22 November, 2024
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«A me piace molto il tessuto, il materiale e il design, ho deciso a un certo punto di dedicarmi al design del tessuto e del tappeto, sono venuta in Sardegna e ho collaborato con diversi artigiani locali e ho creato delle collezioni che reinterpretavano i motivi tradizionali sardi. Da lì mi si è aperto un mondo, mi sono resa conto di quanto qui in Sardegna ci siano moltissime possibilità di collaborazioni con realtà artigianali già esistenti.»

Carolina Melis, designer, illustratrice e art director cagliaritana di fama internazionale i cui lavori sono esposti in contesti prestigiosi e internazionali (Palais de Tokyo a Parigi, V&Z di Londra, Italia Institute of Culture di Londra), è stata ospite sabato mattina dell’Open Day all’Istituto Europeo di Design di Cagliari, l’appuntamento con la giornata di orientamento dedicato ai futuri designer e occasione per conoscere da vicino tutte le offerte formative dei corsi triennali di Media design, Product Design, Interior Design e Fashion Design. Quindici anni di lavoro a Londra dove si è anche laureata al Central Saint Martin, una delle più prestigiose scuole di arte, moda e design, proviene da una esperienza internazionale nel campo dell’arte e collabora con alcune delle firme più importanti del mondo della moda e della pubblicità, da Cagliari, sua città natale dove attualmente è tornata a vivere. Una testimonianza importante allo IED dal mondo dei professionisti del design per i giovanissimi che sognano di intraprendere la professione del creativo, accorsi numerosi a Villa Satta per ascoltare i preziosi consigli di chi questa professione la svolge da anni e con successo.

Nel corso della sua chiacchierata con gli studenti Carolina Melis ha raccontato e mostrato i suoi progetti e alcuni dei suoi ultimi lavori, tra questi lo spot realizzato per uno dei più grandi centri commerciali del mondo con sede a Dubay, rivolto al mercato delle grandi firme della moda, e poi le tappe in Cina per un progetto pubblicitario di un celebre marchio di automobili, gli USA e tanti altri paesi del mondo. Competenza, creatività, esperienza, ironia e un intreccio ben equilibrato e molto originale tra forme, spazio e colori rendono i suoi lavori accattivanti, dallo stile immediatamente riconoscibile. «Chiediti sempre da dove arrivano le idee, mi diceva sempre il mio insegnante alla scuola d’arte di Londra. Lì capisci se le idee sono davvero genuine, se sono le tue. Anche se la tendenza a volte è quella di trovare ispirazione dalle idee che troviamo intorno a noi, è importante che ognuno cerchi il suo stile, con molta onestà. E le scuole servono proprio a questo, ad aiutare a cercare e a sviluppare questa identità». Dopo tanti anni vissuti fuori casa, ha deciso da diverso tempo di ritornare nella sua terra, in Sardegna. «Il distacco spesso è utile per cercare delle idee migliori e originali, allontanarsi dalle grandi metropoli dove dominano i grandi trand del momento ti fa capire quali siano realmente le tue idee. Tornare a casa, nella mia città, mi ha dato la possibilità di riscoprirmi e tramite Internet, sembra una banalità, si può arrivare ovunque». Il suo rientro nell’isola le ha permesso così di dedicarsi anche a un altro progetto legato al territorio e alla sua passione per il mondo della tessitura: la reinterpretazione del motivo tradizionale del disegno dei tappeti sardi in chiave più fresca e contemporanea realizzata attraverso la collaborazione con alcuni artigiani e aziende tessili locali, che ha dato vita così a diverse collezioni di arazzi, tappeti e tessuti lanciati in breve tempo sul web sotto un suo brand. La sua straordinaria capacità di combinare stili e tecniche attraverso abili intrecci e la sua grande passione per la tradizione hanno portato alla realizzazione di prodotti concreti dall’ottima manifattura e un design nuovo ma con i classici riferimenti alla tradizione sarda. Una serie di collezioni che hanno riscontrato un grande interesse da parte di professionisti di Interior design ed appassionati di tessitura e dato occasione di far scoprire la tessitura sarda fuori dall’isola, in veste contemporanea.

Subito dopo è intervenuto un altro ospite di questa giornata a porte aperte a Villa Satta: Romano Mameli, collaboratore di Gianluca Vassallo, artista e fotografo campano (sardo di adozione) di prodotti di design tra i più richiesti, sostenitore convinto dell’arte come impegno sociale, e autore dell’azione, tra arte e fotografia, di guerrilla art “Vota per me”. Un progetto artistico per far riflettere sul tema del fenomeno dell’immigrazione sbarcato anche nel giardino dello IED Cagliari che vede una serie di manifesti che ritraggono i volti di dieci migranti che vivono in Sardegna affissi – grazie alla concessione di alcuni comuni – negli spazi dedicati ai candidati politici, durante l’ultima campagna elettorale. In un’aula dedicata di Villa Satta si è potuto vedere anche il video in loop con le testimonianze dei protagonisti di #votaperme.

«Il progetto voleva riportare i contenuti del tema dell’immigrazione, i volti e le storie delle persone che sono qui rappresentate, e lo ha fatto appropriandosi degli spazi che sono solitamente della propaganda elettorale. I pannelli, infatti, sono stati presi a un comune che ce li ha gentilmente offerti. Questo perché la narrazione sul problema dell’immigrazione è spesso stata svuotata dei suoi reali contenuti, ovvero il racconto della vita di queste persone, e si sia invece concentrati sul contorno, sul problema in generale o sul fatto che potesse essere una risorsa, ma senza ben capire come trattarla», ha raccontato Romano Mameli a una platea attenta di giovani studenti nel corso dell’Open Day. Un’operazione che doveva essere a dimensione collettiva, come sono tutte le iniziative di guerrilla art che di solito lasciano un alone di mistero intorno all’azione per renderla più compartecipata, ma che ha fatto saltare fuori (consapevolmente) il nome dell’autore, comunicando così ufficialmente la paternità del progetto. «Una scelta ponderata – spiegano i promotori – per garantire un po’ di tranquillità alle persone che sono state ritratte e che si sono prestate a questo progetto, i cui diritti sono già labili e che spesso versano in non poche difficoltà». Una dimensione collettiva restituita comunque nella rete dei contatti collegate alle azioni di guerrilla art che ha permesso a questo progetto partito da Cagliari, San Teodoro e Olbia, di svilupparsi per arrivare poi a Bologna, Rimini e altre città italiane, ottenendo una buona copertura mediatica. Un’idea per dare voce a persone che solitamente non ce l’hanno e che sostituisce i volti dei politici con i volti di chi non è rappresentato, o lo è solo in parte.

E ancora durante la mattinata si è tenuta la presentazione dei corsi triennali a cura dei coordinatori e dei docenti IED, visite guidate in tutte le aule con il supporto degli studenti, esposizioni dei progetti realizzati dagli studenti, installazioni, info point e advisor a disposizione sull’offerta formativa, le strutture e sui servizi proposti, presentazione del bando per le borse di studio e delle agevolazioni sulle iscrizioni, e in chiusura buffet e musica in giardino.

«Studiare allo IED, oggi. È crescere progettando, è essere contemporanei e proiettati nel futuro, è acquisire sin dal primo giorno le competenze per entrare nel mondo del lavoro, è fare parte e essere protagonisti del mondo della creatività e della innovazione. Ed è per docenti e insegnanti competenti e appassionati una rinnovata gioia vedere l’evoluzione e la crescita, culturale, nelle abilità professionalizzanti, ma anche personale, dei nostri studenti», ha spiegato Monica Scanu, direttrice IED Cagliari.