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Il 30 novembre scorso è giunta in Italia l’accettazione di richiesta del brevetto sul processo per la produzione di materiali e beni su Marte, indispensabili al sostentamento di missioni umane. Un momento speciale per gli studiosi del dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali dell’Università di Cagliari. Guidati dal professor Giacomo Cao i ricercatori, con in prima fila Roberto Orrù e Roberta Licheri, in cooperazione con il Crs4 e l’Asi (Agenzia spaziale italiana) hanno presentato domanda all’Ufficio brevetti degli Stati Uniti il 24 luglio 2012. La data di accettazione del massimo organo statunitense del settore, è del marzo scorso
La firma di Michelle K. Lee, direttore dell’Uspto (United States Patents and Trademark Office) sigla la concessione del brevetto internazionale “for a new and useful invention”. In allegato alla risposta, la documentazione presentata dagli studiosi cagliaritani su “Process for the production of useful materials for sustaining manned space missions on Mars through in-situ resources utilization”. Ovvero, l’impiego di materiali del pianeta rosso per produrre beni utili alle missioni umane. La risposta di concessione del brevetto (con tanto di bollo, stemma degli Stati Uniti e ceralacca) ha per destinatari gli “inventors” Giacomo Cao, Alessandro Concas, Gianluca Corrias, Roberta Licheri, Roberto Orrù e Massimo Pisu (originari di Cagliari, Ardauli e Quartu) e l’Università di Cagliari, l’Asi e il Crs4. Di fatto, una tutela assoluta sulla proprietà intellettuale che esalta la reputazione internazionale dei ricercatori dell’ateneo, e in particolare gli studi maturati nei laboratori di piazza d’Armi, oltre ai partner coinvolti nel progetto.
«Siamo particolarmente soddisfatti per il brevetto accordato dagli Stati Uniti al nostro lavoro. Tenendo conto – spiega il professor Cao – delle intenzioni rimarcate anche di recente dalla Nasa di progettare per il 2030 lo sbarco su Marte, ci proiettiamo con buoni auspici in un percorso scientifico dagli sviluppi straordinari.»
Una dinamica ad alto valore aggiunto che esalta le competenze dell’Università. «Sono certo che – aggiunge il presidente del Dass – visti i contatti pregressi con l’ente spaziale americano, le ricadute per il nostro Distretto possano essere davvero interessanti. E mi riferisco a opzioni di ricerca, posti di lavoro, visibilità e chance internazionali per la nostra regione e i nostri partner».