19 November, 2024
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Sono 277 i comuni sardi che perdono abitanti. Su 377 soltanto 78 hanno registrato un incremento della popolazione, mentre 22 sono in pareggio tra natalità e mortalità. Sono i dati allarmanti di una Sardegna in cui lo spopolamento delle zone interne non concede tregua, illustrati oggi nel corso di una conferenza stampa in Consiglio regionale dal Gruppo dei Riformatori sardi che hanno presentato una Proposta di legge sulle “Azioni a favore delle zone interne e di contrasto dei processi di spopolamento”. Un testo di 14 articoli che ha l’obiettivo di contrastare un fenomeno “che rischia di snaturare l’identità della Sardegna, procurando danni irreversibili all’economia dell’Isola e al nostro tessuto sociale”.

«Abbiamo immaginato una serie di interventi, agendo sia sulla leva fiscale sia sui servizi, anche di tipo sanitario, con l’obiettivo di rendere più appetibile risiedere in un piccolo Comune delle zone interne», ha affermato Michele Cossa, capogruppo dei Riformatori, il quale ha ringraziato per l’importante contributo dato alla stesura del testo i colleghi del partito dei Riformatori sardi Franco Meloni e Sergio Pisano. Tra gli interventi più importanti l’incremento delle risorse del Fondo unico per gli enti locali di 20 milioni da destinare ai Comuni con una popolazione inferiore ai 5mila abitanti, che abbiano registrato un decremento demografico nell’ultimo decennio in misura superiore al 3 per cento, utilizzare l’addizionale Irpef pagata dai cittadini residenti nei Comuni sotto i 5mila abitanti per finanziare una serie di attività economiche e per il recupero del patrimonio immobiliare dei piccoli centri. Non solo. La proposta di legge prevede anche un incentivo per i pensionati che decidono di trasferirsi in Sardegna da altre regioni con la restituzione del 70 per cento dell’Irpef versato a patto che trasferiscano la residenza, per almeno 9 mesi l’anno, in un Comune con meno di 5mila abitanti situato a non meno di 20 chilometri dalla costa e che acquistino o affittino un appartamento con contratto almeno di tre anni. Tra gli altri interventi: la riduzione del 90 per cento dell’Irap per le imprese con sede operativa e con almeno 5 dipendenti in un Comune sotto i 5mila abitanti, ma anche la predisposizione di un piano per i servizi sanitari per le aree rurali e montane, interventi in materia di istruzione e formazione, di recupero e riqualificazione dei centri storici di sostegno agli operatori di trasporto privati e di promozione di alberghi diffusi.

Il testo sarà poi assegnato all’esame delle Commissioni competenti per poi arrivare in Consiglio regionale. Il consigliere e coordinatore regionale dei Riformatori, Aldo Salaris, ha fatto un appello ai colleghi di maggioranza e opposizione in Consiglio regionale affinché abbiano un approccio propositivo verso questo testo che ha l’obiettivo di aiutare i piccoli Comuni e combattere lo spopolamento. All’incontro erano presenti, anche le sindache di Birori, Silvia Cadeddu, e di Elini, Rosalba Deiana, due paesi che hanno poco più di 500 residenti.

 

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«La drammatica situazione dell’Ospedale di Lanusei è l’ennesima conferma del disastro che il centrosinistra ha lasciato nella sanità sarda».

Lo ha dichiarato il coordinatore regionale dei Riformatori, Pietrino Fois, insieme al coordinatore provinciale dell’Ogliastra, Andrea Piroddi e ai sindaci di Barisardo, Ivan Mameli ed Elini, Rosalba Deiana. 

«Ormai, ogni giorno c’è un nuovo annuncio di tagli ai servizi sanitari – aggiungono i tre esponenti dei Riformatori sardi – mentre i reparti chiudono per mancanza di medici, i Pronto Soccorso condannano i pazienti ad attese vergognose e le liste d’attesa sfondano ogni limite della decenza. Come stupirsi se – in questa situazione – aumenta sempre di più il numero dei sardi che sceglie di curarsi fuori dall’Isola, con un costo annuo che si avvicina ormai ai 100 milioni di euro, dirottati lontano dal nostro Sistema Sanitario? La chiusura seppur momentanea del reparto di ortopedia di Lanusei è una beffa per tutto il territorio.  Occorrono risposte immediate», aggiunge Ivan Mameli. 

«Non c’è più un istante da perdere – concludono Fois, Piroddi e Mameli – alla nostra nuova maggioranza spetta l’onere di restituire speranza al sistema, difendendo uno dei principali diritti di cittadinanza dei sardi: il diritto ad essere curati bene, nella propria terra! Sappiamo bene che sarà una scommessa difficile, che richiederà l’impegno appassionato di tutti: i Riformatori sardi ci sono e sono pronti a fare sino in fondo la propria parte!»

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E’ stato definito oggi il Patto per l’Ogliastra, 59 milioni di euro per rilanciare il territorio, con la consegna all’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, del protocollo d’intesa sottoscritto dal partenariato territoriale alla presenza dei presidenti delle Unioni dei Comuni, del consigliere regionale Franco Sabatini, del sindaco di Tortolì Massimo Cannas, del partenariato socio-economico e degli amministratori locali. Lunedì prossimo è previsto il passaggio nella Cabina di regia per la programmazione unitaria dei fondi, poi l’ultimo sigillo dalla Giunta.
Quello odierno è il risultato di un anno e otto mesi di intenso lavoro per elaborare il progetto che viene presentato da tre Unioni (Valle del Padru e dei Tacchi Ogliastra Meridionale, presidente Mariangela Serrao, Nord Ogliastra, presidente Anna Assunta Chironi e Ogliastra, presidente Rosalba Deiana) per un totale di 22 Comuni. Un progetto che garantisce una visione unitaria e di ampio respiro dell’intero territorio, che punta sulla qualità della vita come elemento decisivo della longevità, di cui l’Ogliastra è “testimonial” d’eccellenza di tutta la Sardegna, che fa leva su qualità della vita e longevità, garantisce una visione ampia e strategica del territorio e ha l’ambizione di accorciare le distanze fra costa e interno mettendole in stretta sinergia grazie anche al ruolo “cerniera” del trenino verde. Agroalimentare, turismo, infrastrutture: la sfida lanciata dall’Ogliastra è ambiziosa, contrastare il fenomeno dello spopolamento con la creazione di nuove opportunità di lavoro e l’innalzamento del livello di benessere economico e sociale delle popolazioni, sia rafforzando l’apertura del sistema economico verso l’esterno che accrescendo la coesione interna del territorio. L’Ogliastra vuole dunque modernizzare e ampliare il settore turistico, consolidare la cantieristica e l’industria agroalimentare, riorganizzare e potenziare il sistema dei servizi.
Il progetto è organizzato in tre linee di finanziamento. Interventi di nuova finanza che muovono 22 milioni e 800mila euro, Interventi di nuova finanza già programmati con altri strumenti (9 milioni e 600mila euro, per esempio ), Interventi già valorizzati nell’ambito di ulteriori politiche regionali (26 milioni e mezzo). Un totale di oltre 59 milioni di euro per un territorio, l’Ogliastra, che per la prima volta riesce a pensarsi e a programmare gli interventi di rilancio con una visione unitaria. Anche la parte burocratico-amministrativa è stata rivoluzionata: la Cabina di Regia che in Regione programma tutti insieme i fondi europei, nazionali e regionali parlerà con un unico soggetto attuatore, l’Unione dei Comuni dei Tacchi, che sarà portavoce di tutte le altre. Tempi tagliati e burocrazia ridotta, dunque, principio guida in ogni intervento di questa Giunta.
Raffaele Paci 2