizzazione. Con la procedura avviata dall’Assessorato si potranno infatti ammettere a finanziamento le opere successivamente alla definizione del quadro progettuale e all’acquisizione di autorizzazioni, pareri e nulla-osta previsti dalle norme vigenti, accelerando notevolmente il processo di spendita delle risorse.

«Siamo impegnati a garantire la sicurezza nei territori, specie a quelli considerati più a rischio – spiega l’assessore dei Lavori pubblici  Roberto Frongia -. Nel corso del 2019 è stata effettuata una ricognizione sulle richieste pervenute da parte degli Enti locali che hanno manifestato l’esigenza di realizzare interventi di mitigazione del rischio, sia idraulico che di frana, ricadenti in aree perimetrate dal PAI. Abbiamo dato seguito a tutto l’iter approvando un programma di finanziamento per la progettazione di opere di primaria importanza. I Comuni beneficiari sono 5, individuati tra i più critici.»

La Regione ha dato il via libera al finanziamento della progettazione di interventi nel comune di Ossi (interventi urgenti di mitigazione del rischio idraulico del centro abitato); nel centro abitato di Montresta (opere di consolidamento nel Centro abitato); nel comune di Gairo (interventi di prevenzione e mitigazione – criticità SS 198); nel comune di Torpè (piano generale degli interventi); nel comune di Vallermosa (intervento di demolizione e ricostruzione di un ponte nel rio Gora Manna a margine del centro abitato).

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«Abbiamo deciso di impugnare davanti al Tar del Lazio il “Decreto invasi” con cui il Governo adotta i criteri di ripartizione delle risorse destinate al Piano nazionale degli interventi nel settore idrico per gli anni 2020-2028. Criteri approvati in Conferenza Unificata decisamente sfavorevoli per i distretti con il maggior deficit infrastrutturale, quale è la Sardegna.»

Così il presidente della Regione Christian Solinas spiega la decisione di ricorrere al Tribunale Amministrativo competente. «La Conferenza Unificata – spiega Christian Solinas -, non ha tenuto conto delle reali esigenze di approvvigionamento idrico, che nella nostra Isola sono decisamente più difficili da soddisfare rispetto a quanto accade nelle altre regioni d’Italia.»
Le risorse, infatti, sono state ripartite tenendo conto di due fattori: la “domanda di risorsa idrica” e la “domanda di infrastruttura idrica” con un peso rispettivamente del 70% e del 30%. Valori che non tengono conto delle richieste avanzate dalla Regione Sardegna e che riducono la quota di riparto per la Regione Sardegna al valore di 8,68%, con una perdita di 10 milioni circa su 60 milioni l’anno: alla Sardegna spetterebbe almeno il triplo.

«Rappresentiamo, nostro malgrado, un caso unico in Italia ma evidentemente lo Stato, distratto, non si è reso conto di questo – dice l’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia -. Dato che le risorse sono state stanziate per la lotta alla siccità, sarebbe stato sicuramente più corretto dare maggior peso al parametro, tra l’altro proposto dalla Regione Sardegna ma accantonato, che rappresenta la percentuale di risorsa prelevata dagli invasi rispetto alla risorsa totale consumata. Tale indicatore (pari a oltre il 70% per la Sardegna) evidenzia in maniera chiara la dipendenza dell’approvvigionamento idrico dagli invasi artificiali e consente di destinare le risorse in maniera più efficace e soprattutto sugli invasi con maggiore strategicità rispetto alla disponibilità della risorsa idrica. Non si può di certo trascurare – aggiunge Roberto Frongia – la criticità associata al problema dell’insularità, che determina l’impossibilità di attingere a risorse idriche provenienti da altre regioni o altri bacini idrografici. Per contro è evidente che le regioni del Nord Italia dipendono solo in minima parte dagli invasi, avendo altre fonti di approvvigionamento (fiumi, risorse dal sottosuolo).»

Mentre il Nord Italia può contare sulla quasi totalità del prelievo da acque di falda (oltre il 90%), per la Regione Sardegna, che rappresenta sicuramente il caso più critico del meridione, la dipendenza dalle acque accumulate dagli invasi è di oltre il 70%. Ciò rende strutturalmente il Nord meno esposto a crisi idriche rispetto alla Sardegna. Eppure, secondo quanto sancito dal decreto invasi, prendendo, ad esempio, come riferimento l’uso potabile, il territorio padano risulta paradossalmente avvantaggiato rispetto ad una regione con minore densità abitativa che per soddisfare l’esigenza primaria del potabile deve attingere principalmente dalle risorse trattenute dalle opere di sbarramento dei corsi d’acqua (invasi artificiali). L’indicatore “domanda risorsa idrica” ha quindi, secondo la Regione Sardegna, un peso troppo rilevante rispetto al secondo indicatore e si ispira a dati troppo generici che non individuano le reali necessità di risorsa idrica, come per esempio il numero di addetti nel settore manifatturiero che non può avere una diretta ripercussione proporzionale all’uso della risorsa idrica. Criticità oggettive che diventano ancora più evidenti e gravi se si considera il secondo indicatore “domanda infrastruttura idrica”. In realtà l’indicatore (fissato dal Governo al 30%) dovrebbe avere il maggior peso in quanto ha l’obiettivo di individuare la reale esigenza infrastrutturale e di conseguenza il maggior fabbisogno finanziario.

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Il presidente Christian Solinas e l’assessore regionale dei Lavori Pubblici, Roberto Frongia, hanno chiesto il rinvio dell’assemblea dei soci di Abbanoa, fissata per l’8 dicembre in prima convocazione e il 9 dicembre in seconda. Un mese di tempo necessario per approfondire i complessi temi all’ordine del giorno e verificare le nuove informazioni contenute nella documentazione prodotta dalla società in merito alla riorganizzazione aziendale.

Fra i punti inseriti nella convocazione, il piano di riassetto organizzativo che la società è chiamata a presentare, in riscontro alla richiesta formulata dalla Regione nel corso dell’assemblea del 25 settembre, quindi le valutazioni dei soci sull’attuale governance del gestore; l’informativa dell’amministratore unico sul trasferimento delle azioni della Regione ai Comuni, in attuazione della legge regionale n. 4 del 2015.

A questi punti chiave si aggiunge la necessità di capire gli effetti della sentenza della Corte d’appello di Cagliari, sezione di Sassari, che ha condannato la società a un risarcimento di 5,2 milioni nei confronti del Consorzio industriale provinciale di Sassari, già consorzio ASI, e la necessità di avere dei chiarimenti sulle lettere inviate da Abbanoa per interrompere la prescrizione sulle fatture scadute.

L’assemblea è ritenuta dagli stessi esponenti della Giunta come “un’irrinunciabile occasione di confronto, valutazione e decisione”.

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«Siamo impegnati, costantemente e a tutti i livelli, per garantire l’accelerazione dei cantieri e la ripresa dei lavori nelle strade. Lunedì partono a tutti gli effetti i lavori di realizzazione sulla 195 nel tratto Cagliari-Pula, un’opera che considero strategica sia sul fronte della sicurezza e sia sul fronte dei collegamenti del Sud Sardegna. Sono invece in corso i lavori sul ponte della Scaffa, sempre in ingresso verso Cagliari e proprio in queste ore ho chiesto ad Anas un aumento delle squadre in maniera tale da accelerare quanto più possibile i lavori. L’obiettivo in questo caso, rispettando lo stop dal 20 dicembre al 7 gennaio, è di chiudere il cantiere prima del termine previsto, ovvero la fine di febbraio.»

Così l’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, che fa il punto anche sugli altri cantieri aperti, a cominciare dalla 131, i cui lavori «proseguono a ritmo spedito in tutti i tratti interessati dai lavori di manutenzione straordinaria».

Per quanto riguarda la 195, dopo la firma del contratto tra Anas (stazione appaltante) e la società subentrata nell’appalto dei Lotti 1 e 3 e della cosiddetta Opera Connessa Sud, ripartono i lavori. La strada, oltre a servire l’agglomerato industriale di Sarroch con evidenti riflessi sulla sicurezza stradale, è di fondamentale importanza per il collegamento di tutta la parte Sud-Ovest dell’Isola e va incontro alle esigenze relative ai flussi turistici che nella stagione estiva interessano il litorale della zona e le località più suggestive come Santa Margherita di Pula e Chia (per il completamento dell’intera opera sono stati già finanziati anche i lavori relativi al lotto 2 per 30 milioni di euro e l’Opera Connessa Nord con ulteriori 61 milioni i di euro, infrastrutture necessarie per collegare quella che sarà la nuova 195 alla strada statale 130 e alla strada statale 131).

Interlocuzioni costanti tra l’assessorato dei Lavori pubblici e l’Anas anche per quanto riguarda i lavori di manutenzione straordinaria sulla 131 «che finalmente siamo riusciti a far ripartire e per i quali abbiamo chiesto assoluta celerità – aggiunge Roberto Frongia -. È prevista per domani la fine dell’intervento nella tratta verso Cagliari dal km 19 al km 9 mentre è già stata programmata la prosecuzione del rifacimento del manto bituminoso fino al km 5. Ancora, a proposito della 131, sono in corso lavori di rifacimento del manto su tutta la larghezza nel tratto Nuraminis-Villagreca-Serrenti e sono previsti lavori di rifacimento anche nella zona di Sanluri. Anas garantisce celerità anche sulla Nuoro-Lanusei, anche questa strada interessata dal rifacimento dell’asfalto», ha concluso l’assessore.

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«Gli interventi anti alluvione finanziati dallo Stato per oltre 125 milioni di euro sono a rischio. A sei anni dalla tragica alluvione del 18 novembre 2013 la città di Olbia non è ancora stata messa in sicurezza, il piano di mitigazione ambientale è fermo, e oggi, come ci ha ricordato la Corte dei Conti, la Regione Sardegna rischia seriamente di perdere i fondi già stanziati. Se le opere non verranno appaltate entro un anno, Olbia perderà il finanziamento. Alla luce di questa grave situazione stride l’immobilismo della Regione Sardegna, in particolare dell’assessore all’Ambiente Gianni Lampis e del Presidente della Regione Christian Solinas. Il primo in qualità di assessore competente e il secondo come Commissario di governo contro il dissesto idrogeologico sulla base decreto legge 133 del 2014, anziché sollecitare il completamento di questo progetto, stanno inspiegabilmente tergiversando per quanto riguarda il rilascio della Valutazione di impatto ambientale. Sul punto anche l’interrogazione presentata in merito dal consigliere regionale Roberto Li Gioi il 13 settembre scorso è tutt’ora senza risposta. Sembrerebbe a questo punto che il governo regionale tacciato sino al 24 febbraio scorso dal sindaco Settimo Nizzi di essere “nemico”, con la nuova legislatura sia diventato fin troppo “amico”. Quello che sta accadendo sotto gli occhi di tutti è gravissimo: la Regione fa orecchie da mercante di fronte alle interrogazioni, prende tempo, avvantaggiando di fatto il piano ostruzionistico del primo cittadino di Olbia. Le opere anti alluvione tanto contestate dal sindaco Settimo Nizzi sono infatti state congelate. Ci troviamo di fronte a una situazione gravissima, da denunciare pubblicamente. L’inerzia della Regione sta mettendo gravemente a repentaglio la sicurezza dei cittadini olbiesi. Nello specifico Olbia potrebbe perdere 125 milioni e 300mila euro stanziati il 29 gennaio scorso.»

E’ la denuncia del deputato Nardo Marino, del consigliere regionale Roberto Li Gioi e dei consiglieri comunali di Olbia Roberto Ferinaio e Maria Teresa Piccinnu (M5S).

«Gli uffici dei Lavori pubblici hanno completato la progettazione, comprese le integrazioni richieste dall’assessorato all’Ambiente. Manca soltanto il giudizio di compatibilità ambientale ma soprattutto manca la volontà politica di portare a compimento un iter infinito cominciato sei anni fa subito dopo l’alluvione che mise in ginocchio il territorio gallurese. Nella maggioranza di centrodestra sulla questione qualcosa inizia a scricchiolare. Secondo quanto riportato dalla stampa, infatti, l’assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia avrebbe dichiarato che le misure anti alluvione da 125 milioni e 300 mila euro devono essere cantierate – aggiungono Nardo Marino, Roberto Li Gioi, Roberto Ferinaio e Maria Teresa Piccinnu -. Ricordiamo in proposito che sulla base dell’ordinanza regionale 245/1 del 2 marzo 2016 l’assessore ai Lavori pubblici è il soggetto attuatore dell’accordo di Programma stipulato il 4 novembre 2015 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dell’Ambiente e la Regione Sardegna per gli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico.»

«A questo punto, la volontà espressa dell’assessore Roberto Frongia rappresenterebbe una novità rispetto alla dolosa indolenza di questo governo regionale che ha avallato sinora gli intenti procrastinatori del primo cittadino di Olbia – concludono Nardo Marino, Roberto Li Gioi, Roberto Ferinaio e Maria Teresa Piccinnu – calpestando di fatto il diritto alla sicurezza di migliaia di persone che continuano a vivere nel terrore del ripetersi di un evento che ha segnato irrimediabilmente la storia della città.»