22 December, 2024
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Si chiamano Nuraghe, Shardana e Pratosardo le nuove varietà vegetali nate dalle sperimentazioni sul miglioramento genetico portate avanti prima in laboratorio e poi in campo dai ricercatori dell’Agenzia regionale Agris Sardegna e presentate oggi alla stampa e agli agricoltori, alla presenza del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria, nell’azienda Agris di San Michele, tra i territori di Ussana e Donori. Nuraghe e Shardana sono due nuove varietà di grano duro, mentre Pratosardo (chiamata così per il nome della località dove è stata coltivata alle porte di Nuoro) è una nuova varietà di medica poliforma. Le tre new entry del panorama agricolo isolano sono state iscritte da Agris nel Registro Nazionale Varietale italiano.

Ad aprire i lavori, il direttore generale dell’Agenzia di ricerca in agricoltura, Roberto Zurru, che ha raccontato la lunga storia dell’azienda San Michele e le numerose attività di ricerca che per quasi 90 anni hanno permesso di coltivare in quelle terre le più importanti novità della cerealicoltura sul piano regionale e nazionale degli ultimi decenni e di registrare 8 nuove varietà di grano. I ricercatori Marco Dettori e Mirella Vargiu, hanno illustrato, rispettivamente, le principali caratteristiche delle nuove varietà di grano duro “Nuraghe” e “Shardana” e della medica polimorfa “Pratosardo”.

Ha sottolineato l’importanza del lavoro di ricerca portato avanti da Agris, il presidente Francesco Pigliaru, definendolo «un tassello davvero essenziale per evitare di rimanere indifesi davanti alla concorrenza internazionale. Dalla ricerca, che è già un valore in sé, ma da solo insufficiente, è importante fare un ulteriore sforzo collettivo per capire come mantenere o rilanciare il settore cerealicolo in Sardegna. Sappiamo che la produttività è migliorata, ma registriamo anche una forte riduzione della superficie coltivabile, avvenuta tra il 2008 e il 2011. Serve la condivisione di tutti, coltivatori, industriali, politica, su un vero ‘piano industriale’ del comparto, che individui su quali azioni, quali tecnologie, quali mercati di sbocco puntare insieme per guadagnare competitività e quote di mercato,  per espandere  la produzione puntando sulla qualità e su margini adeguati. Abbiamo un potenziale importante – ha concluso Francesco Pigliaru – come testimoniano questi nuovi prodotti con caratteristiche uniche, ed è importante valorizzarlo».

«L’iscrizione di queste nuove varietà premia il lavoro e riconosce le preziose attività di ricerca svolte in questi anni dagli studiosi di Agris – ha detto Pier Luigi Caria –. La mancanza di unità fra gli agricoltori indebolisce ancora di più la fase di contrattazione del prezzo, soprattutto del grano duro, nella fase della vendita. Creare massa critica fra i produttori primari è la vera scommessa che deve affrontare tutto il settore. Come politica abbiamo cercato di sostenere il comparto dopo aver incontrato e sentito i portatori di interesse. Abbiamo approvato proprio ieri una delibera che con oltre 1 milione di euro sostiene le filiere dei grani antichi, cereali minori, grano tenero e leguminose da granella. La prossima settimana porteremo in Giunta un’altra delibera che con 1milione e 600mila euro sostiene la filiera del grano duro. Siamo disponibili a ragionare – ha concluso Pier Luigi Caria – su proposte e idee che vengano dal basso e che riguardino anche l’avvio di Organizzazioni di produttori.»

Gli interventi migliorativi sulla genetica delle varietà di grano duro tiene sempre più conto delle necessità, anche salutistiche, e delle evoluzioni alimentari nei gusti dei consumatori. Creare nuove varietà di grano duro significa inoltre valorizzare le produzioni di pani e delle diverse paste tradizionalmente legate a determinati territori, tutelando quindi la variegata storia agroalimentare della Sardegna. Questi miglioramenti genetici sia sul grano duro e sia sulla medica poliforma devono inoltre essere inseriti nei contesti climatici delle zone di coltivazione, garantendo efficienza e sostenibilità produttiva, sul piano economico per gli agricoltori e ambientale per l’intero ecosistema ospitante.

Il miglioramento genetico delle specie agrarie è una attività complessa che richiede alta specializzazione, tempi di attuazione molto lunghi e mancata certezza di risultati positivi a causa dell’aleatorietà delle condizioni meteo-climatiche, agronomiche ed economiche. Per questo, l’iscrizione al Registro Nazionale Varietale deve essere considerato come un risultato di prestigio e un importante riconoscimento della ricerca svolta in Sardegna in ambito agronomico sotto la supervisione del ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo. La disponibilità di nuove varietà adatte agli ambienti di coltivazione della Sardegna permette di rafforzare il settore sementiero locale, mette a disposizione degli agricoltori genotipi adatti alla specificità delle condizioni climatiche ed agronomiche della Sardegna e implementa le costituzione di filiere corte locali a marcato carattere identitario.

L’iscrizione nel Registro Nazionale Varietale permetterà, nel caso del grano duro, di mettere a disposizione degli agricoltori sardi grani di ottima potenzialità produttiva e di qualità tale da soddisfare la domanda di grani duri locali per sostenere la crescente richiesta di pani e pasta da filiera corta.

Nel caso della medica polimorfa Pratosardo gli agricoltori e allevatori sardi potranno fruire di semente di alta qualità in grado di ridurre la dipendenza da mangimi di provenienza esterna, oltre a offrire agli industriali sementieri regionali una ulteriore e importante opzione commerciale per la quale è prevista nei prossimi anni una domanda in forte crescita.

Karalis: esempio virtuoso di una varietà di grano duro tutta sarda. Per selezionare una nuova varietà di grano sono necessari dai 10 ai 12 anni di lavoro, partendo dall’incrocio fino all’iscrizione finale nel Registro varietale. A Ussana, da oltre 10 anni, è stata selezionata da Agris la varietà Karalis: attualmente la più coltivata in Sardegna. Dal 2003 al 2017 sono stati prodotti 80.185 quintali di seme certificato di Karalis. Quindi, nello stesso periodo, sono stati prodotti oltre 1milione e 600mila quintali di grano duro di tale varietà per l’ammasso. Ciò significa che su una produzione media in Sardegna di 7milioni di quintali almeno 1quintale su 7 è rappresentato dalla varietà Karalis.

 

 

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Mercoledì 14 novembre, alle ore 10.00, nell’azienda sperimentale San Michele di Ussana, l’Agenzia Agris Sardegna presenterà alla stampa e agli imprenditori agricoli del territorio i più recenti risultati delle attività di miglioramento genetico su grano duro e medica portate a compimento dai ricercatori Agris con la registrazione di alcune nuove varietà. Parteciperanno all’incontro, il presidente Francesco Pigliaru, l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, il direttore generale di Agris, Roberto Zurru.

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La Giunta regionale ha approvato il piano stralcio per il 2018 delle attività di comunicazione istituzionale integrata del Sistema Regione, che si occuperà di rendere note ai cittadini le principali attività istituzionali dell’Amministrazione regionale. Con 100mila euro sarà finanziata la manifestazione “Futura Sassari”, con cui l’istituto agrario Pellegrini di Sassari rappresenterà il progetto Iscol@ all’interno del piano nazionale di scuola digitale: un evento di tre giornate di incontri e seminari con gli esperti del settore, con spazi dedicati alle scuole della Sardegna, per evidenziare quanto realizzato nel settore dell’edilizia scolastica e dell’innovazione didattica. Sempre all’interno di Iscol@, è stato deciso di utilizzare per il nuovo piano di edilizia scolastica le somme derivanti dalle sanzioni per gli interventi in ritardo di attuazione, 330mila euro, per il nuovo piano di edilizia scolastica. Sono stati inoltre rimodulati 32 milioni di euro del Fondo per lo sviluppo e coesione su una serie di interventi con scadenza di spesa ravvicinata e approvata la ripartizione fra i comuni della Sardegna dei contributi alle Regioni maggiormente oberate da vincoli e attività militari per gli anni 2015-2018.

Saranno destinati alle azioni per le politiche giovanili quasi 280mila euro dei quali 200 di fondi regionali e quasi 80mila del Fondo nazionale Politiche giovanili, in base all’APQ tra l’Amministrazione regionale e la Presidenza del Consiglio dei ministri. Ha stabilito così l’esecutivo su proposta dell’assessore della Cultura Giuseppe Dessena. Le risorse saranno utilizzate nell’attività di programmazione di interventi mirati alla realizzazione di forme di aggregazione giovanile, per migliorare le occasioni di incontro e ancora ci sarà un finanziamento dedicato ai progetti alla promozione delle attività di orientamento e placement ed alla prevenzione del disagio e il sostegno dei giovani talenti.
Sono stati inoltre finanziati i comuni di Cagliari e Sassari per l’assegnazione di posti gratuiti di studio per convittori e semiconvittori al Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele” di Cagliari e “Canopoleno” di Sassari con risorse per 222mila euro: 97,5mila saranno assegnati a Cagliari, e 125mila a Sassari. L’esecutivo ha dato inoltre il nulla osta all’esecutività della deliberazione del Consiglio di amministrazione dell’E.R. S.U. di Sassari per l’approvazione del rendiconto 2017, indicando quale destinazione della quota di avanzo di amministrazione disponibile la copertura del fabbisogno finanziario dell’intervento “ERSU_TT” per un importo di 6.783.895,68, di cui euro 5.775.643,00 per l’area San Lorenzo, e 1.008.252,68 euro per l’area ex Fondazione Brigata Sassari e per la restante parte per l’erogazione di borse di studio e altri contributi e servizi per gli studenti. Approvati, infine, criteri e modalità di ripartizione delle risorse per l’annualità 2018 sulle norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche.
Su proposta dell’assessore Lugi Arru, è stato approvato l’atto di programmazione dei servizi necessari per l’attuazione del REI 2018-2020, finanziati nei limiti delle risorse della quota per la Sardegna del Fondo Povertà (poco più di 9 milioni). Con 200mila euro viene rifinanziato il programma d’interventi per favorire l’inclusione sociale e abitativa delle famiglie appartenenti alle popolazioni nomadi, mentre 500.000 euro rifinanziano il progetto Overdenture, realizzato dall’Aou di Cagliari, per apparecchi dentali a cittadini economicamente svantaggiati.
Come proposto dall’assessora Donatella Spano, l’Esecutivo ha deliberato che la sede della stazione del Corpo forestale per la giurisdizione su Assemini, Capoterra, Decimomannu, Decimoputzu, Uta e Villaspeciosa sarà spostata da Capoterra a Uta, in locali più adeguati alle attività lavorative.
Espressa l’intesa con l’Ufficio Circondariale Marittimo di Carloforte sull’aggiornamento, per il periodo 2018-2021, del Piano di raccolta e di gestione dei rifiuti e dei residui del carico prodotti dalle navi che fanno scalo nel porto di Carloforte e del porto turistico di Villamarina. E’ stata prorogata, con totale richiamo delle prescrizioni, l’efficacia temporale della delibera 16/21 del 9 aprile 2013, relativa all’intervento “Opere idrauliche a protezione dell’abitato – Canale diversivo a monte dell’abitato”, proposto dal comune di Nuraminis. Approvata, infine una modifica all’articolo 10 delle Prescrizioni regionali antincendi: in caso di sopraggiunte variazioni delle condizioni meteorologiche o di previsione di pericolosità a codice arancione o rosso, può essere disposta una temporanea sospensione delle autorizzazioni all’uso del fuoco già rilasciate dandone tempestivo avviso agli interessati.
Via libera alle direttive di attuazione per l’avvio della procedura di costituzione in Sardegna della DMO, Destination Management Organization. Sempre su proposta dell’assessora Barbara Argiolas sono stati programmati una serie di interventi di promozione della destinazione Sardegna.
Via libera su proposta dell’assessora Maria Grazia Piras al piano industriale di Igea per il triennio 2017-2021 e alla legge di semplificazione 2018. I dettagli di entrambe saranno resi noti in conferenza stampa dopo la pausa estiva.
Come annunciato ieri mattina a Ottana dall’assessore Virginia Mura, sono state approvate due delibere per i lavoratori dell’area di crisi. La prima, per i 130 ex lavoratori del Polo industriale non sostenuti dagli ammortizzatori sociali ordinari e in deroga, e che si trovino in una situazione di ridotta occupazione successiva al licenziamento, è finanziata con la legge regionale 25 approvata a fine luglio dal Consiglio e stanzia 2 milioni e 315mila euro. Prevede che i 130 possano usufruire di una delle seguenti misure: un contributo economico una tantum a compensazione della ridotta rioccupazione successiva al licenziamento, la partecipazione ad interventi di politica attiva del lavoro, l’impiego nei cantieri comunali. La seconda delibera riguarda invece i lavoratori dell’intera area vasta, stanzia 2 milioni per tre tipi di misure: bonus occupazionali e incentivi assunzionali (per soggetti con alto livello di occupabilità e over 55); assegni formativi (formazione rivolta a soggetti con basso livello di occupabilità, tirocini per soggetti con basso livello di occupabilità ma con competenze facilmente spendibili in azienda, percorsi formativi per l’autoimprenditorialità); servizi per l’avvio d’impresa. La suddivisione delle risorse e i dettagli degli interventi sono stati perfezionati con il contributo del territorio raccolto durante l’incontro di questa mattina.
Su proposta dell’assessore Pier Luigi Caria, la Giunta ha concesso il nulla osta all’esecutività della determinazione del direttore generale dell’Agenzia Agris Sardegna, Roberto Zurru, con la quale è stato approvato il bilancio di previsione per gli anni 2018-2020 dell’Agenzia.

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https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10217199638050960/

Per la prima volta nella storia del comparto ovicaprino sardo si hanno a disposizione i dati sulle produzioni del latte dell’intero settore: 331milioni 907mila 381 litri per l’annualità 2015-16 e 317milioni 464mila 776 litri per quella del 2016-17. Il report è stato illustrato oggi durante una conferenza stampa a cui hanno partecipato l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, i direttori generali dell’Assessorato e dell’Agenzia Agris Sardegna, Sebastiano Piredda e Roberto Zurru, e il presidente dell’Organismo interprofessionale latte ovino sardo (Oilos), Salvatore Pala.
Il singolare risultato è frutto del provvedimento messo in campo lo scorso autunno dalla Regione che, con uno stanziamento di 13euro a capo ovicaprino per un totale di 45milioni di euro, è intervenuta per aiutare le aziende colpite dal calo del prezzo del latte e dalla siccità con danni ingenti alle foraggere in primavera ed estate. Nella presentazione della domanda per il finanziamento dei 13euro infatti era stato chiesto ai pastori di inviare le fatture sulle produzioni del latte, rilasciate dai trasformatori, per le stagioni 2015-2016 e 2016-2017, così da conoscere le produzioni reali. Obiettivo della raccolta dati è quello di renderli pubblici per i diversi portatori di interesse da un lato e di consegnarli quindi all’Organizzazione interprofessionale latte ovino sardo (Oilos) così da attivare tutte le procedure per governare il mercato del settore ragionando sulle diverse trasformazioni casearie. Per completare al meglio l’analisi produttiva, i pastori che trasformavano il proprio latte in formaggi per la vendita diretta dovevano presentare le fatture, in caso di autoconsumo (cifre comunque assai risicate) era necessario inviare una autocertificazione che tenesse conto del numero dei capi presenti in azienda.
Sono pervenute all’Agenzia Agris Sardegna, incaricata di raccogliere e rielaborare i dati delle fatture di pagamento del latte, 10mila 608 domande (8.743 da aziende ovine e 1.865 da caprine, dove il 13% del totale delle aziende consiste in allevamento misto), su circa 12mila 267 imprese del comparto registrate nell’Isola. Per l’annata 2015-2016 è stata dichiarata una produzione di 297milioni 33mila e 730 litri di latte (279milioni 850mila 647 litri da ovini e 17milioni 183mila 83 litri da caprini). Per la stagione 2016-2017 è stata invece dichiarata una produzione leggermente più bassa con 284milioni 108mila 616 litri. Le ripartizioni che riguardano il numero dei capi interessati dalle domande sono basate sull’annualità 2015-2016, con l’ultimo aggiornamento disponibile nella Banca dati nazionale (Bdn) delle anagrafi zootecniche. Le dichiarazioni hanno quindi riguardato 2milioni 747mila 236 capi di cui 2milioni 548mila 808 pecore e 198mila 428 capre. La consistenza media del gregge si è attestata su 259 unità che diventano 292 per le realtà ovine e 106 per quelle caprine. La produttività media a capo presente in azienda, che tiene conto anche degli animali improduttivi come rimonte o montoni, è stata di 108 litri nel 2015-2016 e 103 litri nel 2016-2017. Nello specifico si ha una media di 110 litri per le pecore e di 87 per le capre. Se invece si tiene conto dei soli capi stimati in lattazione si hanno 169 litri a capo nel 2015-2016 e 162 nel 2016-2017, con 172 litri per pecora e 135 per capra.
Nella prima annualità sono 465 le aziende che hanno dichiarato di trasformare il latte in proprio con circa 10milioni 328mila 574 litri (3,48%), mentre salgono a 618 nella seconda stagione con 9milioni 973mila 731 litri (3,51%). Sempre con riferimento alla stagione 2015-16 per il settore ovino sono trasformati in proprio 9milioni 236mila 298 litri e per quello caprino 1milione 92mila 276 litri.
Sono state 1.659 (circa il 14% delle totale registrato in Sardegna) le aziende che non hanno presentato la domanda sui 13euro: 1407 ovine e 252 caprine. Alla luce dei dati disponibili, l’Agenzia Agris ha elaborato una stima sui litri di latte prodotti dalle imprese che non hanno comunicato le fatture: nel 2015-16 dovrebbero essere 34milioni 873mila 651, mentre scendono a 33milioni 356mila 161litri nell’annata 2016-17. La prima stagione è così stimata: 32milioni 856mila 248 per gli ovini e 2milioni 17mila 403 per i caprini.
Attraverso la Bdn si è risaliti alla consistenza totale dei capi che con l’ultimo aggiornamento della stagione 2015-16 determina una consistenza di bestiame ovicaprino di 3milioni 73mila e 486 capi. Di questi, 2milioni 851mila e 517 sono pecore e 221mila 969 sono capre. Gli animali sono allevati in 12mila 267 aziende di cui 10mila 150 (83%) sono ovine e 2mila 117 sono caprine (17%). È bene ricordare che circa il 13% del totale delle aziende allevano sia pecore e sia capre.
Le produzioni totali, frutto della somma dei dati reali e delle stime elaborate su di essi (stime che riguardano circa il 14% delle aziende), dicono che in Sardegna si sono prodotti 331milioni 907mila 381litri di latte nel 2015-16 e 317milioni 464mila 776 litri nel 2016-17. Sempre in base alla ripartizione della prima stagione, il 94% del latte è ovino (312milioni 706mila 895 litri) e il 6% è caprino (19milioni 200mila 486 litri).
«Ora che abbiamo i numeri si può finalmente ragionare su una programmazione seria e puntuale della produzione del latte che per decenni ha subito speculazioni e chiacchiericci dove a pagarne sempre le conseguenze sono stati i pastori con saliscendi del prezzo del latte intollerabili». Lo ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, che ha aggiunto: «Il risultato storico raggiunto ci obbliga adesso a continuare lungo questa strada: dobbiamo fare in modo che i dati siano aggiornati anno dopo anno. Dobbiamo costruire con i portatori di interesse e in collaborazione con le istituzioni nazionali degli strumenti normativi che ci permettano di raccogliere periodicamente gli andamenti della produzione del latte. Con i numeri in mano – ha concluso l’assessore – possiamo finalmente costruire le migliori condizioni che diano stabilità a un comparto così importante per le economie e la storia della nostra terra». 
«Una maggiore conoscenza delle caratteristiche produttive del comparto – ha spiegato il direttore generale di Agris Sardegna, Roberto Zurru – permetterà una programmazione delle attività di ricerca ancor più finalizzata alle esigenze specifiche delle nostre aziende. Come Agenzia – ha concluso – utilizzeremo al meglio questi risultati per affiancarli quotidianamente alle attività di ottimazione delle produzioni che da anni portano avanti i nostri tecnici.» 
«Ritengo che i dati presentati oggi siano verosimili». Così il presidente dell’Organismo interprofessionale latte ovino sardo, Salvatore Pala, che aggiunto: «È chiaro che tali dati dovranno essere ancora affinati, ma questa è la base essenziale affinché Oilos inizi a lavorare e a concretizzare tutto quello che il nostro mondo si aspetta: una seria programmazione, provando a gestire le fasce di mercato per capirle e individuare così come trasformare il latte». 

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Gli stati maggiori della filiera lattiero-casearia ovina sarda si sono incontrati oggi in Regione in occasione del Tavolo del latte convocato dell’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, per fare il punto sullo stato di salute del comparto, con la chiusura dell’ultima campagna ormai in vista e alle porte della prossima stagione 2018-2019.
Tutti intorno a un tavolo per ragionare innanzitutto su produzioni del latte e trasformazione dei formaggi, tenendo sempre ben a mente i margini di tenuta o di crescita dei mercati nell’ottica di garantire un prezzo del latte dignitoso per i pastori. Ai lavori hanno partecipato, oltre a Pier Luigi Caria, i direttori generali dell’Assessorato e delle Agenzie Agris, Argea e Laore, i rappresentanti delle associazioni di categoria agricola, del mondo della cooperazione, quindi Abi e ConFidi. E poi l’Oilos, le organizzazioni dei produttori dei pastori, la trasformazione privata e cooperativistica, i Consorzi di tutela di Pecorino romano, Fiore sardo e Pecorino sardo, e altri portatori di interesse.
Il direttore generale di Agris Sardegna, Roberto Zurru, ha illustrato alcuni dati, ancora in elaborazione e che saranno presentati nei prossimi giorni, sulle produzioni del latte ovino in Sardegna nelle ultime stagioni. Pier Luigi Caria ha quindi invitato tutti i presenti a «misurare le dichiarazioni e i commenti sugli andamenti produttivi di latte e formaggi, poiché spesso capita che certe notizie, date anche in buona fede, possono causare danni al precario equilibrio della filiera».
«Con ragionamenti oculati e con una programmazione delle produzioni casearie attenta – ha concluso l’assessore – si possono affrontare i prossimi mesi con maggior forza e stabilità.»
Durante il lungo faccia a faccia si è parlato di Pegno rotativo e diversificazione delle produzioni, di programmi per l’internazionalizzazione delle vendite dei formaggi e di nuove collaborazioni con il neo ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio.
La Sardegna, con circa 3milioni di pecore allevate sull’Isola, produce ben oltre la metà del latte ovino d’Italia. Questa materia prima viene trasformata per circa il 60% nelle tre DOP casearie sarde, mentre la parte rimanente, se lavorata e non rivenduta come latte grezzo fuori regione, è utilizzata per altri tipi di formaggi.

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«Il mondo delle campagne isolano, per stare al passo con i tempi e con i competitor nazionali ed esteri, ha bisogno di puntare su un ricambio generazionale che valorizzi l’istruzione, la formazione e l’utilizzo delle nuove tecnologie. Un’agricoltura istruita che riduca i costi d’impresa e renda più dinamiche le nostre aziende sul piano produttivo e commerciale.»
Lo ha detto oggi, ad Arborea, l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, intervenendo alla due giorni di lavori organizzata dalla Rete degli Istituti agrari della Sardegna dove si è discusso di riforma dell’istruzione professionale, di contabilità delle aziende agrarie. All’appuntamento hanno partecipato tutti i dirigenti scolastici, i direttori delle aziende agrarie e i direttori dei servizi Generali e amministrativi delle scuole.

La Rete, costituita da 22 Istituti agrari tecnici e professionali del territorio regionale, conta oltre 3.600 studenti frequentanti. Il Duca degli Abruzzi di Elmas è stato individuato come Istituto capofila della Rete stessa che ha l’obiettivo di condividere e attuare unitariamente programmi e azioni volti al rilancio e alla valorizzazione dell’istruzione agraria in Sardegna. All’iniziativa di Arborea è inoltre intervenuto il direttore generale dell’Agenzia Agris Sardegna, Roberto Zurru.

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Si è concluso in mattinata, in commissione “Attività produttive”, il primo ciclo di audizioni sulla proposta di legge per la valorizzazione della suinicoltura sarda. Il parlamentino guidato da Luigi Lotto ha sentito l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, il direttore dell’Unità di progetto per la lotta alla peste suina africana e i direttori delle agenzie per l’agricoltura Argea, Agris e Laore.

«La Giunta accoglie con favore questa iniziativa di legge che punta al rilancio di un settore profondamente legato alla tradizione isolana – ha detto Pierluigi Caria – per far questo occorre però sconfiggere la peste suina africana. Grazie al lavoro portato avanti dall’Unità di progetto speriamo di poter raggiungere l’obiettivo nel più breve tempo possibile. Intanto poniamo le basi per lo sviluppo del comparto suinicolo.»

Caria ha poi espresso apprezzamento per i primi risultati ottenuti con il piano di eradicazione. «Speriamo nella riapertura di qualche spazio commerciale – ha proseguito Pierluigi Caria – la revoca del divieto di esportare carni e salumi prodotti nelle zone indenni dalla peste suina africana è un nostro obiettivo dichiarato. Oggi anche il Governo è al nostro fianco e, per bocca del ministro Lorenzin, sosterrà la nostra battaglia a Bruxelles».

L’Unità di progetto, intanto, va avanti nell’azione di contrasto degli allevamenti clandestini e illegali, principali responsabili della diffusione della malattia nelle campagne.

«La situazione è molto difficile – ha spiegato il responsabile dell’Unità di progetto Alessandro de Martini – la peste suina, presente nell’Isola da oltre 40 anni, ha di fatto marginalizzato un’attività che in passato rappresentava un settore importante della nostra economia. Oggi i capi allevati sono circa 150mila, siamo arrivati alla soglia minima per cui un’attività possa essere considerata economica. Se si continua così l’allevamento dei maiali sarà per i sardi solo un hobby.»

Un’eventualità che la Regione cerca di scongiurare in tutti i modi: «In una situazione di emergenza i controlli e le regole devono essere molto rigidi – ha aggiunto Alessandro De Martini – purtroppo, a farne le spese sono spesso gli allevamenti regolari costretti a seguire e rispettare procedure complicate. Questo è il prezzo che stiamo pagando per arrivare al risultato finale. I dati però ci stanno dando ragione: in alcune aree confinanti con la cosiddetta “zona rossa” la percentuale di suini positivi è scesa al 5% (Talana e Villagrande) mentre la situazione rimane critica a Orgosolo e Desulo dove la positività raggiunge l’80-90%».

De Martini ha espresso apprezzamento per la legge all’esame della Commissione: «E’ un provvedimento che fissa regole chiare e mette dei paletti sul fronte della conduzione degli allevamenti familiari, molto diffusi nell’Isola, e sulla necessità di formare gli operatori del settore. La qualità dei prodotti può essere garantita solo attraverso la loro tracciabilità e certificazione». Alessandro De Martini, infine, ha mostrato ottimismo per il futuro: «Grazie all’opera di informazione, la gente sta iniziando a capire la portata del problema. Con alcuni Comuni abbiamo avviato dei piani di collaborazione. Solo eliminando questa patologia si potrà pensare a uno sviluppo economico della suinicoltura».

Sulle enormi potenzialità del comparto, attualmente in ginocchio anche per la polverizzazione degli allevamenti (circa 17mila quelli censiti), si è soffermato il direttore generale dell’assessorato all’agricoltura Sebastiano Piredda: «In passato l’allevamento dei maiali aveva un ruolo fondamentale nell’economia sarda – ha detto Sebastiano Piredda – con l’eradicazione della peste suina la Sardegna potrebbe diventare un centro di riferimento internazionale, non solo per la commercializzazione di prodotti di alta qualità ma anche come serbatoio di capi riproduttori da distribuire in Europa». Secondo Sebastiano Piredda, «in Sardegna c’è lo spazio per allevare un milione di capi suini con la creazione di 2000-3000 posti di lavoro. Questa legge può dare un grande supporto. C’è bisogno di esempi positivi che convincano gli allevatori a seguire un percorso virtuoso».

I direttori delle agenzie Laore (Maria Ibba) Agris (Roberto Zurru) e Argea (Gianni Ibba) sono poi entrate nei dettagli della legge con alcuni suggerimenti e proposte di integrazione.

«C’è la consapevolezza che questa legge può dare un impulso decisivo al rilancio della suinicoltura in Sardegna – ha detto il presidente della Commissione Luigi Lotto al termine delle audizioni – noto in Commissione un grande spirito collaborativo anche grazie al contributo delle opposizioni. Contiamo di portare il testo in aula per l’approvazione finale entro la primavera.»

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convegno risorse idriche

Climatologi e studiosi agroambientali delle Università sarde, responsabili dei Consorzi di bonifica, tecnici ed esperti della Regione e delle sue Agenzie, portatori di interesse, cittadini e amministratori locali si sono ritrovati ieri pomeriggio alla tavola rotonda organizzata nel compendio dell’Agenzia Agris di Tanca Regia (Abbasanta). A fare gli onori di casa sull’appuntamento dal titolo “Acqua e siccità, gestione e governo della risorsa idrica”, gli assessori dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, e dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini. Cambiamenti climatici, desertificazione, agricoltura di precisione e uso oculato dell’acqua, risparmio idrico e recupero dei reflui, costi e qualità della risorsa, perdita delle condotte e desalinizzazione delle acque marine, sono stati i maggiori temi attorno a cui si è sviluppato l’appuntamento. Nel corso del dibattito finale ha preso la parola, tra gli altri, il presidente della commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Lotto.
«L’incontro nasce alla luce delle criticità emerse nel 2017 sul versante della siccità che ha investito tutta la Sardegna, ma anche per quello che si potrebbe affrontare nei prossimi mesi qualora non si dovessero avere precipitazioni rilevanti, che possano invertire un trend di piogge negativo – ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pierluigi Caria -. Non dobbiamo perdere neanche un secondo. La risorsa destinata agli usi civili, agricoli e industriali va governata. Dobbiamo quindi capire quanta acqua abbiamo a disposizione e in che quantità è presente sui territori. Sulla base di queste informazioni si possono stilare le priorità di intervento. Ragionare quindi su due livelli: uno di breve periodo e uno di più ampio respiro. Si possono riutilizzare sempre di più i reflui per la campagna irrigua? Lo scorso anno abbiamo già finanziato interventi del genere, all’interno del piano da 30milioni di fondi FSC stanziato dal nostro Assessorato verso i Consorzi di bonifica. È tuttavia necessario ragionare con i tecnici, così da valutare se siano percorribili altri strumenti come quelli dei desalinizzatori. Oggi – ha concluso l’assessore Pierluigi Caria – abbiamo raccolto tante proposte e idee innovative. È vero siamo in una situazione di difficoltà, ma questo ci deve stimolare a trovare le soluzioni giuste per evitare momenti di criticità che condizionano il buon uso di una risorsa che va tutelata e gestita in modo responsabile.» 
«Di fronte alle criticità che stanno emergendo sul fronte dell’approvvigionamento idrico – ha dichiarato l’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini – dobbiamo lavorare in un’ottica di sistema. Si tratta di una questione che riguarda tutta la Regione intesa nel doppio significato geografico e politico. È molto importante in questa direzione il lavoro che sta svolgendo la Cabina di regia sull’emergenza idrica, struttura tecnica istituita con deliberazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino nel gennaio 2016 ed incaricata dei compiti di monitoraggio, verifica dei fabbisogni, con il coinvolgimento dei soggetti attuatori, e di proposta, al comitato istituzionale degli interventi per contrastare l’emergenza». Edoardo Balzarini ha ricordato che «l’attività di programmazione dell’uso corretto e sostenibile delle risorse idriche è in capo all’Autorità di Bacino regionale, presieduta dal presidente della Regione, di cui fa parete l’assessore dei Lavori pubblici, dell’Agricoltura, dell’Ambiente e dell’Industria oltre ai rappresentanti degli Enti locali. L’azione costante della Giunta Pigliaru per fronteggiare la crisi idrica si è poi dispiegata in azioni finanziarie concrete quali, ad esempio, lo stanziamento di 50 milioni del Patto per la Sardegna, destinati al miglioramento della capacità di invaso dei bacini e alla loro messa in sicurezza. Altre preziose risorse poi vengono stanziate in base al Mutuo infrastrutture e al Piano nazionale invasi.»
Sul tema delle infrastrutture è intervenuto anche l’amministratore unico di Enas Giovanni Sistu che ha ribadito l’importanza degli interventi per rafforzare il sistema di intrerconnessione tra le dighe esistenti.
Alberto Piras, direttore dell’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna, ha chiarito che l’attuale quadro dei bacini richiede massima attenzione e un’accurata riflessione su un uso corretto della risorsa idrica. Giuseppe Bianco, responsabile del Dipartimento Meteoclimatico dell’Arpas, ha spiegato che «siamo davanti a un fenomeno siccitoso molto grave con una riduzione media della piovosità del 20-30% con punte in certi casi del 50%». 
Sulle buone pratiche dell’uso dell’acqua in agricoltura ha fatto un passaggio anche il direttore generale di Agris Sardegna, Roberto Zurru, «Esistono spazi enormi per aumentare l’efficienza dell’uso dell’acqua irrigua in termini di consumo per kg di prodotto coltivato e per il miglioramento della qualità dei frutti. Questo vuol dire che dobbiamo lavorare ancora tanto sulle tecniche agricole avanzate, che vanno trasmesse sempre di più agli imprenditori delle campagne.»
Al termine dei lavori il presidente dell’ANBI Sardegna, Gavino Zirattu, ha chiesto che venga istituito un tavolo permanente per affrontare il tema della crisi idrica e per ridurre il costo dell’acqua a carico degli imprenditori agricoli.
Disponibilità degli invasi. Secondo i dati elaborati dal Distretto idrografico della Sardegna e tenendo conto che gennaio è storicamente il mese con la minor capacità di raccolta degli invasi, oggi nelle dighe dell’Isola ci sono 798 milioni di metri cubi d’acqua. Il picco in positivo degli ultimi 18 anni si era registrato nel 2010 con un miliardo e 693 milioni di metri cubi. I punti più bassi invece nel 2001 e nel 2002 con 370 e 390 milioni di metri cubi. Le situazioni maggiormente critiche vengono segnalate nel settore nord-occidentale (Alto Temo, Cuga, Bidighinzu, Surigheddu) con 17 milioni metri cubi d’acqua (erano 32 milioni nello stesso periodo del 2017); nell’Alto Coghinas (Sos Canales-Monte Lerno) sono invasati 11 milioni contro i 31 dello stesso periodo dello scorso anno e nell’Alto Cixerri sono 990mila rispetto ai 4,2 milioni di 12 mesi fa. Situazione difficile anche nel Basso Sulcis, dove la disponibilità idrica è passata dai 20,7 milioni di metri cubi ai 10,6 milioni.

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Prende il via questo pomeriggio nel Parco di Villa Sulcis, la “Festa della Sinistra – Sotto/Sopra – Il Mondo Alla Rovescia“. Saranno quattro giorni di incontri-dibattito sui temi di più grande attualità politica e sociale, con ospiti di primissimo piano della scena politica.

Si inizia alle 17.30, con un dibattito sulla riforma sanitaria ed i riflessi sui territori.
Interverranno:
– Luigi Arru, assessore regionale alla sanità,
– Fulvio Moirano, direttore ATS,
– Bruno Palmas Articolo Uno Oristano,
– Maddalena Giua, direttrice Assl Carbonia-Iglesias
Coordina Giovanni Tocco, introduce Riccardo Cardia.

Alle 20.00 cena con prodotti a base di canapa.
Alle 21.30 proiezione di “Re:legalized – Un viaggio nella cannabis rilegalizzata”, alla presenza del regista Francesco Bussalai.
A seguire dibattito con:
– Riccardo Desogus, rappresentante di Assocanapa,
– Roberto Zurru, direttore Agris,
– Paolo Zedda, consigliere regionale
Coordina Marco Corrias

Venerdì 22 settembre

Ore 17.30
Dibattito: migranti e accoglienza.
con
– Walter Massa, responsabile nazionale Arci Commissione dei migranti e richiedenti asilo
– Don Marco Lai, Caritas Sardegna
– Rappresentante CISL
– Massimiliano Smeriglio, vice presidente regione Lazio
– Anna Puddu, consigliera comunale Cagliari
– Susanna Steri, associazione Diomira C.A.S. Rosas Narcao
– Marco Fumagalli, ex deputato della Repubblica

Ore 20.30 cena etnica

Ore 22.00
Concerto
– Alessandro Porcu
– Gli operai della 1100

Sabato 23 settembre

Ore 17.00
Laboratorio di riciclo e di riuso per i bambini “I Supereroi”

Ore 17.30
Dibattito: Lavoro e sviluppo nel Sulcis Iglesiente
con:
– Salvatore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis
– Giuseppe Dessena, assessore regionale all’istruzione
– Barbara Argiolas, assessore regionale al Turismo
Coordina: Manolo Mureddu

Ore 20.30 ristorante sociale

Ore 22.00
Musica
– Diego Volpe
– Don Leone
– Z-Tilt

Domenica 24 settembre

Ore 17.30
Animazione per bambini

Ore 18.00
Dibattito con le organizzazioni giovanili della città: vivere e far vivere gli spazi della città
Coordina Marco Corrias

Ore 20.30 Ristorante sociale

Ore 21.30
Cinema
Proiezione del film “Captain Fantastic” di Matt Ross

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Con il convegno “Akinas – Vitigni unici dalla biodiversità della Sardegna” si è conclusa la prima edizione del progetto “Territori del vino e del gusto”, organizzato dall’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio in collaborazione con l’assessorato dell’Agricoltura, col supporto delle agenzie regionali Laore e Agris e il coinvolgimento delle amministrazioni comunali interessate, delle quattro Strade del Vino della Sardegna e del Consorzio di tutela del Carignano. Il convegno, all’Auditorium del Cis – Intesa San Paolo, ha dato l’occasione per stilare un bilancio della rassegna “Territori del vino e del gusto” e ha ospitato la presentazione della ricerca sui vitigni autoctoni della Sardegna che potrebbero portare importanti sviluppi sul fronte della produzione enologica sarda. 
“Territori del vino e del gusto” ha seguito due binari: da fine giugno a settembre ha proposto 8 eventi aperti al pubblico in altrettanti Comuni della Sardegna (Baunei, Nuoro, Orosei, Atzara, Aggius, Sant’Antioco, La Maddalena e Cabras), con l’obiettivo di presentare a turisti e cittadini il patrimonio enogastronomico, culturale, paesaggistico, architettonico e artigianale dei territori coinvolti attraverso degustazioni in piazza, convegni e con il coinvolgimento di buyers e giornalisti di Germania, Austria e Svizzera. A suggello, una coda di appuntamenti scientifici, svoltisi in grandi centri di studio e commercio dei vini di qualità come Milano (Università Bicocca, lo scorso 7 settembre) e Asti (in concomitanza con il Douja d’Or 2017, il 15 settembre) più, appunto, la chiusura a Cagliari.
«Chiudiamo questa prima edizione – ha detto l’assessore del Turismo Barbara Argiolas – con la consapevolezza che l’incrocio tra il nostro patrimonio culturale con quello produttivo può diventare un valore aggiunto per la Sardegna, grazie alla storia millenaria del vino nell’isola e al lavoro che la Regione, mediante le agenzie Laore e Agris, sta mettendo in campo per avere vigneti sempre più produttivi e curati e favorire al ritorno dei giovani all’agricoltura grazie a progetti di qualità legati al vino. Come dimostrano le esperienze in altre parti d’Italia e del mondo, la vinocoltura ha un valore anche per il turismo: le nostre eccellenze – e fra queste sono da annoverare anche i vitigni autoctoni – rappresentano infatti pienamente i nostri territori, il nostro paesaggio, la nostra cultura e come tali possono offrire al turista l’occasione per vivere una esperienza autentica e unica, attraverso itinerari che valorizzino le risorse delle aree interne dell’isola e il nostro patrimonio di saperi.»
«Turismo, agricoltura e produzioni agroalimentari, espressione dei diversi territori dell’Isola, sono il modo migliore per raccontare la Sardegna in tutto il mondo – ha sottolineato l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria -. Con questa manifestazione, che merita di essere riproposta, abbiamo legato la tradizione e la storia alle ricchezze ambientali, le bellezze del paesaggio rurale sardo alle migliori eccellenze dei nostri cibi. Milioni di turisti sono alla ricerca di esperienze uniche e nuove. Di viaggi che li accompagnino nella ricerca di storie, alimenti tipici e identità delle terre che li accolgono.»
E la volontà di continuare il percorso inaugurato con “Territori del vino e del gusto” è confermata da Maria Ibba, direttrice dell’agenzia LAORE: «Il progetto – ha detto – ha consentito di sperimentare e promuovere nuove forme di integrazione tra il settore agricolo e alimentare e quello turistico. Ha permesso di dare risalto e il giusto riconoscimento alle rispettive eccellenze e costituisce un esempio, anche per il futuro, di come pubblica amministrazione e imprenditorialità su obiettivi precisi e condivisi possano conseguire risultati e produrre favorevoli impatti sul mondo della produzione. Oggi abbiamo parlato di innovazione della ricerca, di trasferimento alle imprese e di scommesse e successi raggiunti.»
Il direttore di Agris Roberto Zurru ha evidenziato «come l’attività di ricerca in agricoltura sia utile per creare condizioni di supporto agli agricoltori. Il nostro obiettivo è creare valore economico in maniera sostenibile, cercando di salvaguardare le nostre risorse». Zurru ha sottolineato la soddisfazione per i risultati raggiunti dalla ricerca e dalla divulgazione, in un lodevole sforzo di collaborazione multidisciplinare, con l’auspicio di un confronto diretto con le imprese che sole potranno indicare le loro priorità per lo sviluppo delle attività nella direzione prospettata.
Il risultato del progetto Akinas è stato presentato da Gianni Lovicu di Agris: la ricerca ha restituito alla Sardegna e alle sue aziende un gran numero di vitigni, spesso veri e propri unicum (cioè coltivati e vinificati a livello mondiale solo in Sardegna), capaci di migliorare e diversificare il vino prodotto nell’isola. I vitigni recuperati dal progetto Akinas rappresentano una ulteriore possibilità di sviluppo di nuovi prodotti enologici e di marketing di quelli esistenti.