24 November, 2024
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Ancora una replica di Roberto Puddu, segretario generale della Cgil del Sulcis Iglesiente, a Fabio Enne, segretario generale della Cisl.

«Non meraviglia affatto la totale indifferenza ai contenuti del comunicato del Segretario Cisl Sulcis, che è proprio per debolezza di argomenti di merito che sconfina nell’insulto – attacca Puddu -. Argomenti per noi che siamo meno avvezzi a renderci ridicoli, che sono importanti e fanno la differenza, e segnano anche il confine tra i giusti obiettivi rivendicativi e la facile strumentalizzazione della disperazione.
La proposta di mobilitarsi solo per testimoniare un’esistenza politica altrimenti sbiadita e rinunciando alla propria rappresentanza non ci convince.
Se l’aggressione alla Cgil del Segretario della Cisl del Sulcis non fosse cosa risibile, proprio come si mostra da sé, meriterebbe forse un esposto per diffamazione.
Per questo non presteremo più la nostra attenzione, semmai volesse continuare con i suoi biliosi attacchi ai quali non perderemo tempo a rispondere.»

«Diversamente – conclude Roberto Puddu -, confermiamo che siamo disponibili e pronti ad intavolare la ripresa del rapporto unitario, interrotto per la sua decisione, nell’interesse dei lavoratori, lavoratrici, di chi non ha il lavoro, dei pensionati e del territorio.»

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Sale il tono delle polemiche intorno alle manifestazioni della mobilitazione del territorio in corso da lunedì 1 febbraio. Questo pomeriggio hanno preso posizione, con un comunicato stampa, i movimenti dei disoccupati del Sulcis Iglesiente.

«Chi non comprende le ragioni della mobilitazione – affermano Ornella Melis, Davide Musu, Simone Siotto e Stefano Sotgia – è un irresponsabile che deve essere rimosso dalla qualsiasi posizione o ruolo di rappresentanza. La crisi economica e sociale da ormai troppo tempo attanaglia l’intero territorio del Sulcis Iglesiente!»

«Grazie al cielo siamo stati ascoltati dalle organizzazioni sindacali, dai movimenti e comitati – aggiungono i rappresentanti dei disoccupati -. Se non ci fossero state persone umili e semplici come Fabio Enne della Cisl, Pino Camboni della Cisal, Giorgio Piras della Consal, Elio Cancedda del Movimento Partite Iva Sulcis Iglesiente, con gli amici Ivan Garau e, soprattutto, l’importante collaborazione di Ivano Sais, artefice del grande movimento giovanile “Figli della crisi”, non saremo mai riusciti a far emergere la rabbia di tutti coloro che a 40 anni ancora non hanno alcuna prospettiva di lavoro. In questi giorni stiamo incontrando i sindaci del territorio e ricevendo solidarietà e condivisione delle nostre rivendicazioni. Vogliamo un piano straordinario per il lavoro.»

«Apprezziamo il contributo da parte di tutti coloro i quali stanno offrendo sostegno alla nostra battaglia, ma allo stesso tempo, troviamo vergognosa la presa di posizione di Roberto Puddu della CGIL territoriale. Abbiamo letto con disappunto il comunicato stampa di ieri. Disprezziamo chiunque con arroganza tenta di nascondersi dietro a formalismi e non affronta la realtà, così come doverosamente dovrebbe fare una organizzazione di rappresentanza sociale.Personaggi del genere andrebbero rimossi d’urgenza da una posizione che non sono capaci di ricoprire nell’interesse generale della nostra società. L’indignazione e la nostra condanna è totale, sta mettendo in ridicolo la Cgil tutta. Puddu afferma che i sindaci, veri rappresentanti del popolo, non condividono la mobilitazione. Questa è una falsità! Puddu viene costantemente smentito dagli atti sottoscritti quotidianamente dai primi cittadini e dalla partecipazione diretta nella mobilitazione della maggioranza dei sindaci. Il presidente dell’unione dei comuni del Sulcis era con noi fin dall’alba di lunedì per il volantinaggio a Villamassargia. Tuttavia, il dato positivo è che tanti iscritti della CGIL ci stanno manifestando tanta solidarietà. Questo la dice lunga sulla capacità di Puddu d’interpretare il suo ruolo. C’è una società civile che solidarizza e che è con noi – concludono i rappresentanti dei movimenti dei disoccupati -, e sarà insieme a noi il 16 febbraio prossimo in occasione della grande mobilitazione che si svolgerà presso il palazzo regionale di viale Trento a Cagliari.»

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Si acuiscono le divisioni tra CISL e CGIL emerse negli ultimi giorni sulla mobilitazione del territorio iniziata il 1° febbraio. Dopo il botta e risposta di ieri sera tra il segretario generale della CGIL Roberto Puddu e il segretario generale della CISL Fabio Enne, tra i principali promotori della mobilitazione, non condivisa dalla CGIL.

Stamane Roberto Puddu ha così commentato nel suo profilo facebook, la replica di Fabio Enne al comunicato della CGIL, entrambi pubblicati integralmente su www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com .

«Non saprei davvero cosa aggiungere al nostro comunicato (e dico nostro perché è di TUTTA la CGIL) che risponde alle richieste e anzi alle pretese formulate con urla a mezzo stampa. Certe affermazioni fatte da chi ha storia ben diversa dalla nostra e da chi, incoerentemente, si accompagna con responsabili, oggi sofferenti per la perdita del potere, delle peggiori nefandezze materiali e morali nei confronti del lavoro nel territorio e non solo, ed altri in perenne campagna elettorale, stanno a dimostrare ancora di più la correttezza della nostra decisione. Noi le bandiere, come parti della stessa CISL (sulla quale dovrebbe avere attenzione il segretario generale di quella organizzazione) non le ammaineremo mai, perché facendolo rinunceremo alla nostra identità e rappresentanza. Cosa che solo a pensarla, per quanto mi riguarda personalmente, mi porterebbe a trarne immediatamente le conseguenti conclusioni! Ma che volete… capisco che abbiamo differenti considerazioni della Organizzazione che abbiamo l’onore di rappresentare. Per questo e perché ognuno di noi ha il suo stile, condivido nella mia pagina la lettera del mio “collega”, dalla quale però se togliamo le offese, l’innalzamento dei toni, l’immaginazione del forte gesticolare e la presunzione della suprema ragione alla quale annettere tutti e tutto (magari anche le parti della sua stessa Organizzazione che non lo seguono e ai quali nega la possibilità del confronto unitario dei rispettivi gruppi dirigenti). Ecco se togliamo quelle poche cose, che qualificano chi scrive, a me non pare rimanga molto.»

Alle 12.24 Fabio Enne ha replicato ancora al segretario generale della CGIL, con un comunicato che riportiamo pure integralmente.

«Il buon gusto non costa niente, ma se non ce l’hai non lo puoi comprare. Basterebbe questa locuzione per rispondere alle fantasiose denigrazioni del Segretario della CGIL. Tutto ciò, però, non è rilevante per quelle migliaia di disoccupati che percorrono le strade del Sulcis Iglesiente e della Sardegna. Non è importante per i lavoratori dell’Alcoa e di tutte quelle aziende in crisi per le quali la politica e, oggettivamente, il sindacato ha voluto o potuto fare ben poco.»

Siamo stanchi di un sindacato che funge da cinghia di trasmissione del partito di riferimento. Siamo infiacchiti da un sindacato che occupa e agita la piazza solo per ragioni politiche. Il Sulcis Iglesiente è attraversato da un disfacimento sociale ed economico senza precedenti. Ovunque si scorgono macerie. La disgrazia è che siamo al cospetto finanche di una crisi di idee e di progettualità. Alzare la voce e manifestare il dissenso contro il Governo nazionale e regionale per denunciare l’inefficacia degli strumenti in campo, non ci sembra un atto di lesa maestà. Il Piano Sulcis rappresenta un fallimento.»

Non possiamo più perdere tempo. Non possiamo essere accondiscendenti nei confronti di nessuno. Le famiglie indigenti nell’Isola sono 108mila. La quota di famiglie in povertà, secondo l’Istat, è pari al 15%, una percentuale ben più alta di quella nazionale che risulta del 10,3%, e indiscutibilmente più elevata rispetto a quella delle regioni del Centro (6,3%) e del Nord (4,9%) del Paese. Ancora più alta risulta la percentuale nel Sulcis Iglesiente con i suoi 37mila disoccupati.

E’ in nome di quei poveri, di quelle famiglie, di quei disoccupati, di coloro che rischiano di perdere il lavoro che chiediamo insistentemente al Governo di ascoltarci.

Mio caro Segretario della CGIL, ho scelto di essere l’amico di quella moltitudine di persone in difficoltà, non di un partito.

Inoltre, La invito a concentrarsi ed occuparsi della Sua organizzazione e Le ricordo che l’assemblea organizzativa CISL del Sulcis Iglesiente, il 5 ottobre 2015, ha votato, praticamente all’unanimità (110 quadri e delegati favorevoli, 11 astenuti) il documento finale che prevedeva, tra i tanti obiettivi, la MOBILITAZIONE GENERALE POPOLARE.»

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Roberto Puddu copia

Abbiamo il massimo rispetto di ogni lotta che abbia fra i suoi fini il lavoro, per questo vogliamo ovviare alle indiscriminate e strumentali interpretazioni sull’assenza della CGIL dalla mobilitazione cosiddetta popolare, in atto nel Sulcis Iglesiente.

A parte le condivise analisi Confederali sui temi della crisi e della necessità di una accelerazione rispetto agli impegni assunti dalla Regione e dal Governo nazionale, sindacalmente non abbiamo potuto condividere le modalità della mobilitazione perché priva: 1) della compiuta azione che consentisse la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici da cui riceviamo delega e che forma la misura della nostra rappresentanza; 2) della larga condivisione da parte dei Sindaci, loro si, rappresentanti del popolo.

Per noi una mobilitazione generale non può prescindere dallo SCIOPERO o da una specifica manifestazione per la partecipazione dei lavoratori di tutti settori (che ci danno titolo di rappresentanza), e del quale, a suo tempo, non si è neanche voluto discutere. E sempre per noi, che peraltro non saremo mai disponibili a rinunciare alla responsabilità e alla bandiera che ci contraddistingue, per una mobilitazione generale, vi deve essere una vasta e compiuta alleanza. Cosa che comporta lavoro, disponibilità, fatica democratica per il massimo coinvolgimento, che non si può ridurre ad un paio di “assemblee popolari”; che non può paradossalmente comprendere parti opposte, che sono e rimangono responsabili di disastri di cui pagano le conseguenze i lavoratori e il territorio. Serve cioè che si condividano analisi, obiettivi inequivocabili, modalità organizzative, rivendicazioni e proposte e interlocutori ai quali rivolgerle.

Percorso al tempo rifiutato ed ognuno dei soggetti avvisati: CGIL, UIL, parti della stessa CISL, molte altre Rappresentanze del Lavoro e di Settore, e la stragrande maggioranza dei Sindaci del territorio, hanno chiaramente assunto la propria decisione di non aderire all’iniziativa, cosi come decisa e proposta, e cosi come si va sviluppando.

La storia della CGIL, nel Sulcis Iglesiente e nel Paese, è piena di mobilitazioni settoriali e generali fatte anche da soli. E mai i suoi dirigenti, hanno contestato, giudicato e offeso, fin nel lato personale, chi ha fatto altre scelte, come gli interlocutori ai quali si chiede il confronto e infine, senza mai avanzare assurde pretese sul sostegno e la condivisione incondizionata delle proprie posizioni.

Quanto accaduto ieri nell’iniziativa che ha rasentato l’aggressione, con gli slogan offensivi e di chiara matrice di natura politica, scanditi da studenti per lo più minorenni e da altri soggetti di marcata appartenenza politica contro il Sindaco di Carbonia, è la piena conferma dell’inquinamento e della strumentalizzazione della parte più debole del territorio, che sconfina in rivalse elettorali oggi più evidenti.

Il Sindaci sanno certamente valutare la situazione, peraltro oramai ben delineata, e allo stesso tempo mettere ancora maggiore impegno nell’essere soggetti attivi e di supporto: per la positiva conclusione delle Vertenze aperte sulla ripresa delle attività produttive; per lo sviluppo delle attività cantierabili in capo ai Comuni anche in funzione della conquista delle risorse relative alla riduzione del Patto di Stabilità e di quelle assegnate dal Piano Sulcis.

Per quanto ci riguarda la storia racconta del nostro impegno per il rilancio del territorio e delle numerose attività unitarie sulle Vertenze aperte, sulle quali abbiamo la più vasta condivisione con le Amministrazioni locali e per buona parte del loro merito, anche con la Giunta regionale.

Dal Presidente della Giunta attendiamo una più compiuta interlocuzione per velocizzare le scelte che consentano la definizione positiva e lo sviluppo di tutte quelle iniziative economiche per le quali, per noi, occorre una task force o una Unità di Missione per ridurre i tempi e rendere cantierabili tutte le opportunità di lavoro nei settori produttivi, infrastrutture, servizi,  sviluppo e diversificazione dei settori economici.

Infine, non ci rassegneremo di certo alla divisione, per scelte fatte da altri, perché abbiamo chiaro il valore dell’unitarietà sindacale come di quella con le Rappresentanze Istituzionali, politiche e Sociali del territorio e non solo. Per questo continueremo nella ricerca del suo recupero, per l’interesse e la tutela dei lavoratori, delle lavoratrici, del territorio e dei valori che rappresentiamo.

Per la CGIL del Sulcis Iglesiente

Roberto Puddu

Roberto Puddu.

Roberto Puddu.

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Rientriamo dalla riunione di Roma del 22 u.s. presieduta dal Ministro Guidi e dal Vicepresidente del Consiglio De Vincenti, presenti il Presidente della Regione Pigliaru e le OO.SS. a tutti i livelli Confederali e di Categoria, con una serie di notizie che fanno fare un passo in avanti alla vertenza industria ed energetica del territorio e della Sardegna. Questi i punti salienti dell’incontro ottenuto e sostenuto dalla mobilitazione dei lavoratori dell’ex Alcoa:
Il Ministro, in apertura ha ufficializzato il via libera della Commissione Europea allo strumento della Superinterrompibilità per l’abbattimento del costo energetico, certificato dalla stessa con formale lettera pervenuta al Ministero qualche ora prima dell’incontro. Tale Strumento, oggi valido per 2 anni e rinnovabile – ma si sta ancora lavorando per aumentare fin da subito la sua durata -, a detta del Ministro, consente di ridurre il costo energetico fino ad una misura (la più bassa in Europa) per quanto riguarda la produzione di alluminio a circa 25€, e per lo zinco piombo a circa 33€. Strumento che è stato totalmente rivisto e che consentirà di avere un costo omnicomprensivo del MWh e senza l’obbligo di assegnazione tramite bando.
A questo Strumento si aggiunge la disponibilità di un ulteriore produttore di energia elettrica, EPH di Fiume Santo, a sottoscrivere altro contratto bilaterale pluriennale ad un prezzo base estremamente ridotto.
Il Ministro ha poi informato che tali determinazioni sono state comunicate alla Glencore e che la stessa si è riservata di effettuare le proprie considerazioni, verifiche e valutazioni, e dalla quale si attende la risposta sul mantenimento del suo interessamento entro la terza settimana di gennaio. Inoltre che l’Alcoa ha confermato la sua disponibilità ad attendere i tempi necessari e utili al possibile passaggio di proprietà dello stabilimento.
In ultimo su questo tema, ha ufficializzato l’interlocuzione con un altro soggetto industriale che nei prossimi giorni formalizzerà la propria manifestazione d’interesse per l’acquisizione dello stabilimento.
Infine, l’uscita dall’”essenzialità” delle centrali elettriche Sarde, per noi la Centrale Enel di Portoverme, ha trovato soluzione con una intesa per una soluzione transitoria, realizzata con un contratto di fornitura (ritiro energia) triennale, in misura tale da garantire la salvaguardia delle Centrali e dell’occupazione, in attesa della realizzazione della ripresa industriale, dunque di ripresa di richiesta di Energia.
Per quanto ci riguarda, pur con il rammarico del tanto tempo perso, della durata dello strumento della Superinterrompibilità che, seppur rinnovabile, è decisamente limitata rispetto a quanto richiesto e ipotizzato nel protocollo d’intesa dello scorso anno fra il Governo e la Glencore, riteniamo di poter dire che ci troviamo in una fase nuova che muove nella direzione da noi rivendicata sugli strumenti normativi e sulla creazione ed indirizzo delle sinergie fra produttori energetici e il complesso del sistema industriale.
Sulla cessione dell’ex Alcoa, per noi e dalla prima ora, la Glencore è e resta la soluzione industriale migliore e ha qualche settimana per far sapere le sue decisioni; poi però non è male che ci siano altri interessati alla sua acquisizione, perché si conferma che si stanno concretizzando nuove e favorevoli condizioni per produrre alluminio e non solo, nel territorio. Condizioni che una volta raggiunte definitivamente, e coerentemente agli impegni assunti dal Governo davanti al Parlamento sull’importanza del settore, devono portare alla ripresa della Produzione di Alluminio con ogni mezzo privato, pubblico o misto pubblico privato.
Sull’altro fronte il provvedimento della Superinterrompibilità e dei Contratti di fornitura per l’Enel, dovrebbero garantire continuità di marcia per la Portovesme srl e per la Centrale Grazia Deledda (ma anche per le altre 16 attività produttive che usufruiscono di quel sistema nella nostra regione) e per tutte le altre realtà annesse e connesse, dirette e indotte da quei fattori economici e produttivi.
In conclusione un concreto passo avanti, frutto della mobilitazione e dell’unità di intenti dei lavoratori, sindacato, istituzioni e dei parlamentari locali e della Regione. È del tutto chiaro che per noi la Lotta continua e la vertenza potrà avere la positiva conclusione solo quando i lavoratori e le Lavoratrici potranno tornare a timbrare l’ingresso al lavoro.
Roberto Puddu
Segretario generale CGIL

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Il Consiglio regionale si riunirà il 24 novembre prossimo alle 16.00 presso la sede della Regione a Roma sulla vertenza Alcoa, un’ora prima di un vertice sullo stesso argomento fra le organizzazioni sindacali ed il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi (ovviamente sarà una riunione informale).

Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, raccogliendo una proposta del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, al termine dell’incontro fra i capigruppo, i sindacati di categoria del settore energetico, una delegazione di lavoratori e di amministratori locali del Sulcis Iglesiente.

Nell’incontro, il sindacalista della Cgil Roberto Puddu ha insistito molto sulla tempistica della difficile vertenza. «Sappiamo che l’incontro del 24 al ministero dello Sviluppo economico non sarà risolutivo – ha detto Puddu – ma sappiamo anche che, se entro il 31 dicembre Governo ed Unione europea non definiscono uno strumento per abbattere i costi energetici non si chiude la vendita di Alcoa alla multinazionale Glencore e nel nostro territorio va a picco un tessuto industriale con 3.000 occupati diretti e circa 9.000 nell’indotto: ecco perché serve urgentemente un segnale forte delle Istituzioni».

Per la Cisl Fabio Enne ha espresso viva preoccupazione «per tanti segnali che ci inducono al pessimismo. Il tempo a disposizione è pochissimo, il 25 novembre il ministro Guidi dovrà essere a Bruxelles per trattare la questione dei costi energetici e quella potrebbe essere l’ultima spiaggia non solo per Alcoa ma per tutta la Sardegna».

A nome della Uil Daniela Piras ha auspicato un intervento immediato del presidente del Consiglio Matteo Renzi, «un intervento che non ha alternative per portare al successo un negoziato con l’Unione europea».

Il presidente dell’Assemblea Gianfranco Ganau, dopo aver annunciato che il Consiglio sarà a Roma il 24 novembre prossimo al fianco dei lavoratori ha messo l’accento sulla centralità del problema energetico in ogni ipotesi di ripresa economica della Sardegna. «Siamo l’unica Regione senza metano – ha ricordato – ed i costi energetici pesano su imprese e famiglie sarde come in nessun’altra realtà del territorio nazionale, per questo è non solo essenziale confermare il regime di essenzialità degli impianti sardi e inquadrarlo come passaggio fondamentale della vertenza-Sardegna».

Secondo il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis la Regione «deve uscire dal palazzo ed esercitare il massimo della pressione sul presidente del Consiglio Renzi, che si è speso molto per il Mater Olbia ed ora deve fare altrettanto; noi ci saremo».

La profonda crisi del Sulcis, ha osservato il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, «non si guarisce con le aspirine, il mantenimento del regime di essenzialità per le centrali sarde è irrinunciabile e non possiamo perdere altro tempo».

Per il Pd, il presidente del gruppo Pietro Cocco ha detto che «la solidarietà verso i lavoratori ha un significato se espressa attraverso l’unità delle Istituzioni e l’efficacia della loro azione. Lavoreremo su obiettivi concreti il mantenimento del regime di non interrompibilità dei 3 poli energetici sardi, l’accordo fra Alcoa e Glencore, una prospettiva di medio termine (almeno decennale) per rilanciare un settore industriale strategico per la Sardegna».

«Basta con le dietrologie – ha esortato il capogruppo di Sel Daniele Cocco – lo Stato deve ancora molto alla Sardegna e, in situazioni analoghe che riguardavano altre parti d’Italia, hanno messo nelle vertenze tutto il suo peso, ha il dovere di farlo anche per la Sardegna.»

Gli atti delle Istituzioni non hanno un effetto dirompente, ha detto il capogruppo Piefranco Zanchetta di Cps, «ma servono perché fanno parte di un progetto che punta ad ottenere risultati concreti per una Sardegna che da troppo tempo aspetta risposte concrete e l’Alcoa è una vertenza che ha molto bisogno di concretezza».

Il capogruppo dei Riformatori Sardi Attilio Dedoni, infine, ha invitato a tutti con realismo «a mettere Terna di fronte alle sue responsabilità, perché il regime di essenzialità delle centrali sarde è il cuore del sistema economico regionale e perché non esiste nessuna autonomia se non è anche autonomia energetica».

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Venerdì 16 ottobre alla Presidenza della Regione ci è stato illustrato lo stato di attuazione del Piano Sulcis sul quale, la stessa presidenza, ha emesso una nota stampa che riassume gran parte della propria comunicazione.

Per parte nostra abbiamo evidenziato il nostro rammarico sui tempi, in capo al Governo nazionale, per dare corpo ed esigibilità al Protocollo d’Intesa, sottoscritto con la Glencore l’8 novembre dello scorso anno, e indispensabile per dare avvio alla vera trattativa per la cessione e la ripresa della produzione dello stabilimento ex Alcoa. Abbiamo inoltre rimarcato come i ritardi nell’applicazione delle procedure, nell’elaborazione, nell’iter progettuale ed esecutivo degli interventi e nel processo burocratico / autorizzativo, seppure in parte derivati dalla precedente legislatura e difficilmente recuperabili, mal si conciliano con la pesantissima situazione del territorio. Situazione economica, sociale ed occupazionale che peraltro è ulteriormente aggravata dall’assenza di qualsiasi ripresa del lavoro e dalla fuoriuscita di migliaia di persone dal sistema degli ammortizzatori sociali.
Ritardi che rischiano poi di portare a perdere gran parte delle risorse poiché trattasi di Fondi Europei, Nazionali, Regionali che hanno tempi di attuazione con scadenze ben definite.

Per questo occorre assolutamente operare, vigilare ed evitare che i progetti su opere infrastrutturali, ad esempio della rete stradale e del nuovo collegamento per Sant’Antioco che stanno in capo ad Agenzie sotto il diretto controllo dello Stato, vengano portati a compimento entro i limiti di tempo che sono fissati al mese di giugno del 2016. Evitando cioè che all’eventuale e ragionevolmente non impossibile danno, si aggiunga la beffa delle penalizzazioni e della cancellazione delle risorse.
Abbiamo poi sollecitato una maggiore attenzione e decisione per andare incontro alla realizzazione delle infrastrutture e della ricettività necessaria per provare a dare avvio alla valorizzazione dell’economia di sistema nel Settore Turistico.

Su questo tema abbiamo ricordato l’esito della riunione tenutasi alla Presidenza della Regione nello scorso mese di marzo, nella quale il complesso delle rappresentanze istituzionali e sociali del territorio ha unanimemente espresso il proprio parere favorevole verso la prima decina di progetti pubblici e privati, presentati dai Sindaci e dal Coordinatore del Piano Sulcis.

Infine, anche considerata la premessa fatta dal Presidente sul sistema dei trasporti ferroviari in Sardegna, abbiamo evidenziato la situazione oramai intollerabile del trasporto ferroviario del territorio, il quale è peraltro l’unico mezzo pubblico di mobilità, e senza alcuna alternativa, da e per il Sulcis Iglesiente.

La riunione, per noi positiva sul merito del riconoscimento delle difficoltà e sulla condivisione della necessità di dare un nuovo impulso all’attuazione e l’implementazione del Piano Sulcis, si è conclusa con l’impegno di riprendere urgentemente, in riunione specifica con i Sindaci del Territorio, la discussione sulla tematica del Turismo con gli annessi e connessi; di attivare 2 tavoli specifici sul tema delle infrastrutture e del trasporto ferroviario; e in ultimo di affrontare il tema dello snellimento della gestione burocratico/autorizzativa che è e rimane lo snodo fondamentale per lo sviluppo delle attività del Piano e per la ripresa e lo sviluppo dell’economia e del Lavoro nel Sulcis Iglesiente.

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Vogliamo avere fiducia sugli Organi Giudiziari affinché le indagini, che stanno portando agli avvisi di garanzia verso i lavoratori dell’ex Alcoa, si chiudano con il riconoscimento che i lavoratori stavano manifestando per il sacrosanto diritto alla salvaguardia del lavoro e della dignità che lo stesso garantisce a se stessi e alle proprie famiglie.
E anche, se si dovessero evidenziare eccessi da parte dei lavoratori interessati, che i fatti, oggetto di indagine, sono derivati fondamentalmente e sostanzialmente dalla continua provocazione materiale unita alla esasperazione fisica data, fra le altre, dal continuo “picchiettare” il manganello sullo striscione e sugli operai che gli stavano immediatamente dietro, da parte di alcuni agenti che poi, dopo tante e tante sollecitazioni, sono stati allontanati dai loro superiori. Cosa che poi ha permesso al corteo di procedere nella normalità pure nella tensione dettata da quei fatti e dalla consapevolezza di dover evidenziare il malcontento per ciò che si prefigurava rispetto alla propria vita.
Alla manifestazione eravamo in tanti, lavoratori, rappresentanti istituzionali e sindacali a tutti i livelli, tanta stampa e tutti hanno potuto vedere il “trattamento” sopra detto riservato al Corteo.
Certamente le indagini hanno i loro tempi, ma non si può non notare la concomitanza della notifica di questa procedura giudiziaria, che arriva “casualmente” nel momento in cui si comunica la ripresa dell’iniziativa per ottenere l’esigibilità degli impegni sul percorso di acquisizione dello stabilimento da parte della Glencore.
I fatti dicono che è dell’8 novembre del 2014 la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa fra il Governo, la Regione e la Glencore, nel quale sono stati fissate le condizioni e gli strumenti normativi sulle infrastrutture, il sostegno agli investimenti e i costi energetici; sempre i fatti dicono che a quasi un anno da quell’accordo si è ancora in attesa del via libera della Commissione europea, per via dei ritardi da parte del Governo Italiano nel proporre tali strumenti, piuttosto che dalle continue richieste di approfondimento da parte della Commissione. Situazioni che in ogni caso denotano una carente formulazione tecnica e un’altrettanta e più grave carenza di istruttoria politica ai vari livelli.
Ecco non sarebbe male che ci fosse una forma di giustizia anche per i colpevoli dei ritardi per il vero avvio della trattativa per la cessione/acquisizione dello stabilimento e con esso, della ripresa del lavoro per i dipendenti ex Alcoa e del relativo indotto economico che, è bene ricordarlo, vale non meno di tremila posti di lavoro in un territorio allo stremo. La mobilitazione dei lavoratori e del territorio aveva ed ha questo esclusivo obiettivo.

Roberto Puddu

Segretario generale CGIL Sulcis Iglesiente

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I segretari di CGIL, CISL e UIL, Roberto Puddu, Fabio Enne e Daniela Piras, hanno chiesto un incontro urgente al presidente della Regione, Francesco Pigliaru e al coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, per fare il punto sullo stato di attuazione del Piano Sulcis.

«Lo scorso 28 gennaio – scrivono i tre rappresentanti sindacali – si è svolta una riunione da voi convocata per una valutazione sullo Stato di Attuazione del Piano Sulcis. Nell’occasione, in attesa di altri sviluppi dipendenti da altri livelli decisionali (che pure tardano ancora ad arrivare e sui quali occorrerebbe un’azione sinergica), si decise di attivare dei tavoli tematici sul Progetto Biofuel e sul Piano di Investimenti turistici. Riunioni poi tenutesi rispettivamente il 20 febbraio e il 9 marzo, nelle quali state espresse posizioni e percorsi fortemente condivisi ma dei quali, a tutt’oggi, non ne conosciamo gli esiti.»

«Considerato il continuo aggravarsi della situazione economica ed occupazionale, riportati alla ribalta dalla stampa nazionale e locale e certificati dai Centri per i Servizi del Lavoro, chiediamo la convocazione di un incontro, possibilmente con la presenza degli assessori competenti, nel quale fare il punto dello stato di attuazione del Piano Sulcis e delle intese sopracitate, e possibilmente – concludono Roberto Puddu, Fabio Enne e Daniela Piras – convenire sui temi e sul metodo per dare corso ad una stagione di iniziative concrete, realmente esigibili, utili ad invertire tale tendenza e a dare un concreto input di prospettiva in tempi urgentissimi.»

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«Il 7 settembre si avvicina e a tutt’oggi non si ha notizia del giusto ripensamento sulla decisione di chiudere, da quella data, l’Ufficio Postale di Cortoghiana.»

A dirlo, stamane, è Roberto Puddu, segretario generale della CGIL del Sulcis Iglesiente.

«Una decisione sbagliata e incomprensibile da qualsiasi aspetto la si voglia guardare che non sia solo quella della logiche di cassa (che contrastano con altre decisioni tipo quella dell’intervento su Alitalia…) di respiro nazionale ma soprattutto di uno Stato che si ritira dal territorio – aggiunge Roberto Puddu -. Questa, per noi e non solo, è infatti l’unica lettura possibile considerata la dislocazione e il relativo bacino d’utenza di quel Servizio. Sappiamo ed apprezziamo dell’impegno e dell’attività del sindaco di Carbonia e dei due deputati del territorio facenti parte la maggioranza che sostiene il Governo nazionale. Rappresentanti che hanno assunto pubblicamente posizione e sui quali ricade la maggiore responsabilità sugli esiti della vertenza. Sappiamo anche di una riunione sull’argomento fra le Poste Italiane e la Presidenza della Regione, che però rischia di svolgersi a “babbomorto” il prossimo 9 settembre.»

«Per questo, vogliamo sollecitare il fermo, urgente, convinto e autorevole intervento della Presidenza della Regione – conclude il segretario generale della CGIL del Sulcis Iglesiente -, per scongiurare la perdita di un presidio pubblico in una Comunità già esageratamente colpita dalla crisi e che invece deve poter vedere una qualche attenzione che passa anche dal mantenimento del Servizio Postale, che seppur privatizzato, è ancora fortemente in mano e controllato dallo Stato.»

Roberto Puddu - Francesco Pigliaru 1