22 November, 2024
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Archiviata la sosta imposta dagli impegni della Nazionale di Roberto Mancini, il Cagliari ritorna in campo alle 15.00 alla Sardegna Arena contro la Spal di Leonardo Semplici (dirige Daniele Chiffi di Padova), per una sfida che mette in palio punti pesanti per la tranquillità in classifica. L’avversario non va sottovalutato, perché anche se finora non è stata continua, la squadra ferrarese ha dimostrato di essere capace di ottime prestazioni sul proprio campo, che ora punta a ribadire in trasferta. Rolando Maran ha qualche problema di formazione, dovendo fare a meno di Cacciatore, Deiola, Lykogiannis e Mattiello ma recupera dopo tanto tanto tempo Paolo Farago’, all’esordio stagionale. “Tutte le settimane dobbiamo dimostrare qualcosa – ha detto alla vigilia Rolando Maran – in casa come in trasferta -. Per uscirne bene abbiamo un solo modo: vincere le partite, trovare continuità di risultati. Siamo reduci da una buona striscia positiva, proseguire su questa strada avrebbe un grande significato.”

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E’ pari a 40.918,93 euro la somma raccolta da Stelle nello Sport per l’emergenza Ponte Morandi nell’ambito delle numerose iniziative ideate e realizzate tra settembre e dicembre con la collaborazione di diverse realtà sportive della Liguria. Michele Corti, direttore del progetto che valorizza lo Sport in Liguria sotto l’egida di Regione Liguria, Comune di Genova e Coni Liguria,  ha consegnato l’assegno benefico al vicesindaco di Genova Stefano Balleari, al consigliere delegato Stefano Anzalone e all’assessore allo sport della Regione Liguria, Ilaria Cavo.

«Ancora una volta Stelle nello Sport ha messo in rete il mondo sportivo con uno speciale obiettivo: raccogliere fondi in un momento di grave emergenza per la nostra città a seguito del crollo del ponte Morandi – spiega Michele Corti -. A sostegno di Genova sono attivate variegate realtà: dalle federazioni sportive e dai club nazionali, come la Juventus che ha addirittura messo a disposizione la gettonatissima maglia di Cristiano Ronaldo, a numerose ASD attive nell’organizzazione di eventi benefici. Da 20 anni promuoviamo i valori e la cultura dello sport tra i giovani e sosteniamo il mondo sportivo e diverse onlus. In questo caso abbiamo voluto, tutti insieme, scendere in campo per Genova nel Cuore.»

«E’ un risultato grandioso – commenta l’assessore allo sport della Regione Liguria Ilaria Cavo – si tratta di una somma davvero importante raccolta da Stelle nello Sport cher da 20 anni è un grande progetto di aggregazione e di trasmissione dei valori sportivi. Da sempre Stelle nello Sport abbraccia la beneficenza e in questo caso ha saputo coinvolgere grandi campioni e piccole società per un unico grande gioco di squadra. Sono orgoglioso che questi fondi vengano affidati al comune di Genova – aggiunge il vicesindaco Stefano Balleari – e vi assicuro che saranno spesi bene e per rispondere in modo concreto alle emergenze legate al crollo di Ponte Morandi. Non è facile in questo periodo reperire risorse così importanti – chiude Stefano Anzalone, consigliere delegato dello sport – e ancora una volta Stelle nello Sport si dimostra progetto vincente nel saper fare rete e sistema nel mondo sportivo ligure per dare una risposta concreta a chi nel crollo del ponte ha perso tutto.»

Lo sport aiuta a ripartire. Ecco il senso del grande appuntamento “Dallo Sport un Ponte per Genova” in scena il 29 settembre scorso al Porto  Antico con possibilità di provare numerose discipline sportive in tutto il piazzale Mandraccio grazie alla collaborazione con PGS Auxilium Genova, Ginnastica Andrea Doria, FIT Liguria, Lanterna Taekwondo, FIDAL Genova, Live Freestyle Genova, Club Sportivo Urania, Rowing Club Genovese, Fijlkam Liguria, Genovascherma, Polisportiva Scat Genova, FIDS Liguria, FPI Liguria e Rugby Tots. Di grande impatto emotivo il flashmob #GenovanelCuore dedicato alla città con la partecipazione di oltre duemila sportivi genovesi.

Tra gli altri appuntamenti grande successo per la “Notte per Genova” organizzata insieme a Friends Eventi e Spediporto, così come per “Ripartiamo”, evento promosso con Biasotti Group e BiAuto. Sono state consegnate, a fronte di donazioni, ben 1.500 magliette “Genova nel Cuore” prodotte a tempo di record da All Sport Genova mentre contributi sono arrivati da Audax Quinto, Blackwave Asd, Circolo Nautico Rapallo, Circolo Velico Santa Margherita, Daddy Camp, Fic Liguria, Podistica Valpolcevera, Quiliano Ginnastica, Pattinatori Savonesi, CSI Chiavari Pallavolo, CSI-Waterpolo Fantasy, FISR Liguria, HP Voltri Mele e Artistic Roller Team, Foltzer Nuoto e Normac Avb.

Per raggiungere un traguardo benefico ancora più significativo, Stelle nello Sport ha coinvolto anche lo sport nazionale e i grandi campioni della Serie A in una grande asta benefica patrocinata da CharityStars. Il volto copertina su www.charitystars.com/genovanelcuore è stato quello di Cristiano Ronaldo ma grande successo hanno avuto anche la maglia della Nazionale autografata dagli azzurri del CT Roberto Mancini, le divise di Callejon, Higuain, Chiesa, Papu Gomez, Belotti, Boateng, Falcinelli.

E ancora le maglie della gara speciale Spezia-Sampdoria, quelle del Genoa tra cui la 4 del capitano Criscito. Attenzione anche alle divise delle squadre professionistiche di ciclismo, tra cui quella iridata di Peter Sagan, arrivate a Genova grazie alla collaborazione dell’Us Pontedecimo. L’apprezzamento del pubblico è stato rivolto anche ai guantoni autografati di Nino Benvenuti, le maglie di Fortitudo e Virtus Bologna, Volley Modena. Il body azzurro di Antonio Rossi, la maglia di Lorenzo Sonego, vincitore dell’Aon Open Challenger di Tennis e la maglia del Valentino Fan Club autografata da Valentino Rossi.

Grande successo per l’asta dedicata ai cimeli dei Campioni partecipanti al 45° Trofeo Nico Sapio, in particolare per costumi e cuffie di Federica Pellegrini, Simona Quadarella e Gabriele Detti, e rilanci importanti per le maglie azzurre di rugby, basket, ginnastica, pallanuoto e la medaglia del centenario della Fijlkam.

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Martedì 4 dicembre 2018 (inizio ore 11.00) e mercoledì 5 (conclusione all’ora di pranzo) al Centro tecnico di Coverciano, Firenze, si terrà l’XI seminario per giornalisti sportivi “Il calcio e chi lo racconta”, organizzato dalla Federcalcio e dall’Ussi. 

Il programma prevede gli interventi degli allenatori delle nazionali maschile, Roberto Mancini, e femminile, Milena Bertolini, di Paolo Valeri (Aia), Giovanni Capuano (Radio 24), Renzo Ulivieri (presidente Aiac), Paolo Corbi (Ufficio stampa Figc), Matteo Marani (Sky Sport), Carlo Verna (presidente nazionale Ordine dei giornalisti). Inoltre, gli attori Edoardo Leo, Alessandro Gassmann, Marco Giallini, Gianmarco Tognazzi, Ilenia Pastorelli, Massimiliano Bruno presenteranno il film “Non ci resta che il crimine”

Come nelle altre edizioni il seminario è a numero chiuso, aperto a 50 giornalisti della carta stampata, delle radio, tv, siti internet ed agenzie di stampa (che dovranno essere tassativamente iscritti all’Ussi) fra quelli che saranno segnalati dai vari gruppi regionali, a ciascuno dei quali sarà garantita una quota minima di presenze. Le iscrizioni che dovessero pervenire direttamente senza transitare dai gruppi non saranno prese in considerazione. 

I costi della trasferta e dell’iscrizione sono a carico del socio Ussi. Per il seminario, la quota di partecipazione di 70,00 euro per ogni partecipante comprende il pranzo e la cena di martedì 4, il pranzo di mercoledì 5 ed il pernottamento di martedì 4 al Centro tecnico di Coverciano, nel quale saranno disponibili solo camere doppie. 

Eventuali adesioni dovranno essere comunicate a ussisardegna@tiscali.it entro lunedì 19 novembre, alle 12.00.

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Nicolò Barella.

Il Cagliari si conferma la bestia nera dell’Atalanta e con una prestazione straordinaria espugna anche quest’anno l’“Atleti Azzurri d’Italia”, superando così anche l’amarezza per la vittoria sfumata in pieno recupero nel match casalingo con il Sassuolo, sul campo ampiamente meritata.

A decidere il match questa sera è stato un grande goal di Nicolò Barella al 45′ del primo tempo, che ha festeggiato nel migliore dei modi la fresca convocazione nella Nazionale maggiore di Roberto Mancini, ma i meriti vanno equamente distribuiti in tutta la squadra che ha fornito una prestazione veramente super, lontanissima da quella opaca della prima trasferta, persa due settimane fa sul campo della neopromossa Empoli.

Il Cagliari ha controllato la partita dall’inizio alla fine, Alessio Cragno (anche lui fresco di convocazione in Nazionale) non è stato mai impegnato seriamente, con uno schieramento solido e compatto come aveva chiesto Rolando Maran alla vigilia. Ha funzionato praticamente tutto, dal pressing alto attuato per impedire l’impostazione ai centrocampisti bergamaschi, alla precisione nei disimpegni.

L’Atalanta probabilmente ha pagato il contraccolpo psicologico per l’inattesa mancata qualificazione alla fase a gironi dell’Europa League, ma sarebbe sbagliato attribuire ai demeriti dell’Atalanta il successo rossoblu, perché la stessa Atalanta, peraltro abbondantemente imbottita di seconde linee, la scorsa settimana ha fatto tremare la Roma all’Olimpico, dove è stata raggiunta nella ripresa, dopo aver chiuso il primo tempo avanti di due goal, sul 3 a 1.

I tre punti odierni consentono al Cagliari di affrontare la pausa per gli impegni della Nazionale con una classifica molto positiva, 4 punti, ancora più importanti se si tiene conto che la squadra ha giocato due volte in trasferta ed una sola volta alla Sardegna Arena, dove dopo la sosta arriverà il Milan di Rino Gattuso, fresco della brillante vittoria sulla Roma. Rolando Maran avrà a disposizione anche Joao Pedro, che terminerà di scontare la squalifica il 16 settembre. Non è difficile prevedere il tutto esaurito.

«Per venire qui a fare risultato bisogna giocare la partita perfetta perché l’Atalanta crea tantissimo e lo dimostra il cammino dei bergamaschi negli ultimi due anni – ha commentato a fine match Rolando Maran -. La vittoria è frutto di tante peculiarità che abbiamo messo in campo: equilibrio, sacrificio, ordine, personalità, coraggio, partecipazione ma anche qualità nelle giocate e crescita attraverso il gioco. Non abbiamo rischiato quasi niente, dal primo all’ultimo minuto ci sono state continuità e compattezza: così aumentano le possibilità di fare risultato. Sono contento per i ragazzi che hanno lavorato nel modo migliore questa settimana e per i nostri tifosi che vivono la squadra con tanta passione.»

“Credo che se i nostri avversari hanno creato poco è molto merito del Cagliari – ha aggiunto Rolando Maran -. L’Atalanta è una squadra fisica e costruisce la superiorità numerica; non so come stesse oggi, ma siamo stati bravi a tenere i ritmi alti, a pressare sul portatore di palla e a ripartire: questo ha messo in difficoltà i nerazzurri. La squadra ha fatto la prestazione con una gran voglia di portare a casa la partita, non semplicemente di fare risultato. Quando si va in campo con questa determinazione, poi arrivano i punti. Ci siamo ripresi quel che avevamo perso domenica scorsa.»

Il tecnico rossoblu, infine, ha commentato la convocazione in Nazionale di Nicolò Barella ed Alessio Cragno.
«Sono felicissimo per Barella, Cragno e per tutti noi, è una grande soddisfazione vedere due nostri giocatori in Azzurro. Si sono meritati questa convocazione col lavoro di questi anni: la chiamata è il coronamento di questa nostra bella serata.»

 

 

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E’ un Cagliari sereno e fiducioso quello che questa sera scenderà in campo all'”Atleti Azzurri d’Italia” di Bergamo, contro l’Atalanta di Giampiero Gasperini, per la terza giornata d’andata del campionato. Il bilancio delle prime due giornate è stato modesto in termini di punti, ma la prestazione fornita la scorsa settimana alla Sardegna Arena contro il Sassuolo, non coronata dai primi 3 punti stagionali solo per un calci di rigore maturato al 7° minuto di recupero, ha mostrato una squadra in buona salute. E in casa rossoblu al clima di fiducia si è aggiunta la soddisfazione per la doppia convocazione in Nazionale di Nicolò Barella ed Alessio Cragno, ufficializzata ieri dal CT Roberto Mancini.

Anche l’Atalanta arriva all’impegno odierno in buone condizioni di forma, come è emerso nelle prime due giornate, con la netta vittoria sul Frosinone (4 a 0) e il pareggio di Roma (3 a 3), ma ha un grande desiderio di riscatto dopo l’amara esclusione dalla fase a gironi dell’Europa League, maturata giovedì sera a Copenaghen ai calci di rigore, dopo due pareggi senza goal.

La tradizione recente è favorevole al Cagliari che nelle ultime quattro partite di campionato giocate contro la squadra di Giampiero Gasperini ne ha vinto tre. Per uscire imbattuto dal confronto odierno, il Cagliari dovrà ripetere la partita dell’anno scorso, vinta con pieno merito.

Rolando Maran ha due soli indisponibili, Joao Pedro e Luca Ceppitelli e, conseguentemente, potrà scegliere in una rosa ampia.

Dirigerà l’incontro Fabio Maresca di Napoli, assistenti di linea Rodolfo Di Vuolo di Castellammare di Stabia e Tarcisio Villa di Rimini, IV ufficiale Marco Serra di Torino, V.A.R. Federico La Penna di Roma 1, A.V.A.R. Alberto Tegoni di Milano.

 

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Un diciannovenne Roberto Mancini ha appena concluso una minitournée azzurra di due partite, il rientro è previsto per il pomeriggio del giorno dopo. I “grandi” della squadra, i campioni del mondo di due anni prima, gli propongono un giro nella Manhattan “by night”. Per i più giovani ci sarebbe il divieto, ma Enzo Bearzot si è già ritirato, e la tentazione è irresistibile. Mancini fa le cinque di mattina con Tardelli allo Studio 54. Quando rientra in hotel, ormai alle sei, trova il ct ad aspettarlo in sala colazione. «Subisco in silenzio il peggior cazziatone della mia vita. Me ne dice di tutti i colori, che non ha dormito per la preoccupazione, che mi sono comportato come un somaro, che non mi chiamerà mai più in Nazionale, nemmeno se segnerò 40 gol a campionato».

Oggi che nei panni che furono del grande Bearzot c’è lui, è Roberto Mancini a raccontare l’aneddoto a Paolo Condò, nell’intervista di copertina del numero di luglio-agosto di GQ, in edicola dal 12 giugno. Epilogo compreso: «Anni dopo, quando s’era ormai ritirato, incontrai Bearzot. Non feci in tempo a chiedergli nulla, fu lui ad assalirmi. “Perché non mi hai chiamato per scusarti?”. Rimasi di sale. Non l’avevo fatto perché mi vergognavo troppo del mio comportamento, ed ero certo che lui fosse ancora furioso con me. Bearzot si mise le mani nei pochi capelli che gli restavano. “Io aspettavo soltanto la tua telefonata per richiamarti in Nazionale. Ma senza le scuse non potevo fare niente, e così ti sei perso il Mondiale del 1986”. Volevo morire».

Fu sempre l’orgoglio, spiega nell’intervista a GQ, a costargli il Mondiale del 1990. «In un ambiente come quello della Nazionale occorre parlarsi molto, perché le rabbie e le amarezze latenti ci sono sempre. Io non sono riuscito a emergere in azzurro, e sì che il talento non mi mancava, perché non ho mai avuto l’opportunità di giocare le cinque partite di fila che mi servivano per “entrare” nel motore della squadra. Una gara modesta, e Vicini la volta dopo mi lasciava in panchina. Io mi arrabbiavo, e sbagliavo, perché in Nazionale devi alzare il tuo livello di gioco. I compagni sono tutti forti, ragazzi selezionati, visti e rivisti, sicuri. Non puoi pretendere strada libera per sei mesi – cinque partite implicano più o meno questo tempo – a prescindere da quanto mostri in campo. All’epoca lo sognavo, ed ero un ingenuo».

Persino più amaro – anche perché era la sua ultima occasione al Mondiale – il ricordo del 1994. Arrigo Sacchi era stato chiaro con lui: «Per me tu sei la riserva di Baggio». Mancini, masticando amaro, aveva detto sì. Ma in un’amichevole primaverile di preparazione con la Germania, con Baggio appunto assente, Sacchi gli lasciò giocare solo il primo tempo e poi, vista la giornata così così, lo rimise in panchina. Facendolo sentire tradito. All’arrivo notturno a Malpensa, lo sfogo: «Mister, lei non è stato ai patti. Non mi chiami più, ho chiuso con la Nazionale». Reazione che il nuovo ct della Nazionale oggi descrive come «una cretinata enorme. Tra l’altro in quel Mondiale, tra gli infortuni, le squalifiche e il grande caldo, avrei sicuramente giocato moltissimo. Bearzot non mi chiamò nel 1986 perché non chiesi scusa, Sacchi mi lasciò fuori nel 1994 perché non tornai sulla decisione di autoescludermi, nel 1990 Vicini mi convocò ma senza mai schierarmi. Risultato: non ho giocato un minuto di un Mondiale, e la trovo un’assurdità anche se in buona parte la colpa è mia. Ora penso a qualificarmi per l’Europeo e poi a disputarlo alla grande, io gioco sempre per vincere. Ma confesso che l’idea del Mondiale, visti i precedenti, già mi frulla in testa».

Tra i giocatori su cui pensa di costruire la riscossa c’è Federico Chiesa, figlio di quell’Enrico che all’epoca, facendo alzare il sopracciglio a colleghi come Vialli e Montella, definì il migliore dei suoi partner: «Ogni tanto mi fermo a osservarlo, perché con lui viaggio nel tempo. Federico è identico a Enrico, le stesse finte, la stessa accelerazione, un tiro molto simile. Quest’anno ha segnato poco in relazione alle potenzialità, ma è il classico talento che può esplodere in qualsiasi momento anche dal punto di vista realizzativo. Io me lo aspetto».

E poi c’è, ovviamente, il tanto discusso Mario Balotelli. «Provo affetto per lui, è ovvio, ma il suo ritorno in azzurro ha motivazioni esclusivamente calcistiche», spiega Roberto Mancini a GQ. «Mario ha soltanto 28 anni, e quindi fa ancora in tempo a prendersi tutte le soddisfazioni che desidera perché al suo background fisico e tecnico ha aggiunto l’esperienza. Insomma, è cresciuto in tutti i sensi. Considerato che la Nazionale è destinata a perdere – subito o nel giro di un paio d’anni – lo zoccolo duro che ci ha tenuto a galla fino al flop con la Svezia, ho bisogno di nuovi leader. Mario ha l’età e la credibilità tecnica per farlo, e per fortuna non è l’unico».

E’ stata ancora una volta una grande “maratona benefica”. L’Asta delle Stelle nello Sport, scattata ai primi di febbraio, si chiuderà il prossimo 2 giugno con cimeli straordinari su ebay per raccogliere fondi a favore dell’Associazione Gigi Ghirotti del prof. Franco Henriquet che assiste i malati terminali e di Sla in hospice e a domicilio. «Fondi che utilizzeremo per allestire due posti letto presso Villa Crovetto a Bogliassco per ricevere malati di SLA», ha spiegato Henriquet sul palco del recente Galà delle Stelle nello Sport.

Sono disponibili in questa ultima settimana ben nove maglie ufficiali del Genoa, al termine di una stagione esaltante, tra cui spiccano quelle di Lestienne e Izzo. Cinque sono le casacche ufficiali della Sampdoria a disposizione, tra cui vale la pena un’offerta super per quelle di Romero e Obiang. Tanti cimeli arrivano dal mondo del tennis con, tra gli altri, la maglia di Seppi, il vestito di Karine Knapp e l’autobiografia con dedica e autografo di John Mc Enroe. E ancora, da non perdere, la maglia azzurra di Luke Mc Lean (rugby), di Sara Cardin (karate) e Nadia Centoni (volley), le maglie del calcio di Aquilani (Fiorentina), dei neopromossi Mbakogu e Gabriel (Carpi) e di Roberto Mancini (ai tempi del Galatasaray). E non è l’unico cimelio “vintage”: ci sono anche la maglia Genoa 2011 di Alessio Scarpi e quella della Carige Volley del 2012.

Un rush finale davvero prestigioso, che chiude una corsa a cui hanno partecipato “stelle” di prima grandezza quali Tevez, Marchisio, Moretti, Perotti, Eto’o, Valentino Rossi, Valeria Straneo, Andrea Fondelli, Valentina Arrighetti, Clemente Russo e tanti altri ancora. Quattro mesi. Una maratona benefica da record. Oltre 70 Stelle nello Sport che hanno “giocato” a favore della Gigi Ghirotti Onlus. Patrocinata da Coni ed Ussi, l’Asta delle Stelle è una delle storiche attività del progetto Stelle nello Sport, supportato nella sua sedicesima edizione da Spazio Genova, Bayer, Erg, Villa Montallegro, Due Energie, Banca Carige, Cambiaso Risso, Ansaldo Energia, Ignazio Messina & Co. e Msc.

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