22 August, 2024
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Circondati dal chiasso delle pubblicità, dei clacson, degli stereo nei negozi, siamo sottoposti a un inquinamento acustico tale da non renderci più conto di quale sia solo “rumore” e quale sia, invece, “musica”. Il concerto di Carmen Consoli di ieri 21 agosto 2024, tenutosi nell’Arena Fenicia di Sant’Antioco, appartiene sicuramente alla “musica”. La cantautrice siciliana e i suoi musicisti si sono esibiti in uno spettacolo costituito da due parti. Nella prima parte si sono alternati brani di lungo successo, come “Per niente stanca”, “Fiori d’arancio”, “Parole di burro”, “Pioggia d’aprile”, “Mio zio”, “Maria Catena”, “Le cose di sempre”, “L’ultimo bacio” (colonna sonora dell’omonimo film del 2001), a testi in lingua siciliana che Carmen Consoli ha introdotto spiegando al pubblico da quali situazioni avessero tratto origine. La prima parte del concerto ha avuto termine con il brano di Rosa Balistreri “Terra ca nun senti”: “Terra ca nun teni / cu voli partiri / e nenti cci duni / pi falli turnari” “Terra che non trattieni / chi vuole partire / e niente gli dai / per farlo tornare”, testo di denuncia sociale che mette in evidenza la sofferenza di coloro che devono lasciare la propria terra per cercare lavoro, situazione che, come ha messo in evidenza la Consoli, è comune a tanti Italiani.

Dopo una pausa di buio e silenzio, durata pochi minuti, la cantautrice è tornata sul palco, sola con la sua chitarra, per cantare “Blunotte”, dando così avvio alla seconda parte del concerto, nella quale si sono susseguiti senza sosta brani di successo quali “Confusa e felice”, “Venere”, “In bianco e nero”.
Durante un concerto si sta insieme agli altri, si rivivono gli anni in cui si era giovani e si sono imparate a memoria le canzoni, ma partecipare a un concerto non è solo questo: è un’esperienza immersiva, nella quale le sonorità penetrano la nostra essenza, facendoci provare emozioni ben più profonde di quelle che si possono vivere con la musica registrata. Lo avevano ben capito gli antichi che diedero vita al mito di Orfeo il quale, con la sua cetra, ammansiva gli animali feroci. Del potere confortante della musica tendiamo a dimenticarci noi “moderni”, non dedicando abbastanza tempo all’ascolto e alla produzione di musica dal vivo. Quei “mille violini suonati dal vento” (L’ultimo bacio) non sarebbero stati gli stessi senza il violino e l’orchestra di Carmen Consoli che auspico torni presto per cantare Guarda l’alba, L’eccezione, Orfeo e tanti altri brani che non erano contemplati in questo spettacolo.
Anche noi abbiamo capito “la differenza tra prossimità e vicinanza” (Il conforto) sentendo la Sicilia non prossima, ma più vicina alla Sardegna, entrambe “Terra ca nun senti”.

Simona Pirosu

Foto Sardegna concerti