22 November, 2024
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E’ il “momento” per un progetto complessivo di sviluppo delle Isole del Mediterraneo: è un momento storico – come lo definisce il presidente di Asel Sardegna Rodolfo Cancedda, a conclusione di un incontro bilaterale con la presidente dell’Associazione Eurinsula, Isabel Vera, tenutosi a Cagliari Venerdì scorso nella sede dell’Associazione sarda Enti locali.
Tema dell’incontro la presentazione dell’iniziativa “Islas del Mar Project” che vedrà l’Asel Sardegna come partner principale, con l’obiettivo di creare un “ponte” culturale e commerciale tra Comuni Sardi e Comuni delle Canarie, e concorrere a realizzare insieme nel 2023 un evento internazionale (dovrebbe essere Cagliari la sede) dedicato alle isole del Mediterraneo e dell’Atlantico. L’evento rappresenterà l’opportunità di rilanciare le politiche euro-mediterranee insulari e offrirà l’occasione per i Comuni che vi parteciperanno di avere una “vetrina” culturale e commerciale internazionale privilegiata, grazie anche a una adeguata e specifica azione di promozione e comunicazione nei Paesi coinvolti.

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Giornata di audizioni, in commissione Autonomia, per l’esame del disegno di legge n° 176 sul riordino del sistema delle autonomie locali.

Il commissario della Provincia Olbia Tempio, Giovanni Carta, ha così evidenziato  lo sforamento del “patto di stabilità” insieme con una previsione di chiusura in deficit del bilancio dell’amministrazione  gallurese (circa otto milioni di euro). La Provincia del Nordest potrà fare fronte alle spese obbligatorie fino al prossimo giugno ma nella bozza di bilancio ha azzerato le poste per gli interventi nelle strade provinciali  e per la messa in sicurezza degli 800 chilometri di stecche fluviali che interessano il territorio e per i quali sarebbero necessari circa 4.5 milioni di euro. Risorse che non sono disponibili così come è particolarmente critica la situazione per l’erogazione di tutti gli altri servizi che stanno in capo alle amministrazioni provinciali ad incominciare da quelle attinenti gli edifici scolastici. Il commissario Carta, a questo proposito, ha denunciato che la Provincia non è nelle condizioni di intervenire per risolvere il problema che riguarda tre scuole (due licei e l’agraria) ubicate in zone a rischio alluvione.

Tiziana Ledda, commissario del Medio Campidano,  ha quantificato in circa cinque milioni di euro le risorse che servono in aggiunta a quelle previste dal Fondo Unico degli Enti locali («bastano solo per i costi del personale») ed ha confermato lo sforamento dei tetti di spesa del patto di stabilità anche per l’amministrazione campi danese.  Insieme con l’impossibilità a garantire interventi di manutenzione nelle strade e per le scuole, Tiziana Ledda, ha posto in evidenza le preoccupazioni dei dipendenti per il loro futuro occupazionale.

La commissario della Provincia Ogliastra, Gabriella Mulas, ha preannunciato «il mancato rispetto dei vincoli del patto di stabilità ed uno sforamento di circa 2.8 milioni di euro, nonostante gli sforzi compiuti – così ha dichiarato Mulas – per la riduzione della spesa e l’applicazione di quanto disposto dalla delibera della giunta regionale n.23/20 che prevede, tra le altre, anche la chiusura di una delle due sedi dell’amministrazione provinciale».

Franco Sardi, commissario della provincia di Cagliari ha evidenziato le ripercussioni sul bilancio che derivano dalla cancellazione dello sgravio del 70% dell’Irap (1.041.000 euro di imposta nel 2015 contro i circa 350.000 euro dello scorso esercizio). Sardi ha quindi preannunciato la volontà, insieme con i presidenti di Sassari, Nuoro e Oristano, Alessandra Giudici, Costantino Tidu e Massimiliano de Seneen, di presentare ricorso al Tar contro il previsto decreto ministeriale (comma 418 della legge di stabilità) che definisce il riparto tra tutte provincie del miliardo di euro da riversare allo Stato per compartecipazioni tributarie. Una misura che se applicata nell’Isola, peserà oltre 50 milioni di euro sui già magri bilanci delle amministrazioni provinciali. In merito al bilancio, il commissario di Cagliari ha quindi confermato che a fronte di 71 milioni di euro di spese obbligatorie le entrate sono state di 61 milioni e che 6 milioni di euro sono stati reperite con l’innalzamento al livello massimo delle aliquote sulle imposte, ad incominciare da quelle per Rc auto.

Il presidente facente funzioni della provincia di Nuoro, Costantino Tidu, ha invece evidenziato il taglio dei trasferimenti correnti che sono passati dai 14 milioni di euro del 2014 ai 10 milioni per l’anno in corso ed ha rimarcato uno sbilanciamento tra entrate correnti e spese correnti superiore ai 14 milioni di euro. Tidu ha inoltre affermato che stante l’attuale situazione finanziaria l’amministrazione provinciale di Nuoro potrà garantire il regolare pagamento delle retribuzioni ai dipendenti (215 a tempo indeterminato, 40 a tempo determinato e 4 dirigenti) fino al prossimo giugno.

I presidenti e i commissari hanno inoltre fornito indicazioni sull’andamento delle partecipate e delle rispettive società in house (Multiss, Proservice, Ctm, Nugoro spa) e hanno rimarcato i rischi per il mantenimento dei livelli dei servizi e dei livelli occupazionali.

Sono intervenuti per richiedere chiarimenti o per svolgere alcune riflessioni i consiglieri Franco Sabatini (Pd), Michele Cossa (Riformatori), Salvatore Demontis (Pd), Roberto Deriu (Pd) e Giuseppe Meloni (Pd).

Il presidente della Terza commissione, Franco Sabatini, ha quindi proposto una riunione congiunta della Terza e della Prima commissione per dare corso ad una serie di approfondimenti con le audizioni dei presidenti e dei commissari della province, del presidente della Giunta e degli assessori della Programmazione e degli Enti Locali. Proposta accolta dal presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus (Sel) che, in conclusione dei lavori, ha evidenziato la necessità di alcune modifiche al testo del Dl 167 e una serie di “problemi aperti” per quanto riguarda gli Enti Locali che, così ha dichiarato Agus, «andiamo a superare con la riforma e che erogano servizi essenziali per i cittadini, con l’impiego di migliaia di dipendenti pubblici».    

In rappresentanza della provincia di Oristano, l’assessore dei Lavori pubblici, Giovanni Pia, ha messo l’accento sul fatto che «a causa di una serie di interventi legislativi, l’amministrazione presenta un disavanzo di circa 7.5 milioni che non consentirà di garantire alcuni servizi alla comunità, dal trasporto dei disabili alla manutenzione delle rete stradale e degli edifici scolastici», riservandosi poi di fornire un rapporto dettagliato sulla situazione finanziaria dell’ente che gli uffici finanziari stanno completando.

Successivamente è intervenuto il presidente dell’Anci, Piersandro Scano, che in apertura ha sintetizzato i contenuti del documento elaborato dall’associazione ad Abbasanta il 3 ottobre dell’anno scorso. «Il documento – ha spiegato – immagina una riforma fondata su due pilastri, la Regione ed i Comuni, e prevede il superamento delle province attraverso il potenziamento del ruolo degli stessi Comuni, evitando i rischi di un nuovo centralismo regionale. La diffusione dell’associazionismo fra enti locali, va inteso non solo come strumento per la migliore gestione di funzioni e servizi ma come vera e propria leva dello sviluppo locale».

Quanto alla possibile nuova mappa delle autonomie, Scano si è detto convinto che, «anche sul piano culturale, occorre tenere nella massima considerazione le regioni storiche della Sardegna e le esperienze che hanno rappresentato; considerare la storia come riferimento è il miglior antidoto al particolarismo. Serve inoltre molta flessibilità nell’approccio al territorio, immaginando la riforma come un processo dinamico che può articolarsi in almeno due fasi; considerando i tempi non certo brevi delle riforme costituzionali di cui si sta occupando il Parlamento, la Sardegna ha il tempo di definire un modello sardo che, da una parte, assegni un ruolo incisivo alla conferenza Regione-Autonomie locali e, dall’altra, disciplini le modalità di gestione associata dei servizi fondamentali da parte dei Comuni».

Salvatore Sanna si è soffermato sulla necessità di configurare un livello di governo intermedio che si occupi di programmazione e pianificazione territoriale, e Rodolfo Cancedda che ha suggerito, fra l’altro, di eliminare la doppia suddivisione fra Comuni basata sulla popolazione (da 0 a 3.000 e da 0 a 10.000) presente nel disegno di legge della Giunta ma non prevista dalla normativa nazionale.

Nel dibattito sviluppatosi dopo le relazioni dei rappresentanti delle autonomie locali, sono intervenuti i consiglieri regionali Roberto Deriu e Franco Sabatini del Pd, Michele Cossa dei Riformatori sardi ed Oscar Cherchi di Forza Italia.

Nelle sue conclusioni il presidente della commissione Francesco Agus ha sottolineato l’utilità del confronto con i rappresentanti delle autonomie anche perché, ha precisato, «la legge di riforma dovrà disciplinare contesti molto diversi per raggiungere l’obiettivo di un sistema sardo caratterizzato da una precisa identità; non solo, la nuova legge rappresenterà un banco di prova dell’attualità del nostro Statuto Speciale».

Le audizioni proseguiranno nella giornata di domani con l’intervento dei rappresentanti della Commissione paritetica Stato-Regione. Alle 10.00 saranno ascoltati i componenti espressi dalla Regione Alessandro Demartini e Mario Scano, mentre alle 11.00 sarà la volta del senatore Francesco Sanna e di Ilenia Ruggiu, designati dallo Stato.

Palazzo della Regione 2 copia

Si è tenuto ieri il primo incontro ufficiale con il presidente Francesco Pigliaru, l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, gli assessori degli Enti Locali e degli Affari Generali Cristiano Erriu e Gianmario Demuro e i presidenti dell’Anci Piersandro Scano che ha portato i saluti dell’assente Giuseppe Casti del Cal, dell’Asel Rodolfo Cancedda e dell’Aiccre Tore Sanna.

Al centro del confronto, la programmazione territoriale. Il presidente Pigliaru, sottolineando l’importanza dell’incontro, ha detto che «in questi incontri dobbiamo metterci tutti la testa perché non esistono formule magiche ma scelte coraggiose attraverso la programmazione integrata per lo sviluppo dei territori. Noi sappiamo che nella Finanziaria abbiamo messo una chiara idea di crescita diffusa di questa regione. Non ci devono essere pezzettini di sviluppo, devono dissolversi gli approcci localistici. In questo la Giunta è molto determinata, e se questo tavolo andrà avanti con questo comune sentire allora siamo apertissimi al confronto. Ma bisogna assolutamente uscire da logiche campaniliste e ideologiche – ha concluso il presidente Pigliaru -. Stiamo parlando di territorio, di una partita enorme che richiede infrastrutture e capitale umano, ma anche un progetto per andare nella direzione giusta, con scelte coraggiose proprio rispetto al territorio».

«Abbiamo proposto al governo regionale un deciso e coraggioso salto in avanti nelle relazioni tra Regione ed enti locali sul terreno della programmazione – ha spiegato il presidente dell’Anci Piersandro Scano -. Noi, da parte nostra, vogliamo concorrere a orientare i processi di programmazione. Naturalmente ciascuno ha le sue responsabilità e prerogative, la giunta governa, il consiglio legifera e i Comuni amministrano e rappresentano le proprie comunità. Come modello indichiamo quello dei rapporti tra Stato e Regioni nella conferenza Stato-Regioni.»

Il presidente dell’Anci ha poi nuovamente affrontato il tema dello spopolamento come uno dei problemi più urgenti della Sardegna., battaglia sposata in pieno dalla Giunta regionale che ne fa uno dei temi centrali del Prs, il Piano regionale di Sviluppo.

«La Conferenza permanente Regione-Enti locali – ha detto Cristiano Erriu – ha dato il via libera alla delibera di indirizzo sulla Programmazione territoriale che servirà a governare le politiche di investimento per i Comuni. Il nuovo assetto istituzionale previsto dalla Riforma degli Enti locali sarà affiancato e potenziato dagli strumenti della programmazione del territorio, e dalle consistenti risorse messe a disposizione dai fondi strutturali e dal FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) e Fondo Infrastrutture. Durante la riunione la Conferenza ha inoltre concordato sulla necessità di riformare i rapporti tra Regione e Autonomie locali per potenziarne il ruolo e coordinare in modo più efficace la finanza pubblica locale, il Patto di stabilità, la perequazione tra territori nel nuovo assetto istituzionale riformato.»

Il presidente dell’Anci-Sardegna, Piersandro Scano, nel corso dell’audizione in Terza commissione sul programma regionale di sviluppo, ha sottolineato le due questioni che per gli amministratori locali rivestono carattere di essenzialità e di priorità tra gli interventi: le procedure e la macchina burocratica.

«Quale che sia il Prs – ha detto Scano –, o la Giunta che governi la Sardegna, senza interventi sulle procedure e sulla macchina burocratica regionale è facile immaginare quali saranno i risultati in termini di percentuali di spesa dei fondi e di ricaduta degli interventi».

Piersandro Scano ha quindi citato, in negativo, l’esempio della misura nazionale “strategia per le aree interne” («non si deve dare enfasi all’iniziativa perché non si può pensare di affrontare il problema delle zone interne con un’area pilota e con dotazioni finanziarie assai modeste») e quello del bando per il “Progetto di filiera sviluppo locale”, le cui domande di partecipazione scadevano lo scorso 10 ottobre («chi ha scritto quel bando dovrebbe essere destinato a compiti meno impegnativi»).

Il presidente dell’Anci ha quindi rilanciato, per quanto attiene il processo della programmazione regionale, il “modello nazionale” che si realizza nella “conferenza permanente Stato-Regioni”. Scano ha proposto la riforma della conferenza “Regione-Enti Locali” per «imperniare su di essa il nuovo rapporto tra Regione e Comuni».

L’ex assessore della Programmazione nella XII legislatura ha quindi invitato la Giunta e il Consiglio a partecipare da protagonisti alle iniziative di supporto all’azione del Governo e del Parlamento italiano, nei confronti dell’Unione Europea, perché siano modificati i parametri economici dell’Ue nel verso della crescita e della sviluppo.

Piersandro Scano ha così definito il Prs: «Un buon documento per i tempi “ordinari” ma non per chi è immerso in una profonda crisi economica e sociale che investe l’Europa, l’Italia e la Sardegna».

Il presidente dell’Asel, Rodolfo Cancedda ha auspicato la revisione delle norme che definiscono il rapporto tra Regione ed Enti Locali ed ha formulato un parere sostanzialmente favorevole al “Programma regionale di sviluppo”. Il presidente dell’Asel ha inoltre consegnato un documento scritto al presidente della Terza commissione, contenente le osservazioni e le proposte sul Prs.

Il presidente della commissione, Franco Sabatini, a conclusione degli interventi dei consiglieri Christian Solinas (Psd’Az), Efisio Arbau (La Base – Sardegna Vera), Pietro Cocco (Pd), Daniele Cocco (Sel), Gavino Sale (Irs – Misto), Giorgio Oppi (Udc), Alessandro Collu (Pd) e Attilio Dedoni (Riformatori) ha rimarcato la volontà dei commissari di procedere con il confronto sul Prs e su tutti gli altri argomenti di competenza, attraverso audizioni «poco formali ma ricche di argomentazioni forti e di proposta».

Franco Sabatini ha auspicato che «il Prs non vada incontro ad una generale sottovalutazione» ma ha ammonito sui rischi che deriverebbero all’Isola «nel ripetere gli errori del passato soprattutto per ciò che attiene i livelli e la qualità di spesa dei fondi comunitari». Il presidente della commissione ha dunque ricordato che nelle prossime settimane il Prs arriverà all’attenzione del Consiglio perché si pronunci con un’apposita risoluzione ed ha confermato la volontà della Terza commissione di presentare all’Aula una dettagliata relazione sul programma regionale di sviluppo.

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La Regione ha aperto il confronto con le istituzioni coinvolte per il riordino degli enti locali. L’assessore regionale degli Enti locali e Urbanistica, Cristiano Erriu, ha parlato ieri mattina, con i presenti alla Conferenza permanente Regioni-Enti locali, della definizione dei criteri per la ripartizione delle risorse a favore delle Province e del trasferimento del personale di Province e rispettive società in house.
«Abbiamo cercato di condividere un parere sullo schema del protocollo d’intesa – ha spiegato l’assessore Erriu – per il monitoraggio e la qualificazione delle funzioni del personale coinvolto, per individuare quale sia l’approdo finale dei lavoratori di questi enti che, sottolineo ancora una volta, non rischiano nulla dal punto di vista lavorativo. Mi pare un ottimo avvio del ragionamento condiviso sulla Riforma degli Enti locali, nel quale coinvolgeremo per osservazioni e integrazioni tutte le parti, comprese le organizzazioni sindacali.»
Alla riunione erano presenti Piersandro Scano Presidente regionale dell’Anci, l’Ups, Salvatore Sanna Presidente AICCRE Sardegna, Rodolfo Cancedda per l’Asel, il sindaco di Oristano Guido Tendas, Alessandra Giudici Presidente della Provincia di Sassari, il vice sindaco di Cagliari Luisanna Marras, il sindaco di Sestu Aldo Pili e di Orani Franco Pinna.
«Durante la riunione – ha aggiunto l’assessore Erriu – si è concordato sulla necessità di supportare i processi di mobilità tra Enti per favorire i percorsi di riqualificazione professionale dei lavoratori, garantire la continuità del lavoro del personale interessato al riordino con l’applicazione delle norme contrattuali vigenti e la salvaguardia dei livelli occupazionali. Ci sarà inoltre il monitoraggio dei lavoratori precari e della situazione del personale delle società in house degli enti coinvolti nel processo di riforma.»
Per ciò che concerne la ripartizione di 5 milioni di euro stanziati dalla legge regionale 24 ottobre 2014, n°19 per le Province, la conferenza permanente ha individuato dei criteri oggettivi per affrontare le attuali criticità finanziarie che vivono le amministrazioni provinciali.
«Le risorse – ha concluso l’assessore Erriu – saranno destinate per mantenere il livello qualitativo dei servizi gestiti dalle società in house e ad affrontare gli squilibri di bilancio sopportati dalle Province. Le priorità sono il funzionamento degli edifici scolastici, la manutenzione delle strade, la sicurezza e prevenzione ambientale (derattizzazione, prevenzione e lotta insetti, prevenzione danni e malattie), e il trasporto e l’assistenza dei disabili.»

 

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Il circolo degli emigrati sardi “Nàrada” di Montemurlo (Prato) è uno dei più attivi tra quelli presenti nella penisola: 130 iscritti e un forte radicamento nel territorio. Nel centro della Toscana, dove nel ‘500 si combatté la famosa battaglia tra i Medici e gli Strozzi, vivono oggi decine di famiglie sarde. Una comunità perfettamente integrata nel in quel contesto economico e sociale, tanto da favorire uno stretto rapporto di collaborazione tra la Sardegna e la Toscana. Il comune di Montemurlo e quello di Gesico hanno siglato un patto d’amicizia che presto potrebbe concretizzarsi in un gemellaggio formale.

Una delegazione dei due comuni è stata ricevuta questa mattina in Consiglio regionale dal vicepresidente, Eugenio Lai. All’incontro hanno preso parte i sindaci di Montemurlo e Gesico, Mauro Lorenzini e Rodolfo Cancedda, l’assessore alla cultura del comune toscano Giuseppe Forastero e il vicesindaco di Gesico, Piero Bonu. Presente anche Marisa Pilia, originaria di Gesico, residente a Montemurlo da oltre 30 anni. La signora, autrice di un volume che raccoglie la testimonianza di dieci anni di feste e incontri organizzati dal Circolo degli emigrati “Naràda”, riceverà, questo pomeriggio a Gesico, il Premio “Spiga d’Oro”, messo in palio dal Consorzio “Sentieri del Grano”.

Il vicepresidente Lai ha sottolineato l’importanza del ruolo svolto dalle associazioni degli emigrati sardi nel mondo «risorse per le comunità che hanno accolto i nostri conterranei e punto di riferimento per tutti i sardi». Lai ha assicurato l’impegno a sostenere in futuro il mondo dell’emigrazione «oggi penalizzato dai tagli operati in sede di assestamento di bilancio». I sindaci di Gesico e Montemurlo hanno invece illustrato le attività svolte in questi mesi. «Un lavoro preparatorio – hanno detto – che speriamo possa sfociare in un proficuo rapporto di scambi culturali ed economici”.