17 August, 2024
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L’iniziativa assunta da 17 sindaci di altrettanti Comuni del Sulcis Iglesiente che hanno chiesto al ministero delle Infrastrutture dei Trasporti di essere convocati alla Conferenza dei Servizi e di potersi esprimere sul progetto Ponte/Circonvallazione di Sant’Antioco, in particolare dopo il parere negativo espresso dal comune di Sant’Antioco, è salutata con grande soddisfazione dai tre portavoce del Comitato Porto Solky, Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau che da alcuni anni si battono contro la realizzazione dello stesso progetto.

«Nell’aprile 2016 la politica si rassegnava alla costruzione di un inutile nuovo ponte a Sant’Antioco da 57,5 milioni di euro scrivono in una lunga nota i tre portavoce del Comitato Porto Solky -. Venivano sottratti i finanziamenti per la riqualificazione delle principali strade del Sulcis: ma un gruppo di cittadini non ci sta e dopo quattro anni di battaglie riesce a comporre un fronte unico di 17 Sindaci che hanno richiesto al Ministero la non realizzazione del nuovo ponte a favore del porto abbandonato di Sant’Antioco e della disastrata viabilità del Sulcis. Finalmente uno degli obiettivi primari del Piano Sulcis, ovvero lo sviluppo della nautica d’eccellenza, potrà concretizzarsi con la valorizzazione del golfo di Palmas tramite la riqualificazione del Porto di Sant’Antioco ed il miglioramento dell’intera viabilità del Sulcis. Tutto ciò potrà avvenire grazie alla rimodulazione dei 57,5 milioni di euro oggi destinati al nuovo ponte di Sant’Antioco. Il recupero di questa ingente somma e il conseguente investimento nel territorio in opere realmente funzionali allo sviluppo socio economico della provincia più povera d’Italia, renderà giustizia a chi, nel lontano 2012, aveva combattuto aspramente per vedere finanziato il Piano Sulcis.»

«Si potrebbe gridare al miracolo aggiungono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -: raramente in Italia i Sindaci di un intero territorio si stringono attorno alle istanze dei comitati cittadini ed associazioni ambientaliste. A breve il Provveditorato interregionale per il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti potrà rigettare l’istanza dell’Anas relativa a tale opera grazie al granitico fronte unico composto da tutti i Sindaci del Sulcis. Tutto ciò è potuto avvenire a seguito dell’invito del comitato Porto Solky, esteso ai primi cittadini del territorio, ad assumere una netta presa di posizione in merito al contestato nuovo ponte. I Sindaci hanno quindi già formalmente condiviso le Osservazioni del comune di Sant’Antioco e di quelle elaborate dal Comitato stesso e sottoscritte dalle associazioni ambientaliste Grig (Gruppo di Intervento Giuridico), WWF Sardegna e Italia Nostra Sardegna. Ricordiamo che i Sindaci si erano già resi disponibili alla sottoscrizione delle osservazioni del Comitato durante le due riunioni avvenute nel marzo 2019 presso la sede dell’Unione dei Comuni del Sulcis.

Ricordiamo inoltre che, data la valenza strategica nazionale dell’opera, la mancata presa di posizione unanime del territorio avrebbe portato sicuramente all’espressione di un parere positivo per la realizzazione del ponte con il conseguente sperpero di 57,5 milioni di euro. Tutti quanti siamo fiduciosi che l’Anas prenda atto della volontà del territorio e che si renda disponibile nel contribuire alla realizzazione di interventi mirati alla messa in sicurezza della rete viaria del Sulcis, così come previsto nel piano strategico provinciale della viabilità, iniziando dalla circonvallazione per Calasetta, così come proposto all’unanimità dai comuni di Sant’Antioco, Calasetta, Carloforte, Carbonia, Domusnovas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Giba, Perdaxius, Masainas, Villaperuccio, Tratalias, Nuxis, Narcao, Santadi, Sant’Anna Arresi e Piscinas.»

«La vicenda del Nuovo Ponte di Sant’Antioco resterà nella storiasottolineano Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -. Facciamo un riepilogo dei passaggi più salienti:

2008 – a seguito di semplici verifiche visive, l’attuale ponte viene considerato pericolante e proposto un intervento per la messa in sicurezza dal costo di 12 milioni di euro. Il Comune (con risorse esigue) fa installare nella struttura dei sensori e piccoli semafori che iniziano a terrorizzare la popolazione. Da allora si instaura una campagna di terrorismo psicologico che per anni ha convinto tutti sull’urgente necessità di realizzare un nuovo ponte o tunnel in sostituzione del “pericolante ponte” (così come veniva descritto dai media).

2012 – Senza il coinvolgimento della popolazione, si iniziava a progettare un nuovo collegamento terrestre tra l’istmo e l’isola madre. Sin da subito si escludeva la soluzione tunnel a favore di un nuovo ponte dal costo iniziale di “soli” 19 milioni di euro (a fronte dei 12 necessari per la manutenzione di quello “pericolante”).

2015 – Viene alla luce il Nuovo Ponte di Sant’Antioco che, dopo tre anni, ha assunto le dimensioni di un mastodontico viadotto composto da 25 piloni, lungo 2 km e alto 18 metri. Il costo per la sua realizzazione nel frattempo viene triplicato è raggiunge la pazzesca cifra di 57,5 milioni di euro. Per coprire tali costì vengonosottratti i finanziamenti inizialmente previsti dal Piano Sulcis per la viabilità primaria del territorio. I Sindaci, loro malgrado, a fronte del pericolo di crollo furono quasi obbligati ad accettare questo nuovo ponte, che oltre a sostituire quello attuale sempre più pericolante, fu definito “strategico” per lo sviluppo della nautica all’interno della laguna di Sant’Antioco e che avrebbe dovuto rappresentare il volano di sviluppo dell’intero Sulcis (senza tener conto che la laguna di Sant’Antioco è uno specchio d’acqua dai fondali bassissimi e sabbiosi, mentre il vero porto di Sant’Antioco è nel golfo di Palmas e quindi aperto alle rotte del Mediterraneo).

2016 – La popolazione di Sant’Antioco mal gradiva un’opera calata dall’alto e cercava di convincere la politica ad un cambio di rotta per far realizzare un tunnel al posto del nuovo ponte (ricordiamo che si era ancora convinti che il ponte fosse pericolante). Purtroppo, fu tutto vano perché già dal 2012 era già stata prepotentemente decisa la realizzazione di tale nuova opera. Nell’aprile 2016, l’allora Consiglio comunale di Sant’Antioco, deliberava per la realizzazione del nuovo ponte dando il via libera all’Anas per la messa a bando (si vuole precisare che si presero decisioni senza avere una minima idea di come sarebbe stato stravolto l’accesso alla città e dell’assurdo impatto paesaggistico dell’opera, che tra l’altro andrebbe ad occultare la vista dell’antico ponte romano). A seguito della delibera, attorno alla vicenda calò forte il senso di rassegnazione da parte di tutte le forze politiche sia regionali, che comunali.

Un gruppo di cittadini, cercando di dare voce al malcontento generale, iniziò un lavoro di ricerca sugli studi, atti e delibere che avevano portato a certe scelte.

Maggio 2017 – A Sant’Antioco si costituiva il Comitato cittadino Porto Solky, che consapevole che questa scelta, fondata su presupposti errati e considerazioni che risulteranno inattendibili, si opponeva a tale opera, che altro non è che uno sperpero di soldi per la realizzazione di un’infrastruttura inutile con l’obiettivo di una rimodulazione dei finanziamenti a favore della riqualificazione del porto di Sant’Antioco e della messa in sicurezza dell’intera viabilità, quale vero volano di sviluppo socio economico per l’intero territorio. Durante i numerosi incontri si iniziavano ad evidenziare tutte le anomalie e incongruenze rilevate in merito alle previste opere dal Piano Sulcis per lo sviluppo della nautica.

Non meno impegnativa era stata la lotta alle innumerevoli fake news che contribuivano a diffondere rassegnazione sulla vicenda (penali multimilionarie, pericolosità del ponte, lavori di imminente avvio…).

Nonostante tutto, grazie alla fiducia della popolazione e dei media che hanno sempre condiviso le denunce, le critiche e le proposte del Comitato Porto Solky, si è riusciti a “risvegliare le forze politiche locali, Regionali e Governative rendendo tutti consapevoli del fatto che vi erano diversi problemi relativi ai progetti del piano Sulcis che rischiavano di ottenere un risultato contrario alle richiesta  di rilancio della provincia più povera d’Italia.

Ad ottobre 2017 era stata presentata anche un’interrogazione parlamentare, tutt’ora in corso.

2017-2020 – in questo triennio il comitato con determinazione e caparbietà ha ricercato gli atti, gli indirizzi e gli studi, evidenziandone le criticità e le contraddizioni e divulgandole alla popolazione e alla politica raggiungendo gli obiettivi che ci si erano prefissati:

– elaborazione Osservazioni congiunte con associazioni ambientaliste;

richiesta esecuzione prove di carico sull’attuale ponte;

– presa di coscienza da parte della politica a tutti i livelli;

– coesione di intenti con i Sindaci del territorio;

– condivisione di un progetto di sviluppo della nautica tramite la valorizzazione del golfo di Palmas;– riqualificazione delle principali tratte viarie del Sulcis;

– riqualificazione del ponte attuale

«Ringraziamo l’intera popolazione per la costante e sentita partecipazione ai numerosi incontri pubblici svoltosi nel corso degli anni. Ringraziano tutti i giornalisti che puntualmente hanno dato loro spazio in quotidiani, radio e TV. Ringraziamo i Sindaci del territorio per la fiducia riposta. Infine, ringraziamo, soprattutto, tutti quei cittadini che a vario titolo hanno collaborato attivamente alle infinite sessioni del gruppo di lavoro del comitatoconcludono i tre portavoce del Comitato Porto Solky -. Un esempio di partecipazione informata che auspichiamo diventi una regola per la pianificazione e per la realizzazione delle opere infrastrutturali che il territorio rivendica. Il tutto per evitare di perdere tempo e denaro con scelte calate dall’alto e che, come in questo caso, non tengono conto delle reali esigenze e aspettative delle popolazioni interessate.»

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Il Comitato Porto Solky ritorna sul progetto del nuovo ponte di Sant’Antioco, con una nota, nella quale sottolinea che «preso atto che neppure lo stato di emergenza decretato a seguito della pandemia è riuscito a sospendere i termini della procedura di approvazione del progetto, ritiene che i Sindaci del territorio, considerato l’aggravamento della crisi socio-economica del Sulcis a seguito della situazione in corso, non possano permettere un inutile dispendio di soldi pubblici».

«Considerata la valenza “strategica” a livello nazionale dell’opera, l’assenza di una netta opposizione da parte dei Sindaci del territorio comporterà di fatto il rilascio del nulla osta alla realizzazione dell’opera con il conseguente sperpero di 57,5 milioni di euro – aggiungono i tre portavoce del Comitato, Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau –. Ricordiamo che i finanziamenti sono totalmente rimodulabili per la realizzazione di infrastrutture realmente funzionali allo sviluppo del territorio così come previsto dalle linee di indirizzo del Piano Sulcis; ad esempio per la messa in sicurezza della viabilità primaria del Sulcis, ovvero dell’intero tratto bivio Sirai-Nuxis-Calasetta.»

«Il Comitato Porto Solky ritiene opportuno che i Sindaci delle Amministrazioni comunali del territorio assumano una netta presa di posizione in merito al contestato Nuovo Ponte, inviando in tempo utile affinché si possa essere convocati per la 1° Conferenza di Servizi decisoria in modalità Sincrona già fissata per mercoledì 11 maggio così come ha già fatto lo stesso comitatoconcludono i tre portavoce -. Preso atto dell’estrema urgenza dovuta dalla ristrettezza dei tempi, il Comitato Porto Solky, con una PEC, ha messo a disposizione dei Sindaci del Sulcis il documento già presentato nelle riunioni del marzo 2019 contenente le Osservazioni elaborate dal Comitato stesso e sottoscritte dal Grig (Gruppo di Intervento Giuridico), WWF Sardegna e Italia Nostra Sardegna, finalizzate ad opporsi alla realizzazione del Nuovo Ponte e per il quale i Sindaci si erano resi disponibili ad un suo utilizzo per costituirsi parte attiva nella Conferenza dei Servizi.»

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Il Comitato Porto Solky rilancia l’iniziativa di contrasto alla realizzazione del nuovo ponte d’ingresso sull’Isola, denunciando che «i sindaci del Sulcis sono stati estromessi dalla Conferenza dei Servizi per l’approvazione del progetto».

«Da più di quattro anni la realizzazione del Nuovo Ponte di Sant’Antioco, in realtà un viadotto di 2 km, è stata contestata ufficialmente da più soggetti istituzionali e politici; questo grazie all’impegno del lavoro del Comitato Porto Solky che ha dimostrato, carte alla mano, la totale inutilità di un folle progetto da 57,5 milioni di euro – scrivono in una nota stampa Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau, portavoce del comitato Porto Solky di Sant’Antioco -. E’ importante ricordare che questo assurdo viadotto è stato “venduto” a scatola chiusa a tutti i Sindaci del Piano Sulcis come un progetto esclusivo per la “Nautica” e che per la sua realizzazione sono stati sottratti tutti i finanziamenti previsti per la messa in sicurezza della viabilità primaria del Sulcis, ovvero dell’intero tratto bivio Sirai-Nuxis. Poiché ad oggi sono stati fatti solo proclami ed atti inefficaci, ovverosia nessuno ha messo in atto azioni concrete ed incisive per fermare l’iter e lo stesso ministero, dal quale ci si aspettava uno stop alla realizzazione dell’opera, ha invece recentemente inviato la comunicazione di indizione della Conferenza dei Servizi asincrona finalizzata all’approvazione del Progetto Definitivo del Nuovo Ponte.»
«Al fine di comprendere meglio, la Conferenza dei Servizi asincrona dà la possibilità agli enti invitati, entro 15 giorni dal ricevimento della convocazione, di richiedere integrazioni documentali o chiarimenti relativi al progetto definitivo messo a loro disposizione – aggiungono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -. Questo al fine di poter elaborare al meglio le eventuali osservazioni o contestazioni all’approvazione del progetto definitivo da presentare entro il termine di 90 giorni. Alla suddetta Conferenza l’invito è pervenuto a tutti gli enti preposti al rilascio di pareri e autorizzazioni e, in particolare, a soli comuni di Sant’Antioco e Calasetta, estromettendo di fatto tutti gli altri Comuni del Piano Sulcis dalla possibilità di partecipare. Ciò impedisce a questi ultimi di presentare opposizione al progetto che, come già scritto, ha sottratto finanziamenti alla viabilità del Sulcis. Il Comitato sta provvedendo ad inviare ai Sindaci estromessi la comunicazione del ministero (in calce alla presente si allega il link ministeriale).»
«Il Comitato Porto Solky, avendo visionato i documenti messi a disposizione dal Ministero, ha già stilato un elenco di carenze documentali e richieste di chiarimenti di cui gli enti e le amministrazioni locali convocate potrebbero avvalersi mettendosi in contatto con il Comitato. In conclusione, la forte denuncia fatta dal Comitato Porto Solky – scrivono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau – ha l’intento di sbloccare l’impasse invitando tutti i Sindaci estromessi dalla conferenza dei Servizi a chiedere al Ministero di essere inclusi nella lista degli enti e soggetti già convocati e sopratutto ad accogliere la proposta che a breve verrà inviata via PEC, come già fatto nel marzo 2019, di convocare una tavola rotonda questa volta estesa anche alla Regione Sardegna e al Governo.»

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Ieri il Capo dell’Ufficio Circondariale Marittimo e Comandante del Porto di Sant’Antioco, tenente di vascello Francesco S.M. D’Istria, ha emesso un’ordinanza, la n° 66/2019, con la quale ha disposto l’interdizione dell’area interessata all’incagliamento della nave mercantile “Cdry Blue”, avvenuta sabato sera.

Oggi sono arrivate le navi inviate dal ministero dell’Ambiente per prestare soccorso alla Cdry Blue e per il disinquinamento nel tratto di mare in cui la nave incagliata ha sversato il gasolio contenuto nei serbatoi danneggiati nell’impatto con la scogliera di Capo Sperone.

«Nel tardo pomeriggio nel porto di Sant’Antioco è approdata la nave soccorso Jim Helios inviata dalla società Smit Salvage, leader mondiale nel recupero di relitti e prevenzione danni ambientali (è la stessa che ha rimosso la Costa Concordia), e nel porto di Portoscuso la nave antinquinamento Falisca inviata dal ministero dell’Ambiente, questo grazie all’interessamento anche del ministro Costa – ha scritto su facebook Rolando Marroccu, portavoce del Comitato Porto Solky -. Siamo fiduciosi nel rispetto della tempistica che prevede l’inizio dei lavori forse già da domani 26 dicembre.»

Allegate le fotografie scattate ieri da Nadia Pische a Capo Sperone.

               

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L’aula consiliare del comune di Sant’Antioco ha ospitato lunedì pomeriggio un convegno organizzato dalla Cgil e dalla Filctem Cgil con il patrocinio del comune di Sant’Antioco, nel corso del quale è stato fatto un focus sulle bonifiche e, in particolare, sul caso della Seamag di Sant’Antioco, le cui operazioni di risanamento ambientale non sono state ancora terminate, nonostante siano trascorsi parecchi anni dalla dismissione della fabbrica che sorgeva alle porte del centro abitato, rimasta in attività dal 1965 al 1997.

Dopo la relazione introduttiva svolta da Emanuele Madeddu, segretario territoriale (Sulcis Iglesiente e Medio Campidano) Filctem, ed i saluti del sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci e del segretario della Camera del Lavoro territoriale (Sulcis Iglesiente e Medio Campidano) Antonello Congiu, la relazione tecnica è stata fatta da Mario Cabriolu (“Bonifica e progettazione area Seamag”). Sono poi intervenuti i capi di gabinetto degli assessorati regionali dell’Industria e dei Lavori pubblici Alberto Urpi e Vincenzo Corrias; l’amministratore unico di Igea, Michele Caria; il portavoce del Comitato Porto Solky, Rolando Marroccu; l’ex coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi. Ha concluso lavori, coordinati dal segretario regionale della Filctem, Francesco Garau, il segretario generale della CGIL sarda Michele Carrus.

Allegati gli interventi dei capi di gabinetto degli assessorati regionali dell’Industria Alberto Urpi e Vincenzo Corrias e dell’amministratore unico di Igea, Michele Caria. Alberto Urpi ha annunciato l’avvio delle bonifiche.

               

 

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Venerdì 27 settembre in occasione dell’incontro sulla vicenda RWM svoltosi nella sala polifunzionale del comune di Carbonia, il portavoce del comitato Porto Solky, Rolando Marroccu, ha consegnato al sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Alessandra Todde e al deputato Pino Cabras, la richiesta inviata il 2 agosto 2019 al MISE e al MIT per l’istituzione urgente di una Commissione ministeriale in merito alle opere del Piano Sulcis. Il nuovo ponte, le anacronistiche opere portuali e le interminabili bonifiche delle aree Sardamag, stanno condizionando negativamente la realizzazione del polo nautico d’eccellenza nel porto di Sant’Antioco.

Il Comitato Porto Solky chiede di verificare la corrispondenza delle suddette opere – oggi solo in progetto – rispetto agli obiettivi e alle finalità per cui è stato siglato il protocollo d’intesa del Piano Sulcis e concessi i relativi finanziamenti.

«Sia il sottosegretario Alessandra Todde che l’on. Pino Cabras hanno preso un fermo impegno per la rivisitazione del Piano Sulcis, in particolare agevolare l’eventuale rimodulazione dei finanziamenti oggi previsti per il nuovo viadotto di Sant’Antioco, a favore della più sensata e improcrastinabile messa in sicurezza della SS 126 tra Carbonia e San Giovanni Suergiu, vero collo di bottiglia dell’intero Sulcis Iglesiente, nonchè per la realizzazione di un polo nautico d’eccellenza – vero volano di sviluppo per l’intero Sulcis Iglesiente – dice Rolando Marroccu -. Il comitato Porto Solky, preso atto dell’inaspettato cambio di rotta dell’amministrazione comunale di Sant’Antioco, che vorrebbe adottare una pianificazione portuale che spiana la strada alla realizzazione del nuovo ponte, preannuncia al territorio un imminente incontro pubblico dove verranno esposte dettagliatamente tutte le recenti contraddizioni emerse.»

Il sottosegretario del Mise Alessandra Todde.

Domani, giovedì 19 settembre 2019, alle ore 15.30, presso l’aula consiliare del comune di Sant’Antioco, i portavoce del comitato Porto Solky si presenteranno alla riunione pubblica della commissione consiliare che si appresta a portare in adozione presso il Consiglio comunale la contestata nuova variante al Piano Regolatore Portuale di Sant’Antioco, variante che a nostro avviso – a causa delle opere del Piano Sulcis Nuovo Ponte e Opere Portuali – va contro lo sviluppo del Sulcis e contro l’indirizzo politico della stessa Giunta comunale che invece senza sentir ragione vorrebbe adottare andando quindi contro se stessa. I tre portavoce saranno disponibili, così come prevede il regolamento, ad intervenire su richiesta della commissione, perché titolati e legittimati ad entrare in merito al contenuto tecnico delle scelte fatte. La proposta di porto avanzata dal comitato è stata inserita negli atti e valutata positivamente per lo sviluppo della cantieristica e della ricettività, perché prevede che nelle aree Sardamag dovrebbe insediarsi il nuovo porto turistico d’eccellenza, cioè quanto oggi previsto nel Documento Unico di Programmazione della Giunta comunale, il cui contenuto è ampiamente condiviso dal comitato stesso ma ad oggi è escluso dal progetto del porto. Il comitato domani cercherà di difendere gli interessi di tutto il Sulcis e della stessa giunta comunale. Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau, Comitato Porto Solky

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Giovedì 5 settembre, dopo 30 giorni dall’ennesimo accesso agli atti presso gli uffici comunali di Sant’Antioco, il comitato Porto Solky ha ricevuto l’intera documentazione aggiornata sulla variante al Piano Regolatore Portuale di Sant’Antioco che definisce come dovrà essere realizzato il nuovo porto, la viabilità di accesso al paese e il destino delle aree dell’ex Sardamag.

Purtroppo, le carte parlano chiaro: nonostante tutte le denunce circostanziate fatte durante quasi quattro anni di meticolosa analisi degli atti, delibere e progetti da parte del Comitato, SI STA PORTANDO AVANTI la realizzazione di un inutile e dannoso NUOVO PONTE e, soprattutto, un progetto portuale pensato negli anni ’60 per un porto industriale mai realizzato.

Si progettano pertanto opere anacronistiche che anziché pensare al futuro sono un ritorno al passato oramai morto e sepolto e quindi in controtendenza allo sviluppo della nautica e della ricettività e ancor di più distaccano nettamente il porto dal paese per lasciare spazio al nuovo ponte – in realtà un LUNGO VIADOTTO DI 2 km – che come si può vedere dall’immagine decreterebbe la morte definitiva delle aree dell’ex Sardamag, impedendo la realizzazione dei nuovi alberghi, della  darsena turistica, dei cantieri e dei servizi, ovvero lo sviluppo della nautica d’eccellenza.

In definitiva tutto quello che attendiamo da decenni per la rinascita dell’intero territorio del Sulcis verrà impedito da due opere imposte prepotentemente dallo sciagurato Piano Sulcis.

Venerdì 6 settembre, presso la sede della Regione Sardegna a Cagliari, Rolando Marroccu in rappresentanza del comitato Porto Solky è stato ricevuto dall’assessore regionale dei Lavori pubblici Roberto Frongia e dal Direttore generale dell’assessorato dei Lavori pubblici Piero Dau.

Durante il lungo incontro si è potuto circostanziare la storia delle varie vicende che affliggono il territorio anche a causa delle contestate opere del Piano Sulcis, soprattutto entrando nel dettaglio delle  istanze che il comitato ha presentato ufficialmente sia presso la Regione Sardegna che presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti – MIT ed il ministero per lo Sviluppo Economico – MISE.

Si ha avuto inoltre conferma dell’inefficacia della delibera del 6 marzo 2018 del Consiglio Comunale di Sant’Antioco in quanto esprime un mera richiesta di DESIDERIO di rimodulazione delle opere invece di produrre un VERO e proprio ATTO AMMINISTRATIVO che vada a modificare la delibera emessa dalla precedente giunta comunale.

Di conseguenza da una parte c’è l’ANAS che sta andando avanti sul progetto del nuovo ponte in quanto ad oggi non ha ancora ricevuto nessuna indicazione di revoca in merito all’appalto che – precisiamo – è ancora all’inizio della fase autorizzativa, e dall’altra parte c’è un intero territorio che in tutti questi anni è stato capace solo di DIVIDERSI e di piangersi addosso ma mai di reagire alle ingiustizie subite proponendo con determinazione VERI PROGETTI DI SVILUPPO ALTERNATIVI a quelli calati dall’alto dal famigerato Piano Sulcis.

In chiusura l’Assessore Frongia ha sposato la proposta avanzata dal comitato in merito alla realizzazione di un polo nautico d’eccellenza nel golfo di Palmas; proposta da approfondire mediante uno studio tecnico economico di maggior dettaglio. Si è quindi reso disponibile ad ulteriori confronti dandoci inoltre dei preziosi consigli che terremo in considerazione in vista dei prossimi incontri sia con il comitato, sia con i Sindaci del Sulcis (già incontrati due volte nel marzo 2019).

Ricordiamo che l’assenza del Sindaco di Sant’Antioco nei suddetti incontri – l’intero consiglio comunale né è a conoscenza già da tempo – aveva fatto sfumare la possibilità di sottoscrivere già da allora un documento condiviso da tutti gli altri Sindaci finalizzato a rafforzare la posizione unanime del territorio nei confronti delle inutili opere del Piano Sulcis.

Oggi l’obiettivo comune da raggiungere dovrebbe essere quello di istituire una nuova “cabina di regia del Piano Sulcis” appunto nel Sulcis – e non a Cagliari – in modo tale da poter proporre direttamente dal territorio delle VALIDE ALTERNATIVE AI PROGETTI CONTESTATI.

La vicenda è molto complessa ma non impossibile da risolvere in quanto non sussistono problemi TECNICI IRRISOLVIBILI ma ci sono solo esclusivamente “SCELTE POLITICHE” da rivedere alla luce delle nuove e future esigenze di una nuova valutazione dell’interesse pubblico rispetto a quello originario.

Pensiamo che i tempi siano maturi per fare GIOCO di SQUADRA tra i SINDACI del Sulcis in quanto la “strategia” vincente necessita di tanta buona volontà, coesione territoriale e condivisione degli intenti con tutti i soggetti coinvolti nelle scelte in gioco.

Poiché le varie problematiche riguardano anche gli assessorati all’Ambiente e all’Industria abbiamo pensato che sarebbe preferibile incontrare prima possibile il presidente Christian Solinas che già nel marzo 2019 diede personalmente la propria disponibilità.

Per quanto riguarda la richiesta di istituire una commissione ministeriale sulle opere contestate – nuovo ponte, opere portuali e bonifiche – inviate il 2 agosto dal comitato al Governo (MISE e MIT) abbiamo sentito il deputato M5S Pino Cabras, che a sua volta ad ottobre 2018 aveva presentato una interrogazione parlamentare in merito alle vicende da noi segnalate. L’on. Pino Cabras ci ha assicurato, vista la recente nomina di ministri e sottosegretari M5S al MISE e al MIT, di adoperarsi  al fine di recuperare informazioni sulla sua stessa interrogazione e per la richiesta del comitato di istituire una commissione ministeriale sulle suddette opere del Piano Sulcis.

Inoltre sarà utile, tramite il segretario del PD regionale Emanuele Cani, cercare di coinvolgere il nuovo ministro alle Infrastrutture e Trasporti Paola de Micheli.

In conclusione, se il consiglio comunale di Sant’Antioco vuole REALMENTE PERSEGUIRE GLI INTERESSI DI TUTTO IL TERRITORIO, dovrà produrre ATTI AMMINISTRATIVI EFFICACI in grado di revocare le opere contestate e proporre opere condivise con TUTTI GLI ATRI SINDACI interessati dal Piano Sulcis.

Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau

Comitato Porto Solky – Sant’Antioco

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Nuova dura presa di posizione di Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau, portavoce del Comitato Cittadino Porto Solky – Sant’Antioco, sui progetti del Piano Sulcis previsti nell’Isola di Sant’Antioco.

«A seguito di recenti accessi agli atti, apprendiamo con stupore e grande disappunto che a breve l’Amministrazione Comunale di Sant’Antioco, su prescrizione del Servizio demanio della Regione Sardegna, si appresta ad adottare il nuovo Piano Regolatore Portuale che dovrà prevedere la realizzazione del nuovo ponte, quando invece la stessa amministrazione Comunale nel marzo 2018 ha deliberato la sua contrarietà all’opera – scrivono in una nota Ronaldo Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -. Quanto sopra perché le misure di salvaguardia impongono che non si possa pianificare senza tenere conto di progetti in fase autorizzativa. In pratica fino a quando l’appalto del nuovo ponte e delle vecchie opere portuali progettate 60 anni fa per un porto industriale non verranno revocati, la pianificazione del nuovo porto si dovrà adattare a queste opere, nel caso specifico ci dovremmo dimenticare il riutilizzo delle aree Sardamag per la ricettività, la cantieristica e tutto quello che il Sulcis attende da decenni.»

«Poiché a nostro avviso la vicenda sta precipitando, il Comitato Porto Solky ha già inviato al ministero delle Infrastrutture e Trasporti – Mit –  ed al ministero dello Sviluppo economico – Mise -, la richiesta di istituzione urgente di una Commissione ministeriale al fine di verificare la corrispondenza di tali opere agli obiettivi e alle finalità per cui è stato siglato il protocollo d’intesa del Piano Sulcis e concessi i relativi finanziamenti, nonché la regolarità degli atti che hanno portato a tali scelte ormai disconosciute, non solo dalle popolazioni del territorio, ma persino dagli stessi enti istituzionali – aggiungono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -. Ricordiamo che sulla vicenda, ad ottobre 2018 l’on. Pino Cabras ha presentato un’interrogazione parlamentare; successivamente nel febbraio 2019 il ministro Danilo Toninelli ha richiesto ulteriori integrazioni.»

Il Comitato Porto Solky, infine, vorrebbe riprendere gli incontri, iniziati a marzo 2019, con i Sindaci del territorio e possibilmente con il coinvolgimento del nuovo assessore regionale dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, al fine di mettere a disposizione il prezioso e serio lavoro di studio svolto fino ad oggi e, a breve, invierà a tutte le amministrazioni comunali interessate dal porto strategico di Sant’Antioco, una formale richiesta accompagnata da opportuna documentazione.

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«Il Piano Sulcis tradisce le aspettative di sviluppo del territorio.» A sostenerlo sono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau, portavoce del Comitato Porto Solky, che recentemente ha acquisito il progetto definitivo inerente le bonifiche delle aree Sardamag dal quale emerge la chiara volontà politica del Piano Sulcis di precludere la valorizzazione delle suddette aree a fini turistici – auspicato da decenni da tutta la collettività – destinandole invece a diventare un’area di verde pubblico. «Ovvero non è previsto nessun albergo e nessuna darsena turistica nonostante le volumetrie di 50.000 mc oggi disponibili nelle aree ex Sardamag per la realizzazione di strutture ricettive».

«Nel 2010 veniva presentato il nuovo porto e la riqualificazione delle aree ex Sardamag – sostengono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau –. Il progetto di bonifica evidenzia come già dal 2010 fu fatta la scelta di non valorizzare a finalità turistiche ricettive le aree ex Sardamag contraddicendo quanto previsto dall’Amministrazione Comunale e dalla stessa Regione (del PUC e del PPR). Già dal 2010 gli obiettivi del Piano di Caratterizzazione e della successiva Analisi di Rischio sono stati finalizzati alla realizzazione di un Parco, con buona pace del polo ricettivo e della nautica integrato alla città.»

«La bonifica dei terreni oggetto del presente progetto si pone come obiettivo quello di riqualificare l’intera area in modo da poterla destinare a parco pubblico – aggiungono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -. La stessa idea di porto polifunzionale, con prevalente destinazione alla nautica, tale da assurgere a porto di riferimento per la costa sud occidentale della Sardegna, viene abbandonato sostituendolo con una illogica scelta che vede nella stessa area portuale la commistione di attività inconciliabili tra loro come porto industriale, militare, pesca, nautica e cantieristica. Il tutto relegato oltre il ponte completamente staccato dalla città (in castigo). Come se non bastasse,la realizzazione del Nuovo Ponte allontanerebbe ancor più il porto dalla città ed impedirebbe l’utilizzo così come era stato programmato, delle stesse Aree ex Sardamag.»

Il Comitato Porto Solky propone la totale rivisitazione di tutti gli interventi finanziati dal Piano Sulcis riprendendo la programmazione originaria antecedente il 2010, nonché l’attuale Documento Unico di Programmazione 2018-2020 del comune di Sant’Antioco – che sposa in pieno le principali istanze del Comitato stesso – e in coerenza con l’attuale Piano Urbanistico Comunale ed il Piano Paesaggistico Regionale.