21 November, 2024
HomePosts Tagged "Roberto Pili" (Page 4)

[bing_translator]

Scelte nutrizionali delle popolazioni del bacino mediterraneo, salute e promozione del viver bene. E ancora, confronto tra dieta sardo-mediterranea e tradizioni alimentari delle isole Baleari e di alcune zone della Spagna accomunate nella loro sobrietà alimentare dal piatto unico la Panada.

Questi e altri ancora sono i temi al centro del dibattito transdisciplinare con ricercatori e addetti ai lavori nel campo della promozione del benessere di Sardegna, Spagna ed Isole Baleari dal titolo “Strategie Nutrizionali dei Popoli del Mediterraneo- Focus sui Piatti unici e salute – La Panada” in programma sabato 21 aprile 2018, dalle ore 9,30, nella sala conferenze dell’agriturismo “Is Scalas” di Assemini.

Il convegno internazionale è organizzato dalla Comunità Mondiale della Longevità, da Medicina Sociale, dalla Fondazione di Sardegna, dall’Osservatorio Internazionale sulla Longevità e l’invecchiamento attivo, dall’Associazione “Sa Mata” di Assemini e dall’Associazione “Città di Assemini”.

L’appuntamento, terza conferenza internazionale su queste tematiche, si inserisce nell’ambito delle iniziative svolte dalla Comunità Mondiale della Longevità che dal 2010 studia il legame tra invecchiamento attivo, benessere ed alimentazione. Inoltre raccoglie l’eredità e l’esperienza di tre precedenti meeting “Cent’annus papendi panadas” (2016 Assemini), “La via della Panada” (2016 Cuglieri) e “Panada di Sardegna” (2017 Oschiri) aggiungendo un ulteriore tassello alla ricerca sulla promozione del benessere.

I lavori si apriranno con una una relazione del Presidente della Comunità Mondiale della Longevità Roberto Pili sulla metodologia nutrizionale dei piatti unici della dieta mediterranea in rapporto con la promozione della salute , il benessere e la longevità.

«L’equilibrato connubio nutrizionale dei piatti unici della Dieta Mediterranea , come la Panada – afferma Roberto Pili – è capace di riunire in un’unica portata, i principali macro e micronutrienti necessari per una corretta alimentazione. Questo di fatto ha contribuito al successo antropologico dei popoli mediterranei e posto la Sardegna ai vertici della centenarietà mondiale.»

A seguire il Presidente dell’Associazione “Sa Mata”, Veronica Matta, illustrerà i risultati della sua inchiesta antropologica “Panada on the road, viaggio antropologico sul gioiello della dieta sardo-mediterranea” nella quale sono descritti punti di contatto e le affinità tra Sa Panada, il tipico piatto unico della dieta sardo-mediterranea e specialità simili presenti nella tradizione spagnola e nelle isole Baleari.

«La Sardegna e le isole Baleari hanno più similitudini di quanto crediamo, entrambe sono al centro dei traffici e della storia del Mediterraneo – dichiara Veronica Matta – la cultura tecnica-alimentare mediterranea è il frutto di influenze e contaminazioni derivati da scambi commerciali e culturali da parte di quelle popolazioni che si sono avvicendate, navigando in tutto il bacino del Mar Mediterraneo. Non è proprio remota la probabilità che Sa Panada sia nata da un’integrazione e resistenza con gli invasori, per poi diffondersi e resistere.»

Al tavolo dei lavori, moderati dal giornalista Gianni Filippini e da Veronica Matta, si alterneranno quindi alcuni ospiti dalla Spagna e dalle Isole Baleari: Francisco Salleras Juan, fondatore e presidente “Caballeros y Damas de Honor de Santa Maria de la Panada”, Mario Alonso Aguado, direttore de La Merced. Membro della Reale Accademia di Belle Arti e Scienze Storiche di Toledo, Pep Pelfort, direttore Centre d’Estudis Gastronòmics Menorca, Bep Allès, direttore “El Iris” e presidente dell’associazione dei giornalisti e scrittori gastronomici delle Isole Baleari, Bartlomeu Arbona, maestro e scrittore. Questi ospiti stranieri racconteranno esperienze ispaniche nelle quali la propria tradizione alimentare si intreccia con spiritualità ed identità.

Sarà poi la volta degli ospiti sardi, tra cui Maria Carmela Deidda, presidente della Associazione “Città di Assemini” e vice presidente del Centro Internazionale di Etnostudi, di Mauro Perra, archeologo e direttore del Museo Archeologico di Villanofranca.

«La ricchezza di questo piatto, la diversità tra le varie panade e la loro costante presenza nel contesto sociale delle comunità – dichiara Maria Carmela Deidda – costituiscono la grande ricchezza di questo antico alimento dalle origini sconosciute. Tra le tradizioni che identificano un popolo sicuramente c’è il grande patrimonio gastronomico. La panada si apre al confronto internazionale diventandone un soggetto primario.»

Chiuderà la serie degli interventi la relazione di Andrea Loviselli, docente di Endocrinologia all’Università di Cagliari che riprenderà il tema delle qualità nutrizionali e proprietà della dieta sardo mediterranea nella prevenzione delle patologie età-correlate e le cosiddette patologie non trasmissibili.

Dopo i lavori della mattina, sempre presso l’Agriturismo Is Scalas, si terrà a partire dalle ore 15.30, il grande concorso “La Panada d’oro”, organizzato da Sa Mata, Centro Etnostudi, Osservatorio Mondiale della longevità e Gruppo Folk Città di Assemini, Gurulis Nova e la Casa della Panada che unirà gruppi di bambini di Assemini, Cuglieri e Oschiri in un confronto culturale e culinario nell’antica arte della panada. Seguirà lo show cooking coi maestri ed artigiani provenienti dalla Sardegna e dalle Isole Baleari al termine del quale si potranno degustare le attese ed appetitose panadas/panades.

 

[bing_translator]

Scelte nutrizionali delle popolazioni del bacino mediterraneo, salute e promozione del viver bene. E ancora, confronto tra dieta sardo-mediterranea e tradizioni alimentari delle isole Baleari e di alcune zone della Spagna accomunate nella loro sobrietà alimentare dal piatto unico la “Panada”.

Questi ed altri ancora sono i temi al centro del dibattito transdisciplinare con ricercatori e addetti ai lavori nel campo della promozione del benessere di Sardegna, Spagna ed Isole Baleari dal titolo “Strategie Nutrizionali dei Popoli del Mediterraneo- Focus sui Piatti unici e salute – La Panada” in programma sabato 21 aprile 2018, dalle ore 9,30, nella sala conferenze dell’agriturismo “Is Scalas” di Assemini.

Il Convegno Internazionale è organizzato dalla Comunità mondiale della longevità, da Medicina sociale, dalla Fondazione di Sardegna, dall’Osservatorio internazionale sulla longevità e l’invecchiamento attivo, dall’ Associazione “Sa Mata” di Assemini e dall’Associazione “Città di Assemini”.

L’appuntamento, terza conferenza internazionale su queste tematiche, si inserisce nell’ambito delle iniziative svolte dalla Comunità mondiale della longevità che dal 2010 studia il legame tra invecchiamento attivo, benessere ed alimentazione. Inoltre raccoglie l’eredità e l’esperienza di tre precedenti meeting “Cent’annus papendi panadas” (2016 Assemini), “La via della Panada” (2016 Cuglieri) e “Panada di Sardegna” (2017 Oschiri) aggiungendo un ulteriore tassello alla ricerca sulla promozione del benessere.

I lavori si apriranno con una una relazione del presidente della Comunità Mondiale della Longevità Roberto Pili sulla metodologia nutrizionale dei piatti unici della dieta mediterranea in rapporto con la promozione della salute , il benessere e la longevità.

«L’equilibrato connubio nutrizionale dei piatti unici della Dieta Mediterranea , come la Panada – afferma Roberto Pili – è capace di riunire in un’unica portata, i principali macro e micronutrienti necessari per una corretta alimentazione. Questo di fatto ha contribuito al successo antropologico dei popoli mediterranei e posto la Sardegna ai vertici della centenarietà mondiale.»

A seguire il presidente dell’associazione “Sa Mata”, Veronica Matta, illustrerà i risultati della sua inchiesta antropologica “Panada on the road, viaggio antropologico sul gioiello della dieta sardo-mediterranea” nella quale sono descritti punti di contatto e le affinità tra Sa Panada, il tipico piatto unico della dieta sardo-mediterranea e specialità simili presenti nella tradizione spagnola e nelle isole Baleari.

«La Sardegna e le isole Baleari hanno più similitudini di quanto crediamo, entrambe sono al centro dei traffici e della storia del Mediterraneo – dichiara Veronica Matta – la cultura tecnica-alimentare mediterranea è il frutto di influenze e contaminazioni derivati da scambi commerciali e culturali da parte di quelle popolazioni che si sono avvicendate, navigando in tutto il bacino del Mar Mediterraneo. Non è proprio remota la probabilità che Sa Panada sia nata da un’integrazione e resistenza con gli invasori, per poi diffondersi e resistere.»

Al tavolo dei lavori, moderati dal giornalista Gianni Filippini e da Veronica Matta, si alterneranno quindi alcuni ospiti dalla Spagna e dalle Isole Baleari: Francisco Salleras Juan, fondatore e Presidente “Caballeros y Damas de Honor de Santa Maria de la Panada”, Mario Alonso Aguado, Direttore de La Merced. Membro della Reale Accademia di Belle Arti e Scienze Storiche di Toledo, Pep Pelfort, Direttore Centre d’Estudis Gastronòmics Menorca, Bep Allès, Direttore “El Iris” e Presidente dell’associazione dei giornalisti e scrittori gastronomici delle Isole Baleari, Bartlomeu Arbona, maestro e scrittore. Questi ospiti stranieri racconteranno esperienze ispaniche nelle quali la propria tradizione alimentare si intreccia con spiritualità ed identità.

Sarà poi la volta degli ospiti sardi, tra cui Maria Carmela Deidda, presidente dell’associazione “Città di Assemini” e vice presidente del Centro internazionale di Etnostudi , di Mauro Perra, archeologo e Direttore del Museo archeologico di Villanofranca.

«La ricchezza di questo piatto, la diversità tra le varie panade e la loro costante presenza nel contesto sociale delle comunità – dichiara Maria Carmela Deidda – costituiscono la grande ricchezza di questo antico alimento dalle origini sconosciute. Tra le tradizioni che identificano un popolo sicuramente c’è il grande patrimonio gastronomico. La panada si apre al confronto internazionale diventandone un soggetto primario.»

Chiuderà la serie degli interventi la relazione di Andrea Loviselli, docente di Endocrinologia all’Università di Cagliari che riprenderà il tema delle qualità nutrizionali e proprietà della dieta sardo mediterranea nella prevenzione delle patologie età-correlate e le cosiddette patologie non trasmissibili.

Dopo i lavori della mattina sempre presso l’Agriturismo Is Scalas, si terrà a partire dalle ore 15:30, il grande Concorso “La Panada d’oro”, organizzato da Sa Mata, Centro Etnostudi, Osservatorio Mondiale della longevità e Gruppo Folk Città di Assemini, Gurulis Nova e la Casa della Panada che unirà gruppi di bambini di Assemini, Cuglieri e Oschiri in un confronto culturale e culinario nell’antica arte della panada. Seguirà lo show cooking coi maestri e artigiani provenienti dalla Sardegna e dalle Isole Baleari al termine del quale si potranno degustare le attese e appetitose panadas/panades.

[bing_translator]

La Casa Campidanese, percorso salutistico di vita attiva frutto del progetto dei ricercatori della Comunità Mondiale della Longevità grazie a un protocollo di collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Motorie dell’ateneo cagliaritano ed il team scientifico della Comunità Mondiale della Longevità Pili – Piria – Argiolas – Petretto dà vita al corso di Pratica Motoria Funzionale – Occupazionale.

«Obiettivo del corso – sottolinea Roberto Pili presidente della Comunità Mondiale della Longevità – è quello di fornire allo studente le conoscenze teoriche e tecnico – operative dell’attività motoria di base per il mantenimento dell’autonomia della persona anziana, attraverso anche l’attività del quotidiano domiciliare. Tenuto conto che gli anziani trascorrono il 90% del tempo in casa propria. Il corso che potrà avvalersi dei risultati del progetto Casa Campidanese, illustrati nel libro dal titolo omonimo, andrà inoltre ad arricchire il curriculum formativo dei laureati in Scienze Motorie di Cagliari.»

I futuri esperti in Pratica Motoria Funzionale – Occupazionale avranno il compito di insegnare ad essere longevi in salute a costo e km 0, valorizzando il comportamento motorio e l’attività fisica degli anziani al proprio domicilio. Dovranno favorirne l’espressione ed il miglioramento dello stato di salute fisico e psichico utile alla prevenzione delle malattie cronico-degenerative, compresa la piaga delle cadute domestiche. Se si considera l’elevata frequenza con cui questi fatti si verificano negli anziani e, soprattutto, come una semplice caduta possa alterare un precario equilibrio e portare alla perdita della autonomia personale, si comprende come il problema sia di grande importanza per mantenere un soddisfacente stato di salute, inteso come condizione di benessere fisico, psichico e sociale. Inattività e sedentarismo nella popolazione anziana rappresentano i fattori che più  contribuiscono alle epidemie croniche dei paesi avanzati e che solo in Italia costano all’erario tra assistenza medica e sociale cifre che sfiorano i 150 miliardi di euro.

«Il modello di intervento proposto agli studenti di scienze motorie – afferma Andrea Loviselli, coordinatore del Corso di Laurea in Scienze Motorie e direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport – permetterà loro di applicare questo approccio in realtà meno ricche rispetto a quelle che si trovano in città con la facilità del “porta a porta”. La dinamica dell’apprendimento è favorita dallo stesso ambiente familiare che circonda il soggetto da trattare. Altre realtà possono intimidire il soggetto da trattare e ridurrel’efficacia dal punto di vista della salute mentale.»

Le materie e gli argomenti delle lezioni comprenderanno: Efficienza fisica e salute. Psicopedagogia dell’attività motoria. La prevenzione antisenile. Salute e qualità della vita. Valutazione del livello funzionale. Test di valutazione delle capacità motorie e di attività fisica negli adulti. Identità ed immagine corporea. Didattica e tecnica delle esercitazioni – a corpo libero, con l’uso di piccoli, grandi attrezzi codificati e di fortuna tipo quelli utilizzati in ambito domestico.

[bing_translator]

Dopo essere stato presentato in più occasioni nel corso dello scorso anno, ora il libro dal titolo “Casa Campidanese – Luogo elettivo per l’invecchiamento attivo in Sardegna” approda davanti al grande pubblico televisivo del programma culturale di Rai 3 Geo & Geo.

Per l’occasione della puntata in onda lunedì 15 gennaio 2018, i conduttori del programma televisivo Sveva Sagramola e Emanuele Biggi hanno invitato presso gli studi Rai di Roma Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità.

Nel corso del programma Roberto Pili illustrerà il contenuto del libro scritto a sei mani con Ignazio Argiolas (docente del Centro Federale di Firenze Coverciano) e Mauro Piria (segretario regionale e consigliere nazionale della Società Scientifica Italiana di Medicina e Fisica Riabilitativa SIMFER).

Nel volume, dedicato al sardo Valerio Piroddi scomparso nel 2017 all’età di 112 anni, gli autori sintetizzano alcune loro esperienze professionali e di ricerca sul tema del rapporto tra benessere, invecchiamento e attività fisica. Nel testo si riassume un vero e proprio progetto di salute che rientra tra gli impegni della Comunità Mondiale della Longevità. Si tratta, a tutti gli effetti, di un cambiamento concreto dello stile di vita di un gruppo di anziani sardi, altrimenti votati all’iposedentarismo.

«Il percorso salutistico praticato nella Casa Campidanese, la Domus Sarda per eccellenza dove è andata maturando nei secoli l’originale Arte di Vivere  a Lungo e in Salute che ha fatto dei Sardi uno dei popoli più longevi al mondo – sottolinea Roberto Pili – ha  l’ambizione di indicare un modello di estetica della vita attiva capace di contrastare l’invecchiamento patologico e presentare l’anziano come risorsa.»

[bing_translator]

Prosegue la collaborazione tra la Comunità Mondiale della Longevità e la Repubblica di Bielorussia sul tema della longevità e dell’invecchiamento attivo.

Se i precedenti incontri e giornate di studi hanno avuto come temi del confronto le analisi di dati scientifici e le rispettive ricerche mediche, il seminario di questa sera, alle ore 19,30, nella sala del Centro IFAL, in via Sulis 34, ad Assemini, è interamente incentrato su analogie e differenze della Dieta Sardo Mediteraanea e Dieta Bielorussa e l’importanza nel mantenere un organismo in salute e proteggere dalle malattie correlate all’età.

All’appuntamento promosso dall’Associazione Medicina Sociale e dal Centro Internazionale di Ricerca Nutraceutica di Assemini intervengono Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità, il presidente dell’Ifal Patrizio Saba, Aliaksandr Chykileuki capo dell’Associazione Professionale Nazionale Bielorussa degli chef ed il console Bielorusso in Sardegna Giuseppe Carboni.

Al termine dei lavori  introdotti e coordinati da Roberto Pili, seguirà un Cooking food con il confronto tra alcune delle più importanti specialità gastronomiche Bielorusse preparate dallo chef Aliaksandr Chykileuki e diversi piatti della cucina tradizionale sarda. Alla preparazione delle pietanze avranno modo di partecipare 15 giovani aspiranti cuoco della scuola.di formazione Ifal.

[bing_translator]

 

Sabato 18 novembre nuovi appuntamenti con “SulciScienza”, l’evento organizzato dall’Associazione S’Ischiglia con il patrocinio e il contributo economico del comune di Carbonia.

Nella giornata di domani, oltre ai consueti incontri destinati agli studenti, sono previste le seguenti conferenze:

1. Dalle 16.30 alle 17.30 “Ultimi, recenti sviluppi del Progetto ARIA”, a cura di Alberto Devoto. Il dibattito si svolgerà nella Sezione di Storia Locale della Grande Miniera di Serbariu e sarà moderato da Sandro Mantega;

2. Dalle 17.30 alle 19.00 appuntamento con “La promozione del benessere e dell’invecchiamento sano ed attivo”, curato da Donatella Petretto e Roberto Pili, sempre nella location della Sezione di Storia Locale;

3. Ore 20.30: nella sala Astarte si terrà il concerto vocale-strumentale “Incanti in musica: percorsi sonori fra celebri melodie”, tenuto dal Gruppo Cameristico vocale-strumentale “Ensemble Porrino” di Elmas.

 

[bing_translator]

Come prepararsi ad affrontare l’emergenza sanitaria del futuro? A questo e altri quesiti cercherà di dare risposte il convegno organizzato da Simfer Sardegna, Comunità Mondiale della Longevità e l’equipe medica delle Antiche Terme di Sardara. in programma sabato 18 novembre a Sardara, a partire dalle 8,40, nella sala conferenze Antiche Terme.

Il focus é sull’invecchiamento, con un’integrazione tra le possibili problematiche di salute e la promozione del benessere. Sono tre le sessioni: Senilità, cronicità, complessità; un incontro – laboratorio per la gestione della disabilità’; invecchiamento attivo come sfida della transizione demografica mondiale. Esperti di riconosciuta fama  confronteranno  conoscenze e esperienze italiane e sarde in particolar modo e quelle bielorusse.

Sarà ospite, infatti, una delegazione bielorussa guidata dal ricercatore Siarghei Gromada. Di particolare rilevanza la tavola rotonda “Politiche attive e buone prassi istituzionali: confronto Italia-Bielorussia”, prevista nel pomeriggio, con la presenza tra gli altri Luigi Arru, assessore regionale alla Sanità. Roberto Pili, presidente della Comunità mondiale della longevità Roberto Pili, Giuseppe Carboni, console onorario in Sardegna della Repubblica di Bielorussia, Mauro Piria, presidente della Simfer Sardegna, Antonello Loi, direttore sanitario delle Terme di Sardara, Siarghei Gromada vice direttore per i servizi sanitari dell’Istituto statale «Yunost» della Repubblica di Belarus.Il convegno di Sardara sarà occasione per fare il punto sullo stato dell’arte sulla medicina anti-aging,sulla riabilitazione termale  con un focus sulla centralità della persona e su concetti come benessere, salute e qualità di vita. «L’aumento della durata della vita è una delle conquiste più importanti della nostra epoca, ma è allo stesso tempo una delle maggiori sfide per i sistemi socio-sanitari che sta interessando via via tutti i paesi del mondo – sottolinea Roberto Pili – ci confronteremo con l’esperienza di un paese, come la Bielorussia, che sta scoprendo le problematiche dell’invecchiamento e che può vantare un’organizzazione di 316 strutture sanitarie, dove i percorsi di promozione della salute riescono ad attrarre un rilevante turismo sanitario».

[bing_translator]

Dalle Case Campidanesi alle Masserie Lombarde, eletti luoghi ideali per un invecchiamento sano. Approda nei territori del Lago Maggiore il progetto “Casa Campidanese”, un vero e proprio percorso salutistico capace di indicare un modello di estetica della vita sana ideato dal team scientifico della Comunità Mondiale della Longevità guidata da Roberto Pili.

Il metodo rivoluzionario, nato e sperimentato con successo in Sardegna, terra di centenari che strizza l’occhio a tradizione e sostenibilità si ripropone di realizzare all’interno di questi edifici rurali trasformati in “case-laboratorio” un programma capace di abbinare alle attività motorie i momenti legati alla tradizionale vita nei campi e persino alla quotidianità delle faccende domestiche.

L’ abitazione dunque come luogo idoneo a mettere in pratica uno stile di vita salutare in grado di mantenere ben distanti malattie e disabilità e dove sviluppare relazioni e socialità. Il tutto in perfetta sintonia con la filosofia dell’ invecchiamento ‘Dinamico Evolutivo’ promosso dalla Comunità della Longevità.

«E’ nostra intenzione – dichiara il presidente della Comunità Mondiale della Longevità, Roberto Pili – realizzare una parte dello studio pilota del progetto “Born to move Nati per muoversi’ nel Comune di Ranco, (Varese) ridente centro sul Lago Maggiore, del Comprensorio dei Sette Laghi.»

Nel piccolo comune lombardo che può contare di 270 ultrasettantenni su una popolazione di 1.700 abitanti, infatti, a fine ottobre nel corso della conferenza “Casa Campidanese – I luoghi elettivi per l’invecchiamento attivo”, organizzata dalla “Comunità Mondiale della Longevità”, in collaborazione con Medicina Sociale, la Fondazione di Sardegna, Etramovimento e con il patrocinio del Municipio di Ranco, è stato presentato in tutti i particolari il progetto.

La conferenza è stata la prima di una serie di iniziative che vedranno impegnato il gruppo di lavoro della Comunità Mondiale della Longevità anche nel Comprensorio dei Sette Laghi.

«Abbiamo aperto una sessione di studio della popolazione di Ranco e di altri 13 comuni del comprensorio – afferma Roberto Pili – e se dovessero essere confermati i dati demografici che vedono la straordinaria quota di anziani in buona salute favorita da una eccellente qualità della vita questi centri avrebbero le carte in regola per essere ammessi nella “Cintura dei Comuni della Longevità”, partenariato nato nel 2015 allo scopo di riunire realtà amministrative sensibili e impegnate sul fronte della promozione dell’invecchiamento sano ed attivo.»

Durante la conferenza, Roberto Pili ha presentato il modello di approccio biopsicosociale in tema della promozione dell’invecchiamento sano ed attivo denominato Dinamico Evolutivo e il progetto “Casa Campidanese” che si delinea come un vero e proprio percorso salutistico capace di indicare un modello di estetica della vita sana utile a contrastare l’invecchiamento patologico e presentare l’anziano come risorsa.

«Questo progetto salutistico che rientra tra gli impegni della Comunità Mondiale della Longevità – sottolinea il presidente del centro di ricerca sardo – è una modificazione concreta dello stile di vita di un gruppo di anziani sardi, altrimenti votati all’obesità e all’iposedentarismo, che rappresentano i fattori che più contribuiscono allo sviluppo dell’invecchiamento patologico,di malattie croniche e tumori che rappresenteranno la vera piaga sociale delle popolazioni del III millennio.»

La conferenza è stata anche l’occasione per presentare, il libro “Casa Campidanese – Luogo elettivo per l’invecchiamento attivo in Sardegna” scritto da Roberto Pili, Ignazio Argiolas e Mauro Piria in cui sono riassunte le ricerche e esperienze professionali sul tema del rapporto tra benessere, invecchiamento ed attività fisica.

[bing_translator]

Progettare la promozione della salute sociale, dell’anzianità attiva e della solidarietà tra generazioni e ancora studiare i fattori genetici implicati nei processi di invecchiamento e nelle patologie correlate all’età e suggerire percorsi, stili di vita e abitudini alimentari capaci di offrire benessere e la migliore qualità di vita possibile.

Sono queste per sommi capi, le tematiche affrontate al Convegno scientifico internazionale dal titoloPromuovere l’invecchiamento attivo alle frontiere della longevità” in programma sabato 24 giugno dalle ore 9.00 alle ore 13.00 presso l’Aula Motzo della Facoltà di Studi Umanistici in Via Is Mirrionis 1 a Cagliari.

La giornata di lavoro con medici e ricercatori di Sardegna, Bielorussia e Spagna sarà introdotta, con il coordinamento di Donatella Rita Petretto – Università di Cagliari, da Roberto Pili, presidente della comunità mondiale della longevità. A seguire i saluti saluti istituzionali di Antonello Cabras – presidente della Fondazione di Sardegna, Massimo Zedda – sindaco della Città Metropolitana di Cagliari, Marco Sechi – presidenza della Giunta, Regione Autonoma della Sardegna, Romina Mura – deputata, intergruppo parlamentare sull’invecchiamento attivo, Valter Piscedda – consigliere regionale, consigliere delegato della Città Metropolitana di Cagliari, Maria Pietronilla Penna e Maria Chiara Fastame – Corsi di laurea in psicologia, Università di Cagliari, Giuseppe Carboni – console onorario in Sardegna della Repubblica di Bielorussia.

Dopo i saluti, il presidente della Comunità Mondiale della Longevità, Roberto Pili, sottolinerà il valore culturale e la particolare importanza di questo appuntamento in quanto l’invecchiamento della popolazione rappresenta un evento che a partire dalla seconda metà del XX secolo sta caratterizzando i paesi del mondo occidentale e inoltre trasferisce sulle nuove generazioni il peso dell’ aumento di fasce di popolazione ad alto bisogno assistenziale.

«In Europa dal 2012 il numero degli over 65 ha superato il numero di coloro in grado di lavorare – mette in evidenza Roberto Pili – solo nel nostro paese che contende con il Giappone il titolo di nazione con più vecchi al mondo, gli over 65 poco meno di 14 milioni, su un totale di 61 milioni di abitanti. In Sardegna la cui longevità è all’attenzione del mondo per i suoi 468 centenari e Valerio Piroddi 111 anni l’uomo più vecchio d’Italia, gli over 65 sono 22,1% circa 370.000 su 1.660.000 abitanti.»

Nel Vecchio Continente ragionare su progetti per una promozione della salute sociale, dell’anzianità attiva e della solidarietà intergenerazionale è drammaticamente urgente, la questione non può essere procrastinata anche negli Stati che iniziano a confrontarsi con l’invecchiamento della popolazione, paesi idealmente alle frontiere della longevità, come la Bielorussia.

«È risaputo che è l’invecchiamento patologico e il precoce e forzato disimpegno da ruoli e responsabilità sociali e economiche ciò che incide con un peso sempre maggiore sui bilanci degli enti pubblici – aggiunge Roberto Pili – La terza età infatti, è in continua estensione demografica. Non è concepibile quindi, di fronte a problemi di tali dimensioni, un programma che preveda soltanto interventi sanitari e assistenziali. Alla luce di ciò si impongono con urgenza, operazioni di tipo educativo che permettano di aprire strade nuove e nel quadro di un progetto di formazione permanente dell’uomo.»

Comunità mondiale della Longevità è nata con l’obiettivo di studiare e proporre percorsi che legano salute e benessere intesi a costruire la migliore qualità di vita possibile non solo in senso biologico, ma in una dimensione più umana e gratificante. Raggiungere una longevità appagante in uno stato di benessere globale, che comprenda la salute della mente e del corpo: questo è il significato del concetto dell’invecchiamento di successo.

Nel corso dell’importante giornata scientifica verranno esplorate le frontiere della longevità, dalla medicina predittiva e genomica personalizzata, dal Cibo alla Nutraceutica, ancora la frontiera dell’inflammaging all’ importanza del microbiota. Lo stile di vita occidentale caratterizzato da crescente sedentarietà e da una dieta ipercalorica che contribuisce in gran parte allo sviluppo di patologie croniche che affliggono le popolazioni occidentali: le malattie cardiovascolari, il diabete, i tumori, le demenze senili, l’ipertensione, le dislipidemie, l’osteoporosi.

Al tavolo dei relatori si alterneranno: Alekxandr Samuilich – Center of International Relationship of the Ministry of Education, Republic of Belarus sul tema “Active longevity in Belarus: the role of education, institutions and international cooperation”; Elena Makeyeva – Institute of Genetics & Cytology, NASB, Minsk, Republic of Belarus su “Longevity Issues in Belarus: Social and Genetic Aspects”, Andrea Loviselli – Università di Cagliari con la tesi “Attività fisica e longevità: evidenze scientifiche”, Carla Bruschelli – Commissione LG GARD Ministero Salute su “Salute, benessere e longevità”, Paolo Putzu – GEROS e AIP Sardegna in “Invecchiamento attivo: oltre gli slogan”, Ana Canaleda – Facoltà di Medicina, Dipartimento di Salute Pubblica e Psichiatria, Málaga, Spagna con la relazione “La Sardegna e la sua cultura ancestrale: un modello per il mondo”, Enrico Parodo – Cisco Epeople Shardigital presenterà “Il progetto Shardigital”. Al termine degli interventi , ci sarà una fase di discussione e le conclusioni di Roberto Pili.

[bing_translator]

Esiste nell’organismo del nutrito gruppo di supercentenari sardi un tipico Microbiota isolano responsabile di lunga vita? A questo fondamentale quesito cercherà di dare soluzione inappuntabile il “Centro Studi Centenari Sardi” realtà scientifica frutto della collaborazione tra Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità, Fernanda Velluzzi UO di Obesità della AOU di Cagliari, Andrea Loviselli, coordinatore del Corso di Scienze Motorie dell’Ateneo cagliaritano, Paolo Usai Satta Gastroenterologo dell’Azienda Brotzu, Donatella Petretto, Aldo Manzin e Carlo Carcassi dell’Università di Cagliari.

«In genere pensiamo ai batteri come a una delle cause per cui ci si può ammalare – sottolinea Roberto Pili – questo è’ vero solo in parte perché negli ultimi vent’anni anni abbiamo cominciato a conoscere come ci siano decine di miliardi di batteri presenti nel nostro intestino il così detto “Microbiota”, un ecosistema integrato che porta beneficio alla salute intestinale, al sistema immunitario, alle nostre ghiandole.»

L’organismo umano ospita un numero di batteri sino a 2,7 volte maggiore delle nostre cellule. Col travaglio del parto, passano dalla madre nell’intestino del neonato, determinando già nei primi istanti una trasmissione dei dati ambientali. Questa flora batterica che nell’adulto consta di circa 600 generi e oltre 40.000 specie di batteri può arrivare anche a decine di miliardi di unità, costituisce un organismo vero e proprio chiamato “Microbiota” che continuamente riceve e trasmette informazioni all’ospite uomo.

Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che in particolare il Microbiota condiziona la spesa energetica e soprattutto condiziona ed è condizionato dall’ambiente alimentare in cui si vive e produce di conseguenza fattori che possono peggiorare o migliorare lo stato di salute. Nell’obesità, la “grande madre” di tutte le malattie cosiddette non trasmissibili, quali tumori, diabete e cardiopatie ischemiche, il microbiota può essere causa per sé dell’aumento di peso o può condizionarne la risposta alla terapia.

«Dati recenti hanno individuato una sorta di firma di estrema longevità nella alta frequenza del genere Eubacterium limosum nei centenari studiati – riprende il presidente della Comunità Mondiale della Longevità – è ormai consolidato che la Sardegna, è una delle zone blu del pianeta per l’alta prevalenza di centenari, caratteristicamente e insolitamente di sesso maschile. Queste evidenze rendono il Microbiota un candidato ideale per ulteriori studi sui markers dell’invecchiamento e le patologie correlate con l’età, le disabilità e la mortalità.»

Questa equipe di ricerca ha in progetto la verifica e la codificazione sulla popolazione centenaria dell’isola, di un potenziale Microbiota isolano e l’analisi di particolari relazioni genetiche con l’espressione microbiotica intestinale. L’insieme dei dati anamnestici, clinici, di laboratorio (totalmente non invasivi) saranno oggetto di indagine statistica per la costruzione del “modello ideale” confrontabile con analoghe rilevazioni in zone del pianeta a bassa “centenarietà” come la Bielorussia, per valutarne le differenze di composizione ed un eventuale nesso causale con la longevità stessa.

«Questo progetto – conclude Roberto Pili – intende individuare sia elementi nutrizionali migliorativi per arrivare alla definizione di una Dieta mediterranea funzionale, sia testare soluzioni che potrebbero indirizzare verso la tipizzazione riconosciuta più correlata a longevità e benessere.»