22 November, 2024
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È stato un regalo di Natale inatteso quella piccola borraccia in alluminio da tre quarti di litro che il Parco naturale regionale di Tepilora ha voluto distribuire agli oltre 800 bambini e ragazzi delle scuole dell’infanzia e dell’obbligo dei quattro Comuni (Posada, Torpè, Lodè e Bitti) che compongono il Parco. Un piccolo passo, altamente sostenibile, per promuovere la riduzione dell’uso della plastica così da garantire una maggior tutela dell’ambiente che ci circonda.

«Partiamo dall’educare le nuove generazioni affinché riescano a cambiare le abitudini di noi adulti.»
Lo ha detto il presidente del Parco e sindaco di Posada, Roberto Tola, in occasione della distribuzione delle borracce che ha consegnato di persona in collaborazione con alcuni consiglieri comunali. Lo stesso hanno fatto gli amministratori degli altri tre paesi che questa settimana, tenendo conto di saggi e recite in programma prima delle vacanze natalizie, hanno incontrato giovani e giovanissimi.

A Lodè la consegna è stata assicurata dal commissario straordinario, Mario Carta, a Torpè il sindaco, Omar Cabras, ha coinvolto invece il Ceas (Centro di Educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità) del luogo e l’assessore dell’Ambiente, Martino Sanna, mentre a Bitti hanno consegnato i materiali il sindaco Giuseppe Ciccolini e l’assessore dell’Ambiente, Christian Farina.

Il Parco ha inoltre consegnato una lettera con un breve messaggio di sensibilizzazione. «il Parco di Tepilora – si legge nel documento – vi chiede aiuto per risolvere uno dei grandi problemi ambientali che riguardano tutto il pianeta, e lo fa regalandovi una borraccia di alluminio per l’acqua da bere. Nel nostro Paese sono infatti oltre 8 miliardi le bottiglie in plastica vendute ogni anno, e noi italiani ci siamo conquistati un primato mondiale di cui non c’è tanto da vantarsi: siamo i primi in Europa e secondi al mondo per il consumo di acqua in bottiglia, circa 200 litri d’acqua a testa ogni anno (in media)».

La lettera entra poi nello specifico e, sempre con dati alla mano, ricorda che «tra i rifiuti raccolti sulle spiagge, l’80% è rappresentato da plastiche di varia natura e il 15% circa da bottiglie e tappi. Considerato che sulle spiagge si deposita solo una piccola parte dei rifiuti presenti in mare, potete facilmente immaginare quali enormi quantità siano accumulate nei fondali dei nostri mari».

L’appello forte è arrivato comunque sia dal presidente Roberto Tola e sia dagli altri amministratori che, durante gli incontri con i giovani, hanno ricordato come tutelare l’ambiente significhi tutelare il nostro futuro: un futuro che per le nuove generazioni del Parco Tepilora ha il sapore di un doppio impegno e di una doppia presa di coscienza che parte proprio dalle numerose bellezze e ricchezze naturali che hanno l’obbligo di conservare e consegnare a chi verrà dopo di noi.

La consegna delle borracce si inserisce all’interno di una serie di attività di educazione ambientale promosse periodicamente da Parco, amministrazioni locali e Ceas tra i cittadini e gli studenti del territorio.

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Se la ricchezza ambientale, territoriale e umana sono i punti di forza del Parco ambientale regionale di Tepilora bisogna ancora lavorare sull’offerta turistica. Un percorso da costruire dal basso coinvolgendo le comunità così da presentare ai visitatori una proposta chiara ed efficace che contraddistingua il Parco Tepilora da altre realtà simili: un luogo dove creare esperienze uniche che coinvolgano positivamente i turisti rendendoli, a loro volta, ambasciatori e promoter. Questa, in sintesi, la chiave di lettura emersa ieri dai lavori organizzati alla Casa delle Dame di Posada e che ha visto salire in cattedra quattro tour operator nazionali che hanno raccontato ai numerosi addetti ai lavori e portatori di interesse del territorio la loro esperienza in un week end di visite (tra sabato e domenica) nei Comuni che compongono il Parco (Posada, Torpè, Lodè e Bitti). L’educational tour, organizzato per il Parco da Legambiente Sardegna in collaborazione con i quattro Centri di Educazione all’ambiente e alla sostenibilità (Ceas) dell’area, ha visto partecipare i tour operator: Four Seasons Natura e Cultura, EquoTube, Po Delta Tourism e Sardaigne en Liberté.

«Far nascere e strutturare un Parco non è impresa facile: è necessario innanzitutto crearne coscienza fra le comunità che lo vivono tutti i giorni, coinvolgendo cittadini e imprese del territorio.»

Così Roberto Tola, sindaco di Posada e presidente di turno dell’Ente istituito con legge regionale nell’ottobre del 2014.

«Un anno fa – ha proseguito Roberto Tola -, non avendo figure specifiche da poter coinvolgere nelle nostre amministrazioni comunali, abbiamo deciso di affiancarci a consulenti ed esperti che ci potessero aiutare, anche alla luce di quanto fatto in altre realtà nazionali o europee, nel costruire una identità, un racconto che mettesse assieme ambiente, archeologia, cultura, agroalimentare e offerta turistica. Abbiamo già fatto importanti passi avanti, anche grazie al contributo di questo educational tour, ci rimane tuttavia ancora tanto da fare nel preparare e quindi presentare al meglio il Parco sia in casa e sia fuori dai nostri confini.»

L’incontro di ieri è stato coordinato, dopo i saluti del presidente Tola e del direttore di Legambiente Sardegna Marta Battaglia, da Massimiliano Cossu di Portale Sardegna, coadiuvato da Marco Medda di Escursì (operatore del turismo esperienziale).

«Dobbiamo essere più bravi nel coinvolgere la popolazione per spiegare le potenzialità di un turismo ecosostenibile capace di creare sviluppo e occupazione.»

Così Massimiliano Cossu che ha aggiunto: «A luglio abbiamo pensato di creare 30 Portale Sardegna point, ne abbiamo già inaugurato 22 ed abbiamo 150 nuove richieste. Abbiamo presentato un modello di business capace di dare risposte ai giovani imprenditori che vogliono essere protagonisti e guadagnare nel proprio territorio. Il grosso problema che abbiamo oggi in Sardegna è la parcellizzazione delle operazioni di marketing dove tutti ci vogliamo proporre nei mercati internazionali per vendere il nostro piccolo prodotto». Così, sempre secondo il patron di Portale Sardegna, non si fa altro che disperdere energie e risorse, lavorando invece sotto un unico ombrello con 30 imprenditori, che investono anche propri fondi, e che condividono una stessa strategia e gli stessi valori si possono avere risultati ben diversi.

Via Skype è inoltre intervenuto Filippo Lenzerini di Punto3 (società di consulenza che affianca le attività del Parco) che ha illustrato numeri e tipologia dei visitatori di Tepilora. Fra il 2013 e il 2018 si è passati da circa 2mila a oltre 10mila presenze con una caratterizzazione più nazionale sulla costa e più straniera nelle aree interne. La permanenza media dei turisti è di circa 3,5 giorni, mentre quella dell’intera Sardegna si attesta su 4,5 giorni.

Franca Carta docente dell’Istituto tecnico Oggiano di Siniscola, ha guidato una delegazione di studenti della quinta che seguono il corso sul turismo e che stanno portando avanti un progetto di mappatura delle festività del territorio della Riserva di Biosfera MAB Unesco Tepilora, Rio Posada e Montalbo, dove sono coinvolti 17 Comuni fra Bassa Gallura, Baronie e Barbagia. Il lavoro di ricerca sarà raccolto in un calendario dove si troveranno informazioni su percorsi naturalistici, archeologici e culturali delle diverse comunità coinvolte in un programma più ampio di turismo sostenibile.

«Non ha senso andare nelle fiere fino a quando non abbiamo un prodotto forte da presentare al mercato e da mettere a disposizione dei turisti – ha detto Paolo Griglioli della Trentino school of management-. Adesso è necessario lavorare sul territorio, non fuori dal territorio. Sono i nostri turisti che comunicano il valore dell’esperienza. Andare a prendere un cliente nuovo è molto più dispendioso rispetto a quello che abbiamo già in casa e che può promuovere il Parco. Prima di andare a chiedere comunicazione dobbiamo spendere per creare cultura dell’ospitalità e miglioramento dei servizi, così da rendere bella e quindi comunicabile un’esperienza. Se una storia, un’emozione non è instagrammabile (utilizzabile attraverso Instagram) abbiamo già perso – ha concluso Paolo Griglioli -. Questo modo di viaggiare è oggi la chiave di lettura per il futuro.»

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«Voi ci avete chiesto di poter studiare e imparare in luoghi adatti al vostro talento. Noi vi abbiamo ascoltato e con Iscol@ ci siamo organizzati per darvi risposte, per costruire insieme a voi, che siete il futuro della Sardegna, storie di successo come quella che viviamo qui oggi. Questa sarà una scuola bellissima, pensata e realizzata a partire dai vostri desideri e dai vostri disegni, una scuola aperta, inserita in un contesto ambientale e storico straordinario e destinata alle ragazze e i ragazzi di tutto questo territorio.»

Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru oggi nell’auditorium comunale di Posada alla presentazione del progetto del nuovo polo scolastico insieme al sindaco Roberto Tola, ai primi cittadini di Bitti Giuseppe Ciccolini, che è anche presidente dell’Unione dei Comuni del Montalbo, di Lodè Graziano Deiana, di Siniscola Gianluigi Farris, al vice sindaco di Torpè Tore Marras, al dirigente scolastico Vincenzo Di Giacomo, agli alunni con i genitori, agli insegnanti e ai progettisti. Secondo il progetto, inserito nell’asse 1 di Iscol@ che prevede la realizzazione di 24 scuole del nuovo millennio diffuse in tutta la Sardegna, la scuola è concepita come strettamente legata al paesaggio, un luogo di conoscenza immerso nel fascino del Parco naturale regionale di Tepilora, con l’idea di uno sviluppo equilibrato e sostenibile. «È un successo che appartiene a tutto questo territorio – ha proseguito il presidente Francesco Pigliaru ringraziando quanti hanno lavorato per raggiungere l’obiettivo, dagli amministratori agli insegnanti sino agli studenti e al team regionale di Iscol@ -, appartiene a queste comunità che stanno ragionando unite su molti fronti, dimostrando intelligenza e lungimiranza. È il modo giusto per dialogare con la Regione, e grazie a questo confronto costante con l’Unione dei Comuni siamo riusciti a fare la nostra parte in modo mirato, stanziando risorse adeguate e indirizzandole dove effettivamente servivano», ha concluso Francesco Pigliaru, citando tra gli altri gli investimenti sul rischio idrogeologico, la programmazione territoriale, la campagna straordinaria di scavi archeologici, «politiche che, come Iscol@, abbiamo portato avanti partendo dall’osservazione e l’ascolto delle esigenze delle comunità».

Il progetto, partito dalle proposte dei ragazzi, che hanno ricevuto un attestato di merito per il loro importantissimo contributo, è stato illustrato dal pool di architetti e ingeneri dello studio Metassociati, vincitori del concorso di progettazione. Nascerà un campus dell’istruzione: la scuola Primaria e quella Secondaria di primo grado saranno accorpate in una cittadella scolastica con annessi l’Auditorium, una nuova palestra e spazi verdi a disposizione degli studenti.

«È una grande soddisfazione – ha detto l’assessore della Pubblica Istruzione Giuseppe Dessena – vedere come le politiche sulla scuola prendono forma e diventano il centro nevralgico, culturale e sociale di una comunità, come quella di Posada, che oggi prende atto di un grande risultato frutto di un perfetto lavoro di squadra. Iscol@ è, soprattutto, un’azione coordinata di Regione, enti locali e mondo dell’istruzione per costruire scuole migliori e più moderne, proiettate nel territorio. Il Campus dell’istruzione, presentato oggi, ha una straordinaria valenza sociale perché incide positivamente sulla crescita di Posada e di tutti i comuni limitrofi. Voglio poi mettere in evidenza il contributo dei bambini e dei loro insegnanti che hanno offerto, nella parte iniziale di questo percorso, utili indicazioni ai progettisti, a conferma di quanto Iscol@ sia un piano condiviso in grado di svilupparsi con il contributo di tutti. Stiamo costruendo istituti più sicuri e aperti alle evoluzioni della didattica. I ragazzi – ha ribadito l’assessore Giuseppe Dessena – sono il nostro futuro, l’istruzione la base dalla quale partire.»

La nuova scuola avrà di fronte un orizzonte ampio che spazia dal borgo medievale al mare, per poi guadagnare il fiume e le montagne. Il civic center, proiettato verso il paese, ospiterà gli spazi per le attività comuni, con funzioni legate alla scuola e in parte utilizzabili anche dalla cittadinanza, i laboratori Tepilora, il laboratorio della ceramica, la biblioteca, l’aula di storia e la palestra. La biblioteca si svilupperà, grazie alla disposizione degli arredi, su spazi accoglienti dove poter svolgere l’attività di lettura per piccoli gruppi. Gli spazi aperti saranno costituiti da cortili, da utilizzare nei diversi momenti della giornata seguendo il movimento del sole. A monte della scuola è stato individuato il cortile degli orti o spazio del verde strutturato, direttamente collegato alle aule della scuola primaria. La scuola secondaria avrà un’uscita diretta sulla terrazza di copertura al di sopra della hall di ingresso che può divenire lo spazio di ricreazione all’aperto da cui si gode una vista bellissima in grado di abbracciare il mare e la montagna. Il finanziamento complessivo ammonta a 4 milioni e 500 mila euro, di cui 4 milioni e 50mila euro stanziati dalla Regione ed i restanti dal comune di Posada. L’appalto sarà bandito entro la fine del 2018. I lavori avranno inizio nella prossima primavera.

È molto stretto il rapporto con l’ambiente circostante e in particolare con il Parco naturale regionale di Tepilora di cui la scuola sarà l’ideale complemento con i laboratori dedicati alle questioni ambientali e alla sensibilizzazione sulle tematiche che riguardano lo sviluppo sostenibile. Il Parco è stato istituito nell’ottobre del 2014 grazie alla forte sinergia instaurata tra le comunità locali che l’hanno voluto, il Ministero dell’Ambiente e la Giunta, artefice della proposta di legge istitutiva. Si estende nei territori dei comuni di Bitti, Lodè, Posada e Torpè per quasi 8.000 ettari di foreste incontaminate, sentieri, sorgenti e corsi d’acqua. Il compendio, che ha ricevuto il riconoscimento di Riserva di biosfera dall’Unesco, rappresenta un valore aggiunto per la crescita economica di tutte le comunità coinvolte. Il Campus dell’istruzione sarà un ulteriore importante tassello in un quadro già ricco di slanci ed energie.

Su Iscol@ la Regione ha investito oltre 300 milioni per la realizzazione di 24 scuole del nuovo millennio, per la manutenzione e messa in sicurezza di oltre 900 istituti frequentati da circa 160.000 studenti sardi e per il rinnovo degli arredi e le attrezzature in 450 scuole. La Sardegna in questo momento è un riferimento nel panorama nazionale per quanto riguarda l’edilizia scolastica. Nessun’altra Regione ha mai fatto un intervento così massiccio in un arco temporale così ristretto (dal 2014 a oggi) con un modello di governance frutto di una piena comunanza di intenti tra istituzione regionale, mondo della scuola ed enti locali. Per i nuovi istituti in Sardegna hanno lavorato 200 progettisti.

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, domani, mercoledì 12 dicembre, con inizio alle ore 10.30, sarà a Posada per la presentazione del progetto vincitore per il nuovo polo dell’istruzione, inserito nell’Asse 1 di Iscol@. L’incontro si terrà nell’Auditorium comunale, adiacente all’istituto scolastico. Saranno presenti il sindaco Roberto Tola, gli alunni insieme ai genitori, i dirigenti scolastici, gli insegnanti ed i progettisti.

 

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Sono 27 gli eletti nelle rappresentanze sindacali unitarie dell’Aou che escono fuori dalle urne, dopo la lunga tre giorni di votazioni che, dal 17 al 19 aprile, ha chiamato a raccolta 1534 dipendenti tra infermieri e amministrativi. A raccogliere il numero maggiore di preferenze il sindacato Fsi-Usae, con 380 voti.

Due i seggi nei quali i dipendenti dell’Aou hanno espresso le loro preferenze tra i 125 candidati in campo: uno al Santissima Annunziata, dove si sono recati in 720, e l’altro alla stecca bianca, con un’affluenza di 814 votanti. Sette le liste in campo: quella della Human caring Sanità, quella della Cgil-Fp quindi Nursind, Fsi-Usae, Nursing Up, Uil-Fp e Cisl-Fp.

Il dato scaturito dallo spoglio delle schede, iniziato venerdì mattina e concluso nel primo pomeriggio, ha visto la Federazione sindacati indipendenti, organizzazione costituente della confederazione Usae, raccogliere 380 voti e conquistare ben 7 seggi.

A seguire il Nursind con 331 voti e 6 seggi quindi la Cisl-Fp con 283 voti e 5 seggi, la Cgil-Fp con 241 voti e 4 seggi, il Nursing Up con 203 voti e 4 seggi, la Uil-Fp con 48 voti e Human caring Sanità con 13 voti e nessun seggio.

La commissione elettorale, composta da Roberta Carta in qualità di presidente, Carmen Fraietta, Silvana Vargiu, Antonio Piga, Giuseppe Muzzoni e Antonello Occhioni, ha quindi proclamato gli eletti.

Per il sindacato Fsi-Usae sono Mariangela Campus, Giovanni Maria Tugulu, Pierrette Murgia, Agnese Solinas, Ciro Pianura, Francesca Piras e Rossana Dore.

Per il Nursind sono Fausta Pileri, Roberto Tola, Marco Russu, Alessandro Masala, Sergio Pinna ed Elisabetta Cocco.

Per la Cisl-Fp gli eletti sono Antonio M. Monni, Maria Lina Virdis, Giovanni M. Sardu, Pischedda Marco e Rita Bosca.

Tra le fila della Cgil-Fp sono stati eletti Pierina Mura, Ida L. Spanedda, Cinzia Tomagra e Mauro Loriga.

Per il Nursing Up sono stati eletti Davide Ruzzu, Alessandro Nasone, Rita Ruggiu e Giandomenico Congiu.

Per la Uil-Fp entra infine Piero Cozzula.

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incontro su diga Maccheronis

L’assessore regionale dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, ha annunciato oggi che domani verrà portata in Giunta la proposta di modifica del piano di laminazione statica attualmente applicato per la diga di Maccheronis che ricade nei territori di Posada e Torpè. «La modifica – ha sottolineato l’assessore dei Lavori pubblici – permetterà il superamento delle soglie di riempimento prefissate, consentendo in tal modo un maggior riempimento dell’invaso, per un periodo limitato, con un contestuale incremento delle misure di Protezione Civile in capo ai sindaci e alla Regione».

Alla riunione svoltasi oggi per affrontare la situazione, hanno preso parte, oltre all’esponente della Giunta, i sindaci di Torpè, Omar Cabras, e di Posada, Roberto Tola, i rappresentanti di Enas, Arpas, Protezione Civile, Agenzia del Distretto Idrografico della Sardegna e del Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale.

«L’obiettivo primario, in questa fase – ha spiegato Edoardo Balzarini – è quello di garantire l’esigenza della tutela della sicurezza delle popolazioni residenti a valle dell’invaso e, nel contempo, di salvaguardare la disponibilità della risorsa idrica in un momento particolarmente critico per il sistema produttivo di quei territori seriamente condizionato da ricorrenti fenomeni di siccità.»

La proposta che domani sarà esaminata dall’esecutivo prevede, con un rapporto di stretta collaborazione tra enti e istituzioni, la sospensione temporanea del rilascio dell’acqua dalla diga di Maccheronis. Nel concreto si pensa di aumentare gradualmente nei prossimi giorni il livello dell’ acqua presente nel bacino da quota 38 metri sul livello del mare (così come previsto per il mese di febbraio dall’attuale piano di laminazione) a 40,5 metri sul livello del mare (quota prevista nel piano per il mese di marzo). Sulla base delle attuali previsioni meteorologiche si ipotizza di incamerare nell’immediato 5 milioni di metri cubi d’acqua e, successivamente, altri 5 milioni.

«Tutto questo – ha aggiunto l’assessore dei Lavori pubblici – in attesa della piena operatività della strumentazione idropluviometrica, in carico ad Arpas, sul Rio Posada che consentirà di ottenere un sistema informativo più preciso sulla diga e un migliore controllo delle situazioni di piena. E’ necessario che Arpas porti rapidamente a termine questo progetto che deve essere operativo entro la fine dell’estate per essere fruibile – ha concluso Edoardo Balzarini – all’inizio della prossima stagione autunnale.» 

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Il collegio Ipasvi di Sassari, Olbia e Tempio ha rinnovato le sue cariche e ha eletto, per il secondo mandato consecutivo, Piero Bulla alla carica di presidente. Il collegio degli infermieri nei giorni scorsi ha chiamato a raccolta gli oltre 3mila iscritti del Nord Sardegna, anche per dare una nuova composizione al direttivo e al collegio dei revisori dei conti.
Assieme alla conferma del presidente uscente, che resterà in carica per altri tre anni, il risultato scaturito delle urne vede Miriam Ada Porcu alla carica di vicepresidente, Gianluca Chelo a quella di segretario, Roberto Tola tesoriere e Pier Gianni Piga a presidente dei revisori dei conti.
Il consiglio direttivo sarà composto dai consiglieri Letizia Contini, Sonia Desiderio, Nicola Lezzeri, Maria Sara Madeddu, Marco Mura, Alessandro Nasone, Margherita Nurra, Pier Paolo Paoni, Rita Ruggiu, Giuseppe Pinna, Tiziana Zirone.
Il consiglio dei revisori dei conti invece sarà composto da Angela Atzori, Maria Antonietta Vargiu e Giulia Bulla revisore supplente.
Il triennio appena concluso ha visto il direttivo uscente impegnato in numerose attività di promozione della figura infermieristica e in giornate formative, durante le quali sono state messe in evidenza le novità normative che riguardano gli infermieri e i cittadini. Tra i vari argomenti affrontati il Ddl Lorenzin, la riforma della sanità a livello regionale con la novità introdotte dalla nuova rete ospedaliera, il comma 566 della legge di Stabilità 2015, la stesura del nuovo codice deontologico, la libera professione e l’apertura di nuovi ambulatori infermieristici nel Nord dell’isola.
«Per i prossimi tre anni – ha detto Piero Bulla – ci aspettano nuove sfide da affrontare. In cima alla lista l’eventuale passaggio da Collegio a Ordine quindi la lotta all’abusivismo che ci vede impegnati in prima fila come Collegio anche livello nazionale: sono infatti oltre 5mila in Italia i falsi professionisti, una situazione che mette a rischio l’assistenza ai pazienti.» 

Tra le novità che attendono il direttivo sassarese anche la promozione del ruolo dell’infermiere specialista e le competenze avanzate. «Si andrà avanti con lo spirito di cambiamento continuo, del quale la nostra professione ha bisogno. Ringraziamo tutti i colleghi che hanno espresso il loro voto – ha concluso Piero Bulla – ed auspichiamo un futuro ricco di novità per la professione infermieristica».

Larboi, comune di Domus De Maria.

Larboi, comune di Domus De Maria.

 Il Poetto di Cagliari.
#Goletta Verde promuove il mare sardo, solo 3 dei 29 punti campionati sono risultati inquinati. Il quadro emerso dall’esito del monitoraggio scientifico effettuato nelle acque della Sardegna premia gli sforzi messi in campo negli ultimi anni sul fronte della depurazione. Due siti sono giudicati “fortemente inquinati”, il primo a Valledoria, alla foce del rio Cuggiani, in località San Pietro a mare, il secondo alla foce del fiume Silis a Sorso. Inquinato, invece, il prelievo effettuato a Tresnuraghes allo sbocco del canale sulla spiaggia di Porto Alabe.
In tema di mare, anche quest’anno la Sardegna si conferma al top anche nella #Guida Blu di Legambiente e #Touring Club, dove svetta ancora sul podio il comune di #Posada, premiato questa mattina con la consegna delle “5 vele”, un riconoscimento assegnato anche ad altri tre comuni sardi: #Bosa, #Baunei e #Domus De Maria. Addirittura imbattibile la regione nella classifica dei comprensori turistici con ben cinque distretti nella top ten: al primo posto il #Golfo di Orosei, #Ogliastra e #Baronia.

La campagna di #Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, è stata realizzata anche grazie al contributo del COOU, #Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che in questi giorni ha fatto tappa in Sardegna, oltre che per verificare lo stato di salute del mare, anche per ribadire l’importanza di accrescere la rete di aree marine protette, del rafforzamento della salvaguardia degli ecosistemi costieri e della necessità di  avviare al più presto una riduzione delle servitù militari con la contestuale bonifica delle zone interessate. L’istantanea regionale sulle acque costiere dell’equipe tecnica della Goletta Verde è stata presentata questa mattina a #Cagliari, nel corso di una conferenza stampa, da Serena Carpentieri, portavoce di #Goletta Verde e Marta Battaglia, direzione Legambiente Sardegna. Nel corso dell’incontro è stata consegnata al sindaco di #Posada, Roberto Tola, la bandiera con le “5 vele”, simbolo d’eccellenza della #Guida Blu.

«Così come capita da anni, il nostro monitoraggio in Sardegna ci consegna una fotografia quasi perfetta, a testimonianza che la regione gode complessivamente di un adeguato sistema di depurazione – spiega Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde -. Questo non significa che sia tutto perfetto e che quindi ci si può fermare, come dimostra il caso del sequestro del depuratore de #La Maddalena. Occorre risolvere le criticità che abbiamo individuato e capire al più presto le cause del carico batterico rilevato. Tra l’altro, proprio alla vigilia della stagione balneare, anche l’Unione Europea ha nuovamente avviato una procedura di infrazione ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane, dopo già due condanne a carico del nostro Paese. La procedura coinvolge anche 64 agglomerati urbani sardi, per i quali secondo l’Ue non è stato dimostrato che tutto il carico generato riceve un adeguato trattamento secondario. Questa Regione ha già fatto più volte da apripista in Italia sul tema della depurazione e della difesa del proprio paesaggio, proprio per questo confidiamo che si prosegua su questa strada e si possa far sempre meglio. Le magnifiche coste dell’isola fanno gola a molti ed è bene mantenere alta la guardia.»

L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è individuare i punti critici di una regione, analizzando il carico batterico che arriva in mare. #Legambiente, è bene ribadirlo effettua un’istantanea che non vuole sostituirsi ai monitoraggi ufficiali e non assegna patenti di balneabilità. È evidente, però, che i punti critici evidenziati dai monitoraggi – che nel caso della foce del Rio Cuggiani si è ripetuto anche lo scorso anno – meritano un approfondimento da parte degli enti competenti.

I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente nei giorni 27, 28, 30 giugno e 1 luglio. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.

Sono sei, in totale, i punti analizzati in provincia di Cagliari, tre dei quali nel capoluogo (al #Poetto, di fronte ospedale marino, alla spiaggia #Calamosca e allo sbocco canale stagno di Cagliari, in località #Giorgino). Gli altri punti monitorati sono stati quelli nei comuni di #Pula (sia alla spiaggia nei pressi della foce che alla foce del Rio Pula) e #Villaputzu (spiaggia nei pressi della foce del fiume #Flumendosa, in località #Porto Corallo). Entro i limiti di legge anche i tre campionamenti in provincia dell’Ogliastra: a Lotzorai (alla spiaggia nei pressi della foce del #Rio Girasole in località #Iscrixedda) a #Tortolì (spiaggia nei pressi della foce del Rio Foddeddu) e a #Tertenia (spiaggia di #Serralla). Tre i punti analizzati anche in provincia di #Oristano. Tranne quello a Tresnuraghes già citato, sono risultati nella norma le acque prelevate nel capoluogo (#Foce Tirso a #Torre Grande e #Marina di Torre Grande, allo sbocco del canale #stagni di Cabras). Sette i punti in provincia di Olbia Tempio, anche qui tutti nella norma: a #San Teodoro (spiaggia Isuledda a Puntaldia, spiaggia fronte sbocco canale a #Cala D’Ambra e alla spiaggia #La Cinta di Puntaldia); a Olbia (spiaggia nei pressi della foce #Pittulongu e alla foce del Rio Bados) e a Trinità D’Agultu (in località #Costa Paradiso, alla spiaggia e alla foce del fiume #Li Cossi). Dei sei punti monitorati in provincia di Sassari, oltre i due fortemente inquinati di #Valledoria e #Sorso, gli quattro sono risultati nella norma: sempre a #Valledoria (foce fiume #Coghinas, località #San Pietro a Mare); a #Sassari (spiaggia di #Platamona, fronte stabilimento diroccato); ad #Alghero (sbocco porto canale a #Fertilia e alla #spiaggia di Maria Pia). Entro i limiti di legge, infine, i prelievi effettuati a #Bosa, in provincia di Oristano (alla foce del #fiume Temo ed alla spiaggia di #Bosa Marina).

La tappa di Goletta Verde in Sardegna è stata anche l’occasione per ribadire la necessità di proseguire nella tutela delle coste della regione che si avvale già di un piano paesaggistico tra i più avanzati in Italia. Di esempi virtuosi ve ne sono tanti, a partire proprio dai comuni premiati da #Legambiente e #Touring Club nell’annuale “Guida blu – Il mare più bello” con le “5 vele” e che vede da anni primeggiare la Sardegna. #Posada (Nu) si piazza al terzo posto in Italia, sul podio della classifica delle località peninsulari e delle isole maggiori. “5 vele” sventolano però anche a #Baunei, a #Bosa e a #Domus de Maria, new entry del 2014. La Sardegna è addirittura imbattibile nella classifica dei comprensori turistici con ben 5 distretti nella top ten. Al primo posto c’è il #Golfo di Orosei, #Ogliastra e #Baronia e a seguire #Sinis e Arburese; #Golfo degli angeli; #Sulcis Iglesiente e #Costa Nord Occidentale e #Parco dell’Asinara. Questa mattina, come già sottolineato, Legambiente ha consegnato questa mattina l’ambito vessillo delle “5 vele” al sindaco di Posada, mentre ieri era stato consegnato al primo cittadino di #Domus de Maria.

«La riconferma delle tante “5 vele” che sventolano in questa regione sono la dimostrazione che le battaglie avviate negli anni passati ormai hanno portato i frutti sperati – dice Marta Battaglia, del direttivo di Legambiente Sardegna -. Un risultato che però non deve assolutamente far abbassare la guardia. Gli splendidi panorami di quest’isola, il suo mare cristallino e i tanti esempi di buone pratiche nel campo della sostenibilità ambientale rischiano sempre di subire gli attacchi  di speculazioni e cemento. È quindi fondamentale mantenere alta l’attenzione e convogliare le esperienze raccolte e dare inizio ad una nuova fase che possa fungere da volano per l’economia turistica oltre che per la protezione della biodiversità. Durante la tappa di Goletta Verde in Sardegna abbiamo chiesto proprio questo: la necessità di estendere sempre più le aree marine protette, difendere, correggere e rafforzare ulteriormente le misure di tutele del Piano Paesaggistico Regionale del 2006 che è ancora un esempio a livello nazionale. Lo abbiamo chiesto alla Regione proprio durante la sosta di Goletta Verde a Cagliari e le dichiarazioni dell’assessore regionale all’Urbanistica #Cristiano Erriu di ieri circa l’impegno a rafforzare ancora di più il #Piano Paesaggistico regionale ci rassicurano. Speriamo che la politica riparta anche dagli insegnamenti che ancora dobbiamo trarre in tema di difesa del territorio, anche alla luce delle ultime alluvioni che hanno messo in ginocchio diversi centri dell’isola.»

Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che da 30 anni si occupa della raccolta e del riciclo dell’olio lubrificante usato su tutto il territorio nazionale, è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. «La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione», spiega Antonio Mastrostefano, direttore della Comunicazione del COOU. L’olio usato si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. «Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche». A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Lo scorso anno in Sardegna il COOU ha raccolto 3.143 tonnellate di olio usato – 1.585 in provincia di Cagliari, 1.079 a Sassari, 272 a Oristano e 207 a Nuoro – evitandone così lo sversamento nell’ambiente.

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