22 November, 2024
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Gli itinerari poetici come dei viaggi nella letteratura e nelle storie altre, raccontate in versi, rappresentano un cardine dell’esperienza letteraria stessa, che ha costruito una ricca tradizione nella poesia come nella narrativa. Viaggiare serve a conoscere, a conoscersi, a liberarsi da vecchi pregiudizi, a mettersi in discussione. Attraverso il viaggio ritroviamo il più profondo senso di appartenenza all’umanità. In che modo e in quali mondi ci può far viaggiare la poesia? In quali ambiti di racconto viaggio e poesia si incontrano? “Viaggi. Itinerari di versi” è il tema centrale della quindicesima edizione del Cabudanne de sos poetas, il festival di poesia, letteratura e arte curata dall’Associazione Perda Sonadora che vedrà dal 5 all’8 settembre quattro giorni di incontri con la poesia sarda, italiana e internazionale, laboratori, mostre, teatro, concerti, attività culturali e laboratoriali, e un programma molto nutrito con oltre sessanta ospiti tra gli scorci più antichi e affascinanti di Seneghe, gioiello in basalto del Montiferru. Prentza de Murone, Campo della Quercia, Putzu Arru, Piazza dei balli, Bar Su Recreu, Casa Addis e Domo de sa poesia, i luoghi centrali del paese deputati all’incontro, allo scambio e all’ascolto, ospiteranno anche quest’anno i momenti più intensi con i versi letti da alcuni dei poeti contemporanei tra i più amati, ma anche artisti, attori, musicisti, registi, studiosi e intellettuali provenienti dalla Sardegna, dall’Italia, dalla Francia, dalla Turchia, Armenia, USA, Algeria, che porteranno le proprie opere e testimonianze al pubblico del festival e alla comunità seneghese nell’incantevole borgo, tra poesia, musica, arte, mostra fotografica, cinema, installazioni, colori, sapori, tradizioni e occasioni di degustazione con i migliori prodotti tipici locali.

Tra le novità il ritorno del Teatro delle Albe di Ravenna, sodalizio con il festival dei poeti inaugurato dodici anni fa attraverso la collaborazione con Roberto Magnani, stavolta con l’attore e regista Alessandro Renda che oltre alla conduzione insieme a Giuseppina Pintus e Mariano Mastinu dell’esito de “La non-scuola del Teatro delle Albe” in apertura del festival (giovedì 5 alle 18.00 al Campo della Quercia), il laboratorio con i giovanissimi interpreti seneghesi, porterà in scena venerdì 6 settembre alle 21.30 il monologo scritto da Marco Martinelli “Rumore di acque” con le musiche di Guy Klucevsek.

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Dal 30 agosto al 3 settembre l’appuntamento è con la poesia del mondo a Seneghe, per la tredicesima edizione del Cabudanne de sos poetas. Tema portante di questa edizione: le Rivoluzioni. Tra i tanti ospiti in arrivo: Nada, Vivian Lamarque, Tugrul Tanyol, Nadia Agustoni, Fabio Franzin, Roberto Magnani e Simone Marzocchi, Raimondo Usai Ponti, Francesca Matteoni, Azzurra D’Agostino, John Vignola, Paolo Angeli, il Quartetto Antonelliano dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Alessio Lega, Bob Corn, Alessandro Fiori, e tantissimi altri.

Ritorna il Cabudanne de sos poetas, non solo il festival di poesia più importante dell’isola, ma una grande festa: viva, gioiosa, fatta di parole e silenzi, immagini, suoni, colori, sapori. Una festa della poesia, degli scrittori, degli artisti, ma anche una festa dei giovani e della popolazione di Seneghe. Si riaccende il respiro dei versi dei poeti, dal 30 agosto al 3 settembre nel piccolo ed affascinante borgo storico del Montiferru, con le sue casette di basalto, la Partza de sos Ballos, il vecchio frantoio Prentza de Murone, i bar Su Recreu e Manunza, Piazzetta Su Lare, la Piazza Santa Maria e Putzu Arru. Angoli incantevoli del paese dove ogni anno si ripete il miracolo dello stupore e della scoperta.

Tredicesima edizione, come già anticipato per le anteprime estive, sarà dedicata al tema centrale della Rivoluzioni e all’anniversario che cade quest’anno di grandi momenti di svolta nella storia europea: dalla Riforma luterana del 1517, alla Rivoluzione russa del 1917, passando attraverso la rivoluzione culturale e i movimenti per i diritti civili degli anni ’60 e ’70, fino alla rivoluzione sarda nella produzione letteraria. «Le date ricorrenti provano a connettere e a dare un senso alla vicenda complessa e tormentata della storia europea. Cabudanne de sos poetas ha affrontato negli anni precedenti temi importanti evocati dagli anniversari: da Dante e alla sua opera, agli echi poetici e culturali della Grande Guerra. Oggi il tema sono le Rivoluzioni politiche, sociali, spirituali. Può sembrare strano che la Storia riceva tanta attenzione in luoghi che sembrano esclusi dalle grandi vicende del passato. Ma ogni luogo del mondo sente la ripercussione, l’onda d’urto, più o meno forte, di ciò che accade in luoghi apparentemente lontanissimi. Questa edizione include tutti questi fili nella trama delle Rivoluzioni e cerca di leggere, ispirandosi alle opere del grande politico, filosofo, giornalista e critico letterario Antonio Gramsci, di cui quest’anno ricorre l’ottantesimo anno dalla sua morte, la storia del Novecento a partire dalla rivoluzione russa», spiega Mario Cubeddu, presidente di Perda Sonadora e quest’anno anche direttore artistico del festival.

Un programma molto nutrito che vedrà in arrivo a Seneghe una sessantina di ospiti tra poeti, scrittori, musicisti, cantautori, registi, attori, studiosi, ricercatori, filologi, esperti della lingua e della cultura sarda.

 

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Giovedì 1° settembre prende il via la dodicesima edizione del Cabudanne de sos poetas organizzato dall’associazione Perda Sonadora. Il festival di poesia più importante della Sardegna vedrà tra le strette vie, le piazze, i bar e il vecchio frantoio di Seneghe oltre trenta appuntamenti sotto la volta stellata del Montiferru, articolati dalla mattina fino a tarda notte. Poesia “A voce alta” come il titolo che contraddistingue questa edizione la cui direzione artistica è affidata stavolta a Roberto Magnani, nato e cresciuto dentro il Teatro delle Albe di Ravenna, e da nove anni regista a Seneghe della non-scuola, una pratica teatral-pedagogica centrata sul gioco del teatro e sulla forza incendiaria dell’adolescente, fondata dal regista e drammaturgo Marco Martinelli e Ermanna Montanari delle Albe. «A voce alta – spiega Roberto Magnani – vuole indicare la forza della poesia letta in pubblico quando riesce a creare quel momento colmo di grazia e silenzio, quando le orecchie si drizzano e la mente si abbandona alla musica delle parole, quando il tempo sembra fermarsi e le parole fissate sulla carta si infiammano nella voce del poeta, messaggero di forze divine antiche e misteriose.»

Non solo opere in versi, ma anche musica, reading, incontri, libri, laboratori, proiezioni, teatro, profumi e sapori della tradizione, fino a domenica 4. Oltre quaranta gli ospiti: l’arte dell’improvvisazione poetica in “limba” si confronta con i poeti e gli autori in arrivo da diverse parti d’Italia e del mondo, con gli esperti di storia e cultura della Sardegna, traduttori, scrittori, attori, cantautori, editori, musicisti, compositori, esperti di musica, di lingue straniere, filologia romanza e linguistica sarda. E ancora, la poesia incontra i giovani artisti, grafici, fumettisti, programmatori informatici, fotografi, appassionati di astronomia, chiamati a raccolta per condurre i diversi laboratori dedicati ai più piccoli ma anche agli adulti, al fresco della prima brezza di fine estate. La poesia dialoga con le tante forme d’arte e sintonizza verso un ascolto intimo dei luoghi antichi e dell’espressione di un paese e di una comunità.

Come sempre l’inaugurazione di rito è alle 19.00 nel fiabesco Campo della Grande Quercia, con l’esito del laboratorio teatrale che vede oltre cinquanta giovanissimi seneghesi impegnati da un anno nell’allestimento teatrale della riscrittura del classico di Molière “Don Giovanni Maradittu”. Dopo nove anni di conduzione del laboratorio della non-scuola che inaugura ogni anno a Seneghe la festa del Cabudanne de sos poetas, il testimone della direzione passa in questa edizione a due giovani allievi che intrapresero appena undicenni il percorso laboratoriale sotto la guida di Roberto Magnani: Mariano Mastinu e Domenico Cubeddu. «Una scelta che pone l’accento sul potere epidemico del teatro – sottolinea il direttore artistico -, di come nel percorso di semina si possa godere della felicità della crescita, e azzardare e scommettere su nuovi inizi, su nuove sempre verdi generazioni.»

Subito dopo nell’antica Via Pippia alle ore 20.00 sarà la volta dell’esito del laboratorio musicale incentrato sulla tematica della voce condotto da Simone Marzocchi, trombettista, musicista e compositore, tra i talenti della scuola sperimentale dell’Orchestra Corelli di Ravenna di cui è prima tromba. Collabora con il Teatro delle Albe, e dallo scorso anno con il Cabudanne. “Orecchie dritte” è il titolo di questa installazione vivente per le vie di Seneghe: «Musica fantastica per bambini… o per la parte bambina degli adulti».

Alle 21.00, in Piazza dei Balli, la proiezione del film-documentario “Eresia della Felicità” di Alessandro Penta, il racconto dei due laboratori  esplosivi a cielo aperto che hanno visto riuniti oltre duecento ragazzi provenienti da Seneghe e dai vari laboratori d’Italia e del mondo recitare in coro e a voce alta. Ospite il primo, nel luglio 2011, all’interno del festival “Santarcangelo 41”, diretto da Ermanna Montanari, attrice del Teatro delle Albe; il secondo, nel luglio 2015 a Milano, all’interno della  rassegna “Da vicino nessuno è normale” dell’associazione Olinda e inserito all’interno delle manifestazioni EXPO 2015, nei fossati del Castello Sforzesco, sotto la direzione di Marco Martinelli, ispirata ai versi di Vladimir Majakovskij. Una bella avventura teatrale tradotta in immagini dal regista modenese esperto di documentario narrativo e utilizzo del video in contesti sociali. Autore di diversi documentari tra i quali Vialppocrate45 con cui ha raccontato la trasformazione dell’ex ospedale Paolo Pini di Milano, ed Effetto Thioro, il primo viaggio in Senegal di una bambina nata da una coppia mista.

Alle 22.30 in Piazza di Santa Maria la tradizionale gara poetica “sa Repentina” con la poesia improvvisata seneghese di Efisio Caddeo e Remo Orrù accompagnati dal noto fisarmonicista Mario Feurra. Un appuntamento organizzato in collaborazione con il Comitato per i festeggiamenti di San Raimondo.

Alle 24.00 sempre in Piazza di Santa Maria chiusura della prima giornata con l’esplosiva miscela di blues, funky e soul in chiave acustica del chitarrista Francesco Piu, accompagnato alla batteria da Giovanni Gaias. Giovane bluesman sardo con quattro album all’attivo si è ritagliato negli ultimi anni uno spazio di rilievo nel panorama del blues nazionale ed internazionale. Ha avuto l’onore di partecipare a diversi festival prestigiosi aprendo i concerti di grandi artisti quali John Mayall, Larry Carlton e Robben Ford.

Nei giorni del festival il paese sarà animato dalle consuete coloratissime installazioni dei cartelli poetici multilingue e da alcune video-installazioni legate al concetto di identità del Cabudanne, realizzate dal giovane motiongrapher Gabriele Lo Piccolo. I laboratori, a cura della Biblioteca comunale di Seneghe, basati quest’anno su  temi diversi: Coding, condotto dal CoderDojo, un movimento aperto, libero e totalmente gratuito organizzato in centinaia di club indipendenti sparsi in tutto il mondo, il cui obiettivo è l’insegnamento della programmazione informatica ai più piccoli; Astronomia, per ragazzi e adulti condotto dall’astrofilo danese Jens Jensen Bilgrav; Fumetto, curato dal disegnatore Sandru Dessì; Storie Piccine Picciò, appuntamento quotidiano di letture ad alta voce per i più piccoli. E, infine, fotografia, con la Summer School realizzata da Perda Sonadora in collaborazione con Osservatorio Fotografico, per promuovere l’attività di ricerca, di formazione e di rappresentazione dei luoghi e del paesaggio attraverso la fotografia. Docenti: Joachim Brohm e Valentina Seidel, (Germania, Leipzig).